Dopo aver rilevato la presenza di tale problema , soprattutto

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Report finale
Sulla base dei report formalizzati dall’URP si è evidenziato come , rispetto alle valutazione resa dai
pazienti, uno degli aspetti che consegue il punteggio più basso è quello della “tranquillità” . Le
segnalazioni riguardano in particolare la difficoltà a riposare.
Si è pertanto optato per un’analisi più accurata al problema del “sonno in ospedale.
Background
La ricerca è stata eseguita avvalendosi del motore di ricerca di alcuni siti infermieristici e della banca
dati Ovid MEDLINE. Nel primo caso sono state impiegate le parole chiave “SLEEP – PATIENT HOSPITALIZED”, sleep deprivation, nursing role, sleep disorders”, mentre per quanto riguarda
l’indagine condotta su MEDLINE, si è proceduto incrociando i termini Mesh “SLEEP - DISORDERS PATIENT - PERCEPTION- HOSPITALIZED - SLEEP/WAKE - NOISE”., “ sleep perception, nursing
role”, “sleep disorder, nurse needs”.
In letteratura numerosi studi evidenziano come, la qualità della vita del paziente ricoverato, sia
ampiamente danneggiata dall’impossibilità di riposare durante la degenza ospedaliera. Tale criticità
assume particolare rilievo in quanto le persone che si trovano in ospedale presentano alterazioni
transitorie o croniche a carico dell’organismo e la mancanza di sonno rappresenta un ulteriore ostacolo
nel processo di guarigione determinando anche un allungamento dei tempi di degenza.
Dopo aver rilevato la presenza di tale problema , soprattutto all’estero, sono stati eseguiti
numerosi studi con lo scopo di migliorare la qualità del sonno del paziente ospedalizzato.
Obiettivi del lavoro:
valutare la percezione del paziente rispetto alla qualità del suo sonno durante il ricovero
ospedaliero
individuare, secondo i pazienti, quali sono i principali fattori che influenzano negativamente la
possibilità di riposo durante la degenza ospedaliera al fine di individuare gli ambiti di
miglioramento
Valutare la percezione che ha l’infermiere rispetto alla qualità del sonno dei pazienti.
Individuare la conoscenza degli infermieri rispetto ai benefici/problemi derivanti da un sonno
adeguato/inadeguato
Valutare la percezione, da parte del personale infermieristico, dei fattori che influenzano
negativamente il sonno del paziente ospedalizzato
Individuare quali interventi sono applicati al fine di favorire il riposo delle persone ospedalizzate.
Lo studio e stato condotto nel mese di agosto e settembre 2007 ha come riferimento principale
il lavoro condotto da Frisk e Nordstrom nel 2003 presso un ospedale nell’est della Svezia nel
quale viene proposto come strumento d’indagine il Richard Campbell Sleep Questionnaire (RCSQ)
per la raccolta dati sulla qualità del sonno percepita dai pazienti.
Lo studio include un campione finale di 141 pazienti e di 125 infermieri turnisti
I risultati - pazienti
I pazienti ricoverati definiscono il loro sonno mediamente buono. Andando però ad analizzare ciascun
elemento del Richard Campbell Sleep Questionnaire.
Nella prima domanda dove si indaga la profondità del sonno, il 50% dei pazienti riferisce di avere un
sonno leggero, il 34% di avere un livello di profondità del sonno non positivo ma tollerabile mentre solo il
16% riferisce di avere un sonno profondo.
Servizio infermieristico, tecnico e della riabilitazione, febbraio 2008
1
60,00
50,00
40,00
30,00
20,00
10,00
0,00
0--3
3--7
situazione
situazione
negativa
tollerabile
7--10
situazione
positiva
Emerge che sono più i pazienti che definiscono il loro sonno inadeguato (0-3) e che al mattino si sentono
stanchi (0-3). Anche se occorre sottolineare che in queste ultime due domande i risultati si
concentrano principalmente nella classe intermedia della scala visivo analogica (3-7), ma nonostante ciò
sono comunque in maggioranza coloro che affermano di avere un sonno inadeguato.
Distribuzione dei pazienti sulla percezione della condizione di riposo
50,00
40,00
30,00
20,00
10,00
0,00
0--3
situazione
negativa
3--7
situazione
tollerabile
7--10
situazione
positiva
Per riassumere la percezione che i pazienti hanno riguardo la loro qualità del sonno, si è proceduto alla
creazione di un indicatore relativo alle precedenti sei domande, che chiameremo “qualità-sonno”. Esso si
basa sulla media aritmetica delle risposte 1: in questo modo ad ogni unità statistica si è fatto
corrispondere un valore compreso tra 0 e 10 che sintetizza l’opinione del paziente sulla qualità del
sonno.
In un secondo momento tali dati sono stati suddivisi in 3 classi: 0-5 (problema non rilevato o
rilevato minimamente), 5-7 (problema rilevato sensibilmente ma tollerabile), 7-10 (problema
percepito in maniera molto negativa). L’ampiezza delle classi considerate è diversa da quelle
proposte precedentemente, per ottenere una distribuzione statisticamente utilizzabile.L’indicatore,
per la modalità con cui è stato costruito, accentua i risultati esaminati precedentemente: il 44,7% non
percepisce il problema o lo percepisce minimamente, il 33,3% si colloca nella classe intermedia e il 22%
percepisce il problema in maniera estremamente negativa
1
per la domanda sei il valore è ottenuto dalla differenza tra 10 e la risposta dell’infermiere
Servizio infermieristico, tecnico e della riabilitazione, febbraio 2008
2
45,0
40,0
35,0
30,0
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
0--5 situazione positiva
5--7 situazione
tollerabile
7--10 situazione molto
negativa
Nell’analisi della seconda parte del questionario, si evidenzia che i pazienti percepiscono come
fattori di disturbo ambientali principalmente le luci (16,8%), i compagni di stanza (16,3%), i rumori
ambientali di reparto (15,3%), e scomodità derivanti dalla tipologia di letto, materasso, cuscino ecc…..
(14,4%). Per la maggior parte dei pazienti, non vengano considerati come un elemento di disturbo e
come gli interventi infermieristici e le voci del personale siano, in generale, ben tollerati. Questo si
spiega dal fatto che parenti e voci del personale rassicurano il paziente e gli interventi vengono
percepiti come tappa fondamentale per la guarigione
Tra i fattori personali che impediscono di riposare bene durante la degenza ospedaliera, i pazienti
individuano come prioritari: il dolore (31,2%), l’ansia (26%) e la preoccupazione per la giornata
successiva, intervento chirurgico, esami diagnostici ecc… (22,3%). Tra i pazienti esiste una condivisione
di tipo culturale sul fatto che l’ospedale non sia un luogo adatto per riposare (il 65% degli intervistati,
nella terza domanda della seconda parte del questionario, si colloca nella classe 0-3)) e che non si possa
pretendere di dormire bene durante un ricovero ospedaliero (il 57% nella quarta domanda)
Dall’analisi dei risultati relativi all’’ultima domanda “Ha dei consigli da fornirci per migliorare la
qualità del sonno dei pazienti ricoverati in ospedale?”, gli elementi maggiormente riportati dai pazienti
durante le interviste tra cui:

Migliorare la qualità del cibo aiuterebbe a migliorare la qualità del riposo

Cercare di ridurre l’ansia del paziente dando maggiore spezio alla comunicazione

Luci più soffuse

Maggiore controllo del dolore, prevenire il verificarsi dell’evento doloroso

Le stanze dovrebbero essere più grandi e accogliere un minor numero di pazienti all’interno

Maggiore presenza dell’infermiere durante la notte

Ridurre il rumore in reparto evitando attività rumorose durante la notte come: svuotare
l’immondizia, gettare il vetro ecc…

Allungare l’orario di visita serale per consentire al paziente di avere più compagnia e
tranquillizzarsi

Migliorare la qualità del letto, cuscino, meterasso ecc..

Abbassare il volume delle attrezzature presenti nella stanza

Gli infermieri dovrebbero cercare di svegliare il meno possibile il paziente durante la notte, essere
più attenti al loro riposo (non accendere le luci, non fare rumore nell’abbassare le sbarre del letto
ecc…)
- Evitare di collocare un paziente con una condizione clinica grave e molto agitato nella stessa
stanza di un paziente tranquillo
- Dare regole di comportamento più severe sia per quanto riguarda gli infermieri che i visitatori
Servizio infermieristico, tecnico e della riabilitazione, febbraio 2008
3
I risultati –infermieri
Sulla profondità del sonno, il 55% degli infermieri sostiene che il sonno dei propri pazienti sia molto
leggero, il 35% riconosce il problema ma lo considera tollerabile e solo il 10% pensa che i propri pazienti
abbiano un sonno profondo, La situazione si ripresenta analoga anche nelle risposte alle domande 2-3-5
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
Reparti
Rianimazione
0--35 sonno
adeguato
36-65
situazione
tollerabile
66-100 sonno
inadeguato
Per riassumere le opinioni degli infermieri, così come effettuato per i pazienti , sulla qualità del sonno
si è creato un indicatore relativo alle precedenti sei domande che chiameremo “qualità-sonno”.
L’indicatore, per la modalità in cui è stato costruito, accentua i risultati esaminati precedentemente: il
44,2% percepisce il problema in maniera negativa, il 39,2 % si colloca nella classe intermedia e il 16,6%
non rileva il problema o lo rileva minimamente.
60
50
7
14
40
Rianimazione
30
Reparti
20
3
10
17
40
39
50-70 situazione
tollerabile
70-100 cattivo sonno
0
0--50 buon sonno
Servizio infermieristico, tecnico e della riabilitazione, febbraio 2008
4
Analizzando complessivamente quali, secondo gli infermieri, sono i fattori che maggiormente incidono
(domanda 7) si rilevano gli interventi da parte degli infermieri (27,2%), i rumori ambientali (21,6%) e i
disturbi derivanti dai compagni di stanza (21,3%). Anche alle scomodità causate dalla tipologia di letto,
cuscino ecc…è dato un certo rilievo (13,8%), mentre gli altri fattori non sono stati percepiti come
significativi
30,0
27,2
Luci
25,0
Rumori ambientali
21,6
21,3
Scomodità
20,0
Voci personali
Compagni
13,8
15,0
Parenti
Interventi
10,0
5,6
5,1
Rumori esterni
2,8
5,0
2,5
0,0
.
L’influenza dei fattori personali, che incidono negativamente sul sonno della persona assistita, dà
particolare rilevanza all’ansia (32,2%) mentre, per contro, scarso peso viene attribuito ai fattori quali
preoccupazione per il ritorno a casa o per la giornata successiva. Un altro aspetto che assume rilevanza
rispetto alla difficoltà del paziente ad usufruire del riposo notturno è la variabile dolore (28,4%) e la
preoccupazione del mantenimento dei presidi di cui fruisce per il trattamento (22,8%), ad esempio gli
accessi venosi legati alla terapia infusionale in corso.
Verificata la percezione del problema da parte degli infermieri si è proceduto ad individuare gli
interventi che, nella pratica quotidiana, vengono effettuati
Tabella 1 Interventi applicabili dagli infermieri per reparti di degenza e di terapia intensiva
INTERVENTI
APPLICATI
ni
Ambiente
adeguato
Controllo
dolore
Controllo ansia
Controllo
agitazione
Altri fattori
RIANIMAZIONE
REPARTI
fi
%
73
0,25
25,3
81
39
0,28
0,14
36
59
288
ni
GENERALE
fi
%
17
0,23
23,3
28,1
13,5
23
17
0,32
0,23
0,13
12,5
4
0,20
1,00
20,5
100,0
12
73
Ni
Fi
%
90
0,25
24,9
31,5
23,3
104
56
0,29
0,16
28,8
15,5
0,05
5,5
40
0,11
11,1
0,16
1,00
16,4
100,0
71
361
0,20
1,00
19,7
100,0
Si è quindi documentata le modalità di passaggio delle informazioni, il 96% degli infermieri
afferma che l’informazione è riportata sulla cartella.
Servizio infermieristico, tecnico e della riabilitazione, febbraio 2008
5
In conclusione gli infermieri ritengono che il problema del sonno in ospedale sia un problema
particolarmente rilevante per il benessere del paziente.
100,0
80,0
60,0
40,0
Reparti
Rianimazione
20,0
0,0
0--35 poco
importante
36-65
abbastanza
importante
66-100 molto
importante
I dati sono stati presentati e discussi in data 20 febbraio 2008 con tutti i coordinatori.
Servizio infermieristico, tecnico e della riabilitazione, febbraio 2008
6
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