diralim 2013 esercitazione n1 - Didattica

Esercitazione del 1 marzo 2013
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ESERCITAZIONI DI DIRITTO ALIMENTARE
Anno Accademico 2012-2013
ESERCITAZIONE n. 1
Le fonti del diritto – Costituzione e Regioni
CODICE CIVILE
R.D. 16 marzo 1942, n. 262
DISPOSIZIONI SULLA LEGGE IN GENERALE
CAPO I — Delle fonti del diritto
art. 1. Indicazione delle fonti
Sono fonti del diritto:
1) le leggi;
2) i regolamenti;
[3) le norme corporative (1);]
4) gli usi.
----------------------(1) Le norme corporative sono state abrogate, quali fonti di diritto, per effetto
della soppressione dell'ordinamento corporativo, disposta con R.D.L. 9 agosto
1943, n. 721 e della soppressione delle organizzazioni sindacali fasciste,
disposta con D.Lgs.Lgt. 23 novembre 1944, n. 369.
art. 2 Leggi
La formazione delle leggi e l'emanazione degli atti del Governo aventi forza di
legge sono disciplinate da leggi di carattere costituzionale .
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art. 3 Regolamenti
Il potere regolamentare del Governo è disciplinato da leggi di carattere
costituzionale.
Il potere regolamentare di altre autorità è esercitato nei limiti delle rispettive
competenze, in conformità delle leggi particolari.
art. 4 Limiti della disciplina regolamentare
1. I regolamenti non possono contenere norme contrarie alle disposizioni delle
leggi.
2. I regolamenti emanati a norma del secondo comma dell'art. 3 non possono
nemmeno dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati dal
Governo.
art. 8 Usi
1. Nelle materie regolate dalle leggi e dai regolamenti gli usi hanno efficacia solo
in quanto sono da essi richiamati.
2. Le norme corporative prevalgono sugli usi, anche se richiamati dalle leggi e
dai regolamenti, salvo che in esse sia diversamente disposto.
art. 9 Raccolte di usi
1. Gli usi pubblicati nelle raccolte ufficiali degli enti e degli organi a ciò autorizzati
si presumono esistenti fino a prova contraria.
art. 10 Inizio dell'obbligatorietà delle leggi e dei regolamenti
1. Le leggi e i regolamenti divengono obbligatori nel decimoquinto giorno
successivo a quello della loro pubblicazione, salvo che sia altrimenti disposto.
2. Le norme corporative divengono obbligatorie nel giorno successivo a quello
della pubblicazione, salvo che in esse sia altrimenti disposto.
art. 11 Efficacia della legge nel tempo.
1. La legge non dispone che per l'avvenire: essa non ha effetto retroattivo.
2. I contratti collettivi di lavoro possono stabilire per la loro efficacia una data
anteriore alla pubblicazione, purché non preceda quella della stipulazione.
art. 12 Interpretazione della legge.
1. Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello
fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse,
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e dalla intenzione del legislatore.
2. Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si
ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il
caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i princìpi generali
dell'ordinamento giuridico dello Stato.
art 15 Abrogazione delle leggi.
1. Le leggi non sono abrogate che da leggi posteriori per dichiarazione espressa
del legislatore, o per incompatibilità tra le nuove disposizioni e le precedenti o
perché la nuova legge regola l'intera materia già regolata dalla legge anteriore.
Costituzione della Repubblica italiana
27 dicembre 1947 – entrata in vigore il 1 gennaio 1948
PARTE SECONDA — ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA
Titolo I - Sezione II. — La formazione delle leggi
art. 70
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.
art. 76
L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non
con determinazione di princìpi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per
oggetti definiti.
art. 77
1. Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che
abbiano valore di legge ordinaria.
2. Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto
la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno
stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono
appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.
3. I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro
sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare
con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.
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TITOLO V - Le Regioni, le Province, i Comuni
testo vigente - (art. 3 legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.)
art. 117
1. La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della
Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli
obblighi internazionali.
2. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato
con l’Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati
non appartenenti all’Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed
esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della
concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato;
perequazione delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione
del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti
pubblici nazionali;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa
locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia
amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti
civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
n) norme generali sull’istruzione;
o) previdenza sociale;
p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di
Comuni, Province e Città metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo
statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale;
opere dell’ingegno;
s) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
3. Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti
internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero;
tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni
scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;
professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i
settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo;
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protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di
trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione,
trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e
integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza
pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e
promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali,
aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a
carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni
la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principî fondamentali,
riservata alla legislazione dello Stato.
4. Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non
espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
5. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di
loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti
normativi comunitari e provvedono all’attuazione e all’esecuzione degli accordi
internazionali e degli atti dell’Unione europea, nel rispetto delle norme di
procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio
del potere sostitutivo in caso di inadempienza.
6. La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione
esclusiva, salva delega alle Regioni. La potestà regolamentare spetta alle
Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Città metropolitane
hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello
svolgimento delle funzioni loro attribuite.
7. Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli
uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la
parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive.
8. La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il
migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi
comuni.
9. Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati
e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme
disciplinati da leggi dello Stato.
art. 118
1. Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per
assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane,
Regioni e Stato, sulla base dei principî di sussidiarietà, differenziazione ed
adeguatezza.
2. I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni
amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale,
secondo le rispettive competenze.
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3. La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle
materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell’articolo 117, e
disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei
beni culturali.
4. Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono
l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività
di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.
art. 120
1. Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le
Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera
circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l’esercizio del
diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale.
2. Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane,
delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati
internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per
l’incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela
dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai
confini territoriali dei governi locali. La legge definisce le procedure atte a
garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di
sussidiarietà e del principio di leale collaborazione.
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