Screening per la prevenzione del tumore del colon retto, Federfarma

Notizia 'In Evidenza' del 23 aprile 2012
Screening per la prevenzione del tumore del colon retto,
Federfarma Catanzaro dà inizio da giugno ad una nuova
campagna di prevenzione
Federfarma Catanzaro dà inizio da giugno ad una nuova campagna di prevenzione in collaborazione con il
presidio polispecialistico Villa Elisa di Soverato. Per il dott. Stefano Raspa, Segretario di Federfarma: “La
nuova iniziativa che consiste nello screening per la prevenzione del tumore del colon retto, coinvolge le
farmacie della provincia catanzarese dove i pazienti, donne e uomini, di età compresa tra i 50 ed i 69 anni
troveranno il kit necessario ad effettuare il test. Le farmacie sono ormai protagoniste - si legge in una nota
stampa - importanti nella prevenzione di patologie importanti come i tumori ed il farmacista oggi ha ormai un
ruolo sanitario e sociale di fondamentale importanza strategica. La farmacia è un presidio a livello territoriale,
e questa campagna fa leva sulla sua peculiarità di arrivare a parlare di salute al cittadino nel modo più
capillare possibile. La prevenzione delle malattie è il primo passo verso il benessere e dipende
essenzialmente da una corretta informazione sugli esami medici cui sottoporsi periodicamente e da una
corretta scelta dei prodotti. Per questa ragione, nelle farmacie aderenti all’iniziativa sarà possibile trovare a
disposizione personale altamente qualificato, pronto ad assistere e a consigliare al meglio i pazienti”.
“Ritengo - continua Raspa - che la farmacia debba connotarsi sempre di più come un centro di servizi e
rappresentare un punto di riferimento sul territorio, affidabile e professionale, per la salute e il benessere dei
cittadini”. Per la dott.ssa Cristina Murone, Rappresentante dell’Ordine dei farmacisti della Provincia di
Catanzaro: “Ora la farmacia è più che mai in pieno sviluppo e con i mezzi e gli strumenti più innovativi e
avanzati guarda alla tradizione e recupera, con nuovo slancio, il ruolo e i valori del passato, nei quali sta
anche il suo futuro: la specializzazione professionale, l’attività di preparazione, lo spirito di servizio, il dialogo
e il rapporto personalizzato con il paziente. Per affrontare al meglio questa fase di transizione non bisogna
adottare delle logiche puramente commerciali, snaturando l’essenza e di conseguenza la ragion d’essere
della farmacia; la giusta direzione in cui muoversi è invece quella della professionalità e del servizio,
ponendosi nel sistema della salute pubblica come punto di riferimento fondamentale sul territorio, in
collaborazione anche con la classe medica”. Per il dott. Bruno Froio, Direttore Scientifico di Villa Elisa :
“Questo è un programma organizzato di screening di un numero più o meno grande di cittadini; è un
programma sanitario che si rivolge ad una ben definita popolazione, considerata a particolare rischio per età
o per altre caratteristiche e che viene sottoposta ad un test di screening di facile esecuzione, innocuo,
ripetibile, facilmente accettabile, al fine di selezionare un sottogruppo di popolazione positivo al test da
sottoporre ad ulteriori e più sofisticate indagini diagnostiche. Ciò può consentire di cogliere una malattia
pre-tumorale o tumorale nelle sue prime fasi di sviluppo, in modo da garantire un tempestivo intervento
terapeutico. Un intervento precoce sarà limitato e conservativo, consentirà la risoluzione della patologia e
aumenterà le probabilità di guarigione completa. Il programma di screening dei tumori del colon-retto prevede
che le persone appartenenti alla fascia di età 50-69 anni (uomini e donne) siano sottoposte ogni due anni al
test per la ricerca del sangue occulto nelle feci con unico prelievo e senza restrizioni dietetiche. Per coloro in
questa fascia d’età che non abbiano mai eseguito una colonscopia viene consigliata la sua esecuzione una
tantum, all’inizio del percorso di screening. Tale accertamento diventa obbligatorio in caso di familiarità per
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tumori del colon-retto”. Il Prof. Marco Maria Lirici - Primario Microchirurgia laparoscopica e chirurgia
colorettale dell’Ospedale S. Giovanni –Roma- ha parlato di cos’è il tumore del colon –retto: “L'intestino
è l'organo deputato all'assorbimento delle sostanze nutritive che provengono dall'alimentazione. È un tubo
della lunghezza di circa 7 metri suddiviso in intestino tenue, o piccolo intestino (a sua volta ripartito in
duodeno, digiuno e ileo), e intestino crasso, o grosso intestino. Quest'ultima parte è formata dal colon destro
o ascendente (con l'appendice), dal colon trasverso, dal colon sinistro o discendente, dal sigma e dal retto. Il
tumore del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo
organo. C'è anche chi distingue tra tumore del colon vero e proprio e tumore del retto, ovvero dell'ultimo
tratto dell'intestino, in quanto possono manifestarsi con modalità e frequenze diverse. Questo è soprattutto
vero per quei tumori del retto insorti nella porzione di retto più bassa (più vicina all’ano): il cosiddetto retto
sottoperitoneale. Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il terzo tumore maligno per
incidenza e mortalità , dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone e della prostata
nell'uomo. La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni,
raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne. Negli ultimi anni si è
assistito a un aumento del numero di tumori, ma anche a una diminuzione della mortalità, attribuibile
soprattutto a un'informazione più adeguata, alla diagnosi precoce e ai miglioramenti nel campo della terapia”.
Ha parlato di chi è a rischio, dei fattori nutrizionali, dei fattori genetici, dei fattori non ereditari, delle tipologie e
dei sintomi. Il Prof. Lirici ha concluso che esistono cause molteplici alla base di un carcinoma colorettale: da
quelle ambientali e legate alle abitudini di vita a quelle genetiche e familiari. Mentre poco si può fare per
prevenire un tumore che abbia una causa genetica ossia legato ad una familiarità per la malattia, se non
attuare tutto quanto possa portare ad una sua diagnosi quanto più precoce possibile, di più può essere fatto
per evitare quei comportamenti che possano favorire la insorgenza di un tumore del colon-retto. Sappiamo
ad esempio che tali tumori sono molto rari all’interno di comunità vegetariane o nelle quali la dieta risulta
particolarmente ricca di fibre vegetali, al contrario di quanto avviene nei paesi occidentali del cosiddetto
benessere, ove la dieta a base di prodotti animali è molto frequente. Modificare le nostre abitudini alimentari
può, pertanto, aiutare a prevenire il tumore colorettale. La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di
identificare il 25 per cento circa dei cancri del colon-retto. Se viene associata a una colonscopia (ovvero a un
esame del colon con un apposito tubo flessibile), effettuata ogni dieci anni dopo i 50 anni di età, è in grado di
individuare il 75 per cento dei tumori. Alcune società scientifiche, come l'American Cancer Society,
raccomandano di sottoporsi a queste due pratiche di screening appena compiuti i 50 anni,
indipendentemente dalla presenza di una familiarità per il tumore. Secondo altre società scientifiche, la
colonscopia dovrebbe essere un esame di secondo livello (ovvero da farsi solo se la ricerca del sangue
occulto è positiva, oppure nelle persone ad alto rischio per ragioni genetiche o di familiarità). È invece certo
che vi si devono sottoporre tutti coloro che manifestano sintomi intestinali compatibili con la diagnosi di
tumore del colon e coloro che hanno avuto un familiare con queste patologie. In questo caso le colonscopie
vengono effettuate più frequentemente, in genere ogni cinque anni, mentre la ricerca del sangue occulto
nelle feci viene fatta ogni anno.
Calabria Economia
Quotidiano economico online
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