La Kinesiologia Medica e Odontoiatrica QUESTO TESTO L’HO SCRITTO IO CIRCA 15 ANNI FA… Un po’ pesantino e forse troppo esoterico come concetti. Vedi se ti può essere utile. Stiamo vivendo un momento importante della nostra storia contemporanea, della nostra vita e della nostra professione medica: un conflitto di culture e di metodologie contrapposte. Da un lato il rigore cartesiano della medicina occidentale, dall'altro i caratteri einsteiniani ed empirici della medicina orientale. Noi crediamo che questo conflitto non esista, come non esiste conflitto tra materia ed energia, poiché sono due aspetti della stessa realtà. Noi crediamo che il connubio tra approccio materialistico ed approccio energetico sia possibile, anzi auspicabile, poiché secondo la nostra esperienza rappresenta l'unico modo per migliorare la diagnostica medica di base e di conseguenza la prevenzione e la terapia. Come tutte le novità, può indurre entusiasmi da un lato e diffidenza o aperta opposizione dall'altro. Ci sarà pertanto molto da lavorare per mitigare gli eccessi, sempre pericolosi, sia a favore che contrari alle idee innovatrici, ma i risultati sono talmente incoraggianti da indurci a continuare nel cammino intrapreso. Nel recarci dal medico, generico o specialista che sia, siamo soliti esprimere i nostri problemi nel modo più semplice e diretto possibile. Il dottore, a sua volta, ci rivolge domande generali sul nostro stile di vita, sulle malattie precedenti, sulle nostre varie abitudini. Poi osserva la parte del corpo di cui lamentiamo il cattivo funzionamento e infine formula la sua diagnosi, stilando una lunga lista di farmaci o terapie e, secondo il grado di confidenza che abbiamo con lui, facendo le sue raccomandazioni. La visita medica ha un suo svolgimento standard, in ogni paese e in ogni lingua. Noi tutti siamo convinti che tale pratica, così come l'abbiamo descritta, sia soddisfacente in quanto effettivamente, in molti casi, i nostri dolori scompaiono entro un periodo più o meno breve. Salvo però a ripresentarsi dopo qualche tempo, spesso più acuti di prima. Molte cure, molti farmaci che ci vengono attualmente prescritti si dimostrano insufficienti. Possiamo sentirci meglio, per un periodo limitato, ma non riusciamo quasi mai a guarire. Dunque, cosa c'è che non va nella medicina tradizionale, così come noi la conosciamo? «…Si spogli… si giri… respiri… dica trentatré…» «Trentatré!… Dottore, ma le sarebbe utile sapere che…?» «No, non è importante… Faccia le analisi, le lastre, poi vedremo.» Come «Vedremo?!» A questo tipo di approccio, in grado di fornire risposte parziali e solo a volte realmente adeguate alle nostre esigenze, si contrappone un tipo di concezione della medicina assai più ampia che da poco va diffondendosi, soprattutto tra le più giovani generazioni di medici. Questa idea è riassumibile nel concetto di medicina olistica o integrata. La parola olistica deriva dal greco hòlos che significa tutto. In senso medico l'approccio olistico integrato indica, dunque, una valutazione globale dell'individuo. L'approccio olistico integrato si basa innanzitutto su un rapporto umano, interpersonale, tra medico e paziente, per cui quest'ultimo viene preso in considerazione non in quanto una sua parte è malata, ma in quanto persona globale. Presupposto fondamentale di questa medicina è questo: se una parte del nostro corpo si ammala, le cause della sua sofferenza non sono mai circoscrivibili; quel dolore è sempre il sintomo di un malessere diffuso che investe il nostro essere integralmente. Spesso, difatti, il problema non è affatto dove sembra essere, in quanto un male può manifestarsi lontano dalla sua sede effettiva. Molti malanni fisici sono poi strettamente connessi alla sfera psico-emozionale. Per fare degli esempi semplici, il serrare i denti in continuazione a causa di un forte stress nervoso può distruggere denti e articolazioni; oppure il sentire un forte senso di colpa può provocare dolore fisico. C'è una bella frase che sintetizza in modo appropriato l'incongruenza dell'approccio medico tradizionale, attualmente tutto teso ad una eccessiva specializzazione: «Ognuno di noi tende a sapere sempre di più su sempre di meno, finché arriveremo al punto in cui sapremo tutto di niente». A questo si contrappone un antico detto cinese: «Se vuoi risolvere il problema guardalo da lontano». Noi crediamo che l'essere umano sia formato da parti differenti (cellule, tessuti, organi, ecc.) tutte intimamente e reciprocamente correlate, se non proprio da un punto di vista anatomico, sicuramente da un punto di vista funzionale, ma senza dubbio da un punto di vista energetico. Questa energia che compare al momento del concepimento e abbandona l'individuo dopo la morte possiamo definirla energia vitale. L'equilibrio dell'energia vitale del sistema, corrisponde allo stato di salute, il disequilibrio allo stato di malattia. Il problema che è necessario affrontare, è capire quali sono le dispersioni energetiche primarie della persona che richiede il nostro aiuto. L'energia vitale si manifesta sotto diverse forme: calore, movimento, potenziali bioelettrici, campi elettromagnetici. Grazie a questi differenti aspetti fisici, l'energia vitale può essere studiata e misurata con svariate apparecchiature, sempre più precise e sofisticate, allo scopo di capire i meccanismi fisiologici e patologici che regolano la nostra esistenza. Tutto ciò è positivo poiché migliora la nostra conoscenza; ma l'indagine sempre più raffinata del particolare può portare a perdere la comprensione di tutto l'insieme. Il problema si complica nel momento in cui consideriamo che l'insieme è costruito non soltanto da componenti anatomiche ma anche da complesse sostanze che ingeriamo, inaliamo o con cui veniamo a contatto; ma soprattutto teniamo presente che esiste una imponente attività psico-emozionale conscia ed inconscia in grado di condizionare totalmente l'insieme. Abbiamo ormai definitivamente capito e verificato, in migliaia di casi trattati, che l'attenzione del terapeuta non va rivolta unicamente ai sintomi, per trovare un miracoloso rimedio, ma soprattutto alla persona che presenta questi sintomi. La persona deve essere valutata in senso olistico nella sua globalità, piuttosto che solo in riferimento ad un particolare sintomo (per esempio cefalea, scoliosi, miopia, dismenorrea, ansia, ecc…) che in prima analisi rappresenta certamente il problema più importante per il paziente, o meglio il problema contingente, ma in ultima analisi non è che l'espressione di una disarmonia energetica con implicazioni molto più complesse. Tra i fattori primari indispensabili per la vita possiamo evidenziare l'energia solare, l'energia chimica che ricaviamo dagli alimenti genuini, le energie che recuperiamo durante un sonno sereno e ristoratore, ma soprattutto l'energia positiva che abbiamo nella nostra mente, risultato dell'armonia verso noi stessi e verso le persone che ci circondano. Tra i fattori primari nocivi per la vita possiamo evidenziare l'assenza di luce, l'ingestione o l'inalazione o il contatto ripetuto con sostanze tossiche, la mancata assunzione di sostanze indispensabili (per esempio le vitamine), dormire in un luogo bersagliato da campi elettromagnetici o da radiazioni nocive, ma soprattutto avere perennemente o prevalentemente pensieri negativi (per esempio rifiuto, collera, paura, tristezza, orgoglio, ecc…) nei confronti di noi stessi o degli altri. Il prevalere di fattori positivi comporta un bilancio energetico positivo. In tal caso avremmo riserve energetiche sufficienti per affrontare, compensare o neutralizzare gli stress che metterebbero in crisi il nostro equilibrio psico-biochimico-fisico. Il prevalere di fattori nocivi, comporta un bilancio energetico negativo, vale a dire consumare più energia di quella che si può recuperare dall'ambiente. Una insufficiente disponibilità di energia vitale comporta diverse gravissime conseguenze: in simili circostanze, poiché ogni funzione vitale avviene con l'utilizzo di energia, ci troveremmo anche in carenza di difese immunitarie e di conseguenza con una maggiore vulnerabilità nei confronti di microrganismi esogeni ed endogeni (per esempio candida, virus). Poiché esiste un range di tolleranza biologica che caratterizza la nostra capacità di adattamento e di compenso, ma anche la nostra soglia di sopportazione, ci troveremmo anche ad accusare una serie di dolori e di disturbi funzionali (per esempio allergie) che altrimenti non ci sarebbero. Maggiori saranno le afferenze nocicettive, minore sarà il range: vi sarà 2 più vulnerabilità nei confronti di nuovi stress patogeni, sarà più bassa la soglia del dolore, saranno più numerosi i sintomi algici e disfunzionali, sarà più compromessa la resistenza psico-fisico-immunitaria del paziente. Fin tanto che l'energia consumata è inferiore a quella recuperata (esogena) e prodotta (endogena), il range è vantaggioso e abbiamo uno stato di salute; in caso contrario iniziano i sintomi che saranno poi seguiti dalle lesioni organiche più o meno reversibili. Alcuni di questi concetti sono conosciuti già da qualche decennio. Essi non hanno avuto, purtroppo, meritata diffusione a causa dell'ostruzionismo esercitato da certe classi mediche. La Kinesiologia Applicata (traduzione infelice di Applied Kinesiology che significa applicare lo studio del movimento, ossia fare diagnosi mediante lo studio dei movimenti), appartiene al gruppo delle medicine naturali. Essa deve la sua esistenza al suo maggiore studioso, il Dottor George Goodheart, che nel 1964 ne ha gettato i primi fondamenti teorici e pratici. In seguito altri studiosi hanno completato e perfezionato gli studi di Goodheart, in particolare il suo allievo David Walther che nel 1983 ha pubblicato un testo considerato per tanto tempo la Bibbia della materia. In esso si fa menzione del cosiddetto triangolo della salute. Secondo tali affermazioni lo stato di salute corrisponde al perfetto equilibrio tra la struttura (il corpo fisico), la biochimica (l'apporto energetico alimentare), la psiche (lo stato d'animo psico-emotivo), elementi che compongono i tre lati del triangolo. Questa filosofia è stata il principio ispiratore dei primi medici olistici. Tuttavia questi studi sono ormai considerati obsoleti alla luce delle conoscenze degli ultimissimi anni per merito soprattutto di medici olistici italiani. Proprio da un dentista italiano sono stati formulati, dopo anni di ricerche e sperimentazioni, i fondamenti diagnostici e terapeutici della Kinesiologia Odontoiatrica, e successivamente della Kinesiologia Medica Olistica. Quest'ultima rappresenta l'ultima evoluzione della Kinesiologia Applicata. Al triangolo sono stati aggiunti altri importanti aspetti riguardanti gli stress capaci di alterare il nostro equilibrio energetico; esso è diventato dapprima un quadrato, poi un pentagono, un esagono, un ettagono… La ricerca su tale disciplina sembra non avere mai fine; ogni giorno si continuano ad aggiungere lati a quello che una volta era un triangolo e si avvia probabilmente a diventare un cerchio. Tanto per rendere le cose ancora più complesse, i fattori di stress sono raramente presenti in forma singola, più spesso sono sovrapposti tra di loro in numero, primarietà e intensità variabile. Solo l'approccio olistico del paziente permette di orientarsi in questo labirinto di cause e di effetti, grazie alla identificazione della fonte primaria di dispersione energetica. In tal modo si possono effettuare diagnosi delle più svariate disfunzioni corporee che - se confermate da eventuali accertamenti strumentali ulteriori - consentono a volte di risolvere casi clinici apparentemente senza speranza. Risolte le dispersioni il recupero energetico consentirà ai sistemi difensivi ed adattativi di lavorare meglio, riducendo rapidamente la sintomatologia. La visita del paziente si articola su una precisa analisi sequenziale che permette di stabilire la priorità dei problemi e la priorità dei rimedi. L'analisi sequenziale segue un protocollo prestabilito. Dopo avere eseguito una accurata anamnesi scritta su un'apposita cartella clinica, viene dapprima studiato l'assetto posturale, ossia l'atteggiamento del corpo in stazione eretta. L'osservazione del modo di stare in piedi dietro ad un filo a piombo di riferimento, con indosso i soli indumenti necessari a non creare problemi di pudore, fornisce importanti informazioni circa eventuali deviazioni della colonna, dell'allineamento delle spalle, del bacino, delle ginocchia. Queste informazioni diagnostiche vengono poi correlate con l'osservazione dell'appoggio dei piedi, la motilità degli occhi, la ricerca dei punti dolenti e i movimenti articolari. Il punto chiave di tutta la sequenza sono i test olistici muscolari per la ricerca delle fonti primarie di dispersione energetica. Individuati i problemi primari vengono introdotte e provate le correzioni più opportune; quindi si ricomincia daccapo con tutta la sequenza diagnostica e vengono introdotte nuove correzioni finché tutti gli indici ricercati in precedenza e l'assetto posturale, che nel frattempo si sono modificati, non rientrano entro un limite prefissato, in un certo senso non si azzerano. A questo punto può essere formulata una diagnosi dello stato generale del soggetto e della natura del problema specifico in esame e proposta una terapia personalizzata che tenga conto di quanto emerso dalla visita olistica e soprattutto dell'individuo nel suo insieme. Dal punto di 3 vista terapeutico olistico a volte sono necessarie delle correzioni fisiche, come ad esempio una correzione odontoiatrica su un certo dente, oppure la costruzione di un bite (si pronuncia bait), un apparecchio in plastica trasparente che si interpone tra le arcate dentarie per risolvere temporaneamente problemi di combaciamento dei denti. Altre volte possono essere necessari altri rimedi di medicina naturale, a volte rimedi omeopatici, altre volte ancora un preciso inquadramento dietetico. Ogni problema individuato può essere trattato con una correzione specifica, comunque personalizzata per ogni paziente, poiché lo stesso problema può richiedere due rimedi diversi in due pazienti diversi. L'analisi sequenziale permette di intraprendere un programma terapeutico efficace poiché mirato ed adattato ai problemi specifici del paziente. Si tiene conto dei sintomi presenti ma anche e soprattutto dell'individuo inteso nella sua globalità, nella sua struttura fisica, nella sua costituzione, nei suoi stati d'animo, nel suo apporto energetico alimentare ed in rapporto all'ambiente dove vive e lavora. Tale nuova filosofia diagnostica si chiama Kinesiologia Medica Odontoiatrica. 4