La trascrizione di lavori orchestrali o da camera per pianoforte, a due o quattro mani, talvolta per due pianoforti, ha una storia abbastanza ampia a partire dall'800. Per i brani orchestrali, prima dell'invenzione della registrazione, c'era anche una motivazione pratica: poter eseguire in casa lavori che altrimenti si ascoltavano solo in sala da concerto. A volte è stato lo stesso compositore a fare una versione pianistica di un suo brano orchestrale o da camera, come nel caso di Brahms, di cui questa sera ascolteremo la Ouverture Tragica. Non mancano i casi dell'operazione inversa, l'orchestrazione di un brano pianistico; qui i gradi di libertà sono maggiori (pensiamo alla varietà degli strumenti dell'orchestra); l'esempio più noto è l'orchestrazione dei Quadri di un'esposizione di Musorgski fatta da Ravel. In una trascrizione pianistica si perde la varietà dei timbri dell'originale per orchestra; l'ascolto tende a concentrarsi sugli aspetti diversi dal timbro (linee melodiche, ritmo, armonia) ed è possibile mettere in risalto linee di fondo ed aspetti strutturali. Il contrappunto (una linea melodica che scorre tra le varie parti strumentali o vocali e si intreccia con altre linee) è un elemento molto importante della musica di J.S.Bach, presente anche nei Concerti brandeburghesi. Anche per la frequenza degli episodi contrappuntistici, la musica di Bach è meno legata di altre all'organico strumentale per cui è stata scritta (in un caso poi,l'Arte della fuga, Bach non ha previsto un organico determinato). Questo non esclude che a volte l'organico indicato sia particolarmente importante; nelle Arie delle Cantate, ad es., la scelta degli strumenti è spesso frutto di una ricerca timbrica specifica. Max Reger (1873-1916), autore tra l'altro di musica da camera e musica per organo (più eseguita in Italia), può essere definito un compositore postbrahmsiano, anche per l'attenzione agli aspetti formali e alla tradizione contrappuntistica. Reger trascrisse i sei Concerti brandeburghesi di Bach negli anni 1904-05. Ascoltare questi Concerti nella sua trascrizione pianistica è un'esperienza molto interessante. Dei due Concerti che saranno eseguiti questa sera, il n.4 e il n.5, il n.5 è l'unico tra i sei ad avere, nella versione originale, una parte importante per uno strumento a tastiera (il clavicembalo). Tra le musiche originali scritte per piano a quattro mani quelle di Schubert hanno un posto di primo piano, per quantità e importanza. Oltre a due Sonate abbiamo questa bellissima Fantasia, poi Temi con variazioni e molta altra musica. Schumann e Beethoven, come Schubert, scrissero molto per piano, ma a differenza di Schubert la loro produzione per piano a quattro mani è limitata, sopratutto per Beethoven. Arrigo Lupo Berghini Duo Pianistico Matteo Fossi Marco Gaggini Chiesa di Sant’Anna Venerdì 25 gennaio 2013 ore 21.15 Ingresso libero con il patrocinio di: COMUNE DI PISA Assessorato alla Cultura Assessorato alla Cultura Matteo Fossi e Marco Gaggini si conoscono a Firenze nel 2004 nella classe di Pier Narciso Masi, Maestro che li accompagnerà fino al 2008 in un fondamentale percorso di formazione e perfezionamento. Scoprono presto di essere accomunati dalla medesima visione del pianoforte e del suo ruolo nei nostri tempi: suonare insieme a quel punto ha rappresentato il modo più naturale per portare avanti le proprie idee. Nel 2006, quasi per caso, vengono a conoscenza della trascrizione originale per due pianoforti della Quarta Sinfonia di Johannes Brahms. La studiano, la eseguono in concerto, si legano ad essa con un affetto speciale. Il duo pianistico prende una direzione precisa, nasce “Twopianosproject”: l'intento è restituire al pianoforte il ruolo di “strumento” libero di esplorare non solo il proprio repertorio, ma di farsi portavoce della Musica in senso lato, così come veniva inteso dai più grandi musicisti dell'Ottocento e del primo Novecento. Accanto al repertorio tradizionale per la formazione a due pianoforti, il campo delle trascrizioni d'autore diventa il terreno prediletto di ricerca, approdando ad incisioni discografiche che riscuotono successo di ascolto e della stampa specializzata. Citiamo il cofanetto edito da Universal Clasic & Jazz con la registrazione delle quattro le sinfonie di Brahms nelle versioni per due pianoforti, poi l'incisione della Sonata op.34/b, le Variazioni su un Tema di Haydn op.56/b e la versione per pianoforte a quattro mani della Ouvertüre Tragica op. 81. Anche il repertorio delle trascrizioni per pianoforte a quattro mani è terreno di scoperta: oltre all'Ouverture di Brahms, Fossi e Gaggini eseguono in prima italiana la versione della Nona Sinfonia op. 70 di Sostakovich curata dall'autore, oltre a trascrizioni più conosciute come quella di La Mer di Debussy. Il Duo si impegna a fondo in un progetto musicale all'anno: il 2013 è la volta di Bartòk e Ligeti. Per la prima volta, in un unico progetto discografico, viene registrata l'intera opera per due pianoforti dei due autori ungheresi: una sfida ardua, forse la più complessa fino ad ora affrontata. Ancora trascrizioni avvincenti (Il mandarino meraviglioso e Suite op. 4 di Bartok), ancora dei “giganti” per questa formazione (Sonata per due pianoforti e percussioni di Bartòk, Tre Pezzi di Ligeti). Il doppio cd è edito da Brilliant Classics. Accanto al lavoro di ricerca e di incisione l'attività concertistica: il Duo dal 2007 si è esibito in importanti festival e sale in Italia, anche in diretta Radio (fra i quali: Auditorium di Milano, I Concerti del Quirinale di Roma, Fondazione W. Walton di Ischia), Francia (Parigi), Polonia (Varsavia) e Corea del Sud (Seoul). Johannes Brahms Ouverture Tragica op. 81 (Versione per pianoforte a quattro mani dell'autore) Johanns Sebastian Bach/Max Reger Concerto Brandeburghese n.4 in Sol maggiore BVW 1049 Johanns Sebastian Bach/Max Reger Concerto Brandeburghese n.5 in Re maggiore BWV 1050 Franz Schubert Fantasia in Fa minore D 940 «[...]I due giovani strumentisti, che al “progetto” si sono preparati con uno studio preliminare molto accurato...realizzano il loro compito con grande professionalità e autentico senso musicale. Molti problemi esecutivi sono gli stessi di una versione con orchestra. Problemi qui risolti in modo eccellente». (Riccardo Risaliti, Musica, 2009) «Due giovani pianisti in missione con Brahms [...] colgono la lineare densità del discorso nella severa serietà del suono pianistico. La marea sonora evocata dall'orchestra brahmsiana, piena e risonante, diventa al pianoforte una asciutta dimostrazione dei contenuti evidenziati dalla fremente emotività connaturata al brano ma dimostrata con la commovente forza di convincimento della logica che comprende e svela». (Claudio Strinati, Il Venerdì di Repubblica, 2009) «[...]interpretazioni solide e lucide, i due interpreti mostrano di saper fraseggiare con nobiltà, il Finale della Quarta è risolto magnificamente in tutto il suo splendore sonoro e in tutta la sua forza drammatica». (Luca Segalla, Musica, 2011)