LA PERCEZIONE DELLA REALTÀ DA DIVERSE PROSPETTIVE Istituto omnicomprensivo statale I.P.S.I.A. di Bocchigliero Anno scolastico 2013/2014 classe V Alunno: Giuseppe Ricca I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- STORIA ITALIANO IL VERISMO:G. VERGA LA QUESTIONE MERIDIONALE INGLESE SENSORS AND AUTOMATION: TRAFFIC LIGHT ED. FISICA GLI ORGANI DI SENSO LA PERCEZIONE DELLA REALTÀ DA DIVERSE PROSPETTIVE SISTEMI RIVELAMENTO DELLA LUMINOSITÀ Alunno: Giuseppe Ricca TELECOMUNICAZIONI TRASDUTTORI ACUSTICI anno scolastico 2013/2014 classe V pag2 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- INTRODUZIONE Il mio percorso inizierà con la letteratura e dirò il verismo di Giovanni Verga, continuo nel parlare della questione meridionale nel campo storico. Nelle materie tecnologiche parlerò in sistemi del rilevamento della luminosità e in telecomunicazioni dei trasduttori acustici, in educazione fisica dirò gli organi i 5 sensi e finirò a parlare , della materia di inglese, dei sensori e automazione e dei semafori. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag3 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- Italiano Giovanni Verga Giovanni Verga nacque a Catania il 2 settembre 1840, da una famiglia liberale, di nobili proprietari terrieri. A 16 anni il Verga compose il suo primo romanzo "Amore e patria". S'iscrisse nel 1858 nella facoltà di legge all'università di Catania, attratto però dalla sua vocazione di scrittore e giornalista si dedicò ad un nuovo romanzo "I carbonari della montagna" e quindi ad un terzo "Sulle lagune". Insofferente della vita di provincia, si trasferì a Firenze dove si accosto ai circoli letterali e strinse amicizia col conterraneo Luigi Capuana teorico del Verismo di cui condivise le idee e che lo indirizzo verso una più concreta osservazione della realtà. << Firenze, scriveva ai famigliari, è davvero il centro della vita politica e intellettuale d' Italia; qui si vive in un altra atmosfera>>. Nel 1872 , però, si trasferì a Milano dove si inserì nei più brillanti e dinamici ambianti letterali, a contatto con gli artisti ansiosi di rinnovamento culturale e in sintonia con la cultura Europea. La pubblicazione dei suoi primi romanzi milanesi lo fece conoscere a un vasto pubblico e lo inserì nella narrativa non solo italiana. In quei romanzi egli si apriva al vero descrivendo ancora ambienti della buona società anche se non più guardati con occhio romantico, ma già studiati nei meccanismi reali. Era la strada del naturalismo di cui il Verga subiva sempre di più il fascino,pur non condividendone in pieno le teorie. Muore a Catania nel 1922 personalità Discreto, solitario e riservato pur mantenendo sempre un tratto cortese, contrario a qualsiasi forma di pubblicità, chiuso in una sorta di costante malinconia: erano questi gli aspetti del Verga. Ne emerge l'immagine di un uomo sensibile, ma dal carattere difficile, per il quale l'approdo al Verismo, rappresentò forse il mezzo ideale per nascondere se stesso dietro la propria opera. Egli visse in un'epoca di transizione, caratterizzata dal passaggio dall'idealismo dell'Italia risorgimentale allo scetticismo positivistico dell'Italia post-unitaria, tanto vero che questa rinuncia all'idealismo romantico in nome di un atteggiamento di fiducia nella scienza si tradusse nel Verga in una forma di rassegnazione e accentuò la sua visione pessimistica della vita, vista come una drammatica lotta in cui solo il più forte è destinato a vincere e il più debole, fatalmente a soccombere il verismo IL Verismo è un movimento culturale e letterario che si sviluppò in Italia tra il 1875 e il 1890: trovò la sua massima espressione nella narrativa e, seppur in modo meno rilevante, nel teatro di commedia. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag4 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- L’influenza del Positivismo Il Verismo nasce sotto la diretta influenza del clima del Positivismo, quell’assoluta fiducia nella scienza, nel metodo sperimentale e negli strumenti infallibili della ricerca che si sviluppa e prospera dal 1830 fino alla fine del 19° secolo. Si tratta di una dottrina filosofica prodotta dalle classi colte e borghesi, che, appagati dalle recenti scoperte geografiche e scientifiche, nutrono fiducia nella possibilità della scienza di razionalizzare la realtà, così da permettere loro di dominarla e prevederla. Il Positivismo ritiene che l’unica conoscenza possibile sia quella derivata dai fatti, e l’unico modo per studiarli è l’osservazione propria delle scienze e del metodo sperimentale. Positivo è tutto quanto è certo, perché studiato a partire dai fatti e dunque non immaginato o stabilito a priori. Dice infatti Fourier che “ Le cause primordiali non ci sono note, ma esse sottostanno a leggi semplici e costanti, che si possono scoprire per mezzo dell'osservazione e il cui studio costituisce l'oggetto della filosofia naturale” Le origini del Positivismo sono a loro volta da ricercarsi nell’Illuminismo inglese e francese. L’influenza del Naturalismo Il Verismo non è una geniale e isolata intuizione degli scrittori italiani, ma si ispira in maniera evidente ad un movimento letterario diffusosi in Francia dalla metà dell’800: il Naturalismo. Esso promuove l’interesse del romanziere per la vita vera e contemporanea: concentra l’attenzione sui ceti più umili e ignoranti, costruisce vicende comuni e prive di grandiosità e usa uno stile narrativo altrettanto basico, essenziale e concreto. I suoi libri si devono presentare come studio il più possibile oggettivo dell’uomo e delle sue azioni, e ne descrivono la psicologia in maniera studiata e attenta. In linea con le convinzioni positivistiche e naturaliste, il Verismo propone un’arte rispettosa dei precetti della scienza sperimentale: vede il soggetto umano come oggetto di ricerca scientifica, lo studia approfonditamente con freddezza e distacco e crede nella possibilità di analizzarlo in modo chiaro, senza incappare in zone dai contorni sfumati e indefiniti, ma giungendo a conclusioni certe e dimostrate. Rispetto al Naturalismo francese, però, si individuano alcune differenze: le enunciazioni teorico - scientifiche, tanto presenti nella narrativa d’Oltralpe, sono pressoché assenti nelle opere degli italiani, i quali tentano di mantenere una certa autonomia dell’espressione artistica dai dettami della scienza e della filosofia positivistica. Il Naturalismo, inoltre, è figlio della fiducia positivista nella scienza: crede che sia possibile eliminare stenti e fatiche dell’uomo grazie ad una razionalizzazione del lavoro e ad una scientifizzazione del mondo. Il Verismo è di tutt’altro avviso: il metodo di osservazione accurata è usato per studiare l’uomo, ma non per salvarlo o proporre miglioramenti: esso svela, semplicemente, l’impossibilità di cambiare e di porre fine alle sventure umane. La visione del mondo verista La narrativa verista prende spunto dall’osservazione, dall’esattezza della descrizione e dall’approfondimento tecnico, quasi clinico, tipico di Naturalismo e ottica Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag5 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- positivistica, ma concepisce l’arte come qualcosa di nuovo, concreto e fuori dalle convenzioni. E’ un’arte che si oppone al Romanticismo e all’ Idealismo: non ricerca la storia edificante, la morale, l’insegnamento o la bellezza della descrizione; vuole invece essere realistica, popolare, quotidiana. Parla di personaggi semplici ed umili, non erge nessuno al ruolo di eroe ma preferisce scavarne difetti e debolezze, cogliendolo sempre nell’atto di compiere azioni banali o abituali, e non avventure o missioni straordinarie. Gli uomini su cui la narrativa verista si sofferma sono persone comuni, non spiccano né per bontà e coraggio né per malvagità, ma anzi sembrano irrimediabilmente limitati e non interessanti. La ricerca del Verismo di luoghi umili e privi di eroismo lo porta ad ambientare le sue storie nelle regioni più primitive e lontane dal processo di civilizzazione e unificazione nazionale: dall’astrattezza e eleganza delle città si passa a campagne o montagne dove la civiltà sembra non essere mai arrivata. Si tratta di territori aspri, poveri, abitati da gente spesso ignorante e lontana da qualunque modello di comportamento da buona società. In tal senso, ambientazione preferita dai romanzieri veristi è la Sicilia: selvaggia, incontaminata, tagliata fuori dal processo di scolarizzazione e civilizzazione in atto in Italia, è il luogo perfetto per vedere all’opera contadini analfabeti, pescatori rozzi e donne che sognano un ricco matrimonio, mentre lavorano a maglia sul davanzale delle finestre e chiacchierano con le vicine del palazzo accanto. Nelle opere veriste si incontrano anche altre regioni: la campagna isolata della Toscana, la Calabria e un Piemonte misero e dimesso. A pochi anni dalla realizzazione dello Stato unito, quando le parole di politici e intellettuali celebravano l’unificazione e lo svecchiamento dell’Italia, una tale attenzione da parte degli scrittori suscitò le più alte critiche e malcontenti. Il Verismo infatti presentava un’Italia povera, ai più sconosciuta, formata da persone molto diverse tra loro e neppure consce di avere in comune un’identità nazionale: ciò spesso assumeva, al di là delle intenzioni degli autori, un carattere anche politico e sociale, diveniva una denuncia di tutto ciò che il governo piemontese non considerava, ovvero le miserie, l’ignoranza, l’abbandono di quelle genti. La poetica e lo stile La lingua fu straordinariamente rivoluzionata. Una trasformazione e svecchiamento in tal senso era già stata promosso da Alessandro Manzoni, che tra i primi aveva scritto un’opera – I Promessi Sposi – dove i protagonisti erano povera gente, incolta, semplice, che si trovava a vivere vicende certamente peculiari ma poi non così eroiche, né idealizzate. Il linguaggio adatto a descrivere tali personaggi non poteva essere la lingua accademica e colta dei migliori salotti intellettuali: doveva essere qualcosa di vicino alla gente, vicino al parlato. I Veristi raccolgono l’eredità del Manzoni e la spingono all’estremo, costruendo una prosa spigliata, fluida, da vicenda parlata più che scritta; aprono le porte alle inflessioni regionali, alle parolacce, ai proverbi e ai dialetti. Il vocabolario è scelto, Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag6 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- essenziale, veloce, efficace, e tutto è improntato alla sintesi e alla brevità. Il processo di semplificazione della lingua portava, nell’ottica dei Veristi, a una semplicità e sincerità anche morale: tolti gli orpelli della bella lingua romantica, si voleva raggiungere la profondità dei soggetti e delle storie, non limitandosi alla superficie. Il declino La scarsa coscienza teorica della novità della propria arte impedì la proliferazione di romanzi tutti concentrati sullo stesso tema e sullo stesso stile – il che fu un bene. Ma portò ben presto all’esaurimento del movimento stesso, che avrebbe potuto invece declinarsi in altre forme e raggiungere ancora più rivoluzionari risultati. Intorno ai primi anni del ‘900, infatti, la semplicità lessicale e sintattica della corrente e il suo indugiare sugli stessi temi furono travolti dalla novità del Decadentismo, che parve a tutti più attrattivo e nuovo del Verismo stesso. Il suo periodo di esistenza fu dunque brevissimo: iniziò con Nedda di Verga (1874) e si concluse con un altro capolavoro verghiano, Mastro don Gesualdo (1889). Questo non significa che dopo quelle date non furono più realizzate opere veriste: al contrario, un’opera importante e di indubbia bellezza come I Viceré fu completata da Federico de Roberto nel 1894. Ma fu considerata, dai critici del tempo già innamorati del Decadentismo e di D’Annunzio, un testo ormai vecchio e antiquato, legato inesorabilmente a un tempo e a un’estetica superate. Opere L'attività letteraria di Giovanni Verga, dopo le prime opere giovanili e di scarso rilievo, può essere divisa in due fasi: una prima caratterizzata dalle descrizioni di ambienti artistici e dell'alta società, in cui unisce residui romantici e modi scapigliati con la tendenza generica a una letteratura "vera" e "sociale"; una seconda che può propriamente essere definita quella verista. Le prime opere giovanili Amore e Patria Il primo esordio del giovane Verga prende inizio dal romanzo Amore e Patria del quale abbiamo le prime notizie negli anni 1929 da De Roberto e da Lina Perroni che ne pubblica alcuni capitoli. Esso narra un avvenimento della guerra di indipendenza americana e descrive grandi eroi ma anche vili traditori con uno stile romantico dove la passione amorosa si intreccia con quella patriottica. La storia ha un lieto fine. A guerra terminata il protagonista, il colonnello Edoardo di Walter, giovane di bell'aspetto e ardente patriota, sposa la pura e bella Eugenia di Redward. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag7 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- I carbonari della montagna Ma la vera attività letteraria del Verga si fa iniziare con il romanzo storico I carbonari della montagna scritto nel 1860 e pubblicato tra il 1861 e il 186 a Catania per l'editore Galàtola a spese dell'autore in quattro volumi. Esso risente di tutte le letture fatte in quei tempi dal giovane, dall'Abate al Castorina, dal Manzoni al Foscolo, dal D'Azeglio a Byron, Dumas e Scott oltre ai vari poemi cavallereschi. Il romanzo, di carattere idealmente autobiografico, risente di forte amore di patria e di "risentimenti antifrancesi". La vicenda si svolge nel 1810-1812 durante la guerra partigiana dei carbonari che combattono per ottenere l'indipendenza. I Borboni, per combattere l'usurpatore Gioacchino Murat raccolgono uomini coraggiosi al comando del giovane Corrado. L'intreccio avventuroso vedrà alla fine il giovane protagonista che, deluso per il tradimento dei Borboni e di Carolina, la donna che ama, morirà restando però venerato da tutte le genti d'Italia. Sulle lagune Nell'appendice del quotidiano di Firenze "La Nuova Europa" viene pubblicato a puntate, tra il 13 gennaio ed il 15 marzo 1863, il racconto lungo "Sulle lagune", terza opera giovanile dello scrittore, nel quale prevalgono i motivi romantici e l'eco dell'opera foscoliana Jacopo Ortis. La vicenda si svolge a Venezia nel periodo del dominio austriaco dal settembre del 1860 al 1861 e racconta la storia d'amore del giovane ufficiale ungherese Stefano de Keller e la giovane fanciulla veneziana Giulia Collini che, dopo aver superato numerosi ostacoli, riescono a fuggire insieme su una gondola verso Chioggia. La prima maniera Risalgono alla prima maniera tutti quei romanzi, come Una peccatrice del 1866, Storia di una capinera del 1869, Eva e Tigre reale del 1873, Eros del 1875, che si possono considerare autobiografici nel senso che, come scrive Giuseppe Petronio, "... il Verga mirava a effondere stati d'animo e sentimenti che erano anche suoi, e a vivere, nei suoi libri, avventure non vissute effettivamente ma sognate". Oltre a questo suo desiderio autobiografico si trova però in questi romanzi la volontà di analizzare la società del suo tempo, soprattutto dello strato sociale più elevato, mettendo in evidenza i fallimenti sentimentali e l'immoralità, non solo dei singoli personaggi ma di tutta la società. Le storie di questi primi romanzi, dal tono spiccatamente melodrammatico, descrivono tutte un mondo che, se pur descritto, è in un certo senso negato "... la baronessa russa è sconfitta dall'amor familiare, e il treno che ne porta in Russia il cadavere si incontra in una stazione, simbolicamente, con quello che porta in villeggiatura il suo ex amante con la moglie e la figlia. Enrico Landi, il pittore romantico e bohémien di Eva, sconfitto nell'arte e nell'amore, ferito in duello e ammalato, va a morire in Sicilia, tra gli affetti, sia pure oleografici della famiglia: il mondo della passione, del lusso, dei sentimenti facili e superficiali, si svela più debole di altre cose, più semplici ma sane, radicate nel Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag8 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- costume sociale e nella coscienza dei personaggi". In una lettera scritta a Felice Cameroni il 18 luglio del 1875 lo scrittore, come se presagisse la conclusione di questa sua prima fase, scrive: Una peccatrice Nel 1866 Verga pubblica il romanzo Una peccatrice che aveva iniziato a Catania e terminato a Firenze durante il suo primo soggiorno. In esso si ritrovano molti di quei motivi che il giovane scrittore riprenderà, rielaborandoli, nei romanzi che seguiranno. È anche considerato un romanzo autobiografico, sebbene Verga non lo ritenga tale: arriverà addirittura a ripudiare l'opera negli anni successivi. Storia di una capinera Storia di una capinera, romanzo scritto in forma epistolare e definito dallo stesso Verga in una lettera a Louis Edouard Rod di "genere romantico e sentimentale", venne scritto nell'estate del 1869 e pubblicata nel 1871 ottenendo subito un grande successo. In esso si intravedono alcuni temi tipicamente verghiani come quello della famiglia e della campagna. Il romanzo, pur presentando una sensibilità ultra romantica,"... presenta anche uno studio dell'ambiente ben documentato e la ricerca di verità e di efficacia sociale". Eva Il romanzo Eva, pubblicato nel 1873, narra la passione di un giovane pittore per una ballerina e in esso si nota "un notevole realismo nello studio della psicologia di Eva e nella considerazione dell'influenza decisiva del motivo economico sulla vicenda amorosa". Tigre reale Tigre reale, pubblicato da Brigola nel 1875, narra la storia dell'attrazione del giovane diplomatico Giorgio La Ferlita per una contessa russa "avida e capricciosa, malata di tisi e condannata a breve vita".Anche in questo romanzo spiccano alcuni di quei temi”... che ritroveremo nell'arte compiuta del Verga maturo, in una disposizione di toni e di parole che nascono con un timbro loro e ci obbligano ad appoggiare la voce su alcune e smorzarla su altre". Eros Il romanzo Eros, pubblicato nel 1875 è un romanzo "mondano" costruito sulla violenza delle passioni in un mondo raffinato ed elegante ma falso e "costituisce una tappa significativa nell'iter narrativo dello scrittore siciliano (influenzato dal milanese clima scapigliato), un bisogno di semplicità e naturalezza, di verità, dopo tanti artifici di sentimenti, di situazioni, di linguaggio". La prima raccolta di novelle Primavera e altri racconti Nel 1876 l'editore Brigola di Milano pubblica la prima raccolta di novelle dello scrittore Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag9 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- intitolata Primavera e altri racconti che verrà ristampata nel 1877 con l'aggiunta di Nedda. Le novelle erano apparse precedentemente sulla rivista "Illustrazione italiana" e "Strenna italiana". Il tema comune che lega queste novelle dal carattere eterogeneo è l'amore e in esse si possono già cogliere significativi tratti di realismo. Tra le novelle più riuscite di questa raccolta si ricorda Primavera, dove viene narrata la storia d'amore di una sartina, chiamata la Principessa, per Paolo, un giovane musicista giunto a Milano dove "... girondolava, masticando pensieri musicali, e sogni di giovinezza e di gloria".In questa novella l'autore ritenta, come già aveva fatto in Nedda e in qualche passo di Eros, l'uso del discorso indiretto libero che adotterà in seguito e che risulterà una nuova e vincente tecnica narrativa. Una pausa verista Nedda Nel 1874la serie di romanzi romantici e sentimentali, che però denunciavano già una forma di preverismo, vengono interrotti da una novella, intitolata Nedda, completamente diversa sia per l'argomento trattato che per lo stile. In essa Verga non descrive più il mondo borghese dell'alta società milanese o fiorentina, ma il mondo umile e povero, lontano da ogni specie di vita mondana, di un piccolo paese siciliano. In Nedda si avverte, come già nei precedenti romanzi, l'accusa contro un certo tipo di società, ma l'accusa in questo caso è molto più concreta e si basa su uno studio attento e realistico di una situazione sociale ben precisa che l'autore denota di ben conoscere. La fase verista Dopo questa novella, che può considerarsi un episodio isolato, il Verga continuò a scrivere i romanzi alla prima maniera, per poi riprendere dopo un po' di anni le posizioni stilistiche e umane che aveva espresso in Nedda, iniziando così la sua nuova fase narrativa. Risalgono al 1880 la raccolta di Vita dei campi, al 1883 la raccolta Novelle rusticane e la progettazione di cinque romanzi del Ciclo dei Vinti del quale scrisse i primi due: I Malavoglia nel 1881 e Mastro-don Gesualdo nel1888 con la pubblicazione tra i due, nel 1882, di un romanzo tra la vecchia maniera e la nuova, intitolato Il marito di Elena. Lo sfondo di tutte queste opere sono i luoghi intorno a Catania al quale lo scrittore era fortemente legato e hanno tutte come protagonisti uomini di umili origini sociali, come contadini, pastori, pescatori, artigiani. Se vengono messi in scena alcuni rappresentanti della nobiltà del paese, essi hanno tutti caratteristiche assai diverse dal modo di pensare dei primi personaggi verghiani. Tutto quindi cambia, dai temi, all'ambiente e ai personaggi dando spazio allo scrittore per una nuova maniera di intendere l'arte e la vita. Vita dei campi La nuova stagione dello scrittore si può far iniziare con la raccolta di novelle intitolata Vita dei campi, pubblicata a Milano dall'editore Treves nel 1880, che può essere considerata "il primo capolavoro della narrativa verghiana; un libro che contiene alcune tra le sue più celebri novelle, da Rosso Malpelo a Jeli il pastore, da Cavalleria rusticana a Fantasticheria.[11] In queste novelle Verga descrive, dal punto di vista popolare, gli eventi e le situazioni di Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag10 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- quell'ambiente contadino siciliano che egli conosceva bene e a cui era particolarmente legato, focalizzando l'attenzione sul piccolo mondo locale. Il ciclo dei Vinti Lo scrittore siciliano aveva progettato un ciclo di cinque romanzi, Il ciclo dei vinti, dei quali, però, scrisse solo i primi due: I Malavoglia (1881) e Mastro-don Gesualdo(1888), ai quali interpose Il marito di Elena (1882), romanzo che mostra ancora l'indecisione di Verga all'adozione del verismo. I successivi tre titoli che dovevano completare il ciclo non sono mai stati scritti: essi comprendono. La duchessa di Leyra (di cui rimangono solo i primi capitoli), L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso. Questi ultimi, in ordine, dovevano narrare la sconfitta di quella vanità che può sussistere solo ad un alto livello sociale, la sconfitta nelle ambizioni politiche tese alla conquista del potere, e la sconfitta nell'ambizione dell'artista che aspira alla gloria. I Malavoglia I Malavoglia è la storia di una famiglia, i cui membri sono rimasti sconfitti nel loro grande sforzo per uscire dalla miseria: è la lotta per il progresso allo stato elementare, in un ambiente i cui problemi sono quelli del pane quotidiano e le possibilità di mobilità sociale sono ridotte a zero. Mastro-don Gesualdo Mastro-don Gesualdo è la sconfitta di chi, vinta la battaglia per una migliore condizione economica, aspira alla promozione sociale e spera di conquistarla attraverso un matrimonio combinato, per accedere alla nobiltà. Novelle rusticane Novelle rusticane è una raccolta di 12 novelle pubblicate a Torino dall'editore Casanova nel 1883 e sono, come scrive Sarah Zappulla Muscarà "Mirabili, nella loro sofferta, opprimente desolazione, percorse da un più cupo pessimismo e nessun spiraglio di luce sembra illuminare i protagonisti di questa disperata tragedia del vivere". Le novelle rusticane sono il secondo scritto verista di Verga e tratta la tematica della "roba". Qui Verga introduce le tematiche socio-economiche della Sicilia del tempo. Secondo Verga, riesce a far fronte agli imprevisti della natura solo chi riesce ad accumulare più beni (terre, denaro), secondo la "legge del più forte". È dunque necessario curare i possessi materiali. Per le vie Risale al 1883 anche la pubblicazione, da parte dell'editore Treves della raccolta di novelle intitolata Per le vie che vede come protagonisti gli emarginati di una grande città come Milano in continua lotta per la sopravvivenza. Drammi intimi La raccolta di novelle Drammi intimi, pubblicata a Roma nel 1884 da Sommaruga contiene "Ancora fantasticherie erotiche, "malsane divagazioni della mente", amori che uccidono ed Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag11 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- insieme novelle rusticane"[13] Dal tuo al mio Nel 1905 compose infine un romanzo tratto da un dramma che aveva scritto nel 1903 dallo stesso titolo, Dal tuo al mio dove si assiste all'evolversi del suo pensiero sociale. Quando il movimento operaio si rafforzò e cominciò ad organizzarsi, passò da una adesione commossa alla diffidenza. Il romanzo descrive il voltafaccia di un capolega operaio che, avendo sposato la figlia del padrone, si trova sia economicamente che socialmente dalla parte finora contestata. La sceneggiatura delle novelle Oltre la composizione delle sue opere maggiori, Verga va ricordato per il suo contributo alla nascita in Italia di un teatro verista. Egli infatti scrisse la sceneggiatura di alcune sue novelle, Cavalleria rusticana e La lupa alle quali seguirono opere scritte espressamente per il teatro, come In portineria e Dal tuo al mio. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag12 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- storia la questione meridionale Nel 1901 il re Vittorio Emanuele III nominò presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli Lo affiancava, come ministro degli Interni, Giovanni Giolitti. Dal 1901 al 1914 Giolitti esercitò un influenza così autorevole sulla vita politica dell' Italia che questo periodo viene comunemente definito età giolittiana. L' età giolittiana coincise con il decollo della rivoluzione industriale in Italia. I progressi più evidenti si registrarono nell' industria siderurgica, nell'industria elettrica e nell'industria meccanica. Queste industrie avevano sede sopratutto nel così detto triangolo industriale, formato da Torino,Milano e Genova. La politica protezionistica, attuata con l' imposizione di altre tasse sui prodotti esteri, favorì notevolmente lo sviluppo delle industrie del Nord, mentre danneggiò il Sud che vide chiuse le porte dei mercati esteri per i propri prodotti tipici. Lo sviluppo industriale portò notevoli miglioramenti nel livello medio di vita degli Italiani, ma nuovi disagi nelle città sempre più affollate. Giolitti elaborò un suo piano di riforme coinvolgendo in particolare il Partito socialista italiano che interpretava la protesta della sempre più numerosa classe operaia. All' interno del Partito socialista italiano, si erano formate due correnti : quella riformista e quella massimalista. I riformisti, guidati da Filippo Turati, ritenevano che si dovesse cambiare la società gradualmente, attraverso le riforme. I massimalisti, guidati da Costantino Lazzari e da Benito Mussolini, ritenevano che per cambiare la società fosse necessario ricorrere alla rivoluzione. Nel settembre del 1904 venne proclamato il primo sciopero generale nazionale: una vittoria dei massimalisti che si richiamavano al sindacalismo rivoluzionario di Sorel. il modo di far politica di Giolitti venne definito del doppio volto: • Un volto aperto e democratico nell ' affrontare i problemi del nord; • Un volto conservatore e corrotto nello sfruttare i problemi del sud. Al nord, Giolitti consentì gli scioperi e fece assumere al governo una posizione di neutralità difronte ai conflitti sindacali. Giolitti non si limitò a consentire gli scioperi, varò alcuno riforme che migliorano le condizioni di lavoro degli operai. La lotta sindacale portò all' aumento dei salari dei lavoratori che poterono così cominciare ad acquistare non solo prodotti alimentari, ma anche prodotti industriali. Altri interventi riformatori di Giolitti si ebbero nel campo ferroviario, assicurativo con la nazionalizzazione delle assicurazioni sulla vita, a questo scopo venne creato un apposito ente l'INA (Istituto nazionale assicurazione). L' azione di governo di Giolitti nei confronti del Meridione ebbe carattere sporadico. Se eccettua la costruzione dell' acquedotto pugliese, perlopiù gli interventi si limitarono a leggi speciali per porre rimedio a situazioni particolari. Gran parte del flusso di denaro che in questo modo arrivò al Sud alimentò clientele e corruzione. In oltre, difronte agli scioperi del Sud, Giolitti non fu affatto neutrale,fece intervenire Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag13 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- duramente le forze dell' ordine, attuando una pesante repressione e causando numerose vittime. Il Sud, per Giolitti, era politicamente un semplice serbatoio di voti da controllare in modo spregiudicato. Molti contadini meridionali, rimasti disoccupati, si videro costretti a partire in cerca di lavoro verso l estero. Tra il 1900 e il 1914 emigrarono più di 8 milioni di nostri connazionali, principalmente verso il Nord Europa, gli Stati Uniti e alcuni paese dell' America del Sud. L' emigrazione fu un fenomeno doloroso che tutta via portò un po' di ricchezza nelle terre più povere. Chi lavorava all' estero infatti mandava parte della propria paga(le così dette rimesse), in Italia, aumentando un po' la ricchezza del nostro paese Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag14 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- sistemi Rilevamento di luminosità Il sensore è un trasduttore che si trova in diretta interazione con il sistema misurato ed è, in ambito strettamente metrologico, riferito solamente al componente che fisicamente effettua la trasformazione della grandezza d'ingresso in un segnale di altra natura. I dispositivi in commercio spesso integrano al loro interno anche alimentatori stabilizzati, amplificatori di segnale, dispositivi di comunicazione remota, ecc. In quest'ultimo caso si preferisce definirli trasduttori. Il trasduttore in questo caso è una fotoresistenza: la resistenza del componente varia in funzione della luminosità. La resistenza aumenta al crescere della luminosità: al buio vale circa 1MΏ mentre con 1 luminosità di 1000 lux la resistenza diminuisce fino al valore di circa Rm = 500Ω. L'andamento della resistenza in funzione della luminosità non è però lineare. Il trasduttore può essere utilizzato come sensore di temperatura. Quando la temperatura supera un valore prefissato, l'elemento riscaldante, non deve più essere percorso da correnti. I rilevatori di movimento e i sensori di presenza sono strumenti che aumentano l’efficienza energetica degli impianti elettrici nei quali vengono installati. Questi dispositivi, infatti, adattano il consumo di energia elettrica alle reali necessità d’illuminazione. La soglia crepuscolare impostabile 0 permette di selezionare quando, per l’utente, la luce naturale non è più sufficiente e quindi deve essere accesa la luce artificiale. La regolazione del ritardo allo spegnimento consente di limitare al massimo gli sprechi, dando la possibilità di impostare per quanto tempo la luce deve rimanere accesa in assenza di persone nell’angolo di rilevamento. Ciò significa accendere la luce solo quando la luce del sole non è sufficiente e solo per il tempo in cui si è presenti nell’ambiente. FotoResistenza o LDR (Lum R) Se prendiamo un pezzetto di materiale semiconduttore (quale ad es.: Silicio, Germanio, Solfuro di Cadmio, Arseniuro di Gallio, ecc.) lo poniamo al buio e ne misuriamo la resistenza otterremo un certo valore. Se poi lo illuminiamo facendo lentamente crescere l’intensità luminosa vedremo che la sua resistenza diminuirà. Da questo esperimento si comprende bene una delle proprietà dei semiconduttori, la loro resistenza dipende dall’intensità luminosa dell’ambiente in cui si trovano ed in particolare decresce al crescere di tale intensità. Sfruttando questa loro proprietà è possibile realizzare un particolare tipo di Sensore di Luminosità, la Foto Resistenza o LDR (Light-Dependent Resistor cioè Resistenza Dipendente dalla Luminosità). Definizione Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag15 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- Una FotoResistenza o LDR è un Sensore che sfrutta la proprietà dei semiconduttori di variare la propria resistenza al variare della luminosità. Un FotoDiodo è un particolare diodo che posto all’interno di un package trasparente e polarizzato inversamente è in grado di produrre una corrente proporzionale all’illuminazione ricevuta. Esso si comporta come un generatore di corrente, il cui valore dipende dall’illuminazione in ingresso. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag16 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- telecomunicazione trasduttori acustici Il modello di un collegamento elementare di telecomunicazione prevede la presenza di : • un terminale trasmittente, comprendente un opportuno trasduttore di sorgente; • un terminale ricevente, comprende un opportuno trasduttore di ricezione • un canale di comunicazione,comprendente il mezzo trasmissivo e le relative apparecchiature di linea il suono quando parliamo, si producono delle onde sonore che si propagano attraverso l aria che ci circonda Le oscillazioni sono spostamenti delle particelle, intorno alla posizione di riposo e lungo la direzione di propagazione dell'onda, provocati da movimenti vibratori, provenienti da un determinato oggetto, chiamato sorgente del suono, il quale trasmette il proprio movimento alle particelle adiacenti, grazie alle proprietà meccaniche del mezzo; le particelle a loro volta, iniziando ad oscillare, trasmettono il movimento alle altre particelle vicine e queste a loro volta ad altre ancora, provocando una variazione locale della pressione; in questo modo, un semplice movimento vibratorio si propaga meccanicamente originando un'onda sonora (o onda acustica), che è pertanto onda longitudinale. Si ha un'onda longitudinale quando le particelle del mezzo in cui si propaga l'onda, oscillano lungo la direzione di propagazione. Le onde meccaniche longitudinali sono anche denominate onde di pressione. Il suono è un'onda che gode delle seguenti proprietà: riflessione,rifrazione e diffrazione, ma non della polarizzazione (a differenza della luce che è un'onda elettromagnetica, ovvero un'onda ha come la frequenza e la lunghezza d'onda possono essere messe in relazione con la formula Per le onde sonore, l'ampiezza dell'onda è la differenza tra la pressione del mezzo non perturbato e la pressione massima causata dall'onda. La velocità di propagazione delle onde sonore dipende dalla temperatura e pressione del mezzo attraverso il quale si propagano. Come tutte le onde, anche quelle sonore sono caratterizzate da una frequenza (che nel caso del suono è in diretta, ma non esclusiva, relazione con la percezione dell'altezza) e un'intensità (che è in diretta, ma non esclusiva, relazione con il cosiddetto "volume" del suono). Inoltre, caratteristica saliente delle onde sonore è la forma d'onda stessa, che rende in gran parte ragione delle differenze cosiddette di timbro che si percepiscono tra diverse tipologie di suono. Come tutti i fenomeni acustici, il suono è una perturbazione di carattere oscillatorio che si propaga con una data frequenza in un mezzo elastico. Il numero di oscillazioni (variazioni di pressione) al secondo viene chiamato frequenza del suono e viene misurato in cicli al Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag17 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- secondo ossia in Hertz (Hz). Il campo uditivo dell'uomo si estende da circa 20 Hz fino a 20.000 Hz (ossia 20 kHz). La lunghezza d'onda rappresenta lo spazio percorso dall'onda sonora in un periodo completo di oscillazione. Le relazioni tra periodo T (tempo necessario perché si compia un'oscillazione completa), frequenza f, e lunghezza d'onda L sono date da: f = c/L; f = 1 /T; c = L/T; c = Lf dove c è la velocità del suono nell'aria (344 m/s; nell'aria, alla temperatura di 20 °C ed alla pressione atmosferica del livello del mare). La velocità del suono dipende molto dalla densità del mezzo: è circa 1.500 m/s nell'acqua e circa 5.000 m/s nel ferro. Essendo un movimento di materia, nel vuoto non si trasmette, poiché non c'è materia da far oscillare. Conoscendo la velocità e la frequenza di un suono, possiamo dunque calcolare la sua lunghezza d'onda; alla frequenza di 20 Hz, la lunghezza d'onda è pari a 17 metri, mentre a 20 kHz è pari a soltanto 17 mm. La velocità di propagazione del suono dipende dalle caratteristiche del mezzo, in particolare l'elasticità e la densità. È direttamente proporzionale all'elasticità ed inversamente proporzionale alla densità, secondo la relazione. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag18 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- Educazione fisica gli organi di senso Gli organi di senso ci permettono di interagire con il mondo circostante. Sono costituiti da recettori sensoriali (costituiti da terminazioni di cellule nervose) organizzati in strutture più o meno complesse, specializzate nella ricezione degli stimoli provenienti dall’esterno o dall’interno del nostro corpo, di trasformarli in impulsi nervosi e di trasmetterli al sistema nervoso centrale per la loro elaborazione. I recettori sensoriali sono presenti in tutto il nostro corpo e possono essere distinti, in funzione della provenienza dello stimolo, in: • esterocettori, in grado di reagire agli stimoli esterni (come i corpuscoli nervosi sensitivi della cute, atti a raccogliere stimoli tattili, termici, e gli organi dei sensi dell'olfatto, del gusto, dell'udito e dell'equilibrio e della vista, • enterocettori, in grado di reagire a stimoli provenienti dai nostri organi interni, • propriocettori, che forniscono continuamente informazioni sui movimenti che l'organismo stesso sta compiendo, sono presenti nei tendini e nei muscoli. Il tatto Il tatto, o senso tattile, ci permette di rilevare con straordinaria precisione la presenza di stimoli dovuti al contatto della superficie della pelle con oggetti esterni. Il senso tattile è diffuso sull'intera superficie del nostro corpo, ma le terminazioni nervose sono concentrate soprattutto in alcune zone: palmo della mano e dita, pianta del piede, labbra. Il senso tattile è dovuto a diversi tipi di recettori specializzati che traducono i diversi tipi di pressione e contatto sulla pelle in stimoli nervosi che vengono inviati, attraverso i nervi, al midollo spinale e all'encefalo. Su ogni centimetro quadrato di pelle si trovano mediamente circa 130 recettori tattili: i recettori per il freddo, per il caldo, per il dolore, le cellule di Merkel e i corpuscoli di Meissner, di Ruffini e di Pacini. I recettori per il caldo e per il freddo sono costituiti da terminazioni nervose libere nella pelle, mentre le cellule di Merkel sono dei sensori sensibili alla pressione, direttamente collegati a delle fibre nervose. I corpuscoli di Meissner sono costituiti da delle cellule sensoriali disposte a colonna, con all'interno una fibra nervosa avvolta a spirale. Sono molto numerosi nel derma dei polpastrelli e reagiscono alle variazioni di pressione: quanto più rapidamente varia la pressione, tanto maggiore sarà lo stimolo inviato lungo la fibra nervosa. I corpuscoli di Pacini sono costituiti da un guscio contenente numerosi strati di cellule appiattite che circondano una grande terminazione nervosa centrale. Questi corpuscoli sono particolarmente sensibili alle vibrazioni. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag19 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- L'olfatto e il gusto Olfatto e gusto non sono chiaramente separabili l'uno dall'altro e per molti aspetti si sovrappongono. L'olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto, come si può dimostrare semplicemente quando un raffreddore congestiona le vie aeree, compromettendo la funzione olfattiva, ed i cibi hanno pressoché tutti lo stesso sapore. Entrambi sono dei sensi chimici, e sono in grado di rilevare la presenza di sostanze (naturali o artificiali) contenute nell'aria (olfatto) e nel cibo e nelle bevande (gusto). In una piccola zona dell’epitelio che riveste la parte dorsale della cavità nasale si trovano tra i 10 ed i 20 milioni di recettori olfattivi, costituiti da neuroni bipolari. Un prolungamento è rivolto verso l'esterno e costituisce il recettore, l'altro è diretto in senso opposto e va a costituire il nervo olfattivo. I segnali inviati da questi neuroni giungono nel bulbo olfattivo del telencefalo (nei glomeruli olfattivi) e sono quindi inviati ad altre zone cerebrali (corteccia, ipotalamo) dove vengono elaborati ed interpretati. Mentre nell'uomo il ruolo dell'olfatto come strumento di conoscenza dell'ambiente circostante ha un carattere secondario, negli animali è uno strumento indispensabile per le attività fondamentali quali la caccia, la localizzazione dei partner, dei compagni e dei predatori. I recettori del gusto sono costituiti dai calici gustativi presenti nelle papille gustative della lingua, nel palato molle, nelle guance e nella faringe. Nelle papille gustative si trovano i bottoni gustativi, che a loro volta contengono i recettori del gusto, le cellule specializzate nel riconoscimento delle molecole gustative. In ogni bottone si trovano da 50 a 150 cellule che presentano al loro apice dei microvilli, che vengono a contatto con le sostanze presenti sulla superficie della lingua (sciolte nella saliva). Questi cellule recettrici sono connesse con delle fibre nervose afferenti che vanno a costituire parti del nervo faciale (7° nervo cranico), del nervo glossofaringeo (9°) e del nervo vago (10°). Tutti gli impulsi raggiungono il midollo allungato, poi il talamo e la corteccia cerebrale. L'udito L'udito è un sistema estremamente complesso, il primo dei cinque sensi a svilupparsi nel feto e a permettere il contatto con il mondo. L'elemento chiave di questo sistema è l'orecchio, l'organo che ci permette di sentire i suoni. L'orecchio riceve e traduce i suoni in impulsi elettrici che vengono trasmessi per mezzo delle fibre nervose del nervo acustico all'encefalo, dove vengono analizzati ed interpretati. L'orecchio è composto da 3 parti: l'orecchio esterno, l'orecchio medio e l'orecchio interno. L'orecchio esterno è composto dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno. Il padiglione auricolare è l'unica parte visibile dell'orecchio,è costituito da cartilagine rivestita dalla pelle e presenta vari solchi e rilievi. La sua funzione è quella di raccogliere i suoni per convogliarli nel condotto uditivo. Il condotto uditivo esterno è a fondo cieco ed è delimitato dal timpano, una membrana molto sottile che separa l'orecchio esterno dall'orecchio medio. L’orecchio medio contiene gli ossicini, le tre ossa più piccole del corpo umano: martello, incudine e staffa. Il martello è intimamente collegato da una parte alla membrana timpanica e dall'altra all'incudine, che a sua volta è collegata alla staffa che si appoggia alla membrana della finestra ovale dell'recchio interno. Le vibrazioni del timpano, provocate dai suoni, sono amplificate di circa venti volte da Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag20 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- queste tre ossa, che le trasmettono al liquido contenuto nell’orecchio interno. L'orecchio medio comunica con la faringe attraverso la tuba di Eustachio, che permette di equilibrare, "compensare", la pressione dell'aria tra orecchio medio ed esterno. La sensazione di "orecchie chiuse" che si avverte ad esempio salendo (o scendendo) da una montagna, scompare quando l'aria riesce ad uscire (o ad entrare) dall'orecchio medio attraverso la tuba di Eustachio. L'orecchio interno ha una duplice funzione (statoacustica), costituendo: • l'organo acustico, cioè recettore delle vibrazioni sonore che giungono dall'orecchio medio • l'organo statico, che regola il senso dell'equilibrio. E' formato dal labirinto osseo, costituito da un complicato sistema di spazi e cavità contenute nella parete dell'osso temporale, e dal labirinto membranoso, costituito da condotti e da vesciche comunicanti tra loro, a parete membranosa e sottile, interne al labirinto osseo. Tra le pareti del labirinto osseo e quelle del labirinto membranoso si trova un liquido, la perilinfa. Il labirinto osseo è suddiviso in tre parti: il vestibolo, la coclea o chiocciola (assomiglia al guscio di una lumaca) e i canali semicircolari. Il labirinto membranoso è costituito dall’utricolo, dal sacculo (entrambi contenuti nel vestibolo), dai condotti semicircolari e dal condotto cocleare. All’interno del labirinto membranoso si trova l’endolinfa. La perilinfa è un liquido chiaro di origine linfatica mentre l'endolinfa è un liquido incolore, trasparente, fluido, la cui composizione è simile a quella del liquido intracellulare. L'organo acustico propriamente detto è formato dal condotto cocleare contenuto nella chiocciola ossea e collegato all'encefalo per mezzo del nervo acustico. Il condotto cocleare è un tubo lungo e stretto avvolto su se stesso ad elica e chiuso ad entrambe le estremità, pieno di endolinfa. Sulla parte inferiore del condotto cocleare, la membrana basilare, si trova l'organo del Corti, che rappresenta l'organo acustico vero e proprio, perché contiene i recettori dell'udito, direttamente connessi al nervo acustico. Le onde sonore seguono questo percorso: sono convogliate dal padiglione auricolare verso il condotto uditivo esterno e quindi al timpano, che colpito dalle onde sonore vibra, trasmettendo le vibrazioni alla catena degli ossicini dell'orecchio medio, che amplificano queste vibrazioni di circa 20 volte. L'ultimo degli ossicini, la staffa, direttamente appoggiato alla finestra ovale dell'orecchio interno, trasmette le vibrazioni alla perilinfa contenuta nella coclea. Le vibrazioni si trasmettono quindi all'endolinfa contenuta nel dotto cocleare e vengono percepite dalle cellule cigliate (circa 10.000 in ogni orecchio) dell'organo del Corti, che le trasformano in impulsi nervosi, inviati al cervello attraverso il nervo acustico. L'organo di senso statico è formato dall'utricolo, dal sacculo e dai canali semicircolari membranosi, contenuti nel vestibolo e nei canali semicircolari ossei, ed è unito all'encefalo dal nervo vestibolare dell'acustico. L'utricolo è un sacchetto a pareti molto sottili. Sboccano in esso, per mezzo di piccoli orifizi, i canali semicircolari e il condotto endolinfatico. Il sacculo è una vescichetta rotondeggiante a pareti sottili, che si trova sotto all'utricolo. I canali semicircolari sono tre tubuli pieni di endolinfa, disposti nelle tre direzioni dello spazio. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag21 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- Sul pavimento dell'utricolo e sulle pareti dei canali semicircolari si trovano le macule statoacustiche, dove si trovano i recettori cigliati, coperti da una cupola gelatinosa su cui poggiano gli otoliti, minuscoli cristalli di carbonato di calcio che permettono la percezione della posizione della testa e del corpo nello spazio. La vista L'occhio è l'organo della vista, ricava informazioni sull'ambiente a noi circostante attraverso la luce. Il nostro occhio è un complesso sensore che raccoglie la luce proveniente dall'ambiente, ne regola l'intensità attraverso la pupilla, la mette a fuoco attraverso il cristallino per formare un'immagine sulla retina, dove viene trasformata in impulsi elettrici che attraverso il nervo ottico vengono inviati all'encefalo, dove vengono elaborati ed interpretati. I nostri occhi hanno forma approssimativamente sferica e sono posizionati all'interno delle cavità orbitali, collegati a dei muscoli che ne permettono i movimenti. La superficie esterna dell'occhio è costituita dalla sclera, una membrana di tessuto fibroso, opaca (bianca) e molto resistente. La sclera, nella parte esposta all'aria, è protetta dalla congiuntiva, una membrana protettiva e trasparente che riveste anche la parte interna delle palpebre, che proteggono l'occhio e ne impediscono la disidratazione. Nella parte anteriore dell'occhio la sclera prende il nome di cornea: è sottile e trasparente e presenta una maggiore curvatura rispetto al resto dell'occhio. Internamente alla sclera si trova una seconda membrana, pigmentata e ricca di vasi sanguigni, la coroide, che nella parte anteriore si inspessisce e forma il corpo ciliare, costituito da un anello muscolare che sostiene e regola la curvatura del cristallino (processo di accomodazione) e da un epitelio che produce l'umor acqueo. Anteriormente al corpo ciliare si trova un anello di fibre muscolari lisce che costituiscono l'iride, che presenta un foro centrale, la pupilla. Le fibre muscolari dell'iride regolano l'ampiezza della pupilla in funzione della quantità di luce. Dietro la pupilla si trova il cristallino, una lente incolore, trasparente ed elastica la cui forma viene modificata dai muscoli del corpo ciliare, permettendo la messa a fuoco di oggetti posti a distanze diverse. Lo spazio tra il cristallino e la cornea è occupato dall'umor acqueo. L'ampio spazio posteriore dell'occhio, tra il cristallino e la retina, è occupato da una sostanza gelatinosa chiamata umor vitreo. Internamente alla coroide si estende la retina, costituita da strati di cellule che contengono i fotorecettori, che trasformano la luce in impulsi elettrici che vengono quindi inviati, attraverso il nervo ottico, alle regioni cerebrali associate alla vista. Lo strato più superficiale della retina è costituito dai coni e dai bastoncelli, cellule sensibili alla luce. Al centro della retina, nella zona chimata fovea, sono presenti solo i coni (tre tipi diversi, sensibili rispettivamente alla luce rossa, verde e blu). Più esternamente si trovano in numero molto maggiore rispetto ai coni, i bastoncelli, molto più sensibili alla luce dei coni. I bastoncelli permettono un buona capacità visiva anche in condizioni di scarsa luminosità (visione notturna), ma anche di distinguere i contrasti luce-buio e quindi il contorno degli oggetti. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag22 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- dell'udito, direttamente connessi al nervo acustico. Le onde sonore seguono questo percorso: sono convogliate dal padiglione auricolare verso il condotto uditivo esterno e quindi al timpano, che colpito dalle onde sonore vibra, trasmettendo le vibrazioni alla catena degli ossicini dell'orecchio medio, che amplificano queste vibrazioni di circa 20 volte. L'ultimo degli ossicini, la staffa, direttamente appoggiato alla finestra ovale dell'orecchio interno, trasmette le vibrazioni alla perilinfa contenuta nella coclea. Le vibrazioni si trasmettono quindi all'endolinfa contenuta nel dotto cocleare e vengono percepite dalle cellule cigliate (circa 10.000 in ogni orecchio) dell'organo del Corti, che le trasformano in impulsi nervosi, inviati al cervello attraverso il nervo acustico. L'organo di senso statico è formato dall'utricolo, dal sacculo e dai canali semicircolari membranosi, contenuti nel vestibolo e nei canali semicircolari ossei, ed è unito all'encefalo dal nervo vestibolare dell'acustico. L'utricolo è un sacchetto a pareti molto sottili. Sboccano in esso, per mezzo di piccoli orifizi, i canali semicircolari e il condotto endolinfatico. Il sacculo è una vescichetta rotondeggiante a pareti sottili, che si trova sotto all'utricolo. I canali semicircolari sono tre tubuli pieni di endolinfa, disposti nelle tre direzioni dello spazio. Sul pavimento dell'utricolo e sulle pareti dei canali semicircolari si trovano le macule statoacustiche, dove si trovano i recettori cigliati, coperti da una cupola gelatinosa su cui poggiano gli otoliti, minuscoli cristalli di carbonato di calcio che permettono la percezione della posizione della testa e del corpo nello spazio. La vista L'occhio è l'organo della vista, ricava informazioni sull'ambiente a noi circostante attraverso la luce. Il nostro occhio è un complesso sensore che raccoglie la luce proveniente dall'ambiente, ne regola l'intensità attraverso la pupilla, la mette a fuoco attraverso il cristallino per formare un'immagine sulla retina, dove viene trasformata in impulsi elettrici che attraverso il nervo ottico vengono inviati all'encefalo, dove vengono elaborati ed interpretati. I nostri occhi hanno forma approssimativamente sferica e sono posizionati all'interno delle cavità orbitali, collegati a dei muscoli che ne permettono i movimenti. La superficie esterna dell'occhio è costituita dalla sclera, una membrana di tessuto fibroso, opaca (bianca) e molto resistente. La sclera, nella parte esposta all'aria, è protetta dalla congiuntiva, una membrana protettiva e trasparente che riveste anche la parte interna delle palpebre, che proteggono l'occhio e ne impediscono la disidratazione. Nella parte anteriore dell'occhio la sclera prende il nome di cornea: è sottile e trasparente e presenta una maggiore curvatura rispetto al resto dell'occhio. Internamente alla sclera si trova una seconda membrana, pigmentata e ricca di vasi sanguigni, la coroide, che nella parte anteriore si inspessisce e forma il corpo ciliare, costituito da un anello muscolare che sostiene e regola la curvatura del cristallino (processo di accomodazione) e da un epitelio che produce l'umor acqueo. Anteriormente al corpo ciliare si trova un anello di fibre muscolari lisce che costituiscono l'iride, che presenta un foro centrale, la pupilla. Le fibre muscolari dell'iride regolano l'ampiezza della pupilla in funzione della quantità di luce. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag23 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- Dietro la pupilla si trova il cristallino, una lente incolore, trasparente ed elastica la cui forma viene modificata dai muscoli del corpo ciliare, permettendo la messa a fuoco di oggetti posti a distanze diverse. Lo spazio tra il cristallino e la cornea è occupato dall'umor acqueo. L'ampio spazio posteriore dell'occhio, tra il cristallino e la retina, è occupato da una sostanza gelatinosa chiamata umor vitreo. Internamente alla coroide si estende la retina, costituita da strati di cellule che contengono i fotorecettori, che trasformano la luce in impulsi elettrici che vengono quindi inviati, attraverso il nervo ottico, alle regioni cerebrali associate alla vista. Lo strato più superficiale della retina è costituito dai coni e dai bastoncelli, cellule sensibili alla luce. Al centro della retina, nella zona chimata fovea, sono presenti solo i coni (tre tipi diversi, sensibili rispettivamente alla luce rossa, verde e blu). Più esternamente si trovano in numero molto maggiore rispetto ai coni, i bastoncelli, molto più sensibili alla luce dei coni. I bastoncelli permettono un buona capacità visiva anche in condizioni di scarsa luminosità (visione notturna), ma anche di distinguere i contrasti luce-buio e quindi il contorno degli oggetti. Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag24 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- Inglese sensors and automation:trafficlight The simple replacement of human workers by machines in often called “mechanization”, but automation generally implies the integration of machines into a self-contolling sytem. Automation is used for a wide variety of jobs that are too complex or dangerous for people to do. Automated systems can make decisions more quickly than people can. For example, high-speed military aircraft. Automated systems are used for complex task . For example, many cities use automated systems to coordinate traffic lights. Sensors determine the numeberand speed of vehicles and send the data to a computer. The computer decides traffic light. Automated machinery is batter suited for routine, repetitive such as assembling,inaspecting, and packaging products. In addittion, machines can operate in evironments that are unsafe for people. For ex for repairing underwater pipelines at high pressures. Automated systems can also work more cheaply than people can. For ex: cash registrers take note of each item Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag25 di pag26 I.P.S.I.A. Bocchigliero --la percezione della realtà da diverse prospettive-- BIBLIOGRAFIA Alvise Cecconelli, Andrea Cecconelli_ Telecomunicazioni e applicazioni_ Tecniche di trasmissione Sistemi di telecomunicazione Wikipedia.org Alba Rosa Leone_ Storia Modulare nuova edizione 3_ dalla prima guerra mondiale alla globalizzazione. Kiaran O'Malley_ Gateway to electriciti electronics & telecomunication Carmelo e Marta Sambugar/ Doretta Ermini / Gabriellas Salà_ Percorsi modulari di lettura e di lavoro Alunno: Giuseppe Ricca anno scolastico 2013/2014 classe V pag26 di pag26