ISTITUTO TECNICO STATALE PER GEOMETRI "A. RIGHI" DISTRETTO SCOLASTICO N°30 Via trabocchetto II tronco- 89126 REGGIO CAL. Telefono: 0965-25800 Fax: 0965-897098 E-MAIL: [email protected] M CF 80010790808 PROGETTO MULTIDISCIPLINARE V^ A DISEGNO E PROGETTAZIONE - COSTRUZIONI - ESTIMO - IMPIANTI PROGETTAZIONE DEL VERDE Prof. Paola Nasti Studente: Andrea Vilasi Intervento di ristrutturazione e riqualificazione urbana in Reggio Calabria – Largo Annunziata RECUPERO DI UN’AREA DESTINATA A VERDE ATTREZZATO PREMESSA Il progetto interdisciplinare con cui la classe 5A dell’ITG “A.Righi” ha dovuto misurarsi quest’anno ha avuto come oggetto sia la ristrutturazione di un fabbricato che la riqualificazione di un verde urbano attrezzato, entrambi ubicati fra la Via Argine Destro del Torrente Annunziata e Via Boccioni, (vicinanze Piazzale della libertà). L’attenzione di questa trattazione sarà focalizzata esclusivamente sulla seconda parte del progetto. La realizzazione dell’intervento di riqualificazione del verde urbano ha cercato di svilupparsi parallelamente al tema in base al quale verrà riprogettato anche il fabbricato adiacente: l’interculturalità. A tale proposito si è ritenuto opportuno focalizzare l’attenzione sul bacino idrico, ma soprattutto culturale, all’interno del quale la nostra Reggio Calabria è collocata: il Mediterraneo. Questo mare, per secoli profondo punto di incontro delle più variegate etnie, è stato oltretutto scenario dello sviluppo di un’arte che risulta essere fra le più antiche mai inventate: l’arte del giardino. Il progetto ha analizzato le varie manifestazioni di quest’arte nel corso della storia e le riproposte, rielaborate e modernizzate, con grandi risultati estetici, come vedremo più avanti. IMPORTANZA DEL GIARDINO NEL CONTESTO CITTADINO Per apprezzare quale possa essere la reale importanza di un’area verde in un contesto come quello di Reggio Calabria, è bene volgere uno sguardo al passato. La storia della nostra città mostra negli anni ‘70 ha uno scenario urbanisticamente catastrofico, in cui l’abusivismo edilizio raggiungeva il suo apice. Ogni zona libera veniva sfruttata (e non solo allora) per collocare imponenti “mostri edilizi” che hanno reso la nostra città del tutto priva di una razionale utilizzazione delle aree, inclusa la disposizione del verde pubblico (quasi del tutto inesistente o comunque disorganizzato). Questo deficit, accostato forse alla mancanza di una pianificazione urbanistica efficiente ha reso la nostra città totalmente “schiava”. Volgendo invece uno sguardo ad oggi, potremmo definire la nostra Reggio come una sorta di “metropoli”, dall’alto dei suoi 187.000 abitanti. Ma come in tutte le metropoli, si è probabilmente perso quel legame che l’uomo ha instaurato con la natura fin dall’origine dei tempi, e di cui l’uomo ha necessariamente bisogno per vivere con serenità. Occorre allora riprendere questa mentalità del “sano verde” e ricostruire nuovi punti di contatto con il mondo naturale, che forse gran parte dei reggini hanno perso o addirittura mai avuto. L’importanza di un’area verde all’interno di una città è naturalmente connessa anche con degli aspetti ambientali e turistici. Ambientali in quanto la presenza della vegetazione porterebbe a una naturale pulizia dell’aria, oggi troppo avvelenata dai gas di scarico da far dimenticare il sapore del “buon ossigeno”. Turistica in quanto non occorre dimenticare che il giardino, essendo pur sempre un’arte, è dotato una notevole importanza estetica e se progettato opportunamente e collocato nelle giuste aree, finirebbe col valorizzare la bellezza della nostra città, con grandi rilanci positivi sul fronte del turismo. SCHEMA GENERALE DI DISPOSIZIONE DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI GIARDINO ALL’INTERNO DELL’AREA VERDE GIARDINO BAROCCO GIARDINO ROCCIOSO GIARDINO ARABO GIARDINO MEDIOEVALE “ORTUS CONCLUSUS” PERGOLATO “OMBRACULA” PRESENTAZIONE DEI DIVERSI SPAZI DEL GIARDINO E ANALISI DELLE ESSENZE UTILIZZATE PERGOLATO “UMBRACULA” Il pergolato in legno costituirà l’ingresso del giardino; l’attributo “umbracula”è volto a manifestare il clima ombroso che il pergolato dovrà ricreare. L’ombra, già in parte conferita al passaggio dalla presenza di una fitta intelaiatura di travicelli, sarà rafforzata attraverso la rosa canina (arbusto che solitamente cresce in modo spontaneo ai margini dei boschi), che sarà utilizzata come elemento rampicante del pergolato. I suoi fiori di un bianco lucente e le sue bacche di colore rossiccio consentiranno di dare un tocco di vivacità all’ambiente. Nello spazio fra una colonna e l’altra saranno invece collocati degli esemplari di lavanda: i fiori di quest’arbusto, di una bellezza esemplare, rilasciano profumi intensi che contribuiranno a riconciliarsi con il clima ombroso e rilassante di cui l’ingresso del giardino è caratterizzato. Altro tipo di vegetazione presente, ma in quantità nettamente minore, sarà il bosso, con una sorta di “anello di siepi” attorno a ciascuna colonna in legno del pergolato. GIARDINO MEDIOEVALE “HORTUS CONCLUSUS” AGRUMI DELLA TRADIZIONE CALABRESE Il giardino in oggetto è il risultato dell’incontro di tematiche del tutto differenti che, ognuna a suo modo, hanno lasciato un’impronta sull’esito finale dell’opera. L’ “hortus conclusus” rappresenta il tipico giardino dei monasteri medioevali, delimitato da alte mura perimetrali che hanno lo scopo di ricreare un ambiente appunto “chiuso”, per favorire la meditazione e il silenzio. La scelta di riprendere questa modalità di giardino anche nel nostro progetto evidenzia la volontà dell’opera di porsi come isolamento rispetto alla frenesia del mondo cittadino, e dunque come un luogo di tranquillità in cui la persona possa esplorare la propria interiorità. Altra fonte di ispirazione è stata un giardino dalla rara bellezza, quello del Patio de los Naranjos nella Cattedrale di Siviglia, costituito da filari regolari di alberi che ricreano un clima ombroso quasi surreale. Infine, la scelta delle piante da collocare all’interno di questo giardino, si è incontrata con la volontà di esaltare la tradizione calabrese e allo stesso tempo rimanere all’interno della tematica del Mediterraneo. A questo proposito gli agrumi sono stati in grado di conciliare entrambe le esigenze. Trova spicco fra tutti all’interno del giardino il bergamotto, agrume che per eccellenza riesce a concretizzare l’orgoglio per la nostra terra in quanto solo in Calabria, e in particolar modo solo nella provincia di Reggio, vi sono le condizioni climatiche affinché l’essenza contenuta nella buccia del frutto raggiunga la sua massima qualità. Ampio spazio è inoltre dato a tanti altri agrumi quali l’arancia dolce, il limone, il cedro, il mandarancio, il kumquat, il chinotto. Bergamotto - Citrus bergamia Risso Generalità La presenza del Bergamotto in Calabria sarebbe stata accertata tra il XIV ed il XVI sec., ed il primo "bergamotteto" sarebbe stato impiantato intorno al 1750. Deriva probabilmente da un incrocio fra arancio amaro e limetta acida anche se non manca chi lo ritiene una specie vera e propria denominandola Citrus bergamia Risso (di origine cinese). La Calabria è il maggior produttore mondiale di bergamotto. Il 90% della produzione totale arriva, infatti, da questa regione. Gli oli essenziali di bergamotto, in virtù della loro straordinaria fragranza, sono impiegati nella produzione industriale di profumi, dolci e liquori. Questa essenza, grazie alla sua freschezza, rappresenta l'elemento di base per la produzione di numerose acque di colonia e cosmetici. Si presenta come un albero di modesto vigore, con habitus vegetativo variabile e con rami nei quali raramente si riscontrano spine rudimentali all'ascella della foglia. I fiori, numerosi e bianchi, odoratissimi, con cinque petali, possono essere sia ascellari che terminali, per lo piu' riuniti in gruppi e sono ermafroditi. Il frutto e' simile a un’arancia, ma di colore dal verde al giallo, secondo la maturazione, ha buccia sottile e liscia e un peso che va dagli 80 ai 200 grammi. La buccia risulta molto ricca di olii essenziali. La polpa, suddivisa in 12-15 spicchi, fornisce un succo molto acido e amarognolo. I semi, in numero limitato, sono monoembrionici. Varietà Si coltivano tre varietà: Femminello, a rami esili e frutti lisci, Castagnaro, più vigoroso, con frutti meno sferici, un po’ rugosi, e Fantastico (circa il 75% della produzione riguarda questa varietà). Produzioni Il bergamotto è coltivato nella zona di Roccella Jonica e Gioiosa Jonica e nei dintorni di Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Capo Spartivento (Bova e Melito Porto Salvo) e in gran parte delle località del Basso Ionio-Reggino. L'olio essenziale di bergamotto è indispensabile nell'industria profumiera dove viene utilizzato non solo per fissare il bouquet aromatico dei profumi, ma anche per armonizzare le altre essenze contenute esaltando le note di freschezza e fragranza. L'essenza è anche usata nell'industria farmaceutica (per il suo potere antisettico e antibatterico, in odontoiatria, ginecologia, ecc.) e nell'industria alimentare e dolciaria come aromatizzante di liquori, dolci e bevande. Nel 2001 ha ottenuto il riconoscimento DOP (vedere scheda). Il Consorzio del bergamotto di Reggio Calabria riunisce oggi la maggior parte dei produttori: si occupa di promozione, tutela e valorizzazione del bergamotto di Calabria. Mandarini Con il termine Mandarini viene designato un gruppo eterogeneo di agrumi di grande importanza economica (a livello mondiale, seconda solo all'arancio). Diverse sono le scuole di pensiero riguardo alla loro classificazione botanica. Mandarancio (Citrus reticulata - Citrus clementina) Le origini del Mandarancio sono incerte: secondo alcuni studiosi è una specie molto antica originaria della Cina e più in generale dell'Estremo Oriente; altri la ritengono un ibrido tra il mandarino e l'arancio (dolce o amaro), altri ancora un ibrido tra mandarino e chinotto. Piccolo albero, a volte con rami spinosi, con chioma arrotondata, simmetrica e aperta. Le foglie sono lanceolate, verde vivo, con picciolo leggermente alato. I fiori sono singoli o riuniti in piccole infiorescenze, molto profumati. I frutti arancioni, hanno una buccia arancione facile da togliere e una polpa dolce, ricca di succo, con semi piccoli e appuntiti (oggi sono molte le varietà apirene). Numerose le varietà, dal gruppo delle classiche clementine (nome che deriva da quello del frate missionario, Clemente Rodier, che le coltivò in Algeria) a quello delle Satsuma, ottenute in Giappone più di quattro secoli fa. La loro maturazione è più precoce rispetto ai mandarini e sono più resistenti al freddo. Le varietà più note di clementine sono la Monreal, Di Nules, Oroval e Tardivo. Si innesta su franco della stessa specie o di specie simili, ma si utilizza anche il Mandarino Cleopatra (Citrus reshni). Non maturando dopo la raccolta, devono essere colti allo stadio di maturazione desiderato. Kumquat - Fortunella Kumquat rotondo - Fortunella japonica (Thumb.) Swing Il Kumquat rotondo (Fortunella japonica) è un agrume probabilmente originario del Giappone. Molto simile alla Fortunella margarita (Kumquat ovale) ma con foglie più piccole, più chiare e con venature marcata, e con frutti di forma tondeggiante. Esiste anche una varietà variegata chiamata Sun Stripe. Kumquat ovale - Fortunella margarita (Lour.) Swing Il Kumquat ovale (Fortunella margarita), di origini molto antiche, proviene dalla Cina meridionale. Forma piccole piante cespugliose e compatte, con rami un po' spinosi. Le foglie sono lanceolate, verde scuro lucido sopra e più chiare sotto. I fiori, che compaiono soprattutto in estate, sono singoli o riuniti in piccole infiorescenze. I frutti sono piccoli, ovali e con una buccia arancione, liscia e ricca di olii essenziali; la polpa è acidula. I frutti si mangiano interi. Hong Kong Kumquat - Fortunella hindsi Il Hong Kong Kumquat (Fortunella hindsi) è originario della Cina. E' una piccola pianta con rametti spinosi. Le foglie, rastremate ad ambedue le estremità, sono ovato-ellittiche, verde scuro lucido sopra e più chiare sotto. I piccioli sono alati, quasi a fondersi con la lamina. I fiori, singoli, bianchi, non si aprono mai completamente. I piccoli frutti (1,5 cm di diametro) sono globosi e con buccia rancio, liscia. Tecniche di coltivazione I Kumquat vengono coltivati per la produzione dei frutti utilizzati allo stato fresco o dall'industria dei canditi o a scopo ornamentale (per la lunga persistenza dei frutti). Hanno una buona resistenza al freddo. Cedro - Citrus medica Generalità Il Cedro (Citrus medica) sembra sia originario dell'India e della Birmania. Di questo agrume si hanno antichissime testimonianze. Dalla Persia è arrivato nei Paesi Mediterranei e, probabilmente nel III secolo a.C., in Italia. Forma arbusti o piccoli alberi, alti fino a 8 metri, con rami spinosi e portamento irregolare. Le foglie, ovali-oblunghe, con margine dentato, medio-grandi, sono rossicce appena emesse e poi verde scuro. I fiori sono grandi e in boccio rosso-violacei. Quando si aprono hanno interno bianco ed esterno soffuso di viola. Riuniti in racemi all'apice dei rami, possono essere ermafroditi o maschili per aborto del gineceo. Ha fioritura continua, con flussi principali in primavera e autunno. I frutti sono grandi, oblunghi od ovali, a superficie liscia o rugosa e piena di protuberanze. con epicarpo spesso e polpa suddivisa in 5-12 segmenti che contengono numerosi semi monoembrionici. La maggiore importanza economica del cedro deriva dalla scorza che viene utilizzata per la preparazione di canditi, acqua e sciroppo di cedro e per l'estrazione di olii essenziali. Con il succo si preparano bibite. In medicina si utilizza per la preparazione di infusi. Non molto resistente alle basse temperature, d'inverno il cedro si può defogliare per poi riprendere l'attività vegetativa in primavera. Varietà Le cultivar sono divise in due gruppi: cedri acidi e cedri dolci. Le prime, come la specie tipica, hanno fiori e germogli rosso-violocei e polpa acida; le seconde hanno fiori bianchi e polpa più dolce. Tra i cedri acidi ricordiamo la Diamante (o Liscia), la Etrog e la Mano di Budda (con frutti ornamentali privi di polpa); tra le cultivar dei cedri dolci ricordiamo la Corsican e la Salò. Una certa importanza hanno assunto i cosiddetti limoni cedrati, che possono essere considerati come degli ibridi fra limoni e cedri, producenti frutti che ricordano il cedro per la pezzatura e lo spessore della buccia, abbastanza idonea alla candidatura, mentre simile al limone è l'aspetto della pianta, che risulta meno esigente del cedro per quanto riguarda la temperatura. Arancio dolce - Citrus sinensis (L.) Osbeck. Generalità L'Arancio dolce (Citrus sinensis (L.) Osbeck.) è l'agrume più coltivato nel mondo. E' originario del Vietnam, dell'India e della Cina meridionale. Gli alberi hanno una chioma compatta, simmetrica e rotondeggiante e possono raggiungere gli 8-10 metri di altezza. I rametti, su alcune cultivar, possono essere spinosi. Le foglie, ovate, lucide e cuoiose, presentano un picciolo leggermente alato. I fiori (zagare) sono bianchi e profumati; possono essere singoli o riuniti in gruppi fino a sei per infiorescenza. La fioritura è primaverile, mentre i frutti arrivano a maturazione nell'autunno o nell'inverno successivo; in alcuni casi i frutti dell'anno precedente possono essere ancora sulla pianta durante la fioritura successiva. I frutti dell'arancio dolce non maturano dopo la raccolta: vanno quindi lasciati sulla pianta fino al grado di maturazione desiderato. Nelle zone tropicali i frutti rimangono verdi, e per far assumere loro la colorazione arancione vengono trattati con etilene, un gas che è anche un ormone che interviene nella loro maturazione. Resiste abbastanza bene alla siccità, ma richiede irrigazioni abbondanti per la massima produzione. Si innesta su arancio amaro, limone volkameriano e arancio trifogliato (specie per le piante in vaso e nelle zone con basse temperature invernali). Varietà Le varietà di arancio dolce possono essere classificate in base a vari parametri: - epoca di maturazione: da quelle precocissime (maturano fino a metà novembre; es. Navelina, Skaggs Bonanza), a quelle molto tardive (maturano fino a tutto maggio e oltre; es. Valencia Late); - colorazione interna dei frutti: a polpa bionda (es. Ovale, Valencia Late, Belladonna) o pigmentata (es. Moro, Tarocco, Sanguinello, Sanguinello Moscato); - contenuto in acidi; - presenza dell'ombelico o navel: la presenza dell'ombelico è dovuta ad un fenomeno di sincarpia cioè dalla formazione di un secondo frutto, derivante da un secondo verticillo di carpelli; es. Washington Navel, Navelina, Thompson, Navelate, Golden Buckeye. Limone - Citrus limon (L.) Burm. Generalità Il Limone (Citrus limon (L.) Burm.) è originario dell'India e dell'Indocina. Secondo alcuni studiosi è un ibrido naturale tra il cedro (Citrus medica) e il lime (Citrus aurantifolia). L'albero del limone (alto fino a 6 metri) ha un portamento aperto ed i rami a frutto sono procombenti; i rami sono normalmente spinosi. Le foglie sono alterne, rossastre da giovani e poi verde scuro sopra e più chiare sotto, generalmente ellittiche.; il picciolo è leggermente alato. I fiori, dolcemente profumati, possono essere solitari o in coppie, all'ascella delle foglie; in condizioni climatiche favorevoli sono prodotti praticamente tutto l'anno. Il bordo dei petali è violetto. I frutti sono ovali oppure oblunghi, con apici appuntiti: Normalmente la buccia è gialla, ma ci sono varietà variegate di verde o di bianco: ricca di olii essenziali, può essere più o meno sottile: la polpa è divisa in otto-dieci spicchi; generalmente è molto aspra e succosa: molte varietà sono prive di semi. Il limone è una specie rifiorente. I flussi principali di fioritura sono in primavera, con la produzione dei limoni invernali, e in settembre, da cui derivano i cosiddetti verdelli (che maturano nell'estate seguente). Per favorire la produzione di questi ultimi, che ottengono prezzi migliori sul mercato, si utilizzano tecniche particolari come l'interruzione delle irrigazioni per un certo periodo. Il limone è piuttosto sensibile al freddo e si defoglia completamente con temperature di -4/-5°C, mentre temperature inferiori possono danneggare anche il legno; i fiori e i frutti, invece, sopportano valori fino a 2°C. D'altra parte, non ha invece bisogno di temperature estive molto elevate per la maturazione dei frutti. Le piante sono sensibili anche al vento (frangivento). In periodi prolungati di siccità è necessaria l'irrigazione. Cresce bene anche in terreni poveri e il pH ottimale è intorno a 5,5-6,5°C. Si innesta su diversi portinnesti, dal franco al limone volkameriano fino all'alemow, al mandarino cleopatra e all'arancio amaro, incompatibile però con alcune varietà come la "Monachello". A differenza di altri agrumi, i limoni possono maturare anche una volta staccati dalla pianta. Spesso vengono staccati, manipolati e spediti ancora verdi - protetti da un trattamento fungicida e da un'inceratura - quindi trattati in seguito per farli maturare: per questo motivo non è consigliabile utilizzare le bucce dei frutti, a meno che non provengano da colture biologiche. Varietà Le cultivar di limone di maggior interesse sono sia italiane che straniere: - cultivar italiane: Femminello Comune, Monachello, Interdonato, Femminello Zagara Bianca, Femminello Siracusano, Femminello Apireno Continella; - cultivar straniere: Eureka, Lisbon, Verna o Berna, Mesero, Gallego, Genoa, Karystini. Chinotto - Citrus myrtifolia Raf. Generalità Il Chinotto (Citrus myrtifolia Raf.) è un agrume originario della Cina meridionale (da cui deriva il nome comune). E' presente in Europa da molti secoli. Secondo alcuni studiosi è considerato una mutazione gemmaria del Citrus aurantium. In Italia viene coltivato esclusivamente nella Riviera Ligure di Ponente. E' un piccolo albero (fino a tre metri di altezza), compatto, con lenta crescita e privo di spine. Le foglie ricordano quelle del Mirto (da cui il nome scientifico) e sono piccole, ellittiche, appuntite, cuoiose e color verde lucente. I fiori sono piccoli, bianchi, molto profumati, solitari o riuniti in gruppi e in posizione ascellare o terminale. I frutti hanno modeste dimensioni, schiacciati alle due estremità e, maturi, sono di color arancio intenso. La polpa è amara e acida e suddivisa in 8-10 segmenti. I frutti sono utilizzati per produrre canditi, liquori, marmellate, mostarde e la classica bibita. Viene innestato soprattutto su arancio amaro.. si presta molto bene alla coltivazione in vaso. Varietà La cultivar più conosciuta è il Chinotto Piccolo, usata anche a scopo ornamentale. Altre varietà sono il Chinotto Grande, il Chinotto Crispifolia e il Chinotto a foglie di bosso. GIARDINO BAROCCO Il giardino barocco si sviluppa in Italia e in Francia in un secolo, il 600, che è caratterizzato da una nuova concezione dell’universo portata avanti dalle nuove ricerche scientifiche. In tale rinnovato contesto culturale, l’arte risente della nuova concezione dell’universo ed assume, nelle sue manifestazioni, connotazioni di dinamismo, esuberanza e complessità. Questi elementi si concretizzano nell’impiego di grandi curve, di tracciati ad ampio respiro,in nuove visuali ed effetti prospettici. In tutti gli elementi che compongono il giardino si smussano gli angoli, si evitano forme geometriche nette e si preferiscono linee incerte tendenti a dissolversi. Particolare applicazione troveranno in Francia sotto il regno di Re Sole i cosiddetti “parterre de broderie”, ovvero ampie composizioni piane di aiuole a disegni geometrici, dall'elaborata decorazione a motivi complessi, composti con bosso, erba, ghiaie colorate e fiori. Quasi sempre nelle immediate adiacenze del palazzo o del castello, i parterre erano da ammirare, quasi fossero preziosi tappeti, dalle finestre dei piani nobili. In Italia invece, si vedrà in questo periodo riprendere il tema medioevale del labirinto. In realtà esso può già essere riscontrato verso la metà del secolo precedente soprattutto nei cortili delle ville dove, oltre ad essere elemento ornamentale, assume i puri caratteri del gioco. È così che in Europa nasce a partire dalla metà del ‘500 l’abitudine di ornare i cortili con dedali di eccellente fattura che non erano altro che un singolare passatempo per i proprietari e che ora sono un patrimonio artistico e culturale unico al mondo. Il labirinto ha, tra le sue caratteristiche fondamentali la perfetta geometria delle forme tra le quali si predilige il cerchio, considerata la figura perfetta, e l’ellisse. I precetti del giardino barocco, riassunti nel precedente riferimento storico, sono stati concretizzati nella parte centrale dell’area verde; è stato ritenuto infatti essenziale dare un omaggio a uno dei movimenti artistici che nel giardino ha trovato una delle sue migliori espressioni. Per quanto riguarda il parterre de broderie francese, sarà realizzata una decorazione in siepe di bassa altezza secondo il modello del giardino del Palazzo Reale di Gamla Stan a Stoccolma. Il giardino barocco italiano sarà invece rappresentato tramite un labirinto composto da una parte a contorno rettangolare e da un’altra che si svilupperà su cerchi concentrici. E’ stato possibile realizzare queste due manifestazioni di arte topiaria grazie a un arbusto adatto a questo utilizzo: il bosso. Caratterizzato da una fitta massa di piccole foglioline ovoidali di colore verdi, il bosso è stato anche sfruttato per la realizzazione di due arcate interamente realizzate in siepe che sono collocate agli ingressi del giardino barocco, e che fungono da elementi di raccordo con gli altri spazi. Trovando la sua principale espressione nell’arte topiaria, il giardino barocco generalmente non è caratterizzato dalla presenza di alberi ad alto fusto (ad eccezione dei cipressi). Per tale motivo, un’area così ampia, necessitava la scelta di alcuni alberi sotto i quali posizionare all’ombra delle panchine per potersi rilassare. Il corbezzolo si è rivelato in proposito un’ottima scelta: aderente alla tematica del Mediterraneo, quest’albero sempreverde presenta una chioma molto ramificata, sulla quale risaltano le piccole bacche sferiche di colore rosso.