Appunti di Fisica I Dalle lezioni del Prof. Paolo Rossi Simone Cappellini A.a. 2014/2015 18 giugno 2015 http://poisson.phc.unipi.it/~cappellini Indice 1 Introduzione alla Meccanica 1.1 Prime definizioni . . . . . . . . . . . . . 1.2 Le equazioni del moto . . . . . . . . . . 1.3 I Principi della Dinamica . . . . . . . . 1.4 Ancora moti (?) . . . . . . . . . . . . . . 1.5 Leggi di Conservazione . . . . . . . . . . 1.6 Le leggi di Keplero . . . . . . . . . . . . 1.7 Cose (?) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.8 Energia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.9 Urti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.10 Dinamica dei fluidi e Cinematica dei gas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 3 5 6 7 9 11 11 15 24 24 2 Meccanica Lagrangiana 27 2.1 Vincoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 2.2 Equazioni Lagrangiane e Hamiltoniana . . . . . . . . . . . . . 29 2 Capitolo 1 Introduzione alla Meccanica 1.1 Prime definizioni Controllo: per verificare un risultato, si controlla che abbia senso fisico e si verificano i suoi limiti. Sistema Internazionale: si compone di 7 unità di grandezza, tra cui: • Unità di lughezza: metro (m) • Unità di tempo: secondo (s) • Unità di massa. chilogrammo (kg) Queste 3 formano l’MKS (in opposizione al cgs, “centimetro-grammo-secondo” ed altri sistemi). Secondo: Si definisce “secondo” la durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione [...] dell’atomo di Cesio-133. Metro: Sidefinisce “metro” la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in 1 299.792.458 secondi. Di fatto, si pone fissa la velocità della luce e si definisce il metro di conseguenza. Chilogrammo: Non ha ancora una definizione accettabile (viene utilizzata ancora una massa campione). Unità derivate: Ogni unità meccanica avrà struttura: [L]α [T ]β [M ]γ 3 Ad esempio, si ha: [v] = [L][T ]−1 [a] = [L][T ]−2 [F ] = [L][T ]−2 [M ] [W ] = [L]2 [T ]−2 [M ] = [M ][v]2 = [E]. Spazio: Lo spazio è omogeneo, isocrono e isotropo. Vettori: Il vettore posizione dipende dall’origine degli assi, il vettore spostamento no. Prodotto Scalare: Il prodotto scalare deve avere queste proprietà: 1. ~a · (~b + ~c) = ~a · ~b + ~a · ~c; 2. ~a · ~b = ~b · ~a; 3. ~0 · ~a = ~a · ~0 = ~0; 4. ~a · ~a = |~a|2 . Sia ~c = ~a + ~b, allora: ~c · ~c = |~c|2 2 ~c · ~c = (~a + ~b) · (~a + ~b) = |~a|2 + ~b + 2~a · ~b → 2 2 → 2~a · ~b = |~c|2 − |~a|2 − ~b = 2 |~a|2 ~b cosθ → ~a · ~b = abcosθ. dove l’ultima uguaglianza segue dal teorema dei coseni (teorema di Carnot). Versori: Sono particolari vettori per i quali si ha: • î · î = ĵ · ĵ = k̂ · k̂ = 1; • î · ĵ = ĵ · k̂ = k̂ · î = 0. Attraverso le coordinate si ha che ~a · ~b = ax bx + ay by + az bz . Prodotto Vettoriale: Direzione e verso sono dati dalla regola della mano destra. ~ ~a × b = |~a| · ~b. Altre proprietà sono: • ~a × ~b = −~b × ~a; • ~a × ~a = ~0; 4 • ~i × ~i = ~j × ~j = ~k × ~k = ~0; • ~i × ~j = −~k; • ~j × ~k = −~i; • ~k × ~i = −~j. ay bz − az by ~ In coordinate, ~a × b = az bx − ax bz . ax by − ay bx 1.2 Le equazioni del moto x(t) Legge Oraria (di un punto materiale): ~r(t) = y(t) . Il grafico è z(t) la traiettoria del punto materiale di cui ~r(t) rappresenta la posizione. Velocità: d dt x(t) d dt y(t) d dt z(t) ~v (t) = . Accelerazione: ~a(t) = dVs dVs dVs dT̂ dT̂ dT̂ ds = = T̂ + Vs T̂ + Vs T̂ + Vs2 dt dt dt ds dt dt ds con T̂ il versore traiettoria. Detto dT̂ n̂ = ds ρ con n̂ il versore ⊥ alla traiettoria e ρ è il raggio del cerchio osculatore, allora ~a(t) = dVs T̂ |dt {z } + variazione del modulo . Vs2 n̂ ρ | {z } variazione della direzione Moto generico: 1 ~r(t) = ~r0 + ~v0 t + ~a0 t2 + O(t3 ) 2 5 . Moto circolare: ( x(θ) = Rcosθ → y(θ) = Rsinθ ( Vx = −Rsinθ · θ̇ → Vy = Rcosθ · θ̇ ( ax = −Rcosθ · θ̇2 − Rsinθ · θ̈ ay = −Rsinθ · θ̇2 + Rcosθ · θ̈ ! ~ = R −sinθ θ̇ = RT̂ θ̇, e la velocità scalare Vs = Rθ̇. DeQuindi V cosθ finendo la velocità angolare ω ~ come un vettore avente direzione l’asse di rotazione e verso risultante dalla regola della mano destra (uscente se la rotazione avviene in senso antiorario), e modulo |~ ω | = θ̇, si può ottenere un’altra riformulazione della velocità come: ~ =ω V ~ × ~r . Analogamente alla velocità abbiamo che l’accelerazione ~a = R −cosθ −sinθ ! −sinθ cosθ 2 θ̇ + R ! θ̈ = Rn̂θ̇2 + RT̂ θ̈ = n̂Vs2 + T̂ s̈ R poiché s = Rθ, ṡ = Rθ̇, s̈ = Rθ̈. In conclusione ~a = + ω ~ × (~ ω × ~r) | {z } ~ V | {z accelerazione tangenziale } accelerazione centripeta . 1.3 d~ ω × ~r dt | {z } I Principi della Dinamica 1.Principio di Inerzia: Un corpo non soggetto a forze si muove di moto rettilineo uniforme. 2.F~ = m~a. 3.Principio di Azione e Reazione: Per ogni forza esercitata da un corpo su un altro, ne esiste un’altra uguale in modulo e direzione, ma di verso opposto, causata dal secondo corpo e agente sul primo. Principio Zero (Assioma di relatività Galileiana): esistono infiniti sistemi di riferimento, costituiti da una terna di assi cartesiani e da un orologio, tali che tutte le leggi della fisica abbiano la stessa forma e che ciascuno di essi si muova di moto rettilineo uniforme rispetto ad ogni altro. Tali sistemi si dicono “inerziali” e in essi si intendono validi i tre principi. 6 Formulazione di Mach: Quando due punti materiali interagiscono tra di loro, essi accelerano in direzioni opposte, e il rapporto delle loro accelerazioni è sempre lo stesso. ( ~a2 = −C2,1~a1 con Ci,j coefficiente positivo che dipende dai due corpi. ~a1 = −C1,2~a2 Allora C1,2 C2,1 = 1. ( ~a3 = −C3,1~a1 , si scopre empiricamente che Analogamente con 3 corpi, ~a3 = −C3,2~a2 C3,1 C3,2 = C2,1 . In generale si ha che Cx,y Cx,z = Cz,y e la soluzione generale è: Cx,y = m(y) m(x) dove m(x) è la massa di x, da cui: ~a2 = − m1 ~a1 → m2~a2 = −m1~a1 m2 . La massa è una proprietà del corpo. Integrando l’uguaglianza qui sopra, si ottiene: ! Z Z ~1 ~2 dV dV m1 dt = 0 dt + m2 dt dt ~1 + m2 V ~2 = costante m1 V che è il vero principio, valido anche nella fisica moderna, detto conservazione della quantità di moto. Forza: È la derivata della quantità di moto rispetto al tempo, quindi F~ = m~a. d~r d2~r F~ (~r, ) = m 2 dt dt è un’equazione differenziale del secondo ordine, che per essere risolta univocamente ha bisogno di avere i due dati iniziali ~r(0) e ~v (0). 1.4 Ancora moti (?) Moto Uniformemente Accelerato: Dati g ~a = ~ ~r(0) = ~r 0 ~ v (0) = ~v0 1 ⇒ ~r(t) = ~r0 + ~v0 t + ~g t2 2 7 . Posso scegliere un sistema di riferimento con origine in ~r0 e direzione dell’asse y tale che ~g sia verso il basso, e ruotare attorno a tale asse fino a rendere nulla la componente z di ~v0 . Allora: ( . x(t) = v0x t y(t) = v0y − 12 ~g t2 Molla: −k(x − xe ) = m → d2 x dt2 → q q k k x = xe + Acos m t + Bsin mt x(0) = x0 v(0) = v0 q q k k x = x + Acos t + Bsin e m mt x0 = xeq+ A v =B k 0 m s → x = xe + (x0 − xe )cos Posto ω = q k m si ottiene: k t + v0 m x = xe + (x0 − xe )cos(ωt) + r s m sin k k t m v0 sin(ωt) ω Tutti gli oggetti che oscillano sono, in un intorno sufficientemente piccolo dell’equilibrio, approssimabili con un moto armonico. Il periodo del moto armonico, dalla formula, è: 2π ωT = 2π ⇒ T = = 2π ω r m k In 3 dimensioni: Oscillatore isotropo (il k è lo stesso in ogni direzione). m d2~r ~ ~ = −k(~r − ~r0 ) ⇒ ~r = ~r0 + Acos(ωt) + Bsin(ωt) dt2 ~ = ~r0 − ~re ; B ~ = ~v0 con A ω Osservazione: Il moto è sempre planare. Infatti ~r è parametrizzato da solamente 2 vettori indipendenti. 8 Oscillatore 3D: Lavoriamo con un oscillatore tridimensionale: m ~v0 d2~r = −k~r → ~r(t) = ~r0 cos(ωt) + sin(ωt) 2 dt ω Derivo: ~v (t) = −ω~r0 sin(ωt) + ~v0 cos(ωt). Cerchiamo un istante di tempo in cui ~r e ~v siano in una posizione reciproca particolare. Di sicuro non potranno mai essere paralleli, altrimenti il moto avverrebbe su una retta. Studiamo la perpendicolarità. ⇔ " −ω~r02 + ~r ⊥ ~v ⇔ ~r · ~v = 0 # ~v02 sin(ωt0 )cos(ωt0 ) + ~r0~v0 cos2 (ωt0 ) − sin2 (ωt0 ) = 0 ω h i ⇔ sin(2ωt0 ) −ω 2~r02 + ~v02 + 2ω~r0 · ~v0 cos(2ωt0 ) = 0 ⇔ tan(2ωt0 ) = 2ω~r0 · ~v0 ω 2~r02 − ~v02 Ma essendo la tangente una funzione surgettiva, ⇒ ∃ t0 tale che ~v ⊥ ~r. Inoltre, dalla formula, si vede che i momenti di perpendicolarità sono 4 ed equidistanziati temporalmente. ( x(t) = r0 cos(ωt) ⇒ ellisse. Se r0 = vω0 → v0 = ωr0 → moto circolare uniforme y(t) = vω0 sin(ωt) Moto Circolare Uniforme: 1.5 ( ~v = ω ~ × ~r ~a = ω ~ × (~ ω × ~r) Leggi di Conservazione Leggi di Conservazione: Da ogni simmetria deriva un’invarianza, e dunque una “legge di conservazione”. Ad esempio, m1~a1 + m2~a2 = 0 ⇒ m1~v1 + m2~v2 = costante La conservazione della quantità di moto corrisponde all’invarianza per traslazione spaziale, così come l’invarianza per traslazione temporale è la conservazione dell’energia. L’invarianza per rotazione è: ~ = ~r × m~v L [Momento Angolare] Abbiamo: ~ dL d~r d~v ~˙ = ~r × F~ = × m~v + ~r × m = ~v| ×{zm~v} +~r × m~a → L dt dt dt =0 9 Ne segue che tutte le forze centrali (cioè dirette verso un punto fisso), avendo ~ = costante e dunque producono un moto piano (perché ~r, ~r k F~ , hanno L ~ come ~n, rimane ⊥ a L). Consideriamo il momento angolare totale di due particelle: ~ = ~r1 × m1~v1 + ~r2 × m2~v2 L Derivando: ~˙ = ~v1 × m1~v1 + ~r1 × m1~a1 + ~v2 × m2~v2 + ~r2 × m2~a2 L = (~r1 − ~r2 ) × m1~a1 perché, se non esistono altre particelle, −m1~a1 = m2~a2 . Ma poiché sia ~r1 − ~r2 che ~a1 sono rivolti lungo la congiungente delle due particelle, dunque ~˙ = 0 ⇒ L ~ costante L In generale, attraverso una simmetria assiale, si conserva la componente di L diretta come l’asse di simmetria. Il momento angolare può non conservarsi, conservarsi soltanto in una componente, oppure conservarsi del tutto (ma non in 2 componenti, ad esempio). Forze frenanti: α d~v α F~ = −α~v → = − ~v → ~v = ~v0 e− m t dt m x(t) = α v0 m 1 − e− m t + x0 α x x0 + v0 m α x0 O t Resistenza dell’Aria: m d2 ~y d~y = −m~g − α 2 dt dt 10 È una equazione differenziale lineare, quindi: α Soluzione omogenea: mÿ + αẏ = 0 → y = A + Be− m t mg Soluzione particolare: ẏ = − mg α → y = − α t. α Quindi la soluzione generale sarà del tipo: y(t) = A + Be− m t − Con y(0) = h e ẏ(0) = 0, ad esempio: ( A+B =h α − mg α − Bm = 0 Da cui ( ÿ = −ge− m t α −m t ẏ = m − α ge 1.6 Le leggi di Keplero → y(t) = h + mg α t. m2 − α t mg m2 g − ge m − t α2 α2 α α mg α e la velocità limite ẏ∞ = − mg α . 1. Le orbite sono ellissi di cui il Sole occupa un fuoco. 2. La velocità areolare è costante. 3. T 2 ∝ R3 , con R il semiasse maggiore. Chiamando A l’area spazzata si ha che la velocità areolare è: va = Dalla 3. si ha: dA 1 1 ~ = rvsinθ = L = costante dt 2 2m v2 F (R) = m = m R Definendo GM := 1.7 4π 2 K 2πR T R 2 = m4π 2 R 4π 2 mR 4π 2 m = = T2 KR3 KR2 l’equazione diventa F (R) = GM m . R2 Cose (?) Molle appese: Analizziamo il moto di una massa m attaccata ad una molla con coefficiente di elasticità k e prendendo come origine del sistema di riferimento il punto di contatto della molla con il soffitto e direzione e verso positivo dello spostamento gli stessi di ~g . F = mg − kr = Se req. = mg d2 r k , dt2 k = −m (r − req. ) e quindi r= d2 r m dt2 mg + Acos(ωt) + Bsin(ωt) k 11 Vincoli Olonomi: Sono vincoli che non modificano l’aspetto del moto, e per questo sono ⊥ alla direzione del moto. Pendolo: Sia l la lunghezza del filo e θ l’angolo formato rispetto alla verticale. s = lθ ṡ = lθ̇ s̈ = at = lθ̈ = −gsinθ ≈ g θ − at = −gsinθ g → θ̈ ≈ − θ → ω = l r g → T = 2π l s θ3 6 + ... l g ~ la forza Piani Inclinati: Sia α l’angolo di inclinazione del piano, sia N ~ vincolare normale alla superficie del piano inclinato, e sia A la forza parallela alla superficie del piano che ha direzione opposta alla componente di ~g . Se l’oggetto è fermo: ~ = mgsinα A s ~ = mgcosα N ~ Attrito Radente: A~s ≤ N µs . Quindi un comportamento limite si ha quando mg sinαs∗ = mg cosαs∗ µs → tan αs∗ = µs ~ Se l’attrito è dinamico: A~d = N µd . Se fosse µd ≥ µs , l’oggetto, superato il limite, andrebbe verso l’alto o starebbe fermo, il che è assurdo. Dunque µd < µs . Se tanαd∗ = µd : • α ≥ αs∗ L’oggetto inizia a muoversi e non si ferma più; • αs∗ > α ≥ αd∗ L’oggetto se è fermo resta fermo, se si muove non rallenta ma continua a muoversi; • αs∗ > α L’oggetto sta fermo o frena e prima o poi si ferma. Sistemi di Punti Materiali: La forza totale su un sistema è pari alla forza totale esterna (quella interna si annulla), e dunque: F~esterna = X i mi~ai = d X d X mi~vi = p~i dt i dt i 12 → dP~ = F~esterna dt P P~ = i mi~vi = e d dt [1a Equazione Cardinale] P ~ = Pi mi~ri e M = P mi allora ri . Se R i mi~ i m P ~˙ = V ~centro R ¨~ R = ~acentro i i di massa P = Pi di massa P mi~vi = Pi i mi mi~ai ~cm → P~ = M V i mi M~acm = F~esterna Dunque possiamo trattare un corpo esteso come un punto materiale posizionato nel centro di massa. Esempio di sistema con 2 punti materiali: In generale si ha che la forza totale agente su un punto materiale è: mi~ai = F~esternai + X F~ji i6=j ~ = Nel caso specifico di 2 punti materiali il centro di massa è R ~ = ~r2 − ~r1 chiamando S ( ~ m1~r1 + m2~r2 = (m1 + m2 )R ~ ~r2 − ~r1 = S ~ ~ − m2 S~ r1 = R m1 +m2 → ~ ~=R ~+ r2 = ~r1 + S → ( m1 ~ r1 +m2 ~ r2 m1 +m2 , e ~ ~r2 = ~r1 + S ~ = (m1 + m2 )R ~ (m1 + m2 )~r1 + m2 S ~ sta sulla retta che congiunge ~r1 e ~r2 ⇒R ~ m1 S m1 +m2 Sistema isolato di 2 punti: ( Chiamando µ = ~a − ~a = F~1 2 − F~21 m1~a1 = F~21 2 1 m1 m2 → ~12 1 + 1 dS~22 = F m2~a2 = F~12 m1 m2 dt m1 m2 m1 +m2 si ha 1 µ = 1 m1 + 1 m2 e ~2 ~ = µ dS F~12 (S) dt2 Oscillatore Smorzato: Siano g l := ω02 e 13 γ m := 1 τ con l la lunghezza del filo, γ resistenza dell’aria (ha dimensioni di una massa per un tempo−1 , visto a pag.10) e τ tempo di frenaggio. F = −mg sinθ − γlθ̇ ≈ −mgθ − γlθ̇ = ma = mlθ̈ g θ̇ γ → θ̈ ≈ − θ − θ̇ → θ̈ + + ω02 θ = 0 l m τ • Se 1 2τ ≥ ω0 la soluzione dell’equazione differenziale è del tipo q t − 2τ +t θ(t) = Ae 1 −ω02 4τ 2 oppure p t + Be− 2τ −t t 1 −ω02 4τ 2 t θ(t) = Ae− 2τ + Bte− 2τ e gli esponenti sono reali e negativi. Perciò il pendolo frena verso il punto di equilibrio senza oscillare; • Se 1 2τ < ω0 la soluzione è del tipo t θ(t) = Ae− 2τ cos(Ωt + ϕ) q con Ω = ω02 − 4τ12 . Il pendolo frena oscillando fino al punto di equilibrio. Se τ → +∞ ⇒ γ → 0+ ⇒ non c’è freno e θ(t) diventa un coseno. Oscillatore Forzato: mẍ = −kx − γ ẋ + F (t). Se F (t) = F0 cos(ωt), posto f0 = Fm0 l’equazione diventa 1 ẍ + ẋ + ω02 = f0 cos(ωt) τ x(t) = xomog. (t) + xpart. (t), ma xomog. (t) → 0 per t → +∞ (vedi sopra) e quindi possiamo ignorarla. ω xp (t) = x0 ei(ωt−ϕ) → −ω 2 xp + i xp + ω02 xp = f0 cos(ωt) τ ω02 ω ω xp = f0 eiωt → ω02 − ω 2 + i x0 = f0 eiϕ −ω +i τ τ 2 Uguagliando parte reale e parte immaginaria: ( (ω02 − ω 2 )x0 = ω τ x0 = f0 senϕ ω tanϕ = τ (ω02 −ω2 ) f0 cosϕ f0 ⇒ x =q 2 2 0 2 ω −ω 2 + ω ( 14 0 ) τ2 Senso fisico: se si forza un pendolo ad una certa frequenza, il pendolo tenderà ad oscillare alla stessa frequenza (e non più alla propria), con ampiezza pari a x0 (ω). Quando ω → ω0 si va in risonanza e l’ampiezza ha un massimo, che aumenta all’aumentare di ω0 t. x x0 O ω ω0 Piano Inclinato non Fissato: Sia α l’inclinazione del piano, R e R′ le reazioni vincolari della massa m con il piano e del piano con il pavimento. ~g . Il sistema di riferimento è standard, con x̂ ⊥ ŷ e ŷ = − |g| m~ax = Rx = Rsinα m~ ay = Ry − mg = Rcosα − mg MA ~ x = −Rx = −Rsinα ~ y = R′ − Ry − M g = R′ − Rcosα − M g = 0 MA ) Rx = tanα R y vincoli y (X − x) = tanα con x e y l’ascissa e l’ordinata del punto materiale e X l’ascissa dell’intersezione tra la superficie inclinata e il pavimento. → 1.8 ay = (Ax − ax )tanα A = −ma x M x a = R sinα x x ⇒ ax = gsinαcosα m sin2 α 1+ M gsinαcosα ay = 1+ m sin2 α tanα ( M ) m gsinαcosα Ax = − M m sin2 α 1+ M −g Energia Variazione Energia Cinetica: Definiamo potenza W := F~ ·~v = m~a ·~v = v d 2 d m d~ v = 12 m dt v = dt Ec ponendo Ecinetica := 12 mv 2 . dt · ~ Ne segue: R R R r ~ ~ r ∆Ec = R F~ · ~v dt = F~ · d~ dt dt = F (R)d~ = Fx dx + Fy dy + Fz dz := L [Lavoro] 15 Osservazione: Dal secondo passaggio siamo passati da una dipendenza dell’energia cinetica dal moto in funzione del tempo ad una dipendenza alla sola traiettoria. Se F~ = F~0 costante allora L = F~0 · ∆~r, che non dipende dalla traiettoria. Conservazione dell’Energia Cinetica: Se F~ = F~0 costante è la gravità: 1 mv 2 + mgh = costante 2 Vincoli Lisci: Sono quei vincoli che agiscono senza attrito. Essi non altera~ v = 0. no l’energia, perché la loro reazione vincolare è ⊥ al moto e dunque R·~ Oscillatore Armonico: F~ = −k~r → L = −k → Z 1 ~rd~r = − k r22 − r12 2 1 1 mv 2 + kr2 = costante 2 2 Forze Conservative: Sono quelle forze in cui il lavoro non dipende dalla traiettoria. Equivalentemente possiamo dire che sono quelle per cui i percorsi chiusi hanno lavoro nullo: I F~ · d~r = 0 cioè le forze per cui esiste una funzione U scalare tale che ~ r) F~ = −∇U(~ con ∇ che sta ad indicare il gradiente della funzione, ossia il vettore che ha come componenti le derivate parziali rispetto ad un sistema di riferimento cartesiano ortonormale. ∂U (x,y,z) Fx = − ∂x F = − ∂U (x,y,z) Ne segue: Z r2 r1 y ∂y F = − ∂U (x,y,z) z ∂z F~ · d~r = U1 − U2 = Ec2 − Ec1 → E c 1 + U1 = E c 2 + U2 ⇒ Ec + U = costante [Energia Mecanica Totale] 16 Sono conservative le forze costanti, quelle centrali (dunque anche tutte quelle fra 2 soli corpi) e quelle ⊥ ~v . F~ (~r) = f (r) r r ~ Z = f (r)r̂ Forza centrale. Allora F~ (~r) · d~r = Z f (r) r ~|r {z · d~r} = = 21 d~r2 = 12 dr2 = rdr Z f (r)dr = ∆U(r) Piano inclinato Mobile (parte 2): Sotto le stesse ipotesi e notazioni della Parte 1 (pag.15). 1 1 E = M V 2 + m(vx2 + vy2 ) + mgy 2 2 Ma y = tan α(x − X), quindi vy = tan α(vx − V ) e 1 1 1 E = mV 2 + mvx2 + m(vx − V )2 tan2 α + mg tan α(x − X) 2 2 2 Applicando anche la conservazione della quantità di moto M V + mvx = cost., si riesce a scrivere tutto in funzione di vx e x. Pendolo: θ 1 2 θ̇ + 2ω 2 sin2 = cost. 2 2 Esempio: Caso di sistema con 2 Corpi: ~ = m1~r1 + m2~r2 MR ~ = ~r2 − ~r1 S ~ + m1 S ~ = M~r2 MR | {z ~ + m1 S ~ ~r2 = R M ~ ~ − m1 S ~r1 = R M ~ + m1 S ~˙ ~v2 = V M ~˙ ~ − m2 S ~v1 = V M ⇓ 1 1 ~ E = m1 v12 + m2 v22 + U(S) 2 2 1 1 2 ~ E= MV 2 µṠ + +U(S) 2 2 | {z } | {z } en. cinetica del c.m. en.cinetica nel c.m. 17 } con µ = m1 m2 m1 +m2 , detta massa ridotta. →0= d ¨~ ~˙ ~ ~˙ · S E = 0 + µS + S · ∇U dt ¨~ ¨~ ~˙ S ~ = 0 ⇒ F (S) ~ = µS → S(µ − F (S)) Momento angolare: ~ = ~r1 × m1~v1 + ~r2 × m2~v2 L m2 ~ ~ ~ − = R− S × m1 V M ˙ m2 ~ M S ~ × µS ~˙ ~ × MV ~ + S = |R {z } | {z } mom.ang. mom.ang. del c.m. nel c.m. ~+ + R m1 ~ M S × m2 ~ + V ˙ m1 ~ M S In un Campo Centrale: Prendiamo le coordinate polari e riscriviamo l’energia meccanica totale. 1 1 E = mṙ2 + mr2 θ̇2 + U(r) 2 2 In un campo centrale il momento angolare L si conserva, riscriviamo quindi la relazione in funzione di esso. L = mr2 θ̇ Quindi θ̇ = Si ha L mr 2 → E = 21 mṙ2 + 1 L2 2 mr 2 + U(r). ṙ = f (r, t, L) → t − t0 = Potenziale Efficace: Ueff = L2 2mr 2 Z r r0 dr′ f (r′ , t, L) + U(r), da cui: 1 E = mṙ2 + Ueff (r) 2 Potenziale Efficace nel caso della Gravità: GM m L2 GM m GM m r̂ → U(r) = − → U (r) = − F~ = − eff 2 2 r r 2mr r ′ (r) = 0. Vediamo quando Ueff (r) è al minimo, ovvero quando Ueff L2 GM m = ⇔ L2 = GM m2 re mre3 re2 18 ⇒ Ueff (r) = L2 GM m − 2 (re + x) 2m re + x E quindi, per piccole oscillazioni, 3 L2 2 GM m 2 1 1 GM m 2 1 x − x = mẋ2 + U0 + x E = mẋ2 + U0 + 4 3 2 2 mre re 2 2 re3 Come dimostrare le leggi di Keplero: (1.) E = 12 mṙ2 + Ueff (r) → ṙ = f (r, E, L) → t = t(r) → r = r(t); L = mr2 θ̇ → da cui ( dθ dt = → L (t) mr 2 t − t0 = → θ = θ(t) → r(θ). Dimostrazione valida, ma molto lunga. r(t) R Rr dr r0 f (r) , L mr(t) dt; ~ (~ r·~v )~ r (~ r·~v )~ r ~ r ×(~ r×~v ) ~v ~ r d~ r ~ r·~v ~v dr ×L = − ~rmr (2.) dr̂ 3, dt = r − r 3 , poiché dt = r dt = r . r − r 3 = − r3 ~ ~ da cui possiamo definire N := ~v × L − GM mr̂ che ha derivata ~ ~ dN ~ + ~r × L GM m = = ~a × L dt mr3 F~ ~rGM m + m mr3 ! ~ =0 ×L ~ si dice vettore di Abbiamo quindi trovato una legge di conservazione: N Lenz. ~ · ~r = N r cosθ = ~r · (~v × L) ~ − GM mr = L2 − GM mr → r = Allora N m 1 L2 , che è l’equazione di una conica. m N cosθ+GM m GM m 2 1 2 L2 + (GM m)2 = Inoltre N 2 = m 2 mv − r Allora, sostituendo, otteniamo 1 L2 r= = m N cosθ + GM m con N e= = GM m s 1+ L2 GM m2 2EL2 G2 M 2 m3 2E 2 mL ! + (GM m)2 . 1 1 + e cosθ l’eccentricità • e < 1 → ellisse • e = 1 → parabola • e = 0 → circonferenza • e > 1 → iperbole Usando p = L2 GM m2 possiamo riassumere la conica come r = rmin = p 1+e rmax = 19 p 1−e p 1+e cosθ . r + rmax p a = semiasse magg. = min = 2 1 − e2 p p b = semiasse min. = √ = a 1 − e2 1 − e2 L’energia in un’orbita ellittica è: E=− perché e = s 1− b2 a2 GM m 2a cioè dipende solamente dal semiasse maggiore. Il momento angolare è massimo (a parità di energia), quando l’orbita è circolare. Ueff parabola circonferenza O r iperbole ellisse Dal grafico possiamo vedere come l’energia meccanica totale in un campo centrale sia negativa in un moto ellittico, positiva in un moto iperbolico e nulla in caso di moto parabolico. (3.) La velocità areolare è costante, quindi T = √2π a GM 3 2 → ω= Le coppie dell’orbita. a b 2π T ! , = √ GM 3 R2 rmax rmin area ellisse L 2m = 2m L πab = . ! , E L ! determinano univocamente la forma 2 = Velocità di fuga: E = 0 ↔ 12 mvfuga → vfuga = s GM m r 2gM r Pendolo sferico: Sia r la lunghezza del filo, θ l’angolo rispetto all’asse z e ϕ l’angolo rispetto all’asse x. Allora: h = −rcosθ → U = −mgrcosθ 20 x = rsinθcosϕ y = rsinθsinϕ → z = rcosθ vx = r θ̇cosθcosϕ − r ϕ̇sinθsinϕ v = rθ̇cosθsinϕ + rϕ̇sinθcosϕ y v = −r θ̇sinθ z v 2 = vx2 + vy2 + vz2 = r2 θ̇2 + r2 ϕ̇2 sin2 θ 1 → E = mr2 (θ̇2 + ϕ̇2 sin2 θ) − mgrcosθ 2 E dipende solo da ϕ̇, e non da ϕ: si dice quindi che ϕ è una coordinata ciclica. Se esiste una coordinata ciclica allora esiste sempre una legge di conservazione. La componente lungo l’asse z del momento angolare si conserva: Lz = (xvy − yvx )m = m(rsinθcosϕ)(rθ̇cosθsinϕ + rϕ̇sinθcosϕ)− −m(rsinθsinϕ)(rθ̇cosθcosϕ − rϕ̇sinθsinϕ) = mr2 ϕ̇sin2 θ → ϕ̇ = Lz 2 mr sin2 θ L2z 1 1 − mgrcosθ ⇒ E = mr2 θ̇2 + 2 2m r2 sin2 θ Possiamo quindi definire anche qui un potenziale efficace. Ueff E O θmin θmax θ ′ = 0, ovvero al minimo valore possibile per E, il pendolo si Quando Ueff muove di moto circolare; per valori maggior di E il pendolo si muove tra un θmin e un θmax . Cambio di Sistema di Riferimento: Sia ı̂1 , ı̂2 , ı̂3 un sistema di riferimento centrato in O e sia ı̂′1 , ı̂′2 , ı̂′3 un nuovo sistema di riferimento centrato in O′ . X ~r′ = x′α ı̂′α α ~r = X xα ı̂α = ~rO′ + ~r′ α dr X dxα = ı̂α ; dt α dt X dr′ X dx′α ′ dı̂′ = ı̂α + x′α α dt dt α dt α 21 ~v = d~r d~rO′ d~r′ = + = dt dt dt + ~vO′ |{z} X x′α dı̂′α dt {z } α veloc. del sistema O’ | + rotazione del sistema O’ ~v ′ r |{z} veloc. del punto nel sistema O’ ′ ~ è la velocità angolare istantanea di rotazione. ~ ×ı̂′α , dove ω Abbiamo dı̂dtα = ω P ′ dı̂′α P P ′ ~ × ~r′ . Dunque α xα dt = α xα (~ ~ × α x′α ı̂′α = ω ω × ı̂′α ) = ω ~ × ~r′ + ~vr′ ⇒ ~v = ~vO′ + ω L’accelerazione è invece: ω × ~vr′ + ~a = ~aO′ + ~ar′ + 2~ dω × ~r′ + ω ~ × (~ ω × ~r′ ) = ~at + ~ac + ~ar′ dt con ~at = ~aO′ + dω r′ + ω ~ × (~ ω × ~r′ ) l’accelerazione di “trascinamento”, e dt × ~ ~ac = 2~ ω × ~vr′ l’accelerazione di “Coriolis”. Pendolo di Foucault: ??? Momento Angolare in un Sistema di Punti Materiali: ~ = L X ~ri × mi~vi ~ X X X dL = ~vi × mi~vi + ~ri × mi~ai = ~ri × F~i dt Volendo considerare separatamente le forze interne e quelle esterne: ~ X X X (int) dL (est) ~ (est) + (~ri × F~ji + ~rj × F~ij ) Fji ) = M = ~ri × (Fi + dt i<j j6=i Ma ~ri × F~ji + ~rj × F~ij = (~ri − ~rj ) × F~ji = 0, perché ~ri − ~rj k F~ji ⇒ ~ dL ~ (est) =M dt [Momento tot. forze Esterne] Il momento totale delle forze interne è nullo in qualsiasi sistema di riferimento. Equazioni Cardinali della Dinamica dei Sistemi: ( ~ dP dt ~ dL dt = F~e ~e =M Momento Angolare rispetto a O e al CM: ~ + ~si ⇒ L ~O = R ~ × MV ~ + ~ri = R 22 X i ~si × m~s˙ i L’energia meccanica è: 1 1X E = MV 2 + mi ṡ2i + U 2 2 i Infine ~ dL (e) ~ × F~ (e) + M ~ cm =R dt Quindi anche se le forze esterne si annullano posso avere variazione di momento angolare. Corpo Rigido: • ~ dP dt = F~ (e) ; • ~ dL dt ~ (e) ; =M • E= P2 2M 1 2 + P 2 i mi si ; ~ =R ~ × P~ + P ~si × m~s˙ i ; • L i • ~s˙ i = ω ~ × ~si ; ~ + ~si ; • ~ri = R ~˙ + ω • ~vt = R ~ × ~si ; • ~vr′ = ~vi,r′ + ~vt ; • Ecm = 1 2 P ω i mi (~ × ~si )2 = 1 2 P i ~α · ω ~ β. mi s2i δαβ − mi~siα · ~siβ ω P Detto Tensore di inerzia: Tαβ := i mi s2i δαβ − ~siα · ~siβ , con δαβ il delta di Kronecker, si ha: 1X Tαβ ω ~α · ω ~β Ecm = 2 α,β T è quindi una matrice. Per ogni corpo rigido, esiste un sistema di riferimento in cui T è diagonale. Se l’origine del sistema di riferimento non coincide con il centro di massa il tensore di inerzia si modifica così: (R) (cm) Tαβ = Tαβ + M (R2 δαβ − Rα Rβ ) Momento di Inerzia: [...] 23 1.9 Urti Conservazione della quantità di moto: Durante un urto tra due corpi, essi si comportano come un sistema isolato, e quindi la quantità di moto di conserva. Urto Elastico: Un urto si dice elastico se in esso si conserva (oltre alla quantità di moto) anche l’energia cinetica totale dei corpi che interagiscono. ( m1 v1 + m2 v2 = m1 V1 + m2 V2 1 1 1 1 2 2 2 2 2 m1 v1 + 2 m2 v2 = 2 m1 V1 + 2 m2 V2 Urto anelastico: Un urto si dice completamente anelastico se i due corpi che collidono rimangono uniti dopo l’urto. La velocità finaledei due corpi è determinata dalla sola conservazione della quantità di moto m1 v1 + m2 v2 = (m1 + m2 )V 1.10 Dinamica dei fluidi e Cinematica dei gas Liquidi Perfetti: Sono fluidi caratterizzati da incomprimibilità e assenza di attriti interni. Gas Perfetti: Gas privi di attriti interni e durante gli urti tra particelle non vi è dispersione di energia cinetica. ⊥ Pressione: P = dF dS , con S la superficie e F⊥ la componente normale alla superficie della forza. Principio di Pascal: In un fluido perfetto, la forza è sempre normale alla superficie. Portata: Π = Densità: ρ = Quindi dM dt dM dV con M la massa. con M la massa e V il volume. Π= dM dM dV = =ρ dt dV dt dV dt |{z} portata volumetrica 24 dV = Sv con v la velocità [Legge di Leonardo] dt In un condotto la portata del fluido perfetto è costante. Legge di Stevino: La pressione esercitata da una colonna di fluido di densità ρ su un punto a profondità h è direttamente proporzionale alla profondità e all’accelerazione gravitazionale. P S = Fp = mg = V ρg = Shρg ⇒ P = ρgh Principio di Archimede: Ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato. F = (ρgh1 − ρgh2 )S = ρg∆hS = ρgV Legge di Boyle: Nei gas perfetti: P V = costante La costante in questione è N kb T , con N numero di molecole e: 1 D E kb T = m v 2 2 con m la massa di una molecola e v 2 la velocità quadratica media delle molecole. Per cui: D E 1 1 D 2E 2 P V = mN ⇒ P = v v ρ 2 |{z} 2 M Ne segue: 2P dP 2g dP = ρg = − 2 g ⇒ = − 2 dz dz hv i P hv i − ⇒ P = P0 e 2gh hv 2 i − hh = P0 e 0 h i dove h0 = 2g è l’altezza massima media a cui può arrivare una molecola sparata verso l’alto. Tipicamente, v 2 è il quadrato della velocità del suono; h0 è in genere 5 km. v2 Teorema di Bernoulli: 1 dM (v22 − v12 ) + dM g(h2 − h1 ) = P1 S1 dx1 − P2 S2 dx2 {z } | 2 {z } | lavoro variaz. di energia 25 Ma S1 dx1 = S2 dx2 = dV , poiché la portata è costante, quindi 1 1 dM (v22 − v12 ) + dM g(h2 − h1 ) = (P1 − P2 )dV ⇒ P + ρv 2 + ρgh = costante 2 2 Questo vale in qualsiasi fluido con moto sufficientemente “non turbolento”, in cui le linee di flusso non si intersecano. Possiamo riscriverla come: P ρg |{z} altezza “piezometrica” + v2 2g |{z} altezza “cinetica” + h |{z} = costante altezza“f isica Con altezza piezometrica si intende la distanza dal “pelo del fluido”; con altezza cinetica si intende l’altezza da cui deve cadere un oggetto per assumere velocità v. Effetto Venturi: La pressione è minore se il fluido si muove velocemente. In un recipiente la velocità di uscita del fluido da un buco è la stessa che avrebbe il liquido in cima in caduta libera fino al foro. Gas Perfetto: È costituito da punti materiali che interagiscono elasticamente. [...] 26 Capitolo 2 Meccanica Lagrangiana 2.1 Vincoli Problemi con Vincoli: Se ho g gradi di libertà, ma v vincoli, allora il numero di effettivi gradi di libertà è g − v. In generale servono g + v equazioni per risolvere completamente il problema, ma è possibile sempre ridursi a g − v equazioni, infatti: detti δ~ri gli spostamenti virtuali delle molecole, se abbiamo N molecole posso scomporli in 3N componenti. Allora: X i (F~i − m~ai ) · δ~ri = 0 (a) F~i F~i = i (a) F~i · δ~ri = X i i |{z} reazione per vincolo olonomo forze attive X ~ R + | {z } P ~ ri = 0, per cui: i Ri · δ~ [lavoro forze interne =0] mi~ai · δ~ri ⇒ X i (a) (F~i | − mi~ai ) {z } la loro somma fa 0 ·δ~ri = 0 Quindi F~i = mi~ai ∀i e ~ri = ~ri (qj , t)∀i. Le qj sono coordinate generalizzate, che vanno bene per tutti gli ~ri . P ∂~ri δqj . Scriviamo quindi δ~ri = j ∂q j ⇒ X i,j (a) (F~i − mi~ai ) ∂~ri δqj = 0 ∂qj Adesso le qj sono linearmente indipendenti (contrariamente agli ~ri ), e quindi deve essere X (a) ∂~ri (F~i − mi~ai ) = 0 ∀j ∂qj i 27 Queste sono in totale g − v equazioni. Forze Generalizzate: Definiamo: Qj := ri (a) ∂~ ∀j F~i · ∂qj X i Ma vale anche: ~ ({~rk }) ∂V (a) F~i = − ∀i ∂~ri Per cui (en.potenziale espressa in coordinate rk ) X ∂V i ∂~ri · ∂~ri ∂V (rk (q)) = ∂qj ∂qj Possiamo quindi riscrivere: X i X i d2~ri ∂~ri mi 2 · dt ∂qj ! + ∂V = 0 ∀j ∂qj d X d~ri ∂~ri d2~ri ∂~ri mi = mi 2 dt ∂qj dt dt ∂qj i Ma scrivendo d ∂~ri ∂ d~ri = dt ∂qj ∂qj dt X i mi e ! − X i → d~ri d ∂~ri · mi dt dt ∂qj ∂ d~ri ∂~ri = ∂ q̇j dt ∂qj ∂~vi ∂~vi X d X d2~ri ∂~ri mi~vi · mi~vi · = − 2 dt ∂qj dt i ∂ q̇j ∂qj i Tenendo conto che K = 1 2 P 2 i mi vi , con K l’energia cinetica: ∂~vi d X ∂~vi X d ∂K ∂K mi~vi · mi~vi · − = − dt i ∂ q̇j ∂q dt ∂ q̇ ∂qj j j i ⇒ d ∂K ∂K ∂V − + =0 dt ∂ q̇j ∂qj ∂qj Ponendo L = L(qj , q̇j , t) = K − V : ∂L d ∂L − =0 dt ∂ q̇j ∂qj [Lagrangiana] Piano Inclinato (Parte 3): Impostiamo la Lagrangiana: 1 L = mṡ2 − mg j sinα 2 28 ! → d (mṡ) + mgsinα = m(s̈ + gsinα) = 0 → s̈ = −gsinα dt Pendolo (Parte 2): Impostiamo la Lagrangiana: 1 L = mr2 θ̇2 + mgr cosθ 2 → g d (mr2 θ̇) + mgr sinθ = 0 → θ̈ = − sinθ dt r Il risultato è valido anche per forze non necesariamente conservative, ma comunque scindibili come: Qi = d ∂U(q, q̇) ∂U − dt ∂ q̇j ∂qj dunque con U dipendente anche dalla velocità: ~ r) · ~v U(~r, ~v ) = V(~r) + A(~ 2.2 Equazioni Lagrangiane e Hamiltoniana Meccanica Lagrangiana: • L= K − V ∂L d • dt ∂∂L q̇j − ∂qj = 0 ) Equazioni Lagrangiane Momento Generalizzato: pi = ∂L ∂ q̇i Se poi ∂∂L q̇i = 0, allora qi si dice coordinata ciclica e una sua variazione non incide sulla Lagrangiana. ∂L Si ha che ṗi = ∂q . i Hamiltoniana: H= X i pi q̇i − L ∂L dH =− dt ∂t 29 Infatti: Ḣ = Ma X ṗi q̇i + X i i pi q̈i − dL dt X ∂L dL X ∂L ∂L = q̇i + q̈i + dt ∂qi ∂ q̇i ∂t i i Quindi, risostituendo: Ḣ = X ∂L i ∂qi q̇i + X ∂L i ∂ q̇i q̈i − X ∂L i → Ḣ = − ∂L • ṗi = ∂q i • Ḣ = − ∂L ∂t ) ∂qi q̇i − X ∂L i ∂ q̇i q̈i − ∂L ∂t ∂L ∂t legame tra simmetrie e leggi di conservaz. Se la Lagrangiana non dipende esplicitamente dal tempo, allora l’Hamiltoniana si conserva (cioè è costante, avendo derivata nulla). 30