PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE DALLE ESPOSIZIONI A

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI
CATANIA
REGIONE SICILIANA
Assessorato Regionale dell'Istruzione
e della Formazione Professionale
Dipartimento Regionale dell'Istruzione
e della Formazione Professionale
Unione Europea
Fondo Sociale Europeo
Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali
SICILIA
FONDO SOCIALE EUROPEO
PROGRAMMA OPERATIVO 2007-2013
"Investiamo per il vostro futuro"
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA
FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
DIPARTIMENTO DI FISICA ED ASTRONOMIA
Master Universitario di II livello in
MONITORAGGIO DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI
E RISCHIO AMBIENTALE
PROGETTO CIP n. 2007.IT.051.PO.003/IV/12/F/9.2.14/1368 - CUP n. E65C10000850009
Direttore: Prof. Antonio Triglia
PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE DALLE ESPOSIZIONI
A CAMPI ELETTROMAGNETICI GENERATI A FREQUENZE
COMPRESE TRA I 100KHZ E 300GHZ. VALUTAZIONE
PREVENTIVA DI PROGETTI PER IMPIANTI RADIOELETTRICI
CARMELO ANTONINO SALINARO
Tutor:
Dott.ssa C. Reitano
A.R.P.A. Catania
Prof.ssa G. Immè
Università degli Studi di Catania
A.A. 2010-2011
Catania - luglio 2012
INDICE
INDICE
ELENCO DELLE FIGURE
ELENCO DELLE TABELLE
SOMMARIO
RINGRAZIAMENTI
vi
vii
viii
ix
1. CAPITOLO 1
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE AMBIENTE
(A.R.P.A)
1.1. Istituzione delle Agenzie Regionali Protezione Ambiente (A.R.P.A) 1
1.2. A.R.P.A Sicilia................................................................................ 1
1.3. Attività di controllo dell’A.R.P.A Sicilia nel campo delle radiazioni
non Ionizzanti ........................................................................................ 2
2. CAPITOLO 2
GENERALITÀ SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI
2.1 Introduzione ..................................................................................... 7
2.2. Il campo elettrico ............................................................................ 7
2.3. Il campo magnetico ......................................................................... 7
2.4. Il campo elettromagnetico e le sue proprietà .................................... 8
2.5 Calcolo del campo magnetico e del campo elettrico.........................10
3 CAPITOLO 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
3.1. Introduzione .................................................................................13
3.2 Effetti biologici dei campi elettromagnetici ...................................15
3.3. Effetti sulla salute dei campi elettromagnetici a radiofrequenze ......15
3.4 La risposta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità ....................17
iii
INDICE
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
4.1. Introduzione ................................................................................ 19
4.2 La normativa nazionale
4.2.1 Evoluzione della normativa sui campi elettromagnetici ................ 19
4.2.2 Il D.P.C.M. 8 luglio 2003 ............................................................ 21
4.2.3 Il codice delle comunicazioni elettroniche Dlgs.N° 259 del 2003 . 22
4.3. Riferimenti europei
4.3.1 Raccomandazione UE n.519 1999 ............................................... 23
4.3.2 La Direttiva 2004/40/CE .............................................................. 25
4.4.Linee guida internazionale ICNIRP ................................................ 26
4.5 Riferimenti tecnici: Le Norme CEI ................................................. 27
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITA’
5.1 Studio preliminare dei documenti progettuali.................................. 29
5.2 Il software WinEDT ....................................................................... 30
5.3.Il modello territoriale usato da WinEDT ......................................... 30
5.4 Obiettivi del calcolo ....................................................................... 31
5.5 Valutazione dell’intensità dei campi elettromagnetici in relazione
alla distanza dell’elemento radiante ...................................................... 34
5.6 Modello di calcolo .......................................................................... 35
CAPITOLO 6
IMPOSTAZIONE APPLICATIVA DI WinEDT E CASO STUDIO
6.1.Inserimento e creazione del file dati per il popolamento degli archivi37
iv
INDICE
6.2 Caso studio .....................................................................................40
6.3 Classificazione delle sorgenti presenti .............................................42
6.4 Ipotesi per il calcolo dei livelli di campo elettromagnetici ...............43
6.5 Risultati ..........................................................................................44
6.6 Discussione risultati e considerazioni conclusive .............................55
BIBLIOGRAFIA ......................................................................................57
APPENDICE PLANIMETRIA AREA STUDIO ........................................59
v
INDICE
Elenco delle figure
Figura 1: Numero di misure effettuate sugli impianti a Radio frequenza
nelle 9 Province siciliane ........................................................................ 5
Figura 2: Numero di controlli per impianti a radio frequenza nelle 9
Province siciliane .................................................................................. 6
Figura 3: Linee di forza che interessano due cariche .............................. 8
Figura 4: Definizione delle zone di campo ............................................ 9
Figura 5: Fronti d’onda del campo elettromagnetico di radiazione ....... 10
Figura 6: Spettro delle onde elettromagnetiche alle diverse frequenze . 14
Figura 7: Rappresentazione 3D dei volumi di rispetto ......................... 33
Figura 8: Interfaccia del software WinEDTper l’impostazione del
modello di calcolo ................................................................................ 36
Figura 9: Interfaccia archivi WinEDT ................................................. 38
Figura 10: Localizzazione area studio con il software WinEDT........... 41
Figura 11: Rappresentazione in 3D dell’area studio e dei lobi di
irradiazione degli impianti .................................................................... 49
Figura 12: Rappresentazione in 3D dell’area studio e dei lobi di
irradiazione degli impianti ................................................................... 50
Figura 13: Rappresentazione in 3D dell’area studio e dei lobi di
irradiazione degli impianti ................................................................... 51
Figura 14: Rappresentazione dei lobi di irradiazione degli impianti ..... 52
Figura 15: Sezione piano verticale punto di simulazione numero 3 ...... 53
Figura 16: Sezione piano verticale punto di simulazione numero 6 ...... 54
Figura 17: Planimetria area studio ....................................................... 60
vi
INDICE
Elenco delle tabelle
Tabella 1: Dati del monitoraggio in continuo delle sorgenti a radio
frequenza ............................................................................................... 4
Tabella 2: Classificazione standardizzate IARC ...................................18
Tabella 3: Limiti di esposizione ...........................................................21
Tabella 4: Limiti valori di attenzione ...................................................22
Tabella 5: Limiti obiettivi di qualità .....................................................22
Tabella 6: Caratteristiche SRB1 (preesistente) .....................................42
Tabella 7: Caratteristiche nuova Stazione radio base (SRB2) ...............42
Tabella 8: Valori dei CEM prodotti dalla SRB1 nei diversi punti di
simulazione ...........................................................................................44
Tabella 9: Valori dei CEM prodotti dalla SRB1 e SRB2 nei diversi punti
di simulazione .......................................................................................44
Tabella 10: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione 1 ..........…………………………………………………....45
Tabella 11: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione 2 . ……………………………………………………….....45
Tabella 12: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione.3 . …………………………………………………………..46
Tabella 13: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione 4. .......................................................................................46
Tabella 14: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione 5 . ......................................................................................47
Tabella 15: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione 6 . ………………………………………………………….47
Tabella 16: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione 7. .......................................................................................48
Tabella 17: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di
simulazione 8. .......................................................................................48
vii
SOMMARIO
Sommario
In tempi relativamente recenti si è diffusa una maggiore attenzione
sulle possibili conseguenze per la salute derivanti dalle esposizioni a
campi elettromagnetici. In quest’ottica si sono sviluppate linee guide a
livello internazionale e normative specifiche nazionali per la tutela della
popolazione e dell’ambiente.
La normativa nazionale cui si fa riferimento è la Legge Quadro n. 36
del 2001 che detta i principi fondamentali per la prevenzione e
protezione dai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, statici o
variabili, assicurandone la tutela dei lavoratori e della popolazione.
Inoltre, l’articolo 14 della su detta normativa indica esplicitamente gli
enti deputati alle funzioni di controllo e di vigilanza ambientale
all’interno del quale ritroviamo le Agenzie Regionali per la Protezione
Ambiente “A.R.P.A”.
Le A.R.P.A, oltre al controllo e alla vigilanza provvedono secondo
quando previsto dall’articolo 87 (Dlgs.N° 259 del 2003) al rilascio del
parere preventivo di compatibilità per l’installazione o la modifica di un
impianto radio-emittente, valutando sulla base delle caratteristiche
tecniche dell’impianto e del contesto territoriale, le immissioni di campo
elettromagnetico che saranno prodotte dall’impianto alla sua massima
potenzialità.
Il presente elaborato si propone di descrivere le attività di stage svolte
presso l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente A.R.P.A Sicilia,
Settore Territoriale della Provincia di Catania.
Le attività hanno riguardato le valutazioni dei campi elettromagnetici
prodotti da stazioni radio emittenti per telefonia mobile, focalizzando in
particolar modo l’attenzione sulla procedura per il rilascio del parere
preventivo di compatibilità e sull’utilizzo del software di simulazione
WinEDT. Infine, sono state eseguite delle valutazioni sui campi
elettromagnetici prodotti da un impianto per telefonia mobile, scelto
come caso studio.
viii
RINGRAZIAMENTI
Ringraziamenti
Desidero qui Ringraziare:
· L’ente A.R.P.A Sicilia S.T. della Provincia di Catania, per la
cordiale ospitalità offertami all’interno delle loro strutture;
· Il Direttore dell’A.R.P.A Sicilia della Provincia di Catania
Dott. A. Brancato;
· Il Comitato di gestione del Master;
· Il Direttore del Master Prof. A. Triglia;
· IL Tutor Aziendale Dott.ssa M. C. Reitano;
· Il Tutor di Stage Prof. F. Falciglia;
· Il Tutor Didattico Prof.ssa G Immè;
· Il cortese Personale dell’A.R.P.A Sicilia;
A tutti esprimo la mia più sincera gratitudine per il loro contributo.
.
ix
CAPITOLO 1
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE
AMBIENTE (A.R.P.A)
CAPITOLO 1
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE AMBIENTE
(A.R.P.A)
1.1 – Istituzione delle Agenzie Regionali Protezione Ambiente
(A.R.P.A)
Le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale sono state
istituite a livello nazionale dal parlamento italiano con la Legge n. 61 del
21 gennaio 1994, promulgata dopo il referendum abrogativo del 18
aprile 1993, il quale abolì le competenze del Servizio Sanitario
Nazionale (SSN) e delle Unità Sanitarie Locali (USL) nel campo
ambientale. Successivamente la legge 61/94 istituì l'ANPA (Agenzia
Nazionale per la Protezione dell'Ambiente), divenuta poi APAT
(Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici) e oggi
confluita nell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale), ente di indirizzo e di coordinamento delle Agenzie
regionali e delle Agenzie delle Province autonome. L'ISPRA è vigilato
dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e
coopera con l'Agenzia Europea dell'Ambiente e con le istituzioni ed
organizzazioni nazionali ed internazionali operanti in materia di
salvaguardia ambientale.
Negli anni successivi all'entrata in vigore della Legge n. 61 del 21
gennaio1994, tutte le regioni italiane e le province autonome si sono
dotate di proprie Agenzie, istituite con apposite Leggi Regionali,
Provinciali, organizzate, secondo le finalità ed i compiti istituzionali, in
dipartimenti provinciali, osservatori ambientali e centri tematici. Oggi
sul territorio nazionale esistono 9 Agenzie regionali e 2 Agenzie delle
province autonome che costituiscono con l'ISPRA la rete delle Agenzie
per l'Ambiente.
1.2 A.R.P.A Sicilia
La Regione Sicilia istituisce con la legge Regionale n.6 del 3 maggio
2001 la propria Agenzia Regionale Protezione Ambiente,denominata
“A.R.P.A Sicilia”.
Tale Agenzia, dotata di personalità giuridica pubblica, di autonomia
tecnica, gestionale e amministrativa, è costituita da nove strutture
territoriali (ST), il cui ambito territoriale corrisponde a quello delle
1
CAPITOLO 1
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE
AMBIENTE (A.R.P.A)
rispettive provincie, e da una struttura centrale, nel capoluogo di regione,
in cui ha sede la Direzione Generale. Le attività dell’A.R.P.A Sicilia
riguardano: il controllo il supporto e la consulenza tecnico scientifica
correlate ad altre attività utili alla Regione, alle Province, ai Comuni ed
ai singoli cittadini.
Nello specifico, le attività di controllo riguardano la qualità
dell’ambiente nella totalità delle sue matrici, acqua aria e suolo, al fine
sia del rispetto della normativa vigente sia delle eventuali prescrizioni
contenute nei provvedimenti rilasciati dalle Autorità competenti. Alle
attività di controllo si affiancano le attività di monitoraggio ambientale
effettuate tramite la rilevazione di fattori fisici, geologici, chimici e
biologici.
Le attività di controllo e monitoraggio sono supportate da analisi di
laboratorio, su campionamenti idonei, e da misure in campo. Infine,
A.R.P.A Sicilia realizza programmi e progetti in materia di Formazione,
Aggiornamento Scientifico, divulgazione ed Educazione Ambientale.
1.3 Attività di controllo dell’A.R.P.A nel campo delle radiazioni
non ionizzanti
La normativa riguardante i campi elettromagnetici cui si fa
riferimento è la Legge n. 36/2001, all’art. 14 (Controlli) indica
esplicitamente che “Le amministrazioni provinciali e comunali, al fine di
esercitare le funzioni di controllo e di vigilanza sanitaria e ambientale
per l'attuazione della presente legge, utilizzano le strutture delle Agenzie
regionali per la protezione dell'ambiente”. In questo quadro l’A.R.P.A
Sicilia, oltre al controllo della conformità degli impianti radioelettrici,
eseguito con misure puntuali, effettua anche il monitoraggio in continuo
del campo elettromagnetico eseguendo campagne di misura utilizzando
centraline fisse removibili, alimentate a batterie solari.
Inoltre il D.Lgs 259/03 (Codice delle comunicazioni elettroniche),
prevede all’art. 87 (Procedimenti autorizzatori relativi alle infrastrutture
di comunicazione elettronica per impianti radioelettrici) che “
L'installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici e la modifica
delle caratteristiche di emissione di questi ultimi (…) viene autorizzata
dagli Enti locali, previo accertamento, da parte dell'Organismo
competente ad effettuare i controlli, di cui all'articolo 14 della legge 22
febbraio 2001, n. 36, della compatibilità del progetto con i limiti di
2
CAPITOLO 1
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE
AMBIENTE (A.R.P.A)
esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità, stabiliti
uniformemente a livello nazionale in relazione al disposto della citata
legge 22 febbraio 2001, n. 36, e relativi provvedimenti di attuazione”.
Le attività di A.R.P.A Sicilia per quanto riguarda le radiazioni non
ionizzanti includono, pertanto, le seguenti attività:
Valutazioni preventive – Rappresentano la fase in cui l’A.R.P.A
valuta i progetti presentati dagli enti gestori che richiedono
l’autorizzazione alla realizzazione o alla modifica di un impianto radioemittente, come previsto dal D.Lgs 259/03 . In questa fase si valutano,
sulla base delle caratteristiche tecniche dell’impianto, del contesto
territoriale del suo sito d’installazione e del campo elettromagnetico di
fondo presente, le immissioni di campo elettromagnetico che sarebbero
prodotte dall’impianto alla sua massima potenza nei punti individuati
come i più esposti. In base alle valutazioni effettuate l’Agenzia emette
un parere tecnico nel quale può indicare eventuali prescrizioni.
Controlli ad impianto attivo – Rappresentano la verifica del rispetto
dei limiti dell’immissione di campo elettromagnetico prodotto
dall’impianto secondo la legge quadro 36/2001.
Le misure sono condotte in campo utilizzando misuratori a banda
larga o misuratori a banda stretta.
In questa fase è possibile verificare anche la conformità della
realizzazione dell’impianto al progetto presentato.
Monitoraggio – Quest‘ultima attività affianca le attività di controllo e
valutazione preventiva permettendo di tenere sotto controllo diverse aree
del territorio antropizzato, caratterizzate dalla concomitanza di più
sorgenti che possono produrre un deterioramento della qualità ambiente
e della salute umana.
Le sorgenti a radio frequenza, quali gli apparati radiotelevisivi e per
telefonia mobile, vengono monitorate con centraline removibili
posizionate in luogo aperto con finalità di uno screening ambientale sulle
emissioni di campo elettromagnetico. Le centraline, alimentate a batterie
solari, effettuano un controllo in continuo delle emissioni, acquisendo e
trasferendo via modem i dati ad un elaboratore elettronico localizzato
presso la sede dell’A.R.P.A [1].
3
CAPITOLO 1
Provincie
AG
CL
CT
EN
ME
PA
RG
SR
TP
TOT.
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE
AMBIENTE (A.R.P.A)
Numero
Numero
Numero
Numero
Numero
Numero
Comuni
Comuni
Siti
Siti
Misure
Misure
2004
2005
2004
2005
2004
2005
4
5
15
11
124160
169624
1
5
2
30
8390
120990
3
9
40
115
271820
1086620
0
2
0
6
0
38582
5
2
13
15
69550
128463
6
18
34
157
144630
865119
1
3
1
13
1860
81060
1
2
1
7
2500
60194
5
1
8
1
82460
86570
26
47
114
355
705370
2761362
Tabella 1: Dati del monitoraggio in continuo delle sorgenti a radio
frequenza [3]
4
CAPITOLO 1
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE
AMBIENTE (A.R.P.A)
900000
2004
2005
800000
700000
600000
500000
400000
300000
200000
100000
0
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
Figura 1: Numero di misure effettuate sugli impianti a radio frequenza nelle 9
Province siciliane [2]
5
CAPITOLO 1
LE AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE
AMBIENTE (A.R.P.A)
70
2004
2005
60
50
40
30
20
10
0
AG CL
CT EN ME PA RG SR
TP
Figura 2: Numero di controlli per impianti a radio frequenza nelle 9 Province
siciliane[2]
6
CAPITOLO 2
GENERALITÀ SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI
CAPITOLO 2
GENERALITÀ SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI
2.1 Introduzione
Lo studio dell’elettromagnetismo risale al XIX secolo, a seguito di
una serie di osservazioni e ipotesi che correlavano fenomeni di natura
elettrica a fenomeni di natura magnetica fino ad allora trattati e studiati
separatamente.
I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente
di vita, basta pensare che in natura esistono delle sorgenti naturali come
la terra stessa, ed il sole rappresentano il cosi detto livello naturale di
fondo, al quale però deve essere aggiunto il contributo delle
innumerevoli sorgenti artificiali presenti ormai nel nostro ambiente.
2.2 Il campo elettrico
Il campo elettrico è una grandezza fisica attraverso la quale
descriviamo una regione dello spazio le cui proprietà sono perturbate
dalla presenza di una distribuzione di carica elettrica. Il campo elettrico
r
viene descritto mediante un vettore E (detto vettore campo elettrico)
che in ogni punto della regione di spazio indica la direzione, l’intensità,
e il verso della forza che agisce su una carica puntiforme unitaria
positiva che venga messa in quel punto. L’ intensità di campo elettrico si
misura in V/m. Se indichiamo con F la forza esercitata sulla carica q, E
risulta definito come il rapporto tra la forza e la carica elettrica [6]
r
E =F/q
2.3 Il Campo magnetico
Le cariche elettriche producono un campo elettrico nello spazio ad
esse circostante; quando le cariche elettriche sono in movimento
l’esperienza ha dimostrato che esse danno origine ad un campo
magnetico. Le cariche dunque sono la sorgente sia del campo elettrico
sia del campo magnetico. Ogni volta che una corrente percorre un
conduttore, si genera un campo magnetico (H).
Il campo magnetico si misura in ampere su metro A/m, ma spesso è
espresso in termini di una grandezza corrispondente, l’induzione
magnetica B che si misura in Tesla (T). Tra il campo magnetico e
l’induzione magnetica sussiste la seguente relazione:
7
CAPITOLO 2
GENERALITÀ SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI
r
r
B = m H dove il fattore di proporzionalità μ detto permeabilità
magnetica del mezzo [27].
Figura 3: Linee di forza che interessano due cariche
2.4 Il campo elettromagnetico e le sue proprietà
L’esperienza mostra che un campo magnetico variabile nel
tempo,produce un campo elettrico nelle zone ad esso circostanti.
Il campo elettrico ha la stessa realtà fisica e le stesse proprietà
dinamiche (cioè esercita una forza sulle cariche elettriche) del campo
originato da cariche elettriche. L’intensità di questo campo elettrico
varia con la stessa frequenza f del campo magnetico inducente e le sue
linee di forza si concatenano in circuiti chiusi attorno alle linee del
campo magnetico generatore. A seconda delle caratteristiche della
sorgente e del tipo di frequenza alla quale questa emette, lo spazio
circostante irradiato può essere suddiviso in due zone di campo, la cui
distinzione si basa sull’approssimazione matematica che viene fatta nello
studio delle onde che sono presenti in esse.
Le due zone sono definite regione di campo vicino e regione di
campo lontano. Il confine tra le due zone non è netto ma è
convenzionalmente assunto come il valore massimo tra le quantità λ e
d2/λ, dove λ è la lunghezza d’onda della radiazione considerata e d è la
8
CAPITOLO 2
GENERALITÀ SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI
dimensione lineare massima della sorgente. Nella regione di campo
vicino, non si ha presenza di un campo elettromagnetico propriamente
detto, ma c’è la presenza di un campo elettrico e un campo magnetico
indipendenti e non correlati l’uno con l’altro.
Figura 4: Definizione delle zone di campo
Nella regione di campo lontano i campi elettromagnetici sono
rappresentabili come onde sferiche non uniformi centrate sulla sorgente.
La propagazione avviene in direzione perpendicolare al fronte d’onda. Il
r
r
campo elettrico E ed il campo magnetico H sono vettori perpendicolari
r
fra loro e perpendicolari alla direzione di propagazione. I versi di E ,
r
H sono tali da costituire, nell’ordine, una terna destrorsa. Anche se le
ampiezze del campo elettrico e magnetico variano il rapporto tra i loro
moduli η, noto come impedenza d’onda rimane costante. Quest’ ultima
si misura in Ω come la resistenza elettrica: η= E/H. L’impedenza d’onda
dipende dalle caratteristiche elettriche e magnetiche del mezzo in cui
l’onda si propaga secondo la formula: η= (µ/ε) ½ dove ε rappresenta la
costante dielettrica nel vuoto e µ definisce la permeabilità magnetica del
mezzo. Nello spazio vuoto il valore di µ è circa 377 Ω. Nelle
applicazioni di nostro interesse, l’impedenza d’onda si può considerare
praticamente uguale a quella del vuoto. Alla propagazione del campo
elettromagnetico corrisponde un trasporto di energia elettromagnetica,
9
CAPITOLO 2
GENERALITÀ SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI
che avviene nella stessa direzione e con la velocità v dei fronti d’onda.
Se indichiamo con S la potenza per unità di superficie ( detta anche
densità di potenza) trasportata dall’onda, essa è definita come
S= E*H(W/m2)
Dato che E ed H sono legati fra di loro dalla relazione η = E/H la
densità di potenza si può anche esprimere in funzione del solo H o del
solo E: [6]
S= µH2= E2/η
Figura 5: Fronti d’onda del campo elettromagnetico di radiazione
2.5 Calcolo del campo magnetico e del campo elettrico
Per il calcolo del campo magnetico e campo elettrico generato da una
o più sorgenti si fa riferimento all’algoritmo di calcolo riportato nella
norma CEI 211-10. Si tratta in particolare di un metodo di calcolo
semplificato del campo elettromagnetico in un punto generico dello
spazio. La semplificazione consiste nel calcolare il campo ipotizzando di
trovarsi in zona di campo lontano e di spazio libero, non considerando
cosi le riflessioni da parte del terreno, di infrastrutture, vegetazione e
strutture orografiche eventualmente presenti. Tale procedura di calcolo
risulta tuttavia di estrema utilità in termini protezionistici in quanto
10
CAPITOLO 2
GENERALITÀ SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI
porta, nella quasi totalità dei casi, a sovrastimare i valori di campo, ed è
pertanto da intendersi di tipo cautelativo[9].
Nelle condizioni sopra ricordate il valore efficace del campo elettrico
e campo magnetico prodotto da un’antenna in un punto dello spazio è
dato dalle seguenti formule:
E( r, θ, ) = [30*P alimentazione * G( , )]1/2 /r
H( r, θ,
)
=1/4πr* [P alimentazione * G(
, )]
1/2
/30
dove r, θ e rappresentano il punto di valutazione in un sistema di
coordinate sferico riferito al centro elettrico della sorgente, P la potenza
di alimentazione dell’antenna e G(θ, ) la funzione guadagno che può
essere espressa come:
G(θ, ) GMAXDV(θ)DH( )
dove DV(θ) e DH( ) sono il diagramma di irradiazione dell’antenna
normalizzato a 1, rispettivamente nel piano verticale e orizzontale e
GMAX è il valore di guadagno nella direzione di massima irradiazione.
Quando ci si trova in presenza di più antenne trasmittenti è necessario
operare le valutazioni di campo elettromagnetico considerando
contemporaneamente le emissioni di tutte le antenne che contribuiscono
al valore di campo. Considerando che le sorgenti di segnale risultano
essere non correlate, i contributi di campo di ogni antenna vengono
sommati quadraticamente secondo la formula:
E= [ΣMi=1 * Ei2]1/2
H= [ΣMi=1 * Hi2]1/2
dove M è il numero di sorgenti che contribuiscono al valore di campo
elettrico[5].
11
CAPITOLO 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
Capitolo 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
3.1 Introduzione
Le onde elettromagnetiche prodotte da varie sorgenti sono state e
sono tutt’ oggi oggetto di studio per individuare le possibili correlazioni
tra l’esposizione ad esse e l’insorgere di effetti o danni su organismi
biologici. I potenziali effetti, a cui possono dare origine su organismi
biologici dipende essenzialmente dalla loro intensità e dalla loro
frequenza. Per questo motivo possiamo suddividere lo spettro
elettromagnetico nelle seguenti tipologie principali di radiazioni:
· Radiazioni ionizzanti:
Sono classificati come ionizzanti in quanto riescono una volta a
contatto con la materia di fornire una energia tale da “staccare” dalla
loro struttura singoli elettroni, rompere dei legami chimici tra molecole
con formazione di composti particolarmente “reattivi” che a loro volta
possono causare danni rilevanti al sistema biologico.
· Radiazioni non ionizzanti:
Sono classificati non ionizzanti in quanto anche in presenza
d’intensità di campo assai elevate non sono in grado di ionizzare gli
atomi delle molecole di cui è costituito il nostro corpo. L’effetto
biologico dipende molto dalla loro frequenza. Il principale effetto che
riescono a produrre sulle molecole è quello di farle oscillare con
conseguente produzione di calore. Il fenomeno del riscaldamento è
proprio l’effetto principale delle radiazioni non ionizzanti.
13
CAPITOLO 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
Figura 6: Spettro delle onde elettromagnetiche alle diverse frequenze
14
CAPITOLO 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
3.2 Effetti biologici dei campi elettromagnetici
Quando un organismo biologico viene immerso in un campo
elettromagnetico si ha una perturbazione dell’equilibrio elettrico a livello
molecolare, in quanto tali campi generano campi elettrici variabili nel
tempo che a loro volta inducono una stimolazione diretta delle cellule
eccitabili, come quelle dei tessuti nervoso e muscolare.
Una prima e importante distinzione va fatta tra effetti sanitari e effetti
biologici. Quest’aspetto è stato precisato dall’OMS organizzazione
mondiale della sanità nel promemoria n. 182 del 1998:
Si verifica un effetto biologico quando l’esposizione alle onde
elettromagnetiche provoca qualche variazione fisiologica notevole o
rilevabile in un sistema biologico.
Si ha invece un effetto sanitario quando l’effetto biologico è tale da
non poter essere compensato naturalmente dall’organismo portando a
qualche condizioni di danno alla salute, intesa come stato di completo
benessere fisiologico e socio-comportamentale.
Tra gli effetti sanitari possiamo distinguere:
- Effetti a breve termine o immediati, di natura acuta o
deterministica dove si individua una soglia di esposizione a cui un
organismo biologico deve essere esposto affinchè si manifesti l’effetto;
- Effetti a lungo termine o stocastici, di natura cronica, senza la
presenza di soglia di esposizione.
3.3 Effetti sulla salute dei campi elettromagnetici a
Radiofrequenze:
I campi a radiofrequenza e microonde (RF), vengono utilizzati
soprattutto nelle telecomunicazioni, per esempio nei trasmettitori, nella
telefonia mobile o anche a livello domestico nei forni a microonde. Alle
alte frequenze, soprattutto in presenza di elevate intensità di campo,
predominano gli effetti cosiddetti termici, ossia il riscaldamento dei
tessuti corporei dovuto all’assorbimento delle radiazioni che può
interessare il corpo intero, oppure può riguardare singoli organi, tessuti
provocando in essi aumenti localizzati della temperatura. Un incremento
della temperatura corporea comporta l’attivazione di meccanismi di
termoregolazione da parte dell’organismo, al fine di abbassare la
temperatura entro determinati limiti. Il sistema interessato per la
termoregolazione è il sistema circolatorio sanguigno che svolge la
15
CAPITOLO 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
funzione di trasportare il calore in eccesso dalle zone interne del corpo a
quelle superficiali dove avviene lo scambio termico con l’ambiente
circostante. La quantità di calore rimossa in un dato sito biologico è
legata alla portata sanguigna : maggiore è la quantità di calore da
espellere e maggiore dovrà essere la portata del fluido in circolo. La
portata sanguigna è regolata dalla pompa cardiaca essa può essere
incrementata entro determinati limiti modificando la frequenza e gettata
cardiaca. L’incremento delle pulsazioni del cuore comporta un maggiore
lavoro meccanico a carico del sistema cardiovascolare e respiratorio. In
relazione allo sforzo compiuto dalla pompa cardiaca e all’intervallo di
tempo di attivazione del sistema regolazione si generano nell’individuo
disturbi termici di lieve, moderata o elevata gravità. In particolare, gli
effetti sanitari osservati si manifestano sovente nelle seguenti forme:
tachicardia, aritmia e bradicardia.
Per esposizione a campi e.m. di sufficiente intensità, i tessuti irradiati
possono subire incrementi significativi. Il pericolo connesso
all’esposizione ai campi a radio frequenza consiste nel fatto che la
temperatura superi il limite di tolleranza specifico per il tessuto,
danneggiandolo in maniera irreparabile. Per esempio, temperature finali
dell’ordine dei 44-48 °C sono dannose rispettivamente per il tessuto
nervoso e cardiaco. Per tale motivo gli organi poco vascolarizzati
(occhio e gonadi) sono anche i più sensibili all’instaurarsi del danno
termico indotto dalle radiazioni a radio frequenza come ad esempio il
cristallino dell’occhio che risente in misura maggiore degli effetti del
riscaldamento conseguente all’esposizione a campi elettromagnetici a
radio frequenza. Infatti, la quantità di calore in eccesso nel cristallino,
organo non vascolarizzato,viene scambiata solo per contatto termico con
l’umor acqueo e con il corpo vitreo. Il surriscaldamento può determinare
l’opacità del cristallino. Indagini epidemiologiche hanno evidenziato che
le radioonde sono tra le cause che determinano un invecchiamento
precoce del cristallino.
16
CAPITOLO 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
3.4. La risposta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità
Uno dei primi studi avviato nel 1996, dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) che ha avuto come oggetto l’analisi dei problemi
sanitari associati all'esposizione a campi elettromagnetici. All’interno
dello studio, chiamato Progetto internazionale Campi elettromagnetici
(CEM), sono attualmente in corso revisioni critiche sui risultati della
ricerca e valutazioni dei rischi connessi all'esposizione a campi elettrici,
magnetici statici a bassa ed alta frequenza.
Un recente ultimo studio datato maggio 2011, a cui hanno preso parte
31 esperti provenienti da 14 paesi, si è effettuato presso l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC); dopo vari esami sulla
letteratura scientifica disponibile, il Gruppo di lavoro ha classificato i
campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente
cancerogeni per l’uomo”, allocandoli così nel Gruppo 2B del sistema di
classificazione della IARC.
La classificazione è stata effettuata in base ai risultati di alcuni studi
epidemiologici che mostrano alcune associazioni tra l'uso dei telefoni
cellulari e il rischio di tumori intracranici (gliomi e neurinomi del nervo
acustico). Queste associazioni potrebbero essere dovute ad un reale
effetto dei campi elettromagnetici emessi dai telefoni cellulari, ma
potrebbero invece essere dovute alle modalità con cui sono stati
effettuati tali studi, basati sul ricordo di persone malate (casi) e persone
sane (controlli) circa il loro utilizzo del telefono cellulare anche più di
dieci anni prima. La IARC ha giudicato l’evidenza scientifica di
cancerogenicità proveniente dagli studi epidemiologici come “limitata” è
stata cioè osservata un’associazione positiva tra esposizione e tumori,
ma si deve tener presente di alcuni fattori definiti di confondimento che
non possono essere esclusi con ragionevole certezza e ciò ha condotto
alla classificazione dei campi elettromagnetici a radio frequenza nel
Gruppo 2B.
17
CAPITOLO 3
INTERAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI CON LA
MATERIA VIVENTE
Gruppo
1
Descrizione
Cancerogeno per
l’uomo
2°
Cancerogeno
probabile
2B
Cancerogeno
possibile
3
Non classificabile
per la
cancerogenicità per
l’uomo
Probabile non
cancerogeno per
l’uomo
4
Effetti
Cancerogeni per
l’uomo
Da considerare
cancerogeno per
l’uomo
Da considerare con
attenzione per i
possibili effetti
cancerogeni per
l’uomo
Sostanze non
valutabili per la
cancerogenicità
Sostanze
probabilmente non
cancerogene per
l’uomo
Tabella 2: Classificazione standardizzate IARC
18
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
4.1 Introduzione
Il quadro normativo sull’esposizione a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici è nato e si sta sviluppando in una situazione
caratterizzata da grande incertezza.
Tutto ciò in quanto, ad oggi, gli studi in corso sono arrivati a provare
esclusivamente gli effetti diretti di tipo acuto, mentre non è stato ancora
dimostrato il rischio legato ad esposizioni prolungate alle radiazioni non
ionizzanti.
4.2 La normativa nazionale
4.2.1 Evoluzione della normativa sui campi elettromagnetici
Una prima regolamentazione a livello nazionale, nel settore dei campi
elettromagnetici, si è avuta con il D.P.C.M 23 aprile 1992, il quale si
proponeva di fissare i limiti massimi di esposizione ai campi elettrici e
magnetici generati alla frequenza industriale di 50 Hz negli ambienti
abitativi e nell’ambiente esterno.
Molti anni dopo l’entrata in vigore del D.C.P.M. 23 aprile 1992, nel
1998 si assiste all’emanazione del Decreto del Ministero dell’Ambiente
n°381 del 10 settembre 1998, il quale stabiliva i valori limite di
esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, connessi al
funzionamento ed esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e
radiotelevisivi operanti nell’intervallo di frequenza compresa fra 100
KHz e 300 KHz.
Successivamente, nel Febbraio del 2001 viene emanata la “ Legge
Quadro sulla protezione della popolazione dall’ esposizione ai campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici” n 36 entrata in vigore il 23
marzo 2001. Il provvedimento legislativo detta i principi fondamentali
per la prevenzione e protezione dai campi elettrici, magnetici e
elettromagnetici, statici o variabili, ed in particolare si prefiggeva i
seguenti scopi:
· assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e
della popolazione dagli effetti dell'esposizione a determinati livelli di
campo;
19
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
· promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a
lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione al
principio di precauzione;
· assicurare la tutela dell'ambiente e del paesaggio e promuovere
l'innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare
l'intensità e gli effetti, secondo le migliori tecnologie disponibili.
Un aspetto importante della norma è stato anche quello di definire i
compiti e le funzioni degli organi centrali e periferici individuando le
funzioni che lo Stato deve esercitare per la determinazione dei:
· limiti di esposizione,
· valori di attenzione;
· obiettivi di qualità;
Inoltre, assegnava alle Regioni sia il compito di individuare i siti per
gli impianti per telefonia mobile, radioelettrici e quelli per la
radiodiffusione; sia il compito di stabilire le modalità per il rilascio delle
autorizzazioni alla installazione degli impianti e le azioni per il
raggiungimento degli obiettivi di qualità.
Uno degli aspetti più importante sia per i cittadini che per i lavoratori
è che la legge stabiliva tre livelli di riferimento, i cui valori vennero
quantificati in appositi decreti interministeriali:
1. Limite di esposizione: valore di immissione di campo (elettrico,
magnetico ed elettromagnetico), definito ai fini della tutela della salute
da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione per
l’esposizione della popolazione e dei lavoratori;
2. Valore di attenzione: valore di immissione di campo, che non deve
essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a
permanenze prolungate e che costituisce misura di cautela ai fini della
protezione da possibili effetti a lungo termine;
3. Obiettivi di qualità: sono i criteri localizzativi, gli standar
urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per l’utilizzo delle migliori
tecnologie disponibili, che hanno il fine di consentire la minimizzazione
progressiva dell’intensità e degli effetti, nonché dei valori numerici da
rispettare nelle aree all’aperto[11].
20
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
4.2.2 Il D.P.C.M 8 luglio 2003
I provvedimenti attuativi di maggiore rilevanza della legge 36/2001
sono sicuramente quelli che definiscono numericamente i valori limite
per le diverse tipologie di sorgente. Nel luglio 2003 sono stati emanati
due D.P.C.M per la fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di
attenzione e degli obiettivi di qualità riguardando i campi elettrici e
magnetici generati sia alle basse frequenze (ELF 50 Hz) sia alle alte
frequenze (100 KHz÷300 GHz).
Per quando riguarda le alte frequenze le disposizioni presenti nel
D.P.C.M 2003 fissano i limiti di esposizione ed i valori di attenzione per
la prevenzione degli effetti a breve temine e dei possibili effetti a lungo
termine nella popolazione dovuti alla esposizione ai campi
elettromagnetici generati da sorgenti fisse. Sono presenti inoltre gli
obiettivi di qualità che devono essere perseguiti, ai fini della progressiva
minimizzazione dell’esposizione ai campi medesimi e l’individuazione
delle tecniche di misurazione dei livelli di esposizione.
Nel caso di esposizione ad impianti che generano campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici con frequenza tra 100 KHZ e 300 GHZ,
non devono essere superati i limiti di esposizione riportati in tabella
intesi come valore efficaci:
Limiti di esposizione
0.1<f<_ 3MHZ
3<f<_3000MHZ
3<f<_300GHZ
Intensità di campo Intensità di campo
elettrico E (V\m)
magnetico H (A|m)
60
0.2
20
0.05
40
0.1
Tabella 3: Limiti di esposizione
Densità di potenza
D (W\m2)
1
4
Come misure di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo
termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati alle
suddette frequenze all’interno di edifici adibiti a permanenze non
inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano
fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i
lastrici solari si assumano i valori riportati in tabella[8]:
21
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
Valori di attenzione
Intensità di campo Intensità di campo
elettrico E (V\m)
magnetico E (V\m)
0.1 MHZ÷300 GHz
6
0.16
Tabella numero 4: Limiti valori di attenzione
Densità di potenza
D (W\m2)
0.1
Obiettivo di qualità
Densità di potenza
D (W\m2)
0.1
0.1 MHZ÷300
Intensità di campo Intensità di campo
elettricoE (V\m)
magnetico E (V\m)
6
0.16
Tabella 5: Limiti obiettivi di qualità
4.2.3 Il codice delle comunicazioni elettroniche Dlgs.N° 259 del
2003
Il campo di applicazione del presente codice ha come oggetto le
disposizioni in materia di:
- Reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico, ivi
comprese le reti utilizzate per la diffusione
Circolare sui programmi sonori, televisivi e le reti della
televisione via cavo;
- Attività di comunicazione elettronica ad uso privato;
- Tutela degli impianti sottomarini di comunicazione elettronica
- Servizi radioelettrici;
Precisamente all’articolo 87 si definiscono i procedimenti
autorizzatori relativi alle infrastrutture di comunicazione elettronica per
impianti radioelettrici, individuando i tempi in cui i soggetti richiedenti
possono ricevere l’autorizzazione.
La titolarità del rilascio dell’autorizzazione è delle amministrazioni
locali mentre l’ istruttoria tecnica rimane in capo alle Agenzie regionali e
provinciali per l’ambiente, che devono comunque esprimersi entro trenta
giorni.
Inoltre, sono definite le procedure semplificate, consistenti nella
denuncia di inizio attività in sostituzione della richiesta di autorizzazione
alla installazione, per impianti UMTS o comunque con potenze in
antenna inferiori ai 20 Watt, nonché disposizioni in materia di
condivisione di siti o infrastrutture.
22
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
Da ricordare, infine che il 26 maggio 2010 è entrata in vigore la legge
73 del 22 maggio 2010 conversione in legge con modificazioni del
decreto-legge 25 marzo 2010 n. 40 che ha modificato il D.Lgs 259/2003
Codice delle comunicazioni elettroniche, introducendo l’articolo 87 bis
“Procedure semplificate per determinate tipologie di impianti” al fine di
semplificare le autorizzazione per gli impianti di telefonia mobile che
utilizzano la tecnologia UMTS.
Il nuovo articolo prevede che per accelerare la realizzazione degli
investimenti per il completamento della banda larga mobile nel caso di
installazione di apparati con tecnologia UMTS sue evoluzioni o altre
tecnologie su infrastrutture per impianti radioelettrici preesistenti, è
sufficiente la denuncia di inizio attività. L’iter semplificato può essere
comunque interrotto entro trenta giorni a seguito di eventuali
provvedimenti da parte dell’ente locale oppure per parere negativo
espresso dall’ ente di controllo individuato dall’articolo 14 legge 2001 n.
36 nelle Agenzie regionali per protezione ambientale A.R.P.A.[7]
4.3 Riferimenti europei
4.3.1 Raccomandazione UE n.519 1999
Questa raccomandazione fa capo a tutte le leggi che hanno interessato
gli stati membri. Essendo solo una raccomandazione non pone nessun
genere di limiti, ma cerca di dare un’idea sui valori dei campi che
potrebbero alterare le condizioni fisiche dell’uomo. Invita gli Stati
membri a considerare sia i rischi che i benefici nel decidere se sia
necessaria o meno un'azione nell’adottare provvedimenti relativi
all'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Inoltre, allo
scopo di migliorare la comprensione dei rischi e la protezione
dall'esposizione ai campi elettromagnetici, i Paesi membri devono dare
appropriate informazioni alla popolazione sulle conseguenze per la
salute e sui provvedimenti adottati per ovviare ad esse. Completa,
inoltre, le linee guida ICNIRP (Commissione internazionale per la
protezione dalle radiazioni non ionizzanti) e ne è sostanzialmente
allineata ed è rivolta solo alla protezione della popolazione tralasciando i
casi dei lavoratori. Precisa sostanzialmente dove le indicazioni fornite
dal’ICNIRP vanno applicate, come ad esempio dove vi sia una reale
esposizione significativa del pubblico ai campi. La raccomandazione
23
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
introduce due tipi di limiti al fine di applicare delle limitazioni basate
sulla valutazione dei possibili effetti sulla salute. Dal testo si esprimono:
Limiti di base. Sono le limitazioni all'esposizione ai campi elettrici
magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo, che si fondano
direttamente su effetti accertati sulla salute e su considerazioni di ordine
biologico; Livelli di riferimento. Questi livelli sono indicati a fini pratici
di valutazione dell'esposizione in modo da determinare se siano
probabili eventuali superamenti dei limiti di base. I limiti di base e i
livelli di riferimento per limitare l'esposizione sono stati elaborati sulla
scorta di un approfondito esame di tutta la letteratura scientifica
pubblicata negli anni antecedenti alla raccomandazione. I primi sono
stati suddivisi a seconda della frequenza e danno dei limiti a grandezze
fisiche in gioco. Fra 0 e 1 Hz sono stati definiti limiti di base per
l'induzione magnetica relativamente ai campi magnetici statici (0 Hz) e
per l'intensità di corrente relativamente ai campi variabili nel tempo fino
a 1 Hz, al fine di evitarne effetti sul sistema cardiovascolare e sul
sistema nervoso centrale, - fra 1 Hz e 10 MHz sono stati definiti limiti di
base per l'intensità di corrente, in modo da evitare effetti sulle funzioni
del sistema nervoso, - fra 100 kHz e 10 GHz sono stati definiti limiti di
base per il SAR (tasso di assorbimento specifico W/kg), in modo da
evitare lo stress da calore su tutto il corpo e l'eccessivo riscaldamento
localizzato dei tessuti. - fra 100 kHz e 10 MHz, i limiti di base previsti si
riferiscono sia all'intensità di corrente che al SAR, - fra 10 GHz e 300
GHz sono stati definiti limiti di base per la densità di potenza al fine di
evitare il riscaldamento dei tessuti della superficie del corpo o in
prossimità della stessa [12].
24
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
4.3.2 Direttiva 2004/40/CE
La direttiva europea 2004/40/CE “Prescrizioni minime di sicurezza e
di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti agli
agenti fisici”, emanata il 29 aprile 2004, ha indicato le prescrizioni
minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai
rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) con
particolare riferimento alle radiazioni da 0 Hz a 300 GHz. Questa
direttiva è servita per la scrittura delle disposizioni relative alla
protezione dai campi elettromagnetici indicate al titolo VIII, capo IV del
decreto legislativo 9 aprile 2008 n.81. La direttiva riguarda i rischi per la
salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti derivanti dalla
circolazione di correnti indotte e dall'assorbimento di energia, nonché da
correnti di contatto; non riguarda invece gli effetti a lungo termine.
Come nella legge quadro n.36/2001, vengono diversificati i campi in
base alle precauzioni da adottare. In seguito si riportano le suddivisioni
suddette:
valori limite di esposizione: limitazioni basate su effetti sanitari
accertati e su considerazioni biologiche. Il rispetto di questi limiti
assicura che i lavoratori esposti siano protetti da tutti gli effetti nocivi
noti;
valori di azione: il valore di parametri direttamente misurabili a cui
si devono intraprendere una o più delle misure specificate nella direttiva.
Il rispetto di questi valori assicura il rispetto dei pertinenti limiti di
esposizione.
Il datore di lavoro deve valutare e, se necessario, misurare e/o
calcolare i livelli di campo elettromagnetico a cui i lavoratori sono
esposti, e se su tale base i valori di azione risultano superati, si deve
stabilire e, se necessario, calcolare se vengono superati i limiti di
esposizione. La direttiva 2004/40/CE è stata modificata dalla
2008/46/CE, che ha tra i suoi obiettivi quello di salvaguardare la
possibilità di eseguire ancora esami importanti come le risonanze
magnetiche. La direttiva 2008/46/CE riporta al primo articolo:
“all’articolo 13, paragrafo 1, della direttiva 2004/40/CE, il primo comma
è sostituito dal seguente: “Gli Stati membri mettono in vigore le
disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per
conformarsi alla presente direttiva entro il 30 aprile 2012. Essi ne
25
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
informano immediatamente la Commissione”. Dunque la direttiva
2008/46/CE posticipa di quattro anni l’obbligo di attivare le prescrizioni
minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai
rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici).
4.4 Linee guida internazionale ICNIRP
Una linea guida a cui si può fare riferimento è rappresentata dall’
ICNIRP (Internationali Commision on Non- Ionising Radiation
Protection)
L’ICNIRP, dopo aver studiato la letteratura scientifica del settore e
revisionato le linee guida pubblicate nel 1988 dall’IRPA/INIRC, ha
emanato nel 1998 le linee guida sulla protezione dalle esposizioni a
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici con frequenze comprese
tra 1Hz e 300 GHz (Guidelines for limiting of exposure to timevarying
electric, magnetic, and electromagnetic fields up to 300 GHz).
I limiti proposti dall’ICNIRP sono basati, come già detto, su effetti
acuti accertati sperimentalmente, come la stimolazione di muscoli e
nervi periferici, scosse ed ustioni derivanti dal contatto con conduttori ed
un aumento della temperatura dei tessuti dovuti all’assorbimento di
energia.
L’ICNIRP ha adottato, per l’individuazione dei limiti di base, criteri
scientifici diversi per i vari intervalli di frequenza, basati sui dati
attualmente disponibili sugli effetti biologici e sanitari delle esposizioni
a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici dipendenti dal tempo.
I limiti di base, per frequenze comprese tra 1 Hz e 10 MHz, sono
espressi mediante grandezze fisiche (grandezze dosimetriche),
strettamente correlate agli effetti sanitari. Il loro valore numerico viene
determinato in base a valori di soglia relativi a risposte acute accertate
sperimentalmente, come la stimolazione di muscoli e nervi periferici,
scosse ed ustioni derivanti dal contatto con conduttori, l’aumento della
temperatura dei tessuti dovuti all’assorbimento e pesati con opportuni
fattori di sicurezza.
Quindi vengono stabiliti ulteriori valori definiti limiti derivati quale
seconda fase del processo di limitazione delle esposizioni. Tali livelli
sono rappresentati mediante grandezze radiometriche che caratterizzano
l’ambiente in cui avviene l’esposizione. Sono facilmente misurabili con
26
CAPITOLO 4
RIFERIMENTI NORMATIVI
una strumentazione adeguata e non sono correlate alla presenza di un
corpo umano[10].
4.5 Riferimenti tecnici Le Norme CEI
Il comitato elettrotecnico italiano (CEI), si è proposto di preparare
delle norme sull'esposizione umana ai campi elettromagnetici. Già in
vigore dal 2001 due documenti normativi fondamentali (le Guide CEI
211-6 e CEI 211-7), che definiscono i criteri di misura e di valutazione
dei campi elettromagnetici rispettivamente a bassa e ad alta frequenza.
Nel 2002 è inoltre entrata in vigore la Guida CEI 211-10, riguardante i
criteri di installazione sistemi di telecomunicazione fisso (la stazione
radio base per la telefonia cellulare) particolarmente diffuso. Tali guide
hanno costituito, negli ultimi anni, il principale riferimento normativo
tecnico per i decreti 23 aprile 1992 e 10 settembre 1998, riguardanti la
limitazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici
prodotti rispettivamente dagli elettrodotti e dai sistemi fissi di
telecomunicazione, in vigore fino al luglio 2003. La Guida CEI 211-10 è
stata peraltro tenuta in particolare conto in successivi decreti, contenenti
disposizioni volte ad accelerare la realizzazione dei sistemi di
telecomunicazione più strategici.
L’obiettivo della guida CEI è quello di indicare i criteri che devono
essere seguiti affinchè una stazione radio base o una stazione punto,
multi punto sia realizzata in modo da rispettare i limiti e gli obiettivi
richiesti dalla legislazione italiana per l’esposizione dei cittadini ai
campi elettromagnetici in alta frequenza generati intenzionalmente da
apparati per telecomunicazione.
La guida utilizza ampiamente criteri e modalità di progetto, di misura
e di calcolo seguiti in ambito europeo ed internazionale [5].
27
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITA’
5.1 Studio preliminare dei documenti progettuali
Il parere preventivo di compatibilità si propone di verificare il rispetto
dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di
qualità fissati dal D.P.C.M 8 Luglio 2003 sulla base delle caratteristiche
tecniche dell’impianto e del contesto territoriale in cui sarà ubicato,
valutando le immissioni di campo elettromagnetico che saranno prodotte
dall’impianto alla sua massima potenzialità nei punti più esposti.
Una prima fase che possiamo definire preliminare, consiste
nell’analisi dei documenti progettuali presentati dall’ente gestore che
intende installare o modificare un impianto emittente. La maggior parte
di tali progetti è rappresentato dalle stazioni radio base (SRB) a radio
frequenze.
I documenti progettuali riportano informazioni sul sito individuato
per l’installazione come le quote al livello del mare, le altezze degli
edifici, il progetto architettonico dell’impianto, la descrizione tecnica
dell’impianto comprendendo i tipi di antenne, la potenza emessa, la loro
inclinazione (tilt elettrico-meccanico), le misure di campi
elettromagnetici (CEM) di fondo e le valutazioni sui punti più esposti.
All’interno dello studio preliminare con specifici software di calcolo
vengono eseguite le simulazioni che permettono di effettuare un’
indagine spaziale del CEM prodotto dall’impianto con lo scopo di
individuare l’eventuale esistenza di punti particolarmente esposti in cui
potrebbe non essere rispettato quanto disposto nel sopra citato D.P.C.M.
Fra i software utilizzati, ricordiamo ALDENA è di particolare utilità
WinEDT, della VECTOR, che è quello più in uso nelle varie A.R.P.A.
Tale software contiene le informazioni territoriali, relative anche
all’edificato, necessarie alla valutazione e permette di valutare
contemporaneamente il contributo complessivo di tutti i sistemi radianti
presenti nella zona d’interesse.
Ovviamente potrà essere valutato solo il contributo dei sistemi
radianti che siano stati opportunamente inseriti nel database del software
WinEDT.
29
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
5.2 Il software di simulazione WinEDT
WinEDT è un ambiente interattivo destinato all’analisi e alla verifica
sia di campi radio elettrici generati da trasmettitori a radio frequenza, sia
di campi elettromagnetici a bassa frequenza generati dalle linee di
distribuzione elettrica.
Grazie all’ambiente di modellazione solida interattiva su cui WinEDT
è basato, l’Utente può navigare sul modello, aggiungere nuove
informazioni, modificare quelle esistenti, ed eseguire operazioni di
analisi e verifica.
Per ottenere le prestazioni descritte, WinEDT si serve di un data base
misto, grafico e alfanumerico; è inoltre in grado di gestire informazioni
aventi sia formato vettoriale (cioè composte da vertici di coordinate note,
connessi attraverso un grafo di segmenti, o meglio di archi di geodetica)
che matriciale (cioè composte da un insieme di valori, ad esempio di
quota, disposti in forma di matrice rettangolare).
Tutte le informazioni costituiscono il modello territoriale e sono
riferite al geoide, e quindi intrinsecamente tridimensionali. Esse sono
combinate da WinEDT per eseguire le presentazioni su video senza
eseguire proiezioni, ma assumendo le coordinate geografiche latitudine e
longitudine.
5.3 Il modello territoriale usato da WinEDT
Il modello territoriale utilizzato da WinEDT si basa su data base
definito mediante una serie di file di tipo testuale. Tali file possono
quindi essere modificati, con un editor di testo, rendendo così possibile
la definizione e il caricamento di dati da parte dell’utente.
Le matrici utilizzate sono basate sulla tessitura IGM della cartografia
al 25000 (tavolette, quadranti, fogli). In pratica vengono usate due
matrici concatenate: la prima descrive celle della dimensione di un
quadrante, la seconda della dimensione finale (pixel).
I sistemi di riferimento geografici e proiettati utilizzati dal modello
territoriale sono i seguenti:
- WGS84. Utilizzato per i dati provenienti da ricevitori GPS che non
siano stati preventivamente configurati per produrre coordinate ED50
Greenwich;
- GSE (Geografico Sistema Europeo). Utilizza l’ellissoide
internazionale (ED50), con Origine meridiana a Greenwich;
30
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
- GSI (Geografico Sistema Italiano). Utilizza l’ellissoide E40, sistema
nazionale (utilizzato tra l’altro come base dalla cartografia 1:25'000
dell’Istituto Geografico Militare Italiano IGMI), con Origine meridiana a
Greenwich;
- Roma. Utilizza l’ellissoide Ellissoide E40, con Origine meridiana a
Roma Monte Mario. Sono affetti solo i valori di longitudine che
vengono decrementati rispetto a Greenwich, cioè spostati verso ovest, di
12 gradi, 27 primi e 8.4 secondi;
- U.T.M.–WGS84. Sono ottenute da dati WGS84 (che – come è noto
– non si riferiscono ad un vero e proprio ellissoide). Vengono indicati il
fuso e i valori Est e Nord. WinEDT utilizza il metro come unità di
misura;
- U.T.M.–ED50, con indicazione separata delle coordinate. Vengono
indicati il fuso e i valori Est e Nord. WinEDT utilizza il metro come
unità di misura;
- Gauss-Boaga. Analoghe alle U.T.M., sono però coordinate
piane riferite all’E40 e utilizzabili solo per la regione italiana. A
seconda del fuso, la X (longitudine) è incrementata della così detta falsa
origine, che vale 1500 km per il fuso Est (32) e 2520 km per il fuso
Ovest (33). Non occorre dunque l’indicazione del fuso, che si deduce
direttamente dal valore delle X;
- U.T.M. –ED50, con reticolato chilometrico. Sono coordinate piane
riferite all’ED50. Per il passaggio da coordinate riferite ad un ellissoide a
coordinate riferite ad altro ellissoide,
WinEDT utilizza una tabella di dati sperimentali disponibile solo per
la regione italiana.
5.4 Obiettivi del calcolo
L’algoritmo utilizzato valuta il campo elettromagnetico globale
prodotto da tutti gli elementi radianti selezionati secondo criteri
geometrici e radioelettrici.
L’Utente può definire un’area di ricerca ove sono situati gli elementi
radianti da prendere in considerazione nel calcolo.
Tale area può essere costituita da una zona rettangolare oppure da una
zona circolare di centro e raggio assegnati.
L’Utente individua l’area di ricerca attraverso uno dei metodi messi a
disposizione, che includono la selezione puntuale del suo centro
mediante indicazione delle coordinate, per trasferimento delle coordinate
stesse da altra funzione, oppure in
31
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
via interattiva (con puntamento del mouse). Anche l’estensione della
zona viene determinata in modo analogo.
Una volta stabilita la posizione e la morfologia dell’area di ricerca,
vengono ricercate nel data base degli apparati le informazioni relative a
tutti gli impianti radianti di caratteristiche opportune inclusi in tale area.
Il calcolo può essere effettuato in modo puntuale (cioè in un singolo
punto indicato dall’Utente) oppure esteso ad una zona (sempre
selezionabile dall’Utente) secondo criteri assegnati.
È evidente che la seconda modalità operativa è semplicemente una
iterazione automatica della prima. L’algoritmo di calcolo si basa infatti
sulla valutazione puntuale degli effetti cumulativi del campo irradiato da
ciascuna antenna.
Il software inoltre calcola per ogni sistema radiante il volume di
rispetto, costituito dal parallelepipedo contenente il sistema
dimensionato in modo tale che, all’esterno di esso, il livello di campo
generato risulti sicuramente al di sotto di un certo valore di soglia
prefissato. Sovrapponendo tale volume ad una rappresentazione 3D
dell’ambiente dove risulta installato il sistema di antenne (tipicamente
alture e/o tetti di edifici) è possibile verificare l’intersezione o meno del
volume di rispetto con zone interessate dalla presenza di popolazione.
32
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
Figura 7: Rappresentazione 3D dei volumi di rispetto
Per poter procedere alla applicazione dell’algoritmo di calcolo, il
modulo estrae dal data base le seguenti informazioni, per tutti gli
impianti che si trovano nell’area di ricerca:
- Coordinate geografiche e quota sul terreno dell’antenna;
- Potenza nominale dell’apparato;
- Diagramma di irradiazione azimutale dell’antenna impiegata;
- Diagramma di irradiazione zenitale dell’antenna impiegata (se
disponibile);
- Guadagno massimo dell’antenna impiegata;
- Diametro o dimensioni massime lineari (cioè diagonale per i
pannelli rettangolari) dell’antenna impiegata;
- Frequenza di lavoro.
In funzione dei dati elencati nelle liste precedenti, il software
provvede al calcolo del valore quadratico medio, ottenuto estraendo la
radice quadrata della somma dei quadrati dei singoli contributi energetici
di ciascuna delle antenne considerate.
In questo modo è possibile valutare l’effetto di impianti già esistenti,
oppure non ancora installati.
33
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
L’area di influenza delimita la zona ove viene eseguito il calcolo del
livello del campo elettromagnetico presente, come
effetto cumulativo prodotto dagli apparati preventivamente
selezionati.
Tale area può avere una forma rettangolare, con assi paralleli agli assi
coordinati, oppure essere costituita da un settore di corona circolare, di
cui l’Utente può selezionare il raggio minimo e quello massimo, e
l’azimut (riferito al Nord geografico) di inizio e di fine. La zona di
influenza e la zona di ricerca sono completamente indipendenti, e la loro
definizione geometrica non ha alcuna relazione.
Il software WinEDT per poter effettuare i calcoli sull’intensità di
campi elettromagnetici utilizza algoritmi in conformità con le direttive
riportate nella norma CEI 211-10 dell’aprile 2002, dal titolo “Guida alla
realizzazione di una Stazione Radio Base per rispettare i limiti di
esposizione ai campi elettromagnetici in alta frequenza” Inoltre il
software dispone di diversi modelli di calcolo che differiscono in base al
contesto analizzato.
5.5 Valutazione dell’intensità dei campi elettromagnetici in relazione
alla distanza dell’elemento radiante
Il campo elettromagnetico emesso da un qualsiasi elemento radiante
(antenna) assume caratteristiche sensibilmente diverse man mano che ci
si allontana dall’elemento stesso.
Nelle sue immediate vicinanze il campo elettrico e quello magnetico
sussistono separatamente; tali campi sono descrivibili in termini di
accoppiamenti induttivi e capacitivi anziché in termini di propagazione.
Si parla in questo caso di campo vicino reattivo.
Allontanandosi dall’antenna cominciano a manifestarsi e quindi
rapidamente a prevalere i fenomeni radianti: i vettori E ed H sono legati
da relazioni spazio-temporali complesse, e non sono in generale
ortogonali tra loro e con la direzione di propagazione. L’onda
elettromagnetica non ha pertanto le caratteristiche di onda piana, e si
parla di campo vicino radiativo. In questa zona il rapporto tra i moduli
di E ed H varia da punto a punto.
Allontanandosi ulteriormente, il campo elettromagnetico assume
dapprima le caratteristiche di un’onda sferica (vale a dire senza
componenti di H ed E nella direzione di propagazione) e quindi,
definitivamente, le caratteristiche di un’onda piana uniforme, in quanto i
34
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
vettori E ed H sono sempre ed ovunque ortogonali tra loro, giacenti su
un piano ortogonale alla direzione di propagazione, con tali piani che si
mantengono paralleli nello spazio.
In queste condizioni per valutare la densità di potenza in un punto
dello spazio è sufficiente conoscere il valore di E (o di H).
Tale zona è detta di campo lontano.
Le tre zone così individuate sono costituite, nello spazio, dal luogo di
punti tali che la loro distanza R dall’antenna soddisfi le seguenti
condizioni D è la massima dimensione lineare dell’antenna e λ la
lunghezza d’onda. Per ogni zona di campo si assume per R il maggiore
dei valori che soddisfano le diseguaglianze indicate):
Zona di campo vicino reattivo: R≤ 0.62 √D3/ λ (R< λ per dipoli corti)
Zona di campo vicino radiativo: R 0.62 √D3/ λ ≤ R<2 D2 / λ
Zona di campo lontano formule: R>2 D2 / λ oppure R≥3 λ
5.6 Modelli di calcolo
Tra i modelli di calcolo utilizzati correttamente da WinEDT ritroviamo il
“modello spazio libero”, il quale effettua il calcolo mediante le formule,
che forniscono la densità di potenza S e l’intensità di campo elettrico E
nello spazio, note la potenza all’antenna P, il diagramma di radiazione di
questa nello spazio, G( , ) e la distanza d dal centro antenna del punto
in cui si vuole calcolare l’intensità di campo:
S= P* G( , )/ 4 π*d2
E= [30*P* G( , )]1/2/d
Oltre, al modello spazio libero l’utente può utilizzare altri modelli di
calcolo che prendono in considerazione le caratteristiche dell’ambiente
come la presenza di edifici, la densità di popolazione etc. Tra questi
modelli possiamo ricordare:
Modello di Okumura – Hata
Che permette il calcolo in condizione di campo lontano consentendo
il calcolo dell’attenuazione di propagazione in ambiente urbano tra due
punti distanti tra loro. Per effettuare il calcolo sono necessari i seguenti
parametri:
- frequenza di lavoro (centro-banda) (150 – 1500 MHz)
- hT : Altezza Trasmettitore (30 – 200 metri)
- hR : Altezza Ricevitore (1 – 10 metri)
- d : Distanza tra Trasmettitore e Ricevitore (1 – 20 km)
L’ attenuazione è espressa dalla seguente formula [dB]:
35
CAPITOLO 5
PARERE PREVENTIVO DI COMPATIBILITÀ
AOku- Hot = 69.55+26.16logf – 13.82loghT-{[(1.1*logf-0.7)*
*hR-(1.56* logf - 0.8]}+[44.9-6.55log(hT)]*logd
Come si vede, l’attenuazione dipende unicamente dall’altezza
dell’antenna hT, dall’altezza del punto di ricezione hR e dalla frequenza
f.
Modello COST 231 – Hata di campo lontano in ambiente urbano
Si tratta di un ulteriore modello propagativo valido in ambiente
urbano nell’intervallo difrequenze da 1.5 GHz – 2 GHz.
L’attenuazione ACOST-231 tra due punti Tx ed Rx distanti d (km) è
espressa da:
ACOST_231 = 46.3+33.9*logf-13.82loghT-[(1.1*logf-0.7)*
*hR-(1.56*logf-0.8)]+[44.9-6.55log(hT)]*logd+C
Gli intervalli di validità dei diversi parametri del collegamento (hTX,
hRX e d) sono gli stessi indicati nel precedente caso del modello di
Okumura-Hata. La costante C è posta a 3 dB in ambienti urbani
caratterizzati da un’elevata densità di edifici, altrimenti assume il valore
zero. Le unità di misura sono le stesse utilizzate in precedenza [25].
Figura 8: Interfaccia del software WinEDT per l’impostazione del modello di calcolo
36
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT E CASO STUDIO
6.1 Inserimento e creazione del file dati per il popolamento degli
archivi
Il software di simulazione WinEDT prodotto dalla Vector, prevede tra
le sue molteplici funzioni l‘inserimento da parte dell’utente di dati
tecnici sulle stazioni radio base (SRB). Il programma base, dispone di
ampi archivi che possono essere popolati dall’utente.
WinEDT consente la gestione di archivi dati quali:
1. Archivio dei siti, al cui interno si devono inserire dati che
individuano il centro elettrico come, il comune di ubicazione, eventuale
codice identificativo, le coordinate geografiche ecc;
2. Archivio degli elementi radianti, nel quale si devono inserire dati
sui trasmettitori, come l’orientamento, la potenza, l’altezza dal livello
del mare, la frequenza, il tipo di antenna utilizzata e il tipo di sistema
usato (es. GSM,UMTS, DCS etc.).
3. Archivio delle antenne, in cui si devono inserire il modello delle
antenne, il tilt elettrico, i diagrammi di irradiazione, il guadagno e la
potenza.
37
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 9: Interfaccia archivi WinEDT
Per poter inserire queste informazioni si può scegliere tra due metodi
di inserimento: il metodo manuale, utilizzato nel caso in cui si abbia la
necessità di inserire singoli centri elettrici e singoli trasmettitori o il
metodo automatico, adoperato quando si vogliono inserire una quantità
consistente di dati.
Quest’ultimo metodo si è reso utile nel nostro caso, in quanto ci
proponevamo l’obiettivo di trasferire i dati sulle SRB attive ubicati nella
Provincia di Catania ed Enna (gestiti dai diversi gestori di telefonia
radiomobile) in possesso della ARPA Sicilia.
Per inserire automaticamente tutti i dati, il programma prevede la
creazione di files con estensione .xls realizzati con l’applicativo di
appoggio Excel di Microsoft.
38
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
I dati debbono essere inserite in una tabella in cui le righe e le
colonne identificano i campi che dovranno contenere specifiche
informazioni. Alcuni campi sono facoltativi a discrezione dell’utente ed
altri obbligatori per permettere di inserire negli archivi di WinEDT le
informazioni desiderate.
Nel nostro caso sono stati creati una coppia di files (una per ogni
gestore) che riguardavano rispettivamente i centri elettrici e i rispettivi
trasmettitori.
Per arrivare alla realizzazione di questi files definitivi si sono dovute
risolvere alcune problematiche che riguardavano la compatibilità dei dati
in nostro possesso con il format previsto da WinEDT.
La prima operazione effettuata è stata una rielaborazione e selezione
dei dati in modo da raggruppare in un primo file excel solo i dati utili per
la compilazione dei files definitivi. Infatti, i dati originali riportavano un
numero di informazioni aggiuntive che non potevano essere inserite nei
file con estensione .xls.
Questa operazione è stata effettuata per tutti e quattro i gestori di
telefonia mobile presenti sul territorio nazionale.
Effettuato questa prima selezione iniziale di dati utili si è proceduto
successivamente alla creazione dei files definitivi che riguardavano i
relativi centri elettrici.
Il foglio Excel predisposto nel format di WinEDT è costituito da
colonne contenenti informazioni relative: al comune di ubicazione,
l’indirizzo, l’altezza dal livello del mare e le coordinate geografiche
Per poter inserire le coordinate geografiche nella forma sessagesimale
prevista da WinEDT 000E00’00’’ per la longitudine e 000N00’00” per
la latitudine è stato necessario ricorrere a specifiche funzioni di excel,
poiché i dati originali non si presentavano nella forma su menzionata.
Dopo tale modifica è stato possibile con un unica operazione inserire
tutti i valori in nostro possesso e nella forma prevista nei rispettivi files
definitivi. Analoga problematica è stata affrontata e risolta per inserire il
campo nominato Azimut nei files che riguardavano i trasmettitori. I
valori degli Azimut infatti devono essere espressi in gradi sessagesimali
nella forma 000g00’00”.
Un’altra problematica di inserimento dati si è manifestata nella
importazione dei dati sui trasmettitori, impostati nel formato excel
previsto da WinEDT.
39
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Tale impostazione, infatti, è correlata alla presenza di un completo
data base delle antenne trasmittenti. Questo data base, che potrebbe
essere compilato in excel a spese di un enorme dispendio di tempo, può
essere popolato con l’importazione di files con estensione .ant, utilizzate
per esempio dal software ALDENA o con l’importazione di files in
formato .txt.
Si è scelto di importare singolarmente i dati delle antenne (guadagno,
diagrammi di radiazione orizzontale e verticale, etc) in formato . ant a
disposizione della S.T. di Catania, poiché i dati disponibili in formato
.txt per antenne identificate dalla stessa sigla, ma con caratteristiche
diverse, venivano copiati l’uno sull’altro sullo stesso files, rendendo
inutile l’operazione.
Alla fine delle operazioni relative all’inserimento dei dati delle
antenne, dei trasmettitori e dei centri elettrici è stato cosi disponibile per
l’utilizzo di WInEDT l’intero data base necessario per la valutazione di
impianti radio emittenti presenti nelle provincie di Catania ed Enna.
6.2 Caso Studio
Uno dei casi studio svolti con il software WinEDT ha riguardato la
valutazione preventiva per l‘installazione di una nuova stazione radio
base (SRB) per telefonia mobile, sui cui posizionare dei trasmettitori
sulle frequenze GSM (900MHz) e UMTS (2000MHz) in un’ area dove
era già attiva una analoga SRB di altro gestore.
L’impianto preesistente (SRB1) era costituito da due settori
trasmissivi rispettivamente sulle frequenze UMTS (2000 MHz) e DCS
(1800 MHz) , orientati in modo da coprire sul piano orizzontale tutti i
360° dell’area d’interesse.
40
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 10: Localizzazione area studio con il software WinEDT
41
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
6.3 Classificazione e caratterizzazione delle sorgenti presenti
Prima di procedere ad analizzare e calcolare l’impatto che i CEM
possono avere sulle aree vicine è stato necessario individuare le
caratteristiche tecniche degli impianti considerati. Tali informazioni
sono contenute nei progetti presentati dagli enti gestori in sede di
richiesta di autorizzazione o possiamo ritrovarle, come nel nostro caso,
per la SRB1 già autorizzata negli archivi dell’A.R.P.A Sicilia.
Tipo Tx
DCS
DCS
DCS
UMTS
UMTS
UMTS
Tabella 6: Caratteristiche SRB1 (preesistente)
Frequenza
Potenza
Tipo
Azimuth
(MHz)
(W)
antenna
1800.000
58.750
K742236 tilt
160°
0°
1800.000
58.750
K742236 tilt
285°
1800.000
58.750
K742236 tilt
65°
2000.000
33.500
K742236 tilt
160°
2000.000
33.500
K742236 tilt
285°
2000.000
33.500
K742236 tilt
65°
Tabella 7: Caratteristiche nuova Stazione radio base (SRB2)
Tipo Tx
Frequenza.
Potenza
Tipo
Azimuth
(MHz)
(W)
antenna
GSM
900.000
49.000
DBXLH180
6565°-VTM
Tilt 3
GSM
900.000
49.000
DBXLH275
6565°-VTM
tilt 2
GSM
900.000
49.000
DBXLH50
6565°-VTM
tilt 3
UMTS
2000
30.000
DBXLH180
6565°-VTM
tilt 2
UMTS
2000
30.000
DBXLH275
6565°-VTM
tilt 2
UMTS
2000
30.000
DBXLH50
6565°-VTM
tilt 3
42
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
6.4 Ipotesi per il calcolo dei livelli di campi elettromagnetici
L’attività di valutazione teorica del campo elettromagnetico è stata
condotta con il programma di simulazione WinEDT che consente la
valutazione puntuale dei CEM prodotti da un’antenna nelle
approssimazioni di spazio libero e campo lontano.
In tal modo, partendo dai dati radioelettrici e di georeferenziazione
delle SRB progettuali e pregressi è stato possibile ricavare il contributo
di ogni antenna e il livello di CEM presente nella zona attorno agli
impianti.
Tutte le antenne considerate sono state simulate alla massima potenza
di funzionamento; tale ipotesi è stata assunta per garantire un miglior
livello di protezione dall’esposizione ai campi elettromagnetici. Il
rispetto dei limiti in queste condizioni di funzionamento ne garantisce il
rispetto anche nelle normali condizioni di esercizio.
Le caratteristiche topografiche dei punti di valutazione e i risultati
ottenuti sono riportati nelle seguenti tabelle. Inoltre, sono state riportate
nelle figure di seguito allegate le rappresentazioni in 3D (da vari punti di
vista) dei lobi d’irradiazione prodotti dalle SRB e le sezioni sul piano
verticale per i punti, di valutazione numero 3 e numero 6.
43
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
6.5 Risultati
Tabella 8: Valori dei CEM prodotti dalla SRB1 nei diversi punti di simulazione.
Punto
Latitudine
Longitudine
Quota
Valore cem Valore
n°
s.l.m.[m]
[v/m]
limite
[v/m]
1
2
3
4
5
6
7
8
015e12'36"10595
015e12'34"80470
015e12'32"36201
015e12'33"75457
015e12'36"06029
015e12'35"90049
015e12'33"27517
015e12'35"12431
37n45'27"06923
37n45'25"69754
37n45'27"26776
37n45'28"31458
37n45'27"79117
37n45'26"79850
37n45'28"67555
37n45'28"81994
4.41
4.00
3.82
12.13
7.00
8.00
15.50
13.50
1.135
1.262
1.188
4.596
1.50
1.182
2.449
2.125
6
6
6
6
6
6
6
6
Tabella 9: Valore dei CEM prodotti dalla SRB1 e SRB2 nei diversi punti di
simulazione.
Punto
Latitudine
Longitudine
Quota
Torre
Cem Valore
n°
s.l.m.[m]
[m]
tot
limite
[v/m]
[v/m]
1
015e12'32"86542 37n45'28"07996 13.99
1.50
2.735
6
2
3
4
5
6
7
8
015e12'33"45207
015e12'33"15874
015e12'33"78365
015e12'32"07472
015e12'33"42656
015e12'35"90068
015e12'34"43406
37n45'28"26145
37n45'27"74723
37n45'28"35219
37n45'27"12210
37n45'28"55385
37n45'29"81420
37n45'29"34031
44
5.46
13.99
4.11
7.64
12.13
14.31
10.22
1.50
1.50
1.50
1.50
1.50
1.50
1.50
2.756
3.171
2.952
2.219
5.856
2.942
4.233
6
6
6
6
6
6
6
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Tabella 10: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di simulazione 1
Tipo
Frequenza Potenza
CEM %CEM
Gestore
Nome Tx
Tx
(MHz)
(W)
Tx
tot
SRB1
DCS
CT5024_1800_160
1800.00
58.75
0.09
0.13
SRB1
DCS
CT5024_1800_285
1800.00
58.75
0.21
0.60
SRB1
DCS
CT5024_1800_65
1800.00
58.75
1.46
28.71
SRB1
UMTS
CT5024_2000_160
2000.00
33.50
0.08
0.10
SRB1
UMTS
CT5024_2000_285
2000.00
33.50
0.23
0.75
SRB1
UMTS
CT5024_2000_65
2000.00
33.50
0.77
8.10
SRB2
GSM
CT5024_900_180
900.00
49.00
0.71
6.75
SRB2
GSM
CT5024_900_275
900.00
49.00
0.93
11.58
SRB2
GSM
CT5024_900_50
900.00
49.00
0.78
8.28
SRB2
UMTS
CT5024_2000_180
2000.00
30.00
1.13
17.21
SRB2
UMTS
CT5024_2000_275
2000.00
30.00
1.13
17.21
SRB2
UMTS
CT5024_2000_50
2000.00
30.00
0.20
0.57
Tabella 11: Contributo dei CEM dei singoli trasmettitori per il punto di simulazione 2
Tipo
Frequenza Potenza CEM %CEM
Gestore
Nome Tx
Tx
(MHz)
(W)
Tx
tot
SRB1
DCS
CT5024_1800_160
1800.00
58.75
0.28
1.05
SRB1
DCS
CT5024_1800_285
1800.00
58.75
0.35
1.67
SRB1
DCS
CT5024_1800_65
1800.00
58.75
2.00
52.76
SRB1
UMTS
CT5024_2000_160
2000.00
33.50
0.10
0.13
SRB1
UMTS
CT5024_2000_285
2000.00
33.50
0.14
0.26
SRB1
UMTS
CT5024_2000_65
2000.00
33.50
1.06
14.88
SRB2
GSM
CT5024_900_180
900.00
49.00
0.48
3.06
SRB2
GSM
CT5024_900_275
900.00
49.00
0.63
5.26
SRB2
GSM
CT5024_900_50
900.00
49.00
0.60
4.85
SRB2
UMTS
CT5024_2000_180
2000.00
30.00
0.77
7.81
SRB2
UMTS
CT5024_2000_275
2000.00
30.00
0.77
7.81
SRB2
UMTS
CT5024_2000_50
2000.00
30.00
0.19
0.48
45
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Tabella 12: Contributo dei Cem dei singoli trasmettitori per il punto di simulazione 3
Gestore
Tipo
Tx
Nome Tx
Frequenza
(MHz)
Potenza
(W)
CEM
Tx
%CEM
tot
SRB1
SRB1
SRB1
SRB1
SRB1
SRB1
SRB2
SRB2
SRB2
SRB2
SRB2
SRB2
DCS
DCS
DCS
UMTS
UMTS
UMTS
GSM
GSM
GSM
UMTS
UMTS
UMTS
CT5024_1800_160
CT5024_1800_285
CT5024_1800_65
CT5024_2000_160
CT5024_2000_285
CT5024_2000_65
CT5024_900_180
CT5024_900_275
CT5024_900_50
CT5024_2000_180
CT5024_2000_275
CT5024_2000_50
1800.00
1800.00
1800.00
2000.00
2000.00
2000.00
900.00
900.00
900.00
2000.00
2000.00
2000.00
58.75
58.75
58.75
33.50
33.50
33.50
49.00
49.00
49.00
30.00
30.00
30.00
0.19
0.11
1.40
0.14
0.08
0.74
0.92
1.20
0.76
1.48
1.48
0.40
0.37
0.12
19.58
0.21
0.07
5.52
8.43
14.46
5.77
21.91
21.91
1.66
Tabella 13: Contributo dei Cem dei singoli trasmettitori per il punto di simulazione 4
Tipo
Frequenza Potenza CEM %CEM
Gestore
Nome Tx
Tx
(MHz)
(W)
Tx
tot
SRB1
DCS
CT5024_1800_160
1800.00
58.75
0.25
0.71
SRB1
DCS
CT5024_1800_285
1800.00
58.75
0.10
0.13
SRB1
DCS
CT5024_1800_65
1800.00
58.75
2.35
63.66
SRB1
UMTS
CT5024_2000_160
2000.00
33.50
0.12
0.18
SRB1
UMTS
CT5024_2000_285
2000.00
33.50
0.05
0.03
SRB1
UMTS
CT5024_2000_65
2000.00
33.50
1.26
18.24
SRB2
GSM
CT5024_900_180
900.00
49.00
0.41
1.94
SRB2
GSM
CT5024_900_275
900.00
49.00
0.53
3.34
SRB2
GSM
CT5024_900_50
900.00
49.00
0.20
0.50
SRB2
UMTS
CT5024_2000_180
2000.00
30.00
0.65
4.96
SRB2
UMTS
CT5024_2000_275
2000.00
30.00
0.65
4.96
SRB2
UMTS
CT5024_2000_50
2000.00
30.00
0.34
1.35
46
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Tabella 14: Contributo dei Singoli trasmettitori per il punto di simulazione 5
Tipo
Frequenza Potenza
Gestore
Nome Tx
CEM Tx
Tx
(MHz)
(W)
SRB1
DCS
CT5024_1800_160
1800.00
58.75
0.14
SRB1
DCS
CT5024_1800_285
1800.00
58.75
0.13
SRB1
DCS
CT5024_1800_65
1800.00
58.75
0.74
SRB1
UMTS
CT5024_2000_160
2000.00
33.50
0.02
SRB1
UMTS
CT5024_2000_285
2000.00
33.50
0.02
SRB1
UMTS
CT5024_2000_65
2000.00
33.50
0.39
SRB2
GSM
CT5024_900_180
900.00
49.00
0.25
SRB2
GSM
CT5024_900_275
900.00
49.00
1.04
SRB2
GSM
CT5024_900_50
900.00
49.00
0.91
SRB2
UMTS
CT5024_2000_180
2000.00
30.00
0.06
SRB2
UMTS
CT5024_2000_275
2000.00
30.00
0.25
SRB2
UMTS
CT5024_2000_50
2000.00
30.00
1.45
%CEM
tot
0.42
0.40
11.12
0.02
0.02
3.14
1.29
22.13
17.06
0.07
1.34
43.00
Tabella 15: Contributo dei Singoli trasmettitori per il punto di simulazione 6
Tipo
Frequenza Potenza
Gestore
Nome Tx
CEM Tx
Tx
(MHz)
(W)
SRB1
DCS
CT5024_1800_160
1800.00
58.75
2.77
SRB1
DCS
CT5024_1800_285
1800.00
58.75
2.80
SRB1
DCS
CT5024_1800_65
1800.00
58.75
2.77
SRB1
UMTS
CT5024_2000_160
2000.00
33.50
1.46
SRB1
UMTS
CT5024_2000_285
2000.00
33.50
1.19
SRB1
UMTS
CT5024_2000_65
2000.00
33.50
1.46
SRB2
GSM
CT5024_900_180
900.00
49.00
0.42
SRB2
GSM
CT5024_900_275
900.00
49.00
0.56
SRB2
GSM
CT5024_900_50
900.00
49.00
1.96
SRB2
UMTS
CT5024_2000_180
2000.00
30.00
0.68
SRB2
UMTS
CT5024_2000_275
2000.00
30.00
0.68
SRB2
UMTS
CT5024_2000_50
2000.00
30.00
0.18
%CEM
tot
22.50
22.85
22.50
6.24
4.14
6.24
0.53
0.92
11.28
1.36
1.36
0.10
47
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Tabella 16: Contributo dei singoli trasmettitori per il punto di simulazione 7
Tipo
Frequenza Potenza
CEM
%CEM
Gestore
Nome Tx
Tx
(MHz)
(W)
Tx
tot
SRB1
DCS CT5024_1800_160
1800.00
58.75
0.87
8.86
SRB1
DCS CT5024_1800_285
1800.00
58.75
0.87
8.86
SRB1
DCS
CT5024_1800_65
1800.00
58.75
0.28
0.96
SRB1
UMTS CT5024_2000_160
2000.00
33.50
0.46
2.50
SRB1
UMTS CT5024_2000_285
2000.00
33.50
0.46
2.50
SRB1
UMTS CT5024_2000_65
2000.00
33.50
0.33
1.30
SRB2
GSM
CT5024_900_180
900.00
49.00
0.17
0.35
SRB2
GSM
CT5024_900_275
900.00
49.00
0.22
0.59
SRB2
GSM
CT5024_900_50
900.00
49.00
1.70
33.63
SRB2
UMTS CT5024_2000_180
2000.00
30.00
0.27
0.88
SRB2
UMTS CT5024_2000_275
2000.00
30.00
0.27
0.88
SRB2
UMTS CT5024_2000_50
2000.00
30.00
1.82
38.67
Tabella 17: Contributo dei Singoli trasmettitori per il punto di simulazione 8
Gestore
Tipo
Nome Tx
Frequenza
Potenza CEM %CEM
Tx
(MHz)
(W)
Tx
tot
SRB1
DCS
CT5024_1800_160 1800.00
58.75
1.94
21.20
SRB1
DCS
CT5024_1800_285 1800.00
58.75
1.94
21.20
SRB1
DCS
CT5024_1800_65
1800.00
58.75
0.69
2.70
SRB1
UMTS CT5024_2000_160 2000.00
33.50
1.03
5.98
SRB1
UMTS CT5024_2000_285 2000.00
33.50
1.03
5.98
SRB1
UMTS CT5024_2000_65
2000.00
33.50
1.28
9.27
SRB2
GSM
CT5024_900_180
900.00
49.00
0.24
0.34
SRB2
GSM
CT5024_900_275
900.00
49.00
0.32
0.59
SRB2
GSM
CT5024_900_50
900.00
49.00
1.93
20.96
SRB2
UMTS CT5024_2000_180 2000.00
30.00
0.39
0.87
SRB2
UMTS CT5024_2000_275 2000.00
30.00
0.39
0.87
SRB2
UMTS CT5024_2000_50
2000.00
30.00
1.34
10.05
48
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 11: Rappresentazione in 3D dell’area studio e dei lobi di irradiazione degli
impianti
49
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 12: Rappresentazione in 3D dell’area studio e dei lobi di irradiazione degli
impianti
50
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 13: Rappresentazione in 3D dell’area studio e dei lobi di irradiazione degli
impianti
51
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 14: Rappresentazione dei lobi di irradiazione degli impianti
52
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 15: Sezione piano verticale punto di simulazione numero 3
53
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
Figura 16: Sezione piano verticale punto di simulazione numero 6
54
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
6.6 Discussione risultati e considerazioni conclusive
Dall’analisi dei punti di valutazione effettuati si può notare
che i campi elettromagnetici prodotti dagli impianti presentano
valori da un minimo di 2,7 [V/m] a un massimo di 5,8 [V/m].
Nel complesso per il caso in esame, possiamo dedurre che
l’installazione del nuovo impianto cosi come previsto dal
progetto presentato dalla società di gestione di telefonia mobile,
produrrà nelle aree limitrofe, a diverse altezze valori di CEM
che non superano il valore di attenzione massimo di 6 [V/m],
valore valevole per i luoghi in cui sia possibile una permanenza
umana superiore alle quattro ore giornaliere.
Tuttavia però, il valore riscontrato nel punto stimato numero
6 è uguale a 5,8 [V/m] che arrotondato all’unità, diventa pari al
limite massimo di 6 [V/m] previsto dalla normativa di
riferimento.
Sapendo inoltre che la stima è stata eseguita a un’altezza di
metri 12,13 dal livello del mare e notando dalla sezione
effettuata sul piano verticale (figura 16) che il lobo
d’irradiazione prodotto sembra interessare la superficie di un
edificio presente nell’area oggetto di studio, in una prospettiva
di valutazione cautelativa per tale punto sarebbe opportuna una
verifica preventiva in modo da individuare la possibilità di
permanenza umana superiore alle quattro ore giornaliere.
In caso affermativo prima di procedere al rilascio del parere
preventivo di compatibilità, l’impianto dovrà subire delle
modifiche per ricondurre i valori dei CEM sotto il limite
massimo previsto.
Si possono ipotizzare interventi sull’impianto quali la
riduzione di potenza e/o la modifica dell’orientamento delle
antenne.
Infine, possiamo affermare che nel complesso anche se con
qualche difficoltà iniziale, il software di simulazione utilizzato
WinEDT si è rivelato adeguato a una completa valutazione del
campo elettrico prodotto da più impianti emittenti presenti nelle
aree d’interesse grazie anche alla possibilità di poter
visualizzare la cartografia regionale ufficiale e utilizzare la
55
CAPITOLO 6
POPOLAMENTO ARCHIVIO DI WINEDT
E CASO STUDIO
simulazione in 3D che permette di ottenere una panoramica più
completa delle immissioni di CEM sulle aree oggetto di studio.
Possiamo concludere dicendo che l’esperienza svolta è stata
molto interessante e utile permettendo di acquisire delle
conoscenze e abilità che possono essere ulteriormente
sviluppate.
56
BIBLIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA
[1] APAT, Annuario dei dati ambientali 2002;
[2] APAT, Annuario dei dati ambientali – SINTESI 2003
[3] ARPA Sicilia, 2003a – Progetto di rete di rilevamento dei campi
elettromagnetici.
[4] CEI 211-10 Guida alla realizzazione di una stazione radio base per
rispettare i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici in alta
frequenza;
[5] CEI 211-7-Guida per la misura e per la valutazione dei campi
elettromagnetici nell'intervallo di frequenza 10kHz-300GHz, con
riferimento all'esposizione umana
[6] Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Ricerca sulle onde
elettromagnetiche – Firenze, D. Andreuccetti, M. Bini, A. Checcucci, M.
Grandolfo, A. Ignesti, L. Millanta, R. Olmi; N. Rubino, Seconda edizione
I.R.O.E – 1998;
[7] Decreto legislativo 1° agosto 2003, n.259, Codice delle
comunicazioni elettroniche, G.U. 15 settembre 2003, n.214,S.O. n. 150;
[8] D.C.P.M. 8 Luglio 2003, Fissazione dei limiti di esposizione, dei
valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della
popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100KHz e 300GHz,
G.U. 28 agosto 2003, n.199;
[9] Grandolfo: “La normativa internazionale per le esposizioni ai campi
elettromagnetici”; Atti del seminario su ELF e RF“Le onde
elettromagnetiche: rischi e certezze”, San Marino, 28-30 marzo 2001.
[10] GUIDA ICNIRP (“Linee guida per la limitazione dell’esposizione a
campi elettrici e magnetici variabili nel tempo ed a campi
elettromagnetici fino a 300 GHz”);
[11] Legge n.36 del 22 febbraio 2001 - Legge quadro sulla protezione
dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici;
[12] Raccomandazione del Consiglio europeo del 12 luglio 1999
relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi
elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz (1999/519/CE).
57
APPENDICE
PLANIMETRIA AREA STUDIO
APPENDICE
Figura 17: Planimetria area studio
61
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