Riassunto di altri capitoli del libro

Lettura del capitolo 3
(ipotesi del capitolo: k è fisso e L è fisso;K e L sono pienamente utilizzati;la produzione aggregata è fissa)
il PIL misura la produzione aggregata di beni e servizi di una nazione e misura anche il reddito totale della nazione.
Entrate tributarie - spesa pubblica = risparmio pubblico. (può avere un surplus sia un deficit)
Il PIL o produzione di beni e servizi di un sistema economico dipende da due aspetti: dalla quantità di fattori di
produzione che l'economia dispone e dalla capacità di trasformare questi fattori di produzione in beni e servizi . I fattori
di produzione sono usati per produrre beni e servizi i più importanti sono il capitale e il lavoro. La tecnologia di
produzione disponibile determina il volume di produzione che si ottiene per ogni data qnt di capitale e lavoro. La
tecnologia disponibile viene descritta dalla funzione di produzione: Y è la produzione aggregata Y= F(K,L) “la
produzione aggregata è una funzione della qnt di capitale e lavoro”. Molti tipi di queste funzioni godono di una
proprietà detta rendimenti di scala costanti: a parità di aumento % di Input la funzione aumenta della stessa qnt % l'O.
I fattori di produzione e la funzione di produzione, insieme, determinano la qnt di beni e servizi offerti che equivale al
prodotto dell'economia. In formula: Y= F(K,L)=Y.
PML= F(k,L+1)-F(K,L) prodotto marginale del lavoro. Generalmente le funzioni di produzione hanno un prodotto marginale
decrescente: tenendo fissa la qnt di capitale il prodotto marginale del lavoro diminuisce all'aumentare della qnt del
lavoro impiegata.(tenendo fissa la dim del forno ogni lavoratore addizionale aggiunge sempre meno pane alla produzione del panificio). La
pendenza della funzione di produzione è uguale al prodotto marginale del lavoro.
L'impresa fa profitto finché il salario totale è inferiore all'insieme dei costi, quindi può assumere lavoratori finché PML
x P = W cioè PML=W/P. W/P è detto salario reale: è la remunerazione del lavoro misurata in unità di prodotto.
Ipotizzo che il livello di consumo dipenda direttamente dal livello di reddito disponibile: C=C(Y-T). La relazione fra
consumo e reddito disonibile è chiamata funzione di consumo. La propensione marginale al consumo è PMC.
La quantità domandata di beni di investimento dipende dal tasso di interesse cioè dal costo delle risorse necessarie per
finanziare l'acquisto dei beni. Se il tasso di interesse aumenta→ il numero di progetti di investimento redditizi
diminuisce e così anche la quantità domandata di beni di investimento. I=I(r).
Il tasso di interesse reale (r) è il tasso di interesse nominale (i)depurato dagli effetti dell'inflazione.
Definisco T come la differenza fra le imposte e i trasferimenti.
Se G=T il bilancio dello Stato è in pareggio. Se G<T lo Stato ha un avanzo di bilancio, se G>T lo Stato ha un disavanzo
di bilancio.
Nel modello classico il tasso di interesse è importantissimo nella determinazione dell' equilibrio tra domanda e offerta.
L'equazione riassuntiva dei concetti: Y=C(Y-T)+I(r)+G . Se il tasso di interesse è troppo alto, la spesa per investimento
è troppo bassa e l'offerta (Y) eccede la domanda (il resto) ; se il tasso di interesse è troppo basso, la spesa per
investimento è troppo elevata e la domanda eccede l'offerta.
Ritorno sull'investimento: vd grafico fig 3.12. Un aumento della domanda dei beni di investimento fa spostare la curva
di investimento verso destra. Il pt di equilibrio si sposta più in alto.
Conclusione:
ho sviluppato un modello che si fonda sull'ipotesi che i prezzi si aggiustino in modo da portare in equilibrio i mercati
dei fattori e il tasso di interesse garantisce l'equilibrio tra domanda e offerta di beni e servizi. È detto modello di
equilibrio economico generale.
Le ipotesi fatte sono:
• ignorato il ruolo della moneta.
• Ipotizzato un'economia chiusa
• ipotizzato che la forza lavoro sia pienamente occupata
• stock di capitale, forza lavoro e tecnologia di produzione sono dati
• ignorato il ruolo della vischiosità dei prezzi nel breve periodo
Lettura del capitolo 4:
Teoria quantitativa della moneta:
MxV=PxT es. in un anno sono vendute 60 pagnotte P=0,50€ l'una→ PT=30€/anno. immagino che la qnt di denaro
presente in economia sia di 10€: ciò vuol dire che V=3 volte all'anno cioè ogni banconota deve necessariamente
cambiare di mano 3 volte all'anno.
Siccome le transazioni sono difficili da misurare → T viene sostituito con la produzione aggregata del sistema
economico Y. Transazioni e produzione aggregata sono strettamente correlate: qnt più l'economia produce, tanto più
beni e servizi vengono scambiati. Il valore monetario delle transazioni è approssimativamente proporzionale al valore
monetario della produzione aggregata.
Indico con Y la produzione aggregata e con P il prezzo unitario, il valore monetario della produzione aggregata è pari
a P x Y. Y è il PIL reale, PxY è il PIL nominale.
L'equazione quantitativa la posso scrivere così Mx V= PxY. Poiché Y è anche il reddito totale, in questa versione
dell'equazione quantitativa V è chiamata velocità di circolazione della moneta rispetto al reddito e misura il numero di
volte in cui, mediamente, ogni banconota entra nel reddito di un individuo in un dato periodo di tempo. È questa
l'equazione comunemente usata.
Spesso è utile considerare la qnt di moneta espressa in termini di quantità di beni e servizi che può acquistare: M/P
saldi monetari reali: è il rapporto fra qnt di moneta e livello generale dei prezzi. Essi misurano il potere di acquisto
dello stock della moneta.
Una funzione di domanda di moneta è un'equazione che spiega come si determina la quantità di saldi monetari reali
che gli individui desiderano ottenere. Una semplice è (M/P)^d= k x Y. Dove k= indica la qnt di moneta che gli
individui desiderano detenere per ogni unità di reddito. Questa equazione stabilisce che la quantità domandata di
saldi monetari reali è proporzionale al reddito reale. La funzione di domanda di moneta è come la funzione di domanda
di un bene qualunque: in questo caso però il bene è rappresentato dalla comodità di avere a disposizione saldi monetari
reali. Un reddito più elevato fa aumentare anche la domanda di saldi monetari reali.
Aggiungo alla funzione di domanda di moneta la condizione che la domanda di saldi monetari reali, (M/P)^d, deve
essere uguale all'offerta, M/P. Dopo aver scritto M/P=kY → MV=PY con V= 1/K. Questi passaggi matematici
dimostrano il collegamento esistente fra domanda di moneta e la velocità di circolazione della moneta. Se gli individui
desiderano detenere molta moneta per ogni unità di reddito (k elevato) la moneta cambia di mano molto raramente (V è
basso). Al contrario se gli individui desiderano detenere poca moneta per unità di reddito (k basso) le banconote
cambiano di mano con grande frequenza (V elevato). Il parametro k della domanda è la velocità di circolazione della
moneta. V sono le 2 facce della stessa domanda.
Se ipotizzo la velocità di circolazione della moneta costante (V) , l'equazione quantitativa si trasforma in un utile teoria
della moneta sul sistema economico, detta teoria quantitativa della moneta. L'equazione, con V costante, MV=PY si
può considerare una teoria della determinazione del PIL nominale. Allora una variazione nella qnt di moneta provoca
necessariamente una variazione proporzionale del PIL nominale (PY). Questo significa che se la velocità è costante la
quantità di moneta determina il valore monetario della produzione aggregata
La teoria quantitativa della moneta afferma che la banca centrale controllando l'offerta di moneta (=qnt di moneta
disponibile in un sistema economico), ha il controllo assoluto del tasso di inflazione. Se la banca centrale mantiene stabile
l'offerta di moneta, il livello dei prezzi è stabile; se la banca centrale aumenta rapidamente l'offerta di moneta, il livello
dei prezzi aumenta più rapidamente.
La domanda di saldi monetari reali (M/P) dipende sia dal livello del reddito sia dal tasso di interesse nominale; posso
scrive la domanda di moneta così: (M/P)^d= L (i,Y). Per denominare la domanda di moneta si prende la lettera L
perchè la moneta è l'attività più liquida dell'economia. Questa equazione afferma che la domanda di liquidità dei saldi
monetari reali è una funzione del reddito e del tasso di interesse nominale: quanto più elevato è il livello del reddito Y,
tanto più elevata è la domanda di saldi monetari reali; e quanto più elevato è il tasso di interesse nominale i, tanto più
bassa è la domanda di saldi monetari reali.
Il tasso di interesse nominale i rappresenta il costo- opportunità di detenere moneta in forma liquida
La relazione fra moneta, prezzi e tasso di interesse:
Offerta di moneta & Domanda di moneta → livello dei prezzi→tasso di inflazione→ tasso di interesse
nominale→Domanda di moneta.
L'irrilevanza della moneta per le variabili reali è detta neutralità della moneta. L'equilibrio nel mercato monetario
determina solo il livello dei prezzi e quindi tutte le variabili nominali.
Lettura del capitolo 5
NX sono le esportazini nette NX= EX- IM.
Y=C+I+G+NX dice che la spesa per la produzione nazionale è pari alla somma di consumo, investimento, spesa
pubblica ed esportazioni nette. NX= Y-C-I-G-NX: se la produzione aggregata è superiore alla spesa interna, si esporta
la differenza e le esportazioni nette sono positive; se la produzione aggregata è inferiore alla spesa interna, si importa la
differenza e le esportazioni nette sono negative.
Mentre il PIL misura il reddito totale prodotto all'interno del Paese, il PNL misura il reddito totale guadagnato dai
residenti di un paese. PNL= PIL+redditi fattori provenienti dall'esterno – redditi dei fattori corrisposti a soggetti esteri
(REN= reddito estero netto).
Il saldo commerciale è il valore monetario delle esportazioni nette di beni e servizi.
L'effetto di un qls provvediemento di politica economica sul saldo commerciale può essere determinato sulla base dei
suoi effetti sul risparmio e sull'investimento; i provvedimenti che fanno aumentare il risparmio o diminuire
l'investimento generano un avanzo commerciale (=esp nette paese>0); i provvedimenti che fanno diminuire il risparmio o
aumentare l'investimento generano un disavanzo commerciale.
La disoccupazione causata dal tempo necessario per trovare una nuova occupazione è chiamata disoccupazione
frizionale.
Una causa della disoccupazione è la rigidità dei salari , cioè l'incapacità dei salari di aggiustarsi istantaneamente,
facendo si che l'offerta di lavoro sia uguale alla domanda di lavoro. Qui viene meno l'ipotesi del capitolo 3.
La disoccupazione che risulta dalla rigidità dei salari è detta disoccupazione strutturale: i lavoratori sono disoccupati
perchè l'offerta di lavoro è superiore alla domanda , col salario reale corrente. (devono aspettare che si liberi un posto).
(salto capitoli)
Capitolo 9:
Nel lungo periodo i prezzi sono flessibili e possono reagire ai cambiamenti dell'offerta e della domanda; nel breve
periodo molti prezzi sono vischiosi a livelli predeterminati. Un riduzione di moneta nel lungo periodo ha effetto solo
sulle variazioni nominali cioè sulle variabili espresse in termini monetari, e non sulle variabili reali. Dunque nel lungo
periodo una riduzione dell'offerta di moneta non provoca fluttuazioni della produzione aggregata o dell'occupazione.
Nel breve periodo molti prezzi non reagisono alle variazioni della politica monetaria infatti la maggior parte dei prezzi è
vischiosa, ciò implica che gli effetti a breve termine di una variazione dell'offerta di moneta non siano gli stessi che si
manifestano nel lungo periodo.
Domanda aggregata (DA): è la relazione fra quantità domandata di prodotto aggregato e il livello nazionale dei prezzi,
detto altrimenti è la quantità di beni e servizi che gli individui desiderano acquistare per ogni dato livello dei prezzi.
Un approccio semplice e incompleto alla teoria della domanda aggregata: l' equazione quantitativa come domanda
aggregata. Ricordo la MV=PY: se la velocità di circolazione è costante, tale equazione dice che l' offerta di moneta
determina il valore nominale del prodotto che a sua volta si ottine moltiplicando la quantità di prodotto aggregato per il
livello generale dei prezzi. Riscrivo l'equazione quantitativa in termini di domanda e offerta di saldi monetari reali:
M/P= (M/P)^d=kY k=1/V. In questa forma l'equazione dice che l'offerta di saldi monetari reali M/P è uguale alla
domanda di saldi monetari reali (M/P)^d la quale a sua volta è proporzionale al reddito Y. Ipotizzare che la velocità di
circolazione della moneta sia costante, equivale a ipotizzare che la domanda di saldi monetari reali per unità di prodotto
sia costante.
Se tengo fissa l'offerta di moneta M e la velocità di circolazione V, → la relazione fra P e Y è inversa.
(iperbole rif agli assi). La curva di DA ha pendenza negativa perchè: se la produzione aggregata è più alta, gli individui
effettuano più transazioni e hanno la necessità di saldi monetari reali M/P più elevati. Per ogni dato livello di offerta di
moneta. Ma i saldi monetari reali più elevati implicano un più basso livello dei prezzi. Viceversa se il livello dei prezzi è
più basso i saldi monetari reali sono più elevati; ciò permette un maggior numero di transazioni e quindi implica una
maggiore domanda di prodotto aggregato.
La curva di domanda aggregata è tracciata per una dato livello di offerta di moneta M. La curva di domanda
aggregata rappresenta graficamente tutte le possibili combinazione di P e di Y che soddisfino l'equazione quantitativa,
dato un livello fisso di M. Se la BC modifica l'offerta di moneta la curva si sposta perchè cambiano le combinazioni di P
e Y: se la BC riduce l'offerta di moneta (M): risp all'eq MV=PY, essa provoca una riduzione proporzionale del valore
nominale del prodotto PY, per ogni dato livello dei prezzi il prodotto diminuisce e per ogni dato livello di prodotto
aggregato il livello dei prezzi diminuisce. (la curva va verso sx). Se la BC riduce l'offerta di moneta (M) induce un
aumento nella domanda un aumento proporzionale PY; per ogni dato livello dei prezzi la quantità di prodotto aumenta e
per ogni dato livello di prodotto il livello dei prezzi aumenta. (la curva trasla vs sx).
NB Le fluttuazioni della domanda aggregata non traggono origine esclusivamente dalle variazioni dell'offerta di mone ta
(x es la curva si sposta perchè varia la V), svilupperemo il modello is-lm che terrà conto di questo.
La curva di offerta aggregata non dice livelli dei prezzi, ma si limita a descrivere la relazione fra il livello dei prezzi e
il volume della produzione aggregata. Per definire il valore delle due variabili devo associare alla curva di domanda
aggregata un'ulteriore relazione fra P eY che intersechi a curva di domanda. La D e la S definiscono i livello dei prezzi e
la quantità del prodotto. L'offerta aggregata (OA) è la relazione tra la quantità di beni e servizi offerti e il livello dei
prezzi. Essa dipende dall'orizzonte temporale considerato: prezzi fissi OABP e prezzi vischiosi OALP.
- OALP: è una retta verticale nel solito grafico; nella teoria classica la produzione aggregata non dipende dal livello
generale dei prezzi. Siccome è verticale le variazioni della domanda aggregata influenzano il livello dei prezzi, ma non
il prodotto aggregato. L'intersezione conferma quanto detto.
- OABP: è una retta orizzontale; i prezzi non si aggiustano istantaneamente alle variazioni di domanda poiché sono
vischiosi (semplificazione del capitolo).in questo caso una diminuzione di domanda aggregata comporta una
diminuzione nel prodotto aggregato senza alcuna modifica del livello generale dei prezzi.
Da BP a LP: “graduale flessione del livello dei prezzi” uno spostamento vs sx della curva di domanda aggregata nel
breve periodo influenza la produzione aggregata, ma questo effetto si diluisce nel tempo, fino ad annullarsi
completamente con il progressivo aggiustamenteo dei prezzi.
Gli shock: altera il normale funzionamento del sistema economico facendo spostare il prod aggr e il p dal loro naturale
livello naturale. Le politiche di stabilizzazione sono tutti i provvedimenti tesi a ridurre l'ampiezza delle fluttuazioni di
breve periodo, tendono far rimanere più vicino possibile il prodotto e l'occupazione al loro livello naturale.
Shock della domada aggregata:
una diminuzione della domanda di moneta è equivalente ad un aumento della velocità di circolazione della moneta. Nel
grafico di OABP OALP DA1 E DA2, durante la fare di transizione verso un più alto livello generale dei prezzi, il
prodotto aggregato dell'economia è maggior del livello naturale. La BC in quei momenti può ridurre l'offerta di moneta
per controbilanciare l'aumento dell velocità di circolazione, stabilizzando così la domanda aggregata. Dunque la BC
può ridurre e perfino eliminare gli effetti di uno shock della domanda sul prodotto aggregato e sull'occupazione,
controllando sapientemente l'offerta di moneta. (fig 9.11)
La Stagflazione è la combinazione della stagnazione (diminuzione della produzione) e quelli dell' inflazione (aumento
dei prezzi).
La BC può accomodare lo shock dell'offerta cioè fa aumentare la domanda aggregata, la controindicazione è che i
prezzi rimarranno elevati per lungo tempo. Non è possibile agire sulla domanda aggregata in modo da riuscire a
mantenere contemporaneamente tanto il pieno impiego quanto la stabilità dei prezzi. (fig 9.14)
Capitolo 10
Il modello IS-LM prende il livello dei prezzi per dato e spiega le cause della variazione del reddito.
IS-LM è un modello di domanda aggregata il suo obbiettivo è mostrare come si determina il reddito nazionale per ogni
dato livello dei prezzi. Spiega la curva di domanda aggregata dell'economia. Ci sono due interpretazioni del
modello :
- I ) IS-LM come strumento per studiare le cause delle variazioni del reddito nel BP;
- II) IS-LM come strumento per stabilire le cause degli spostamenti della curva di domanda aggregata. Le due
interpretazioni in realtà sono equivalenti.
IS sta per investimento e risparmio: tale curva rappresenta graficamente ciò che accade nel mercato dei beni e dei
servizi.
LM sta per liquidità e moneta; tale curva descrive il comportamento dell'offerta di moneta e della domanda di moneta.
Il tasso di interesse è la variabile che collega le due componenti del modello.
Il modello mostra come le interazioni fra questi mercati determinino la posizione e la pendenza della curva di
domanda aggregata, e perciò, il livello del reddito nazionale nel breve periodo.
IS descrive graficamente la relazione fra il tasso di interesse e il livello del reddito che si stabilisce nel mercato dei beni
e dei servizi. Analizzando il grafico: un aumento del tasso di interesse provoca ua diminuzione dell'investimento
programmato che comporta una diminuzione del reddito, la curva IS ha pendenza negativa.
NB nel costruire IS si prendono per dati la G e la T.
Una variazione della politica fiscale fa aumentare la sua spesa programmata e quindi fa aumentare il reddito. Aumento
della spesa pubblica→spostamento verso destra della curva IS (nel grafico tax inter e reddito).
Una diminuzione delle imposte espande la spesa e il reddito→spostamento vs destra della curva IS.
Una diminuzione della spesa pubblica o un aumento delle imposte, contraendo la spesa e il reddito → spostamento vs
sinistra della IS.
SINTESI: La curva IS mostra le combinazioni di tasso di interesse e livello di reddito coerenti con l'equilibrio nel
mercato dei beni e dei servizi. La curva IS è tracciata per una data politica fiscale. Le variazioni della politica fiscale
che inducono un aumento della domanda di beni e servizi provocano uno spostamento verso destra della curva IS; le
variazioni della politica fiscale che provocano una contrazione della domanda di beni e servizi causano uno
spostamneto della curva ISverso sinistra.
LM illustra la relazione che intercorre fra tasso di interesse e reddito nel mercato dei saldi monetari. Per capire
come funziona il meccanismo, parlo della teoria della preferenza per la liquidità. La teoria dice come il tasso di intesse
si saggiusti per equilibrare la domanda e l'offerta di moneta. Dunque: se M è l'offerta di moneta e P il livello generale
dei prezzi, M/P è l'offerta dei saldi monetari reali, la teoria della preferenza ipotizza che l'offerta dei saldi monetari
reali sia fissa cioè che (M/P)^o=M/P. L'offerta di M è var esogena perchè la sceglie la BC; la P è anche esogena perchè
nel BP i prezzi sono vischiosi. → non dipende dal tasso di interesse→ è una retta verticale (asse X= M/P e asse y= tax
inter reale r).
Secondo la teoria della preferenza il tax interesse r è uno dei fattori che determinano la qnt di moneta che gli individui
desiderano detenere, poiché esso rappr il costo opportunità di detenere moneta: se r aumenta gli individui desiderano
detenere una qnt ↓di moneta, perciò scrivo: (M/P)^d=L(r), dove L indica la qnt domandata di moneta che dipende
dal tasso di interesse.
Secondo la teoria della preferenza per la liquidità, l'offerta e la domanda di saldi monetari reali determinano il tasso di
interesse prevalente nel sistema economico, che maniente in l'equilibrio fra D e S. come? Se per esempio il tasso r è
sopra a livello di equilibrio , la qnt offerta di saldi monetari eccede la quantità domandata, così gli individui che
possiedono l'eccesso di moneta tenteranno di liberarsene convertendola in depositi presso banche. Queste tenderanno ad
abbassare il tasso di interesse corrisposto. Se invece il tasso r sotto il livello di equilibrio la qnt domandata di moneta è
superiore a quella offerta, gli individui preferiranno non convertire le proprie attività in moneta, facendo alzare il tasso
di interesse che le banche corrisponderanno per attrarre maggiori fondi. Alla fine dei 2 casi si raggiunge un livello di
equilibrio.
Come agisce il tasso r a variazioni dell'offerta di moneta, secondo la teoria della preferenza? Poniamo che M↓, allora
anche M/P↓ xchè P è fisso. L'offerta di saldi monetari reali cala, l'intersezione con L(r) avviene per un r più elevato→
individui tenderanno a mettere moneta nei depositi. Quindi la teoria della preferenza dice che una diminuzione
dell'offerta di moneta provoca un aumento del tasso di interesse, e un aumento dell'offerta di moneta provoca una
diminuzione del tasso di interesse.
Ora arrivo a definire la curva LM:
In che modo una variazione del livello di reddito aggregato condiziona Y influenza il mercato dei saldi monetari reali?
Ad un livello più elevato di reddito è associata una maggiore domanda di moneta, algebricamente (M/P)^d=L(r,Y) 'la
qnt di saldi monetari reali è inversamente correlata al tax r e positivamente correlata al livello di reddito.
Quando varia il livello di reddito cosa accade al tasso di interesse di equilibrio? Un aumento del reddito fa aumentare la
domanda di moneta, facendo aumentare anche il tasso di interesse. Quanto più è elevato il reddito tanto più aumenta il
tasso di interesse di equilibrio, per questa ragione LM ha pendenza positiva. (LM su un grafico con asse y= tasso r e
sull'asse x il reddito y).
La curva LM è traccatia per una data offera di saldi moentari reali (se la banca centrale modifica l'offerta di moneta la
curva varia). La BC riduce l'offerta di moneta facendo diminuire l'offerta dei saldi monetari reali. Una diminuzione
dell'offerta di moneta fa spostare la curva LM verso l'alto (r su asse y e M/P asse x; l'incontro fra L(r,Y) e M/P che va a
dx → aumento di r nel pt equil).
IN SINTESI:
La curva LM descrive le combinazioni di tasso di interesse e livello di reddito coerenti con l'equilibrio nel mercato dei
saldi monetari reali. La curva LM è tracciata per una data offerta di saldi monetari reali. Una diminuzione dell'offerta
di saldi monetari reali provoca uno spostamento della curva LM verso l'alto; un aumento dei saldo monetari reali ne
provoca lo spostamento verso il basso.
Interpretazione quantitativa della curva LM
dal capitolo 9: MV=PY con V= cost; poiché il livello dei redditi non dipende dal tasso di interesse, la teoria
quantitativa della moneta può essere descritta da una curva LM verticale. Togliendo l'ipotesi di V=cost, dobbiamo
togliere per forza l'assunto che la domanda di saldi monetari reali dipenda unicamente dal reddito, infatti dipende anche
dal tasso di interesse: se il tax r sale, esso fa aumentare il costo di detenere attività in forma liquida e quindi riduce la
domanda di moneta. Gli individui reagiscono ad un più elevato tasso di interesse riducendo i saldi monetari reali in loro
possesso, perciò ogni moneta deve exx usata più spesso, percià la V sale. MV(r)=PY. V(r) indica che la velocità di
circolazione della moneta è correlata positivamente al livello di reddito. Questa equazione spiega perchè le variazioni
dell'offerta di moneta provochino uno spostamento della curva LM: se l'offerta di moneta aumenta la curva Lm si sposta
verso destra, se diminuisce la LM si sposta verso sinistra.
NB l'equazione quantitativa non è altro che un modo per esprimere la teoria da cui si ricava la curva LM.
Inoltre LM rappresenta solo la relazione che intercorre fra due variabili endogene.
Conclusione
Le due equazioni del modello sono:
Y= C(Y-T)+I(r)+G
IS
M/P=L(r,Y)
LM
si considerano come esogenamente determinati: la politica fiscale ( T e G ), la politica monetaria ( M ) e il livello dei
prezzi ( P ). L'equazione IS fornisce le combinazioni di r e Y che soddisfano l'equazione che descrive il mercato dei beni
e servizi, mentre la LM fornisce le cominazioni di r e Y che soddisfano l'equazione che descrive il mercato della
moneta. In corrispondenza del pt di incontro delle 2 curve, la spesa effettiva è uguale alla spesa programmata e la
domanda di saldi monetari reali è uguale all'offerta.
Il modello IS-LM contribuisce a spiegare la posizione e la pendenza della curva di domanda aggregata che a sua volta
serve al modello di D e S aggregata che gli economisti usano per spiegare gli effetti di breve periodo dei provvedimenti
di politica economica.
croce keynesiana
→ curva IS
modello IS-LM → curva di DA
curva di SA
teoria della
preferenza x liquidità
spiegazione
→ modello di DA e SA → delle fluttazioni
economiche
di breve periodo
→ curva LM
capitolo 11
Per capire come una variazione attesa del livello dei prezzi possa influenzare il reddito. Dobbiamo introdurre nel
modello IS-LM una nuova variabile. Detto i il tasso di interesse nominale e π^e il tasso di inflazione atteso, il tasso di
interesse ex- ante è i- π^e. Riscrivo perciò il modello IS-LM:
Y = C(Y-T)+ I( i- π^e) + G
IS
M/P = L(i,Y)
LM
ora le variazioni dell'inflazione attesa modificano la curva IS. Se il livello dei prezzi rimane inalterato, non esiste
inflazione attesa: π^e = 0.
L' investimento dipende dal tasso di interesse reale, mentre la domanda di moneta dipende dal tasso di interesse
nominale.
Capitolo 13
Riepilogo e implicazioni:
abbiamo discusso tre modelli di offerta aggregata e le imperfezioni che ciascuno di questi utilizza per spiegare la
pendenza positiva della domanda aggregata di breve periodo. I tre modelli dell'offerta aggregata di breve periodo
partono da presupposti differenti, ma hanno implicazioni analoghe per il prodotto aggregato. Queste implicazioni
possono essere sinterizzate dall'equazione: Y=Y + ß(P-P^e). questa equazione afferma che quando il livello dei prezzi
differisce dal suo valore atteso, il prodotto si discosta dal suo livello naturale. Se il livello dei prezzi è più elevato del
livello atteso, il prodotto aggregato è superiore al suo livello nautrale; se il livello effettivo dei prezzi è inferiore al
livello atteso, il prodotto aggregato è inferiore al suo livello naturale.
CURVA di Phillips:
la curva di Philips è una conseguenza della curva di offerta aggregata di breve periodo; quando un provvedimento di
politica economica fa muovere l'economia lungo la curva di offerta aggregata di breve periodo, l'inflazione e la
disoccupazione si muovono in direzioni opposte. La curva di Philips è un buon modo per rappresentare la curva di
offerta aggregata, perchè l'inflazione e la disoccupazione sono misure molto importanti della performance del sistema
economico.
Il trade-off tra inflazione e disoccupazione nel breve periodo:
I responsabili della politica economica possono agire soltanto sulla domanda aggregata per influenzare il prodotto,
l'occupazione e l'inflazione. La politica economica può espandere la domanda aggregata per abbassare la
disoccupazione, facendo però aumentare l' inflazione; oppure può contrarre la domanda aggregata riducendo il tasso di
inflazione e generando maggiore disoccupazione. Nel BP per un dato livello di inflazione attesa la politica economica
può agire sulla domanda aggregata in modo da scegliere una combinazione di inflazione e disoccupazione che si trovi
su questa curva, detta curva di Phillips di breve periodo.
NB Nel BP tale curva dipende dalle aspettative di inflazione: se l'inflazione attesa aumenta, la curva si sposta verso
l'alto e il trade-off tra inflazione e disoccupazione diviene meno favorevole: per ogni dato tasso di disoccupazione , il
corrispondente tasso di inflazione è più elevato. NB tale trade off sussiste solo nel BP. Presto o tardi le aspettative si
adattano al tasso di inflazione determinato dalla politica economica.
Nel LP quindi la disoccupazione tende a stabilizzarsi al suo tasso naturale e non c'è alcun trade-off tra inflazione
edisoccupazione.
La curva di Philips mostra come in assenza di uno shock positivo dell'offerta, per abbattere l'inflazione sia necessario
un periodo di elevata disoccupazione e contrazione del prodotto. (tasso di sacrificio è la % del PIL reale annuale che si
deve sacrificare per ridurre l' inflazione di un punto percentuale)
Dal riassunto di fine capitolo:
La curva di Phillips afferma che l'inflazione dipende dall'inflazione attesa, dallo scostamento della disoccupazione
dal suo tasso naturale e dagli shock dell'offerta. Secondo tale curva i responsabili della politica economica,
controllando la domanda aggregata, devono fare i conti con un trade-off di breve periodo tra inflazione e
disoccupazione.
L'inflazione attesa dipende dall'inflazione osservata nel recente passato; per ridurre l'inflazione è necessario uno shock
dell'offerta o un periodo di elevata disoccupazione e riduzione del prodotto.
Capitolo 19:
base monetaria: B è la quantità totale di denaro detenuta dal pubblico sotto forma di circolante C e dalle banconote
come riserve R, ed è controllata direttamente dalla BC.
Il rapporto riserve\ depositi: rr p la quota dei depositi bancari che le banche trattengono a riserva, è determinato da
politiche intene delle banche e dalle leggi che regolan l'attività del settore bancario.
Il rapporto circolante/depositi: c/r è la quantità di circolante C che gli individui detengono in misura percentuale dei
loro depositi a vista D , e riflette le preferenze degli individui sulla forma di moneta che desiderano detenere.
L'offerta di moneta è proporzionale alla base monetaria, quindi all'aumentare della base moentaria l'offerta di
moneta aumenta in misura proporzionale.
Quanto è minore il rapporto riserve/depositi tanto più le banche possono concedere prestiti e tanta più moneta crea il
sistema bancario; dunque al diminuire del rapporto riserve/depositi il moltiplicatore monetario e l'offerta di moenta
aumentano.
Quanto minore è il rapporto circolante/depositi tanto minore è la quota base monetaria che il pubblico detiene in forma
di circolante, tanto maggiore è la quota base monetaria che finisce depositata nel sistema bancario e tanta più moneta le
banche posssono creare; dunque, al diminuire del rapporto circolante/depositi il moltiplicatore monetario e
l'offerta di moneta aumentano.