associazione culturale Dietro le Quinte presenta Cagliari Classico VII edizione Rassegna del documentario etnomusicale Cagliari, centro comunale ExMa’ dal 16 febbraio al 10 marzo 2007 ore 21 Da venerdì a Cagliari una rassegna di documentari etnomusicali: otto film in quattro weekend per un viaggio nelle musiche del mondo. * Otto film per un viaggio nelle musiche del mondo, fra tradizione e modernità: per quattro weekend (dal prossimo fino al secondo di marzo), ogni venerdì e sabato (alle 21), il centro comunale ExMa' di Cagliari (in via San Lucifero) ospita una rassegna del documentario etnomusicale. La organizza l’associazione culturale Dietro le Quinte con il contributo dell'Assessorato allo Spettacolo e Attività Culturali della Regione Autonoma della Sardegna e degli Assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia di Cagliari. La rassegna, che si avvale della collaborazione di Apostrophe cultura e spettacolo e del consorzio CaMu' (Centri d’'Arte e Musei), si annuncia come un’anteprima della settima edizione di "Cagliari Classico", il tradizionale appuntamento espositivo dedicato alla liuteria e all’artigianato musicale promosso da Dietro le Quinte e previsto per il prossimo autunno. Si comincia, dunque, questo venerdì (16 febbraio) con la proiezione di "Samba Opus 2: Bahia, un’egemonia afro-musicale", seconda tappa di un viaggio per immagini nella multiforme realtà del Brasile condotto dal documentarista francese Yves Billon. "Testimonial" d'eccezione in questo lavoro uscito nel 1998, due autentiche icone del rinnovamento musicale (e culturale) di quel paese: Caetano Veloso e Gilberto Gil, padri del movimento "tropicalista" che alla fine degli anni Sessanta mise a subbuglio l'establishment (non solo musicale) brasiliano aprendo la tradizione alle nuove tendenze musicali internazionali, mescolando il samba col rock, col beat, per cantare testi spesso scomodi e sgraditi al regime militare allora al potere. Sotto la loro guida, Yves Billon va alla scoperta di Bahia, autentico crogiolo della vita musicale brasiliana con i suoi tanti volti: i gruppi pop ed elettrici e quelli che invece mantengono vive le radici afrobrasiliane, la capoeira che mima le lotte con danze acrobatiche accompagnate dall'inconfondibile suono del berimbau, e gli Afro Blocos, affollatissimi ensemble di percussioni che a carnevale suonano per le strade ispirati dal "candomblé", il culto delle divinità africane. Vincitore dell'Audience Award e del Freedom of Expression Award al Sundance Film Festival del 2002, "Amandla! Una rivoluzione in armonia a quattro parti" mostra invece il ruolo che la musica ha avuto nella lunga lotta dei neri del Sudafrica contro l'apartheid. Girato nell’arco di nove anni, il documentario dell'americano Lee Hirsch - in programma sabato 17 febbraio - sfrutta il potere visivo e sonoro del cinema per creare un'emozionante esperienza di visione: la fotografia vivida e dai colori intensi completa una narrazione che combina spezzoni originali, coinvolgenti brani musicali e pezzi d'archivio. Ne viene fuori un quadro della vita sudafricana di allora e di oggi da una prospettiva diversa da ogni altro film sull'apartheid. Da un capo all'altro dell'Africa: il secondo weekend della rassegna di documentari etnomusicali si apre infatti nella terra delle piramidi con "Umm Kulthum: a voice like Egypt", in visione all'ExMa' venerdì 23 febbraio. Narrato dall'attore Omar Sharif, il film (del 1997) di Michal Goldman celebra la grande cantante egiziana Umm Khulthum, probabilmente la voce più rappresentativa del secolo scorso in Medio Oriente. Senz'altro un'autentica diva in patria: quando morì (quasi settantunenne), nel 1975, scesero nelle strade del Cairo quattro milioni di persone per seguire il suo funerale. Fra momenti di concerti, testimonianze, aneddoti e sequenze tratte da film dell'epoca, il documentario inquadra la vita e la carriera di Umm Kulthum nella storia egiziana del tempo, ne ricostruisce il cammino, dal villaggio natale sul delta del Nilo al Cairo con i suoi caffè, le strade e i mercati; mentre dai ricordi della gente emerge il profilo di un'artista destinata a restare a lungo nella leggenda. Con la proiezione di "Mémoires du Rai" la rassegna fa tappa, la sera dopo – sabato 24 febbraio in un altro grande paese nordafricano, l'Algeria. Come suggerisce il titolo, protagonista è in questo caso la musica che ha portato alla ribalta internazionale artisti come Cheb Khaled, Cheb Mami e Chaba Fadela. Girato nel 2001 da Djamel Kelfaoui e Michel Vuillermet, il documentario ripercorre la genesi del Rai, dal canto beduino tradizionale ai suoi protagonisti odierni, andando alle radici di un genere musicale che ha raggiunto un'enorme popolarità ben oltre i confini dell'Algeria. Ne viene fuori il quadro di un fenomeno non solo musicale, ma capace di incarnare rivendicazioni politiche, sociali e culturali: un messaggio di speranza per la maggioranza della gente di un paese travagliato ma vitale. Ancora una voce leggendaria, quella di Nusrat Fateh Ali Khan, rivive sullo schermo con "Nusrat: a voice from heaven", il film scritto e diretto nel 1999 dal regista italiano Giuseppe Asaro, in programma venerdì 2 marzo. Scomparso dieci anni fa (ad agosto), non ancora cinquantenne, il grandissimo cantante pakistano ha svelato al mondo il fascino e la magia del qawwali, il canto devozionale sufi che affonda le radici nel dodicesimo secolo. Sono canti in forma responsoriale (solista-coro), accompagnati dall'armonium e da un incalzante battito di mani e percussioni, espressione di quel misticismo islamico che è il sufismo, e in particolare della credenza che riconosce alla musica e alla poesia il potere di elevare l'anima. Di questi canti Nusrat Fateh Ali Khan era il massimo interprete nei tempi recenti, colui che è riuscito a dare al qawwali una popolarità e una diffusione planetarie, anche grazie all'incontro con generi assolutamente diversi, come il jazz, il canto gregoriano, l’ambient e il trip hop, collaborando con musicisti come Peter Gabriel, Michael Brook, Eddie Vedder, e prestando la sua voce e le inconfondibili sonorità del suo canto a film come "L'ultima tentazione di Cristo", "Natural Born Killers" e "Dead man walking". Sabato 3 marzo, la rassegna si trasferisce virtualmente nella Spagna del flamenco: si proietta infatti "Francisco Sanchez – Paco de Lucia", un documentario girato nel 2001 da Daniel Hernandez. E’ il ritratto di un autentico asso della chitarra flamenca, Paco de Lucia, appunto, qui colto però anche nella sua dimensione privata, quella del signor Francisco Sanchez (questo il vero nome del musicista) che apre le porte della sua casa in Messico a una troupe cinematografica per raccontarsi. L’uomo e la star, la vita e la musica, in un film che raccoglie interviste a parenti, amici e colleghi d'arte, accanto a frammenti di concerto e immagini d'archivio. L'ultimo weekend della rassegna di documentari etnomusicali si apre nel Brasile di "Bossa Nova", il film di Walter Salles in programma venerdì 9 marzo: incentrato su due autentici protagonisti del genere musicale nato alla fine degli anni Cinquanta, Joao Gilberto e Antonio Carlos Jobim, e utilizzando anche materiali d'archivio, racconta la storia della Bossa Nova, appunto: una musica divenuta in breve tempo fra le più popolari al mondo attraverso il successo di canzoni come "The girl from Ipanema" e "Corcovado". Trent'anni dopo, Joao Gilberto e Tom Jobim si sono ritrovati e hanno dato una serie di concerti memorabili, di cui si possono vedere ampi estratti in questo film del 1992 firmato dallo stesso regista di "Central do Brasil" e de "I diari della motocicletta". Per il suo appuntamento conclusivo, sabato 10 marzo, il ciclo di proiezioni approda idealmente in Giamaica con "Rebel music - The Bob Marley story", ritratto filmico di un'altra voce entrata nel mito, quella del cantante icona del reggae scomparso nel 1981. Firmato nel 2001 da Jeremy Marre, il documentario racconta la musica rivoluzionaria e la turbolenta esistenza di Bob Marley, ripercorrendone i passi dall'infanzia in povertà al successo mondiale, non senza gettare uno sguardo sul contesto sociale e politico giamaicano dell'epoca. Tante le testimonianze e i ricordi, accanto alle sequenze (alcune delle quali inedite) in cui a tenere banco sono lo stesso Marley e la sua musica. Tutti i film in programma sono in lingua originale con sottotitoli in italiano. Le proiezioni iniziano sempre alle 21; il biglietto d’ingresso costa 5 euro. *** Per informazioni: tel. 328 23 03 482 Ufficio stampa: Riccardo Sgualdini tel. 070 30 31 48 cell. 393 939 26 35 E-Mail: [email protected] Rassegna del documentario etnomusicale Cagliari, centro comunale ExMa’ dal 16 febbraio al 10 marzo 2007 ore 21 programma venerdì 16 febbraio “Samba Opus 2: Bahia, un’egemonia afro-musicale” di Yves Billon sabato 17 febbraio “Amandla! Una rivoluzione in armonia a quattro parti” di Lee Hirsch venerdì 23 febbraio “Umm Kulthum: a voice like Egypt” di Michal Goldman sabato 24 febbraio “Mémoires du Raï” da Djamel Kelfaoui e Michel Vuillermet venerdì 2 marzo "Nusrat: a voice from heaven" di Giuseppe Asaro Sabato 3 marzo “Francisco Sanchez – Paco de Lucia” di Daniel Hernandez venerdì 9 marzo “Bossa Nova” di Walter Salles sabato 10 marzo “Rebel music - The Bob Marley story” di Jeremy Marre