Corso termo-fluidodinamica (modellizzazione di flussi turbolenti) Testo: Turbulent flows di Stephen B. Pope (Cornell University) Lo studio dei flussi turbolenti si divide in tre sottocategorie • Osservazione-Descrizione: Come si comporta un flusso turbolento? Come può essere descritto quantitativamente? Quali sono i fenomeni fisici coinvolti? • Modellizzazione: Sviluppo di modelli matematici che possano prevedere accuratamente le proprietà dei flussi turbolenti. • Controllo-Ottimizzazione : studi (sia sperimentali che numerici) realizzati al fine di manipolare e controllare il flusso o la turbolenza per trarne beneficio (es. cambiare la geometria per migliorare il mescolamento o ridurre la resistenza areodinamica) Corso termo-fluidodinamica (modellizzazione di flussi turbolenti) Testo: Turbulent flows di Stephen B. Pope (Cornell University) • Osservazione-Descrizione: Modellizzazione della turbolenza Difficoltà: • Si devono risolvere numericamente sistemi di equazioni non-lineari che descrivono fenomeni fisici complessi. • Si affrontano flussi che evolvono su molteplici scale temporali e spaziali. Risolvere tutte le scale richiede una elevata accuratezza. • Vi è una grossa influenza della geometria del dominio di calcolo sulle proprietà del flusso. La simulazione numerica coinvolge numerose discipline • Sviluppo di modelli di turbolenza. Risolvere tutte le scale di moto è molto dispendioso per cui ci affida a modelli che permettano di ridurre il costo computazionale (RANS). • Sviluppo di metodi numerici robusti ad elevato ordine di accuratezza. • Sviluppo di algoritmi di triangolazione del dominio di calcolo. • Implementazione informatica di codici di calcolo paralleli. Descrizione di flussi turbolenti La turbolenza è un fenomeno random Consideriamo un esperimento ripetibile n volte dato un insieme di condizioni iniziali e operative C. Consideriamo un evento A:= {U(x,t) < 10 m/s}. • A si verifica inevitabilmente, è certo e sicuro. • A non può verificarsi, è impossibile. • A non è sicuro e nemmeno impossibile, è RANDOM. Andamento della velocità U(n) (nella posizione x e al tempo t) misurata all’ennesima ripetizione dell’esperimento. La caratterizzazione di un flusso turbolento richiede un approccio statistico. Descrizione di flussi turbolenti Le equazioni che governano il moto dei fluidi costituiscono un modello deterministico. Come è possibile che nel caso di flussi turbolenti le soluzioni siano RANDOM? 1) Ad ogni ripetizione dell’esperimento si verificano, inevitabilmente, perturbazioni delle condizioni iniziali, delle condizioni al contorno e delle proprietà del fluido. 2) I flussi turbolenti sono molto sensibili a queste perturbazioni Esempio: Acqua che scorre in un tubo dritto con pareti lisce. Possibili perturbazioni delle condizioni nominali: Condizioni al contorno (vibrazioni, rugosità della parete del tubo) Proprietà del fluido (disomogeneità della temperatura, impurità) Condizioni iniziali (fluido fermo, piccole variazioni locali di velocità) Il numero di Reynolds determina la sensibilità alle perturbazioni: A Re elevati l’evoluzione del campo di moto è estremamente sensibile a piccole variazioni delle condizioni nominali. Sensibilità a piccole perturbazioni (Equazioni di Lorentz) Assegnati i coefficienti costanti = 10, = 83 , e ⇢ = 28, le variabili x(t),y(t),z(t) evolvono secondo il seguente sistema di equazioni differenziali ordinarie dx = (y x) dt dy = ⇢x y xz dt dz = z + xy dt Scelgo due diverse condizioni iniziali e integro numericamente a) [x(0), y (0), z(0)] = [0.1, 0.1, 0.1] b) [xb(0), y (0), z(0)] = [0.1 + 10 6 , 0.1, 0.1] Analizzo il comportamento di x(t) e xb(t) per t > 0. Sensibilità a piccole perturbazioni (Equazioni di Lorentz) Per t > 35 le differenze sono significative Sensibilità a piccole perturbazioni (Equazioni di Lorentz) Assegnati i coefficienti costanti = 10, = 83 , e ⇢ = 28, le variabili x(t),y(t),z(t) evolvono secondo il seguente sistema di equazioni differenziali ordinarie dx = (y x) dt dy = ⇢x y xz dt dz = z + xy dt Per e fissati la sensibilità al dato iniziale dipende dal valore di ⇢. Per ⇢ > 24.74 si innesca un andamento random. Per ⇢ < 24.74 il sistema tende ad una soluzione stazionaria. Le equazioni di Navier-Stokes (con BC stazionazie) hanno comportamento analogo rispetto al numero di Reynolds. Caratterizzazione di flussi turbolenti Come caratterizzo l’andamento delle variabili in un flusso turbolento? Devo ricorrere ad un approccio statistico. Per la variabile casuale U(x,t) la probabilità di eventi quali A:={U < 10 m/s} B:={9 m/s < U < 10 m/s} è nota se è nota la funzione densità di probabilità (PDF). PDF:= f(V), doveV possibile valore assunto dalla variabile casuale U. La probabilità che U assuma valori compresi tra Va e Vb è P(Va < U < Vb ) = Z Vb Va f (V )dV 0⩽P⩽1: P=0 evento impossibile, P=1 evento certo Caratterizzazione di flussi turbolenti Come caratterizzo l’andamento delle variabili in un flusso turbolento? Devo ricorrere ad un approccio statistico. Per la variabile casuale U(x,t) la probabilità di eventi quali A:={U < 10 m/s} B:={9 m/s < U < 10 m/s} è nota se è nota la funzione densità di probabilità (PDF). PDF:= f(V), doveV possibile valore assunto dalla variabile casuale U. La probabilità che U assuma valori compresi tra Va e Vb è P(Va < U < Vb ) = Z Vb Va f (V )dV La PDF associata alla variabili di un flusso turbolento non è nota. In generale la PDF non è una funzione gaussiana. Media e varianza Conoscere la PDF:= f(V) permette di calcolare media e varianza hU i := var (U ) := Z Z 1 1 1 V f (V ) dV (V 1 Introducendo la fluttuazione u 0 = U hU i)2 f (V ) dV D hU i abbiamo var(U) = u 0 2 E . Per N equiprobabili valori discreti di U N X 1 hU iN = U (n) N n=1 N X 1 var(U) = (U (n) N n=1 2 ⌦ hU iN ) = U 2 ↵ 2 N hU iN Distribuzione normale o gaussiana f (V ) = N (V ; µ, 2 )= 1 p e (2⇡) 1 2 (V µ)2 / 2 Per una PDF gaussiana hU i = µ e var (U ) = μ: valore atteso σ: deviazione std 2 . Z Z µ+ µ µ+2 µ 2 Z µ+3 µ 3 f (V ) = 0.68 f (V ) = 0.95 f (V ) = 0.997 Caratterizzazione di flussi turbolenti Caso particolare (PDF nota a priori): considero N ripetizioni di un medesimo flusso turbolento nelle stesse condizioni nominali, in modo tale che non vi sia alcuna dipendenza tra le ripetizioni. Sia U una componente della velocità in una specifica posizione e ad un dato tempo (dall’inizio dell’esperimento, U(x,t)). Con U(n) indichiamo U all’n-esima ripetizione dell’esperimento. N X 1 (n) La media su N ripetizioni hU iN := U è una variabile casuale N n=1 Per N tendente ad infinito la sua PDF è una gaussiana. Le variabili casuali U(1),U(2),U(…) sono indipendenti e identicamente distribuite (hanno la medesima PDF, cioè la PDF di U), quindi hhU iN i = * 1 N N X n=1 U (n) + N D E X 1 1 (n) = U = N hUi = hU i N N n=1 1 Analogamente è possibile dimostrare che var(hU iN ) = var(U ) N Variabili casuali vettoriali (media) Considero una variabile casuale vettoriale, esempio U={U1,U2}. PDF:= f12(V1,V2), doveV1 e V2 sono possibili valori di U1 e U2. P{V1a < U1 < V1b , V2a < U2 < V2b } = Z V1b V1a Z V2b V2a f12 (V1 , V2 )dV1 dV2 Definisco la media di U1 hU1 i = = = Z Z Z 1 1 1 1 1 Z 1 V1 1 Z V1 f12 (V1 , V2 ) dV1 dV2 1 f12 (V1 , V2 ) dV2 dV1 1 ✓Z +1 f12 (V1 , V2 )dV2 = f1 (V1 ) 1 V1 f1 (V1 )dV1 1 La media di U2 può essere calcolata in modo analogo, indipendentemente da U1. ◆ Variabili casuali vettoriali (covarianza e correlazione) Considero una variabile casuale vettoriale, esempio U={U1,U2}. Definisco la covarianza di U1 e U2 cov(U1 , U2 ) = hu10 u20 i = Z 1 1 Z 1 (V1 1 hU1 i) (V2 hU2 i) f12 (V1 , V2 ) dV1 dV2 e il coefficiente di correlazione ⇢12 hu10 u20 i = tale che 1 , (hu10 2 ihu20 2 i) 2 1 < ⇢12 < 1 Per valori unitari del coefficiente di correlazione le variabili U1 e U2 sono perfettamente correlate, mentre se il coefficiente di correlazione è nullo le variabili sono scorrelate. Per N equiprobabili valori discreti di U1, U2 N ⇣ X 1 cov(U1 , U2 ) = U1(n) N n=1 hU1 iN ⌘⇣ U2(n) ⌘ hU2 iN = hU1 U2 iN hU1 iN hU2 iN Esempi di distribuzione normale bivariata, PDF= f(x,y) Distribuzione normale multivariata Considero una variabile casuale vettoriale, esempio U={U1,U2, U3}. La media e la fluttuazione sono u0 = U µ = hUi = {hU1 i , hU2 i , hU3 i} hUi = {U1 hU1 i , U2 hU2 i , U3 hU3 i} Introducendo la matrice di covarianza C 0 0 C = hu ⌦ u i = hu10 u10 i 0 0 hu2 u1 i hu30 u10 i hu10 u20 i 0 0 hu2 u2 i hu30 u20 i hu10 u30 i 0 0 hu2 u3 i hu30 u30 i la PDF normale multivariata f(V) è 3 f (V) = [(2⇡) det(C)] 1/2 exp[ 1 2 (V µ)T C 1 (V µ)] Dipendenza dal tempo U=U(t) La turbolenza è un fenomeno instazionario, U=U(t). Per caratterizzare il processo dovrei considerare tutti gli istanti di tempo, cioè la PDF multivariata fN(V1,t1; V2,t2; …; VN,tN). Ad ogni istante t è associata una diversa variabile casuale U. Questo in generale non è fattibile. Dipendenza dal tempo U=U(t) I flussi turbolenti, per buona parte, sono statisticamente stazionari: dopo un transitorio iniziale la statistica è invariate rispetto al tempo. Per t > 5 la statistica diventa indipendente dal tempo, anche se il processo U(t) continua a variare in modo significativo. Per t > 5, N sufficientemente grande e T sufficientemente lungo Z t+T N X 1 1 (n) hU(t)iN = U (t) ' U(t)dt = hUiT N T t i=1 Stat. Staz:= per tutti gli intervalli di tempo T e qualsiasi scelta di {t1,t2,…,tN} fN(V1,t1 + T; V2,t2 +T; …; VN,tN +T) = fN(V1,t1; V2,t2; …; VN,tN). Dipendenza dal tempo U=U(t) La turbolenza è un fenomeno instazionario, U=U(t). I flussi turbolenti, per buona parte, sono statisticamente stazionari: dopo un transitorio iniziale la statistica è invariate rispetto al tempo. La funzione di autocorrelazione hu 0 (t)u 0 (t + s)i 0 dove u (t) = U(t) ⇢(s) = 0 2 hu (t) i hU i esprime la il coefficiente di correlazione tra il processo al tempo t e t+s. D Per l’ipotesi di flusso stat. staz. si ha che hU i , u dipendono dal tempo. 02 E e ⇢(s) non Proprietà della funzione di autocorrelazione ⇢(0) = 1, |⇢(s)| 1, ⇢(s) = ⇢( s) Per flussi turbolenti la correlazione diminuisce rapidamente al crescere di s. Dipendenza dalla posizione U=U(x,t) La velocità e una variabile vettoriale che dipende dalla posizione e dal tempo. La PDF associata al punto x al tempo t è f(V,x,t). Per caratterizzare il campo di velocità dovrei considerare tutte le posizioni e tutti gli istanti di tempo, cioè dovrei conoscere la PDF multivariata fN(V1,x1,t1; V2,x2,t2; …; VN,xN,tN). Ad ogni istante t e posizione x è associata una diversa variabile casuale vettoriale U. Questo non è fattibile. Per un processo statisticamente stazionario fN non cambia se (x,t) viene sostituito con (x,t+T). Per un campo statisticamente omogeneo fN non cambia se (x,t) viene sostituito con (x+X,t). Questo implica che hUi sia uniforme. La definizione di turbolenza omogenea è meno restrittiva: la fluttuazione di velocità u0 è statisticamente omogenea. Questo implica che r hUi sia uniforme. Concetti importanti da ricordare Dato che le PDF associate alle variabili casuali di flussi turbolenti non sono note a priori consideriamo medie aritmetiche. N X 1 hU i ' U(n) (x, t), per N sufficientemente grande N n=1 Per fenomeni statisticamente stazionari le medie aritmetiche per N ripetizioni dell’esperimento possono essere sostituite da medie nel tempo. Z t+T 1 hUi ' U(t)dt, per T sufficientemente lungo T t Il tensore hu0 ⌦ u0 i (matrice di covarianza) ha un ruolo fondamentale nell'ambito della modellizzazione della turbolenza.