Ruolo delle particelle difettive interferenti nelle cellule di mammifero

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Ruolo delle particelle difettive interferenti nelle cellule di mammifero e di artropode
persistentemente infettate con il virus Toscana.Resp.Loredana Nicoletti
L'interesse per lo studio di infezioni persistenti di cellule in coltura da parte di virus
che sono, di solito, rapidamente litici, risiede nell'ipotesi che i meccanismi operanti in
tali infezioni croniche assomigliano a quelli responsabili dell'instaurarsi e mantenersi
di infezioni naturali persistenti, latenti o lente indotte da virus negli animali e
nell'uomo. Due fattori sono principalmente coinvolti in queste infezioni: da una parte
una risposta immunitaria dell'ospite inefficace nel riconoscere e eliminare virus e/o
cellule infette, dall'altra la strategia di replicazione dei virus stessi. La presenza di
particelle virali incomplete o difettive (DI), il generarsi di mutanti o varianti sia virali
che cellulari, la diminuita o alterata espressione di geni virali sono stati di volta in
volta identificati e associati con l'uno o l'altro degli stadi delle infezioni persistenti.
Anche se l’infezione da parte di un arbovirus in cellule di vertebrato è acuta e
citocida, mentre in cellule di invertebrato dà luogo ad infezioni persistenti, è tuttavia
possibile ottenere delle infezioni persistenti anche in cellule di vertebrato. Infezioni
persistenti sono state descritte per diversi membri della famiglia Bunyaviridae, dovute
alla presenza di particelle DI. Il virus Toscana è in grado di provocare infezioni
persistenti in linee cellulari sia di mammifero (Vero), nella quale è stata dimostrata
una evidenza biologica di produzione e di accumulo di particelle DI, sia di artropodi
(Aedes albopictus, clone C6/36, A. pseudoscutellaris, Phlebotomus papatasi), nelle
quali l'infezione è mantenuta in alcuni casi dalla produzione di mutanti temperatura
sensibili (ts) mentre in altri casi l'esame dei meccanismi implicati deve ancora essere
approfondito. Nei virus a RNA le particelle DI insorgono durante la replicazione
genomica, attraverso un meccanismo di “salto della polimerasi” consistente in eventi
di arresto e distacco della polimerasi o attraverso scivolamento o re-inizio della stessa.
Particelle DI sono state descritte per il virus Bunyamwera: in esse il segmento L
presenta estese delezioni interne mantenendo entrambe le estremità genomiche.
Particelle simili sono state trovate anche nel virus Toscana coltivato mediante
passaggi seriali in topo neonato.
Pubblicazioni relative al progetto:
Marchi A, Nicoletti L, Accardi L, Di Bonito P & Giorgi C. Characterization of
Toscana virus Defective Interfering Particles generated in vivo. Virology 246:125133, 1998.
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