Materia Mussi da integrare
Corso di Laurea Economia e Commercio
Esame POLITICA ECONOMICA
Integrazione 3 CFU
dr.ssa Marzano
Di seguito si riportano, per ciascuno dei capitoli indicati in bibliografia, i principali argomenti da
trattare nella tesina (minimo 3 max 5 pagine) oggetto di valutazione per il transito al nuovo
ordinamento.
Lo studente deve presentare una tesina su UNO SOLO dei capitoli indicati in bibliografia.
SIMULAZIONE DI ESERCITAZIONE
Capitolo 9 Stagnazioni e depressioni
La tesina deve iniziare con una breve definizione di stagnazioni e depressioni, per poi descrivere,
utilizzando lo schema IS-LM, la possibilità che una stagnazione si trasformi in depressione. Un
rallentamento dell’inflazione, determinato da una iniziale fase di stagnazione (PIL sotto il pieno
impiego) può avere un effetto positivo sulla produzione attraverso lo spostamento in basso della
LM, ma un effetto negativo sulla produzione attraverso lo spostamento a sinistra della IS,
determinato dalle aspettative di inflazione che operano sul tasso di interesse reale (eventualmente
commentare l’importanza di distinguere tra tasso di interesse reale e nominale). La combinazione di
questi due effetti fa sì che una iniziale fase di stagnazione, con il PIL al di sotto del pieno impiego,
possa trasformarsi in una depressione se la nuova intersezione tra le curve IS ed LM si sposta
sempre più a sinistra.
Questa situazione critica può essere risolta con l’intervento della politica fiscale, che fa spostare a
destra la curva IS, o con la politica monetaria espansiva, che sposta la LM in basso. Tuttavia, la
trappola della liquidità può rendere inefficace la politica monetaria. A questo punto si può illustrare
il meccanismo che genera la trappola della liquidità, oppure passare direttamente a commentare,
con l’ausilio di uno schema grafico IS-LM, l’effetto perverso che opera quando si realizza
contemporaneamente trappola della liquidità e deflazione. La trappola della liquidità implica una
curva LM piatta, pertanto la politica monetaria espansiva è inefficace.
SIMULAZIONE DI ESERCITAZIONE
Capitolo 10 Elevata disoccupazione
La tesina si deve aprire con uan panoramica dell’andmaento della disoccupazione in Europa,
commentando le differenze tra paesi europei e tra i diversi decenni, e proponedo una sintetica
definizione di tasso di disoccupazione naturale.
Si deve poi illustrare il concetto di rigidità del mercato del lavoro e eurosclerosi, evidenziando che
questi possono spiegare un elevato tasso di disoccupazione naturale. A supporto di tale
affermazione, si deve illustrare graficamente le determinati del tasso di disoccupazione naturale,
commenatndo lo schema proposto da Blanchard:
dove sono rappresentate l’equazione dei salari e dei prezzi.
La tesina si può concludere descrivendo come al concetto di eurosclerosi si è successivamente
affiancato quello di isteresi, di cui va data una descrizione non formalizzata in termini analitici.
L’effetto della disoccupazione di lunga durata e la possibilità del verificarsi dell’isteresi possono
essere commentati con l’ausilio di un grafico simile a quello proposto da Blanchard.
SIMULAZIONE DI ESERCITAZIONE
Capitolo 11 Elevata inflazione
L’inflazione è il fenomeno della crescita generalizzata dal livello dei prezzi, ed è solitamente
misurata in termini di saggio percentuale, ovvero, definendo p come il livello dei prezzi, il tasso di
inflazione in un dato intervallo temporale è dato da: (Pt -Pt-1)/Pt-1.
I costi dell’inflazione
Gli svantaggi dell’inflazione sono di diversa natura: redistributiva e di certezza del contesto
economico. In presenza di inflazione,infatti, si attua una redistribuzione del reddito che penalizza i
titolari di redditi fissi e i creditori, mentre avvantaggia i debitori che si troveranno a restituire un
ammontare di denaro il cui potere di acquisto si è ridotto per effetto dell’inflazione. Periodi di
elevata inflazione, inoltre, provocano pesanti squilibri al sistema economico in quanto generano una
situazione di incertezza generalizzata, oltre a richiedere forme di indicizzazione di vario tipo per
fronteggiare la perdita di potere di acquisto, che possono essere anche molto costose. In fasi di
iperinflazione, inoltre, si può arrivare a situazioni di instabilità monetaria e finanziaria tali che la
valuta cessa di essere accettata come mezzo di pagamento, e si deve ricorrere a forme di baratto o a
scambi in valute estere. Tali eccessi si hanno, naturalmente, solo in periodi di inflazione davvero
rilevanti, come è stato in Austria agli inizi del novecento, e in alcuni paesi dell’america latina negli
anni ’80.
Il punto è che in un’economia perfettamente indicizzata, e in presenza di inflazione perfettamente
anticipata, il fenomeno della crescita dei prezzi non avrebbe alcuna conseguenza reale di rilievo, in
quanto comporterebbe esclusivamente la necessità di rivedere con maggiore frequenza i prezzi di
listino (menù cost) e di prelevare importi monetari maggiori e con maggiore frequenza (shoe-leather
cost), ma non avrebbe effetti di altro tipo. Tuttavia, poiché tale perfetta previsione e/o
indicizzazione non è la realtà, l’inflazione produce anche degli effetti reali, redistributivi e di
incertezza in quanto rende il segnale dei prezzi meno attendibile, e può anche indurre gli agenti a
scelte non ottimali (gli agenti osservano l’aumento del prezzo di un dato bene ma non hanno la
percezione esatta di quale sia il livello dei prezzi).
Disavanzo, Signoraggio e inflazione
Il problema della tassa da inflazione o signoraggio, è un'altra questione che lega il comportamento
delle autorità monetarie all’attivazione di processi inflazionistici. Si parla di signoraggio quando un
governo fronteggia un elevato disavanzo attraverso l’emissione di moneta, ovvero finanzia il
disavanzo pubblico con l’emissione di moneta invece che con titoli. La convenienza di tale
comportamento è evidente: la moneta è anch’essa una forma di indebitamento verso la BC, ma a
differenza dei titoli di stato l’emissione di moneta costituisce debito infruttifero. Inoltre, nella
misura in cui un tasso di crescita della moneta in eccesso rispetto alle esigenze dell’economia
genera inflazione, si attua una svalutazione implicita dello stock di debito riconducibile proprio
all’inflazione. In termini formali, si definisce signoraggio:
M
disavanzop ubblico
P
inoltre, il signoraggio può anche essere espresso come:
M
M M

P
M P
quest’ultima espressione consente di interpretare il signoraggio come una tassa, la tassa da
inflazione, la cui aliquota è data dal tasso di crescita della moneta, e la cui base imponibile è lo
stock di saldi reali in circolazione. Si parla di tassa da inflazione perché lo Stato ottiene le risorse
per finanziare il suo deficit di bilancio aumentando l’offerta di moneta e inducendo le famiglie a
detenere un maggiore quantitativo di moneta nominale, ovvero rinunciando a spendere un maggiore
quantitativo dl proprio reddito. Infatti, a parità di reddito, le famiglie desiderano detenere un dato
ammontare di ricchezza sotto forma di moneta; al crescere dell’inflazione, lo stock di moneta
detenuto si svaluta, e per ricostituirne il valore reale le famiglie saranno indotte a risparmiare più
moneta. La domanda di moneta in termini reali, infatti è data da:
MD
aY b(r )
P
al crescere dell’inflazione detenere moneta diventa più costoso, come indicato dal termine relativo
al tasso di interesse nominale; tuttavia, se il livello dei prezzi aumenta, lo stock di moneta reale si
riduce. Questi due effetti contrapposti fanno sì che esiste un limite all’ammontare di risorse che il
governo può raccogliere attraverso l’imposta da inflazione, che può essere rappresentato con una
curva simile alla curva di Laffer (DARE LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA COME NEL
TESTO DI BLANCHARD). Infatti, dall’equilibrio sul mercato della moneta e dalla definizione di
signoraggio si ottiene l’andamento delle entrate da signoraggio in funzione dell’inflazione:
M
M M

g m 
aY b(r gm )
P
M P
Come si vede, l’impatto dell’inflazione è ambiguo. In una fase di bassa inflazione, un aumento dello
stock di moneta genera un tasso di inflazione che è tollerato dal pubblico, che rivede le sue richieste
di moneta nominale. Al crescere dell’inflazione, però, inizia a operare l’effetto negativo
dell’inflazione sulla domanda reale di moneta, si arriva a un punto tale che la riduzione della
domanda di moneta compensa l’aumento dell’inflazione, tanto che gli introiti del signoraggio si
riducono.