DOMENICA 5^ DI QUARESIMA 25 MARZO 2012 Il brano del Vangelo segue immediatamente la narrazione dell’ingresso trionfale del Signore a Gerusalemme. Tutti sembrano averlo accolto: persino alcuni Greci, di passaggio, andarono a rendergli omaggio. Questo è il contesto in cui Giovanni comincia il racconto della Passione. Come in natura, il chicco di grano muore per generare una nuova vita, così Gesù, con la sua morte, riconduce tutto quanto al Padre. Non è l’acclamazione del popolo che farà venire il Regno, ma il consenso del Padre. Il ministero e l’insegnamento di Gesù testimoniano che egli è venuto da parte del Padre. Aprirci a lui, significa passare dalla conoscenza di quanto egli ha detto o fatto all’accettazione della fede. La voce venuta dal cielo ci riporta alla Trasfigurazione, ma qui, chi sente questa voce, o non la riconosce per nulla, o la percepisce come una vaga forma di approvazione. Eppure tale conferma era proprio destinata a loro. Questo è anche un richiamo per noi: se non siamo pronti ad ascoltare la parola di Dio, anche noi resteremo insensibili. El Greco, Cristo abrazando la Cruz, 1580 ca., Metropolitan Museum of Modern Art, New York. Nel quadro di El Greco vediamo quindi uno dei suoi temi più ripetuti lungo la sua carriera artistica. Gesù, in primo piano, cammina verso il Gòlgota, trascinando la Croce. Il suo sguardo è rivolto verso il cielo, e con gli occhi pieni di lacrime trasmette la consapevolezza del suo destino. Eppure, nonostante la Passione che lo attende, il suo viso ispira serenità e pace, accogliendo con consapevolezza il suo martirio. Il cielo tempestoso contorna scuramente l’opera, ma la luce che scaturisce da Gesù illumina le sue vesti e la sua figura, a simboleggiare la Ressurrezione che lo attende. Tutti coloro che vogliono seguire Cristo, che accettano questa nuova via, scelgono di porsi al servizio di Cristo e di camminare al suo fianco. Il significato pregnante di queste parole - essere sempre con lui dovunque egli sia - ci viene presentato nell’insegnamento e nel nutrimento spirituale della Quaresima. All’avvicinarsi della celebrazione dei misteri pasquali, portiamo in noi la certezza che servire Cristo significa essere onorati dal Padre. LECTIO SUL VANGELO PREGHIERA Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa' che nelle prove della vita partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli. VANGELO Gesù attraverso la parabola del seme di grano che muore per dare la vita, evidenzia la fecondità del sacrificio. Parla dell’”ora” della sua elevazione da terra: dalla croce, umiliato, alla gloriosa risurrezione. Dal vangelo secondo Giovanni (12,20-33) In quel tempo, Si tratta di Greci per nascita e non di Giudei, ma di simpatizzanti, proseliti. Venivano chiamati “Timorati di Dio” 20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, Filippo e Andrea hanno nomi greci e provengono da Betsaida, città di frontiera. Forse per questo si sono rivolti ai due discepoli. vogliamo vedere Gesù». 22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23 Gesù non si rivolge ai Greci, ma ai discepoli. In Gv tutta la vita di Gesù tende a quest’Ora: è la glorificazione della croce. “In verità…” introduce una rivelazione importante. La fecondità dipende dalla caduta nella terra e dalla morte. Si potrebbe rendere l’idea dicendo: “Chi considera la vita come «mia»… la perde” Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24 In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25 Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Seguire Gesù non è solo “Credere”, ma arrivare dove giunge Lui: alla morte. 26 Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Il turbamento di Gesù esprime la sua profonda umanità e la tentazione che sta all’inizio della vita pubblica e si prolunga fino alla sua agonia. La preghiera di Gesù non è “Salvami”, ma “che Tu sia riconosciuto come Dio”. La risposta del Padre indica che la sua glorificazione diventa anche glorificazione del Figlio. 27 Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29 La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». La voce del Padre non è rivolta tanto al Figlio quanto ai discepoli. 30 Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. L’ora dell’amore e della morte riveleranno il dramma del male e del maligno. “Attirerò” è un futuro che inizia dall’innalzamento e sarà senza fine. Si può dedurre che il servo di Gesù sarà “nel Padre”, cioè nell’intimità di Dio. 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33 Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Meditazione – cosa Dio dice a me Preghiera – cosa io posso dire a Dio Condivisione – comunico ai fratelli quello che il Signore mi ha fatto capire Azione – cosa può cambiare per me PRIMA LETTURA Il profeta a nome di Dio promette al suo popolo una nuova alleanza, quella suggellata dal sangue di Cristo. Dal libro del profeta Geremìa (31,31-34) 31 Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. 32 Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. 33 Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34 Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato». SALMO RESPONSORIALE (SaI 50,3-4.12-15) Crea in me, o Dio, un cuore puro. Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. SECONDA LETTURA Cristo Gesù è il Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza, che si offre in sacrificio, una volta per tutte, al Padre per la salvezza dei fratellL Dalla lettera agli Ebrei (5,7-9) 7 Nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. 8 9 Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, PREGHIERA Chi ama la sua vita… C’è un modo di amare la propria vita: divinizzarla. Ma ne esiste anche un altro: donarla. Nel primo caso quanto più ti innalzi, tanto più appari lontano, irraggiungibile, fuori dal tempo, eterno, inaccessibile al male. Nel secondo caso entri nel solco della terra, scompari, non sei, perché nessuno ti vede e, se ti si vede, sei uno come tanti, anonimo elemento del mondo, puoi essere calpestato o rispettato, accolto o respinto, ringraziato o offeso, apprezzato o invidiato. Tu, Signore, mi suggerisci che in questa banale e semplificata teoria degli opposti, è il caso di fare una scelta. La scelta del morire, di odiare la vita, del servire, del seguire te. Ma quale consistenza hanno queste parole, tutte al negativo? Credo che la chiave sia nel contrasto “amare/odiare”. Si ama la vita quando la si esalta fino a circoscriverla e porla come centro del nostro universo. La si ama fino a restare soli, senza più nessuno che ti voglia bene. Una vita così può, per un po’ di tempo, darti il delirio dell’onnipotenza. Presto, però, ti senti padrone di un deserto. Ecco perché mi dici di non lasciarmi suggestionare da “questa vita egocentrica”. Signore, aiutami a capire che la vita è da un’altra parte, in mezzo alla gente, affondata in un terreno che la fa morire e solo così “produce molto frutto”. Nel cammino verso la Pasqua si rende sempre più evidente la radicalità della scelta di credere. Non si tratta di idee, di soluzioni intellettuali, ma di seguire le scelte di un Dio che ci sta davanti.