RAGAZZA DEL DIPINTO LA pdf

annuncio pubblicitario
Federazione
[email protected]
Italiana
Cinema
d’Essai
INTERPRETI:
Gugu Mbatha Raw, Tom
Wilkinson, Sam Reid,
Sarah Gadon, Miranda
Richardson
SCENEGGIATURA:
Misan Sagay
FOTOGRAFIA:
Ben Smithard
MONTAGGIO: Pia Di
Ciaula,Victoria Boydell
SCENOGRAFIA:
Simon Bowles
DISTRIBUZIONE: 20th
Century Fox Italia
NAZIONALITÀ: Gran
Bretagna, 2013
DURATA: 104 min.
[email protected]
wwww.spettacoloveneto.it
Associazione
Generale
Italiana
dello Spettacolo
di Amma Asante
PRESENTAZIONE E CRITICA
Un dipinto del 1779 ritrae una ragazza bianca e una nera.
Quest’ultima è Dido, nobildonna mulatta che ai tempi della
schiavitù riesce a reclamare un’inedita posizione tra i privilegi del
rango e la diversità della sua condizione.
Tratto da una storia vera, LA RAGAZZA DEL DIPINTO – Belle in
originale – racconta una pagina storica poco nota e davvero
affascinante, quella di Dido Elizabeth Belle Lindsay, figlia mulatta
di un ammiraglio della marina britannica e di una schiava. Dopo
la morte della madre della bambina, l’ufficiale riconosce
legalmente la figlia e la affida alle cure dello zio, il Conte di
Mansfield, giudice supremo della corte britannica.
Dido cresce come una ragazza aristocratica con la cugina Elizabeth, ma dovrà
confrontarsi con le discriminazioni inevitabili a causa del colore della sua pelle. Nell’anno
della consacrazione di 12 anni schiavo, il tema della schiavitù viene declinato in maniera
sofisticata nella pellicola diretta da Amma Asante senza cedere alla retorica dietro l’angolo.
Se infatti non mancano elementi del repertorio austeniano come matrimoni combinati,
gentiluomini dalla cospicua rendita e nobildonne in cerca di marito, il contesto sociale si
arricchisce di temi drammatici e toccanti. La posizione della giovane Dido è ambigua: non
può cenare con la famiglia, ma il suo rango è troppo elevato per la servitù; è altamente
istruita, suscita curiosità e disprezzo, eppure diventa oggetto di interesse per via della sua
condizione di ereditiera. Una figura di donna complessa, indipendente e moderna, che
rivendica la propria libertà e cerca di dare una voce a chi non la possiede con l’aiuto di un
giovane avvocato idealista. Al centro della vicenda è il caso della nave negriera Zong, che
gettò in mare 142 schiavi incatenati per ottenere l’assicurazione sulle perdite subite. Un
caso che spalancò le porte dell’abolizione della schiavitù nel Regno Unito. LA RAGAZZA
DEL DIPINTO si avvale di uno splendido cast. Gugu Mbatha-Raw è la perfetta
protagonista di questo film, affiancata da solidi veterani (Tom Wilkinson, Emily Watson,
Penelope Wilton e Miranda Richardson) e da talentuosi coetanei: da Sarah Gadon che
interpreta l’ingenua cugina, a Sam Reid, che veste i panni dell’appassionato avvocato
John Davinier. L’alchimia tra i due protagonisti è notevole, offrendo non solo la parentesi
romantica della vicenda ma ritraendo due anime affini anche sul piano intellettuale. Con le
incantevoli scenografie e i meravigliosi costumi, la pellicola di Amma Asante poggia su una
ricostruzione storica impeccabile ed è accompagnata dalle straordinarie musiche del
premio Oscar Rachel Portman. Nella sua cornice romantica e avvincente LA RAGAZZA
DEL DIPINTO tocca con profondità il contrasto di classe, il dramma della donna in un
tempo in cui poteva solo diventare proprietà di un uomo, nonché nobili ideali rivendicati
contro il potere, riuscendo a intrattenere e informare lo spettatore con un ammaliante
tocco poetico.
(www.cinefilos.it)
________________________________________________________________________________
di Amma Asante
Non è facile gestire cinematograficamente un film in costume ambientato nel '700 senza
farsi condizionare dagli innumerevoli illustri predecessori che hanno elaborato complesse
strutture narrative, spesso di derivazione letteraria. Il modello che potrebbe essere
accostato a questa opera seconda di Amma Asante è forse lo scorsesiano L'età
dell'innocenza per l'intreccio tra opzioni dei singoli e convenzioni sociali.
Alla regista londinese di origine ghanese manca forse il controllo geometrico delle relazioni
ma non le difetta certo la capacità di innervare il sottotesto di cinema dei sentimenti con
riflessioni originali. Perché nel momento in cui ci ricorda che la vita delle donne di buona
famiglia ai tempi era totalmente condizionata dall'attesa di un maschio che spesso
desiderava più la loro dote che le loro attenzioni, riesce anche a ribaltare il gioco. Il suo è
certo un film sulla schiavitù femminile che viene declinata per il colore della pelle e per il
censo. Dido da 'negra' che non può pranzare con i familiari perché creerebbe imbarazzo
diviene oggetto di attenzione maschile nel momento in cui eredita rischiando di lasciare la
cugina 'bianca' a soffrire di un triste zitellaggio. Ma questi elementi non costituiscono che
una parte della narrazione perché essa si intreccia con il caso della nave Zong di cui
Asante porta a conoscenza un più vasto pubblico che non sia quello degli storici. Su quel
veliero viaggiavano numerosi schiavi che vennero gettati a mare incatenati perché
ammalati cercando così di lucrare con le assicurazioni che non avrebbero invece coperto
l'arrivo sul mercato di 'merce' avariata. Il caso costituì un punto di non ritorno per lo
schiavismo in Gran Bretagna. A tutto ciò si aggiunga il quadro (che giustifica il titolo
italiano) che ritrae insieme le due cugine. Potrebbe essere un escamotage narrativo o un
riferimento reale. Solo alla fine della proiezione si avrà la risposta.
(www.mymovies.it)
Romantico e spietato ritratto di signora, LA RAGAZZA DEL DIPINTO è un dramma
didattico e sensuale sulla conquista della personalità e della consapevolezza, sulla lotta
contro i pregiudizi razziali e sociali, percorso da una visione femminista e anticonformista
del mondo e da un rasserenante spirito dickensiano sulla conciliazione tra gli opposti.
Stilisticamente raffinato pur senza raggiungere la precisione entomologica de L’età
dell’innocenza di Scorsese, è costruito sulla composizione estetica e cromatica di ogni
inquadratura; istintivo ed emozionante, riesce a mettere insieme la potenza morale delle
opere di denuncia, l’eleganza e il fascino delle storie in costume, la determinazione e il
coraggio femminile dei romanzi di Jane Austen, impregnando di umorismo i contrasti
ideologici e culturali. Con leggerezza e la forza del racconto di formazione, la regista, con
delicatezza e pudore, punta sull’effetto di immedesimazione, cercando nei piccoli
avvenimenti i cambiamenti che hanno modificato la storia, e denuncia senza reticenze né
omissioni gli abusi e gli orrori della schiavitù degli inglesi. Con intelligenza e musica (e
documentazione storica) LA RAGAZZA DEL DIPINTO è un film complesso e
sorprendente, dalle mille sfaccettature, che fotografa l’esclusione aristocratica del nuovo,
la conservazione di equilibri radicati e tramandati. Belle, figlia illegittima di un ammiraglio
della Royal Navy, è cresciuta nell’alta società da un nobile prozio ma il colore della pelle le
impedisce di vivere con serenità e senza sospetti la sua posizione sociale; dopo essersi
innamorata di un uomo intelligente e illuminato, intraprende con Lord Mansfield la battaglia
per l’abolizione della schiavitù. LA RAGAZZA DEL DIPINTO è un giallo dall’anima su
vincoli e privilegi che rende omaggio alle pellicole di James Ivory, combinandole con la
ricerca della libertà di espressione e di affermazione del cinema di Jane Campion.
Presentato ai festival di Toronto e di Taormina, il film vanta una sceneggiatura solida e
classica; contamina pittura e realismo, racconta dolore silenzioso della perdita delle radici
e la nascita di nuove ideologie.
(Domenico Barone in Vivilcinema 4/2014)
________________________________________________________________________________
Scarica