Donazione e trapianto di rene: le dimensioni del problema Giovanni Gambaro Diapositiva 1 Corso di formazione “IL TRAPIANTO DI RENE DA DONATORE VIVENTE” LA DIMENSIONE DEL PROBLEMA Giovanni Gambaro UOC Nefrologia e Dialisi Complesso Integrato ColumbusPoliclinico Gemelli Roma Diapositiva 2 EVIDENZE Le evidenze a sostegno dei punti elencati • Il trapianto è la miglior terapia dell’uremia nella diapositiva saranno discusse nello • La mortalità dei pazienti in dialisi è nettamente superiore di quella dei pazienti che vengono trapiantati stesso ordine in questa relazione. • La durata della dialisi influenza l’esito del trapianto • In Italia il numero di reni disponibili per trapianto è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità • I risultati del trapianto da donatore vivente, nel lungo termine, sono migliori • I risultati del trapianto da donatore vivente non consanguineo sono sovrapponibili • Il trapianto costa meno della dialisi IL TRAPIANTO D’ORGANO MIGLIORA LA QUALITA’ DELLA VITA ? Dew et al. Transplantation 1997 Diapositiva 3 Il trapianto è una terapia migliore di qualsiasi altra terapia di insufficienza SI d’organo (sia essa renale che di altri organi). Una metanalisi su quasi 15 mila Miglioramento nel 100% degli studi pazienti trapiantati ha dimostrato che il Miglioramento nel 86% Physical Functioning 61.8% Mental Health 67.4% Social Functioning METANALISI 218 studi 14.750 pazienti Non differenze tra i diversi organi trapiantati trapianto migliora le condizioni fisiche, nonchè il benessere psicologico e le relazioni sociali dei pazienti trapiantati. Diapositiva 4 EVIDENZE • Il trapianto è la miglior terapia dell’uremia • La mortalità dei pazienti in dialisi è nettamente superiore di quella dei pazienti che vengono trapiantati • La durata della dialisi influenza l’esito del trapianto • In Italia il numero di reni disponibili per trapianto è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità • I risultati del trapianto da donatore vivente, nel lungo termine, sono migliori • I risultati del trapianto da donatore vivente non consanguineo sono sovrapponibili • Il trapianto costa meno della dialisi Diapositiva 5 MALATTIE CARDIOVASCOLARI IN CORSO DI INSUFF RENALE CRONICA I pazienti in dialisi hanno una mortalità, Foley RN , Am J Kidney Dis 1998; 32, S112 – S119 in particolare quella da cause cardiovascolari, molto superiore rispetto a quella dei coetanei non in dialisi. Questa è infatti ca. 500 volte superiore nei 25-34enni, e perfino negli ultraottantenni é 2-3 volte superiore. MORTALITA’ CARDIOVASCOLARE Popolazione Generale vs pazienti dialisi Diapositiva 6 MALATTIE CARDIOVASCOLARI IN CORSO DI INSUFFICIENZA RENALE CRONICA Il trapianto riporta quasi alla norma la mortalità cardiovascolare. Questo Globale maschi femmine bianchi neri diabetici non-diabetici miglioramento si osserva sia nei maschi che nelle femmine, nei diabetici e nei non Popolazione generale diabetici, ed è indipendente dalla razza. Emodialisi Peritoneale Trapianto Mortalità cardiovascolare in differenti popolazioni di pazienti (% mortalità annua) Diapositiva 7 EVIDENZE • Il trapianto è la miglior terapia dell’uremia • La mortalità dei pazienti in dialisi è nettamente superiore di quella dei pazienti che vengono trapiantati • La durata della dialisi influenza l’esito del trapianto • In Italia il numero di reni disponibili per trapianto è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità • I risultati del trapianto da donatore vivente, nel lungo termine, sono migliori • I risultati del trapianto da donatore vivente non consanguineo sono sovrapponibili • Il trapianto costa meno della dialisi Diapositiva 8 IL TEMPO DI ATTESA IN DIALISI E’ UN FATTORE DI RISCHIO PER L’ESITO DEL TRAPIANTO Qualsiasi sia la provenienza dell’organo Meier-Kriesche HU Transplantation 2002; 74, 1377 - 1381 (da donatore cadavere o vivente), più prolungato è il tempo trascorso in dialisi, minore è la sopravvivenza. La miglior sopravvivenza si ottiene quando il trapianto viene eseguito prima dell’inizio della terapia dialitica (cosiddetto trapianto Donatore Cadavere Donatore vivente preemptive) IL TRAPIANTO PRE-EMPTIVE (prima della dialisi) Kasiske BM, Snyder JJ, et al J Am Soc Nephrol 2002; 13: 1358-64 Donatore cadavere Donatore vivente Diapositiva 9 Questo studio conferma che sia la sopravvivenza del paziente che del rene è migliore se il trapianto è preemptive. Sopravv paziente Sopravv organo EVIDENZE • Il trapianto è la miglior terapia dell’uremia • La mortalità dei pazienti in dialisi è nettamente superiore di quella dei pazienti che vengono trapiantati • La durata della dialisi influenza l’esito del trapianto • In Italia il numero di reni disponibili per trapianto è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità • I risultati del trapianto da donatore vivente, nel lungo termine, sono migliori • I risultati del trapianto da donatore vivente non consanguineo sono sovrapponibili • Il trapianto costa meno della dialisi Diapositiva 10 Diapositiva 11 Nonostante il miglioramento dell’efficienza organizzativa del sistema Tempo medio di attesa in lista 2.8 anni Mortalità in lista 1.87% di recupero di organi da donatori cadavere, il numero dei trapianti di rene da cadavere ha raggiunto un massimo che non sembra migliorabile, anzi pare di assistere ad un lieve declino negli ultimi anni. Diapositiva 12 Alla fine del 2011 vi erano ancora oltre 6500 pazienti in attesa di trapianto di rene, con un’attesa media di quasi 3 anni. Alcuni di questi pazienti, ca. il 2% muoiono nell’attesa. Rispetto alla fine del 2010 il numero dei pazienti in attesa di trapianto di rene è all’incirca lo stesso. Vengono quindi eseguiti molti meno trapianti di quanti sarebbero necessari. Per incrementane il numero una opzione è quella del trapianto di rene da donatore vivente. La donazione da vivente offre alcuni significativi vantaggi rispetto alla donazione di rene da cadavere. Diapositiva 13 EVIDENZE • Il trapianto è la miglior terapia dell’uremia • La mortalità dei pazienti in dialisi è nettamente superiore di quella dei pazienti che vengono trapiantati • La durata della dialisi influenza l’esito del trapianto • In Italia il numero di reni disponibili per trapianto è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità • I risultati del trapianto da donatore vivente, nel lungo termine, sono migliori • I risultati del trapianto da donatore vivente non consanguineo sono sovrapponibili • Il trapianto costa meno della dialisi SOPRAVVIVENZA DELL’ORGANO CASISTICA NIT 2001 - 2008 Diapositiva 14 I dati del North Italian Transplant (NIT) dimostrano che la sopravvivenza dell’organo a distanza di 1 e 3 anni dal 1 anno 3 anni trapianto è migliore se il trapianto di rene • Trapianto da vivente 96.2 % 95.3 % avviene da donatore vivente. Questo • Trapianto da cadavere 94.3 % 91.1 % vantaggio poteva essere già osservato negli studi riportati nelle diapositive 8 e 9. trapianti di rene da Vivente trapianti di rene da Cadavere 331 4440 SOPRAVVIVENZA DEL PAZIENTE CASISTICA NIT 2001 - 2008 Diapositiva 15 Migliore è anche la sopravvivenza del paziente come già evidenziato nelle diapositive 8 e 9. 1 anno 3 anni • Trapianto da vivente 98.7 % 98.3 % • Trapianto da cadavere 98.0 % 96.3 % trapianti di rene da Vivente trapianti di rene da Cadavere 331 4440 Diapositiva 16 EVIDENZE • Il trapianto è la miglior terapia dell’uremia • La mortalità dei pazienti in dialisi è nettamente superiore di quella dei pazienti che vengono trapiantati • La durata della dialisi influenza l’esito del trapianto • In Italia il numero di reni disponibili per trapianto è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità • I risultati del trapianto da donatore vivente, nel lungo termine, sono migliori • I risultati del trapianto da donatore vivente non consanguineo sono sovrapponibili • Il trapianto costa meno della dialisi SOPRAVVIVENZA DELL’ORGANO (in relazione al donatore) Diapositiva 17 I dati del registro statunitense di dialisi e trapianto dimostrano che non vi sono 1.0 0.9 sostanziali differenze di sopravvivenza Percent surviving 0.8 0.7 dell’organo sia che il rene provenga da 0.6 0.5 0.4 Cadaveric (t½=9.7) Cadavere Living relatedcorrelato (t½=15.2) Vivente Vivente non-correlato Living distant/unrelated (t½=15.5) un donatore vivente correlato (cioè 0.3 consanguineo) che da un non correlato 0.2 0.1 (coniuge, amico, trapianto samaritano) e 0.0 12 24 36 48 60 72 84 Months 96 USRDS, Annual Report 2001 108 120 132 144 che in entrambi i casi la sopravvivenza è superiore a quella dell’organo proveniente da un donatore cadavere. Diapositiva 18 EVIDENZE • Il trapianto è la miglior terapia dell’uremia • La mortalità dei pazienti in dialisi è nettamente superiore di quella dei pazienti che vengono trapiantati • La durata della dialisi influenza l’esito del trapianto • In Italia il numero di reni disponibili per trapianto è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità • I risultati del trapianto da donatore vivente, nel lungo termine, sono migliori • I risultati del trapianto da donatore vivente non consanguineo sono sovrapponibili • Il trapianto costa meno della dialisi COSTI (euro) DELLA DIALISI IN ITALIA Diapositiva 19 Questa diapositiva riporta i costi medi Emodialisi in Ospedale 36.660 - 54.440 annuali del trattamento dialitico, del Emodialisi in Centro Assist limitata 32.222 - 45.563 ricovero per eseguire il trapianto e i costi Dialisi Peritoneale Continua 28.724 per anno della immunosoppressione nei pazienti trapiantati. DRG Ricovero per trapianto renale (n. 302) 40.356 Costo annuale Terapia immunosoppressiva 9.000 Diapositiva 20 COSTI (euro) DEL TRAPIANTO DI RENE DA VIVENTE PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE DEL DONATORE DI RENE • • • • Esami immunologici Esami bioumorali Esami strumentali Visite specialistiche 567,65 256,80 1298,75 123,0 Anche tenendo conto dei costi per le indagini diagnostiche eseguite per la valutazione dell’idoneità alla donazione del donatore vivente, nonché dei costi per • Totale 2.246,20 DRG RICOVERO PER PRELIEVO DI RENE 4.394,81 Totale 6.641,01 il prelievo dell’organo vi è un significativo vantaggio economico del trapianto renale rispetto alla terapia dialitica. Diapositiva 21 I rischi per il donatore • Il rischio di mortalità peri-operatoria è intorno allo 0,02-0,03%. • I soggetti sottoposti a nefrectomia a scopo di trapianto non presentano una diversa sopravvivenza rispetto alla popolazione generale • Il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa è sovrapponibile. • Il rischio di comparsa di proteinuria e/o di riduzione della funzione renale in soggetti sottoposti a nefrectomia monolaterale seguiti per oltre 20 anni è risultato correlato prevalentemente alla presenza di obesità • Secondo i dati dell’United Network of Organ Sharing solo 56 su oltre 50.000 (≈1/1000) donatori di rene svilupparono insufficienza renale avanzata, soprattutto causata dall’insorgenza, indipendente dalla nefrectomia, di malattie come diabete o aterosclerosi. Di fronte ai vantaggi del trapianto da donatore vivente rispetto alla terapia dialitica, vi sono svantaggi per il donatore? La risposta è che non vi sono effetti sfavorevoli né in termini di sopravvivenza, né di sviluppo di complicanze ipertensive e renali. Infine la mortalità peri-operatoria è piuttosto bassa. Diapositiva 22 La vita del donatore, dopo la donazione • Numerosi studi psicologici hanno dimostrato che la qualità di vita dei donatori è superiore, o comunque non inferiore, a quella della popolazione generale. • Non esistono limitazioni lavorative o di attività fisica per un soggetto nefrectomizzato. • Una donatrice di rene può affrontare serenamente una gravidanza. Non vi sono evidenze che una donna gravida nefrectomizzata corra maggiori pericoli di complicazioni per sé o per il feto rispetto ad una gravida normale. Anche la qualità di vita del donatore non viene influenzata sfavorevolmente dalla donazione, così come non subiscono limitazioni la sua attività lavorativa e fisica e, nelle donne, la possibilità di procreare. Diapositiva 23 Il trapianto renale da donatore vivente è quindi una concreta ed efficace IL TRAPIANTO RENALE DA DONATORE VIVENTE possibilità per il trattamento del paziente con insufficienza renale cronica Un’opzione concreta ed efficace per il paziente con I.R.C. avanzata. Diapositiva 24 Donazioni da vivente e da cadavere negli Stati Uniti 1998 - 2007 rene da donazioni da vivente è quasi dello 8087 9,000 8,000 Number of Donors Negli Stati Uniti il numero dei trapianti di stesso ordine di grandezza dei trapianti 7,000 6307 6,000 5,000 eseguiti da donatore cadavere. Qualche anno fa è stato addirittura superiore. 4,000 3,000 Deceased Donor 2,000 Living Donor 1,000 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Year OPTN *Newsletter Transplant Vol. 14 N°1 Living Kidney Transplant P.M.P. Year 2008 Diapositiva 25 In Europa vi è una notevole disomogeneità nelle donazioni di rene da vivente. Qui sono indicate le donazioni per milione di cittadini (pmp). Si va da oltre 20 pmp in Norvegia ed Islanda, a valori intorno a 2 pmp come in Italia. Diapositiva 26 TRAPIANTO DI RENE IN EUROPA Anche la percentuale di trapianti di rene da vivente rispetto al totale è molto 100 variabile nei diversi paesi europei. L’Italia 90 80 si pone in una posizione di retroguardia. 70 60 50 40 30 20 10 an ce IT AL Y Au s UK tria +I re la nd G er m an y De nm ar Ne k th er la nd s Sw ed en No rw Sw ay it z er la nd G re ec e nl an d Fr Fi iu m ug al Po rt Be lg Sp ai n 0 Donatore vivente Donatore cadavere Diapositiva 27 Ciononostante la situazione Italiana negli ultimi anni sta migliorando. Sebbene non ancora soddisfacente, dal 2008 si sta infatti assistendo ad un trend in aumento della percentuale di trapianti da vivente rispetto al totale. Diapositiva 28 RAPPORTO TRAPIANTO VIVENTE/CADAVERE Nel 2011 il 12% dei trapianti di rene eseguiti in Italia è stato effettuato da 100% 98% 96% 8,4% 7,8% 7,3% 6,2% 5,6% donatore vivente. Il dato è certamente 6,1% 7,6% 8,8% 8,10% 11% 94% 12,00% migliore rispetto al 5.6% del 2006, ma è 92% 90% ancora lontano dalle percentuali 88% 86% 84% raggiunte da paesi Europei come la 82% 2001 2002 2003 2004 2005 cadavere 2006 2007 2008 vivente Scarsa informazione per i pazienti affetti da insufficienza renale cronica e per i medici che li hanno in cura Germania e la Gran Bretagna con i quali ci dobbiamo confrontare. Probabilmente l’insufficienza di questi risultati dipende dal fatto che l’opzione del trapianto di rene da vivente e le sue modalità non sono sufficientemente conosciute sia dai pazienti che dal personale sanitario.