RAFFAELE BENDANDI - IC San Rocco Faenza

RAFFAELE BENDANDI
"La natura coi suoi profondi insegnamenti mi additò che
nulla, assolutamente nulla, avviene a caso nell’universo;
ma che tutti i fenomeni che osserviamo non
rappresentano che le note isolate di una grandiosa
melodia che riempie lo spazio dei suoi accordi. E questa
armonia perenne – di cui Pitagora affermava di udire il
ritmo grandioso – mi avvinse e mi colpì fin dalle prime
osservazioni." (dai suoi scritti).
Queste le parole che accompagnarono ogni istante della
vita di Raffaele Bendandi e che furono per lui monito e
stimolo continuo a ricercare, provare, verificare quanto
osservava.
Nacque a Faenza il 17 ottobre 1893 da modesta famiglia di lavoratori: le scarse
disponibilità finanziarie non gli permisero studi superiori e arrivò solo alla sesta
elementare, poi lavorò presso un negozio di orologiaio e da intagliatore. L’esperienza
acquisita gli permise, in seguito, di realizzare strumenti di precisione come i sismografi e i
disegni dei parallelogrammi delle forze.
Nel 1917 si trovava mobilitato presso una squadriglia dell’alto Adriatico, in zona di guerra;
amava appartarsi, nei rari momenti di riposo, per contemplare la natura nelle sue
grandiose manifestazioni e a meditare i suoi profondi insegnamenti. E’ da questa
meditazione, da questo scoprire il moto ondoso, l’attrazione luni-solare che si creano le
motivazioni per uno studio attento, scrupoloso e metodico dei fenomeni naturali in genere
ed in particolare dei terremoti ...
"Fremente come la corda armoniosa di un suono simpatico, l’anima mia ascoltava senza
intendere, contemplava senza vedere e si chiedeva sbalordita qual fosse mai la genesi
formidabile di quella ritmica e possente fluttuazione del mare" …
"La dolce ma irresistibile forza dell’attrazione, che allaccia con le sue catene magnetiche
tutti i mondi facendo sì che ciascuno di essi resti sotto l’influsso costante della sua
impenetrabile armonia, doveva col flusso e riflusso, offrirmi il filo conduttore che mi ha
portato alla luce" ...
In queste parole la chiave della teoria di Bendandi, la soluzione a tutti i suoi interrogativi e
la verifica di tutti i suoi esperimenti ...
Bendandi, dopo anni di lavoro, può affermare che i terremoti non sono altro che scricchiolii
dell’impalcatura terrestre determinati dal variare della tensione gravitazionale esercitata
dalla luna e dalle altre masse planetarie sul nostro pianeta… .
I principali risultati conseguiti nelle sue lunghe indagini sono quelli relativi ai terremoti: può
asserire che hanno una origine cosmica. Fonda nel 1915 un primo osservatorio geofisico
con i suoi strumenti, che più tardi costruirà e sistemerà in diverse università americane.
Nel suo osservatorio studiava e conduceva anche ricerche di astronomia, geofisica,
magnetismo ed in particolare scoprì la genesi del ciclo undecennale del sole e dell’attività
delle sue macchie, eruzioni, protuberanze, che tante ripercussioni hanno sul nostro
pianeta.
Secondo Bendandi tutte queste manifestazioni terrestri e solari sono causate da uno
squilibrio gravitazionale prodotto dalla somma delle attrazioni planetarie :"l’Uomo dei
terremoti" era in grado di prevedere con grande anticipo questi fenomeni, cosa fino ad
oggi non raggiunta da nessuno.
Ulteriori indagini sopra le influenze planetarie gli permisero di scoprire che oltre Nettuno e
Plutone gravitano altre quattro masse planetarie di cui determinò gli elementi
caratterizzanti (massa, moto di rotazione e rivoluzione).
Allargò il campo delle sue ricerche anche ad un ambito nuovissimo e rivoluzionario, per
quei tempi, quale quello delle influenze cosmiche: trovò che il sole con le sue molteplici
radiazioni è il regolatore supremo di tutta l’attività planetaria e rappresenta la causa
determinante e regolatrice di ogni processo fisico, elettrico, magnetico, atmosferico,
biologico e patologico (esiste, secondo Bendandi, una influenza solare predominante
sulla salute degli organismi umani).
Gli interessi di Bendandi sono stati molteplici e tutti affrontati con dedizione e serietà:
molte delle sue energie le concentrò, nel periodo tra il 1922 e il 1930, allo studio dei
terremoti ed alla loro previsione, ma il mondo accademico mai accettò il suo sapere e
sconfitto nello sforzo di dimostrare le sue argomentazioni, si chiuse in un muto silenzio.
Ed invece, come sempre accade per ogni cosa nuova, quando non vilipeso, fui deriso,
compassionato e dai più benigni, ritenuto un semplice illuso [...] ma la coscienza della
lunga e costante fatica, il disinteressato sacrificio di una intera giovinezza tutta spesa nelle
ricerche, si ribellarono a questo miscredente atto di incomprensione umana, a questo
atroce, anticipato sarcasmo…
Pubblicò a sue spese il volume "Un Principio Fondamentale dell’Universo" nel luglio del
1931
Non sono mancati riconoscimenti al suo operato quali la nomina a membro della Società
Sismologia Italiana, membro della Accademia Torricelliana di Scienze e Lettere, a
Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana.
Nel 1968 riceve la nomina e premiazione a "Faenten sota la torr" e in quella occasione
comunica la sua scoperta del nuovo pianeta a cui dà il nome "Faenza".
Faenza lo annovera fra i più illustri cittadini.
da:
Osservatorio geofisico comunale "Raffaele Bendandi" di Faenza
Istituzione Culturale "La Bendandiana"
http://www.osservatoriobendandi.it/