Elogio della filosofia - Dimensione Cultura
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Il mondo classico diede della filosofia la definizione di «ricerca delle cause prime», cioè la
capacità di render ragione del perché le cose stiano così. La filosofia dunque fonda la
conoscenza e con essa le stesse valutazioni e scelte morali: infatti il perché delle cose, una
volta chiarito, spiega e giustifica non solo cosa sia vero o falso, ma anche cosa sia giusto, cosa
sia bene e cosa sia male, superando ogni relativismo e scetticismo teoretico, giacché in ogni
caso si è costretti ad agire in base a criteri che appunto proprio dalla filosofia vengono posti e
dimostrati.
L'assenza del pensare filosofico significa affidarsi esclusivamente all'esperienza soggettiva,
particolare, individuale all'utile di ciascuno, all'emotività, all'irrazionalità, all'immediato. Questo
rende difficile anche la comunicazione, chiusa appunto in una visione privata, senza riferimenti
oggettivi, universali e dunque, per questo, capaci di aprirsi a significati nei quali ognuno si
possa riconoscere in quanto uomo. Infatti, se avesse valore una certa opinione e se l'opinione
opposta avesse lo stesso valore, questo significherebbe che esse non possiederebbero alcun
valore, convivendo le contraddizioni sullo stesso argomento e non potendone uscire. Sarebbe
vera un'opinione e il suo contrario.
L'opinione è dunque
solo soggettività. Se io mi muovessi all'interno di opinioni, la mia non varrebbe più di tutte le
altre, cioè sarebbe equi-valente, dello stesso valore: quindi non avrebbe alcun valore.
L'equivalenza, cioè l'egual valore, quindi l'omogeneità, l'indifferenza (il non esserci differenze),
cioè il differenziare un'opinione dall' altra sempre e soltanto soggettivamente (e dunque
arbitrariamente) non è altro che la definizione del caos.
Socrate, che molti manuali pongono all'inizio di un primo processo di concettualizzazione aveva
esattamente la finalità di far uscire l'uomo dal caos della doxa, dell'opinabile, da ciò che è
soggettivo, giacché il mondo soggettivo muore con il soggetto e quindi qualsiasi valore abbia,
non lo avrà più.
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D'altra parte, ogni attacco alla filosofia non può che essere a sua volta un'altra filosofia,
costretta ad argomentare e dimostrare per potersi giustificare. Il rifiuto della filosofia è il rifiuto di
un certo modo di concepire la vita, l'uomo, il mondo, i rapporti tra uomo e mondo e questo è
possibile solo in nome di un'altra concezione della vita, dell'uomo, del mondo e dei rapporti che
v'intercorrono.
Inoltre l'accusa d'inutilità che spesso viene mossa alla filosofia è, in realtà la forza stessa del
pensare. Questo infatti, se è davvero libero, deve argomentare secondo se stesso e non per
scopi utilitaristici o funzionali che ci farebbero essere soltanto copie sbiadite dell'animale, il
quale raggiunge quegli stessi scopi senza eccessivi problemi e senza scrupoli morali. Se il
filosofare è inutile è, proprio per questo, libero, svincolato dai bisogni fisiologici, dagl'interessi
immediati, dalle cose e dalle necessità pratiche; esso è la nobiltà dell'uomo, la sua superiorità
appunto, sulle cose e sulla natura.
Brano tratto dal testo ‘Introduzione alla Filosofia’ di Roberto ROSSI
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