Macroeconomia: la visione di insieme del sistema economico Dott.ssa Michela Martinoia [email protected] Corso di laurea in Scienze del Turismo e Comunità Locale A.A. 2014/15 La macroeconomia Studia il comportamento del sistema economico di una nazione nel suo complesso … … e adotta una visione d’insieme del sistema economico (ad esempio analisi della spesa aggregata). Inoltre studia le politiche adottate dal governo per cercare di conseguire risultati migliori. La macroeconomia: temi fondamentali La macroeconomia si occupa dell’analisi dei fattori alla base: della crescita di un sistema economico dell’aumento della produttività del miglioramento del tenore di vita di un Paese nell’arco di periodi lunghi. La produzione e il suo tasso di crescita La macroeconomia: temi fondamentali Inoltre affronta problemi quali le fluttuazioni del sistema nel BP (recessioni ed espansioni) la disoccupazione l’inflazione l’interdipendenza economica tra le diverse nazioni le politiche macroeconomiche (provvedimenti adottati dal governo) per far migliorare l’andamento dell’economia. Rallentamenti nella crescita nel mondo La macroeconomia: temi fondamentali Gli argomenti elencati sono di interesse perché la qualità delle strategie di intervento pubblico è uno dei fattori principali alla base delle condizioni economiche di un Paese. La macroeconomia Per poter studiare fenomeni come la crescita economica in maniera scientifica, gli economisti devono misurare con precisione i dati di loro interesse. In particolare, vedremo come vengono misurati e interpretati alcuni concetti fondamentali ... … due importanti indicatori del livello dell’attività economica sono: Il Prodotto Interno Lordo (PIL) Il Tasso di disoccupazione La macroeconomia Oltre a spiegare come queste due variabili vengano ricavate nella pratica, vedremo come esse siano correlate al livello di benessere di un individuo tipo. Altra variabile rilevante è la misura del livello dei prezzi e l’inflazione. Passeremo poi ad analizzare l’economia nel lungo periodo, considerando i fattori alla base della crescita e dello sviluppo del sistema economico. La macroeconomia Partiremo dall’analisi delle cause e delle conseguenze della crescita economica …. … fino ad arrivare a stabilire che il principio fondamentale secondo cui i miglioramenti della produttività media del lavoro sono l’elemento essenziale per innalzare il tenore di vita della popolazione … … quindi le politiche che mirano a migliorare lo standard di vita di un paese dovrebbero concentrarsi su misure atte a stimolare la produttività. La macroeconomia Rivestono particolare importanza, in questo ambito, i processi del risparmio e della formazione di capitale (investimento). OSS. Il tasso medio di crescita dell’economia è il fattore cruciale per determinare il tenore di vita => MA anche le fluttuazioni di BP del tasso di crescita influenzano il benessere economico ... … in particolare, i periodi di crescita modesta o negativa (recessioni) possono creare difficoltà e malcontento. La macroeconomia Le recessioni sono periodi in cui la crescita economica è inferiore alla media. Analizziamo nel dettaglio i temi fondamentali della macroeconomia: Crescita economia e tenore di vita Produttività Recessioni ed espansioni Disoccupazione Inflazione Crescita economica e tenore di vita TENORE DI VITA facilità con cui un individuo ha accesso a beni e servizi che consentono di godere di una salute migliore e rendono la vita più facile, più sicura e più piacevole. Chi ha un tenore di vita elevato gode di condizioni migliori. Il principio di scarsità rimane sempre valido: disporre di una quantità maggiore di qualcosa implica doversi accontentare di una quantità minore di qualcos’altro. Crescita economica e tenore di vita Il tenore di vita attuale è il frutto di parecchi secoli di crescita economica … …. un processo di costante aumento della quantità e miglioramento della qualità dei beni e dei servizi che l’economia è in grado di produrre. Più riusciamo a produrre più riusciamo a consumare. Miliardi di euro 1700000 1500000 1300000 1100000 900000 700000 500000 Andamento del PIL in Italia, 1970 - 2008 Anni 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Miliardi di dollari 14000000 12000000 10000000 8000000 6000000 4000000 2000000 0 Andamento del PIL degli Stati Uniti ANNI 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Crescita economica e tenore di vita Dai grafici si osserva che, nonostante qualche fluttuazione, nel complesso la produzione ha registrato un trend crescente. Un fattore alla base della crescita della produzione americana nell’ultimo secolo è stata la rapida espansione demografica del Paese. Se la popolazione aumenta, però, la crescita del prodotto totale non può essere sinonimo del miglioramento del tenore di vita quindi il prodotto pro capite è un parametro più adatto a misurare il tenore di vita medio di una nazione PIL pro capite in Italia e negli Stati Uniti (1970-2008) 45000 40000 35000 30000 25000 20000 15000 10000 PIL pro capite Italia Anni PIL pro capite USA La produttività La crescita del PIL pro capite è correlata alle variazioni dei beni e servizi che un individuo può consumare … … i macroeconomisti sono interessati anche a analizzare come cambia nel tempo la quantità di prodotto che il lavoratore medio è in grado di produrre. Si veda figura andamento produzione per occupato PIL per occupato in Italia e negli Stati Uniti (19702008) 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 Anni PIl per occupato Italia PIL per occupato USA La produttività La produttività media del lavoro è la quantità prodotta da ogni singolo lavoratore occupato. Sia in Italia sia negli Stati Uniti tra la produttività media del lavoro e il prodotto procapite esiste una stretta correlazione dato che più si riesce a produrre più si riesce a consumare. La macroeconomia si interroga sulle cause del rallentamento e dell’accelerazione del tasso di crescita della produttività. Nel 2006 un lavoratore dell’Europa Occidentale produceva in media una quantità di beni e servizi sei volte maggiore che nel 1900. Tasso di crescita della produttività, 1970-2008 7 6 Valori percentuali 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 ANNI Italia USA La produttività Come emerge dalla figura PIL per occupato, il livello di produzione per lavoratore ha registrato un incremento notevole nel LP, però il suo tasso di crescita è alquanto diminuito dagli anni ’70. Se la produttività cresce più lentamente, significa che il miglioramento del tenore di vita sarà più lento, poiché l’offerta di beni e servizi aumenta con minore rapidità …. … individuare le cause delle variazioni del livello di produttività è rilevante per i macroeconomisti. La produttività Da notare che è più probabile che i tassi di crescita della produttività siano più alti quando si parte da situazioni più arretrate rispetto a quando si parte da situazioni in cui lo sviluppo è già avanzato. Infatti, i tassi di crescita della produttività in Italia sono più alti rispetto a quelli degli Stati Uniti nella prima parte del grafico …. … in Italia vi erano forti investimenti in capitale e infrastrutture distrutte dopo la seconda guerra mondiale. Il ciclo economico I sistemi economici non sempre crescono in maniera stabile … … alcune volte attraversano periodi di straordinaria energia o debolezza. I periodi di accentuata crescita economica sono detti periodi di espansione, mentre quelli in cui lo sviluppo economico ha delle cadute sono detti periodi di recessione. L’alternanza tra fasi di espansione e recessione costituiscono il ciclo economico. Definizione di ciclo economico Fluttuazioni del PIL intorno al suo trend Fluttuazioni: successione abbastanza regolare di fasi positive e di fasi negative Criterio con cui identifichiamo momenti buoni e cattivi del ciclo, ossia espansione e recessione Esistono diverse definizioni del ciclo economico Recessioni ed espansioni Recessione: periodo in cui l’economia cresce a un tasso significativamente inferiore alla media. Una recessione estremamente grave o protratta nel tempo prende il nome di depressione (Grande depressione del ‘29). Una recessione può anche essere vista come un periodo durante il quale il PIL reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi. Quando si tenta di determinare se è in corso una recessione gli economisti osservano tutta una serie di dati economici, oltre al PIL Miliardi di dollari 14000000 12000000 10000000 8000000 6000000 4000000 2000000 0 Andamento del PIL degli Stati Uniti ANNI 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Tasso annuo percentuale di crescita del PIL Variazione percentuale annua PIL Italia 8 6 4 2 0 -2 -4 ANNI Tasso di crescita della PIL reale, 1970-2008 7 6 Valori percentuali 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 ANNI Italia USA Recessioni ed espansioni Espansione: periodo in cui l’economia cresce a un tasso significativamente superiore alla media. È il contrario di una recessione. Un’espansione particolarmente forte e prolungata prende il nome di boom (in Italia periodo post seconda guerra mondiale). In media, le espansioni sono durate molto più a lungo delle recessioni Fluttuazioni economiche di breve periodo Le fluttuazioni economiche non sono “cicliche” nel senso che si presentano a intervalli regolari, ma piuttosto irregolari per durata e gravità per questo motivo sono di difficile previsione Di solito le espansioni e le recessioni non sono limitate ad alcune industrie o regioni, ma vengono percepite da tutto il sistema economico. Fluttuazioni economiche di breve periodo La disoccupazione è un indicatore chiave delle fluttuazioni economiche di breve periodo. In genere, il tasso di disoccupazione: cresce significativamente durante le recessioni e recupera (più lentamente) durante le espansioni. La parte di disoccupazione associata alle recessioni e la disoccupazione ciclica. Fluttuazioni economiche di breve periodo Le industrie che producono beni durevoli sono più colpite di altre dalle recessioni e dai boom. Anche l’inflazione segue un andamento tipico durante le recessioni e le espansioni: le recessioni tendono ad essere seguite da una diminuzione dell’inflazione e spesso sono precedute da un aumento dell’inflazione. Disoccupazione Il Tasso di disoccupazione è la percentuale di individui che vorrebbero avere un impiego, ma non lo trovano … … è un indicatore fondamentale delle condizioni del mercato del lavoro in un Paese. La disoccupazione aumenta quando è in atto una recessione, ma anche in situazioni di prosperità una parte della popolazione non avrà lavoro. La macroeconomia studia le cause della disoccupazione. Tasso di disoccupazione in Italia Fonte: Istat Tasso di disoccupazione L’ISTAT, in base ad alcuni criteri e attraverso indagini a campione, identifica il numero di persone effettivamente occupate e disoccupate. Partendo dalle definizioni si definisce il tasso di disoccupazione: U FL − N u = FL = FL dove FL rappresenta la forza lavoro, N sono gli occupati, mentre U identifica la quota di disoccupati che rapportata alla FL origina il valore della disoccupazione in termini percentuali. Quota della popolazione occupata in Italia e negli Stati Uniti 0,55 0,5 0,45 0,4 0,35 0,3 Anni Italia USA Come si misura la disoccupazione? Dobbiamo distinguere tra: Occupati: comprende tutti coloro che hanno un’occupazione come lavoratore dipendente, libero professionista, lavoratore dipendente non remunerato in un’impresa famigliare; Disoccupati: chi non ha un’occupazione e la cerca attivamente; Non appartenenti alla Forza Lavoro: tutti gli individui che non rientrano nelle prime due categorie. Come si misura la disoccupazione? Gli occupati e i disoccupati insieme rappresentano la Forza Lavoro. Il tasso di disoccupazione è calcolato considerando disoccupati in rapporto alla forza lavoro (% di membri della FL che non sono disoccupati). Il tasso di partecipazione è la percentuale della FL che fa parte della popolazione in età lavorativa. Disoccupazione frizionale È una disoccupazione di breve termine dovuta al tempo necessario agli individui per trovare un impiego più conforme alle loro capacità. Origina dal fatto che il mercato reale è molto più complicato di quello analizzato fino ad ora, in quanto i tipi di impiego e i lavoratori sono eterogenei … … in più, il mercato del lavoro è dinamico, in costante mutamento ed evoluzione. Disoccupazione frizionale Dal momento che il mercato del lavoro è dinamico, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro spesso richiede tempo. I costi della disoccupazione frizionale sono bassi o negativi. un certo grado di disoccupazione frizionale risulta essenziale per l’efficiente funzionamento di un’economia dinamica. Disoccupazione strutturale È una disoccupazione a lungo termine (durata maggiore di 6 mesi) e cronica. È presente anche quando l’economia produce a un tasso normale. Dipende da: mancanza di competenze, barriere linguistiche, problemi di discriminazione ecc mancata corrispondenza nel lungo periodo tra le capacità dei lavoratori e i posti di lavoro disponibili, Disoccupazione strutturale Dipende anche da caratteristiche strutturali del mercato del lavoro , che fungono da barriere all’entrata organizzazioni sindacali, leggi sui salari minimi … I costi della disoccupazione strutturale sono molto più alti di quelli della disoccupazione frizionale ci sono perdite economiche per chi è senza impiego e per la società nel suo complesso. Disoccupazione ciclica È una disoccupazione aggiuntiva che si manifesta nei periodi di recessione. Vengono acquistati meno beni e servizi per questo i produttori iniziano a ridurre la produzione e a licenziare i lavoratori. La disoccupazione ciclica è presumibilmente di breve durata … … ma sono fondamentali le scelte dei policy makers devono adottare misure adeguate per fare aumentare la domanda. Costi della disoccupazione Costi legati all’inefficienza statica se esiste disoccupazione si verifica una mancata produzione e il sistema economico produce di meno del suo potenziale; Costi legati all’inefficienza dinamica fenomeno noto come obsolescenza del capitale umano; Costi legati all’emarginazione sociale; Costi della disoccupazione Costi per lo Stato legati al sistema di assistenza e copertura nei confronti dei disoccupati … … ad esempio sussidi alla disoccupazione che sono un costo diretto e indiretto Indiretto perché nel momento in cui il salario di riserva (sussidio + beneficio di avere tempo libero) è maggiore o uguale al salario offerto dal mercato del lavoro non c’è incentivo a cercare un nuovo posto di lavoro da parte del disoccupato fenomeno detto trappola della disoccupazione Inflazione Inflazione aumento costante del livello generale dei prezzi. Disinflazione: inflazione positiva (π>0) ma n diminuzione riduzione del tasso a cui i prezzi stanno crescendo. Deflazione: inflazione negativa (π<0) diminuzione generale dei prezzi. Tasso di inflazione: variazione % annua del livello dei prezzi misurato attraverso un indice (es. IPC). Inflazione La macroeconomia si chiede perché: l’inflazione varia nel tempo e tra i diversi paesi una riduzione dell’inflazione deve essere necessariamente accompagnata da un incremento della disoccupazione o viceversa relazione tra andamento dell’inflazione e della disoccupazione. Inflazione in Italia Inflazione In economia si distingue tra: Inflazione congiunturale si calcola la variazione dei prezzi di un mese rispetto al mese precedente (misura più aggiornata) Inflazione tendenziale si calcola la variazione dei prezzi di un mese rispetto a quello dello stesso mese dell’anno precedente utilizzata per spiegare la stagionalità dei prezzi, infatti, si eliminano gli effetti di stagionalità Pb. Errore perché si può pensare che P siano aumentati ma in realtà sono pari al mese prec Iperinflazione Si parla di iperinflazione quando il tasso di inflazione è estremamente alto. Anche se non esiste una soglia al di sopra della quale l’inflazione si trasforma in iperinflazione, tassi annui compresi tra il 500% e il 1000% possono essere considerati come fenomeni di iperinflazione. Negli ultimi anni fenomeni di iperinflazione in parecchie nazioni come: Argentina, Brasile, … L’iperinflazione amplifica enormemente i costi dell’inflazione Interdipendenza economica Tra le diverse economie nazionali esiste un grado crescente di interdipendenza, perché: I paesi si scambiano beni e servizi I fattori della produzione (capitale e lavoro) sono mobili. Gli scambi di beni, servizi e capitali di un paese con il resto del mondo sono registrati dalla bilancia dei pagamenti. Maggiore è l’interdipendenza tra i paesi più forte è la trasmissione degli shock da un’area all’altra del pianeta. Interdipendenza economica Necessità di coordinamento delle politiche economiche. La macroeconomia si chiede se gli accordi di libero scambio tra le nazioni siano strumenti auspicabili … … e studia le cause e gli effetti degli squilibri commerciali. L’obiettivo è di capire gli effetti delle varie politiche economiche per aiutare i responsabili politici a mettere a punto linee d’azione più adeguate. La politica macroeconomica Le politiche macroeconomiche sono l’insieme dei provvedimenti attuati dal governo per influire sul comportamento dell’economia nel suo complesso Esistono tre tipi di politica macroeconomica: Politica fiscale Politica monetaria Politica strutturale Politica fiscale Costituisce l’insieme delle decisioni da cui dipende il bilancio dello Stato. Rientrano le scelte riguardo l’entità e la composizione delle entrate e delle uscite del settore pubblico. L’equilibrio fra la spesa pubblica e il totale del gettito delle imposte è un aspetto rilevante della politica fiscale. Politica fiscale Quando la spesa della PA è maggiore del prelievo fiscale il bilancio pubblico è in disavanzo (o deficit) Quando il totale delle uscite è minore del totale delle entrate il bilancio pubblico è in avanzo (o surplus) Politica fiscale Gli economisti in genere sono concordi nel ritenere che le misure di carattere fiscale possano incidere in modo rilevante sui risultati complessivi del sistema economico. Esempio: molti ritengono che gli enormi disavanzi pubblici registrati dallo Stato italiano negli anni ‘80 furono un danno per l’economia del Paese che ancora oggi stiamo pagando. Politica fiscale Questi enormi disavanzi hanno originato un elevato debito pubblico … … che ora con il Trattato di Maastricht ha introdotto un limite alle possibilità di accumulare debito. L’elevato debito pubblico riduce gli spazi di manovra nei periodi in cui l’economia rallenta. Politica monetaria Strumento utilizzato per determinare l’offerta di moneta e i tassi di interesse di un sistema economico. Le variazioni dell’offerta di moneta si ripercuotono su altre variabili macroeconomiche: il prodotto nazionale, l’occupazione, i tassi di interesse, l’inflazione, i prezzi dei titoli azionari e il valore della valuta nazionale rispetto a quelle estere. Politica monetaria La politica monetaria è di competenza della Banca Centrale … … che nell’Unione Europea è la Banca Centrale Europea (BCE) … mentre negli Stati Uniti è la Federal Reserve System (FED)… … nel Regno Unito è la Banca d’Inghilterra. Politica strutturale Insieme di provvedimenti statali volti a modificare la struttura esistente, o le istituzioni protagoniste, del sistema economico di un Paese. Provvedimenti finalizzati a modificare la struttura portante, cioè le istituzioni su cui è fondata l’economia di un Paese. Possono assumere molte forme: dalle misure marginali ad interventi ambiziosi che mirano a trasformare radicalmente i rapporti all’interno del sistema economico. Politica strutturale L’abbandono di un sistema basato sul controllo pubblico dell’economia in favore di un approccio più orientato al mercato (esempio Paesi ex comunisti quali Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria) costituisce un esempio di applicazione di politiche strutturali. Molti PSV hanno cercato di introdurre riforme strutturali sperarando che, intervenendo sugli elementi di base dell’economia sia possibile stimolare la crescita economica e migliorare il tenore di vita. Politica macroeconomica Analisi positiva: volta ad introdurre le conseguenze economiche di un particolare evento o di una determinata politica, senza considerare se gli effetti siano più o meno desiderabili … … analisi oggettiva che mira ad individuare solo gli effetti economici di un intervento. Politica macroeconomica Analisi normativa: volta a stabilire se una politica economica debba essere applicata o meno; nell’analisi normativa viene invisibilmente coinvolto il sistema dei valori di chi la conduce … … serie di considerazioni sull’opportunità o meno di implementare una certa politica economica.