Jan Antonín Koželuh (1738 - 1814) O salutaris Hostia Mottetto a Canto, Alto, Tenore, Basso Violinis doubus Cornis doubus e Organo con Violone partitura – riduzione – parti Opera inedita. Trascrizione e revisione: Daniel Prochazka, Paularo – La Mozartina anno 2013-2014 O salutaris Hostia è un celebre inno liturgico ed eucaristico cattolico, composto da San Tommaso d'Aquino per l'Ufficio, più precisamente per le Lodi Mattutine della festa del Corpus Domini. L'inno è ricavato dalle ultime due strofe dell'inno Verbum supernum prodiens, scritto dallo stesso santo per il medesimo ufficio di questa festa. Queste ultime due strofe vengono usate per la benedizione eucaristica e anche se quest'uso ha vasta diffusione non è prescritto dalle rubriche. Quindi può essere sostituito da un altro inno eucaristico conveniente (ad esempio dal Tantum ergo). Un altro utilizzo è in forma di mottetto alla Messa solenne, cantato subito dopo l'Offertorio. traduzione in italiano: O salvatrice vittima che schiudi ai cieli il viatico, ostili assalti premono, da tu forza ed ausilio! All'uno e trino Principe, che vita senza termine da a noi nella sua patria, sia sempiterna gloria. Il manoscritto del presente inno si trova custodito nel Archivio di Stato a Ceska Lipa (Boemia settentrionale), una copia digitale presso museo La Mozartina di Paularo. E’ formato da 14 fogli più copertina con la dicitura informativa sul brano: “O Salutaris Hostia 2 N.1 e N.2” a Canto, Alto, Tenore e Basso, Violinis duobus, Cornis duobus, e Organo con Violone, del Sig. Giovanni Ant. Kozeluch. In basso a destra leggiamo il nome del proprietario del manoscritto oppure del suo copista: Wolles Chensky (sotto in corsivo tedesco una sigla illeggibile) poi un altro nome: Matzek. Questo piccolo ma deliziosissimo lavoro del grande compositore praghese si potrebbe collocare negli anni della pima fase del suo impiego presso la cappella della Cattedrale metropolitana di San Vito verso il 1784. La composizione non presenta particolari difficoltà, sia per il coro sia per l’orchestra, da punto di vista tecnico, per questo è opportuno non sottovalutarne l’esecuzione e concentrarsi di rispettare maggiormente la dinamica ed interpretarlo con precisione e religioso sentimento. Il qui presente mottetto “O salutaris..” è un opera inedita. Durante le fasi di trascrizione sono state incluse alcune modifiche - aggiunte: 1) Nel fascicolo mancava la parte del soprano perciò questa necessitava di essere ricostruita, penso, con massima fedeltà, basandomi sulle altre 3 voci (contralto, tenore e basso) per riferimento armonico-ritmico. Per la guida melodica invece, è servito maggiore la parte del violino I. 2) Inserimento dei “Ad Libitum” oboe e timpani. In caso fossero presenti anche questi strumenti nell’orchestra possono essere inclusi in quanto era nella prassi abituale del 18. secolo in Boemia e anche in Austria l’uso dei timpani (chiamati anche “Kotle” – pentole). I timpani furono in quasi tutte le chiese posizionati perennemente in cantoria. L’oboe invece è lo strumento che contraddistingue la musica che in qualche modo è ancora legata al barocco, ho pensato che gli oboi possano in alcuni punti rinforzare la linea melodica dei violini e così dare un colore in più al brano. 3) Il rigo musicale della destra nell’organo è servito per la realizzazione della riduzione, utile per una possibile esecuzione senza l’orchestra (coro e organo, clavicembalo o pianoforte) le figure sono in piccolo (60). In corrispondenza del basso numerato le figure sono in scala normale (100). Johann Antonin Kozeluch, nato Jan Evangelista Antonín Tomáš Koželuh', noto anche sotto il cognome di Koscheluch (Velvary, 14 dicembre 1738 – Praga, 3 febbraio 1814), è stato un importante compositore dell’epoca classica, maestro di cappella e insegnante di musica ceco, cugino del più celebre Leopold Kozeluch. Studiò drapprima musica nella scuola del paese natale, poi come corista al collegio dei Gesuiti di Březnice e infine a sotto la guida di Josef Seger a Praga. Successivamente fu attivo per un breve periodo come Kapellmester (maestro di cappella) a Rakovník e sino al marzo del 1762 come cantore a Velvary. Tra il 1763 e il 1766 soggiornò a Vienna, dove studio composizione con Christoph Willibald Gluck e Florian Leopold Gassmann e recitativo con Johann Adolf Hasse. Al suo rientro a Praga divenne subito un rinomato insegnante di musica e in seguito fu Kapellmester della chiesa di San Francesco (St. František). Dopo la morte di Franz Xaver Brixi, avvenuta nel 1771, presentò istanza per il posto di cappellae magister della cattedrale di Praga, però senza successo. Riuscì ad ottennere questa carica parecchi anni più tardi, il 2 marzo 1784, quando fu designato successore di Anton Laube; terrà tale posizione sino alla morte. Tra i suoi allievi si ricordano in particolare Václav Praupner, Joseph Karl Ambrosch e il cugino Leopold Kozeluch; insegnò inoltre composizione ai suoi figli Wenzel Franz (1784-?) e Vinzenz Emanuel (1780-1839) e a sua famiglia Barbara, la quale fu una cantante e pianista. Johann Anton Kozeluch fu uno dei più importanti compositori boemi della seconda metà del XVIII secolo. La sua musica venne molto apprezzato dai contemporanei, tant'è che venne eseguita anche durante il XIX secolo. In vita venne soprannominato il magistrale contrappuntista, dato che era solito impiegare forme polifoniche nei suoi lavori sacri, scritti principalmente nel primo e tardo periodo della sua attività compositiva, nei quali ridusse il ruolo delle parti vocali solistiche e virtuose per dar spazio all'espressione armonica e contrappuntistica. Nel periodo intermedio invece prevalse l'ambito operistico: egli fu dopo Josef Mysliveček, il secondo compositore ceco a rappresentare propri lavori operistici a Praga. Le sue opere seguono i canoni dell'opera seria tipici dei lavori di Niccolò Jommelli, ossia la alternanza tra recitativi e arie (nella ridotta forma dell'aria da capo). Impiegò inoltre i recitativi accompagnati (ad es. nel suo Demofoonte) composizioni: J. Kozeluh: Secondo un’immagine dell’epoca elaborò Josef Mukarovsky. Alessandro nell'Indie (opera seria, libretto di Pietro Metastasio, 1769, Praga) Il Demofoonte (opera seria, libretto di Pietro Metastasio, 1771, Praga) La morte d'Abel (oratorio pasquale, libretto di Pietro Metastasio, 1776, Praga) Gioas re di Giuda (oratorio pasquale, libretto di Pietro Metastasio, 1777, Praga) 400 ca. lavori sacri, dei quali: o45 ca. messe o98 offertori o90 graduali o60 arie o30 mottetti o10 Te Deum o5 requiem o2 litanie 4 sinfonie 2 concerti per fagotto Concerto per oboe Concerto per clarinetto E molte altre composizioni. Litografia, Praga - Cattedrale S. Vito Jan Evangelista Antonin Koželuh (*14. prosince 1738 +3. února 1814) Začátkem března 1784 se stává kapelníkem metropolitního chrámu sv. Víta v Praze. Jeho bratranec Leopold Koželuh byl dvorním skladatelem a kapelníkem po W. A. Mozartovi ve Vídni. Narodil se ve Velvarech nedaleko Prahy v dalším známém hudebnickém rodu a vystudoval původně na jezuitské škole v Březnici. Poté působil jako školní učitel ve Velvarech. Nakonec kolem roku 1760 odchází studovat do Prahy techniku polyfonní skladby, ke slavnému českému kontrapunktikovi J. F. N. Segerovi (1716 - 1782). Zpočátku se živí zpěvem jako basista, ale má vyšší cíle. Je učitelem zpěvu a chce být skladatelem. Praha prožívá v té době době rozkvět opery. Operu řídí v Praze Giovanni Batista Locatelli. Koželuh chce psát operu, ale nenalézá v Praze skladatele, který by jej v kompozici opery vyškolil. Podniká tedy studijní cestu do Vídně (1763 - 66) a studuje kompozici u Glucka, Gassmanna a Hasseho. O tom všem nás informuje Jan Bohumír Dlabač (1758 1820), premonstrátský archivář na Strahově v Praze ve svém "Lexikonu". Koželuh se stává vyznavačem neapolské školy. Po návratu do Prahy komponuje operu "Allessandro nell´Indie" (premiéra 1769). a operu "Demofoonte" (premiéra 1772). Jako jediný z našich skladatelů s nimi proniká do Stavovského divadla. Opery jsou zaměřeny sólisticky, protože neapolská opera nepřeje ansámblovým scénám. V té době je křižovnickým regenschorim až do začátku března 1784, kdy odchází na kapelnické místo katedrály sv. Víta v Praze. To už komponuje jenom duchovní díla. Osobnost Jana Ev. Antonína Koželuha je důkazem technické zdatnosti českých skladatelů 18. století a začátku 19. století. Nezůstávali v ničem pozadu ve srovnání s vynikajícími světovými skladateli své doby. Pravděpodobně jeho nejstarší dochovanou skladbou je osmihlasá fuga pro smíšený dvojsbor s průvodem dvou houslí, dvou viol a varhan (basso cont.) z roku 1765. Nejhodnotnější je ale jeho "Messa in D" z roku 1804. Jedna z nejkrásnějších mší hudební literatury vůbec. Když ji Koželuh komponoval, bylo mu 66 let a vložil do ní ze své osobnosti to nejlepší. V jejím Gloria je např. rozsáhlá dvojitá fuga, kterou dokáže Koželuh přerušit romantickou melodií. Je rovněž autorem "Litanií de Beata", která si opsal i Karel Blažej Kopřiva. Známá je nahrávka jeho "Missa pastoralis in D" a občas se hraje fagotový koncert, který vyšel tiskem. Je doloženo, že Koželuhovy skladby se provozovaly po celých Čechách. Několik je jich nezvěstných (např. Oratorium "Smrt Abelova"). Některé mají sporné autorství, pravděpodobně jejich autorem je bratranec Leopold Koželuh. Jan Ev. Antonín Koželuh komponoval převážně duchovní hudbu (kromě dvou zmíněných oper), protože tento obor mu byl nejbližší. V hudbě byl progresivní, protože dokázal vstřebat nové proudy v tehdejším hudebním vývoji. Byl vychován ve vrcholném baroku (mistrovsky ovládal formu vokální fugy), prožil klasicismus a dostal se až k ranému romantismu. Nel 1946 il musicologo, compositore e critico, prof. Rudolf Fikrle (Merklin 17.4. 1909 - 26.12.1969 Praha) ha scritto un piccolo, ma interessantissimo saggio, per ora l’unica fonte, su Jan Ev. Ant. Kozeluh: Jan Ev. Ant. Kozeluh “Il Contributo alla storia della musica Ceca del 18 secolo” (Zivot, dilo a osobnost svatovitskeho kapelnika – La vita, l’opera e la personalità del maestro di cappella della cattedrale di S. Vito)