UPTA Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17 Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani docente: Daniela Lepore Come si prende una decisione di policy 1 + 3 modelli per il processo decisionale Testo da leggere: Bruno Dente, Le decisioni di policy, Il Mulino, Bologna 2011 (cap. II, §3-4) Per chi vuole saperne di più: L. Bobbio, La democrazia non abita a Gordio, Angeli, Milano 1996 (cap. I) in parte qui: http://tinyurl.com/28dgj45 modelli Un modello di qualcosa è un costrutto analitico: uno schema, una astrazione. Che serve per capire e ragionare. I passi e/o le qualità individuate in un modello nella realtà non accadono esattamente in quel modo. Anzi, molto spesso (quasi sempre) la realtà è un mix di elementi riconducibili a modelli diversi. per esempio: la rendita urbana non funziona "davvero" così in ogni singola città aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 2 modelli del processo decisionale Nel caso del processo decisionale, i modelli sono costrutti che individuano dal punto di vista descrittivo e/o prescrittivo i principali elementi del processo. In particolare, ai 2 atteggiamenti possibili rispetto all'incertezza (ne abbiamo parlato nella lezione 5, quella sul passaggio dai problemi alle soluzioni), corrispondono diversi modelli del processo decisionale. Più di due, come vedremo. I modelli a cui si accennerà interpretano in modo diverso soprattutto 4 fattori: le caratteristiche del decisore le sue capacità cognitive i modi per cercare e valutare le soluzioni a un problema i modi per effettuare le scelte. aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 3 Il modello razionale decidere ordinatamente: successo e limiti decidere calcolando Il modello razionale si riferisce al comportamento di un uomo che agisce in base al calcolo (homo oeconomicus) e prevede una sequenza ordinata composta di 4 fasi: 1. stabilire obiettivi e criteri il problema deve essere definito in modo compiuto 2. individuare (tutte) le ci sono risorse cognitive, di tempo ed economiche 3. valutare le conseguenze come sopra, e inoltre è possibile effettuare valutazioni ex ante 4. scegliere attraverso un è possibile una ottimizzazione alternative di ogni alternativa calcolo ogni fase richiede che siano verificati dei presupposti aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 5 per esempio il problema della localizzazione di un inceneritore a Torino Guardiamo un caso concreto in cui il metodo razionale è stato applicato. Siamo in provincia di Torino, nel 2000-2001, nell'ambito di un tentativo condotto con la collaborazione di Luigi Bobbio per stabilire attraverso un processo consensuale la localizzazione dell'impianto. Il problema definito era: dove è meglio localizzare l'impianto? quale sito è più appropriato? 1. Sono stati individuati dei criteri di ammissibilità per i siti (siti industriali ad almeno 500 m dai centri abitati e facilmente raggiungibili dai camion, quindi prossimi a Torino). 2. Poi sono stati individuati 13 siti possibili. 3. Poi sono stati scelti dei criteri di valutazione (vedi oltre) e valutate tutte le alternative 4. Infine, sono stati individuati i siti migliori (2) aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 6 aspetti tecnici sviluppo locale aspetti ambientali autosufficienza ed equità locale C1 C2 C3 C4 C5 C6 C7 C8 C9 C10 C11 C12 C13 accessibilità traffico energia area esondabilità aree abitate aree agricole progett i carichi 1 carichi 2 visibilità baricentrica distanza + - - - - - - - - - - - - q=0 p=0 q=0 p=0 q=0 p=0 q=0 p=0 q=p=1 q=1000 p=5000 q=0 p=0 q=0 p=0 q=0 p=0 q = 0,5 p=2 q=0 p=0 q=1000 p=2000 q=0 p=0 Caselle caI/1 bassa 2 media 4 3 6 3 9. 356 7 sì (1) 4 16 8 10.100 1 Leinì ca I/2 bassa 2 media 4 3 8 2 9. 906 5 no (0) 6 16 4 10.100 1 S. Benigno bassa 2 bassa 2 6 2 5 3. 679 2 no 3 2,5 9 18.600 1 Volpiano caI/4 elevata 5 bassa 2 3 6 1 5. 160 0 no 1 1,5 1 14.400 1 Chivasso PIS ai I/1 elevata 5 ness.1 3 1 3 9. 022 0 no 4 5 7 22.300 1 Chivasso Lancia ai I/2 elevata 5 ness.1 3 3 1 18.479 4 sì 4 5 2 22.500 1 Torino Michelin am I/1 elevata 5 elevata 5 1 4 0 52.351 1 sì 9 24 6 5.700 1 Torino Mirafiori am I/2 elevata 5 m-bass 3 1 5 0 161.789 0 sì 5 8 1 6.700 2 Torino Gerbido am I/3 media 4 bassa 2 2 1 0 33.574 5 sì 6 18,5 6 8.500 3 suff 3 m-bass 3 4 3 6 10.700 5 no 3 3,5 10 13.700 1 Riva presso Chieri chI/3 bassa 2 media 4 6 3 0 1.430 4 sì 2 2,5 9 18.900 2 Santena chI/5 bassa 2 bassa 2 5 8 1 6.345 4 no 2 3,5 8 16.000 1 elevata 5 nessuna 1 4 3 1 20.490 8 sì 2 2,5 6 24.000 1 criteri verso q, p Chieri chI/2 Carmagnola ch I/10 altro in L. Bobbio, Smaltimento dei rifiuti e democrazia deliberativa, Working Papers 2002 n. 1,Università di Torino, Dip.to di Studi politici la matrice di valutazione schematicamente fase 1 fase 2 fase 3 fase 4 obiettivi alternative valutazione scelta soluzione A 134 soluzione B 21 soluzione C 34 soluzione D 76 soluzione E 145 soluzione F 124 problema aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 8 con uno schema … 1. identificare il problema definire gli obiettivi feedback raccogliere i dati 2. identificare alternative selezionare il criterio di valutazione 3. stimare i risultati previsti di ogni alternativa 4. scegliere l'alternativa ottimale aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 9 metodi per la scelta razionale • Ricerca operativa inventata nella seconda guerra mondiale per ottimizzare le scelte belliche. Pone grande attenzione sulla scelta dei mezzi, perché durante la guerra il fine si dava per scontato (sconfiggere il nemico) • Analisi costi/benefici nasce negli anni '50-'60, con la grande fiducia nel progresso scientifico. Consiste nel ricondurre tutti i costi e i benefici di un intervento pubblico ad un‘unica unità di misura (denaro) in modo da poter confrontare le diverse alternative. Il problema è che non tutto è facilmente monetizzabile • Analisi multicriteri consente di fare confronti anche tra unità di misura differenti, attraverso il confronto a due a due tra tutte le alternative (nell'esempio, i siti) e rileva per ogni confronto, l'alternativa che "vince", "perde" o "pareggia". aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 10 le ragioni del successo Creare uno spazio sottratto alla politica Introducendo metodi "oggettivi" si cerca di evitare le influenze della politica-politics, distinguendo i ruoli tra il politico (che stabilisce i fini) e l'analista o il planner (che cerca i mezzi per raggiungerli). E anche, nelle riforme recenti, fra politici e funzionari. Superare la razionalità legale-formale Non si scelgono le azioni da intraprendere solo in base alla loro legittimità formale ma anche in base alle conseguenze attese delle varie alternative. Strumenti di calcolo L'introduzione degli strumenti computazionali (il computer) ha permesso di gestire contemporaneamente un numero amplissimo di dati. Esistono moltissimi software che possono essere usati allo scopo. aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 11 quando funziona questo modello? In effetti, il modello razionale può davvero funzionare solo a certe condizioni, non molto frequenti e quasi mai presenti nel caso di problemi complessi: il problema è ben strutturato c'è un decisore unico (individuale o collettivo) gli obiettivi sono non contraddittori è possibile fissare i fini prima e indipendentemente rispetto ai mezzi c'è disponibilità di teorie sul rapporto mezzi-fini c'è disponibilità di tempo aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 12 troppe pretese!!! … perciò questo tipo di razionalità, che ha ispirato a lungo anche i modi di fare i piani territoriali, è stata definita: olimpica sinottica onnicomprensiva Si è detto, cioè, che il modello, soprattutto, non fa i conti con il problema dell'incertezza. Perché molto spesso, nella realtà, si adottano e bisogna adottare metodi meno pretenziosi … Nel seguito, ne vedremo altri tre: il modello cognitivo (della razionalità limitata) il modello incrementale (comparazioni limitate successive) il modello del bidone della spazzatura aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 13 e tuttavia... Il modello razionale può essere considerato come un'aspirazione, una serie di linee-guida che svolgono una importante funzione pedagogica, volta a chiarificare il dibattito pubblico. Spesso, infatti, nella realtà si tende ad agire in modo diverso, e in particolare: gli obiettivi non sono esplicitati molte alternative sono trascurate le alternative non vengono davvero valutate non vengono scelte le alternative migliori Gli altri modelli che vedremo provano (in vari modi) a fare i conti con questi modi di fare più realistici, senza considerarli necessariamente un difetto. Se volete, si potrebbe dire che – invece di provare a forzare la realtà per avvicinarla al modello – si prova a interpretare meglio la realtà. Per capire cosa effettivamente accade e per cercare di indirizzare i processi in modo più efficace. aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 14 UPTA Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17 Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani docente: Daniela Lepore 2 pensateci ... 1 siamo certi che il percorso più ragionevole tra 1 e 2 sia davvero, sempre, la linea retta? e anche è possibile che in certi casi sia più sensato il percorso più tortuoso tratteggiato? UPTA Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17 Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani docente: Daniela Lepore 2 pensateci ... 1 siamo certi che il percorso più ragionevole tra 1 e 2 sia davvero, sempre, la linea retta? e anche è possibile che in certi casi sia più sensato il percorso più tortuoso tratteggiato? UPTA Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17 Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani docente: Daniela Lepore Trattare il problema Razionalità limitata, accordo, ambiguità UPTA Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17 Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani docente: Daniela Lepore Il modello cognitivo Herbert Simon e la razionalità limitata Simon. La razionalità limitata Herbert Simon (1916-2001) inizia come studioso di scienze politiche, poi passa a occuparsi di economia, amministrazione e infine psicologia. Un punto centrale della sua riflessione è sempre stato il modo di pensare degli individui e delle organizzazioni. Negli anni ’50, con Allen Newell, ha lavorato sull’intelligenza artificiale e sui progenitori del computer progettando una thinking machine. Di qui partono gli studi sul rapporto fra intelligenza artificiale e decisione. Per il lavoro sulla razionalità limitata (1957) ha vinto il premio Nobel nel 1978. aa 2016-17 La teoria sviluppata da Simon riguarda le facoltà, e dunque le possibilità, cognitive degli esseri umani e si basa sulla osservazione dei comportamenti di un uomo reale, non (più) dell'homo oeconomicus. L' administrative man di Simon ha dei limiti cognitivi – una “razionalità limitata” (bounded) – e dunque utilizza in realtà comportamenti diversi da quelli che, nell’economia classica, sono attribuiti agli esseri umani, che qui non sono più immaginati come esseri capaci di calcolare tutto in modo perfettamente razionale. CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 19 i limiti della razionalità umana Secondo il modello cognitivo, l'attenzione degli esseri umani (e quindi dei nostri attori) è guidata da una razionalità limitata: gli attori, cioè, non rispondono al modello dell‘homo oeconomicus, ma a quello dell‘administrative man. Ovvero: per gli uomini reali non è possibile considerare tutte le soluzioni esistenti e tutte le relative conseguenze. ... e (anche) i policy makers sono uomini. Dunque il decisore – come chiunque – non valuta tutte le alternative, ma si accontenta della prima alternativa soddisfacente, trascurando la possibilità che vi siano soluzioni (almeno in astratto) migliori. ottimizzazione aa 2016-17 satisficing CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 20 routine e apprendimento Ancora. Secondo questo modello, nel processo di decisione è implicito un processo di apprendimento. Da un lato, i fini vengono modificati se risultano irraggiungibili o, viceversa, se ne emergono di migliori, secondo un processo di continuo aggiustamento tra mezzi e fini. Dall'altro lato, nel tentativo di ridurre l'incertezza circa i risultati, le persone tendono a scegliere soluzioni che già conoscono e ad assumere comportamenti simili a quelli già adottati in precedenza. Dunque, si seguono routine e ci si affida a frame conosciuti, modificandoli un po' in modo da adattarli a nuove situazioni. vediamo un esempio dalla vita quotidiana aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 21 UPTA Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17 Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani docente: Daniela Lepore Charles Lindblom e il modello incrementale la decisione come scienza del cavarsela Lindblom. Interazione e accordo Gli scienziati politici come Lindblom sostengono che nella realtà conta non soltanto la “miopia” degli attori, ma anche la frammentazione sociale. Charles Lindblom è stato quasi per tutta la vita professore di economia a Yale, ma fa parte di una serie di economisti-politologi, molto attenti alla vita sociale e politica, con effetti stimolanti per le due discipline. Il suo contributo è cruciale nella critica alla rigidità della pianificazione e ha portato all’uso di concetti innovativi come quello di incrementalismo, introdotto nel 1953, in un primo libro con R. Dahl, e di muddling through (l'arrangiarsi), teorizzato in un famoso articolo del 1959. aa 2016-17 Il modello razionale, allora, semplicemente non rappresenta il modo in cui si compiono le scelte nei sistemi democratici e pluralisti, dove gli attori sono numerosi e frammentati, e dove contano non tanto la razionalità strumentale, quanto i processi di scambio e accordo che avvengono nella interazione. CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 23 il mondo non cambia a passi da gigante … Secondo questo modello, i fini non vengono stabiliti prima dei mezzi (né una volta per tutte), e sono invece dettati dai mezzi a disposizione. I decisori (in generale gli attori) aspirano cioè a cose concretamente possibili, e dunque escludono, per lo più, i cambiamenti radicali. Lindblom sottolinea come nelle nostre società, democratiche e pluraliste, non esiste mai un solo decisore, ma agisce sempre una pluralità di attori che influiscono e intervengono nelle decisoni a partire dai propri interessi. Il processo procede quindi per piccoli aggiustamenti successivi, su cui quei molti attori riescono a trovare un accordo. Secondo Lindblom, infine, questo modo di fare non è negativo, come di solito si pensa, perché solo persone interessate ad ottenere un vantaggio sono disposte a mettersi in discussione e a trovare soluzioni, anche di compromesso, che garantiscono una certa stabilità. Inoltre, secondo questo approccio, proprio l'interazione stessa può far emergere realmente tutti gli aspetti di un problema (e tutti gli interessi relativi ad una questione). Cosa che non accade lavorando "a tavolino". aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 24 l'incrementalismo come metodo Per Lindblom, allora, l'incrementalismo sconnesso non è un comportamento da praticoni, ma un ragionevole metodo seguito, nei fatti (magari anche senza saperlo), dagli amministratori. Ne va, quindi, compresa la logica, anche per migliorarlo. I decisori, infatti, partono dai mezzi realmente a disposizione - e non dai fini - e tendono a modificare solo in piccola misura lo stato delle cose. Poi procedono a valutare le alternative possibili per "comparazioni limitate successive". La decisione, infine, avviene in base al criterio dell'accordo, attraverso un "mutuo aggiustamento partigiano" e l'arrangiarsi, come metodo aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 25 un esercizio dai colleghi usa Analizza il seguente dialogo che potresti avere con te stesso una sera qualsiasi nella prospettiva di Lindblom. "Che libro mi devo leggere?" "Già, quali sono i miei obiettivi?" "Divertimento. Imparare qualcosa sulle persone. Aumentare le conoscenze professionali." "E quel libro che sta vicino al mio letto?" "Yeah! – questo mi ricorda che la mia stanza da letto è troppo incasinata, e così penso che dovrei aggiungere alla lista dei miei obiettivi pulire i posti disordinati di casa. Ora, dove mi porta questo?" [Mentre ti guardi attorno, noti che confusi sopra la TV ci sono quattro videocassette che hai ordinato ma non hai mai guardato]. "Forse dovrei fare leggere libri e guardare cassette ... " aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 26 … e le critiche Inerzia La teoria è conservatrice: non punta a grandi riforme. Gli incrementalisti ribattono che a piccoli passi si può creare democraticamente un forte cambiamento, sia pure poco per volta. Adattamento alla (cattiva) pratica di politici e amministratori La teoria è solo descrittiva. La difesa accusa i tecnici di essere astratti. Non tutti gli interessi sono uguali Non tutti gli interessi hanno voce, e non hanno lo stesso potere negoziale. La replica è che il problema non è nella teoria ma nella struttura sociale, e il fatto di coinvolgere tutti gli interessi sarebbe un passo avanti. Non tutte le scelte sono reversibili Ci sono decisioni che anche incrementalmente modificano le cose in modo permanente (per es. gli interventi con impatti sull'ambiente). E' vero, dice la difesa, ma le decisioni, proprio perché piccole, possono essere sperimentate e perfino abbandonate senza gravi danni... aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 27 UPTA Corso di Laurea in Urbanistica Paesaggio Territorio Ambiente / AA 2016-17 Laboratorio di impostazione/modulo Descrizione dei contesti territoriali e urbani docente: Daniela Lepore il modello "bidone della spazzatura" dall'incertezza all'ambiguità studiando ... le università James March insegna Management e Scienza politica all'Università di Stanford (in California) Johan Olsen insegna Scienza della politica all'Università di Bergen (in Norvegia) aa 2016-17 March e Olsen si sono occupati di contesti complessi, caratterizzati non soltanto da incertezze, ma da vere e proprie ambiguità. Hanno sviluppato il loro modello osservando situazioni come quelle delle università (norvegesi e americane), che si presentano - secondo loro - proprio così. La differenza rispetto alle “normali” situazioni di incertezza è che, mentre l’incertezza si può sconfiggere con maggiori informazioni, l’ambiguità determina confusione e non può essere sconfitta. CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 29 le anarchie organizzate Il modello di March e Olsen si afferma negli anni '70, con riferimento a organizzazioni caotiche e caratterizzate da ambiguità (come le università da cui partivano i loro studi), che vengono definite anarchie organizzate. In particolare, i due studiosi individuano 4 fattori di ambiguità: il fatto che le preferenze degli attori si formano nel processo e non prima (e fuori) di esso, e dunque non sono stabili e coerenti il fatto che l'attenzione è fluida e incostante, e dunque la partecipazione degli attori al processo muta nel tempo il fatto che soluzioni e problemi sono entrambi costrutti, intercambiabili (per es. spesso non si avverte neppure un problema prima di averne visto la soluzione) il fatto che più problemi e più soluzioni premono su singole occasioni di scelta aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 30 le variabili del garbage can Il modello prevede quattro variabili: gli attori (A) i problemi (P) le soluzioni (S) le occasioni di scelta (O) Le occasioni sono bidoni della spazzatura in cui gli attori buttano alla rinfusa problemi e soluzioni. La decisione dipende perciò dall'incontro casuale di un problema con una soluzione nel momento determinato nel quale si fa la scelta. Assumono dunque importanza il fattore tempo e, in ultima istanza, il caso. aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 31 A partecipanti P problemi S soluzioni O occasioni O1 O2 A1 garbage can model A2 O3 PS aa 2016-17 32 garbage can model O1 O2 O3 A2 A1 politica 1 O4 PSPS politica 2 PP S aa 2016-17 S 33 ma allora si decide ”a caso”? Si è detto che, per le sue ipotesi, il modello del garbage can teorizza la decisione casuale. E in un certo senso è così. Ma vediamo perchè, e con che risultati. ► Innanzitutto, dal punto di vista descrittivo, non c’è dubbio che il modello esprime in modo efficace ciò che avviene in molte situazioni. ► In secondo luogo, la metafora utilizzata serve a March e Olsen per rompere una certa aura di “scientificità” che caratterizzava i discorsi e le teorie sulla decisione. ► Infine, attribuire valore al caso permette di considerare giustamente rilevante il tempo: il fatto che spesso si decide in condizioni di emergenza e dunque non si valutano tutte le alternative e le relative conseguenze, o invece con la consapevolezza di scontentare comunque molti attori, e dunque si rinviano decisioni o si sceglie la "soluzione" di non decidere. ► … allora, in fondo, questo modo di prendere decisioni è ragionevole (più che razionale). Almeno quando ci si occupa di problemi maligni. aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 34 in sintesi proviamo a riassumere e concludere compariamo i modelli secondo 5 criteri criterio di comparazione modello decisionale decisore condizione cognitiva metodo per la ricerca di soluzioni modalità di scelta criterio di decisione razionale unitario certezza analisi completa delle alternative calcolo ottimizzazione cognitivo unitario incertezza analisi sequenziale confronto rispetto ad aspettative soddisfazione incrementale decisori partigiani parzialità comparazioni limitate successive mutuo aggiustamento partigiano accordo garbage can decisori variabili ambiguità nessuno incontro fra problemi e soluzioni caso Fonte: Bobbio 1986 aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 36 l’allentamento del modello razionale punti messi in discussione dal modello cognitivo NON E' VERO CHE l’analisi delle alternative possibili è in grado di dissipare l’incertezza NON esistono tempo e risorse sufficienti per un’analisi completa della situazione NON è possibile separare i mezzi dai fini, e fissare preventivamente i fini punti messi in discussione dal modello incrementale NON ESISTE MAI un decisore unico, che possiede (e sa esprimere) preferenze chiare, ordinate e non contraddittorie Fonte: Bobbio 1986 aa 2016-17 CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 37 che metodo usare? fini certi per esempio: 1. vaccini x malattie note 2. riforma delle pensioni 3. politiche contro l'AIDS 4. problemi maligni e quindi: • situazione 2, 3 modelli incrementali • situazione 4 modello garbage can aa 2016-17 tecnologie 4 ridefinire il problema incerte 3 sperimentazione 2 negoziazione In conclusione. Non esiste un modo unico migliore per risolvere i problemi. certe 1 approccio razionale incerti La matrice mostra l'approccio più opportuno in base al grado di certezza o incertezza di due variabili: le tecnologie e i fini. Le colonne considerano la definizione del problema e il grado di consenso su di essa. Si hanno fini certi quando la definizione è condivisa, incerti quando c'è conflitto. Le righe si riferiscono alla capacità tecnologiche di risolvere il problema. CdL UPTA / Daniela Lepore /Laboratorio di impostazione/Descrizione dei contesti 38 Link aa 2016-17 39 back satisficing Una persona che decide di comprare un'automobile, non prende alla leggera la scelta: l’acquisto richiede una certa spesa e determina aspetti importanti della vita quotidiana. Tuttavia, Tuttavia, quella quella persona non seguirà i dettami della scelta razionale, e tenderà invece ad agire in modo più rapido ed empirico. Quindi, non fisserà in modo preciso i suoi obiettivi (marca, motore, colore, gadget, …) e non esplorerà tutte le alternative (tutte le auto in vendita). Invece, dopo aver stabilito grosso modo che tipo di auto vuole, quanto può spendere, a quale mercato rivolgersi (nuovo o usato) ... comincerà a guardare annunci e a visitare venditori. La ricerca però terminerà di fronte alla prima auto che più o meno risponde alle sue esigenze. Quella persona sa benissimo che sul mercato potrebbero esistere soluzioni migliori, ma preferisce fermarsi a quel punto piuttosto che proseguire in una lunga ricerca che potrebbe rivelarsi priva di frutti. Dunque, ... si accontenta di una soluzione soddisfacente, “abbastanza buona”. Fonte: rielaborazione mia da Bobbio 1996 aa 2016-17 40 back Mio zio ha sempre voluto suonare il violino Poi è andato a casa, ha preso il suo nuovo violino e lo ha provato da solo arrangiarsi... La settimana scorsa è andato in un negozio di musica e ne ha comprato uno … Poi è andato a un concerto a guardare i violinisti suonare, per vedere come fanno … Non è riuscito a suonare! La prossima volta che va a un concerto, cercherà di sedersi più vicino! aa 2016-17 41