Come si prende una decisione di policy

UPTA
Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17
Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani
docente: Daniela Lepore
Come si prende una decisione di policy
1 + 3 modelli per il processo decisionale
Testo da leggere: Bruno Dente, Le decisioni di policy, Il Mulino, Bologna 2011 (cap. II, §3-4)
Per chi vuole saperne di più: L. Bobbio, La democrazia non abita a Gordio, Angeli, Milano 1996 (cap. I)
in parte qui: http://tinyurl.com/28dgj45
modelli
Un modello di qualcosa è un costrutto analitico: uno schema, una
astrazione. Che serve per capire e ragionare. I passi e/o le qualità
individuate in un modello nella realtà non accadono esattamente in quel
modo. Anzi, molto spesso (quasi sempre) la realtà è un mix di elementi
riconducibili a modelli diversi.
per esempio:
la rendita urbana
non funziona
"davvero" così
in ogni singola città
aa 2016-17
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2
modelli del processo decisionale
Nel caso del processo decisionale, i modelli sono costrutti che individuano
dal punto di vista descrittivo e/o prescrittivo i principali elementi del
processo.
In particolare, ai 2 atteggiamenti possibili rispetto all'incertezza (ne
abbiamo parlato nella lezione 5, quella sul passaggio dai problemi alle
soluzioni), corrispondono diversi modelli del processo decisionale. Più di
due, come vedremo.
I modelli a cui si accennerà interpretano in modo diverso soprattutto 4
fattori:




le caratteristiche del decisore
le sue capacità cognitive
i modi per cercare e valutare le soluzioni a un problema
i modi per effettuare le scelte.
aa 2016-17
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3
Il modello razionale
decidere ordinatamente: successo e limiti
decidere calcolando
Il modello razionale si riferisce al comportamento di un uomo che agisce in
base al calcolo (homo oeconomicus) e prevede una sequenza ordinata
composta di 4 fasi:
1. stabilire obiettivi e criteri
il problema deve essere definito
in modo compiuto
2. individuare (tutte) le
ci sono risorse cognitive, di
tempo ed economiche
3. valutare le conseguenze
come sopra, e inoltre è possibile
effettuare valutazioni ex ante
4. scegliere attraverso un
è possibile una ottimizzazione
alternative
di ogni alternativa
calcolo
ogni fase richiede che siano
verificati dei presupposti
aa 2016-17
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5
per esempio
il problema della localizzazione di un inceneritore a Torino
Guardiamo un caso concreto in cui il metodo razionale è stato applicato.
Siamo in provincia di Torino, nel 2000-2001, nell'ambito di un tentativo
condotto con la collaborazione di Luigi Bobbio per stabilire attraverso un
processo consensuale la localizzazione dell'impianto.
Il problema definito era:
dove è meglio localizzare l'impianto? quale sito è più appropriato?
1. Sono stati individuati dei criteri di ammissibilità per i siti
(siti industriali ad almeno 500 m dai centri abitati e facilmente
raggiungibili dai camion, quindi prossimi a Torino).
2. Poi sono stati individuati 13 siti possibili.
3. Poi sono stati scelti dei criteri di valutazione (vedi oltre) e valutate
tutte le alternative
4. Infine, sono stati individuati i siti migliori (2)
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6
aspetti tecnici
sviluppo locale
aspetti ambientali
autosufficienza ed
equità locale
C1
C2
C3
C4
C5
C6
C7
C8
C9
C10
C11
C12
C13
accessibilità
traffico
energia
area
esondabilità
aree
abitate
aree
agricole
progett
i
carichi
1
carichi
2
visibilità
baricentrica
distanza
+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
q=0
p=0
q=0
p=0
q=0
p=0
q=0
p=0
q=p=1
q=1000
p=5000
q=0
p=0
q=0
p=0
q=0
p=0
q = 0,5
p=2
q=0
p=0
q=1000
p=2000
q=0
p=0
Caselle caI/1
bassa 2
media 4
3
6
3
9. 356
7
sì (1)
4
16
8
10.100
1
Leinì ca I/2
bassa 2
media 4
3
8
2
9. 906
5
no (0)
6
16
4
10.100
1
S. Benigno
bassa 2
bassa 2
6
2
5
3. 679
2
no
3
2,5
9
18.600
1
Volpiano caI/4
elevata 5
bassa 2
3
6
1
5. 160
0
no
1
1,5
1
14.400
1
Chivasso PIS
ai I/1
elevata 5
ness.1
3
1
3
9. 022
0
no
4
5
7
22.300
1
Chivasso Lancia
ai I/2
elevata 5
ness.1
3
3
1
18.479
4
sì
4
5
2
22.500
1
Torino Michelin
am I/1
elevata 5
elevata 5
1
4
0
52.351
1
sì
9
24
6
5.700
1
Torino Mirafiori
am I/2
elevata 5
m-bass 3
1
5
0
161.789
0
sì
5
8
1
6.700
2
Torino Gerbido
am I/3
media 4
bassa 2
2
1
0
33.574
5
sì
6
18,5
6
8.500
3
suff 3
m-bass 3
4
3
6
10.700
5
no
3
3,5
10
13.700
1
Riva presso Chieri
chI/3
bassa 2
media 4
6
3
0
1.430
4
sì
2
2,5
9
18.900
2
Santena chI/5
bassa 2
bassa 2
5
8
1
6.345
4
no
2
3,5
8
16.000
1
elevata 5
nessuna 1
4
3
1
20.490
8
sì
2
2,5
6
24.000
1
criteri
verso
q, p
Chieri chI/2
Carmagnola
ch I/10
altro in
L. Bobbio, Smaltimento dei rifiuti e democrazia deliberativa, Working Papers 2002 n. 1,Università di Torino, Dip.to di Studi politici
la matrice di valutazione
schematicamente
fase 1
fase 2
fase 3
fase 4
obiettivi
alternative
valutazione
scelta
soluzione A
134
soluzione B
21
soluzione C
34
soluzione D
76
soluzione E
145
soluzione F
124
problema
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


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8
con uno schema …
1. identificare il problema
definire gli obiettivi
feedback
raccogliere i dati
2. identificare alternative
selezionare il criterio di valutazione
3. stimare i risultati previsti
di ogni alternativa
4. scegliere l'alternativa ottimale
aa 2016-17
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9
metodi per la scelta razionale
• Ricerca operativa
inventata nella seconda guerra mondiale per ottimizzare le scelte belliche.
Pone grande attenzione sulla scelta dei mezzi, perché durante la guerra
il fine si dava per scontato (sconfiggere il nemico)
• Analisi costi/benefici
nasce negli anni '50-'60, con la grande fiducia nel progresso scientifico.
Consiste nel ricondurre tutti i costi e i benefici di un intervento pubblico ad
un‘unica unità di misura (denaro) in modo da poter confrontare le
diverse alternative.
Il problema è che non tutto è facilmente monetizzabile
• Analisi multicriteri
consente di fare confronti anche tra unità di misura differenti, attraverso il
confronto a due a due tra tutte le alternative (nell'esempio, i siti) e
rileva per ogni confronto, l'alternativa che "vince", "perde" o "pareggia".
aa 2016-17
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10
le ragioni del successo
Creare uno spazio sottratto alla politica
Introducendo metodi "oggettivi" si cerca di evitare le influenze della
politica-politics, distinguendo i ruoli tra il politico (che stabilisce i fini) e
l'analista o il planner (che cerca i mezzi per raggiungerli).
E anche, nelle riforme recenti, fra politici e funzionari.
Superare la razionalità legale-formale
Non si scelgono le azioni da intraprendere solo in base alla loro legittimità
formale ma anche in base alle conseguenze attese delle varie
alternative.
Strumenti di calcolo
L'introduzione degli strumenti computazionali (il computer) ha permesso di
gestire contemporaneamente un numero amplissimo di dati.
Esistono moltissimi software che possono essere usati allo scopo.
aa 2016-17
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11
quando funziona questo modello?
In effetti, il modello razionale può davvero funzionare solo a certe
condizioni, non molto frequenti e quasi mai presenti nel caso di problemi
complessi:
 il problema è ben strutturato
 c'è un decisore unico (individuale o collettivo)
 gli obiettivi sono non contraddittori
 è possibile fissare i fini prima e indipendentemente rispetto ai mezzi
 c'è disponibilità di teorie sul rapporto mezzi-fini
 c'è disponibilità di tempo
aa 2016-17
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12
troppe pretese!!!
… perciò questo tipo di razionalità, che ha ispirato a lungo anche i modi di
fare i piani territoriali, è stata definita:
 olimpica
 sinottica
 onnicomprensiva
Si è detto, cioè, che il modello, soprattutto, non fa i conti con il problema
dell'incertezza. Perché molto spesso, nella realtà, si adottano e bisogna
adottare metodi meno pretenziosi …
Nel seguito, ne vedremo altri tre:
 il modello cognitivo (della razionalità limitata)
 il modello incrementale (comparazioni limitate successive)
 il modello del bidone della spazzatura
aa 2016-17
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13
e tuttavia...
Il modello razionale può essere considerato come un'aspirazione, una
serie di linee-guida che svolgono una importante funzione pedagogica,
volta a chiarificare il dibattito pubblico.
Spesso, infatti, nella realtà si tende ad agire in modo diverso, e in
particolare:




gli obiettivi non sono esplicitati
molte alternative sono trascurate
le alternative non vengono davvero valutate
non vengono scelte le alternative migliori
Gli altri modelli che vedremo provano (in vari modi) a fare i conti con
questi modi di fare più realistici, senza considerarli necessariamente un
difetto.
Se volete, si potrebbe dire che – invece di provare a forzare la realtà per
avvicinarla al modello – si prova a interpretare meglio la realtà.
Per capire cosa effettivamente accade e per cercare di indirizzare i
processi in modo più efficace.
aa 2016-17
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2
pensateci ...
1
siamo certi che il percorso più ragionevole
tra 1 e 2 sia davvero, sempre, la linea retta?
e anche
è possibile che in certi casi sia più sensato
il percorso più tortuoso tratteggiato?
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Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani
docente: Daniela Lepore
2
pensateci ...
1
siamo certi che il percorso più ragionevole
tra 1 e 2 sia davvero, sempre, la linea retta?
e anche
è possibile che in certi casi sia più sensato
il percorso più tortuoso tratteggiato?
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Trattare il problema
Razionalità limitata, accordo, ambiguità
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Il modello cognitivo
Herbert Simon e la razionalità limitata
Simon. La razionalità limitata
Herbert Simon (1916-2001) inizia come studioso
di scienze politiche, poi passa a occuparsi di
economia, amministrazione e infine psicologia.
Un punto centrale della sua riflessione è sempre
stato il modo di pensare degli individui e delle
organizzazioni.
Negli anni ’50, con Allen Newell, ha lavorato
sull’intelligenza artificiale e sui progenitori del
computer progettando una thinking machine.
Di qui partono gli studi sul rapporto fra
intelligenza artificiale e decisione.
Per il lavoro sulla razionalità limitata (1957) ha
vinto il premio Nobel nel 1978.
aa 2016-17
La teoria sviluppata da Simon riguarda
le facoltà, e dunque le possibilità,
cognitive degli esseri umani e si basa
sulla osservazione dei comportamenti di
un uomo reale, non (più) dell'homo
oeconomicus.
L' administrative man di Simon
ha dei limiti cognitivi – una
“razionalità limitata” (bounded) – e
dunque utilizza in realtà comportamenti
diversi da quelli che, nell’economia
classica, sono attribuiti agli esseri umani,
che qui non sono più immaginati come
esseri capaci di calcolare tutto in modo
perfettamente razionale.
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i limiti della razionalità umana
Secondo il modello cognitivo, l'attenzione degli esseri umani (e quindi dei
nostri attori) è guidata da una razionalità limitata: gli attori, cioè, non
rispondono al modello dell‘homo oeconomicus, ma a quello
dell‘administrative man.
Ovvero: per gli uomini reali non è possibile considerare tutte le soluzioni
esistenti e tutte le relative conseguenze. ... e (anche) i policy makers
sono uomini.
Dunque il decisore – come chiunque – non valuta tutte le alternative,
ma si accontenta della prima alternativa soddisfacente, trascurando la
possibilità che vi siano soluzioni (almeno in astratto) migliori.
ottimizzazione
aa 2016-17
satisficing
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routine e apprendimento
Ancora. Secondo questo modello, nel processo di decisione è implicito un
processo di apprendimento.
Da un lato, i fini vengono modificati se risultano irraggiungibili o,
viceversa, se ne emergono di migliori, secondo un processo di
continuo aggiustamento tra mezzi e fini.
Dall'altro lato, nel tentativo di ridurre l'incertezza circa i risultati, le
persone tendono a scegliere soluzioni che già conoscono e ad assumere
comportamenti simili a quelli già adottati in precedenza. Dunque, si
seguono routine e ci si affida a frame conosciuti, modificandoli un po' in
modo da adattarli a nuove situazioni.
vediamo un esempio dalla vita quotidiana
aa 2016-17
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Charles Lindblom e il modello incrementale
la decisione come scienza del cavarsela
Lindblom. Interazione e accordo
Gli scienziati politici come Lindblom
sostengono che nella realtà conta
non soltanto la “miopia” degli attori,
ma anche la frammentazione sociale.
Charles Lindblom è stato quasi per tutta la
vita professore di economia a Yale, ma fa parte
di una serie di economisti-politologi, molto
attenti alla vita sociale e politica, con effetti
stimolanti per le due discipline.
Il suo contributo è cruciale nella critica alla
rigidità della pianificazione e ha portato all’uso
di concetti innovativi come quello di
incrementalismo, introdotto nel 1953, in un
primo libro con R. Dahl, e di muddling
through (l'arrangiarsi), teorizzato in un famoso
articolo del 1959.
aa 2016-17
Il modello razionale, allora,
semplicemente non rappresenta
il modo in cui si compiono le scelte
nei sistemi democratici e pluralisti, dove
gli attori sono numerosi e
frammentati, e dove contano non tanto
la razionalità strumentale, quanto i
processi di scambio e accordo che
avvengono nella interazione.
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il mondo non cambia a passi da gigante …
Secondo questo modello, i fini non vengono stabiliti prima dei mezzi (né
una volta per tutte), e sono invece dettati dai mezzi a disposizione.
I decisori (in generale gli attori) aspirano cioè a cose concretamente
possibili, e dunque escludono, per lo più, i cambiamenti radicali.
Lindblom sottolinea come nelle nostre società, democratiche e pluraliste,
non esiste mai un solo decisore, ma agisce sempre una pluralità di
attori che influiscono e intervengono nelle decisoni a partire dai propri
interessi.
Il processo procede quindi per piccoli aggiustamenti successivi, su cui
quei molti attori riescono a trovare un accordo.
Secondo Lindblom, infine, questo modo di fare non è negativo, come di
solito si pensa, perché solo persone interessate ad ottenere un
vantaggio sono disposte a mettersi in discussione e a trovare soluzioni,
anche di compromesso, che garantiscono una certa stabilità.
Inoltre, secondo questo approccio, proprio l'interazione stessa può far
emergere realmente tutti gli aspetti di un problema (e tutti gli interessi
relativi ad una questione). Cosa che non accade lavorando "a tavolino".
aa 2016-17
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l'incrementalismo come metodo
Per Lindblom, allora, l'incrementalismo sconnesso non è un
comportamento da praticoni, ma un ragionevole metodo seguito, nei
fatti (magari anche senza saperlo), dagli amministratori.
Ne va, quindi, compresa la logica, anche per migliorarlo.
 I decisori, infatti, partono dai mezzi realmente a disposizione
- e non dai fini - e tendono a modificare solo in piccola misura
lo stato delle cose.
 Poi procedono a valutare le alternative possibili per "comparazioni
limitate successive".
 La decisione, infine, avviene in base al criterio dell'accordo,
attraverso un "mutuo aggiustamento partigiano"
e l'arrangiarsi, come metodo
aa 2016-17
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un esercizio dai colleghi usa
Analizza il seguente dialogo che potresti avere con te stesso una sera qualsiasi nella
prospettiva di Lindblom.
"Che libro mi devo leggere?"
"Già, quali sono i miei obiettivi?"
"Divertimento. Imparare qualcosa sulle persone. Aumentare le conoscenze professionali."
"E quel libro che sta vicino al mio letto?"
"Yeah! – questo mi ricorda che la mia stanza da letto è troppo incasinata, e così penso che
dovrei aggiungere alla lista dei miei obiettivi pulire i posti disordinati di casa. Ora, dove mi
porta questo?"
[Mentre ti guardi attorno, noti che confusi sopra la TV ci sono quattro videocassette che hai
ordinato ma non hai mai guardato].
"Forse dovrei fare leggere libri e guardare cassette ... "
aa 2016-17
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… e le critiche
Inerzia
La teoria è conservatrice: non punta a grandi riforme.
Gli incrementalisti ribattono che a piccoli passi si può creare
democraticamente un forte cambiamento, sia pure poco per volta.
Adattamento alla (cattiva) pratica di politici e amministratori
La teoria è solo descrittiva.
La difesa accusa i tecnici di essere astratti.
Non tutti gli interessi sono uguali
Non tutti gli interessi hanno voce, e non hanno lo stesso potere negoziale.
La replica è che il problema non è nella teoria ma nella struttura sociale, e
il fatto di coinvolgere tutti gli interessi sarebbe un passo avanti.
Non tutte le scelte sono reversibili
Ci sono decisioni che anche incrementalmente modificano le cose in modo
permanente (per es. gli interventi con impatti sull'ambiente).
E' vero, dice la difesa, ma le decisioni, proprio perché piccole, possono
essere sperimentate e perfino abbandonate senza gravi danni...
aa 2016-17
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Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani
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il modello "bidone della spazzatura"
dall'incertezza all'ambiguità
studiando ... le università
James March insegna Management
e Scienza politica all'Università di
Stanford (in California)
Johan Olsen insegna Scienza della
politica all'Università di Bergen (in
Norvegia)
aa 2016-17
March e Olsen si sono occupati di contesti
complessi, caratterizzati non soltanto da
incertezze, ma da vere e proprie
ambiguità.
Hanno sviluppato il loro modello
osservando situazioni come quelle delle
università (norvegesi e americane), che si
presentano - secondo loro - proprio così.
La differenza rispetto alle “normali”
situazioni di incertezza è che, mentre
l’incertezza si può sconfiggere con
maggiori informazioni, l’ambiguità
determina confusione e non può essere
sconfitta.
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le anarchie organizzate
Il modello di March e Olsen si afferma negli anni '70, con riferimento a
organizzazioni caotiche e caratterizzate da ambiguità (come le
università da cui partivano i loro studi), che vengono definite anarchie
organizzate.
In particolare, i due studiosi individuano 4 fattori di ambiguità:
 il fatto che le preferenze degli attori si formano nel processo e non
prima (e fuori) di esso, e dunque non sono stabili e coerenti
 il fatto che l'attenzione è fluida e incostante, e dunque la
partecipazione degli attori al processo muta nel tempo
 il fatto che soluzioni e problemi sono entrambi costrutti,
intercambiabili (per es. spesso non si avverte neppure un problema
prima di averne visto la soluzione)
 il fatto che più problemi e più soluzioni premono su singole
occasioni di scelta
aa 2016-17
CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti
30
le variabili del garbage can
Il




modello prevede quattro variabili:
gli attori (A)
i problemi (P)
le soluzioni (S)
le occasioni di scelta (O)
Le occasioni sono bidoni della spazzatura in cui gli attori buttano alla
rinfusa problemi e soluzioni.
La decisione dipende perciò dall'incontro casuale di un problema con
una soluzione nel momento determinato nel quale si fa la scelta.
Assumono dunque importanza il fattore tempo e, in ultima istanza,
il caso.
aa 2016-17
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31
A partecipanti
P problemi
S soluzioni
O occasioni
O1
O2
A1
garbage can model
A2
O3
PS
aa 2016-17
32
garbage can model
O1
O2
O3
A2
A1
politica 1
O4
PSPS
politica 2
PP
S
aa 2016-17
S
33
ma allora si decide ”a caso”?
Si è detto che, per le sue ipotesi, il modello del garbage can teorizza la
decisione casuale. E in un certo senso è così.
Ma vediamo perchè, e con che risultati.
► Innanzitutto, dal punto di vista descrittivo, non c’è dubbio che il
modello esprime in modo efficace ciò che avviene in molte situazioni.
► In secondo luogo, la metafora utilizzata serve a March e Olsen per
rompere una certa aura di “scientificità” che caratterizzava i discorsi
e le teorie sulla decisione.
► Infine, attribuire valore al caso permette di considerare
giustamente rilevante il tempo: il fatto che spesso si decide in
condizioni di emergenza e dunque non si valutano tutte le alternative e
le relative conseguenze, o invece con la consapevolezza di scontentare
comunque molti attori, e dunque si rinviano decisioni o si sceglie la
"soluzione" di non decidere.
► … allora, in fondo, questo modo di prendere decisioni è ragionevole
(più che razionale). Almeno quando ci si occupa di problemi maligni.
aa 2016-17
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34
in sintesi
proviamo a riassumere e concludere
compariamo i modelli secondo 5 criteri
criterio di comparazione
modello
decisionale
decisore
condizione
cognitiva
metodo per la
ricerca
di soluzioni
modalità
di scelta
criterio di
decisione
razionale
unitario
certezza
analisi completa
delle alternative
calcolo
ottimizzazione
cognitivo
unitario
incertezza
analisi
sequenziale
confronto
rispetto ad
aspettative
soddisfazione
incrementale
decisori
partigiani
parzialità
comparazioni
limitate
successive
mutuo
aggiustamento
partigiano
accordo
garbage can
decisori
variabili
ambiguità
nessuno
incontro fra
problemi
e soluzioni
caso
Fonte: Bobbio 1986
aa 2016-17
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l’allentamento del modello razionale
punti messi in discussione
dal modello cognitivo
NON E' VERO CHE
l’analisi delle alternative possibili è in
grado di dissipare l’incertezza
NON
esistono tempo e risorse sufficienti per
un’analisi completa della situazione
NON
è possibile separare i mezzi dai fini, e
fissare preventivamente i fini
punti messi in discussione
dal modello incrementale
NON ESISTE MAI
un decisore unico, che possiede (e sa
esprimere) preferenze chiare, ordinate
e non contraddittorie
Fonte: Bobbio 1986
aa 2016-17
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37
che metodo usare?
fini
certi
per esempio:
1. vaccini x malattie note
2. riforma delle pensioni
3. politiche contro l'AIDS
4. problemi maligni
e quindi:
• situazione 2, 3  modelli incrementali
• situazione 4  modello garbage can
aa 2016-17
tecnologie
4
ridefinire il problema
incerte
3
sperimentazione
2
negoziazione
In conclusione.
Non esiste un modo
unico migliore per
risolvere i problemi.
certe
1
approccio razionale
incerti
La matrice mostra
l'approccio più
opportuno in base al
grado di certezza o
incertezza di due
variabili: le tecnologie
e i fini.
Le colonne considerano
la definizione del
problema e il grado di
consenso su di essa. Si
hanno fini certi quando
la definizione è
condivisa, incerti
quando c'è conflitto.
Le righe si riferiscono
alla capacità
tecnologiche di
risolvere il problema.
CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti
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satisficing
Una persona che decide di comprare un'automobile, non prende alla leggera la scelta: l’acquisto
richiede una certa spesa e determina aspetti importanti della vita quotidiana. Tuttavia,
Tuttavia, quella
quella
persona non seguirà i dettami della scelta razionale, e tenderà invece ad agire in modo più
rapido ed empirico.
Quindi, non fisserà in modo preciso i suoi obiettivi (marca, motore, colore, gadget, …) e non
esplorerà tutte le alternative (tutte le auto in vendita).
Invece, dopo aver stabilito grosso modo che tipo di auto vuole, quanto può spendere, a quale
mercato rivolgersi (nuovo o usato) ... comincerà a guardare annunci e a visitare venditori.
La ricerca però terminerà di fronte alla prima auto che più o meno risponde alle sue esigenze.
Quella persona sa benissimo che sul mercato
potrebbero esistere soluzioni migliori,
ma preferisce fermarsi a quel punto piuttosto che
proseguire in una lunga ricerca che potrebbe rivelarsi
priva di frutti.
Dunque, ... si accontenta di una soluzione
soddisfacente, “abbastanza buona”.
Fonte: rielaborazione mia da Bobbio 1996
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back
Mio zio ha
sempre
voluto
suonare il
violino
Poi è
andato a
casa, ha
preso il suo
nuovo
violino e lo
ha provato
da solo
arrangiarsi...
La settimana scorsa è
andato in un negozio di
musica e ne ha
comprato uno …
Poi è andato a un
concerto a guardare i
violinisti suonare, per
vedere come fanno …
Non è
riuscito a
suonare!
La prossima volta che
va a un concerto,
cercherà di sedersi più
vicino!
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