Una ghiandola fondamentale La tiroide è una specie di centrale elettrica del nostro corpo e se qualcosa non funziona in questa ghiandola ecco le ripercussioni in vari distretti dell’organismo, a partire dalle funzioni metaboliche Cominciamo dall’assunto di base: la tiroide è una ghiandola posta alla base del collo che regola alcune funzioni fondamentali dell’organismo. Come specifica il dottor Paolo Vitti, segretario generale dell'Associazione Italiana della Tiroide, «è una sorta di centrale elettrica del nostro corpo. Se qualcosa non funziona a dovere in questa ghiandola le ripercussioni sono ben visibili perché la tiroide controlla il metabolismo e le sue funzioni, a partire dal battito cardiaco, proseguendo con lo sviluppo del sistema nervoso centrale, l'accrescimento corporeo, la pressione arteriosa, il livello di colesterolo, il peso, la stessa forza muscolare, senza dimenticare l'acutezza mentale». Perché la tiroide funzioni al meglio necessita di iodio e quando questo elemento è carente nell’organismo ecco sorgere una serie di disturbi che vanno dal gozzo, pari all’aumento di volume della ghiandola, ai noduli tiroidei, nella gran parte dei casi benigni ma non per questo da sottovalutare perchè sono comunque dei presupposti tumorali. Sfavorite le donne Un altro assunto: le donne, senza alcuna colpa, ne sono più colpite, anche in giovane età, in rapporto decisamente sfavorevole, da 5 a 8 volte più degli uomini. Come specifica il dottor Viitti «l’unico vantaggio dell’ipertiroidismo nella donna giovane sono i sintomi ben evidenti: i tremori che si accompagnano a palpitazioni, ipersudorazione, dimagrimento molto accentuato. Più subdoli e perciò ben più difficili da rilevare sono i segnali del'ipotiroidismo, quando cioè la ghiandola funziona poco e male: «Noi valutiamo un corteo di sintomi che vanno dal senso di stanchezza alla ridotta capacità di svolgere lavori che necessitino di prontezza, velocità mentale, arguzie. E ancora la presenza di stipsi, gonfiore, altri segnali di uno stato ansioso-depressivo, ma sfumati e perciò attribuibili ad altre cause». L’anamnesi più attenta Un bel vantaggio viene dalla storia familiare della persona che l’endocrinologo non manca di farsi raccontare in sede di anamnesi, la prima indagine conoscitiva durante la quale il paziente viene invitato a svelare tutto senza ritrosie, visto che il medico è un interlocutore della massima affidabilità: non a caso è facile accertare la presenza di parenti di primo grado con malattie autoimmuni della tiroide. Le dosi di THS Le conferme che qualcosa non funzioni come dovrebbe a livello di ghiandola tiroidea vengono da un esame specifico del sangue chiamato a indagare le dosi di TSH, l’ormone prodotto per regolare la tiroide. «Il THS si alza quando la tiroide funziona poco e male e si abbassa quando accade il contrario, se c’è un superlavoro della ghiandola. Se l'ormone è presente in quantità molto elevate ecco immediata la diagnosi di ipotiroidismo. Poi si procede dosando dosano gli ormoni tiroidei veri e propri: tiroxina e tri-iodotironina, che si abbassano nell'ipotiroidismo e si alzano nell'ipertiroidismo. In caso si avverta la presenza di noduli al tatto, o se ne sospetta la presenza anche se non sono palpabili, una ecografia aiuta a precisare la diagnosi». Incidenza dei noduli La popolazione adulta italiana presenta, in base allo screening ecografico, noduli tiroidei in abbondanza. Ne sono colpiti da 3 a 5 persone su 10. Come prevenirli? «Semplice, impiegando sin dall’infanzia il sale iodato, il cui utilizzo rappresenta la prevenzione più efficace allo sviluppo di gozzo e noduli". Dalle parole del dottor Francesco Trimarchi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia viene il dato più rassicurante: «Ragioniamo di una profilassi molto semplice e poco costosa: 1 euro a persona a fronte di una spesa sanitaria pari a 6 euro per la diagnosi e la cura di malattie prevenibili». Patologie in aumento Un ultimo dato epidemiologico: le malattie della tiroide sono in aumento, ma qualora siano diagnosticate precocemente, quindi ancora nello stadio iniziale, possono avere trattamenti contrassegnati da successo. «Un controllo specialistico e un esame del sangue consentono di contrastare le importanti complicazioni cardiovascolari, ossee e metaboliche che anche una lieve disfunzione tiroidea, se non riconosciuta e adeguatamente trattata, può causare nel tempo». La Settimana Mondiale Incontri divulgativi con la popolazione, screening gratuiti, distribuzione di materiale informativo sulla iodoprofilassi, sulle malattie della tiroide e sul ruolo del sale iodato nella prevenzione sono al centro delle iniziative della Settimana mondiale della Tiroide che si è svolta a fine maggio promossa dall'Associazione Italiana della Tiroide, dall'Associazione dei Medici Endocrinologi, dalla Società Italiana di Endocrinologia insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini e dall’European Thyroid Association.