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Avvenire 26/08/2015
Mercoledì
26 Agosto 2015
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rileggere
Dibattito. La coscienza e la sfida del naturalismo scientifico
che vuol ridurre tutto alla fisicità: studiosi a confronto a Stresa
di Cesare Cavalleri
ROSMINI
Quando Adone
disse a Venere:
«Preferirei di no»
«P
Cari scienziati
tornate all’anima
Si tiene fino a domani presso il Collegio Rosmini di Stresa il XVI simposio rosminiano che quest’anno affronta il
tema: «Persona, psiche e società» (informazioni:
0323/30091). Dopo aver pubblicato ieri gli interventi di
monsignor Nunzio Galantino e dello psichiatra Eugenio
Borgna, oggi anticipiamo quelli di Umberto Muratore,
UMBERTO MURATORE
direttore del Centro internazionale di Studi Rosminiani,
e di Andrea Lavazza, caporedattore di “Avvenire” e studioso di scienze cognitive. Entrambi gli interventi ruotano attorno alle questioni della psicologia e della conciliabilità della fede con le nuove ricerche sulla psicologia
oltre certe forzature dello scientismo contemporaneo.
«I
Copyright © Avvenire
Giuseppe Craffonara, «Antonio Rosmini da giovane»
Umberto Muratore
Andrea Lavazza
«Lo spirito e la materia
uniti fin dall’inizio»
«La mente si legge
col senso comune»
mantenere all’uomo tutta la sua ricchezza e integrità. Egli parte dall’anima quale risulta ad ogni osservazione
fisiologi e gli psicologi si sono
interiore, l’anima come "sentimento
bipartito l’uomo senza pietà; e
sostanziale", sentimento che non è soognuno credette d’averlo tutto:
lo "animale", ma anche "intellettuale"
quindi, i primi l’hanno sovene "spirituale". Il sentimento umano ha
te fatto un bruto; i secondi un angelo.
bisogno di un corpo in cui manifestarNoi vogliamo riunire quest’uomo così
si, ma ha caratteri così diversi dalla mamiseramente ammezzato». Così Rosmiteria, che non potrebbe mai essere una
ni nell’Introduzione ai due grossi voluelaborazione della materia stessa. È un
mi dal titolo Psicologia.
qualcosa che "sintetizza" col corpo maIn questa breve annotazione rosminiateriale, ma non è prodotto dal corpo.
na sono sostanzialmente riassunti tutti
Ed è questo il motivo per cui la vita (seni tentativi fatti dagli studiosi dell’anima
sitiva, intellettuale, affettiva) non potrà
umana, i cui confini, diceva già Eraclito,
mai essere colta da apparati scientifici,
non si possono circoscrivere perché inbensì solo dall’individuale esperienza
finiti. Ci sono tempi, nella storia della
interiore.
psicologia, il cui pendolo si sposta pericolosamente verso il regno animale, priIn tutta la materia c’è vita, latente o mavilegiando dell’anima umana ciò che esnifesta. Lo aveva già scoperto l’autore
sa ha in comune coi bruti e con la matesacro della Bibbia, quando nei primo
ria. Ed altri tempi, il cui pendolo va in
versetto del Genesi scriveva che "lo spicerca di ciò che nell’arito di Dio aleggiava
nima vi è di analogo alsulle acque", frase che
l’angelo ed al regno delper Rosmini sarebbe
«Già nei primi versetti
lo spirito. L’importanpiù esatto tradurre "lo
della Genesi si dice
te, per Rosmini, è non
spirito di Dio fecondache tutto è permeato,
dimenticare mai che
va le acque".
anzi fecondato, dal soffio
l’anima è un intreccio
La legge del sintetismo
di Dio. Il rischio, oggi, è
di corpo e spirito, maci permette di capire
teria bruta e pensiero,
perché spirito e matedi dividersi tra materialisti
istinto e libertà. Quanria convivano insieme
e spiritualisti: in realtà
do si tenta di assorbire
nell’anima, come ci
la nostra anima è fatta
una parte nell’altra, di
permette di capire quei
di
cielo
e
di
terra»
ridurre le due nature in
fenomeni in cui due
una, allora si prende il
entità di natura diversa
sentiero sbagliato, e da
abbiano bisogno l’uno
un primo errore ne seguono a cascata
dell’altro per manifestarsi. Che da una
tanti altri. Soprattutto, non ci si capisce
combinazione di cellule nasca la vita,
più, si parlano due linguaggi diversi. Si
che la vita si esprima come sentimento,
hanno, in sostanza, due concezioni moche il sentimento diventi intellettuale e
nistiche di segno contrario: l’uomo che
spirituale non sono passaggi impressi
sboccia dalla terra attraverso un comdalla materia e generati dalla materia,
plicato processo evoluzionistico (dai prima manifestazioni di entità diverse dalmati, nostri "cugini", all’uomo odierno
la materia, entità che si manifestano
con la sua intelligenza e le sue emozioquando la materia si dispone in modo
ni; l’uomo che è tutto spirito e può itale da poterle accogliere.
gnorare tranquillamente ciò che lo tiene
Ecco perché Rosmini scrive: "Quando
legato alla terra di cui è pure parte.
anche dal suolo uscisse fuori, composto
Anche oggi assistiamo spesso allo scond’un tratto, un mastodonte o un rinocetro fra due tipi di riduzionismo psicoloronte, nient’altro se ne potrebbe ragiogico. I progressi verificatisi nel campo
nevolmente indurre, se non che un prindelle neuroscienze tengono alta la tencipio vitale era nel suolo, ed esso fu l’octazione di ridurre l’anima a pura fisicità,
culto organizzatore di quei gran corpi".
puro gioco di sinapsi che danno vita a
Il "mastodonte" sarebbe il frutto non
pensieri, affetti, azioni che sembrano lidella materia, ma del manifestarsi di
bere ma in realtà ubbidiscono a proquello "spirito" che "aleggiava" sulle acgrammi naturali spontanei. In questo
que primordiali, fecondandole.
contesto parole come "anima", "io", "liMantenere tutta la ricchezza dell’anima
bertà", "spirito", "coscienza" diventano
umana, riconoscendo ad essa la validità
suoni senza senso, puri "fantasmi" di cui
e la diversa natura dei molteplici fenola scienza non ha bisogno. Chi al conmeni di cui è portatrice, permette agli
trario avverte la disumanità di tale conpsicologi e psichiatri odierni di non cacezione può essere portato ad accendere nella presunzione evoluzionistica
tuare la "spiritualità" dell’anima, al punche buona parte della tradizionale meto da sganciarla da ogni legge fisica e chitafisica dell’anima sia da scartare come
mica, e da promuovere forme di pseudo
obsoleta. Permette loro soprattutto di
misticismo altrettanto pericolose. Due
mantenere ferme le basi che danno diconcezioni antagoniste, che poi si ripergnità alla persona umana, consapevocuotono nel campo della psichiatria,
lezza dei suoi sconfinati spazi conoscicioè della ricerca di cure adeguate per le
tivi affettivi etici e religiosi, apertura al
malattie dell’anima.
mistero in cui questi spazi vengono traLa preoccupazione di Rosmini, che stuscesi e talvolta colti più dalla letteratura
dia l’anima dal punto di vista del filoe dall’ascesi mistica che dalla pura sciensofo, cioè di chi cerca la sua natura ed i
za sperimentale.
primi principi dei suoi atti, è quella di
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANDREA LAVAZZA
cita) mente-corpo ma con l’unità e solidità del soggetto; e gli attribuisce autonomia e capacità di auto-determinazioa psicologia di Antonio Rosmini è
ne, intenzione, volontà. Secondo il mouna psicologia dall’approccio medello "cerebralistico", che si oppone altafisico e fondazionale circa l’anila folk psychology, vi è invece una prevama, la sua costituzione e il suo raplenza di processi automatici e inconsci,
porto con il corpo. Tale approccio è sviuna messa in discussione del libero arluppato nel modo più ampio e compiubitrio, una riduzione degli spazi di razioto nell’opera intitolata appunto Psicolonalità e l’identificazione della mente con
gia, apparsa in due volumi negli anni
l’attività del cervello, con conseguente
1846 e 1848, e più volte ripubblicata, atdisunità e fragilità del soggetto e ridotta
tualmente in edizione critica 1988-1989
capacità di autodeterminazione coin quattro volumi.
sciente.
Si tratta di un’opera vasta e sistematica
Uno studioso che aderisca al cristianesiin cui l’Autore si concentra soprattutto
mo per fede e per convinzione basata an(ma non solo) su quella che oggi chiache su elementi di ricerca razionale pomeremmo più propriamente antropolotrà dunque essere indotto a sostenere, algia filosofica e che per la gran parte è rimeno in parte, le tesi del "senso comucompresa, soprattutto in ambito analitine". Esse sono infatti quelle che semco – per quanto riguarda l’impostazione
brano più vicine all’antropologia cristiametodologica generale – e anglosassone
na come si è andata delineando nei se– per quanto riguarda l’area geograficocoli ed è ancora trattegaccademica – nell’amgiata oggi, per esempio,
bito della filosofia della
nel Catechismo della
mente per come essa si
«Le scienze cognitive
Chiesa Cattolica.
è sviluppata a partire
rifiutano spesso le strade
Ciò non significa però
dalla riflessione di Rusche hanno segnato
rinunciare a fare psicosell, Wittgenstein e Ryla tradizione filosofica
logia scientifica, nel
le alla metà del secolo
che definisce l’uomo
senso ampio. Non tutte
scorso.
le forme di naturalismo
D’altra parte, è la stessa
come libero e razionale,
sono infatti impegnate
basilare impostazione
distinguendo tra mente
a negare la psicologia di
di Rosmini a guidare la
e corpo, ma tenendoli
senso comune, ovvero
sua ricerca e ad ancorauniti
nel
soggetto»
quella che fa ricorso a
re la sua psicologia sui
spiegazioni in termini
temi dell’anima e del
di credenze, desideri e
suo destino eterno. Chi
intenzioni, e che permette di evitare forignora la psicologia – osservava infatti –
me di riduzionismo e materialismo. Pennon può sapere se l’anima è mortale o
satori come Donald Davidson, Peter
immortale. E, a conclusione della prima
Strawson, Hilary Putnam e John Mcparte della sua monumentale opera, scriDowell hanno fatto riferimento a forme
ve: «Crediamo di poter dire che l’uomo
di naturalismo liberalizzato, più aperte e
non deve pentirsi della fatica compiuta
inclusive, capaci di risolvere alcuni proper conoscere se stesso, se il risultato è
blemi e superare i limiti del naturalismo
l’accertamento che la sua parte più noscientifico, sia dal punto di vista concetbile – che è l’anima, grazie alla quale vituale sia da quello dell’effettiva conove e intende – durerà in perpetuo».
scenza del mondo. Secondo queste verOggi questa prospettiva, già incrinata
sioni del naturalismo, ciò che esiste ed è
dallo sviluppo della psicologia scientificonoscibile non è esaurito dall’ontoloca, nata nelle seconda metà dell’Ottogia e dall’epistemologia scientifiche, ancento con le misurazioni sistematiche del
che se rimane illegittimo postulare l’esifunzionamento mentale condotte da
stenza di entità che violino le leggi di naWilhelm Wundt, è sfidata radicalmente
tura o basarsi su fonti di conoscenza del
dal naturalismo scientifico. Esso, innantutto incompatibili con la prospettiva
zitutto, esclude il soprannaturale (nella
scientifica
forma di enti: Dio e menti cartesiane; di
Nel naturalismo liberalizzato (Mario De
eventi: miracoli e magia; e di facoltà epiCaro e David Macarthur), benché le prostemiche: intuizioni spirituali e visioni
prietà degli essere umani (comprese
mistiche). Il naturalismo si può carattequelle mentali) debbano essere instanrizzare sia secondo un criterio ontologiziate da un sostrato di proprietà fisiche
co: la scienza è la misura di tutte le cose
(a livello cerebrale), ciò non implica che
(W. Sellars), quindi il mondo consiste solle spiegazioni che riguardano tale livello
tanto delle entità alle quali ci impegnavalgano anche per le proprietà mentali.
no le spiegazioni scientifiche di succesLa realtà umana è complessa e per darso; sia secondo un criterio metodologine conto abbiamo bisogno di una pluraco: soltanto la scienza con i suoi metodi
lità irriducibile di strumenti esplicativi
è la legittima fonte di conoscenza sul
Non forse è azzardato immaginare che
mondo e sull’essere umano.
oggi Rosmini sarebbe impegnato in diaPertanto, le scienze cognitive contemlogo serrato con i filosofi naturalisti e con
poranee che assumono il naturalismo
gli scienziati cognitivi per mostrare loro
scientifico restituiscono una visione del
non solo quello che la fede suggerisce alsoggetto controintuitiva e assai differenla ragione ma anche quello che la ragiote da quella tradizionale. Quest’ultima –
ne indica alla scienza che pretende di edetta anche psicologia di senso comune
saurire ogni spazio di conoscenza.
– dipinge un agente autocosciente, libero e razionale; propone la distinzione (ta© RIPRODUZIONE RISERVATA
L
er l’uomo della strada
Adone è semplicemente... un adone: il personaggio del mito tende a
sparire dietro la preziosa antonomasia, da molto tempo lessicalizzata, in
cui l’italiano e altre lingue europee designano ogni ragazzo molto bello». Lo
scrive Alessandro Grilli in Adone. Variazioni sul mito (Marsilio), interessante tuffo nella classicità.
Come sempre, le cose sono più complicate di come appaiono, tanto più
nella mitologia, dove s’intrecciano
fonti diverse per raccontare storie discordi sullo stesso personaggio. Quanto ad Adone, è affine al Tammuz babilonese, e il nome Adone è forse il titolo semitico Adon (“signore”) col quale era noto ai Fenici. Una delle fonti
più antiche è un Inno della poetessa
Prassilla di Sicione (V sec. a. C.) che
non fa fare ad Adone una gran figura,
presentandolo come un ingenuo sempliciotto, tanto che in epoca bizantina vigeva il proverbio «più stupido dell’Adone di Prassilla», perpetuando così l’idea che la bellezza maschile sia
associata alla poca intelligenza. Ma
forse è una diceria dettata solo dall’invidia, del resto applicabile anche
alle donne belle, quasi che l’intelligenza sia appannaggio delle brutte,
mentre quasi tutti conosciamo donne
brutte che sono anche stupide.
Di fatto, nei poemi che lo riguardano,
Adone è silenzioso e il parlar poco potrebbe semmai essere indizio di saggezza. Grilli esplora il mito attraverso
i racconti di Teocrito, Bione, Ovidio,
Ronsard, Shakespeare, La Fontaine,
Shelley, Yeats, fornendo un’antologia
di testi tanto suggerenti quanto poco
frequentati.
Il nocciolo del mito riguarda Venere
che s’innamora del bellissimo Adone,
pastore e cacciatore (e già sull’accostamento delle due attività, nelle culture arcaiche, ci sarebbe molto da dire), il quale viene poi sbranato da un
cinghiale che forse è un travestimento setoloso di Ares geloso. Venere non
si dà pace e prorompe in lamenti luttuosi, per cui il mito di Venere e Adone associa, ben prima di Freud, eros e
thanatos, amore e morte. Infatti, le Adonie erano riti festosi che scolorivano in lutto, celebrati a Biblo, ad Alessandria, ad Atene e in Egitto. In ogni
caso, Venere è pur sempre una dea,
mentre Adone è mortale, e il loro amore “ipergamico”, cioè in cui è dominante la partner femminile, non
poteva – nella cultura greca e forse anche dopo – che finir male.
Di più. Il rapporto tra Venere e Adone
adombra l’opposizione tra Natura e
Uomo: la divinità di Venere («la mia
bellezza rinasce come la primavera»)
adombra la dimensione ciclica dell’esistenza, mentre la temporalità di Adone è solo lineare.
Queste considerazioni nascono dalla
lettura che Grilli applica alla prima opera di Shakespeare, Venus and Adonis (1593), ed è la parte più originale
e sorprendente del libro. L’Adone
scespiriano, infatti, in minoranza rispetto alla tradizione, non corrisponde alle profferte decisamente
lascive di Venere, e giunge a esclamare: «Non odio l’amore ma il tuo
modo di amare [...] Amore scalda come il sole dopo la pioggia, / ma Lussuria è la tempesta dopo il sole; / Amore è una primavera sempre fresca, / Lussuria è un inverno in piena
estate; Amore non sazia mai, Lussuria muore ingorda; / Amore è tutto
verità, Lussuria tutta falsità».
Qui Adone raggiunge un altro eroe
del mito, Ippolito, che respinge le
profferte di Fedra, in assenza del marito Teseo, salvo poi accusarlo ingiustamente provocando la vendetta di Teseo. E non si può non pensare al biblico Giuseppe che resiste alle avances della moglie di Putifarre
(Gen 39,6-20).
Alessandro Grilli, che insegna Storia
comparata delle letture classiche all’Università di Pisa, lascia sullo sfondo l’Adone di Giambattista Marino
(1623), che oscillando tra una versione virile e una più infantile del protagonista, rende il poema «benché superlativo per qualità poetiche, una
congerie narrativa improbabile e traballante».
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Agosto 26, 2015 10:18 am (GMT -2:00) / Powered by TECNAVIA