PARCHI
Il territorio della Liguria racchiude beni naturalistici di straodinario valore.
Regione di contrasti per la presenza contemporanea delle Alpi, degli Appennini e del mare, racchiude nel suo ristretto territorio ambienti naturali estremamente differenziati,
grazie alla peculiare morfologia che comprende le tre aree biogeografiche in cui è suddivisa
l’Italia: alpina, continentale e mediterranea.
Ma altri elementi, agricoli e insediativi, vanno
ad aumentare il patrimonio ambientale della
regione. Le attività umane che hanno modificato il territorio nel tempo costituiscono, infatti, parte integrante dei beni tutelati e valorizzati da un articolato sistema di Parchi e
Aree protette.
I versanti mediterranei si distinguono per la solarità dei paesaggi, per le morfologie contorte
e ardite delle scogliere a picco sul mare, per la
rigogliosa vegetazione, per le specie pregiate.
Nell’entroterra i parchi tutelano aspetti geomorfologici unici in Liguria, foreste secolari
dalla fisionomia tipicamente appenninica, boschi dal carattere alpino, e ancora estesi pascoli densi di preziose e rare fioriture.
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Scoglio Ferale
Se l’interesse culturale nelle zone mediterranee
è dato soprattutto dalla secolare capacità di
modellare i pendii con le caratteristiche “terrazze”, per le zone esposte a Nord sono soprattutto gli insediamenti con borghi e castelli medioevali a costituire il principale motivo di attenzione. Altre importanti testimonianze delle
attività umane sono le vie di comunicazione, gli
insediamenti preindustriali (cartiere, vetrerie e
ferriere), e ancora antichissime incisioni rupestri, segni dell’utilizzo del territorio da parte
dell’uomo da tempi remoti.
A cominciare dall’estremo Levante, procedendo verso Ponente si incontrano ben 8 parchi regionali e 1 parco nazionale che contribuiscono
- con attività volte ad aumentare la conoscenza dei luoghi - a valorizzare e a tutelare le peculiarità della Liguria.
Iniziando dalla provincia della Spezia la prima occasione di visita in aree protette è data da due
parchi regionali che, sebbene forse non molto
noti, comprendono all’interno del loro territorio pregi storici e naturalistici di elevato interesAbbazia di Borzone
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PARCHI
se. Si tratta del Parco naturale regionale di Portovenere, con le splendide isole antistanti – compreso nella Lista del patrimonio mondiale dell’Umanità – e del Parco naturale regionale Montemarcello-Magra, con interessanti ambienti fluviali e di costa mediterranea.
Più a Ovest è prossimo il territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre: anch’esso riconosciuto
dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’Umanità, è noto in tutto il mondo per la peculiarità
dei paesaggi terrazzati, per i famosi vini, per i borghi pittoreschi.
Spostandosi verso il centro della regione e inoltrandosi nel territorio della Provincia di Genova ecco altri quattro Parchi regionali. A cavallo tra il Golfo Paradiso e il Golfo del Tigullio si protende il Promontorio forse più noto d’Italia: è il Parco naturale regionale di Portofino, con i famosissimi borghi di S.Fruttuoso, Camogli e Portofino. Alle sue spalle, nell’entroterra, la fisionomia e gli ambienti cambiano totalmente: il Parco naturale regionale dell’Aveto, il più “montano” dei parchi regionali, include le più alte cime dell’Appennino ligure e preziosi laghetti di origine glaciale. Ancora in
territorio montano, nel cuore dell’Appennino genovese, si trova un’altra zona protetta, che prende
il nome dalla montagna forse più amata dai genovesi: il Parco naturale regionale dell’Antola, ricco di testimonianze di civiltà contadina, ma anche di castelli medioevali appartenenti ad antiche dinastie genovesi. Infine, posto a cavallo tra le province di Genova e Savona, il Parco naturale regionale del Beigua, la più vasta area protetta della Liguria, dove i versanti meridionali, brulli e aridi,
fanno da contraltare ai versanti nord ricoperti da folte foreste di caducifoglie.
Casoni di Chiappozzo
La provincia di Savona ospita sul suo territorio altri due parchi, piccoli ma di peculiare interesse. Si tratta del Parco naturale regionale di Piana Crixia e del Parco naturale regionale di Bric Tana. Il primo
è caratterizzato dalle suggestive forme erosive di calanchi argillosi, assolutamente unici per la Liguria,
e il noto “Fungo” di pietra; nel secondo, invece, il maggior motivo di interesse è dovuRegione Liguria Settore Parchi e Aree protette
to alle formazioni carsiche e alle grotte che
Via Fieschi, 15 – 16121 – Genova
caratterizzano il suo territorio. Di queste ulTel. 010.548.4172/4876 - E-mail: [email protected]
time sono note importanti testimonianze di
Siti web: www.regione.liguria.it - www.parks.it
frequentazioni umane in epoca preistorica.
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PARCO
NATURALE REGIONALE DI
MONTEMARCELLO-MAGRA
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Ambiente fluviale
Nato dalla fusione tra il Parco fluviale del Magra e l’area protetta di
Montemarcello, questo parco presenta due anime distinte e complementari. Da un lato, con l’ambito fluviale - il tratto di Magra che scorre in
territorio ligure e il suo principale affluente, il Vara - si mostra decisamente legato all’entroterra, dall’altro è più rivolto verso la costa con il promontorio del Caprione che si affaccia sul Golfo della
Spezia. Apprezzata dai Romani che vi fondarono l’antica città di Luni, l’area fluviale, pur presentando alcuni tratti fortemente compromessi da usi scorretti del territorio, tutela aree coltivate e zone
umide rare in Liguria e di grande importanza per la nidificazione e la sosta dell’avifauna. Il settore
più integro del parco fluviale, il Vara, conserva tra le sue acque pulite pesci, crostacei, anfibi, tra cui
il raro ululone dal ventre giallo (Bombina variegata). La parte costiera del parco trova il vertice di spettacolarità nella Punta Bianca, estremo lembo roccioso del promontorio del Caprione, costituito da
uno spesso strato di calcare bianco ben visibile dal mare e sfruttato per la sua bellezza dai Romani.
Sulle falesie calcaree a strapiombo domina la macchia mediterranea, mentre poco più in alto sulle
pendici del promontorio è insediata una pregevole formazione continua di pini d’Aleppo, che dalla
punta estrema del golfo si spinge fino a Tellaro. Questo borgo, forse il più famoso del parco, è arroccato su uno sperone roccioso con le sue caratteristiche case colorate. Alle sue spalle, sopra le
pendici dei colli, i terrazzamenti
coltivati a olivo completano un
Ente Parco Montemarcello-Magra
quadro di grande suggestione. Su
Via A. Paci, 2 – 19038 Sarzana (SP)
un’altura, in splendida posizione
Tel. 0187.691071-0187.742262 – E-mail: [email protected]
panoramica è invece posto MonteSito web: www.parcomagra.it
marcello, borgo fortificato colloProvvedimenti istitutivi: LL.RR. 19.11.1982 n. 43 – 18.03.1985 n. 12
cato strategicamente a dominare
- 22.2.1995 n. 12 e s.m.i.
la piana del Magra e il Golfo della
Superficie area protetta: 2726.00 ettari
Spezia.
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Da Montemarcello a Tellaro
Durata: 2 h
Difficoltà: facile
Un semplice e breve itinerario
della durata di poco meno di
due ore unisce i due borghi
più noti dell’area protetta attraverso ambienti litoranei,
con belle vedute sulle isole Tino, Tinetto e Palmaria. Il percorso ha inizio Montemarcello, raggiungibile in auto. Dalla piazza della chiesa si procede in direzione di Lerici, seguendo un segnavia bianco e
rosso tra orti e oliveti delimitati da muri a secco.
Dopo aver attraversato due
volte la strada asfaltata si oltrepassano case con giardini
e fasce incolte fino a raggiungere un ombroso bosco artificiale di pini e cipressi. Il sentiero scende a tratti più ripido fino a diventare pianeggiante e prosegue incrocianTellaro
do nuovamente una strada
asfaltata.
Se ne precorre un tratto in direzione Lerici e, dopo circa 200 m, si devia a destra lungo un sentiero
dal fondo ben lastricato e delimitato dai caratteristici muri a secco. Si oltrepassano altre fasce in
abbandono e un bosco con pini d’Aleppo e lecci che si alternano a tratti.
Superata una zona circoscritta da una recinzione metallica si prosegue fino ad un pianoro con resti di postazioni militari da dove si può godere di un bel panorama sulle isole e sul Golfo di La Spezia. Si procede lungo il sentiero senza attraversare la strada asfaltata che si interseca poco oltre e si
scende fino alla valle Figarole dove il sentiero si snoda tra le case e gli orti.
Si incrocia nuovamente la strada asfaltata, che questa volta si attraversa per imboccare un viottolo di cemento che scende a sinistra. Ancora tra muri e orti si avanza sul sentiero che porta a Tellaro. Il percorso prende a scendere decisamente fino alla scalinata del “Piastron” un dirupo a strapiombo sul mare. Lasciate le prime abitazioni e gli oliveti di Tellaro si scende ancora per raggiungere le case colorate del centro storico.
Riferimenti utili
ATC S.p.A. Trasporto Pubblico di La Spezia - Tel. 0187.52251
Raggiungibilità
Auto: autostrada A12, uscita casello di Sarzana quindi per Montemarcello.
Treno e bus: stazione di Sarzana o di La Spezia, quindi a Montemarcello o a Tellaro con autobus di linea.
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PARCO
NATURALE REGIONALE DI
PORTOVENERE
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Il Parco di Portovenere rappresenta la naturale continuazione dell’area delle Cinque Terre: nel settore costiero si ripetono infatti le caratteristiche territoriali del Parco Nazionale, dalla verdeggiante
vegetazione di macchia alle ripide scogliere, dai lembi di lecceta alle ardite terrazze coltivate. Ma, a
differenza del più conosciuto vicino, il parco di Portovenere possiede un’appendice di isole, una sorta di collana di scogli che delimita ad ovest il Golfo della Spezia. Le tre isole, che emergono dal ma-
Chiesa di S. Venerio
re con vertiginose falesie calcaree, in un tempo neppure troppo lontano erano unite alla terraferma da cui si sarebbero distaccate nel tardo Quaternario. La maggiore,
l’isola Palmaria, è anche la più prossima alla costa (solo un centinaio di metri da Portovenere) ed
è ricca di grotte in cui visse l’uomo preistorico: la più famosa è la Grotta dei Colombi, sede di importanti ritrovamenti. Il valore storico delle isole è arricchito anche dai resti dell’antico monastero
di S. Venerio, fondato nell’XI secolo sui resti di una precedente cappella, dai monaci che, dal Tinetto, si trasferirono sul Tino. Nel XV secolo il complesso venne abbandonato a causa delle incursioni
saracene. Sul Tinetto - quasi uno scoglio, alto solo 17 metri - sono rimaste tracce dei più antichi
edifici religiosi, risalenti al VI secolo.
Le tre isole sono notevoli anche dal punto di vista naturalistico: la tipica vegetazione mediterranea
si esalta nella macchia, che predomina sulla Palmaria, mentre sul Tino emerge un bosco di lecci e
pini d’Aleppo. Sulle scogliere delle isole e del promontorio, oltre alle piante alofile (amanti del sale), cresce il fiordaliso di Portovenere, una composita dai fiori rosati endemica di questa zona di Liguria. La fauna è nobilitata dalla presenza di alcuni rettili rari: il tarantolino, endemita circumtirrenico di cui sono note pochissime stazioni liguri e, sul Tinetto, una sottospecie della comune lucertola muraiola esclusiva di questa piccola isola (Podarcis muralis tinettoi).
Delle tre isole solo Palmaria possiede un piccolo centro ed è visiEnte Parco di Portovenere
tabile, mentre sul Tino – zona di
Comune di Portovenere 19025 (SP) - Tel. 0187.794830/82
interesse militare - è possibile
E-mail: [email protected] - parco.portovenere@comune diportovenere.it
sbarcare solo la domenica più
Sito web: www.parks.it
prossima al 14 settembre, festiProvvedimento istitutivo: LL.RR. 03.09.2001 n. 30
vità di S. Venerio. Il Tinetto non
Superficie area protetta: 273.91 ettari
è invece normalmente visitabile.
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Giro della Palmaria
Durata: 3 h
Difficoltà: abbastanza facile
Un piacevole percorso
adatto ad ogni escursionista, è il giro della Palmaria
realizzabile in circa tre ore.
Con battelli in partenza da
La Spezia o da Portovenere
si raggiunge la località Terrizzo, nella parte più antropizzata dell’isola. Dal molo
di sbarco si procede verso
levante su strada asfaltata
fino al castello sabaudo che
sorge sulla punta della
Scuola. Lasciando la strada
asfaltata si devia a destra
lungo una sterrata che procede sul lato orientale dell’isola tra vegetazione di
macchia, cisti e ginestre.
Passati sopra Cala della
Fornace si prosegue in salita per poi nuovamente
scendere tra antichi terrazzamenti ora invasi dall’ampelodesma, una grande
graminacea dalle foglie tenaci e taglienti. Si passa sopra la cala del Pozzale e si
raggiunge la Punta Ziguella
da dove il sentiero continua
a destra lungo il versante
Isola Palmaria dal Tino
occidentale dell’isola. Passati poco sopra la Grotta dei Colombi si prosegue in salita sopra spettacolari scogliere a picco sul
mare. Raggiunta la cima della Palmaria si inizia a scendere attraverso una profumata pineta fino alla Punta Carlo Alberto posta
proprio di fronte alla chiesa di
Riferimenti utili
Portovenere. Sempre seguendo
ATC S.p.A. Trasporto pubblico di La Spezia - Tel. 0187.52251
la costa si ritorna al Terrizzo.
Raggiungibilità
Qui si può ancora osservare il
Auto: autostrada A12, uscite di La Spezia o di Sarzana, poi proseguiCanalone, sul versante nord delre fino a Portovenere.
l’isola, una fresca valletta ricoTreno e Bus: Dalla stazione di La Spezia o di Sarzana, si può raggiunperta da castagni, carpini e rogere Portovenere con autobus di linea.
verelle in netto contrasto con la
Traghetti: da la Spezia e da Portovenere.
macchia più termofila.
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PARCO
NAZIONALE DELLE
CINQUE TERRE
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All’estremo orientale della Liguria, tra
la costa di Tramonti e la Punta del Mesco, si stende il territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre: un’area dove l’incontro armonioso fra uomo e natura ha portato a plasmare e modificare l’ambiente fino alla creazione di un
paesaggio unico, noto in tutto il mondo e inserito nella Lista del Patrimonio
Mondiale dell’Umanità.
Gli antichi abitanti di questi luoghi per
la necessità di ricavare spazi coltivabili
in questo ambiente aspro contrassegnato da una particolare acclività e
dalla mancanza di tratti pianeggianti,
ne hanno profondamente modificato
la fisionomia con il duro lavoro di generazioni. Per circa mille anni l’uomo
ha lavorato la montagna creando una
fitta tessitura di terrazzamenti coltivati
a vite, sorretti da oltre 2000 chilometri
di muretti a secco, un’impresa straordinaria che ha dato origine ad un paesaggio irripetibile che oggi si vuole recuperare e conservare per le generazioni future. Dalla sostituzione di parte degli
originari boschi di leccio con la coltivazione della vite è derivata una eccellente – anche se limitata quantitativamente - produzione di vini, rinomata per la
sua qualità. Ma la coltura della vite
non è la sola attività che lega l’uomo alVernazza
la terra: accanto ai vigneti si estendono
coltivazioni di limoni – famose quelle di Monterosso - oliveti e orti.
La complessità orografica ha consentito anche il mantenimento di un ambiente naturale integro e
incantevole: la costa, alta e frastagliata, è lineare, scarsamente incisa da insenature e promontori,
scavata dal mare in suggestive grotte. La vegetazione è rigogliosa e diversificata: oltre a lembi di lecceta, sono presenti altre essenze arboree tra cui tre diverse specie di pino (domestico, d’Aleppo e
marittimo), la sughera, la roverella, il castagno. Negli ambienti litoranei e in quelli rupestri crescono numerose specie tipiche dell’arbusteto mediterraneo, il popolamento vegetale più diffuso nella
zona.
I piccoli borghi delle Cinque Terre confermano quanto il contatto dell’uomo con la natura sia qui
avvenuto senza apportare traumi al territorio che, grazie anche alla morfologia sfavorevole a sfrenate espansioni edilizie, ha preservato intatte le sue peculiarità paeEnte Parco delle Cinque Terre
saggistiche: gli abitati si sono sviVia T. Signorini, 118 – 19017 Riomaggiore (SP)
luppati nel rispetto dei valori amTel. 0187.760000/920113 – E-mail: [email protected]
bientali, e anche i tracciati viari soSito web: www.parconazionale5terre.it
no ridotti all’essenziale con poche
Provvedimento istitutivo: D.P.R. 06.10.1999
strade carrabili e molti viottoli perSuperficie area protetta: 3.860.00 ettari
corribili solamente a piedi.
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