Otto misteri dell’Universo (quasi) impossibili da risolvere Ecco le sfide aperte dell’astronomia e della cosmologia, secondo Science. Enigmi su cui i migliori cervelli del mondo si arrovellano. Alla ricerca di risposte che, forse, non arriveranno mai Energia oscura Nel 1998 gli scienziati scoprono che l’espansione dell’Universo sta accelerando, contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettati. Suppongono perciò l’esistenza di un’energia oscura che pervade lo spazio. Quanto è calda la materia oscura? La ricostruzione della materia oscura nel cluster di galassie Abell 1689. La materia oscura è invisibile, ma gli scienziati possono inferire la sua presenza in base all’effetto della lente gravitazionale. Dov’è la massa mancante? Nell’Universo ci sono meno particelle barioniche (protoni, elettroni, neutroni) di quante dovrebbero esserci. Un’ipotesi è che questa materia mancante si nasconda in un’immensa rete di gas caldissimo tra le galassie. Che cosa ha reionizzato l’Universo? Il radiotelescopio Lofar, in Olanda è in cerca delle tracce dell’idrogeno neutro che svanì dall’Universo circa 13 miliardi di anni fa, accendendo le luci nel cielo Come esplodono le stelle? Attraverso sofisticate simulazioni computerizzate, gli scienziati cercano di ricostruire esattamente in che modo le stelle esplodono, al termine della loro brillante vita. ) Da dove provengono i raggi cosmici ultra energetici? La Terra, ogni tanto, è colpita da raggi cosmici ultra energetici, ma non si capisce quali fenomeni cosmologici possano accelerare così tanto le particelle ordinarie fino a energie così alte. Perché il Sistema solare è così bizzarro? Dei quattro pianeti interni del Sistema Solare (Mercurio, Venere, Terra e Marte) non ce n’è uno che abbia la stessa struttura interna. Com’è possibile che si siano formati in maniera così diversa? Perché la corona solare è così calda? Per gli astronomi è un paradosso, come se l’alone che circonda una fiamma fosse più caldo della fiamma stessa. Nello spazio profondo si annidano misteri irrisolti e, forse, irrisolvibili. Domande aperte che non danno pace ad astronomi, astrofisici e cosmologi di tutto il mondo. A questi grattacapi cosmici, la rivista Science ha appena dedicato un servizio speciale. Se amate le sfide impossibili, qui c’è pane per i vostri denti. 1) Che cos’è l’energia oscura? Nel 1998, la scoperta dell’accelerazione delle galassie fu uno shock. Ci si aspettava che la gravità frenasse l’espansione dell’Universo. Invece, studiando una particolare classe di supernovae, di tipo Ia, utilizzate in astronomia come “candele standard”, un gruppo di scienziati trovò il contrario. Per capirci, è come se, lanciando una palla, questa continuasse ad allontanarsi a velocità sempre maggiore. A dir poco controintuitivo. La scoperta valse il Premio Nobel agli autori dello studio, ma l’astronomia si è ritrovata con una bella gatta da pelare. La forza misteriosa responsabile dell’accelerazione è stata chiamata energia oscura e, secondo il modello standard, rappresenta circa il 73% dell’Universo. Ma nessuno ha la più pallida idea di che cosa sia e se esista per davvero. Una delle ipotesi, infatti, è che l’energia oscura sia un’illusione, la spia che da qualche parte c’è un errore nella Relatività generale. Ma se invece la teoria è giusta, e fino a prova contraria lo è, allora che cos’è l’energia oscura? Potrebbe essere semplicemente una proprietà del vuoto, una “costante cosmologica” come ipotizzava Einstein. Oppure, un nuovo tipo di forza, detta quintessenza. Per svelare la natura dell’energia sono in corso progetti di punta, come la Dark Energy Survey del telescopio Blanco in Cile, che mira a scandagliare dai 200 ai 300 milioni di galassie, e future missioni spaziali, come il telescopio Euclid dell’Agenzia spaziale europea con una fortissima partecipazione italiana, e il Large Synoptic Survey Telescope della Nasa. Ma il mistero, per ora, appare così fitto e imperscrutabile che gli scienziati potrebbero non arrivarne mai a capo. 2) Quanto è calda la materia oscura? Da decenni gli scienziati hanno a che fare con una forma di materia oscura. È invisibile, non emette radiazioni, ma c’è. La sua presenza “fantasma” è rilevabile attraverso la distorsione gravitazionale sulla luce emessa dalle galassie e, secondo i calcoli, costituirebbe circa un quarto dell’Universo. Una delle questioni più controverse sulla materia oscura è la temperatura delle sue esotiche particelle. Secondo la teoria standard, la materia oscura dovrebbe essere fredda, cioè composta da particelle pesanti (fino a mille volte più massive dei protoni) che si muovono lentamente (a una temperatura tra 0.5 e 2.0 KeV). La materia oscura fredda spiegherebbe l’esistenza di galassie massicce e ammassi di galassie. Ma una teoria alternativa ritiene, invece, che la materia oscura sia più calda del previsto e che le sue particelle siano più leggere. In tal caso, si spiegherebbe il cosiddetto problema della “galassie satelliti mancanti”. La Via Lattea, infatti, dovrebbe essere circondata da migliaia di galassie nane, mentre ne sono state osservate solo una ventina. Un bel puzzle su cui, tuttavia, gli scienziati sono ottimisti. Esperimenti condotti ai Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Infn potrebbero riuscire a rilevare le WIMPs (Weakly Interacting Massive Particles), le particelle che non interagiscono con alcunché e potrebbero essere la sostanza di cui è fatta la materia oscura. 3) Dov’è la massa mancante? Come se non bastassero energia oscura e materia oscura a rendere abbastanza enigmatico l’Universo in cui viviamo, anche quel 5 per cento di materia ordinaria (protoni, elettroni, neutroni...) fa impazzire gli scienziati. Già, perché più della metà di questa materia “barionica” manca all’appello. Dalle misure effettuate della radiazione cosmica di fondo, il residuo della radiazione prodotta dal BigBang, i cosmologi hanno calcolato la densità dei barioni nell’Universo primordiale. Per quanto le cose siano cambiate in questi 15 miliardi di anni, i mattoni dovrebbero essere sempre quelli. E, invece, sembra che ci sia molta meno massa ordinaria. Le galassie contano il 10% dei barioni, un altro 10% è rappresentato dal gas caldo intergalattico e un ulteriore 30% è dato dalle bolle di gas freddo nello spazio tra le galassie. E il resto? Il sospetto degli astrofisici è che almeno una quota della massa mancante si trovi agglomerata in un’immensa rete di gas caldo diffuso e altamente ionizzato, con temperature da 100 mila a 10 milioni di gradi Kelvin, chiamato Warm-Hot Intergalactic Medium (WHIM), molto difficile da rilevare. Secondo altri, invece sarebbe distribuita nel “ Circumgalactic medium”, intorno alle galassie. Risolvere questo problema non è solo un esercizio aritmetico: è la chiave per capire come l’Universo è diventato quello che è. 4) Come esplodono le stelle? Le stelle brillano per milioni e persino miliardi di anni, poi a un certo punto, finito il combustibile che alimenta le reazioni di fusione termonucleare, si spengono. Ma alcune di loro se ne vanno in maniera spettacolare. Il nucleo collassa e la stella esplode come supernova. Nella deflagrazione quasi tutto il materiale viene espulso nello spazio alla velocità di 30 mila chilometri al secondo, l’energia sprigionata è paragonabile a trilioni di trilioni di bombe nucleari e la brillantezza del botto per alcuni giorni fa più luce dell’intera galassia. Il sogno degli astrofisici è catturare una “moviola” dell’esplosione delle supernovae. Per ora, si lavora a sofisticatissime simulazioni al computer. 5) Che cosa ha reionizzato l’Universo? Circa 400 mila anni dopo il Big Bang, protoni e neutroni si raffreddarono abbastanza da unirsi a formare atomi di idrogeno neutro. Questa fitta nebbia che assorbiva i fotoni rese l’Universo completamente opaco: è la cosiddetta “era buia”. Dopo altri 400 mila anni, qualcosa strappò via di nuovo gli elettroni dagli atomi, ionizzando il gas e trasformando di nuovo l’Universo in un posto trasparente alla luce, com’è ancora oggi. Questo evento è noto come “reionizzazione”. Che cosa lo abbia provocato, però, nessuno ancora lo sa con certezza. Secondo recenti osservazioni del telescopio spaziale Hubble, a emettere la radiazione ionizzante sarebbero state le stelle massive della prima generazione, ma il dubbio è che all’epoca non si fossero ancora formate abbastanza galassie per emettere l’energia necessaria a reionizzare l’Universo. Nuove risposte potrebbero arrivare dal telescopio Lofar, in Olanda, e soprattutto dallo Square Kilometre Array che Australia e Sud Africa costruiranno insieme nei prossimi dieci anni. 6) Da dove provengono i raggi cosmici più energetici? Avviene raramente, ma ogni tanto la Terra è investita da particelle cosmiche che viaggiano a energie nell’ordine di 10 20 elettronvolt, così elevate che nessuno sa quale fenomeno cosmico possa averle prodotte. Persino le esplosioni di supernovae non sarebbero capaci di generare energie superiori a 10 15 eV. Per di più, questi raggi cosmici ultra energetici non possono arrivare da lontano: le particelle non potrebbero mantenere energie così alte viaggiando a lungo nello spazio. Gli astronomi restringono la loro origine nel raggio di poche migliaia di galassie attorno alla Via Lattea, escludendo quindi altre centinaia di miliardi di galassie nell’Universo. Ci sono varie teorie, tra cui jet di buchi neri giganti, e ipotesi più fantasiose, come il decadimento di particelle esotiche supermassive originatesi nel Big Bang o l’ipotetico collasso di stringhe cosmiche. Sulla questione si lambiccano da anni il cervello i ricercatori del Pierre Auger Observatory, a cui arriverà presto a dar manforte l’Extreme Universe Space Observatory, che dovrebbe essere agganciato alla Stazione Spaziale internazionale nel 2016 . 7) Perché il Sistema solare è così bizzarro? I pianeti del Sistema solare sono uno diverso dall’altro. In particolare, i quattro mondi interni (Mercurio, Venere, Terra e Marte) non hanno praticamente nulla in comune, a parte la crosta esterna rocciosa e un cuore di metalli. Differiscono l’un l’altro per l’atmosfera, la struttura interna, il campo magnetico. Quelli esterni, poi, sono ancora più bizzarri. Come Giove, con i suoi satelliti, Saturno con i suo anelli, Urano e Nettuno che hanno circa 20 volte la massa della Terra ma orbitano, rispettivamente 20 e 30 volte più lontani dal Sole. Come si spiega la grande diversità dei fratelli del nostro Sistema planetario? È stato tutto frutto del caso? Non è chiaro, anche se probabilmente secondo gli scienziati i pianeti non si sono formati dove oggi li vediamo. La ricerca sui pianeti extrasolari aiuterà a far luce anche in casa nostra. 8) Perché la corona solare è così calda? Perché nella regione più esterna dell’atmosfera del Sole (corona) la temperatura è enormemente più alta (circa 1 milione di gradi Kelvin) rispetto alla sua superficie visibile, la fotosfera, dove la temperatura arriva solo a circa 5.700 gradi Kelvin? È un paradosso, un po’ come se l’aria intorno a una fiamma fosse più calda della fiamma stessa. I fisici solari si interrogano su questo problema da almeno vent’anni. Alcuni progressi sono stati fatti recentemente grazie a due osservatori solari orbitanti ( Hinode e Solar Dynamics Observatory) che hanno rilanciato, tra le altre, l’ipotesi dei cosiddetti nanoflares o nanobrillamenti, cioè piccole esplosioni molto localizzate nella corona solare. Tuttavia, con gli strumenti attuali è difficile risolvere questo enigma. Serviranno strumenti più potenti, come Iris della Nasa, che dovrebbe essere lanciato il prossimo dicembre, o Solar Orbiter dell’Esa, il cui lancio è previsto nel 2017.