Lez. 11 – Moto armonico Prof. Giovanni Mettivier 1 Dott. Giovanni Mettivier, PhD Dipartimento Scienze Fisiche Università di Napoli “Federico II” Compl. Univ. Monte S.Angelo Via Cintia, I-80126, Napoli [email protected] +39-081-676137 2 Un blocco, su una superficie orizzontale liscia, è collegato ad una molla. Se la molla è allungata o compressa di un piccolo tratto dalla posizione di equilibrio x = 0, essa eserciterà una forza sul blocco data da: F = -kx dove k è una costante positiva detta costante elastica della molla. Questa legge per le molle è nota come legge di Hooke. Hooke Il valore di k è una misura della rigidità della molla. Il segno negativo significa che la forza esercitata dalla molla è sempre diretta in verso opposto a quello dello spostamento dalla posizione di equilibrio. Per questo motivo essa è talvolta indicata col nome di forza di richiamo. richiamo _________________________________________________________________________________________________ 3 Lez. 6 - CONCETTO DI FORZA Giovanni Mettivier Una volta che il blocco è stato spostato a una certa posizione –xmax e quindi rilasciato libero, esso si muoverà da –xmax a + xmax, passando attraverso lo zero, per poi tornare a –xmax. _________________________________________________________________________________________________ 4 Lez. 6 - CONCETTO DI FORZA Giovanni Mettivier Il pendolo semplice è un altro sistema meccanico che si muove di moto periodico. Esso consiste di un punto materiale di massa m, sospeso a un filo leggero di lunghezza L, la cui estremità superiore è fissata. Quando l’oggetto è tirato lateralmente e rilasciato, esso oscilla intorno al punto più basso, che è la posizione di equilibrio. equilibrio Il moto avviene in un piano verticale ed è determinato dalla forza di gravità. Le forze agenti sull’oggetto sono la forza T, agente lungo il filo, e la forza di gravità mg. La componente tangenziale della forza di gravità, mgsenθ, agisce sempre verso θ = 0, opposta allo spostamento. Quindi la forza tangenziale è una forza di richiamo. _________________________________________________________________________________________________ Lez. 6 - CONCETTO DI FORZA Giovanni Mettivier 5 _________________________________________________________________________________________________ 6 Lez. 5 - MOTO BIDIMENSIONALE Giovanni Mettivier Se studiamo il moto della componente di r lungo l’asse x di un punto che si muove lungo una traiettoria circolare, otteniamo che: x(t) = r cos(ωt+φ) v(t) = -ωr sen(ωt+φ) a(t) = -ω2r cos(ωt+φ) _________________________________________________________________________________________________ 7 Lez. 5 - MOTO BIDIMENSIONALE Giovanni Mettivier x(t) = A cos(ωt+φ) dove A, ω, e φ sono delle costanti. Per dare significato fisico a queste costanti, è conveniente predisporre una rappresentazione grafica del moto disegnando un grafico di x in funzione di t. Per prima cosa notiamo che A, detta ampiezza del moto, moto è semplicemente il valore massimo della posizione della particella nella direzione x sia positiva che negativa. La costante ω si chiama frequenza angolare e ha unità di rad/s. La costante φ, invece, rappresenta il valore dell’angolo all’istante iniziale e viene detta fase iniziale. iniziale _________________________________________________________________________________________________ 8 Lez. 5 - MOTO BIDIMENSIONALE Giovanni Mettivier Il periodo T del moto è il tempo necessario alla particella per compiere un ciclo completo del suo moto. Cioè, i valori di x e v per la particella al tempo t sono uguali ai valori di x e v al tempo t+T. Possiamo correlare il periodo con la frequenza angolare usando la circostanza che la fase aumenta di 2π radianti nel tempo T: [ω(t+T) + φ] – (ωt+φ) = 2π Semplificando questa espressione, vediamo che ωT = 2π, ossia: T = 2π/ω _________________________________________________________________________________________________ 9 Lez. 5 - MOTO BIDIMENSIONALE Giovanni Mettivier L’inverso del periodo si chiama frequenza f del moto. Mentre il periodo è l’intervallo di tempo per una oscillazione, la frequenza rappresenta il numero di oscillazioni che la particella compie nell’unità di tempo: f = 1/T = ω/2π L’unità di f sono i cicli per secondo, o hertz (Hz Hz). Quindi ω = 2πf = 2π/T _________________________________________________________________________________________________ 10 Lez. 5 - MOTO BIDIMENSIONALE Giovanni Mettivier _________________________________________________________________________________________________ 11 Lez. 5 - MOTO BIDIMENSIONALE Giovanni Mettivier Moto Armonico ω = 2πf = T= 2π T 2π ω Moto di Moto di un una molla pendolo ω= T = 2π k m m k ω= T = 2π g L L g _________________________________________________________________________________________________ 12 Lez. 5 - MOTO BIDIMENSIONALE Giovanni Mettivier Quando un corpo è in movimento su una superficie scabra, o attraverso un mezzo viscoso quale l’aria o l’acqua, c’è una resistenza al moto dovuta all’interazione del corpo con ciò che lo circonda. Chiameremo una tale resistenza forza di attrito. attrito _________________________________________________________________________________________________ 13 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier Se, per trascinare il bidone, si applica una forza orizzontale F verso destra il bidone può rimanere fermo se la forza è piccola. La forza che contrasta F e impedisce al bidone di muoversi agendo verso sinistra si chiama forza di attrito statico fs. Fino a quando il bidone non si muove, esso è descrivibile come particella in equilibrio e fs = F; quindi, se F aumenta, anche fs aumenta. Allo stesso modo, se F diminuisce anche fs diminuisce. Gli esperimenti mostrano che questa forza proviene dalla natura delle sue superfici. Se aumentiamo il modulo di F, il bidone alla fine comincerà a muoversi. Quando il bidone è sul punto di muoversi, fs è massimo. _________________________________________________________________________________________________ 14 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier Se F supera fs,max, il bidone si muove e accelera verso destra. Quando il bidone è in moto, la forza di attrito diventa minore di fs,max. Chiamiamo la forza d’attrito per un oggetto in moto forza di attrito dinamico, dinamico fd. La forza netta F-fd nella direzione x, produce un’accelerazione verso destra, secondo la legge di Newton. Se riduciamo l’intensità della forza F fino a rendere F = fd, l’accelerazione è zero, e il bidone si muove verso destra con velocità costante. Se la forza applicata viene rimossa, allora la forza di attrito agente verso sinistra fornisce un’accelerazione nella direzione –x e alla fine lo riporta in quiete. _________________________________________________________________________________________________ 15 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier Sperimentalmente si trova, con buona approssimazione, che tanto fs,max quanto fd per un oggetto su una superficie sono proporzionali alla forza normale esercitata dalla superficie sull’oggetto; il modulo della forza d’attrito statico fra due qualsiasi superfici a contatto può assumere valori dati da F s ≤ µ sN dove la costante adimensionale µs è detta coefficiente di attrito statico e N è il modulo della forza normale. _________________________________________________________________________________________________ 16 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier L’eguaglianza nell’eq. sussiste quando il blocco è sul punto di iniziare a scivolare, cioè quando fs = fs,max =µsN. Questa situazione si chiama moto imminente. Il modulo della forza di attrito dinamico agente fra due superfici è Fd = µdN dove µd è il coefficiente di attrito dinamico. La direzione della forza di attrito agente su un oggetto è opposta al moto. _________________________________________________________________________________________________ 17 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier _________________________________________________________________________________________________ 18 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier Il seguente è un semplice metodo per misurare i coefficienti d’attrito. Supponiamo che un blocco sia posto su una superficie scabra inclinata rispetto all’orizzontale, come in fig. L’angolo di inclinazione θ può essere incrementato fino a quando il blocco inizia a muoversi. a)Qual è il coefficiente d’attrito statico correlato all’angolo critico θc per il quale il blocco inizia a muoversi.? b)Com’è possibile misurare il coefficiente d’attrito dinamico? _________________________________________________________________________________________________ 19 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier Una palla e un cubo sono collegati da un filo leggero attraverso una puleggia priva di attrito, come in fig. Il coefficiente d’attrito dinamico tra il cubo e la superficie è 0,3. Determinare l’accelerazione dei due oggetti e la tensione del filo. _________________________________________________________________________________________________ 20 Lez. 9 - INTRODUZIONE Giovanni Mettivier