IDENTITA' DI GENERE E
DISUGUAGLIANZE
IA PARTE
UN ALTRO GENERE DI COMUNICAZIONE
SESSO, ORIENTAMENTO SESSUALE E GENERE
SESSO: Insieme di differenze anatomiche e biologiche che
distinguono corpi maschili da quelli femminili.

GENERE: Differenze culturali, psicologiche non prodotte da
differenze biologiche.

ORIENTAMENTO SESSUALE: Attrazione sentimentale e/o
sessuale verso individui dello stesso sesso, di entrambi o dell'altro
sesso o genere.

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SESSO BIOLOGICO
UOMO

DONNA

INTERSESSUALE

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GENERE
UOMO

DONNA

TRANSGENDER

INTERSESSUALE

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ORIENTAMENTO SESSUALE
ETEROSESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e
sessuale verso individui del sesso biologico opposto.

OMOSESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e sessuale
verso individui dello stesso sesso biologico.

BISESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e sessuale
verso individui di entrambi sessi biologici.

POLISESSUALITA': Attrazione emozionale, sentimentale e sessuale
verso individui, indipendentemente dall'identità di genere.

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IDENTITA' DI GENERE
L'identità di genere indica l'appartenenza di un individuo in base
al proprio sesso biologico, ossia la capacità di percepirsi maschio
o femmina in relazione alle aspettative sociali o alle differenze
biologiche.
Questo aspetto non è innato, in quanto esso è influenzato dalla
socializzazione di genere. Altrimenti, non si spiegherebbe come
mai gli individui transgender, sebbene appartengano ad un
determinato sesso biologico, si indentifichino nel sesso opposto.
In altre, parole, l'identità di genere è un costrutto sociale.
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SOCIALIZZAZIONE DI GENERE
Indica l'apprendimento dei ruoli di genere attraverso agenti sociali come:
Famiglia

Scuola

Mass-media

Queste agenzie di socializzazione influenzano i ruoli sociali in base al
sesso di appartenenza. Le differenze di genere non sono biologicamente
determinate, ma sono riprodotte in base alle aspettative che una data
cultura ha nei confronti di un individuo.
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RUOLO DI GENERE
Vien da sé che le differenze di genere non sono biologicamente determinate, ma sono un
prodotto culturale. Attraverso la socializzazione di genere, I bambini interiorizzano le
norme, le aspettative sociali che corrispondono al proprio sesso. Le diseguaglianze sociali
dipendono dal fatto che uomini e donne sono socializzati a ruoli differenti.
I bambini apprendono I ruoli sessuali che influenzeranno le proprie inclinazioni in base al
sesso di appartenenza. Questo processo di socializzazione, comporta sanzioni positive
o negative. Ad esempio: ci si aspetta che una bambina sia educata e gentile. Se la
bambina apprende questo verrà sanzionata positivamente (“che brava bambina!”), se la
bambina si comporterà diversamente riceverà sanzioni negative (“le bambine dovrebbero
essere gentili ed educate”). Queste sanzioni coercitive, invitano ai bambini e alle bambine
di uniformarsi ai ruoli sessuali attesi.
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SANZIONI
Tali sanzioni variano da cultura a cultura. Ci sono società
che attribuiscono talmente importanza alle differenze di
genere che impongono il rispetto di tali norme sociali
mediante l'uso di sanzioni regolate da leggi.
Es: In molti paesi arabi l'adulterio femminile è punito dalla
legge. Da ciò ne deriva il fatto che tali società si aspettano
dalle donne maggiore fedeltà coniugale rispetto al marito.
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APPROCCI SULLA DISEGUAGLIANZA DI
GENERE
La differenza sessuale è un fattore cruciale nel determinare le chance di vita
degli individui, poiché influenza i ruoli che essi svolgono all'interno della
società. Sono numerosi gli studi alla base dell'identità di genere e delle
differenze. In particolare, alcuni approcci:
FUNZIONALISTA:
FUNZIONALISTA L'approccio funzionalista ha una visione conservatrice
del mondo, alla quale le differenze che lo compongono cooperano tra loro
determinando condizioni di equilibrio che stanno alla base della coesione
sociale. Secondo questa teoria, i ruoli sociali sono biologicamente determinati.
Principale fautore del funzionalismo è Talcott Parsons, il quale sosteneva che
le donne svolgono ruoli espressivi per garantire stabilità alla famiglia e al marito
che provvedeva ad un compito stressante quale il sostentamento economico
della famiglia attraverso il lavoro, altro argomento su cui si occupò Parsons sul
tema della divisione del lavoro.

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TEORIE DEL CONFLITTO: Le teorie del conflitto vede gli
individui fortemente condizionati dalla struttura sociale. Marx e
Weber sono i principali ispiratori della teoria del conflitto, che
insieme a Simmel analizzano i conflitti tra i gruppi e gli interessi
che la compongono. Secondo questi autori, la società umana è
così concepita come scenario di un gruppo di individui
privilegiati e una massa sfruttata. La relazione che intercorre tra
le classi sociali e la dicotomia tra proletari-capitalismo è di
grande importanza anche per analizzare i conflitti che ruotano
attorno alla questione di genere. Secondo Karl Marx, fautore
delle teorie del conflitto, la diseguaglianza sociale è nata con il
capitalismo: la società capitalista vede la donna come
“macchina di riproduzione” di uomini che verranno poi utilizzati
per
la
produzione
di
capitale.

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TEORIE DELL'AZIONE:
DELL'AZIONE Questo approccio smentisce la teoria del
conflitto, considerando che gli individui non sono condizionati dalla
struttura sociale ma fanno scelte autonome. Le teorie dell'azione
rivolgono l'attenzione ai comportamenti individuali e analizzano le
strutture sociali per come sono prodotte da azioni e interazioni degli
individui:

(a)SCELTA RAZIONALE: Questo approccio sostiene che uomini e
donne scelgono la loro posizione all'interno dei limiti sociali connessi al
potere decisionale, basato su una dimensione economica e di obblighi
normativi che gli individui percepiscono come tali. Una ricerca di Morley
(1986) sulle abitudini delle famiglie inglesi, rivela che le donne
“scelgono” che siano marito e figli a decidere cosa vedere in TV. In altre
parole, mostra come siano i comportamenti individuali a determinare le
scelte di vita poiché le influenze sociali non sono in grado di prevedere
come gli individui si comporteranno da adulti.
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(a)INTERAZIONISMO SIMBOLICO: Sottolinea la natura pluralistica
della società, il relativismo culturale e sociale delle norme e delle regole
etiche e sociali e la visione del sé come socialmente strutturato. Esso si
occupa principalmente dell'interazione sociale che ha luogo nella vita
quotidiana della gente. Esso considera l'aspetto psicologico,
focalizzandosi sull'individuo, artefice attivo della propria condotta.
All'interno della dimensione di genere, l'interazionismo simbolico si
concentra sui processi mediante i quali gli individui assumono le loro
identità attribuendo importanza all'interazione sociale con la madre.
Sostenitori di questo approccio furono Sigmund Freud e Nancy
Chodorow, i quali sostenevano che la formazione del'identità di genere
dipende dall'attaccamento del bambino alla madre, anche se con ipotesi
opposte. Mentre Freud parla di “invidia fallica”, Chodorow parla di
inespressività maschile, percepita come una perdita delle emozioni
dovuta all'allontanamento simbolico dalla madre.
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FEMMINISMO: Il movimento femminista ha contribuito a spiegare e
superare le disuguaglianze di genere. Il femminismo ha cercato di
spiegare le disuguaglianze facendo appello a fenomeni come il
sessismo, la famiglia patriarcale, il razzismo e il capitalismo anche se si
pone come critica alla teoria del conflitto di Marx poiché afferma che le
origini della discriminazione delle donne non hanno origine dal
capitalismo ma sono ben più remote. Nello stesso movimento
femminista sono nati alcuni filoni che malgrado uniti da un punto in
comune sono in contrasto tra di loro:

(a)FEMMINISMO LIBERALE: Questo filone sostiene che la
subordinazione femminile non è il prodotto di un sistema complessivo
ma attraverso l'analisi dei singoli fattori che contribuiscono alla
disuguaglianza tra uomo e donna come gli stereotipi sui mass-media, le
discriminazioni sul posto del lavoro, nell'educazione e via dicendo che
andrebbero superati mediante leggi che promuovono le pari opportunità.
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Secondo i critici, le femministe liberali presentano un quadro di analisi parziale
sulle disuguaglianze fondate sul genere, accusate di incoraggiare le donne ad
accettare la disuguaglianza, considerate incapaci di individuale le cause che
hanno contribuito alla disuguaglianze di genere.
(b)FEMMINISMO RADICALE: Critica il femminismo liberale per non essere stato
in grado di indagare sulle cause della discriminazione di genere. Questo
approccio ritiene che la donna è subordinata dagli uomini, e che questi ultimi
hanno contribuito allo sfruttamento delle donne. Le radicali individuano nel
patriarcato le cause della subordinazione delle donne, ossia il dominio degli
uomini sulle donne esercitato con la violenza e la costruzione di modelli
stereotipati.
Allo stesso modo del comunismo che individua nella proprietà privata e il capitale
lo sfruttamento delle masse, secondo le femministe radicali, la famiglia e il
matrimonio rappresenta la legittimazione dell'oppressione e la schiavitù delle
donne, sostenendo che le donne svolgerebbero lavoro non retribuito all'interno
delle mura domestiche. Ciò rientrerebbe nella fattispecie di sfruttamento. Inoltre
esse individuano nel patriarcato una forma di appropriazione dei corpi femminili.
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Secondo una delle fautrici del pensiero femminista radicale, Shulamith
Firestone, le donne, a causa della loro struttura biologica che le impone di
essere madri, diventerebbero materialmente dipendenti dagli uomini. Inoltre, le
donne non avrebbero accesso a posizioni di potere, poiché i tempi della
riproduzione sarebbero un ostacolo. Di conseguenza, Firestone sostiene che la
famiglia legittimerebbe la subordinazione delle donne a sostegno del ruolo di
madre e di moglie, pertanto andrebbe abolita.
A differenza dell'approccio liberali, sostengono che le riforme e il cambiamento
graduale dello status quo non è sufficiente per smantellare il sistema di
oppressione delle donne. Esse affermano che l'uguaglianza si può ottenere solo
attraverso la decostruzione del potere patriarcale e il rovesciamento dell'ordine.
Le radicali, analizzano la violenza degli uomini, la strumentalizzazione delle
donne nei media e la moda come parte del sistema di oppressione delle donne,
piuttosto che come un problema individuale. Inoltre il patriarcato è un fenomeno
universale, appartenente a tutte le culture. Questa ultima tesi è stata criticata
dal femminismo “nero” poiché non tiene conto delle varianti storiche e delle
etnie.
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(b)IL FEMMINISMO NERO: Si pone come critica ai precedenti approcci
femminili poiché ignorerebbero la condizione delle donne nere vittime
anche di razzismo. Questo approccio affronta la condizione delle donne
di colore che è ben diversa dalla condizione delle donne bianche di
classe media. Bell Hooks, una femminista afroamericana, critica il
femminismo radicale in quanto non tiene conto del contesto di
oppressione che varia da cultura a cultura.
La famiglia, considerata dalle radicali come un luogo oppressivo, nelle
comunità afroamericane rappresenta una comunità solidale contro il
razzismo.
Infatti,
l'oppressione
delle
donne
nere
avviene
prevalentemente fuori dalle mura domestiche. Le donne nere sarebbero
discriminate in base al colore della pelle, al genere e alla classe sociale.
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