Il prossimo step sarà il 3D da condividere

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DELLE
www.corrierecomunicazioni.it
n°7. 22 aprile 2013
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ilPAGINONE
[ nuove piattaforme ]
Sul «quinto schermo» pubblicità anche sensoriale
p
Per l’industria degli wearables un’area di crescita
interessante è quella dell’entertainment, dove i device
indossabili uniti alla realtà aumentata creano ambienti
immersivi per chi gioca. Qui il grande nome è quello
di Microsoft con Kinect ma altri player includono
TN Games che ha creato un giubbetto con sensori e
tecnologie per il 3D che regalano all’utente un’esperienza di gioco realistica facendo filtrare sulla pelle
le esperienze sensoriali - anche calci o coltellate - dei
personaggi dei games. La capacità dei wearables di
farci provare le sensazioni “inviate” porta Fast Company, community di giovani imprenditori americani,
a descrivere i mini-computer indossabili come un
“quinto schermo” (dopo Tv, Pc, smartphone e tablet)
a disposizione degli inserzionisti, da utilizzare per
pubblicità ad alto coinvolgimento. Il quinto schermo
offre una caratteristica unica: è potenzialmente sempre
con noi, anzi addosso a noi: la pubblicità potrebbe
inviarci messaggi non solo personalizzati in ciò che
mostrano, ma anche in ciò che ci fanno sentire sulla pelle. Ciò richiederà per l’industria dell’adv una
comprensione più avanzata del comportamento dei
consumatori, e analisi dei dati. Ma quale sarà il limite
tra messaggio pubblicitario e invasione?
[ L’intervista Silvano Colombo ]
«Il prossimo step sarà
il 3D da condividere»
Il manager Microsoft Italia: «Puntiamo al mercato di massa»
Quello dei mini-computer indossabili è un settore su cui Microsoft
punta da anni all’interno di una divisione dedicata, la Microsoft Research:
13 laboratori in tutto il mondo con 55
aree di specializzazione che investe
al ritmo di dieci miliardi di dollari
l’anno. “Kinect è il cuore delle nostre
ricerche sui wearable devices”, sottolinea Silvano Colombo, direttore
del Consumer Channels Group di
Microsoft Italia, “frutto dei progressi
in diverse aree, come i sensori per la
lettura del movimento del corpo, il
rilevamento delle immagini, l’interazione con i comandi vocali”.
Ma sono oggetti che veramente il
consumatore vuole? Con applicazioni oltre il puro intrattenimento?
Microsoft ha venduto 24 milioni di
Kinect in tutto il mondo dal rilascio
nel 2007 e la sua tecnologia ha aperto
la strada a innovazioni in altri ambiti,
per esempio la salute, come dimostra
il progetto, tra l’altro italiano, che ha
vinto nella categoria Health Awareness dell’ultima edizione dell’Imagine
Cup che Microsoft indice ogni anno
per gli studenti di tutto il mondo. Il
prodotto premiato sfrutta le tecnologie Microsoft Windows, la piattaforma cloud Windows Azure, Windows
Communication Foundation e Kinect
per l’interazione con gesti e voce.
Questo vuol dire che Microsoft
punta su una tecnologia “aperta”?
È proprio questo uno dei nostri
punti di forza: siamo anche fornitori
di strumenti di sviluppo e abbiamo un
esteso ecosistema di partner, decine di
migliaia solo in Italia, che ci permettono in poco tempo di disporre di vaste
librerie di applicazioni. Con Windows
8 siamo cresciuti molto e vogliamo
silvano
colombo
Direttore
Consumer
Channels
Group
Microsoft
Italia
Cloud
Avremo bisogno
di far dialogare
i vari dispositivi
proseguire su questa strada.
E ora che lavorate a un progetto
simile a quello di Google per occhiali
smart, come vi differenzierete?
Sui progetti in corso non rilasciamo
commenti, ma è sicuro che ci troviamo
in una posizione unica con Windows,
che fa da collante, da interfaccia unica, per tutti i nostri device - che sia il
Pc, lo smartphone o il mini-computer
indossabile - fornendo un linguaggio
semplice e intutitivo. Microsoft dispone anche dei prodotti cloud, per consentire ai dispositivi di ricevere tutti i
servizi e passare facilmente i contenuti da un device all’altro. Il futuro è
multi-device: avremo un numero di
dispositivi connessi diversi ma che
devono dialogare tra loro.
E quali wearables possiamo aspettarci da Microsoft?
Non ci interessa creare l’oggetto
di culto per pochi, ma quello che soddisfa il bisogno di molti. Pensiamo a
soluzioni in 3D, immersive, con funzionalità di condivisione e conferenza in tempo reale. L’interazione sarà
touch, con riconoscimento vocale o
dei gesti. Microsoft ha già Illumishare, un prototipo di proiettore dotato di
videocamera che crea sulla scrivania
uno spazio virtuale dove lavorare con
oggetti fisici e non. Si può utilizzare in
maniera simile a un touchscreen con
carta e penna oppure per registrare in
tempo reale gli oggetti posizionati sul
tavolo e permettere l’interazione con
interlocutori a distanza. Abbiamo anche il Wearable Multitouch Projector,
che permette di creare una superficie
interattiva grazie a un sensore di Kinect. Insomma, la tecnologia è pronta.
Allora da che cosa dipende l’adozione? Da reti mobili più capaci?
Le telco già si stanno muovendo efficacemente per cogliere l’opportunità
dei device indossabili. Il carrier avrà
un ruolo chiave, ma ci sono grandi
opportunità anche per le start-up dei
servizi e dello sviluppo software, per i
servizi di billing e le microtransazioni
con tecnologia Nfc e, naturalmente,
per il consumatore.
P.L.
[ primi debutti ]
Google Glass già in vendita (per i developers)
Le aziende coinvolte si celano dietro il no comment, ma il web è
già in fibrillazione per i mini-computer indossabili su cui i big della
tecnologia sono al lavoro. Per Apple si tratta dell’iWatch, un orologio con alcune funzionalità da smartphone: sono già 79 i brevetti
registrati dall’azienda. Jony Ive, responsabile design di Apple, ha
raccolto intorno a sé un team di un centinaio designer di punta
per realizzare il prototipo dell’orologio che, oltre alla funzione telefonica, sarà munito di diverse features già proprie dell’iPhone e
dell’iPod. In cantiere anche l’iRing che sostituisce il telecomando
nell’attesa della iTv. Mentre sono già in vendita (a 1.500 euro, per
gli sviluppatori) i Google Glass di Google che dovrebbero arri-
vare sui mercati nel 2014. Gli occhiali di Google hanno schermo
Lcd e funzionalità di location awareness, accesso a informazioni
in tempo reale, collegamento wi-fi e Bluetooth, possibilità di
effettuare foto e video e input vocale. Anche la cinese Baidu sta
testando internamente dei suoi occhiali, chiamati “Eye”, con un
piccolo schermo Lcd incorporato che consentirà di effettuare
ricerche vocali, di immagini e riconoscimenti facciali. Secondo
uno studio di GigaOmPro, Vuzix, azienda specializzata nei
wearables per i militari, sta sviluppando con Nokia per il settore
entertainment degli occhiali che incorporano elementi di realtà
aumentata e permetteranno di fondere dati reali e virtuali.
LIBRI
A cura di ROBERTA CHITI
La nostra epoca è caratterizzata dalla
presenza di una grande quantità di schermi.
McLuhan riteneva che lo
schermo fosse una sorta
di specchio nel quale i
singoli individui, e l’intera umanità, vedessero
riflessa la loro immagine,
ma in realtà rappresentasse anche un passaggio
verso qualcosa. Verso
cosa? Dove ci stanno
portando i salti negli
schermi contemporanei?
Il sociologo propone un’esplorazione dei media che consente di cogliere le conseguenze
che l’uso degli schermi produce sulla nostra
cultura e sul modo di pensare degli individui.
L’ era dello schermo. Convivere
con l’invadenza mediatica
di vanni codeluppi
96 pagine, 15 euro
franco angeli
Il primo a parlare di “web semantico” fu,
nel 2001, Tim Berners-Lee, l’inventore del
World Wide Web. A 10 anni di distanza il Semantic Web e le sue tecnologie sono diventate
uno strumento essenziale
per la gestione di sistemi
informativi in cui la “conoscenza” gioca un ruolo
dominante. Gli autori ne
esaminano in dettaglio le
singole parti costitutive:
dai metodi per la rappresentazione dei dati alle
ontologie, ai linguaggi di interrogazione, alle
tecnologie per il ragionamento automatico.
Semantic Web
Tra ontologie e Open Data
Di T. di Noia, R. De Virgilio, E. Di Sciascio
e F. M. Donini
240 pagine, 19 euro
apogeo
L’Abc della filiera editoriale all’alba
dell’introduzione del digitale. L’e-book
esplora i meccanismi della filiera editoriale-giornalistica:
dall’editore alle edicole, una delle reti
commerciali al dettaglio di maggior capillarità nel Paese. Si
analizzano il finanziamento ai giornali
e l’informatizzazione come strumento
di riforma della filiera. Interviste a personaggi del settore: da
Peluffo Sottosegretario di Stato con delega
all’editoria a Digiuni, del sindacato Sinagi.
L’edicola del futuro,
il futuro delle edicole
Di pier luca santoro
15.381 parole, 2,99 euro, formato epub,
mobi informant
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