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PADRE PIO: INNAMORATO
E CONFORMATO A
CRISTO CROCIFISSO
23 SETTEMBRE 2015
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ORE 11,30
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del card . GIUSE PPE V E RSAL DI
en a ragione la liturgia della Parola
di questa solennità
di san Pio da Pietrelcina propone
le parole di Paolo:
«Quanto a me non
sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo,per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo...io porto le stimmate di Gesù sul
mio corpo». Infatti il nostro Santo è
venerato fino al punto da portare
nel suo corpo i segni della stessa
passione di Cristo. La Croce, dunque, è al centro della sua testimonianza secondo quella rivelazione
che, come abbiamo sentito dal brano del vangelo di Matteo, il Padre ha
nascosto ai «sapienti e ai dotti», ma
ha concesso ai «piccoli».
Sì, Padre Pio fa parte di quei “piccoli”
ai quali appartiene il Regno di Dio
(cfr. Mt 19,14) e noi siamo qui oggi
per venerarne la memoria mai venuta meno, raccoglierne la testimonianza e imitarne le virtù, rendendo
grazie al Signore per aver donato al-
la sua Chiesa questo esemplare discepolo di Cristo e fedele ministro
del popolo di Dio.
E proprio per questo siamo invitati
ad approfondire il messaggio che la
sua santa vita ci ha lasciato onde essere suoi veri devoti ed imitatori,
evitando, come dice il testo dell’Orientamento pastorale per il quadriennio 2013-17 di questo Santuario, «forme deleterie di devozionismo che, molto spesso, rendono
opaca o addirittura falsano l’esperienza spirituale» (n. 37).
Dobbiamo dunque capire l’esperienza della Croce che ha segnato
l’intera vita di Padre Pio e che sta al
centro della nostra fede.Così facendo, rimaniamo anche fedeli al tema
centrale del cammino pastorale di
questi anni:“Redenti dalla Croce
di Cristo”.
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I L C A R D I N A L E M E N T R E T I E N E L’ O M E L I A .
Nonostante che la Croce sia il segno
più diffuso e specifico della nostra fede in Cristo, non dobbiamo dimenticare che è stata ed è ancora «scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1Cor 1,23) [...].Non dobbiamo
nasconderci la difficoltà ad accettare
la Croce nella nostra vita. E ciò è reso ancora più evidente dal fatto che
spesso anche noi credenti possiamo
avere un’idea superficiale o addirittura inquinata del genuino significato
della croce di Cristo e del suo invito
a seguirlo sulla stessa via della Croce
[...]. Con Cristo infatti è cambiato il
significato dei sacrifici che il popolo
d’Israele offriva a Dio mediante l’immolazione di animali. Il sacrificio di
Cristo non è più il tentativo dell’umanità peccatrice di offrire vittime
a voler placare un Dio adirato che
esige giustizia. Come dice la Lettera
agli Ebrei questi sacrifici che venivano
offerti dal popolo eletto prima di
Cristo, non erano altro che la figura
della croce di Cristo perché «è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati» (Eb 10,4).La croce di Cristo, pur comportando sofferenza e morte,non è il prezzo che
Dio esige dall’umanità peccatrice per
essere riconciliata con Lui,ma al contrario, è segno dell’amore di un Dio
il quale prende l’iniziativa di riconciliare a sé l’umanità mandando il suo
Figlio nel mondo per condividere la
nostra condizione fino alla mor-
te e alla morte in Croce. [...] Tutto
ciò aveva ben capito Padre Pio fin
dalla fanciullezza, anche attraverso
grazie speciali che si sarebbero poi
moltiplicate nel resto della sua vita. Il
nostro Santo è stato conquistato
dall’amore di Cristo e ha riposto con
tutte le sue forze nella stretta logica
dell’amore che porta a voler imitare
e seguire la persona amata. La passione e croce di Cristo che hanno
segnato tutta la sua esperienza religiosa e lo stesso suo corpo,sono state e sono da interpretare alla luce
dell’amore e non come ricerca o piacere della sofferenza fine e a se stessa.[...] San Pio aveva capito bene l’intera dinamica della fede cristiana che
parte dal lasciarsi conquistare dall’amore di Dio per rispondere con
l’imitazione di Cristo che ne è stato
la piena manifestazione.Seguire Cristo per amore comporta accettare
la via della Croce, secondo le parole
di Gesù: «Se qualcuno vuol venire
dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23). Ma ciò è diverso sostanzialmente dal considerare le nostre sofferenze come volute da Dio
per meritarci il suo perdono; infatti, il
perdono dei nostri peccati è stato
meritato dall’unico e perfetto sacrificio di Cristo che ce lo dona gratuitamente ogni volta che ci pentiamo
e confessiamo i nostri peccati.La penitenza che accompagna il perdono
è il segno del nostro pentimento e
non il prezzo del perdono; con essa
ci purifichiamo dall’attaccamento al
male e intraprendiamo il cammino
faticoso del ritorno alla casa del Padre che non gode delle nostre sofferenze, le quali sono frutto del peccato. E qui possiamo comprendere
meglio l’apostolato di san Pio che ha
occupato tutta la sua vita:la celebrazione dell’Eucaristia ed il ministero
della misericordia nel sacramento
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CELEBRAZIONI
ED EVENTI
della penitenza. L’Eucaristia, che Cristo ha istituito la sera stessa dell’inizio della sua passione e che ha voluto
che si celebrasse in sua memoria, è il
“rendimento di grazie” che il popolo
dei redenti offre al Padre con Cristo
ed in Cristo rinnovando il sacrificio
redentivo,ma è anche il banchetto in
cui, attraverso il corpo ed il sangue
di Cristo, ogni fedele partecipa della
forza dell’amore che si è sacrificato
così da poterlo vivere e testimoniare
nella sua vita di sequela di Cristo.Per
questo l’Eucaristia è stata «la fonte
ed il culmine» (Lumen gentium,11) di
tutta la vita di Padre Pio in una celebrazione così intensa e partecipata
da attirare ed edificare le folle che
volevano parteciparvi. E sappiamo
quanto abbia sofferto il Santo, quando, per obbedienza, dovette privarsi
IL SANTO
HA DONATO
LA SUA VITA
PER PORTARE
ANIME A
CRISTO.
di questo apostolato, accusato falsamente di esibizionismo, mentre era
per lui occasione di pietà e di evangelizzazione. E nel sacramento della
penitenza Padre Pio consumò il resto del suo tempo, accogliendo i
peccatori e dirigendo i fedeli sulla via
della salvezza e della santificazione.
La testimonianza è unanime nel sottolineare come il nostro Santo riusciva, anche grazie a doni speciali, a
conoscere l’animo umano coniugando la misericordia con la verità di
una vera conversione del cuore dei
penitenti, sapendo dosare, come
buon padre,l’esortazione con il rimprovero al fine di aiutare ogni penitente ad amare e seguire il Signore
abbandonando ogni attaccamento
al male. Ed anche qui Padre Pio sperimentò la croce delle calunnie più
infami che portarono per un certo
periodo di tempo a dover privar-
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si anche di questo strumento del suo ministero sacerdotale.
Possiamo dire che, ad
imitazione di Cristo, Padre Pio ha speso tutta la
sua vita per la salvezza
delle anime senza risparmiarsi in nulla, nella
buona e nella cattiva salute fino alla vigilia della
sua morte. Per questa
sua totale e straordinaria assimilazione a Cristo nel dono di
sé egli ha avuto il privilegio straordinario dei segni della passione di Cristo nel suo corpo con la sofferenza
fisica ad essi collegata come pure
con la sofferenza delle incomprensioni e calunnie che gli sono state rivolte, quasi volesse farsene un vanto,
mentre, come sappiamo, chiese la
grazia che la sua partecipazione alla
passione di Cristo non fosse visibile, ma lo divenne per volontà divina.
Così come la stessa straordinaria
assimilazione a Cristo è stata accompagnata da altri segni soprannaturali
che aiutavano a sollevare i deboli dai
loro tormenti come faceva Cristo
coi suoi miracoli che manifestavano
la potenza della sua missione ed anticipavano la vittoria sul peccato e su
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ogni male che ne deriva. Ed è per lo
stesso scopo di dare speranza all’umanità afflitta che Padre Pio volle
fortemente la costruzione di un Ospedale,che chiamò significativamente “Casa Sollevo della Sofferenza”,
per rendere possibile a tutti le migliori cure, come ancora è evidente ai
nostri giorni. Ma tutte le sue energie
erano sorrette non tanto dalla fiducia nei mezzi umani, bensì dalla continua comunione con Dio nella preghiera che lo poneva in continua relazione con Dio.Per questo volle costruire i “Gruppi di Preghiera” perché fossero luogo di intensa esperienza di vita spirituale e di cristiana
testimonianza nella vita di ogni Chiesa locale, come ancora oggi avviene.
Da questi pochi tratti possiamo rica-
vare una rinnovata lezione per la
nostra vita di sequela di Cristo, aggiungendo alla doverosa venerazione a san Pio anche l’imitazione [...].
L’anno giubilare della misericordia,
che Papa Francesco dona alla Chiesa, e durante il quale il corpo del
Santo verrà portato a Roma, segno
della misericordia di Dio, è una grazia propizia per maturare nella nostra fede nell’amore di Dio misericordioso.Nella meditazione della Parola di Dio e nella pratica dei sacramenti,specialmente della penitenza e
dell’Eucaristia, abbiamo a disposizione gli stessi mezzi con cui Padre Pio
è diventato via della santità.La nostra
devozione al Santo che ci spinge a
venire anche in questo santuario sia
stimolo per rinnovare la nostra vita
di adesione a Cristo nella sua Chiesa.Accogliamo come se il Santo fosse ancora qui vivente tra di noi il suo
esempio e le sue parole per sentirci
confortati nelle nostre tribolazioni.
San Pio che ancora una volta ci ha
accolti numerosi, certamente, ci seguirà tutti anche al ritorno nelle nostre dimore per rimanere, come faceva qualche volta anche in modo
prodigioso in terra, accanto ai più
tribolati. Col suo esempio, la sua intercessione ci guidi sulla via della
salvezza per poterci avere accanto
a sé nella gloria di Dio.Amen.
EUCARISTIA E PENITENZA,
I C A P I S A L D I D E L S U O M I N I S T E RO.