II – SCIENZE UMANE
Sezione III - Psicologia sociale
SOMMARIO: 1. Atteggiamento e comportamento - 2. Struttura
e funzioni degli atteggiamenti - 3. L’atteggiamento nella lettura
cognitivista - 4. Componenti del pregiudizio - 5. Origine del
pregiudizio - 6. Conformismo e esperimento di Asch - 7. La
consistenza secondo Moscovici - 8. Gruppo primario e
secondario - 9. La coesione del gruppo: fattori determinanti - 10.
Effetto di facilitazione sociale - 11. Teoria dell’inerzia sociale 12. Il pensiero gruppale secondo Irving Janis - 13. Wilfred Bion e
il pensiero gruppale - 14. Il gruppo: normalizzazione e
polarizzazione
1. Atteggiamento e comportamento
Il comportamento di un individuo è l’insieme di gesti, azioni, discorsi, movimenti
parole osservabili all’esterno. È il caso però di esprimere la differenza tra
comportamento – o comportamento esterno – e atteggiamento – o comportamento
interno -: il primo, come già anticipato, è osservabile, il secondo è solo ipotizzabile
perché legato alla vita interiore ai pensieri, alle sensazioni e alle emozioni che ogni
individuo codifica e traduce in comportamento.
Uno stato di ansia (atteggiamento) rispetto ad una situazione genererà ad esempio
azioni e discorsi (comportamento) in linea con quella sensazione; pertanto la lettura di
una serie di comportamenti di un individuo può fornirci ipotesi fondate sui suoi
atteggiamenti, che vanno sempre verificate per evitare di cedere a superficiali
pregiudizi. Non va inoltre dimenticato il peso dell’ambiente in cui si vive, artefice
spesso di profondi condizionamenti: gli atteggiamenti degli individui possono in
definitiva essere classificati come stati mentali, costruiti nel tempo e con le
esperienze, che influenzano dinamicamente i comportamenti e che è possibile
cogliere attraverso tutti gli atteggiamenti espressivi, in particolare attraverso il canale
verbale.
2. Struttura e funzioni degli atteggiamenti
È possibile distinguere molteplici funzioni degli atteggiamenti nei processi
comportamentali, emotivi e cognitivi; essendo inoltre questi alla base dei processi
responsabili di conoscenza e orientamento nell’ambiente, possono avere funzioni
strumentali, espressive, di adattamento sociale ed egodifensive.
Per struttura degli atteggiamenti si intende invece una valutazione associata a tre
componenti psicologiche: il segmento cognitivo declinato in base alle credenze
associate alla valutazione globale dell’atteggiamento; quello affettivo legato ad
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emozioni, reazioni del sistema nervoso, stati d’animo, sentimenti propri dello stesso
atteggiamento; quello comportamentale, che significa la tensione a compiere azioni
esplicite o implicite alla base della valutazione veicolata ancora dall’atteggiamento.
3. L’atteggiamento nella lettura cognitivista
La teoria secondo cui gli individui sono spinti ad equilibrare le proprie cognizioni
relative ad un dato oggetto, o ad un gruppo di oggetti legati tra loro, fu formulata da
Heider e definita dell’equilibrio cognitivo. Qualora questo equilibrio dovesse venire a
mancare, gli individui immediatamente proverebbero a ritrovare una condizione di
coerenza.
Identica propensione emotiva verso uno stesso oggetto lega due individui in un
equilibrio stabile; se questo dovesse precipitare anticipando uno stato di tensione, gli
individui protagonisti tenderebbero subito a riequilibrare il sistema attraverso ciò che
in psicologia sociale si definisce ‘principio dello sforzo minore’. Le emozioni fondano le
idee sugli individui o i comportamenti per un naturale effetto di razionalizzazione:
Festinger, in proposito, elaborò la teoria della dissonanza cognitiva. In base ad essa,
lo sfasamento tra atteggiamento e comportamento è riconducibile a due situazioni:
decisioni da prendere liberamente e contrarie ai nostri atteggiamenti (come di fronte
ad un lavoro noioso, ma economicamente vantaggioso piuttosto che uno piacevole,
ma non stabile). A prescindere dalla scelta finale, la tendenza è quella di massimizzare
i lati positivi e minimizzare quelli negativi per convincersi che la scelta fatta è quella
giusta. Resta al centro lo spessore del libero arbitrio che l’individuo possiede o pensa
di possedere nei comportamenti; e le cose si complicano se a questo si affianca la
valutazione delle conseguenze e la consapevolezza dell’irrevocabilità. Dopo aver preso
una decisione, irreversibile e magari latrice di conseguenze negative, la tendenza sarà
sempre quella di giustificare il comportamento messo in atto.
4. Componenti del pregiudizio
Le componenti principali del pregiudizio, strettamente correlate fra loro sono: quella
cognitiva che, connessa al ragionamento e all’intelletto, comprende credenze o idee
relative ad un individuo o ad un gruppo; quella affettiva, che è una conseguenza della
precedente, e riguarda emozioni e sentimenti provati verso un singolo o un gruppo;
quella comportamentale, effetto delle due già menzionate e riguardante i
comportamenti messi in atto verso un individuo o un gruppo come conseguenza di
una credenza o sensazione. Un pregiudizio è difatti un giudizio formulato prima di
avere gli elementi necessari per conoscere e analizzare una determinata situazione:
può essere rivolto verso un singolo o un gruppo e, nel secondo caso, tutti i
componenti del gruppo pur non entrando tutti direttamente in contatto con l’autore
del pregiudizio sono oggetto dei medesimi comportamenti per il solo fatto di esserne
parte.
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II – SCIENZE UMANE
5. Origine del pregiudizio
È inevitabile che sia prevalentemente il nostro modo di organizzare le informazioni, in
base all’educazione ricevuta e all’influenza della sovrastruttura culturale e ambientale
nella quale ci formiamo, a generare i pregiudizi. Il primo contatto con nuovi individui
spinge il soggetto conoscente ad una immediata classificazione in base a tutta una
serie di caratteristiche che formano schemi di riferimento comuni frutto di tutte le
esperienze pregresse e che, sedimentandosi nel corso degli anni, diventano la cartina
tornasole di ogni nuova esperienza.
La categorizzazione sociale è il metro con cui ogni soggetto organizza il mondo e tutte
le novità con cui viene a contatto: l’insorgenza di una minima competizione determina
subito una prima divisione tra il sottogruppo di persone verso il quale ci si riconosce
affini e quello rispetto al quale ci si sente diversi. Il primo gruppo verrà sempre
considerato superiore al secondo e spiccata sarà la propensione verso il primo
piuttosto che verso il secondo.
Questo avviene perché una buona considerazione di sé deve necessariamente passare
dall’identificazione con un gruppo considerato superiore e che conferma la propria
impostazione pur falsando delle attribuzioni; contestualmente si tende ad
omogeneizzare tutti gli “esterni” che, in modo pregiudiziale appunto, finiscono per
essere uniformati nei giudizi e nelle caratteristiche pur non avendone dato mai saggio.
6. Conformismo e esperimento di Asch
Nell’ambito dello studio finalizzato a definire il fenomeno cosiddetto di conformità
sociale, Solomon Asch, psicologo statunitense di origine polacca, realizzò nel 1955 un
esperimento divenuto paradigmatico: l’assunto di partenza era che l’appartenenza di
un individuo ad un gruppo, lo porti a modificare comportamento, giudizi e
percezioni per uniformarsi alle aspettative del gruppo. Il protocollo dell’esperimento
citato esigeva la presenza di otto protagonisti, sette di essi complici dello
sperimentatore e l’ottavo inconsapevole, tutti convocati presso un laboratorio dove
avrebbero dovuto partecipare ad un esercizio di discriminazione visiva. Lo
sperimentatore sottoponeva ai presenti un foglio sul quale erano tracciate tre linee di
diversa lunghezza; su un secondo foglio, sempre da mostrare ai presenti, era
disegnata una linea di identica lunghezza rispetto ad una delle tre del primo foglio. Ai
soggetti, iniziando dai complici, si chiedeva di associare la linea singola a quella
identica del primo foglio: le prime due identificazioni avvenivano correttamente, al
terzo turno gli stessi complici si uniformavano nell’indicare una corrispondenza
palesemente errata e il vero soggetto dell’esperimento – l’ottavo individuo – che
rispondeva per ultimo o penultimo si uniformava quasi sistematicamente
all’identificazione scorretta espressa dalla maggior parte dei presenti.
Con questo esperimento si avviò un filone di ricerca finalizzato a dimostrare che la
conformità è il risultato sull’agire umano dell’insistenza di alcuni fattori che tendono
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1 – PSICOLOGIA
ad uniformare il suo comportamento a quello del gruppo di appartenenza; in
generale, gruppi, individui e sistemi sociali tendono a sviluppare schemi e sistemi di
regole che orientano quasi inconsapevolmente il comportamento e che vengono
interiorizzati costituendo riferimenti normativi. Queste vere e proprie norme sociali,
di tipo cognitivo, affettivo e percettivo fondano criteri di giudizio e azione riguardo al
pensiero e al comportamento in determinate situazioni.
7. La consistenza secondo Moscovici
Nella seconda metà del XX secolo, fu Serge Moscovici ad affrontare il tema degli
effetti delle posizioni rappresentate da gruppi minoritari all’interno di una società:
utilizzando il modello funzionalista – il quale considerava la realtà sociale come un
dato di fatto mentre i processi vanno prevalentemente intesi come una funzione
adattiva e conservativa – lo studioso ritenne che le relazioni fra gli individui e i gruppi,
all’interno di un contesto sociale, andrebbero letti scientificamente in base ad un
circolo chiuso animato da controllo sociale e conformità. Allo stesso tempo, la società
andrebbe interpretata come luogo di conflitti, tali da attivare processi di
cambiamento per mezzo dell’innovazione dei parametri valutativi.
L’efficacia della persuasione finalizzata all’innovazione si coglierebbe principalmente
nei processi di relazione e comunicazione: nel comportamento comunicativo
andrebbero isolati due aspetti, uno strumentale e relativo alla qualità del contenuto
della comunicazione; l’altro simbolico, responsabile di significare le caratteristiche
riconosciute al soggetto minoritario in conseguenza del suo comportamento. Tratto
fondamentale è lo stile, la consistenza dei comportamenti con cui la minoranza
difende e sostiene la propria posizione: la consistenza si può rilevare nella congruenza
e compattezza delle argomentazioni sostenute e difese con forza dal soggetto anche
in diverse circostanze (consistenza diacronica) o dalla compattezza delle posizioni di
soggetti diversi all’interno della minoranza (consistenza interindividuale o sincronica).
8. Gruppo primario e secondario
Un insieme di persone che interagisce vicendevolmente, in base ad aspettative
condivise riferite ai rispettivi comportamenti, per la psicologia sociale, come per la
sociologia, è un gruppo. I gruppi sono un segmento fondante della struttura sociale, si
formano e si trasformano continuamente e secondo regole di genesi in continua
definizione.
La coesione, ovvero l’intensità della relazione tra i soggetti di un gruppo, è il collante
imprescindibile e, in base al fine per cui un gruppo si costituisce, specifico o più
generale, distinguiamo tra il gruppo affiliativo e quello strumentale. Rispetto al tipo di
relazione espressa tra i membri che lo costituiscono, parliamo poi di gruppo primario
o gruppo secondario: perché si costituisca un gruppo primario occorrono minimo tre
persone le quali devono interagire per un periodo di tempo relativamente lungo ed
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Premessa Una completa e compiuta fusione di conoscenze e competenze è quello che si chiede oggi alla nuova generazione di docenti che si preparano ad affrontare il nuovo Concorso a cattedra 2016, alla luce dei contenuti della L. n. 107 del 13 luglio 2015, che ha riformato il sistema nazionale di istruzione e formazione: non è, dunque, solo una questione di contenuti, ma si lavora affinché il reclutamento sia capace di individuare, prima di ogni altra caratteristica, qualità o quantità di contenuti, l’autentica attitudine all’insegnamento. Alla luce di queste premesse, questo volume, dedicato alle classi di concorso classi di concorso ex A036‐A037 Filosofia, Storia, Psicologia e Scienze dell’educazione, ha l’ambizione di proporsi come uno strumento per la preparazione al concorso completo, esaustivo, versatile e costruttivo. Il volume risulta essere strutturato in 3 parti: • AREA I: I Fondamenti della disciplina di insegnamento, in cui i contenuti, scelti e compendiati in ossequio all’intero programma d’esame, così come indicato nel bando di concorso, permettono al fruitore del testo di acquisire una solida spina dorsale di conoscenze, in un numero ridotto di pagine, visti i tempi ristretti del concorso. • AREA II: Competenze pedagogico‐didattiche, arricchite da analisi dottrinali e spunti problematici in modo critico e didatticamente efficace, con importanti capitoli di approfondimento sulla didattica e sulle metodologie dell’inclusione e dei Bes e DSA; • AREA III: Quesiti a risposta aperta, inerenti alla trattazione articolata di tematiche disciplinari, didattiche e metodologiche tesi all'accertamento delle conoscenze e delle competenze didattico‐metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento e svolti secondo le indicazioni ministeriali. Utilissimo il supporto dell’estensione online, a cui si ha accesso tramite apposita password presente nel retro del volume. Con il nostro Tutor on line potrai consultare esempi di lezioni simulate, effettuare approfondimenti e verificare la tua preparazione misurandosi con le domande a risposta aperta, alcune delle quali in lingua, come previsti dal bando di concorso, scaricabili online con la password reperibile nell’ultima pagina del volume. Febbraio 2016 Francesca Lunanova V Autori A cura di Francesca Lunanova La seconda area è stata curata da Loredana Perla, con l'ausilio di: Michele BALDASSARRE (Capitoli 5, 6, 7) Vito Antonio BALDASSARRE (Capitolo 8) Grazia CASTELLI (Capitoli 11, 12, 13, 14) Viviana VINCI (Capitoli 3, 4) La terza area è stata curata dalla Redazione, con il supporto di Federica Gaia Corbetta (relativamente ai quesiti di legislazione) e di Loredana Perla (relativamente ai quesiti di didattica). VI Sommario Premessa V AREA I Fondamenti della disciplina di insegnamento 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. PARTE I – Filosofia Capitolo 1 Filosofia antica e medievale La filosofia naturalistica La sofistica I pitagorici ed Eraclito Il problema dell’essere: Parmenide I fisici pluralisti I sofisti Socrate: inscindibilità di filosofia e vita Il mito della caverna come sintesi del sistema platonico Aristotele e la sistematizzazione del sapere filosofico La scuola stoica L’epicureismo: la filosofia come quadri farmaco La scepsi Il neoplatonismo: l’Uno e le sue derivazioni La patristica Agostino d’Ippona Anselmo d’Aosta: la razionalità al servizio della fede L’età della scolastica: Guglielmo di Ockham e la disputa sugli universali Capitolo 2 Filosofia moderna: dall’umanesimo ad Hegel Umanesimo e Rinascimento Bernardino Telesio e Giordano Bruno Galileo Galilei e il metodo della scienza moderna Francesco Bacone L’errore metodico di Descartes L’Ethica more geometrico demonstrata: la conoscenza secondo Spinoza Wilhelm Leibniz: la dottrina dei mondi possibili L’unicità del pensiero di Blaise Pascal Giusnaturalismo moderno: Hobbes e il pensiero politico 3 3 3 4 5 6 7 8 9 12 14 17 18 18 19 21 22 23 25 29 29 30 31 32 32 35 37 38 41 VII 10. 11. 12. 13. 14. 15. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. VIII La svolta empirista: John Locke David Hume: l’analisi critica del principio di causa Voltaire e il fondamento filosofico dell’Illuminismo Immanuel Kant: l’ultimo degli illuministi o il primo dei romantici? W. Friedrich Hegel: la dialettica Hegel: la prospettiva politica nello Spirito oggettivo Capitolo 3 La filosofia post‐hegeliana e il novecento Il mondo come rappresentazione di Arthur Schopenhauer Søren Kierkegaard: la filosofia della scelta Karl Marx: la prospettiva economica di una dimensione sociale La filosofia nichilista di Friedrich Nietzsche Sigmund Freud: la topologia della psiche umana La fenomenologia: Edmund Husserl Esistenzialismo: Martin Heidegger Hannah Arendt e la riflessione sulla vita activa Jean‐Paul Sartre: l’esistenzialismo declinato tra l’essere e il nulla Ludwig Wittgenstein: la filosofia del linguaggio Il neopositivismo logico La ricerca della verità secondo Karl Popper PARTE II – Scienze umane Capitolo 1 Psicologia Sezione I ‐ Storia della Psicologia Wilhelm Wundt Funzionalismo Gestalt – Psicologia della forma Comportamentismo Cognitivismo Psicologia dinamica Prospettiva ecologica Epistemologia genetica Lev Vygotskij e la sua scuola Il costruttivismo socio‐culturale di Bruner Le neuroscienze Psicologia sociale Psicologia clinica 43 46 47 48 50 51 55 55 56 57 60 62 65 65 68 71 72 73 73 77 77 77 77 79 80 81 81 82 83 83 84 85 86 87 88 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 1. 2. 3. 4. 5. Sezione II ‐ Psicologia cognitiva L’organizzazione percettiva secondo la teoria della Gestalt La percezione nella teoria funzionalista Costanza percettiva Attenzione Attenzione: i modelli Attenzione divisa La legge sull’effetto di Thorndike Condizionamento operante Condizionamento classico/condizionamento operante Area transizionale e creatività Il costruttivismo e l’apprendimento Memoria procedurale Neuroni specchio e loro funzione Lo psicologo Howard Gardner e le forme di intelligenza La teoria dell’apprendimento di Bruner Sezione III ‐ Psicologia sociale Atteggiamento e comportamento Struttura e funzioni degli atteggiamenti L’atteggiamento nella lettura cognitivista Componenti del pregiudizio Origine del pregiudizio Conformismo e esperimento di Asch La consistenza secondo Moscovici Gruppo primario e secondario La coesione del gruppo: fattori determinanti Effetto di facilitazione sociale Teoria dell’inerzia sociale Il pensiero gruppale secondo Irving Janis Wilfred Bion e il pensiero gruppale Il gruppo: normalizzazione e polarizzazione Sezione IV ‐ Ricerca psicologica contemporanea: metodi, strumenti, paradigmi Ricerca psicologica: i paradigmi Paradigma di riferimento del cognitivismo Modello costruzionista e modello costruttivista Ricerca qualitativa, ricerca quantitativa Variabili 89 89 89 90 91 91 92 92 93 94 94 95 95 95 96 97 98 98 98 99 99 100 100 101 101 102 102 103 103 104 104 105 105 105 106 106 107 IX 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. X Esperimento: le fasi Il metodo dell’osservazione Osservazione longitudinale Colloquio clinico Il metodo «case study» Role playing Intervista semistrutturata Tecnica del focus group Sezione V ‐ Questionari e test: statistica e psicometria Statistica descrittiva e statistica inferenziale Statistica: i caratteri Statistica: tabelle di frequenza Statistica: la variabilità Areogrammi. Indici statistici La moda Psicometria Test di personalità Costruzione di un questionario Somministrazione di un questionario Capitolo 2 Pedagogia Sezione I ‐ Linee fondamentali della storia dell’educazione e della pedagogia occidentale La “nascita” dell’educazione Paideia: modello di educazione La sofistica Socrate e il suo metodo Platone e l’Accademia Il modello aristotelico Età ellenistica La scuola nell’Impero romano L’educazione secondo i Padri della Chiesa La formazione monastica Un’educazione a base sociale più allargata L’influenza sull’istruzione dello sviluppo commerciale La nascita delle Università Tommaso d’Aquino e il metodo della Scolastica 107 108 108 109 109 110 110 111 112 112 112 113 113 113 114 114 114 114 115 116 117 117 117 118 118 119 120 120 121 122 123 123 124 124 125 125 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 1. 2. 3. 4. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. L’Umanesimo e l’educazione della cultura laica Pedagogia utopistica L’educazione secondo John Locke L’approccio cartesiano alla conoscenza L’educazione secondo Rousseau Le tappe del processo educativo secondo Rousseau La società del Romanticismo L’esperienza pedagogica di Fröbel Le forme di educazione secondo Lambruschini Durkheim e l’educazione La proposta italiana di Roberto Ardigò Le caratteristiche dell’attivismo pedagogico L’esperienza della Casa del bambino di Maria Montessori La scuola serena di Maria Boschetti Alberti Don Milani e la scuola della parola L’educazione secondo Maritain L’attività educativa secondo Dewey Sezione II ‐ Cenni di pedagogia contemporanea Pedagogia sperimentale Docimologia L’integrazione nelle scuole degli alunni diversamente abili L’apprendimento permanente Capitolo 3 Sociologia e antropologia Il funzionalismo Teorie della socializzazione La stratificazione sociale Conformità e conformismo Sociologia d'impianto evoluzionistico Controllo sociale Il gruppo dei pari La comunicazione La cultura secondo l’antropologo Edward B. Taylor Inculturazione e acculturazione Differenze culturali I riti di passaggio Il relativismo culturale 126 127 128 128 129 129 130 131 131 132 132 132 133 134 134 135 135 136 136 136 136 137 138 138 139 140 142 144 144 145 145 146 146 147 148 148 XI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. XII PARTE III – Storia Capitolo 1 Storia antica Le civiltà dell’Antico Oriente La civiltà egizia I fenici Le origini della civiltà greca: la civiltà micenea Le póleis greche e le colonie La storia politica che precedette la nascita delle pòleis Sparta e Atene: modelli a confronto La storia del sistema politico ateniese L’impero persiano L’Età di Pericle e la guerra del Peloponneso La crisi della polis e l’avvento dell’ellenismo Roma: le origini e il periodo monarchico La nascita dell’urbs: gli aspetti politico‐amministrativi La Roma repubblicana Le guerre contro Cartagine e la conquista del Mediterraneo Crisi e fine della Repubblica romana L’Età augustea e l’Impero Monoteismo: il cristianesimo delle origini L’impero romano alle soglie della crisi La fine dell’Impero romano d’Occidente Capitolo 2 Storia medievale I regni romano‐barbarici La civiltà araba Francia: dai Merovingi a Carlo Magno La gestione politico‐territoriale dell’impero carolingio Il mondo bizantino Sacro romano impero: la rinascita Le crociate I comuni, il papato, l’Impero Politica e società tra XII e XIII secolo Federico II, stupor mundi Tra crisi e rinascita: l’Europa del XIV secolo 150 150 150 151 152 153 154 155 157 158 161 162 163 164 165 168 169 170 171 172 173 174 176 176 177 178 179 180 181 184 185 187 188 189 Capitolo 3 Storia moderna Equilibrio in Italia e vicende europee tra 1454 e 1492 Carlo V Martin Lutero: il padre della riforma protestante L’Inghilterra di Elisabetta I La Guerra dei Trent’anni L’Inghilterra dopo Elisabetta I Francia: l’assolutismo di Luigi XIV La Rivoluzione americana Il Settecento e il dispotismo illuminato La Rivoluzione francese: eziologia storico‐sociale Napoleone Bonaparte: dal trattato di Campoformio all’impero La Restaurazione: 1815 – 1829 I moti del 1820‐1821 Il ruolo del conte di Cavour nell’unificazione d’Italia Capitolo 4 Storia contemporanea Il raggiungimento dell’unità d’Italia Il primi passi della difficile politica nazionale italiana Lo sguardo degli intellettuali europei alla vigilia del primo conflitto Mondiale Il Primo conflitto Mondiale: 1914‐1918 La Russia delle Rivoluzioni Panorama politico e secondo conflitto mondiale Il secondo conflitto mondiale Ordinamento della Repubblica italiana e varo della Costituzione XX secolo: decolonizzazione e nuovi equilibri europei 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 191 191 192 194 196 199 199 201 203 204 206 208 211 212 213 216 216 218 221 223 225 228 231 235 238 AREA II Competenze Pedagogico‐Didattiche 1. 2. 3. 4. 243 Capitolo 1 La didattica: teoria dell’insegnamento La didattica: oggetto di studio e campo di indagine I modelli didattici I modelli didattici process‐oriented I modelli didattici product‐oriented 245 245 247 248 249 XIII 5. 6. 1. 2. 3. 4. 5. 1. 2. 3. 4. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 1. 2. 3. XIV I modelli didattici context‐oriented Le “categorie” del discorso didattico Capitolo 2 Le competenze dell’insegnante Professionalità docente e profilo docente Saper personalizzare l’azione didattica Saper usare i metodi (di una Scuola web 2.0) La formazione continua La ricerca‐formazione Capitolo 3 La progettazione didattica e il curricolo scolastico Definizione di progettazione didattica Elementi che costituiscono la progettazione didattica I modelli di progettazione Il curricolo scolastico Capitolo 4 Metodologie didattiche Definizione di metodo didattico La lezione La didattica per problemi La didattica per progetti La didattica laboratoriale La didattica meta cognitiva La didattica con le mappe Flipped classroom EAS, episodi di apprendimento situato Capitolo 5 Competenza digitale e Media Education a scuola New media education Competenza digitale La formazione iniziale degli insegnanti, i nuovi media e le competenze digitali 249 251 253 253 255 256 257 258 259 259 259 261 263 265 265 266 266 267 268 268 269 270 271 273 273 274 274 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 1. 2. 3. 1. 2. 3. 3.1. 3.2. 3.3 Capitolo 6 La valutazione scolastica La valutazione scolastica La valutazione come strumento di autoregolazione Le diverse funzioni della valutazione La docimologia, scienza della valutazione Dalla “valutazione degli apprendimenti” alla “valutazione di sistema” Il sistema nazionale di valutazione L’Autovalutazione d’istituto Capitolo 7 Con quali strumenti valutare Le tre fasi del processo di valutazione Misurare non è valutare Le tipologie di prove I requisiti delle prove di verifica I limiti delle prove tradizionali Le prove semi‐strutturate Le prove strutturate Capitolo 8 L’orientamento e la didattica orientativa Orientamento e scuola oggi La Didattica orientativa Rapporto tra i saperi “scientifici” e i saperi scolastici Capitolo 9 La scuola “inclusiva” Didattica ed inclusione Orientamenti teorici Orientamenti per l’azione La relazione “al centro” Ospitalità e comunicazione facilitata Il curricolo: personalizzato e documentato 276 276 276 278 279 280 281 283 285 285 286 287 287 288 289 290 291 291 292 294 300 300 302 307 307 309 309 XV 1. 2. 3. 3.1. 3.2. 3.3. 3.4. 1. 2. 3. 4. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1. 2. 3. 4. 5. 6. XVI Capitolo 10 Una scuola inclusiva per gli alunni con Dsa: Le strategie didattiche Cosa sono i Disturbi Specifici dell’apprendimento Cosa fare dal punto di vista didattico Le “scelte” metodologiche Le metodologie cooperative Metacognizione e apprendimento per scoperta Gli strumenti compensativi e le misure dispensative L’ausilio delle nuove tecnologie Capitolo 11 La scuola dell’autonomia e le sue norme La “Buona scuola” Excursus normativo dell’Autonomia Scolastica Il DPR 275/99: analisi e articolazione interna Quadro normativo di sintesi Capitolo 12 L’organizzazione collegiale della scuola Introduzione Gli Organi Collegiali Collegio dei Docenti Consigli di Intersezione, Interclasse, Classe Consiglio di Istituto Gli Organi Collegiali e la Legge 107/2015 Capitolo 13 I nuovi ordinamenti scolastici Scuola dell’Infanzia e primo ciclo Scuola Secondo ciclo Il riordino del Secondo Ciclo di Istruzione Il riordino dei Licei La riforma degli Istituti Professionali La riforma degli Istituti Tecnici 311 311 312 312 313 315 316 318 320 320 321 325 327 337 337 338 338 341 343 346 350 350 352 354 356 359 361 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Capitolo 14 Lo stato giuridico dei docenti Introduzione Fonti dei Diritti e dei Doveri Funzione docente La libertà di insegnamento
I diritti sindacali Il diritto all’aggiornamento e alla formazione Formazione e aggiornamento nella Legge 107/2015 I Doveri del docente AREA III Quesiti a risposta aperta Parte I ‐ Quesiti a risposta aperta sulla tematica disciplinare Filosofia Scienze Umane Storia Parte II ‐ Quesiti a risposta aperta di didattica Parte II ‐ Quesiti a risposta aperta di legislazione scolastica 365 365 366 366 369 370 371 371 372 375 377 377 411 429 463 497 XVII