APPUNTAMENTI CULTURALI a cura di Luigi Luce Da Roma all’Isola, San Pietro è arrivato in zona 9 Riccardo Garrone, uno dei grandi attori del cinema italiano, da pochi mesi si è trasferito all’Isola. Al Mic tutto Bogart un mito di Hollywood Lorenzo Meyer anche questo Natale se lo “E semo levato dalle p….”. Questa famosa battuta tratta dal film “Vacanze di Natale” (1983) sarà nota anche ai più giovani come del resto la figura di San Pietro, per 18 anni testimonial di successo della pubblicità della Lavazza. Ma Riccardo Garrone è innanzitutto uno dei più importanti protagonisti del cinema italiano dei tempi d’oro. Per intenderci quello dei Gassman,Mastroianni, Sordi e Manfredi, tanto per citarne solo alcuni. Sono oltre 200 i film interpretati da Garrone fino ad oggi. Da “Adamo ed Eva” di Mario Mattoli del 1949 a “La città invisibile” di Giuseppe Tandoi del 2010 passando per “Signori si nasce” del 1960 con Totò, “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata” del 1971 con Alberto Sordi e ovviamente “La dolce vita” di Federico Fellini, premio Oscar a Hollywood nel 1962. Per non dimenticare i tanti successi teatrali e il grande lavoro da doppiatore. Non a caso, quella di Garrone, è considerata tutt’ora la migliore voce del cinema italiano. Memorabile la sua voce di “Dio” in “Aggiungi un posto a tavola”. Incontriamo Garrone in un locale dell’Isola e con lui chiacchieriamo amabilmente per oltre un’ora. Per cominciare… benvenuto a Milano e in Zona 9. Del resto era scritto nel destino…. Nell’”Audace colpo dei soliti ignoti” di Nanni Loy hai interpretato Virgilio “il milanese”, che reclutava banditi per la rapina al totocalcio… È vero (ride…)! È stato divertente girare quel film. Pensa che Gassman mi ha solato (rubato, ndr) il vestito di scena che volevo indossare io. Piaceva anche a lui… Con Vittorio ho girato anche altri film, l’ultimo “La Cena” del 1998 diretto da Ettore Scola. Gassman era stupefacente nel modo in cui memorizzava i copioni. Anch’io ho sempre avuto facilità nel ricordare le battute ma lui era disumano. Secondo me studiava di notte (ride…)! Con Gassman hai anche avuto la tua prima esperienza teatrale. Nel 1950 ho partecipato a una tourneè teatrale in Sud America con la compagnia Gassman-Torrieri-Zareschi. Abbiamo recitato in Brasile, Argentina, Cile, Perù e Venezuela. È stata una bella esperienza non solo lavorativa ma anche umana. Eravamo un gruppo affiatato e curioso e dopo lo spettacolo uscivamo per divertirci. Oltre a me e Gassman la compagnia era composta da Raoul Grassilli, Giorgio Piazza, Diana Torrieri e Elena Zareschi. Ma torniamo un po’ indietro. Come è nata questa tua vocazione artistica? Forse nasce proprio da piccolo. Io sono nato nel 1926 a Piazza Vittorio (la più grande piazza di Roma, ndr) all’Esquilino, un quartiere eccezionale, con una grande comunità ebraica. Mia nonna aveva un ristorante davanti al Cinemateatro Manzoni dove recitavano Petrolini, Enrico Viarisio e i più grandi attori napoletani. Il mio appartamento dava proprio davanti sulla balconata della galleria del teatro e io e mio fratello, all’età di 9-10 anni, scavalcavamo e raggiungevamo i palchi dove ci godevamo il film o la rappresentazione teatrale. Gli stessi attori ce li ritrovavamo poi a mangiare al ristorante di nonna dove anche lì si esibivano in divertenti scenette per evitare di pagare… ma poi alla fine pagavano! Ricordo poi quando accompagnavo mia nonna in carrozza a trovare la sua amica Emma Gramatica che con la sorella Irma è stata una delle attrici più importanti della prima metà del ‘900. Proprio Emma si rivolgeva sempre a mia nonna dicendo: “Ma perché questo ragazzo non fa l’attore?” Quindi sei sempre stato sicuro di intraprendere questa carriera… In realtà dopo la guerra non sapevo ancora cosa fare. In quel momento il mio destino sarebbe stato quello di vendere enciclopedie ma la cosa non mi entusiasmava affatto. Così, per caso, ho scoperto a Roma una stupenda villa dalla quale tra l’altro uscivano sempre bellissime ragazze (ride..). Era la sede dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica. Decisi quindi di partecipare alla selezione per accedere alla scuola che prevedeva la recitazione di una poesia e la lettu- ra di una prosa. Andò molto bene e arrivai addirittura al secondo posto. Primo si classificò Gabriele Ferzetti con il quale ogni tanto, quando ci rincontriamo, ricordiamo con piacere quell’episodio. Frequentai la scuola per circa 3 anni e dopo iniziai a lavorare. Dalle tue parole si capisce che nonostante i tanti film girati il tuo primo amore resta il teatro. Sicuramente. Credo il teatro sia la palestra migliore per ogni attore. Anche perché hai il contatto diretto con il pubblico e non puoi permetterti di sbagliare. Anche se forse è più faticoso. Ogni sera una città diversa e una nuova esibizione. Forse altri attori lo vivono diversamente ma io non ho mai avuto problemi di stress da lavoro. Anzi soffro molto di più lo stress da “non lavoro”. Tornando al cinema non possiamo dimenticare “La dolce vita” con Fellini. Con Federico avevo già lavorato nel 1955 nel film “Il bidone”. Ci frequentavamo anche fuori dal set cinematografico perché abitavamo vicino e spesso ci incontravamo durante le passeggiate in via Veneto. Oltre che con Fellini hai lavorato con tanti registi famosi come Mario Mattoli, Pietro Germi, Dino Risi e Mario Monicelli. Ma qual è stato il film che ti è piaciuto di più interpretare? Mi sono molto divertito a recitare in “Capitan Fracassa”, film in costume girato nel 1961 a Parigi. Il mio ruolo era quello del più grande spadaccino italiano.È stato bello perché,stabiliti certi dialoghi, si dava la possibilità agli attori di improvvisare e quindi recitare senza seguire copioni precisi. Hai girato film d’autore ma anche alcuni che la critica ha definito “commerciali”. Cosa ne pensi? Io credo che sia importante affrontare ogni tipo di lavoro con impegno e professionalità. Qualsiasi parte deve essere rispettata e interpretata al meglio. Per questioni di spazio l’intervista finisce qui anche se sarebbero ancora tantissime le cose che Garrone ci potrebbe raccontare. Diamo appuntamento ad un altro numero di “Zona Nove”, non solo per continuare la sua storia, ma per raccontare di progetti futuri. Del resto, dopo oltre 60 anni di brillante carriera, la storia artistica di Riccardo Garrone non finisce certo qui. Villa Clerici ospita Gaetano Donizetti Un palcoscenico per 25 orchestrali e 23 tra cantanti e coristi. opo due anni di attività D con i concerti tenuti all’interno della Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, sabato 5 luglio la musica uscirà finalmente “allo scoperto” avendo come fondale la bella facciata di Villa Clerici. L’atrio centrale aperto, con tre campate sostenute da grandi colonne, sarà il palcoscenico che ospiterà un’essenziale, espressiva scenografia e vedrà alternarsi 5 cantanti nei ruoli principali e un coro, tutto al femminile, di 18 elementi. L’orchestra, ai piedi della scalinata, sarà composta da 25 elementi. Il parco prospicente la Villa, ricco di statue d’epoca e ridisegnato da Dandolo Bellini sul modello dei giardini all’italiana del ‘700, accoglierà il pubblico divenendo platea. Dunque, per la prima uscita all’aperto, un contenitore d’eccezione per un contenuto che non sarà da meno. La scelta di Angelo Mantovani, presidente de Il Clavicembalo Verde e ideatore delle rassegne musicali dei due anni passati, è caduta su “L’elisir d’amore”, il “melodramma giocoso” di Gaetano Donizetti: un’opera breve, compatta e scorrevole, rappresentata per la prima volta nel 1832 a Milano, al Teatro della Cannobiana. Due parole sulla trama: la vicenda si svolge in un villaggio basco verso la fine del settecento e racconta la storia di un amore prima incompreso e poi ovviamente trionfante tra Adina, una ricca fittavola erudita (si presenta in scena leggendo la storia di Tristano e Isotta) e Nemorino, coltivatore, giovane semplice e naturalmente innamorato della bella capricciosa. La vicenda si snoda tra falsi filtri amorosi, medici ciarlatani, focosi sergenti di bell’aspetto e, miracolo su miracolo, l’arrivo all’ultimo momento di una ricca eredità che farà del sempliciotto Nemorino un partito ambito dalle belle del paese. Abbiamo già detto che l’amore trionferà, passando per una serie di arie, cavatine, duetti, noti agli amanti della lirica, tra cui la più famosa delle romanze “Una furtiva lagrima”. Per finire vogliamo ancora sottolineare un punto: la messa in scena de “L’elisir d’amore” è il frutto di un progetto di studio e perfezionamento di “Milano Music Master Opera” (Accademia formativa sull’opera lirica istituita e diretta dall’associazione Il Clavicembalo Verde), che coinvolge giovani direttori d’orchestra, cantanti lirici e musicisti. Ci sono insomma tutti gli elementi per fare di questa serata qualcosa di speciale, un’occasione che potrebbe segnare l’inizio di un percorso verso l’ambizioso progetto di fare di Villa Clerici un nuovo polo musicale cittadino. (Maria Piera Bremmi) all’1 al 29 giugno, presso il D Mic (Viale Fulvio Testi 121), una eccezionale rassegna di films di Humphrey Bogart, uno dei più grandi miti del cinema hollywoodiano, più che un attore una leggenda della storia del cinema. Newyorchese doc ricco di talento e bravissimo nel dominare l’obiettivo, con il suo carisma ha appassionato il pubblico di generazione in generazione. A lasciare il segno il fascino che esercitava sulle donne; i personaggi che ha interpretato, tutti nel bene o nel male accomunati da un senso di lealtà, generosità ed eroismo, e naturalmente le sue indubbie qualità recitative. La rassegna prende il via con “Gli angeli con la faccia sporca” (1938) di Michael Curtiz, il film che gli diede popolarità nei panni di un famoso gangster. Sarà ancora Curtiz ad avere il privilegio di dirigerlo nel capolavoro “Casablanca” (1942), dove Bogart scrisse la storia del cinema gestendo il Rick’s Bar di Casablanca. Curtiz lo dirige anche in “Non siamo angeli” (1955), in cui è nel ruolo di un galeotto evaso. A suo agio nei gangster movie indossa perfettamente anche i panni di eroi maledetti come Sam Spade, detective cinico, ma dal cuore tenero, nel film “Il mistero del falco”, diretto da John Huston, che inaugurò la grande stagione del noir americano. In programma anche “La città è salva”, diretto da Raoul Walsh e Bretaigne Windust, dove Bogart è un procuratore generale che deve proteggere una propria testimone. In rassegna anche due film diretti da William Wyler, “Strada sbarrata” (1937) e “Ore disperate” (1955), dove emerge il suo lato di attore comico e dai sentimenti paterni. Non poteva mancare “Il grande sonno” (1946) di Howard Hawks, nella parte di Philip Marlowe, mitico investigatore che dovrà risolvere un caso in un’atmosfera morbosa di complotto e seduzione. Nicholas Ray, infine lo dirige in “Il diritto di uccidere” (1950), dove con grande abilità veste i panni di uno sceneggiatore sospettato di omicidio. Da non perdere anche “La fuga” (1947) diretto da Delmer Daves, noir che parte con la bellissima sequenza girata in soggettiva, dove il personaggio interpretato da Bogart finisce per essere costretto a sottoporsi a una plastica facciale per non farsi prendere dalla polizia. • Bianchini, horror all’italiana Dal 15 al 29 giugno “Lorenzo Bianchini - Horror all’italiana”, rassegna dedicata al regista e sceneggiatore Lorenzo Bianchini. Autodidatta friulano, Bianchini nel 1997 realizza il suo primo cortometraggio, “Paura Dentro”, un thriller psicologico. L’anno successivo produce e dirige “Smoke Allucination”, un corto sul satanismo. È del 1999 “I Dincj de Lune”, mediometraggio di 40 minuti in friulano, una storia di licantropia, che vinse il primo premio della sezione Fiction della Mostre dal Cine Furlan. Debutta come regista di lungometraggi con “Lidrîs cuadrade di trê”, un altro film sul satanismo e sempre in lingua friulana, che ottiene un riscontro di pubblico e di critica. Al Mic viene proposta una selezione dei suoi film più significativi: “Custodes Bestiae” (2004), un horror di atmosfera che vinse il primo premio al ToHorror Film Festival di Torino. Un anno dopo Bianchini realizza “Film sporco”, un noir metropolitano in lingua italiana con protagonisti quattro spacciatori e un assassino. “Occhi”, del 2010, narra le vicende di un restauratore che deve sistemare gli affreschi di una villa del ‘600, che racchiude un segreto. In programma anche un film in anteprima, “Oltre il guado” (2014), pellicola inquietante che racconta la storia di un etologo naturalista che registra i comportamenti degli animali: immerso nella natura, però, la sua integrità fisica e mentale vacillerà quando le registrazioni lo condurranno a un lontano villaggio, luogo di un’antica maledizione. È in arrivo il Carroponte 2014 Clara Amodeo a cinque anni a questa parte rappresenta D il più importante palco per musica, teatro, feste e dibattiti dell’intero Nord Milano e, data la vicinanza con la Zona 9, anche per il nostro quartiere: stiamo parlando di Carroponte, la grande festa estiva in programma, anche per quest’anno, al parco archeologico ex Breda di via Granelli a Sesto San Giovanni, proprio a fianco del Centro Sarca, dal 29 maggio al 20 settembre. Tante le attività in programma: prima tra tutte la collaborazione, in vista dei mondiali di calcio, con CeCINEpas, associazione milanese che propone una rassegna mondiale di cinema e calcio assieme per segnare le notti brasiliane attraverso il grande schermo. Immancabile, poi, la musica che, anche quest’anno, porta sul palco di Carroponte i grandi nomi della scena nazionale e internazionale a prezzi davvero popolari: tra i tanti, Loredana Bertè (29 maggio), 99 Posse (13 giugno), Gogol Bordello (21 giugno), Goran Bregovic (16 luglio), Bluvertigo (17 luglio), Nofx (3 agosto), Emis Killa (11 settembre) e Giuliano Palma (12 settembre). Eterogenea, multidisciplinare e perlo- più gratuita la proposta complessiva: non mancano nemmeno quest’anno le sonorizzazioni di pellicole di cinema muto, gli spettacoli di Fado e musica messicana, il Cabaret all’ora di cena, e il grande jazz. E poi le “feste”: comincia Emergency-Coordinamento Alto Milanese, che festeggia 10 anni di attività il 10 giugno, prosegue la Fiom con “Fiom in festa” il 13 giugno, per arrivare al 30 giugno quando inizia “Arci in festa”, la festa di Arci Milano e dei suoi circoli, mentre la stagione estiva sarà chiusa dalla festa nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, dal 24 luglio al 4 agosto. Ma non finisce qua. Lucca Comics On Tour in viaggio tra musica e fumetti - è al Carroponte il 19 e il 20 settembre. Un viaggio itinerante che ospita un concorso dedicato alle cartoon cover band più entusiasmante d’Italia, i concerti serali dei grandi interpreti del mondo delle sigle tv, formidabili disegnatori emergenti e interessanti case editrici indipendenti, aree riservate a mostre e attività laboratoriali senior e junior, i settori espositivi e le numerose attività della radio interna. Info: Centro Culturale della Cooperativa 02/66114499-349/0777807-339/4085755. Nudi e crudi al Teatro della Cooperativa al 16 al 21 giugno al Teatro della CoopeD rativa “Nudi e crudi” dal racconto “The clothes they stood up in” di Alan Bennett, traduzione e adattamento di Edoardo Erba, con Alessandra Faiella, Claudio Moneta, regia di Marco Rampoldi. Dopo una tournée di grande successo, la trasposizione teatrale del capolavoro di Alan Bennett torna in scena rinnovata nel cast, con Corrado Tedeschi a farsi interprete della pedante meticolosità di Maurice Ransome e ad affiancare la collaudata coppia Faiella/Moneta. Immaginate di ONA NOVE 10 rientrare una sera, dopo esser stati a teatro e trovare la vostra casa svuotata. Senza una sedia su cui lasciarsi cadere, un fornello con cui scaldare l’acqua per il tè, un telefono da cui chiamare la polizia. Persino la moquette è stata strappata… “l’avranno usata per avvoltolare lo stereo…”. Immaginate di dover vagare per cercare aiuto e di incontrare personaggi sempre più stravaganti, mano a mano che i giorni passano e dei vostri effetti personali non compare traccia… mentre voi vi adattate a vivere come campeggiatori in casa, facendo i conti con le vostre identità e certezze. Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.