APPROCCIO INFERMIERISTICO NELL` AMBULATORIO DI

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APPROCCIO INFERMIERISTICO NELL’ AMBULATORIO DI
REUMATOLOGIA
A cura di Fernanda Dalsass
Infermiera Professionale Ambulatorio Reumatologia
Ospedale Santa Chiara Trento
Le attività ambulatoriali di Reumatologia presso l’ambulatorio reumatologico Crosina, in via Goccia
d’ Oro 82 – Trento dell’Ospedale Santa Chiara Unità Operativa di Reumatologia, sono dedicate
alla valutazione clinico-terapeutica di nuovi casi e dal controllo di pazienti affetti da patologie
reumatiche croniche infiammatorie e non infiammatorie.
Tra le forme infiammatorie, le maggiori patologie seguite sono: l’artrite reumatoide, le artriti
sieronegative quali l’artrite psoriasica, la spondilite anchilosante, le forme indifferenziate, le forme
legate a malattie intestinali e le forme reattive, le connettiviti quali il LES, la sclerodermia, il
Sjogren, le dermato-polimiositi e le vasculiti. Tra le forme non infiammatorie troviamol’artrosi,
l’osteoporosi ed i reumatismi extra-articolari in particolare la sindrome fibromialgica.
L’infermiera accoglie serenamente il paziente che si presenta in ambulatorio, lo assiste e lo aiuta,
se necessario, a prepararsi per la visita medica reumatologica.
In certi casi il medico esegue l’infiltrazione di sostanze medicamentose (cortisonici, lubrificanti od
altri farmaci) nelle articolazioni infiammate (ginocchia, spalle, caviglie, piccole articolazioni). Puo’
essere necessario, per una precisazione diagnsostica, eseguire anche l’artrocentesi, cioè il
prelievo del liquido sinoviale dalla articolazione.
Il liquido viene raccolto nella provetta apposita e inviato in laboratorio per l’esame chimico – fisico,
la conta delle cellule e la ricerca cristalli; se c’è il sospetto di forma settica (infettiva) il liquido viene
inviato anche in microbiologia per l’esame colturale.
La prima valutazione del tipo di liquido viene fatta dal reumatologo che già all’atto del prelievo può
avere un idea sul fatto trattarsi di liquido infiammatorio o non infiammatorio..
Esiste un preciso protocollo da noi predisposto per eseguire l’infiltrazione e l’artocentesi; questo
per per evitare il rischio di infezione evento possibile specie se non si seguono chiare procedure
per la asepsi (sterilità).
Un altro compito dell’Infermiera Professionale, riguarda l’educazione del paziente sulla sua
malattia.
Questo è un aspetto molto importante, perché è evidente che la conoscenza della malattia facilita
l’approccio terapeutico, migliora la compliance (aderenza del paziente ai controlli ed alla terapia)
ed in sostanza migliora l’andamento clinico e la qualità della vita.
Molto spesso è importante il sostegno psicologico al paziente che si trova alle prese con malattia
cronica, spesso con con presenza di dolore.
Un altro aspetto presieduto dagli infermieri è l’educazione sui farmaci.
L’infermiera controlla se il paziente ha capito bene come assumere la terapia, se ha compreso il
dosaggio e l’orario di assunzione.
In caso di nuovi farmaci, specialmente se si tratta di immunosoppressori, l’infermiera rinforza la
spiegazione data dal medico, sui possibili effetti indesiderati e sulla modalità di controllo.
Per ogni singolo farmaco, sono stati predisposti fogli illustrativi, redatti dai nostri medici
reumatologi.
L’infermiera contribuisce a chiarire quanto scritto, in particolare se periodicamente il paziente dovrà
sottoporsi a prelievi ematici per il monitoraggio di eventuali effetti collaterali od ad altre procedure.
In caso di alcune patologie, l’infermiera professionale, aiuta il medico a rilevare la disabilità del
paziente con questionari autosomministrati al paziente. Il questionario più usato è l’ HAQ.
L’HAQ fa parte dei criteri di valutazione del malato reumatico con artrite reumatoide; calcola la
eventuale perdita di funzione che il paziente ha nel compiere alcune attività della vita quotidiana
(lavarsi, vestirsi, tagliare, aprire barattoli, mangiare, lavarsi, raggiungere oggetti, chinarsi, aprire e
chiudere rubinetti, fare commissioni, svolgere lavori domestici).
Ai pazienti che accusano dolore lombare o dolore alle spalle legato a periartrite, l’infermiera
consiglia gli esercizi fisici, chiariti su fogli illustrativi, da eseguire gradualmente e con regolarità al
domicilio.
Ai pazienti con artrite reumatoide, i piccoli gesti ripetitivi della vita quotidiana, come tenere una
pentola o i piatti, aprire un rubinetto, sbrigare le faccende di casa, vestirsi, lavarsi ecc., possono
diventare un problema.
A questi malati, si possono insegnare una serie di gestualità, da effettuare in maniera più corretta
per risparmiare le articolazioni. Il paziente va inoltre informato sulla esistenza di “ausili” in grado di
permettere il ripristino di una manualità discreta, come posate con manici più grossi ed altri presidi.
Si insegnano cioè al paziente i principi della “economia articolare”, parte integrante della terapia.
Nei nostri ambulatori accedono anche pazienti con osteoporosi.
Sono in genere donne sopra di 60-65 anni, che assumono terapia cortico-steroidea e-o donne con
osteoporosi post-menopausale.
A tali donne, viene eseguita la densitometria ad ultrasuoni che serve per calcolare la densità
dell’osso.
L’infermiera pesa il paziente, ne misura l’altezza e con degli esercizi semplici valuta se ha o meno
perdita di equilibrio. Esegue inoltre una specifica anamnesi alimentare ed una valutazione del
calcio introdotto con la dieta.
Con il malato reumatico è importante instaurare un rapporto di fiducia. Queste persone hanno
bisogno di avere valutazioni più o meno frequenti della attività di malattia e della efficacia della
terapia; hanno spesso necessità di essere capiti, educati e ascoltati.
La figura dell’infermiera professionale in ambulatorio è delicata ed ha un ruolo molto importante.
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