Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) Valentino Liberali Dipartimento di Tecnologie dell’Informazione Università di Milano, 26013 Crema e-mail: [email protected] http://www.dti.unimi.it/˜liberali Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 1 Conduttanza (1/2) Conduttore cilindrico di materiale uniforme, con sezione S e lunghezza l, fra le cui estremità è applicata una differenza di potenziale V : S E J uS _ + V Il campo elettrico E è proporzionale alla differenza di potenziale: V = E l L’intensità di corrente è: I = JS = σ E S Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 2 1 Conduttanza (2/2) Combinando le due equazioni V = E l e I = σ E S possiamo ricavare la relazione tra V e I: I= σS V l Ricordando che I = GV otteniamo la relazione tra conduttanza e conducilbilità: σS l G= La conduttanza è proporzionale alla sezione del conduttore e inversamente propozionale alla sua lunghezza. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 3 Resistenza Poiché R= 1 G R= l σS risulta e, ricordando che σ1 = ρ , otteniamo la relazione tra resistenza e resistività: R= ρl S La resistenza è proporzionale alla lunghezza del conduttore e inversamente propozionale alla sua sezione. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 4 2 Esercizio 1 Calcolare la resistenza di un filo di rame lungo 10 m e con sezione pari a 1 mm2 . Soluzione: La conducibilità del rame a temperatura ambiente ha il valore σ = 5.9 · 107 S/m. Quindi la conduttanza del filo è: G= σ S 5.9 107 S/m · 10−6 m2 = = 5.9 S l 10 m e la resistenza vale: R= 1 1 = = 0.17 Ω. G 5.9 S Il valore di resistenza ottenuto è molto basso, perché il rame è un buon conduttore. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 5 Esercizio 2 A. Una linea di interconnessione all’interno di un circuito integrato, realizzata in alluminio, ha larghezza w = 5 µ m, spessore z = 1 µ m e lunghezza l = 1 mm. Calcolare la resistenza elettrica tra le due estremità della linea. z l w B. Calcolare la resistenza che si otterebbe realizzando la linea di interconnessione in rame, anziché in alluminio. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 6 3 Capacità (1/3) + V l E Condensatore a facce piane e parallele, aventi area S e distanza l, fra le quali è interposto un materiale isolante con costante dielettrica è ε . Applicando una differenza di potenziale V tra le due superfici metalliche, il campo elettrico nell’isolante è E = Vl con direzione perpendicolare alle superfici metalliche. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 7 Capacità (2/3) L’induzione dielettrica (o spostamento elettrico) D è: ~ = ε E~ . D L’induzione dielettrica D si misura in C/m2 . La carica Q accumulata all’interfaccia tra metallo e isolante è data dal flusso dell’induzione dielettrica attraverso la superficie di interfaccia tra metallo e isolante: Q= Z S ~ · d~S = D Z S ~ ·~uS dS D Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 8 4 Capacità (3/3) ~ Poiché nel condensatore a facce piane parallele i vettori D e ~uS sono paralleli, la carica è data da: Q = DS = ε E S = ε V S l Ricordando che Q = CV , si ottiene la formula che dà la capacità del condensatore: C= εS l La capacità è proporzionale alla superficie del condensatore e inversamente propozionale alla distanza fra le armature. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 9 Dispositivo: accelerometro (1/5) L’accelerometro è un sensore che fornisce in uscita una tensione che dipende dall’accelerazione a cui è sottoposto. Appartiene alla categoria dei MEMS (= Micro-ElectroMechanichal Systems), che sono dispositivi utilizzati per convertire grandezze fisiche in grandezze elettriche e viceversa. I MEMS possono essere costruiti su silicio, con processo CMOS + “micromachining” per creare cavità o strutture sospese. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 10 5 Dispositivo: accelerometro (2/5) Vista 3D; in arancione la massa sospesa Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 11 Dispositivo: accelerometro (3/5) a 1 5 1 5 2 6 2 6 3 7 3 7 4 8 4 8 senza accelerazione con accelerazione a Elettrodi fissi in azzurro: A = {1, 3, 5, 7}; B = {2, 4, 6, 8} La massa inerziale sospesa, sottoposta ad accelerazione, deforma gli anelli e si sposta. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 12 6 Dispositivo: accelerometro (4/5) A A d CA d+x d CB d-x CA CB B B senza accelerazione con accelerazione a a = 0 ma = kx εS CA = CB = εdS CA = d+x εS CB = d−x Elettrodi fissi: A = {1, 3, 5, 7}; B = {2, 4, 6, 8} k è la costante elastica della molla costituita dai due anelli. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 13 Dispositivo: accelerometro (5/5) VA VA buffer demod. VB Si applicano due tensioni alternate opposte ai terminali fissi e si demodula (con un moltiplicatore) la tensione letta alla massa sospesa. Si ottiene una tensione che dipende dallo spostamento x (e quindi dall’accelerazione a). Per misurare un’accelerazione con direzione qualsiasi, occorrono tre accelerometri disposti perpendicolarmente lungo i tre assi cartesiani ortogonali. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 14 7 Solenoide (1/2) i(t) B + v(t) Un solenoide è un avvolgimento di N spire di materiale conduttore: S è la sezione di ciascuna spira e l è la lunghezza (cioè la distanza tra i terminali + e –). Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 15 Solenoide (2/2) i(t) + B v(t) Una corrente i(t) nell’avvolgimento provoca un’induzione magnetica B all’interno del solenoide: B= µ Ni l dove µ è la permeabilità magnetica del materiale all’interno del solenoide. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 16 8 Flusso magnetico Il flusso magnetico concatenato con una spira è: Φ= µ NiS l Il flusso magnetico Φ si misura in weber (Wb). L’induzione magnetica B si misura in Wb/m2 ; la permeabilità magnetica µ si misura in H/m. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 17 Induttanza (1/2) Una variazione nel tempo del flusso concatenato con una spira produce una differenza di potenziale ai capi della spira stessa (legge di Faraday-Henry): v(t) = dΦ(t) dt Se la spira non si muove, la variazione del flusso concatenato può essere solo causata da una variazione della corrente i(t), quindi: v(t) = di(t) µ NS di(t) =L l dt dt dove L è l’induttanza della spira. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 18 9 Induttanza (2/2) Se consideriamo N spire, il flusso totale concatenato è: µ N 2 iS Φ= l e l’induttanza totale è: µ N 2S L= l L’induttanza si misura in henry (H). Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 19 Induttanze parassite nei circuiti integrati bonding wire pad chip package Il circuito integrato (“chip” ) viene incollato alla base del contenitore (“package” ); le interconnessioni verso l’esterno sono realizzate con sottili fili d’oro del diametro di 25 µ m (“bonding wire” ). I fili di interconnessione hanno induttanze parassite proporzionali alla loro lunghezza, con un valore di ≈ 1 nH/mm (≈ µ0 ). Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 20 10 Effetti delle induttanze parassite I circuiti integrati digitali presentano basse correnti statiche (leakage), ed elevate correnti di commutazione, perché i blocchi digitali CMOS dissipano quasi esclusivamente durante le transizioni logiche. Se attraverso il collegamento di bonding passa una corrente variabile i(t), la tensione all’interno del chip vchip è legata alla tensione esterna VEXT dalla relazione: vchip = VEXT − L di(t) dt A causa dell’induttanza del package (≈ 5nH per un PLCC), le tensioni di alimentazione all’interno del chip non sono ideali e possono presentare picchi di centinaia di millivolt. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 21 Trasformatore (1/2) i1 Φ + v2 v1 - È costituito da due avvolgimenti (avvolgimento primario e avvolgimento secondario) attorno ad un nucleo di materiale ad elevata permeabilità magnetica. La tensione v1 applicata ai capi dell’avvolgimento primario provoca una corrente i1 , la quale provoca un flusso magnetico Φ che viene convogliato nell’avvolgimento secondario. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 22 11 Trasformatore (2/2) i1 Φ + v2 v1 - L’accoppiamento tra due√avvolgimenti dà luogo ad una mutua induttanza M = k L1 L2 , e risulta v1 = L1 di2 di1 +M dt dt v2 = L2 di1 di2 +M dt dt Se il trasformatore è ideale: k = 1. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 23 Simbolo del trasformatore M i1 i2 + v1 + L1 L2 v2 Per convenzione, si indica con un pallino il terminale positivo delle due induttanze. v1 = L1 di2 di1 +M dt dt v2 = L2 di1 di2 +M dt dt Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 24 12 Disturbi dovuti al collegamento di terra CIRCUITO 1 VN CIRCUITO 2 ground loop VG Se due circuiti hanno due collegamenti a terra distanti (perché sono collegati da cavi lunghi), le due tensioni di terra possono essere diverse. Una piccola differenza di tensione VG può produrre una corrente elevata nell’anello di terra (“ground loop” ). Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 25 Uso del trasformatore (1/3) VN CIRCUITO 1 L2 L1 CIRCUITO 2 VG Un trasformatore 1:1 (L1 = L2 ) interrompe l’anello di terra e dà isolamento galvanico tra i due circuiti. Svantaggio: il trasformatore non funziona per la continua. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 26 13 Uso del trasformatore (2/3) VN L1 CIRCUITO 1 CIRCUITO 2 L2 VG Una soluzione alternativa consiste nell’inserire il trasformatore (con L1 = L2 = M) in modo da trasmettere la continua e i segnali differenziali, eliminando i disturbi di modo comune. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 27 Circuito equivalente L1 VS RC2 RL L2 VG VS è la tensione generata dal circuito 1 RL è la resistenza di ingresso del circuito 2 RC2 è la resistenza parassita del conduttore Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 28 14 Circuito equivalente per il segnale L1 IS VS RC2 RL L2 Trasformatore ideale 1:1 (L1 = L2 = M): IS = VS VS ≈ RC2 + RL RL (se RC2 RL ). Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 29 Circuito equivalente per il disturbo L1 I1 RC2 RL VN = I 1 R L L2 I2 VG I1 = VG RC2 j2π f L(RC2 + RL ) + RC2 RL Se RC2 RL , risulta: VN = VG 1 + j2π f L/RC2 −→ vengono attenuati i disturbi a frequenza f RC2 /2π L Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 30 15 Uso del trasformatore (3/3) CIRCUITO 1 CIRCUITO 2 In pratica, per attenuare i disturbi, si usa un anello magnetico attorno a cui sono avvolti i due fili. Se i due fili sono ravvicinati e il numero di spire è lo stesso, allora L1 = L2 = M e i disturbi di modo comune vengono attenuati. Elettronica II – Grandezze elettriche microscopiche (parte 2) – p. 31 16