Farmaforesi elettrodica: innovazione nei sistemi di veicolazione transdermica di farmaci A cura del Dott. Antonino d’Africa INDICE L’UTILIZZO DELLA CORRENTE ELETTRICA IN MEDICINA pag.1 CONSIDERAZIONI GENERALI pag.1 BIOFISICA DELL’ENERGIA ELETTRICA pag.2 BASI FISICHE DEI POTENZIALI DI MEMBRANA pag.8 CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE DI MEMBRANA pag13 CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE DI UNA MEMBRANA REALE pag15 PASSAGGIO DI IONI pag16 LASCIAPASSARE ALL’INGRESSO DELLE MOLECOLE ATTRAVERSO I RECETTORI E CANALI IONICI DI I RECETTORI: STRUTTURE DI MEDIAZIONE TRA I PRIMI ED I SECONDI MESSAGGERI MEMBRANA pag17 pag17 LA NATURA DEI RECETTORI. pag17 RECETTORI CITOPLASMATICI. pag18 RECETTORI DELLA MEMBRANA PLASMATICA. pag19 LE VARIAZIONI QUANTITATIVE DEI RECETTORI pag22 SEGNALI INTRACELLULARI: SECONDI MESSAGGERI pag23 ECCITABILITÀ DELLA MEMBRANA. pag26 COME VENGONO GENERATI I POTENZIALI D’AZIONE MODELLI IN FISIOLOGIA Flusso di massa e di calore LE PROTEINE DEI CANALI IONICI ED IL LORO GATING. pag29 pag30 pag33 IL PASSAGGIO DI FARMACO ATTRAVERSO LO STRATO CORNEO: VIA TRANS-EPIDERMICA – TRANSDERMICA pag34 VANTAGGI DEL PASSAGGIO TRANSDERMICO DEI FARMACI: FARMAFORESI ELETTRODICA PER “BIO-ELECTRODIC REPTATION” RICERCA MEDICA-TECNOLOGICA 2°parte SEGNALE SELEZIONATO PER DURATA, TASSO DI RIPETIZIONE, FORMA E CONTENUTO ARMONICO SISTEMA DI ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE NATURALI A BASSO POTERE ENERGETICO pag43 pag44 pag45 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLO STATO DELLA CUTE pag45 SISTEMA DI SICUREZZA CON MONITORAGGIO pag46 RECETTORI LEGATI AD ENZIMI. pag46 LA RIMOZIONE DEI SECONDI MESSAGGER pag47 1 RECETTORE ESPRESSO SULLE CELLULE BERSAGLIO DELLA SOSTANZA ATTIVA pag49 L'ASPETTO PIÙ IMPORTANTE E VANTAGGIOSO DEL SISTEMA TERAPEUTICO pag52 BIBLIOGRAFIA pag53 L’UTILIZZO DELLA CORRENTE ELETTRICA IN MEDICINA Ben conosciute fin dall’inizio del ‘900 sono le influenze fisiche, chimiche e biologiche che la corrente elettrica può esercitare sui tessuti viventi. Questi fenomeni sono basati su meccanismi notevolmente complessi dato il loro legame con modificazioni del metabolismo cellulare e modificazioni nella ripartizione delle cariche elettriche sulla superficie delle membrane cellulari. Il sistema di segnali di origine elettrochimica, detti potenziali d'azione, con cui gli organismi superiori scambiano informazione con i propri organi di comunicazione verso l'esterno, sono veri e propri segnali elettrici e chimici che si propagano. Nell'ultimo decennio il loro studio è andato crescendo, assumendo negli ultimi anni un ritmo vertiginoso. Le applicazioni cliniche realizzate in campo ortopedico e quelle che si profilano in altri campi sono sufficienti a giustificare la dinamica espansione del settore e le grandi speranze in esso riposte. Prima di entrare nel vivo del problema, conviene esaminare gli aspetti elementari dei fondamenti fisici su cui si basano le interazioni menzionate. Essi consentiranno di valutare nella giusta luce i fatti sperimentali esposti nel seguito, chiarendo il ruolo fondamentale che hanno le forze elettriche in molti processi cellulari. La densità di flusso di una popolazione molecolare, cioè il flusso di molecole per unità di superficie, è dovuto alla somma di due contributi. Il primo è il prodotto della concentrazione delle molecole per la velocità (elettroforetica o dielettroforetica) raggiunta sotto l'azione di trascinamento della forza elettrica. Il secondo è la diffusione dovuta al gradiente spaziale di concentrazione. Risulta così evidente che il movimento delle molecole in soluzione può dipendere da variabili di tipo elettrico e di tipo chimico. Se le molecole sono cariche, il prodotto della densità di flusso per la loro carica fornisce la corrispondente densità di corrente. La densità di corrente 2 risultante in soluzione, J, è la somma delle densità di corrente di tutte le specie molecolari cariche. Un esempio elementare è fornito dalla interazione tra campo elettrico e alcuni tipi di recettori della membrana cellulare. Tali recettori sono costituiti da glicoproteine immerse nella membrana, che protrudono nel mezzo esterno catene molecolari dotate di carica, ad esempio, negativa. I recettori possono diffondere lateralmente. scorrendo sulla membrana, in risposta alle forze esercitate su di essi. Se due o più glicoproteine si avvicinano a sufficienza, formano un complesso proteico che può costituire un canale preferenziale per lo scambio di particolari ioni tra cellula e ambiente esterno. Le variazioni di tali flussi ionici possono costituire il segnale che innesca profonde alterazioni nella cellula. Ciò premesso, si consideri la cellula in sospensione in un mezzo, ove un opportuno generatore esterno induce un campo elettrico costante nel tempo. Dato che il mezzo presenta di solito una resistività elettrica relativamente bassa, la corrente elettrica tende a scorrere, in buona parte, intorno alla cellula. In altre parole, la frazione di corrente elettrica che interessa direttamente la cellula è piccola, poiché la membrana cellulare offre una resistenza abbastanza elevata rispetto al mezzo circostante. I recettori di membrana, se la loro carica è negativa, tendono ad accumularsi all'anodo, formando vasti aggregati, sotto l'azione di trascinamento del campo elettrico. La probabilità di incontro tra due recettori e la conseguente formazione di aggregati risultano così notevolmente aumentate per l'azione elettroforetica del campo elettrico e potrebbero dar luogo all'innesco di quei processi cellulari che dipendono dall'esistenza dei suddetti aggregati. Nell'ultimo decennio il loro studio è andato crescendo, assumendo negli ultimi anni un ritmo vertiginoso. Le applicazioni cliniche realizzate soprattutto in campo ortopedico e quelle che si profilano in altri campi (genetica,oncologia) sono sufficienti a giustificare la dinamica espansione del settore e le grandi speranze in esso riposte. 3 CONSIDERAZIONI GENERALI Prima di entrare nel vivo del problema, conviene esaminare gli aspetti elementari dei fondamenti fisici su cui si basano le interazioni menzionate. Essi chiariranno il ruolo fondamentale che hanno le forze elettriche in molti processi cellulari. I tessuti del corpo umano sono in condizione di condurre una corrente elettrica in quanto i fluidi di cui sono per lo più composti contengono ioni che quindi si comportano da elettroliti. Come in una soluzione salina, gli effetti sui tessuti viventi sono molto simili, essendo il corpo umano un perfetto conduttore o “un grande elettrolita”, cioè un corpo imbevuto in acqua salata. Così, quando un corpo umano viene inserito in un circuito in cui passa corrente elettrica, anioni e cationi che saturano i liquidi del corpo, si spostano rispettivamente verso l’anodo o verso il catodo. Questo flusso ionico 4 comporta alterazioni nella normale omeostasi fisico-chimica dei tessuti, con notevoli ripercussioni sullo stato biologico e fisiologico dell’organismo. L’acquisizione di nozioni sulle strutture cellulari e sui meccanismi preposti ad un adeguato equilibrio elettrico, sono il presupposto per ogni ulteriore approfondimento sull’uso dell’energia elettrica a scopo terapeutico. BIOFISICA DELL’ENERGIA ELETTRICA Il tessuto umano può essere quindi considerato un dielettrico in cui l’incremento della frequenza elettrica comporta un decremento dell’impedenza, ed essere rappresentato come un condensatore con capacità C con una conduttanza G in parallelo C= ε0 εr A/x capacità G= σA/x conduttanza 5 ε=permittività σ=conduttività 6 In questo dielettrico, se la frequenza è ω, la caduta di impedenza è espressa da : σ=conduttività permittività ε” =-------------------ωε0 Quando la frequenza è bassa, il tessuto subisce una dispersione elettrica da polarizzazione dei contro-ioni in prossimità della superficie carica e da polarizzazione delle membrane come evidenziato dai valori di conduttività. 7 La correlazione tra σ=conduttività, ε=permittività e ω=frequenza, viene rappresentata da diversi modelli che portano ai medesimi risultati, tra cui si La barriera principale al passaggio transdermico è rappresentata dallo strato corneo (S.C.) della pelle che misura 10-15 micrometri di spessore e consiste in diversi strati di cellule non attraversabili. I costituenti strutturali della membrana danno origine alle proprietà elettriche che generano POTENZIALI ELETTRICI. Le cellule nervose e muscolari, sono particolarmente "eccitabili", cioè capaci di trasmettere impulsi elettrochimici lungo la loro membrana. Anche nelle cellule ghiandolari, nei macrofagi e nelle cellule ciliate, le variazioni del potenziale di membrana giocano un ruolo significativo nel controllo di molte funzioni cellulari. Innanzitutto si deve considerare che i liquidi che si trovano all'interno ed all'esterno delle cellule sono soluzioni di elettroliti contenenti circa 155 mEq litro di anioni ed una uguale quantità di cationi. In genere, lungo la superficie interna della membrana cellulare, si accumula un lievissimo eccesso di ioni negativi (anioni) mentre ioni positivi (cationi) si accumulano all'esterno della membrana. Conseguentemente si instaura attraverso la membrana”. 8 membrana un potenziale denominato “potenziale di BASI FISICHE DEI POTENZIALI DI MEMBRANA I due meccanismi fondamentali mediante i quali i potenziali di membrana possono essere generati sono: trasporto attivo di ioni, attraverso la membrana, che provoca uno sbilanciamento tra cariche negative e positive presenti ai due lati della membrana e la diffusione di ioni attraverso la membrana stessa, per differenza di concentrazione tra le due facce della membrana che contribuisce allo squilibrio delle cariche. Questa differenza di potenziale elettrico possiede una densità di carica negativa dal lato citosolico ed ha valori variabili che raggiungono i 100 mV che possono essere misurati inserendo un elettrodo all’interno e uno all’esterno della cellula. La corrente fluisce nel circuito costituito da:fili, soluzione salina del bagno, elettrodi e membrana cellulare;la resistenza inserita sull’elettrodo portatore di corrente ha un valore molto elevato, relativamente alla resistenza degli altri componenti del circuito stimolatore, così da mantenere costante la corrente stimolante.L’amplificatore del circuito di registrazione ha una resistenza d’ingresso molto alta, in modo da evitare che anche una minima corrente possa sfuggire dalla cellula attraverso l’elettrodo registratore. 9 Potenziale di riposo delle cellule Alla base del potenziale di riposo, è possibile individuare altri tre tipi di potenziali : • Potenziale di equilibrio • Potenziale di diffusione • Equilibrio di Gibbs-Donnan Il potenziale di equilibrio 10 E’ dovuto, come già visto, ad un potenziale elettrochimico creato da gradienti di concentrazione di una sostanza carica elettricamente, attraverso una membrana: un gradiente chimico spinge in una direzione e l’altro gradiente nell’altra; quando le due forze si equivalgono, si instaura un POTENZIALE DI EQUILIBRIO (PER QUELLO IONE). I potenziali di equilibrio non tendono ad estinguersi ma si mantengono nel tempo. E’ sufficiente considerare una vaschetta divisa in due compartimenti, da una membrana permeabile solo al K+, contenenti una soluzione salina di KCl differentemente concentrata tra i due lati. 11 Questo flusso esisterà fino a quando i valori dell’intensità delle forze chimica ed elettrica non saranno equivalenti. Il potenziale di equilibrio può essere calcolato grazie all’equazione di Nerst RT [i]2 E= ln Zi F [i]1 Dove: R=costante dei gas ; T=temperatura; F=costante di Faraday ; Z= valenza ione (RT/ZF)ln= 61 log Siccome Z=1, F,T e R sono delle costanti, l’equazione di Nerst può anche essere scritta come: Ei= 61 log ([i]2/[i]1) L’equazione di Nerst esprime il potenziale di equilibrio di uno ione e stabilisce “quale deve essere la differenza di potenziale ai lati di una membrana, permeabile ad un solo ione concentrato in modo differente ai lati di essa, affinchè quello ione, con quella differenza di concentrazione, sia all’equilibrio”. Potenziale di diffusione: Ai lati di una membrana, permeabile a tutte le specie ioniche ma in maniera diversa, esiste un potenziale di diffusione. Il flusso generato dalla forza chimica non è uguale a quello generato dalla forza elettrica per cui esistono dei flussi netti. Questi potenziali sono anche detti “equilibranti” in quanto tendono ad annullare tutti i gradienti che li hanno generati, quindi non si mantengono nel tempo poiché tendono ad estinguersi! 12 La membrana, per l’“equilibrio di Gibbs-Donnan” è permeabile a più specie ioniche ma impermeabile almeno ad una delle specie ioniche presenti. Ciò ha importanti conseguenze a livello fisiologico: gli anioni proteici spostano gli anioni diffusibili fuori dalla membrana e trattengono ioni di segno opposto come, ad esempio, K+ o anche H+. Questa differente concentrazione degli ioni crea una pressione osmotica maggiore nell’ambiente intracellulare. Lo spostamento degli ioni diffusibili provoca, appunto, quel po-tenziale elettrico di equilibrio espresso dall’equazione di Nerst. Equazione di Goldman Esperimento su un assone: il potenziale di equilibrio dello ione, registrato mediante elettrodi, a concentrazioni esterne del K+ maggiori di 10 mM, era uguale a quello calcolato con l’equazione di Nerst, mentre a concentrazioni esterne di K+ minori di 10 mM, ciò non si verificava. Quindi, il rapporto di proporzionalità diretta veniva a mancare proprio dove la [K+] era vicina a quella fisiologica (4 mM). Ciò confutava che si potesse trattare di un potenziale di equilibrio. Per cui, supponendo che la membrana sia diversamente permeabile alle diverse specie ioniche, si è formulata una relazione, evoluzione dell’ equazione di Nerst. L’ equazione di Goldman, tiene conto anche del “fattore di permeabilità”: PK+[K+]0+PNa+[Na+]0+PCl-[Cl-]i Em=61 log PK+[K+]i+Pna+[Na+]i+PCl-[Cl-]0 13 in cui il Cloro è invertito perché ha carica negativa. Posto che il Cl- si distribuisce in base al potenziale determinato dagli spostamenti degli ioni Na+ e K+, ai quali la membrana è più permeabile, il suo apporto è da considerare trascurabile. Ponendo PK+>100 PNa+ si può dividere ciascun termine dell’equazione per PK+ ottenendo così: [K+]0 + ß [Na+]0 Pna+ Em= 61log dove ß= [K+]i + ß [Na+]i PK+ =0,01 Ad elevate concentrazioni di K+ diminuisce il valore di β per cui è un fattore irrilevante. Il potenziale di riposo è, quindi, un potenziale di diffusione spiegabile con l’equazione di Goldman e mantenuto stabile mediante un meccanismo attivo, detto “POMPA SODIO-POTASSIO”. Non si tratta, pertanto, di un potenziale di equilibrio ma di uno “stato stazionario”, come tutte le condizioni fisiologiche. CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE DI MEMBRANA Serve a comprendere cosa succede quando stimoliamo una membrana con un generatore di forza elettromotrice. Il circuito è costituito da: -un condensatore (separare cariche); -generatore di forza elettromotrice (caricare la membrana); 14 -resistenza o conduttanza (=1/R) perché esiste un flusso di elettroni. (La conduttanza è l’analogo elettrico della permeabilità, cioè la facilità con cui gli ioni possono attraversare un canale ed è in relazione inversa alla resistenza di membrana: la conduttanza è il reciproco della resistenza g=1/R) →Più è elevata R, più piccola è la conduttanza. Poniamo, per esempio che questo circuito sia costituito da un condensatore (membrana) permeabile solo al potassio. Quando il circuito viene chiuso, il condensatore (la membrana) comincia a caricarsi perché Em= Eb: le cariche positive e negative si dispongono ai lati del condensatore ma non lo attraversano mai in quanto le piastre che lo costituiscono sono separate da un “dielettrico”. Il flusso di elettroni continuerà ad esserci fino a quando non si avrà che Em = Eb. Quindi, tenendo presente la legge di Ohm (per la quale, il flusso di uno ione attraverso un canale è direttamente proporzionale alla conduttanza del canale e all’ampiezza del potenziale elettrico:I=gxE. Più grandi sono il potenziale elettrico e la conduttanza,maggiore è il flusso di ioni attraverso la membrana, analogamente al flusso d’acqua in un tubo: più elevata è la pressione e più il tubo è grosso, maggiore è la quantità di acqua che passa). ( “L’intensità di corrente è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale esistente tra i capi di un conduttore”), si deduce che la corrente nel circuito, carica il condensatore in quanto esiste una differenza di potenziale lungo il circuito. La batteria presente nel circuito non è altro che la differenza di potenziale chimico esistente ai lati di una membrana. Per rappresentare, però, un circuito elettrico che si riferisca ad una membrana reale, bisogna aggiungere: 15 -la resistenza al sodio in quanto in una membrana reale non è presente solo una specie ionica; -le diverse concentrazioni delle diverse specie ioniche; -le relative forze spingenti; -i relativi potenziali chimici; Un concetto è fondamentale: “Quando ci sono più ioni a cui la membrana è permeabile, essa tende a caricarsi ad un valore più prossimo al potenziale di equilibrio dello ione a cui è più permeabile”. In un circuito elettrico ciò significa che il valore del potenziale del condensatore sarà più prossimo al valore del potenziale di equilibrio dello ione che presenta minore resistenza. Quindi, il condensatore si caricherà come lo carica la batteria presente nel circuito, con potenziale EK+. CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE DI UNA MEMBRANA REALE 16 Na+/K+ In virtù dell’esistenza di questi potenziali elettrici ai due lati della membrana e, in alcune cellule, la capacità di modificare questi potenziali, alcune cellule nervose e muscolari, generando impulsi elettrici, inviano messaggi biologici. Difatti, se da un lato della membrana la concentrazione degli ioni aumenta, anche il loro flusso passivo attraverso il canale specifico aumenta fino a una velocità massima su cui si livella (il flusso si satura). L’afflusso passivo di ioni attraverso i canali ionici viene continuamente contrastato dall’espulsione attiva e specifica di ioni attraverso le pompe ioniche che funzionano grazie all’energia cellulare. Il numero delle cariche elettriche positive in entrata, infatti va bilanciato con l’espulsione di un eguale numero di cariche elettriche. L’ineguale distribuzione degli ioni sui due lati della membrana, equivale a una differenza di concentrazione ionica fra dentro e fuori la cellula, manifesta la forza elettrica che tende a far entrare ioni K+ nella cellula, e il suo valore di equilibrio può essere calcolato, dall’intensità del gradiente di concentrazione degli ioni K+. La conduttanza della membrana per ciascuna specie ionica dipende dal numero di canali specifici presenti sulla membrana. 17 ricordano quelli di Debye e Cole-Cole. PASSAGGIO DI IONI Nel modello di membrana sopra riprodotto, un gruppo di sostanze in soluzione (ioni, zuccheri, aminoacidi) si trovano in concentrazioni diverse all’esterno e all’interno della cellula : A. L’esterno a sinistra, ha una concentrazione maggiore. 18 B. Legandosi a specifici siti dei canali ionici alcune molecole (chiodini) attivano la pompa di scambio del sodio e del potassio : gli ioni Na sono attivamente pompati fuori dalla cellula mentre contemporaneamente gli ioni potassio K sono pompati all’interno. LASCIAPASSARE ALL’INGRESSO DELLE MOLECOLE ATTRAVERSO I RECETTORI E CANALI IONICI DI MEMBRANA I RECETTORI: STRUTTURE DI MEDIAZIONE TRA I PRIMI ED I SECONDI MESSAGGERI Quando un segnale chimico perviene a una cellula bersaglio, modifica diversi processi: reazioni catalizzate da enzimi, trasporto di ìoni, trascrizione di geni. Questa interazione con i recettori specifici localizzati sulla superficie della cellula bersaglio o dentro il suo citoplasma, è l’espressione di come la cellula bersaglio risponde o meno al segnale chimico. 19 LA NATURA DEI RECETTORI. Il recettore è una proteina alla quale la molecola può legarsi con elevata specificità data dalla conformazione peculiare della molecola segnaletica. E’ciò che facilita il legame con il suo recettore. Le altre molecole, anche solo leggermente diverse, possono non essere in grado di occupare i siti di legame del recettore. Segnale chimico A---- Segnale chimico B----Segnale chimico C Le molecole dei recettori hanno configurazioni specifiche destinate a selezionare i diversi segnali chimici. Sebbene i segnali chimici A,B e C abbiano configurazioni molto affini tra di loro, B calza esattamente la conformazione del recettore, per cui solo B si lega al recettore e influenza la cellula bersaglio. La molecola si lega al suo recettore anche con elevata affinità, cioè con un legame forte. Quindi solo la molecola segnaletica si può legare e restare adesa al recettore. 20 Ciò riguarda sopratutto i recettori ormonali, perché gli ormoni che pervengono alle cellule bersaglio attraverso il flusso sanguigno sono per lo più presenti in concentrazioni ridotte (10 nmol/L o meno). L’instaurarsi di un legame tra un ormone ed il suo recettore su una cellula bersaglio provoca una sequenza di eventi, che induce un insieme di mutamenti che sono la risposta cellulare all’ormone . RECETTORI CITOPLASMATICI. I recettori per tutti gli ormoni steroidei, per la vitamina D (uno sterolo) e per gli ormoni tiroidei sono proteine localizzate all’interno delle cellule bersaglio. recettore per molecole idrosolubili (ad es.polipeptidi) posto sulla membrana plasmatica recettore citoplasmatico per molecole liposolubili (ad es. steroidi) di una cellula bersaglio Gli ormoni devono diffondere attraverso la membrana cellulare per accedere ai loro recettori, facilitati dalla propria liposolubilità. Al legame tra steroidi o vitamina D e i loro recettori presenti nel citosol fa seguito lo spostamento del complesso recettore-ormone (HR) nel nucleo, dove si lega ai siti accettori specifici del DNA regolando in tal modo la trascrizione di geni specifici. Anche gli ormoni tiroidei esercitano i loro effetti 21 tramite un meccanismo simile, ma i recettori di questi ormoni sono concentrati nel nucleo anche in assenza degli ormoni stessi. RECETTORI DELLA MEMBRANA PLASMATICA. Gli ormoni polipeptidici e le catecolamine, quando si legano ai recettori della membrana plasmatica delle cellule bersaglio provocano una serie di eventi all’interno della cellula senza penetrarvi. Quando gli ormoni si legano ai loro recettori, gli effetti sono mediati da secondi messaggeri generati dentro la cellula. I recettori disposti sulla membrana plasmatica sono costituiti da proteine (l% della massa totale delle proteine presenti). Il recettore opera in modo simile a un trasduttore, cioè converte un evento extra cellulare — il legame con la molecola segnaletica — in una risposta intracellulare che modifica il comportamento della cellula bersaglio. La famiglia più numerosa di recettori della membrana è quella dei recettori legati a proteine G, cioè proteine legate ad un nucleotide guaninico, il GTP o il GDP. Le proteine G sono situati sulla superficie interna della membrana 22 plasmatica e stabiliscono un collegamento tra il recettore e la sua proteina effettrice. Lo stabilirsi di un legame tra un primo messaggero ed il suo recettore modifica la forma del recettore stesso, cosicché esso può interagire con una proteina G specifica. Questa interazione porta alla perdita del GDP dalla subunità a e all’attacco di un GTP. Il legame con il GTP attiva la subunità a in modo da farla staccare dal complesso beta-y per farla muovere lungo la superficie interna della membrana plasmatica finchè non raggiunge la proteina effettrice. Quando un primo messaggero si lega ad un recettore accoppiato ad una proteina G, il recettore modifica la sua conformazione e attiva diverse sub unità alfa della proteina G e attiva una singola proteina effettrice che, a sua volta, genera molte molecole intracellulari di secondi messaggeri, ciascuno dei quali attiva molti enzimi, i quali possono regolare molte proteine bersaglio. L’effettore è un enzima o un canale ionico. L’interazione con la subunità a attiva o inibisce un enzima specifico oppure apre o chiude uno specifico canale ionico. Il risultato dipende dal primo messaggero. 23 Sono un migliaio circa i recettori accoppiati alle proteine G: comprendono i recettori per ormoni peptidici, neurotrasmettitori e neuropeptidi. Questo grande numero di recettori diversi enfatizza la circostanza che il recettore sulla cellula bersaglio ed i meccanismi con questo associati determinano la risposta specifica della cellula all’ormone. Ligandi: agonisti ed antagonisti. Qualsiasi molecola segnaletica, che si lega con elevata specificità a un recettore, viene denominato ligando. Ogni ligando in grado di legarsi ad un recettore sulla membrana plasmatica e di indurre una risposta fisiologica viene definito agonista. I ligandi che si legano con un’elevata affinità ad un recettore ma non evocano alcuna risposta vengono denominati antagonisti perché, occupando i recettori, interferiscono con l’azione di un agonista o vi “si oppongono”. Gli antagonisti dei recettori ormonali possono avere una grande importanza terapeutica in medicina. Le catecolammine circolanti aumentano molto la frequenza dei battiti e il volume di sangue con ciascuna contrazione cardiaca, attività che può elevare la pressione arteriosa. Un antagonista delle catecolammine: propranololo, viene impiegato per bloccare questi effetti indesiderati delle catecolammine.Così lo spironolattone, antagonista del recettore dell’aldosterone che è un ormone steroideo che accresce la ritenzione renale del Na+ e anche una ritenzione di acqua. Il trattamento con spironolattone blocca l’azione dell’aldosterone e produce un aumento 24 dell’escrezione d’acqua, molto importante nei casi di grave ritenzione idrica e di edemi. LE VARIAZIONI QUANTITATIVE DEI RECETTORI Gli studi quantitativi sul numero dei recettori, effettuati mediante ligandi radiomarcati hanno rivelato che la concentrazione endocellulare di molti recettori può essere regolata. Per esempio, l’incremento della concentrazione di un agonista in circolo, può portare ad una diminuzione del numero dei recettori presenti nelle cellule bersaglio. Questo fenomeno è definito col termine regolazione verso il basso (o downregulation) del numero dei recettori e si accompagna con una attenuazione della risposta fisiologica (desensibilizzazione delle cellule all’agonista circolante). Quando la concentrazione dell’agonista si riduce, il numero dei recettori aumenta di nuovo. Questo fenomeno rende molte cellule particolarmente sensibili ad un cambiamento della normale concentrazione di un segnale chimico, in contrapposizione alla sua concentrazione assoluta. Sovente il numero dei recettori sulla membrana plasmatica diminuisce perché il legame con molecole agoniste provoca l’internalizzazione nella cellula di complessi recettori-agonisti per opera di processi endocitosici, seguita dal loro trasferimento ai lisosomi e dalla loro degradazione. Il meccanismo down-regulation non è molto chiaro per i recettori citoplasmatici: potrebbero essere coinvolti numerosi eventi: inattivazione dei recettori, modificazioni della velocità di sintesi o della velocità di degradazione delle proteine recettoriali. 25 SEGNALI INTRACELLULARI: SECONDI MESSAGGERI Ruolo dei secondi messaggeri nel determinare la risposta cellulare ad un segnale extracellulare (interazione tra ligando e recettore) La conformazione (forma tridimensionale) di una molecola recettoriale viene modificata quando una molecola segnaletica extracellulare (primo messaggero) si lega ad essa. Tale cambiamento della conformazione del recettore genera un secondo messaggero, ma serve ad aumentare o amplificare il segnale. L’amplificazione ha luogo perché molte proteine G (fino a 100) vengono attivate per ciascuna molecola segnaletica extracellulare che si lega ad un recettore. Sebbene ciascuna proteina G attivata mette in azione una sola proteina effettrice, ogni effettore genera molte molecole di secondi messaggeri. Un’amplificazione aggiuntiva avviene in ciascuna delle fasi lungo tutto il percorso segnaletico. Per esempio: • ogni molecola del secondo messaggero può attivare molte molecole enzimatiche, ogni enzima attivato può regolare molte proteine bersaglio, • i vari bersagli collaborano per mediare la risposta cellulare specifica. Questa cascata di eventi intracellulari amplifica molto il segnale extracellulare originario. L’AMP CICLICO (cAMP). 26 Una proteina effettrice della membrana è l’enzima adenilato ciclasi. • Questo enzima catalizza una reazione che sfrutta l’ATP per generare molte molecole di un secondo messaggero conosciuto come AMPciclico (cAMP). • L’adenilato ciclasi viene stimolata dalla subunità a della proteina G che viene attivata dalla molecola che si è legata al recettore. • L’AMP ciclico modifica il comportamento della cellula tramite l’attivazione dell’enzima protein chinasi A (o chinasi A o PKA). • Questa chinasi attivata catalizza la fosforilazione (l’aggiunta di gruppi fosforici) di specifiche molecole proteiche che di solito, modificano l’attività biologica. Se tale proteina è un enzima, potrebbe risultare attivata o inattivata la propria capacità enzimatica. INOSITOL TRIFOSFATO, DIACILGLICEROLO E IONI CALCIO. Un’altra proteina effettrice nella membrana plasmatica è la fosfolipasi C, forma fosforilata di un fosfolipide di membrana: fosfatidilinositolo bisfosfato (PIP2). Quando è attivata dalla subunità a della proteina G, la fosfolipasi C catalizza la demolizione del PIP2 a inositol trifosfato e diacilglicerolo, due secondi messaggeri intracellulari. L’inositol trifosfato (IP3) libera ioni Ca2 dai depositi intracellulari, come quelli del reticolo endoplasmatico (ER). 27 Tale effetto è transitorio, ma attiva un aumento più sostenuto del livello di tali ioni per afflusso di ioni Ca2± extracellulari attraverso i canali per il Ca2+ della membrana plasmatica. Quando i canali sono aperti si stabilisce un gradiente elettrochimico molto favorevole ad un afflusso passivo di ioni Ca2+ extracellulari con incremento della concentrazione citosolica di ioni Ca2+ liberi. L’aumentato livello degli ioni Ca2 disponibili consente a tale catione di legarsi con un’elevata affinità a proteine calcioleganti e di produrre dei cambiamenti della conformazione di queste proteine e, pertanto, delle modificazioni delle loro funzioni. Alcune proteine calcioleganti non possiedono alcuna attività enzimatica ma, appena si legano agli ioni Ca2+, modificano altre proteine. Esempi di proteine Ca2- leganti sono: troponina C, rinvenibile nelle cellule muscolari scheletriche e cardiache, e calmodulina (CaM), che si ritrova in quasi tutte le cellule. Lo stabilirsi di un legame tra un complesso Ca2+caImodulina ed una protein chinasi calmodulino-dipendente (CaM Chinasi) attiverà la chinasi e porterà alla fosforilazione di altre proteine con meccanismo simile a quello determinato dall’attivazione della protein chinasi A (PKA). Il sistema Ca2- calmodulina è più versatile del sistema del cAMP perché, oltre a produrre delle modificazioni fisiologiche per il tramite della fosforilazione di proteine, il complesso Ca2+calmodulina può attivare direttamente enzimi 28 come l’adenilato ciclasi e la fosfodiesterasi delI’AMP ciclico, cioè gli enzimi che producono e demoliscono l’AMP ciclico. Chiaramente, questo permette delle interazioni tra le vie segnaletiche intracellulari mediate dal cAMP e dal Ca2. Il diacilglicerolo (DAG), insieme con il Ca2, attiva le protein chinasi C (o chinasi C o PKC). La protein chinasi C citosolica non viene influenzata dal Ca2+,ma in presenza di diacilglicerolo, si lega alla membrana, dove viene attivata dai fosfolipidi. Attivata, la PKC è estremamente sensibile alla stimolazione da parte degli ioni Ca2±che aumenta la sua concentrazione citosolica. La PKC attivata fosforila proteine specifiche tra cui le proteine coinvolte nel controllo della divisione cellulare. ECCITABILITÀ DELLA MEMBRANA. In certi tipi di cellule, i recettori accoppiati alle proteine G regolano una proteina effettrice che è un CANALE IONICO DELLA MEMBRANA PLASMATICA Canale ionico chiuso 29 Canale ionico aperto c)Canali ligando Tipi di canale ionico (a) I canali passivi sono specifici per singoli ioni (b) I canali voltaggio-dipendenti si aprono o si chiudono quando avvertono una variazione specifica del potenziale di membrana (c).I canali attivati chimicamente sono regolati da un trasmettitore chimico. Ciò modifica la permeabilità ionica e quindi l’eccitabilità elettrica della membrana. Un esempio è l’acetilcolina che riduce sia la velocità che la forza contrattile del muscolo cardiaco. Da ciò l’azione inibitoria dell’acetilcolina sul cuore. Alcuni recettori di membrana plasmatica sono anche dei canali ionici, e la modificazione della loro conformazione che si verifica nel recettore quando ad esso si lega il ligando determina l’apertura del canale ionico. Molti neurotrasmettitori operano in tal modo. Il recettore per l’acetilcolina situato in corrispondenza delle giunzioni neuromuscolari (sinapsi o placche motrici) è un esempio. L’acetilcolina, rilasciata dalla cellula nervosa, attraversa l’intervallo sinaptico per legarsi al proprio recettore sulla cellula muscolare scheletrica. Tale recettore forma un canale ionico che si apre in modo transitorio quando ad esso si lega l’acetilcolina. Il Na+ penetra nella cellula muscolare attraverso questo canale, rendendo meno negativo il potenziale della membrana e quest’ultima più eccitabile in un’area localizzata. Questo attiva un potenziale d’azione, che si diffonde rapidamente a tutta la membrana della cellula muscolare scheletrica e segnala al muscolo di contrarsi. 30 Differenti risposte all’acetilcolina: Il recettore del miocardio è connesso con una proteina G, mentre quello del muscolo scheletrico è un canale ionico regolato dal ligando. Recettori differenti mediano risposte diverse allo stesso ligando extracellulare. IL GMP CICLICO (cGMP). Un altro secondo messaggero di grande importanza per le cellule animali è il GMP ciclico (cGMP) formato dal GTP grazie alla guanilato ciclasi. Pare che il suo ruolo nella dilatazione dei vasi sanguigni, coinvolga l’attivazione di specifiche protein chinasi cGMP-dipendenti. Il ruolo meglio caratterizzato del GMP ciclico si svolge nell’occhio dei vertebrati, dove esso è il secondo messaggero responsabile della conversione dei segnali visivi ricevuti come input luminosi in impulsi nervosi. 31 COME VENGONO GENERATI I POTENZIALI D’AZIONE 32 Una differenza di potenziale si forma per squilibrio di cariche elettriche fra citosol e il liquido extracellulare, dovuto a movimenti ionici secondo gradienti di concentrazione. (a) Gli ioni K+ escono dalla cellula seguendo il proprio gradiente di concentrazione, mentre gli anioni sono trattenuti all’interno perché la membrana cellulare non li fa passare. Iniziano ad accumularsi cariche negative sulla superficie interna della membrana. Gli ioni K+ usciti vengono attratti dalle cariche negative all’interno della cellula e iniziano ad accumularsi sulla superficie esterna, ma in parte rientrano nella cellula perché sono attratti dalla carica negativa del citosol, mentre altri ioni K+ continuano ad uscire per gradiente di concentrazione. (b) Raggiunto l’equilibrio elettrochimico, la forza chimica (gradiente di concentrazione) che favorisce la fuoriuscita del K+ è uguale alla forza elettrica (potenziale di membrana) che favorisce l’ingresso. Dato che (in questo esempio) l’unico ione che attraversa la membrana è il K+ , il potenziale di membrana all’equilibrio elettrochimico è uguale al potenziale d’equilibrio per il K+. 33 MODELLI IN FISIOLOGIA Flusso di massa e di calore Le variazioni durante il potenziale d’azione sono dovute a movimenti ionici, cioè all’apertura e alla chiusura di canali voltaggio-dipendenti che controllano l’ingresso del Na+ e l’uscita del K+. Le alterazioni del potenziale di membrana provocano modificazioni della conformazione dei canali proteici, nei quali si aprono le porte che controllano il passaggio degli ioni attraverso i canali. Il canale Na+ ha due porte: una di attivazione e una di inattivazione. Queste porte, secondo il loro stato di apertura o chiusura, determinano tre condizioni: (1)di riposo, (2) di attivazione e (3) di inattivazione. Canale ionico voltaggio dipendente per il sodio Canale ionico voltaggio dipendente per il potassio 34 Il canale K ha una sola porta, e consente quindi due stati: apertura e chiusura. Quando la cellula nervosa è a riposo, i canali Na+ dell’assone sono nello stato di riposo; le porte di inattivazione sono aperte, quelle di attivazione sono chiuse e impediscono il passaggio degli ioni Na+. Le fasi del potenziale d’azione, corrispondenti ai diversi stati funzionali dei canali voltaggio-dipendenti per il Na+ e per il K+. Applicando uno stimolo positivo all’assone, 35 i canali Na+ di attivazione si aprono e passano dallo stato di riposo a quello di attivazione. Gli ioni sodio, attraverso i canali aperti, depolarizzano gradualmente la membrana verso il valore soglia, quindi si attivano molti canali Na+ voltaggio-dipendenti e l’ingresso di sodio diventa molto rapido. Ciò depolarizza ulteriormente la membrana e apre sempre più canali di attivazione di sodio e quindi maggiore depolarizzazione per aumento locale della conduttanza al sodio (gNa). Alla fine della depolarizzazione, tuttavia, non viene raggiunto ENa, perché le porte di inattivazione chiudono i canali Na+, limitando l’uscita di questo ione. Anche il gradiente elettrico diventato opposto, limita l’afflusso di sodio, mentre l’aumento della corrente in uscita di K+, impedisce ulteriori spostamenti del potenziale di membrana verso ENa. Le porte di inattivazione rimangono chiuse per un certo tempo, dopodiché entrambe le porte tornano allo stato di riposo. Nella fase di depolarizzazione rapida, la conduttanza al potassio (gK) aumenta gradualmente, per l’apertura canali K+ lenti, voltaggio-dipendenti: l’uscita del po tassio accelera quando lo spostamento verso l’interno di Na+ inverte il potenziale di membrana. L’uscita del K+ è dovuta alla stessa ragione che provoca l’ingresso del Na+; gradienti elettrico e chimico favorevoli, insieme con un aumento della permeabilità di membrana. 36 L’uscita più rapida del K+ provoca una perdita netta di rispetto al valore di riposo: questo fenomeno si chiama iperpolarizzazione postuma. Finita questa fase, si ristabilisce il potenziale di riposo della membrana, le conduttanze ioniche ritornano ai valori di riposo e la pompa Na+/K+ mantiene i normali rapporti di concentrazione di questi ioni fra l’interno e l’esterno. L’insieme dei meccanismi che riportano la membrana al potenziale di riposo dopo la depolarizzazione costituisce il fenomeno della ripolarizzazione. La prima causa della ripolarizzazione è l’aumento della conduttanza al potassio (gK) verso l’esterno. LE PROTEINE DEI CANALI IONICI ED IL LORO GATING. I meccanismi a canale sono particolarmente importanti per il rapido spostamento transmembrana di ioni come l'Na+ ed il K+. Molte differenti strutture a canale e disposizioni delle subunità relative sono state caratterizzate per quanto attiene alle proteine canale. I canali per il K+ consistono in quattro subunità identiche, ciascuna delle quali contiene sei segmenti transmembrana. I canali per il Na+ consistono di una singola catena polipeptidica che contiene quattro "domini" ripetuti che corrispondono alle quattro subunità del canale per il K+. In generale un canale idrofilo od un poro attraversante la membrana viene formato quando i segmenti o le subunità della proteina che attraversano da parte a parte la membrana si raggruppano, in modo generalmente simile a quello discusso precedentemente per i canali per l'acqua formati dalle acquaporine. Il canale permette, se aperto, una velocità di trasporto maggiore di quella consentita da un vettore. Per esempio, alcuni canali consentono agli ioni di transitare attraverso di essi ad una velocità di 108 ioni/sec, mentre i vettori più veloci 37 spostano i soluti attraverso le membrane a velocità non maggiori di 105 molecole/sec. Lo ione va incontro ad interazioni specifiche con gruppi dotati di cariche, posti lungo i lati del canale. Queste reazioni favoriscono il transito degli ioni attraverso il canale. I tipi di gruppi con cariche elettriche presenti entro il canale potrebbero essere importanti anche per la determinazione della specificità di quel canale per un dato tipo di ione. Per esempio, i canali per il K+ sono 100 volte più permeabili al K+ che non al Na+. Ciò che differenzia i canali dai vettori, oltre alla velocità globale di trasporto, è che un canale può essere tenuto chiuso da parte di un "cancello". Un canale chiuso non permetterà alcuno spostamento di ioni, anche se il gradiente elettrochimico potrebbe favorirlo. Tra i meccanismi adoperati per regolare l'apertura e la chiusura ("gating") dei canali ionici si includono sia i cambiamenti del potenziale di membrana (canali regolati dal voltaggio) che i legami tra molecole specifiche e la proteina dei canali (canali regolati dal ligando). E’ grazie al Nobel Peter Agre della Johns Hopkins University che oggi sappiamo del lasciapassare all’ingresso delle molecole attraverso questo filtro particolarmente selettivo (canale ionico di membrana),costituito da proteine che formano la membrana cellulare, che rappresenta l’ultimo baluardo (fenomeno del gating cioè apertura e chiusura delle molecole) e che funge da cancello dopo opportuna identificazione (tra lo spazio intra ed extracellulare) per mantenere la cellula in equilibrio con l’ambiente. Per catturare gli “ioni giusti”la cellula crea all’interno del canale una struttura uguale alla molecola in cui si trova quel determinato ione nell’ambiente esterno. Lo ione va incontro ad interazioni specifiche con gruppi dotati di cariche, posti lungo i lati del canale, che ne favoriscono il transito. I tipi di gruppi con cariche elettriche presenti entro il canale potrebbero essere importanti anche per la determinazione della specificità di quel canale per un dato tipo di ione (per esempio, i canali per il K+ sono 100 volte più permeabili al K+ che non al 38 Na+). Un canale può essere tenuto chiuso da parte di un "cancello". Ciò non permetterà alcuno spostamento di ioni, anche se il gradiente elettrochimico potrebbe favorirlo. Con la cristallografia ai raggi X, oggi è possibile studiare i dettagli atomici di una molecola. E’ stata identificata come una sorta di tubo molecolare altamente selettivo, un filtro le cui pareti presentano atomi di ossigeno disposti in modo simile a quello degli ossigeni delle molecole di acqua che normalmente coordinano il potassio. Il lasciapassare è dato solo allo ione potassio poiché esso è l’unico che si trova alla stessa distanza dagli ossigeni della proteina, dopo aver subito un processo di deidratazione all’entrata del canale. In questa fase di identificazione, il sodio, essendo più piccolo, non viene quindi riconosciuto. IL PASSAGGIO DI FARMACO ATTRAVERSO LO STRATO CORNEO: VIA TRANS-EPIDERMICA-TRANSDERMICA Lo S.C. consiste di corneociti morti, ricchi di cheratina e permeati in una matrice extracellulare; gli interspazi tra corneociti sono riempiti da diversi strati lipidici il cui complesso di elementi è simile ad una struttura a mattoni. Questa barriera è interrotta da dotti ghiandolari e follicoli piliferi. 39 Strutture della pelle coinvolte nell’assorbimento percutaneo. Siti di assorbimento percutaneo:A,trans cellulare;B,diffusione attraverso le giunzioni intercellulari;C,attraverso i dotti sebacei;D,trans follicolare;E,attraverso i dotti sudoriferi 40 Il passaggio di farmaco attraverso lo strato corneo può avvenire attraverso tre vie: 1) intracellulare attraverso i corneociti, 2) intercellulare attraverso la matrice extracellulare, 3) annessiale attraverso i follicoli piliferi e i dotti delle ghiandole sudoripare e sebacee. La via annessiale è la via d’elezione per i farmaci idrofili avendo i pori caratteristiche polari. Solo in alcune condizioni specifiche, come l’applicazione della ionoforesi, diventa predominante la via annessiale. Quindi la via transepidermica, comprendente le vie intra e intercellulari, è quella che offre le maggiori 41 possibilità di penetrazione e il passaggio si svolge con un processo di diffusione passiva. La via intracellulare prevede il passaggio attraverso la matrice extracellulare ed è da preferire per i farmaci lipofili. L’importanza della via di penetrazione intracellulare è confermata dall’esistenza di una relazione tra lipofilia di un composto e il suo coefficiente di permeabilità attraverso la pelle. Quindi, la fase limitante la permeazione di una sostanza è rappresentata da una barriera di natura idrofobica, come la matrice lipidica extracellulare. Una eccessiva lipofilia del farmaco però, da un lato favorisce il suo accumulo nello strato corneo, dall’altro ne ostacola la penetrazione negli strati più profondi di natura più polare. Infine la via intracellulare, presuppone il passaggio della molecola attraverso la parete cellulare del corneocita e poi, superata la membrana, le molecole polari si orientano verso le zone acquose del corneocita, mentre quelle lipofile si dispongono verso le zone a maggior contenuto lipidico. Superato lo strato corneo le molecole diffondono rapidamente attraverso gli strati dell’epidermide e nel derma dove possono avvenire fenomeni di metabolizzazione, di inattivazione e, nel caso di profarmaci, di attivazione. Modificazioni nella permeabilità dello strato corneo si riflettono sulla capacità di penetrazione delle sostanze applicate sulla pelle. Il disordine nello strato lipidico aumenta il passaggio transdermico. L’applicazione di un campo elettrico aumenta il trasferimento molecolare attraverso la pelle. A basso voltaggio < 1 V le molecole vengono guidate attraverso la barriera costituita dalla pelle (Oh et al. 1993 ; Cullander 1992) La differenza di concentrazione ionica provoca, come già visto, una diffusione attraverso una membrana, determinata dalla differente tendenza che gli ioni hanno a diffondere da un lato all'altro, e viceversa. Cosi, quando la concentrazione degli ioni da un lato della membrana è 10 volte più alta di quella del lato opposto, essendo il logaritmo di 10 uguale a 1, la differenza di potenziale può essere calcolata come uguale a 61 millivolts. 42 Il potenziale di membrana, viene determinato quasi interamente dalla differenza di concentrazione del potassio ai due lati della membrana, cioè tra dentro e fuori la cellula, secondo la nota equazione di Nerst : Questo potenziale viene determinato mediante la seguente formula (alla temperatura corporea di 38°C): FEM (in millivolts) = 61 log C1Conc. interna C2Conc. esterna Dove FEM rappresenta la d.d.p. esiste tra i due lati della membrana e C1 e C2, rispettivamente la concentrazione del potassio-ione all’interno e all’esterno della cellula. Il valore della d.d.p. trans-membrana a riposo varia notevolmente, in un ambito compreso tra -40 e – 100 mV, con negatività all’interno. In ogni caso, due condizioni devono verificarsi perché si possa generare un potenziale di membrana per effetto di una diffusione: l) la membrana deve essere semi-permeabile, in modo da consentire agli ioni di un segno di diffondere attraverso i pori più rapidamente degli ioni di segno opposto; e 2) la concentrazione degli ioni diffusibili, da un lato della membrana, deve essere maggiore che nel lato opposto. In assenza di gradiente di concentrazione la dipendenza corrente-voltaggio della pelle è lineare (potenziale stazionario o di riposo). Con un voltaggio più alto la dipendenza corrente-voltaggio non è più lineare (Kastin, Bowman 1990-Inada 1994) ed il comportamento non può più essere espresso dalla teoria dell’elettrodiffusione. Lo S.C. che rappresenta la barriera più importante al trasporto, consiste in una matrice corneocito-lipidica attraversata da follicoli piliferi e dotti ghiandolari. La matrice lipidica è formata da 70-100 doppi strati in sequenza, per cui un voltaggio transdermico di 1 volt provoca una caduta della differenza di potenziale (d.d.p.) attraverso ogni singolo doppio strato di circa 10 mV. 43 Cullander (1992) e Scott (1993) hanno dimostrato che dotti e bulbi piliferi sono regioni dotate di alta densità di corrente. I bordi dei dotti sono in linea con i due strati di cellule epiteliali. (Odland 1983). Voltaggi di circa 1 V provocano una caduta della d.d.p attraverso ogni membrana delle cellule epiteliali allineate al dotto o al bulbo di circa 250 mV. Il campo elettrico crea pertanto nuove vie nelle pareti dei canali dei bulbi e dei dotti. Un potenziale di diverse centinaia di volts applicato alla pelle provoca, in un breve intervallo di tempo, una diminuizione di 1000 volte della d.d.p. (Prausnitz1993, Pliquett 1995). La caduta della resistenza (depolarizzazione) avviene inizialmente a voltaggi inferiori a 70 V per variazioni del doppio strato lamellare dello S.C. La Farmaforesi elettrodica utilizza una corrente pulsata modulata a bassa frequenza e moderato voltaggio per veicolare per via transdermica le molecole dei farmaci. Con l’uso di questi voltaggi, fondamentale è la via di veicolazione rappresentata dai dotti e dai follicoli. Chidmadzhev (2000), per spiegare i dati sperimentali, ha corredato una propria teoria quantitativa del passaggio transdermico attraverso dotti e bulbi piliferi: se viene immerso un campione di pelle in una soluzione di elettroliti, dopo l’applicazione di un voltaggio pulsato rettangolare tra due elettrodi posti sui due lati della pelle, la corrente elettrica fluisce attraversando la matrice corneocito-lipidica dello S.C. e degli annessi. Lo schema elettrico dello strato più esterno della pelle viene così descritto: Rm e Cm rappresentano la resistenza e le capacità dello strato di matrice corneocito-lipidica. 44 Resistori in parallelo e capacitori in serie nello S.C. rappresentano il campo lipidico. In media 15-20 strati di corneociti si trovano nello S.C. e ciascuno è separato da uno strato di lipidi dello spessore di 0.05 micrometri. Lo strato ha un effettivo spessore di 1 micrometro con una costante dielettrica di 15-20. Si può osservare che questo valore è intermedio tra i lipidi (2-3) e l’acqua (circa 80). Le fluttuazioni termiche laterali prodotte dalla corrente negli strati lipidici, provocano nella pelle la formazione naturale di canali idrofobici. Per trasferire molecole deve essere superato lo sbarramento di energia esistente in un canale con raggio circa 0.4 nm. La via più importante per il trasporto di molecole, mediante il sistema della Farmaforesi, è rappresentata dai dotti e dai bulbi piliferi. 45 Kuzmin (1996) ha dimostrato che la permeabilità subisce un incremento, durante l’applicazione di una corrente elettrica, prodotta dalle deformazioni indotte nei bulbi piliferi e nei dotti. Da un punto di vista fisico, i dotti possono essere considerati come dei tubi lungo la lunghezza dei quali sono distribuiti parametri elettrici. L’ aspetto che caratterizza i dotti è che la conduttività dispersa delle loro pareti non è costante ma è in funzione della densità del campo elettrico che induce i canali nella membrana plasmatica. Questo modello può essere rappresentato da un sistema di equazioni differenziali non lineari che mettono in relazione campo elettrico e parete conducente, col tempo e con le coordinate lungo il tubo.(Chizmadzhev 1999) Vicino alla zona di ingresso di un canale e particolarmente in caso di follicoli piliferi, lo strato lipidico oscilla lungo l’asse x. La lunghezza della regione di ingresso può essere calcolata in 40-100 micrometri circa. Chizmadzhev et al.(1997), mediante un semplice modello geometrico degli annessi cutanei con circuito elettrico equivalente, hanno calcolato la d.d.p. lungo il tubo in un data frazione di tempo dall’inizio dell’impulso elettrico, dimostrando una diminuizione della resistenza elettrica a cui corrisponde un aumento della permeabilità. I calcoli e i dati sperimentali forniti rappresentano il valido supporto al sistema. 46 Quando la corrente elettrica entra nell’ambiente acquoso dei dotti, si osserva una fusione dei doppi strati lipidici di membrane, come dimostrato da V.S.Markin e J.Albanesi (2002) mediante l’utilizzazione del cosiddetto “Stalk model”. Tale teoria chiarirebbe il perché della fusione e della dilatazione dei canali. La Farmaforesi elettrodica utilizza questo effetto per il trasferimento di molecole terapeutiche. Il campo elettrico e la fusione dei canali non rappresentano comunque l’unico mezzo per la veicolazione delle molecole, il calore e la presenza di composti chimici possono influirne il passaggio. Pliquett (2002) ha dimostrato che il calore struttura localmente i dotti ed i corneociti. Il flusso di corrente, attraversando la pelle, provoca un aumento di temperatura che può influenzare le cellule, i lipidi e perfino le molecole terapeutiche. L’aumento di temperatura dipende dal voltaggio e dalla durata dell’impulso. Con la Farmaforesi elettrodica e con il tipo di campo elettrico utilizzato, queste modifiche sono sempre e costantemente reversibili. Diversi dati sperimentali dimostrano che i campi elettrici e i composti chimici (eparina per esempio) assieme, creano un ampliamento del cammino acquoso che consente a un grosso numero di macromolecole di essere veicolate attraverso la pelle. (Zewert and Vanbever-1999) T. Kotnik et al. ( febbraio 2003 ) mediante l’uso di vari tipi di onde: monopolari, bipolari pulsate, bipolari continue e modulate pulsate dimostra il ruolo dell’ampiezza, della durata e della forma dell’onda elettrica sull’elettro-permeabilizzazione. 47 La figura documenta la comparazione dell’efficienza della permeabilizzazione cellulare in funzione del potenziale in volts/cm di un impulso mono-polare che subisce un incremento da 2 a 100 microsecondi, facendo osservare che non esiste differenza significativa in termini statistici. La Farmaforesi elettrodica in effetti usa particolari forma d’onda modulate per aumentare il flusso di molecole come è dimostrato dalle ricerche di Kotnik. B.R.Loke (2003) ha dimostrato mediante risonanza magnetica, che la mobilità dell’acqua nei follicoli piliferi, sotto campo elettrico pulsato, è più alta che nel resto della pelle. Loke ha dimostrato inoltre che i pori idrogelizzati aumentano maggiormente il passaggio transdermico. In linea generale, la permeabilizzazione ad un farmaco può essere valutata in base al campo elettrico applicato, ma assume un aspetto determinante anche la forma dell’elettrodo. In conclusione, la Farmaforesi elettronica fa uso di una caratteristica corrente pulsata modulata che agisce non soltanto a livello della pelle, ma anche sulla 48 polarizzabilità delle molecole, per cui è possibile trasferire anche molecole non ionizzate VANTAGGI DEL PASSAGGIO TRANSDERMICO DEI FARMACI: • effettuare terapie con farmaci con breve emivita biologica • evitare condizioni di aggressività chimica nei confronti del tratto intestinale • evitare l’effetto del primo passo epatico • minore quantità di farmaco necessario alla terapia; • maggiore concentrazione locale; • assoluta certezza che il farmaco arrivi alla zona d'interesse • maggiore rapidità d'azione; • assenza di rischio per le parti non interessate dall'evento morboso; • assoluta assenza di controindicazioni; • assoluta assenza di effetti collaterali. FARMAFORESI ELETTRODICA PER “BIO-ELECTRODIC REPTATION” RICERCA MEDICA-TECNOLOGICA 2°parte 49 I dispositivi transdermici di manifattura precedente e il loro metodo di veicolazione, mediante l’uso di corrente elettrica per condurre farmaci attraverso la pelle, hanno un’efficacia insufficiente nella durata, per cui il tasso di trasporto del farmaco e l’effetto terapeutico diminuisce quando la corrente viene continuamente applicata per periodi estesi di tempo. Il sistema della farmaforesi elettrodica per “bioelectrodic reptation”, utilizza una componentistica elettronica innovativa in termini di potenza e affidabilità ed una gestione software avanzata per la sicurezza durante l’impiego. Particolare attenzione è stata prestata all’applicazione dell’impulso elettrico. SEGNALE SELEZIONATO PER DURATA, TASSO DI RIPETIZIONE, FORMA E CONTENUTO ARMONICO, CON FORME D’ONDA VALUTATE PER TIPO DI PATOLOGIA E FARMACO. LETTURA IN SEQUENZA SOTTO CONTROLLO DI MICROPROCESSORE. TRASFORMAZIONE IN SEGNALI ANALOGHI POI APPLICATI AI TERMINALI. Selezionati i segnali per ogni tipo di patologia e di farmaco prescelto e conferita una speciale “armonia”, specie in caso di protocollo terapeutico complesso, questi vengono letti in sequenza sotto il controllo di un microprocessore e trasformati in segnali analoghi poi applicati ai terminali. Il lavoro sperimentale nell’ ”adattare” i farmaci per l’uso transdermico è stato determinante per ottenere prestazioni ottimali. Ciò è reso possibile da varie sequenze di segnali generati e gestiti dal dispositivo in funzione delle sostanze medicamentose in protocollo, delle specifiche di trattamento impostate e delle condizioni di salute del paziente in esame, in modo che ogni trattamento sia specifico e mirato alla risoluzione del problema da trattare. I diversi farmaci possono essere veicolati uno per volta o essere trasportati simultaneamente ( con effetti anche validi di minore importanza). 50 Il nuovo dispositivo ha la capacità di attuare più trattamenti terapeutici contemporaneamente e di diverso genere confermando così la sua molteplicità d’uso in diversi campi, non attuabile con altri apparecchi. Ciascun segnale deve quindi essere selezionato per durata, tasso di ripetizione, forma e contenuto armonico, applicando forme d’onda valutate con particolare attenzione anche per frequenza e durata. SISTEMA DI ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE NATURALI A BASSO POTERE ENERGETICO La farmaforesi elettrodica adotta un sistema di generazione e polarizzazione dei principi attivi che consente l’abbattimento delle barriere naturali alla veicolazione trans-dermica a basso potere energetico in modo da non eccitare eccessivamente le parti trattate e permettere così una modalità di applicazione idonea, a favore dei risultati ottenibili. SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLO STATO DELLA CUTE Un sistema di monitoraggio valuta lo stato della cute : raggiunta una condizione di polarizzazione momentanea del derma e delle parti lese, permette il trasferimento delle sostanze attive. Un ciclo di depolarizzazione della parte trattata abbatte le cariche formatesi durante il trasporto e resetta lo stato energetico del derma, eliminando così anche il principio dell’arrossamento indotto dalle altre metodiche . I segnali generati dall’unità logica e di processo digitale del dispositivo sono segnali che, seguendo alcune regole tratte per via sperimentale, e studiate in corso di progettazione, attribuiscono al dispositivo l’unicita’ nel suo genere. SISTEMA DI SICUREZZA CON MONITORAGGIO Si è prestata molta attenzione alla progettazione della sezione di sicurezza affinché Farma t.e.b.® potesse essere definito un dispositivo sicuro sotto aspetto. Infatti è equipaggiato con un sistema di monitoraggio di tutti i 51 parametri funzionali, terapeutici, elettrici e di sistema. Ciò consente il controllo continuo dello stato dei trattamenti, bloccando o editando gli stessi in caso di riscontro di errore o pericolo e il monitoraggio dello stato del sistema, avvisando l’utente in caso di problemi o pericolo e intervenendo in maniera autonoma alla gestione dell’energia, come ad esempio l’accesso all’unità di backup interna, qualora si riscontri un’anomalia nel sistema di alimentazione e la continua analisi dello stato dei trattamenti in atto, al fine di verificare che gli stessi avvengano secondo quanto prefissato dal dispositivo e dal team di sviluppo. RECETTORI LEGATI AD ENZIMI. A differenza dei recettori legati alle proteine G, che regolano indirettamente l’attività di una proteina bersaglio della membrana plasmatica, i recettori legati ad enzimi funzionano direttamente come enzimi o sono congiunti ad enzimi senza intermediari. Il dominio che lega il ligando è posto sulla superficie extracellulare della membrana plasmatica. Il dominio citosolico o possiede un’attività enzimatica intrinseca o si associa direttamente con una proteina enzimatica piuttosto che con una proteina G. La maggioranza di questi recettori ha un’attività protein chinasica e fosforila specifiche proteine intracellulari. Il gruppo più rilevante è composto dalle tirosin chinasi recettoriali, che costituiscono vie segnaletiche chiave nelle risposte cellulari agli stimoli portati dai fattori di crescita. Il ligando che si lega al recettore attiva la sua attività tirosin chinasica, per cui il recettore fosforila le catene laterali delle tirosine situate su proteine cellulari specifiche. Tra i fattori di crescita che operano per mezzo delle tirosin chinasi recettoriali si elencano l’insulina, il fattore di crescita epidermico e il fattore di crescita nervoso. LA RIMOZIONE DEI SECONDI MESSAGGERI 52 Nel citosol di una cellula non stimolata le concentrazioni dei secondi messaggeri sono di solito molto basse perché queste molecole vengono di continuo rapidamente distrutte o rimosse dal citosol. Tale concentrazione viene modificata sopratutto dalle variazioni della loro velocità di sintesi o d’entrata all’interno della cellula. Ciò accresce la concentrazione citosolica del messaggero, permettendo alla cellula bersaglio di rispondere sollecitamente al segnale extracellulare. 53 Quando una molecola del primo messaggero (segnale extracellulare) si lega al suo recettore, viene sintetizzato un secondo messaggero. Se il segnale extracellulare viene rimosso, il secondo messaggero va incontro a rapida distruzione o rimozione dalla cellula, quindi deve essere risintetizzato quando un nuovo segnale si lega al recettore. La concentrazione di AMP ciclico si può quintuplicare in qualche secondo quando un ormone si lega al suo recettore sulla membrana plasmatica e stimola l’adenilato ciclasi. La sintesi o l’entrata del secondo messaggero cade a zero quando il segnale extracellulare viene “spento”. Il messaggero distrutto o rimosso, fa declinare celermente la concentrazione citosolica delle molecole portatrici di messaggi sino al punto in cui la cellula cesserà di rispondere. L’AMP ciclico, per esempio, viene degradato molto rapidamente ad adenosina 5’-monofosfato (5’-AMP) grazie ad una reazione catalizzata dalla fosfodiesterasi dell’AMP ciclico. Il GMP ciclico è degradato a GMP dalla fosfodiesterasi del cGMP. In modo consimile, l’inositol trifosfato ed il diacilglicerolo vengono subito degradati da enzimi specifici. Altro esempio: il Ca2+ viene rimosso dal citosol grazie a vari meccanismi che agiscono contemporaneamente. Ca2+extracellulare=1000 micromol/L 54 Un secondo messaggero viene rimosso da una cellula. Gli ioni calcio che operano nel citosol come secondi messaggeri possono essere rimossi mediante meccanismi di trasporto attivo, di antiport, di sequestrazione all’interno di certi organuli citoplastici,e/o di legame con speciali molecole. Questi meccanismi riducono il livello del Ca2+intracellulare nelle cellule non stimolate a 0,1 micro mol/L Un meccanismo pompa il Ca2+ fuori dalla cellula, spostando lo ione contro il suo gradiente elettrochimico mediante un trasporto attivo primario. Ciò, grazie alla Ca2+ATPasi che utilizza energia chimica (come quella dell’ATP) per pompare il Ca2 fuori della cellula. Un altro meccanismo coinvolge un trasporto attivo secondario: l’entrata nella cellula dell’Na, che diffonde lungo un gradiente favorevole, contribuisce a spingere il Ca2+ all’esterno della cellula. Il Ca2+ libero viene rimosso anche grazie ai legami con le proteine ed altre molecole citosoliche calcioleganti e mediante sequestro all’interno dei mitocondri e del reticolo endoplasmatico (ER). Il numero rilevante di meccanismi vari che regolano i livelli citosolici del Ca2+, potrebbe costituire, un sistema di difesa contro i possibili effetti tossici di concentrazioni non controllate di questo ione. 55 RECETTORE SOSTANZA ESPRESSO ATTIVA SULLE (CELLULE CELLULE BERSAGLIO ENDOTELIALI, DELLA FIBROCELLULE MUSCOLARI LISCE VASCOLARI, MONOCITI, MACROFAGI, CELLULE DENDRITICHE ECC.) Rappresentazione schematica della dinamica molecolare del recettore H1 Rappresentazione schematica della dinamica molecolare del concetto di occupazione recettoriale (OR) Il recettore H1 espresso sulle cellule bersaglio della sostanza attiva (cellule endoteliali, fibrocellule muscolari lisce vascolari, monociti, macrofagi, cellule dendritiche ecc.) può essere up-regolato da diverse citochine o fattori di crescita e dalla differenziazione e maturazione cellulare. 56 Ogni sostanza attiva medicamentosa è in grado di modulare, (direttamente o indirettamente), il recettore specifico del tessuto sede di lesione. Tale recettore, up-regolato può essere a sua volta coinvolto nella modulazione di altre strutture attraverso la normalizzazione del release dei fattori trofici alterati a seguito del danno prodotto alle cellule del tessuto interessato dall’evento lesivo. Un principio attivo con elevata capacità di occupazione recettoriale, è in grado di bloccare il recettore H1 up-regolato con maggiore efficacia rispetto ad un altro a bassa occupazione recettoriale. Il dispositivo medico per veicolare farmaci (farma t.e.b.), tramite le frequenze elettriche descritte, crea le condizioni che provocano l’apertura e la chiusura delle molecole (gating) per cui la cellula può anche aprire e chiudere il canale secondo le esigenze. Rappresentazione semplificata del meccanismo di gating per la regolazione del trasporto degli ioni attraverso una proteina canale di membrana. Il supporto tecnologico mediante somministrazione per via transdermica fornisce la soluzione poichè consente che le molecole, polarizzate dall’impulso (ricoperte virtualmente da una sfera di elettroni), sotto l'azione di trascinamento della forza elettrica, possono essere trasportate dal flusso di corrente e veicolate fino a raggiungere istantaneamente i recettori specifici delle cellule dei tessuti sede del danno: partendo dalla pelle, il principio attivo raggiunge, infatti, attraverso i vari strati di tessuto,“a bolo” (per 57 rendere l’idea, comparabile con la somministrazione endovenosa) il bersaglio cellulare deputato a modulare localmente i vari fenomeni . Lunghi cavi molecolari si snodano, dunque, a loro modo attraverso i pori (con molecole che seguono lo stesso cammino in “fila indiana” di larghi complessi (molecolari) la cui mobilità diventa indipendente dalla misura. Il Medico può indurre quindi tempestivamente la modulazione farmacologica delle cellule dei tessuti lesi. Questo corrisponde a ridurre drasticamente il ritardo temporale tra la risposta ad una noxa patogena e l’intervento terapeutico prescelto. Il farmaco veicolato con la tecnica della farmaforesi ellettrodica sfugge alla tappa digestiva e plasmatica e ciò permette di evitare le biotrasformazioni dovute all’idrolisi gastrointestinale, alle azioni enzimatiche della parete intestinale e del fegato per presentarsi quasi esclusivamente in forma libera all’organo bersaglio. Inoltre si evita così la saturazione medicamentosa dell’intero organismo con gli effetti secondari che ne risulterebbero. Nuove conferme sulla capacità di queste straordinarie molecole determinano effetti farmacologici ( per es. anti-edema) comparabili, come intensità e come tempo di insorgenza, sia con quelli ottenibili con un corticosteroide come il desametasone, che con un FANS non selettivo (media selettività per COX-2) come il diclofenac, senza, peraltro, determinare alcuna intolleranza nè alcun danno a livello sistemico. L'ASPETTO PIÙ IMPORTANTE E VANTAGGIOSO DEL SISTEMA TERAPEUTICO Una dose terapeutica minima ma efficace, trasportata sul focolaio della lesione, può svolgere la propria azione, piuttosto che una massiccia dose di farmaci per le vie classiche lontano dalla sede del danno e talora privi di effetti terapeutici in presenza di turbe microvasculo-tissutali (sindrome 58 post-flebitica , adiposità circoscritta , lesioni traumatiche ) o di processi fibro-sclerotici (aterosclerosi, esiti cicatriziali). Ciò comporterebbe un impiego notevole di volume e di concentrazione del farmaco, perché arrivi alla zona alterata in modo utile e sufficiente per esplicare la sua attività terapeutica. L’utilizzo di una corrente pulsante permette alla cute di depolarizzarsi, prima che cominci di nuovo il ciclo. In tal modo, inoltre, a parità di efficacia terapeutica rispetto all’utilizzo di una corrente continua, se ne eroga una quantità inferiore, riducendo il rischio di ustioni. La presenza del picco negativo della corrente serve ad evitare la formazione dell’acido cloridrico e dell’idrossido di sodio, o meglio, si formano durante la fase positiva ma si decompongono immediatamente. I processi di rilassamento della pelle osservati sono associati al rilassamento dei contro-ioni e all’acqua legata alle proteine della pelle con modalità del tutto “simili al ghiaccio”. La frequenza impiegata dipende dal peso molecolare del farmaco da veicolare e dalla profondità alla quale è necessario che penetri. Gli ioni o le molecole del farmaco o del principio attivo, non incontrando ostacoli nel loro percorso guidato dagli elettroni, all’interno dell’organismo, che possano rallentare o interrompere il flusso, raggiungono l’organo-bersaglio prestabilito, sede di lesione e, penetrano all’interno delle cellule che li utilizzano senza alcun fenomeno allergico, nè effetti collaterali. E’ un modo di pensare nuovo, un approccio scientifico per un significativo cambiamento nel modo di affrontare le patologie. E’ il primo ed unico sistema terapeutico non invasivo che può somministrare selettivamente farmaci e cosmeceutici anche di alto peso molecolare (ac.nucleici, elastina, ac. jaluronico, collagene)e in grado di dimostrare la propria efficacia in medicina estetica, in medicina umana e veterinaria e di supporto alla radiologia, determinante soprattutto nel ringiovanire le cellule 59 riportando indietro l’orologio biologico, o nel rigenerare qualsiasi tessuto leso o degenerato (medicina rigenerativa). Il sistema, modificando i processi di invecchiamento e delle malattie associate, risolve definitivamente tutte le forme loco-regionalizzate aggredibili dall’esterno: inestetismi: smagliature, cicatrici, invecchiamento viso, ma anche le patologie degenerative o lesioni parziali dei tessuti cartilaginei, ossei e muscolari (per es.: artrosi, dolore cronico, lesioni di menisco, dito a scatto, tunnel carpale, osteoporosi, fratture, stenosi vertebrali, lussazioni), aprendo delle prospettive del tutto nuove nel modo di trattare patologie senza cura, estendendo la durata della vita in buona salute. I diversi protocolli sviluppati, di farmaci della farmacopea ufficiale, attraverso catene di reazioni e trasmissione di segnali chimici dalla superficie cellulare verso i bersagli intracellulari, regolano i processi metabolici responsabili, integrandosi perfettamente all’interno delle cellule e del suo DNA, fino alla completa risoluzione del processo patologico. Il Sistema, quindi, mediante la somministrazione di piccole dosi di farmaco che attiva direttamente i recettori specifici del tessuto leso, dimostra un’efficacia terapeutica in grado di produrre effetti notevolmente maggiori rispetto alla somministrazione sistemica, con un impatto quasi nullo (0,04%) sul circolo, quindi senza controindicazioni o effetti collaterali e con un notevole contenimento della spesa sanitaria. 60 BIBLIOGRAFIA 1)Chien et al. In vivo transdermal delivery of insulin. Annals of New York Academy of Sciences (1987), pag. 38-47. 2)Hadgraft J, Guy RH. Transdermal drug delivery. Vol 35, Drugs and the Pharmaceutica. Sciences, Marcel Dekker, 1998. 4) Guyton. Editore Piccin Trattato di fisiologia medica 5) Montgomery Editore.Biochimica. Aspetti medico biologici 6) Cantor, Schimmel Editore.Physical Biochemistry Ionic channels of excitable membranes Hill Bertil Biophysical chemistry 7) F . Baldiserra Editore. 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La spalla dolorosa effetti antalgici dell’applicazione di hydroelettroforesi . 39)A.Savini,R.G.Bellomo,S.De Laurentis, R.Lerza,O.Affaitati, V.D Bonaventura ,F.Carbone . Atti Congresso Nazionale ANaSMeS Ud’A “Attività fisico-sportiva e apparato muscolo-scheletrico”, Chieti, 22-25 giugno 2003, pp. 534-539“Effetti del trattamento con hydroelettroforesi (hydrofor) di patologie algiche distrettuali sulla sintomatologia dolorosa diffusa di pazienti fibromialgici” 40)Moschini Vincenzo Iorno Vittorio,Dabroska Dominique . Istituti clinici di perfezionamento Milano servizio di anestesia,rianimazione e terapia del dolore 2005“Trattamento del dolore scapolo omerale: metodi a confronto” 41)Angela Salvino, Fortunato Morabito,Pierfrancesco Tassone,Piersandro Chair of Medical ncology, Catanzaro, Italy,HematologyDepartment, Bone Marrow Transplant Unit, Reggio Calabria, ItalyDicembre Sunday December 9 2001 1000 AM Poster Session: Health Services and Outcomes Research (10:00AM-6:00 PM) Hall C Poster Board Number 909 “Successful control of localized oppioid resistant acute incidental pain by hydroelectrophoresis in cancer patients with bone metastates” 64 43)V. lorno, M. Sartori, A. D'Africa, G. Donarini.Centro di Terapia del dolore 2002 Istituti Clinici di Perfezionamento Milano “Effetti del trasporto transdermico mediante hydroelettroforesi sul dolore cronico” 44)A.Brizzi ,A.Giusti P.Giacchetti settembre 2004 Europa medicophysica “Scuole di specializzazione: vantaggi di un approccio riabilitativo integrato di hydroelettrofosesi e ginnastica vertebrale nella lombagia acuta” 45)A.Brizzi,A.Giusti,P.Giacchetti, S.Stefanelli,L.Provinciali,M.G. Ceravolo 2004 Europa medicophysica “A randomised controlled trial on the efficacy of hydroelectrophoresis in acute relapsing episodes in chronic low back pain patients” 46) Joaquin García Sorando ( neurologia, neurocirugía),Luisa García Solana (laserterapia), Ana García Solana (medicina de familia, laserterapia)2001.Aplicaciones de hydrofor en el tratamiento del dolor 2001 47)Patrizia GIacchetti,Marzia Millevolte;Alessandro Brinzi Alessandre Giusti,Laura Schiavon, M.Gabriella Ceravolo. XXXII congresso simfer chieti 21-25 settembre 2004 “Efficacia comparata della terapia fisica mediante hydroelettroforesi e della terapia manuale multimodale nel paziente con cervicalgia cronica riacutizzata” 48)Francesca Cancelli, Anna De Antoni, Silvana De Laurentis*, Rosa Bellomo Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitazione e * Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport, Università "G. D'Annunzio" – Chieti 2004 “Effetti antalgici dell’applicazione di hydroelettroforesi (hydrofor) nella patologia artrosica del rachide” 49)R.Saggini, F.Cancelli,V.Romano, V.Di Bonaventura Europa medicophysica 2004“La paratenotite achillea per traumatismo da sport della caviglia trattata mediante hydroelettroforesi” 50)Michele Rosa. Specialista in Medicina dello Sport Direttore dell’Unità Operativa di Medicina dello Sport – Sport Clinic Ragusa 2004“Metodologia ecografica nella traumatologia dello sport” 65 51)Manuela Arcidiaco Gaetano Iachelli Michele Rosa. Il trauma sportivo: classificazione patogenesi e semeiotica ecografica delle lesioni muscolari e tendinee 52)Manuela Arcidiaco Gaetano Iachelli Michele Rosa. Metodica hydrofor nella tendinopatia rotulea (jumper’s knee) 53)P.Buselli,P.G. Spaggiari Europa medicophysica: mediterranean journal of physical and rehabilitation medicine s.i.m.f.e.r 2004“La terapia transdermica:studio dell’efficacia di un sistema di somminastrazione farmacologica con campi elettromagnetici pulsanti” 54)F.Battistella, M.Verga. Approccio alle lesioni muscolari mediante hydroelettroforesi 55)F.Battistella, M.Verga, P.Berlanda .EMSC euro medical sport center 2004 “trattamento della patologia muscolare traumatica dell’atleta con hydrofor” 56)F.Battistella, F. Zelioli, M.Rinaldi .Sport e Medicina maggio giugno 2004“Idroelettroforesi e traumi di caviglia Efficacia di un protocollo clinico sperimentale nel trattamento delle lesioni capsulo legamentose dovute a traumi distorsioni di caviglia” 57)Medicina e traumatologia informazione hi-tech volle Trattamento della patologia muscolare traumatica dell’atleta 2003 58)M. Parabita . VII congresso nazionale gibis bologna, 18-19 maggio 2009: un “caso di pseudoatrosi di tibia trattato incruntemente con hydroform e neridronato” 59)GR Editrice 2007, pg. 244-250. Aggiornamenti per fisioterapista: riconversione creditizia in fisioterapia 60)Garagnani L., Addonisio T.*Benessere & Salute. 2003; I; 1; 7-16, C.E.S.I. srl, Roma “L’idroelettroforesi: applicazioni e Meccanismo d’azione” 61)M.Ribuffo, D.Sordi, M.T. Viviano, C. Ventrice P. Piazza. Abstracts idi 78° congresso nazionale della società italiana dermatologica e venerelogia ROMA 66 giugno 2003 “Tecniche non invasive nella terapia dell’invecchiamento cutaneo e del melasma mediante idroelettroforesi” 62)F.R.Perego, L. Spreafico . Abstract“Nuove correnti di trasporto transdermico in Medicina e Chirurgia Estetica” 63)Dott.Biagio F. Santagati. Metodica :idroelettroforesi .Caso clinico S.S. Adiposità localizzata addome 2002 64)Dott.Biagio F. Santagati .Metodica :idroelettroforesi caso clinico C.B.Cellulite localizzata alla regione laterale delle cosce 2002 65)S.Cominiti M.S. Tarico , P.Siragò Univ. degli Studi di Catania U.O. di Ch. Plastica Az.Ospedaliera Cannizzaro-Catania Lavoro sulle smagliature con tecnica di hydroelettroforesi 66)Insufficienza venosa e linfatica.A d’Africa esperienze e metodi terapeutici 67)Francesco Paolo Bonina Università di Catania. “Valutazione dell’efficacia d’uso della Hydroelettroforesi in cosmetica e nella terapia topica.” 68)Michele Rosa . Alfawassermann news e views “Medicina 69)V international congress Pisa 24-270marzo 2003. “Therapy in andrology “felice editore medicina “ 70)P.F.Palego ,A.Bertozzi , P.Rossi A., Ponzano, S.Voliani, G. Todeschini , e F.Menchini. Università degli studi di pisa scuola di specializzazione in endocrinologia e malattie andrologiche “Nuove possibilità terapeutiche nel trattamento della Induratio penis plastica” 71)XXXII Congresso nazionale Simfer Chieti settembre 2004. Vantaggi di un approccio riabilitativo integrato di hydroelettroforesi e ginnastica vertebrale nella lombalgia acuta 72)A.Savini,R.G.Bellomo,S.De Laurentis, R.Lerza,G.Affaita .Atti Congresso Nazionale ANaSMeS Ud’A “Attività fisico-sportiva e patologia neuromuscolare”, Chieti, 19-22 giugno 2005, Abstracts Book, pp.387-391“La 67 spalla dolorosa: effetti della terapia con idroelettroforesi sul dolore spontaneo e sulla sensibilità algogena muscolare.” 73) M. Misefari, A. D’Africa, F. Morabito Journal Of Biological Regulators & Homeostatic Agents 2001, 15:381-2, “Transdermal Transport by hydroelectrophoresis: a novel method for delivering molecules” 74) A.Savini,R.G.Bellomo,S.De Laurentis, R.Lerza,O.Affaitati, V.D Bonaventura,F.Carbone “Effetti del trattamento con hydroelettroforesi (hydrofor) di patologie algiche distrettuali sulla sintomatologia dolorosa diffusa di pazienti fibromialgici” Istituti clinici di perfezionamento Milano servizio di anestesia ,rianimazione e terapia del dolore 2005 75)“Trattamento del dolore scapolo omerale: metodi a confronto” Moschini Vincenzo Iorno Vittorio,Dabroska Dominique 76)Sunday December 9 2001 1000 AM Poster Session: Health Services and Outcomes Research (10:00AM-6:00 PM) Hall C Poster Board Number 909 77)Centro di terapia del dolore “M. Tiengo” istituti clinici di perfezionamento 2002“Trattamento del dolore neuropatico periferico:una nuova metodica, la via transdermica”: dott. V. Iorno, dott. V. Moschini 78)Europa medicophysica“Scuole di specializzazione: vantaggi di un approccio riabilitativo integrato di hydroelettroforesi e ginnastica vertebrale nella lombagia acuta” A.Brizzi ,A.Giusti P:Giacchetti settembre 2004 79) XIX Congresso Nazionale III Corso di aggiornamento Centro Universitario di Medicina dello Sport Universita’ G.D’Annunzio Chieti 2003 “Ass. Nazionale Specialisti in Medicina dello Sport Attivita’ fisico-sportiva e apparato muscolo-scheletrico” 80) 68 XXXII Congresso Simfer chieti 21-25 settembre 2004 “Efficacia comparata della terapia fisica mediante hydroelettroforesi e della terapia manuale multimodale nel paziente con cervicalgia cronica riacutizzata” 81) Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitazione e * Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport, Università "G. D'Annunzio" – Chieti 2004 “Effetti antalgici dell’applicazione di hydroelettroforesi (hydrofor) nella patologia artrosica del rachide” 82) Europa medicophysica 2004 “La paratenotite achillea per traumatismo da sport della caviglia trattata mediante hydroelettroforesi” 83) Europa medicophysica mediterranean journal of physical and rehabilitation medicine s.i.m.f.e.r 2004 “La terapia transdermica:studio dell’efficacia di un sistema di somministrazione farmacologica con campi elettromagnetici pulsanti” 84)Approccio alle lesioni muscolari mediante hydroelettroforesi (Venturoli Medico Sportivo – Coverciano) 85) EMSC Euro Medical Sport Center 2004 “Trattamento della patologia muscolare traumatica dell’atleta con hydrofor” 86) EMSC: euro medical sport center 2004 “trattamento delle lesioni acute capsulo-legamentose della caviglia con hydrofor” 87) Aggiornamenti per fisioterapista: riconversione creditizia in fisioterapia GR Editrice 2007, pg. 244-250 88) Abstracts IDI 78° congresso nazionale della società italiana dermatologica e venerelogia ROMA giugno 2003 89)“Tecniche non invasive nella terapia dell’invecchiamento cutaneo e del melasma mediante idroelettroforesi” Ventrice P. Piazza 69 M.Ribuffo, D.Sordi, M.T. Viviano, C. 90)Univ. Degli Studi di Catania U.O. di Ch. Plastica Cannizzaro- Catania Lavoro sulle smagliature Az.Ospedaliera con tecnica di hydroelettroforesi S.Cominiti M.S. Tarico , P.Siragò 91) Università di Catania “Valutazione dell’efficacia Hydroelettroforesi in cosmetica e nella terapia topica.” d’uso Francesco della Paolo Bonina 92)Induratio penis plastica Esperienze e metodi terapeutici V international congress Pisa 24-270marzo 2003 “Therapy in andrology “felice editore medicina “ 93)Università degli Studi di Pisa Scuola di Specializzazione in endocrinologia e malattie andrologiche “Nuove possibilità terapeutiche nel trattamento della Induratio penis plastica” P.F.Palego ,A.Bertozzi , P.Rossi A.Ponzano, S.Voliani, G. Todeschini , e F.Menchini 94) XXXII Congresso nazionale simfer Chieti settembre 2004 Vantaggi di un approccio riabilitativo integrato di hydroelettroforesi e ginnastica vertebrale nella lombalgia acuta 95)Atti Congresso Nazionale ANaSMeS Ud’A “Attività fisico-sportiva e patologia neuromuscolare”, Chieti, 19-22 giugno 2005, Abstracts Book, pp. 387-391 96)Hamill O. P., Marty A., Neher E., Sakmann B. e Sigworth F. J., Improved Patch-Clamp Techniques for High-Resolution Current Recording from Cells and Celi-Free Membrane Patches in «Pfltigers Archiv: European Journal of Physiology», 391, n. 2, agosto 1981. 97)Penner Reinhold E Neher Erwin, The Patch-Clamp Technique in the Study of Secretion in «Trends in Neurosciences», 12, n. 4, aprile 1989. 70 98)Edwards F. A., Konnerth A., Sakmann B. 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