Monachesimo e Dinastie INDICE Dipartimento dell’Allier Paray Le Monial Moulins Souvigny Bourbon l’Archambault Nevers Charlieu 2 Monachesimo e Dinastie Dipartimento dell’Allier Regione storica popolata prima della conquista romana dagli Edui, dai Biturigi e dagli Arverni, fece parte in epoca gallo-romana della prima Lugdunensis e della prima Aquitania. Alla fine del IX secolo i signori di Bourbon, con Ademaro di Borbone, fecero di questo Paese un feudo ereditario eleggendo a capitale prima Souvigny quindi Bourbonl'Archambault. Durante la guerra dei Cent'anni nella regione si ebbero lotte sanguinose; nel 1465 Giovanni II, aderendo alla Lega del bene pubblico, provocò un'invasione da parte delle truppe regali comandate da Luigi XI. Fino agli inizi del XVI secolo il Borbonese si caratterizzò per un'aspra resistenza alla corona di Francia. Alla morte di Carlo duca di Borbone, connestabile di Francia (1527), i re di Francia poterono impadronirsi del Paese e il titolo di duca venne attribuito d'allora in poi ai cadetti della casa reale. Situato a nord della regione dell’Auvergne, tra la valle della Loira e dei vulcani d’Alvernia, l’Allier è un importante crocevia tra il nord ed il sud della Francia. Berceau des Ducs de Bourbon il suo nome deriva dal fiume omonimo che lo attraversa. Gole profonde, boschi, foreste secolari di quercia come il troncais, prati verdi e la regione naturale del “bocage bourbonnais” lo caratterizzano. Situato nella parte centrale del dipartimento il “Bocage Bourbonnais”, singolare per gli spazi agricoli delimitati da siepi nei quali si pratica l’allevamento bovino della razza “Charollais”, è conosciuto anche per la ricchezza di castelli e di chiese romaniche. Souvigny, Bourbon l’Archambault, Moulins, St. Menoux ne sono gli esempi più belli, ma altri tesori si nascondono nel cuore delle valli, alla svolta di un sentiero o di una stradicciola. L'economia è prevalentemente agricola, ma negli ultimi tempi alcuni centri (Moulins, Commentry, Montluçon) si sono industrializzati nei settori siderurgico, meccanico, chimico, del vetro e della gomma. 3 Monachesimo e Dinastie Grazie alla vicina regione vulcanica del Cantal, l’Allier è anche terra di termalismo. Le sue sorgenti calde e minerali già scoperte ed approvate dai romani sono state rivalutate e sapientemente sfruttate dall’inizio del 1800. Acque destinate in particolare a distendere gli organismi stressati e affaticati, i centri di Vichy, Bourbon l’Archambault e Néris accolgono ogni anno migliaia di turisti attratti dai benefici effetti delle loro sorgenti. Anche la gastronomia occupa un posto d’onore nell’Allier. Vi sono prodotti locali di grande qualità quali il boeuf charolais (manzo charolais), il tacchino di Jaligny, i formaggi di Cerilly e la mostarda di Charroux. Mentre il “pâté aux pommes de terre” e la “pompe aux grattons” costituiscono alcuni dei piatti tipici della regione. Le pastiglie di Vichy e le specialità di cioccolateria di Moulins e Bourbon (“palets d’or” e “crottes de Marquis de Bourbonnais”) sono conosciute in tutta Europa. Anche il vino fa la sua parte, l’Allier può vantarsi del suo Saint Pourçain, uno dei più antichi vigneti della Francia, che già nel XIV secolo sulle tavole reali riscaldava lo spirito dei sovrani francesi. 4 Monachesimo e Dinastie PARAY LE MONIAL Paray-le-Monial è una cittadina di circa 9000 abitanti nel dipartimento della Saône-etLoire, nella regione della Borgogna, attraversata dalla Bourbince, un affluente dell'Arroux, a sua volta tributario della Loira, e dal Canal du Centre. I suoi abitanti si chiamano “Parodiens”. Paray esisteva già da tempo quando le fu aggiunto il secondo nome di “leMonial” per opera dei monaci della vicina Cluny che, assieme al Conte Lambert de Chalon, crearono qui un priorato benedettino. Infatti, il suo monumento simbolo è proprio la spettacolare basilica cluniacense del Sacro Cuore che troneggia in mezzo alla città. Per chi arriva oggi l'edificio si presenta in tutta la sua imponenza, con i due robusti campanili di età e aspetto diverso che dominano solenni la facciata. La sua costruzione si deve al grande monaco Ugo di Semur, abate di Cluny. L'edificio fu edificato tra la metà del XI secolo e l’inizio del XII secolo ed è oggi la miglior immagine che possiamo avere di quello che avrebbe potuto essere Cluny prima della sua distruzione. Sopravvissuta alla Rivoluzione, dopo la partenza dei monaci venne successivamente rilevata dal Comune e restaurata a partire dal 1856 da Eugène Millet, allievo di Violet-le-Duc (l’equivalente francese del nostro Alfredo d’Andrade) Eletta a Basilica del Sacro Cuore da Pio IX nel 1875, questo monumento rappresenta il modello meglio riuscito dell’architettura romanica cluniacense. La sua impressionante bellezza risulta soprattutto nella sua perfetta geometria, nei rapporti dei volumi e nell’abile distribuzione della luce. Una visione notevole dell'edifico è quella che si può ammirare dal retro, dove il grande coro e le absidi delle cappelle secondarie creano un gioco di sovrapposizioni che culmina con la torre campanaria ottagonale. Per ammirare l'interno si può entrare dal nartece frontale oppure dalla porta nord che immette nel transetto di sinistra ammirando l'eleganza dei fregi del portale. L'interno è solenne e luminoso, grazie ad una tinta a pastello di tonalità giallo: da segnalare il coro, l'elegante deambulatorio, la cappella gotica nel transetto, mentre una notevole visione d'insieme la si può cogliere dalla cappella alta del nartece, aperta nella stagione estiva. Il suo interno, per la sua delicata eleganza, era anche conosciuto nel medioevo come La promenade des anges (La passeggiata degli angeli). 5 Monachesimo e Dinastie Altro luogo di interesse è il Monastero della Visitazione: nel XVII secolo, Margherita Maria Alacoque, canonizzata nel 1920, ebbe delle apparizioni di Gesù nel 1673,1674 e 1675, in seguito alle quali sarebbero nate la festa del Sacro Cuore di Gesù e la pratica devozionale dei Primi nove venerdì del mese. Per questo la località è nota anche come "città del Sacro Cuore di Gesù". Nella cappella è possibile vedere la teca che contiene le spoglie incorrotte della santa. La città offre anche altri spunti turistici interessanti: notevole è la facciata in stile primo rinascimento dell'Hotel de Ville, ornata da sculture di cherubini, che riprende le linee dei famosi Castelli della Loira. L’edificio fu costruito fra il 1525 ed il 1528 per un ricco mercante di tessuti, Pierre Jayet . I Interessante anche il Musée Hiéron di arte sacra, un museo-monumento che ripercorre due millenni di storia del cristianesimo ed ogni anno ospita importanti esposizioni di arte contemporanea. Nella sala centrale è contenuta una struttura metallica ispirata a Gustave Eiffel. Rimarchevole inoltre il Musée Paul-Charnoz. In un’antica abitazione operaia è collocata un’esposizione sul patrimonio industriale delle piastrelle di ceramica, produzione tradizionale di Paray e della regione. Da vedere, in particolare, due opere di Paul Charnoz, l’inventore del bleu profond: l’”affresco” di 40 m2 composto da 700 piastrelle, premiato all’Esposizione Universale del 1889, e il “rosone” di 120 m2, composto da 4000 piastrelle, realizzato per l’Esposizione Universale del 1900. 6 Monachesimo e Dinastie MOULINS Moulins è il capoluogo del dipartimento dell'Allier, in Alvernia, a 220 metri sul livello del mare. I suoi 20.000 abitanti si chiamano “Moulinois”. Storica capitale del Borbonese, si estende lungo l'Allier (affluente della Loira), essenzialmente sulla sua riva destra. La città è posta sui contrafforti del Massiccio Centrale ed è gemellata con Montepulciano. La graziosa cittadina di Moulins fu edificata intorno ad una rocca nel X secolo e deve il proprio nome ai moltissimi mulini presenti anticamente sul fiume Allier. Moulins raggiunse il suo massimo splendore nel periodo in cui fu capitale del Granducato di Borbone (1327-1555). Il centro storico di questo pittoresco borgo medioevale possiede alcuni begli edifici quali la Place de l’Hotel de Ville, piazza centrale caratterizzata dalla Torre dell'Orologio, detta «Jacquemart» per via della famiglia di automi in piombo (alti da un metro a 1,80) che segna le ore: Jacquemart il padre, Jacquette sua moglie, Jacquelin e Jaqueline i loro figli. Simbolo delle libertà comunali concesse alla fine del medioevo, è alta circa 30 metri. Costruita nel 1455 in arenaria di Coulandon subì due incendi: uno nel 1655 che risparmiò solo lo zoccolo ed un secondo nel 1946 a seguito del quale la torre fu ricostruita identica. Il palazzo comunale, il torrione Malcoiffée e il padiglione Anna di Beaujeu completano le bellezze architettoniche della città. 7 Monachesimo e Dinastie La Cattedrale Notre-Dame comprende due parti distinte: l'antica collegiata con la navata incompiuta del coro gotico fiammeggiante (1468-1540) in pietre rosaocra di Coulandon e la seconda navata con le guglie, in stile neogotico con un misto di pietre calcaree bianche di Chauvigny e di pietre nere di Volvic: esse sono state realizzate nello stile gotico del XIII secolo considerato il più puro dagli storici e architetti del XIX secolo. I lavori di completamento della cattedrale intrapresi negli anni 1850 sulla base dei primi progetti degli architetti Lassus e Millet, ispiratisi alla cattedrale di Sens in particolar modo per le guglie, non furono portati a termine in seguito a numerosi problemi economici e di costruzione (scelta di materiali scadenti). L'architetto che succedette loro e continuò i lavori fino al 1880 deviò dai progetti iniziali sia a livello dei materiali, delle guglie e del tetto della navata che doveva essere allineato a quello del coro. Fu così anche per la guglia centrale, molto più modesta che nei progetti iniziali. La Cattedrale accoglie il celebre trittico del Maestro di Moulins (la cui identità è sconosciuta, ma si sa che fu attivo alla corte dei Borboni alla fine del XV, inizi XVI secolo). A questo periodo risale il trittico commissionato da Pierre II de Beaujeu e da sua moglie Anne che compaiono nel dipinto come donatori assieme alla figlia Suzanne. All'interno della cattedrale si possono ammirare vetrate del XV e XVI secolo e una Vergine Nera. Le due guglie superano di poco gli 80 metri. 8 Monachesimo e Dinastie SOUVIGNY Le origini del priorato di Souvigny, situato a sud-ovest di Moulins, nel cuore del “bocage bourbonnais”, risalgono alla donazione che Aymard, vassallo del fondatore di Cluny, il Duca d’Aquitania Guglielmo il Pio, fece alla nuova Abbazia borgognona nell’anno 915 o 920. L’antenato della famiglia dei Borboni cedette a Cluny le sue terre di Silviniacum con una Chiesa dedicata a San Pietro. L’installazione dei monaci cluniacensi sembra sia avvenuta attorno al 960, sotto l’abbaziato di Maiolo. L’abbazia diventa rapidamente uno dei più importanti centri dell’ “Ecclesia cluniacensis” sino ad essere considerata una delle “cinque figlie di Cluny” . La morte del quarto Abate di Cluny a Souvigny , l’11 maggio 994 contribuisce molto a questo sviluppo. Maiolo, canonizzato negli anni che seguono il suo decesso, sarà oggetto di culto molto vivo durante tutto il periodo medievale . Nel 995, Ugo Capeto si reca in pellegrinaggio alla sua tomba. Due anni più tardi, secondo il racconto di Raoul Glabro, in occasione di una epidemia del fuoco di S. Antonio, i pellegrini vi accorrono da ogni parte. L’Abate Odilone, che favorisce la diffusione del culto di Maiolo, farà di questo monastero uno dei suoi luoghi preferiti di soggiorno. Sentendo approssimarsi la morte (1 gennaio 1049), si farà trasportare appositamente a Souvigny per essere sepolto accanto al suo indimenticabile “padre” e maestro. Sarà inumato vicino nella cripta della prima chiesa priorale, a forma di croce latina, che probabilmente aveva fatto costruire lui stesso. Tappa sul cammino Alverniate che collega la via Podiensis alla via Lemovicensis e frequentata dai pellegrini di S. Giacomo, Souvigny riceve nel 1095 la visita di Papa Urbano II. In questa occasione si procede alla traslazione delle reliquie di S Maiolo, collocandole sull’ altare al centro della navata, davanti al coro. In seguito i resti di S. Odilone raggiungeranno quelli del suo predecessore nella stessa tomba che sarà sormontata da un monumento coronato dalle statue dei due abati giacenti, con il pastorale e la mitra. 9 Monachesimo e Dinastie Nel XII secolo il priorato di Souvigny conosce l’apogeo della sua storia. Il borgo monastico è un centro regionale di commercio in pieno sviluppo. I priori vi esercitano la giustizia e hanno il diritto di coniare monete. La chiesa si ingrandisce a guisa di Cluny III, si dota di un secondo transetto, di doppie navate e di un coro con deambulatorio e cappelle. L’attività di “scriptorium” è al massimo: è qui che viene fabbricata (miniata) una bibbia romana in un solo volume (400 fogli di pergamena per un peso di 32 chilogrammi) e dal 1793 conservata nella biblioteca di Moulins. A partire dal XIV secolo, allorquando le reliquie di Maiolo e di Odilone hanno preso posto, rispettivamente nel 1267 e nel 1345, in due casse reliquiarie collocate all’entrata del coro dei monaci, alcuni Duchi di Bourbon torneranno a scegliere la chiesa priorale di Souvigny come luogo di sepoltura, dove già nel XI secolo, i primi re di Bourbon venivano inumati.Sotto la guida di Dom Chollet (1423-1444) a partire dal 1423 si intraprendono importanti lavori di restauro della chiesa e degli edifici monastici. Il nartece della chiesa che minaccia di crollare viene abbattuto e nel rifacimento della parte alta della chiesa la navata centrale è realizzata in stile gotico. Si ricostruisce il coro dotandolo di ampie vetrate e si ristruttura il chiostro. Verso il 1440, lo Chollet, fa eseguire l’armadio reliquario nel quale le spoglie dei due abati sono di nuovo trasferite. Infine nel 1448, inizia la costruzione di una nuova cappella, nel transetto nord, che sarà ultimata nel 1456 per accogliere la tomba di Carlo I di Bourbon (+ 1456). Dopo un periodo difficile, fatto di lotte interne (le guerre di religione del sec. XV ) che aggravano la decadenza di Cluny, nel 1621, l'ordo cluniacense si spezza in due tronconi contrapposti: uno chiamato di “stretta osservanza” e l’altro di “antica osservanza”. Souvigny aderisce nel 1634, alla “stretta osservanza cluniacense”. Una nuova era di prosperità si apre allora per il priorato, i fabbricati conventuali, compresa la parte ovest del chiostro, sono ricostruiti tra il 1680 e il 1732. Nel 1783, Francesco Enrico Clicquot, discendente di una grande famiglia di fabbricanti di organi, inizia la costruzione dell’organo della priorale. Con l’avvento della Rivoluzione, gli edifici monastici sono venduti come bene nazionale. Le due lunghe guglie di pietra che coronano le due torri romaniche della facciata e il campanile che si eleva alla crociata del secondo transetto, sono abbattuti; le vetrate sono lapidate, le raffigurazioni in arenaria dei Borboni e dei due abati giacenti, mutilati. Tuttavia dopo il Concordato del 1801 grazie ai parrocchiani ed alle persone affezionate al culto, la chiesa di Saint Pierre e San Paul di Souvigny viene salvata dalla distruzione. Nel 1894, i benedettini, sotto la guida di Don Mayeul Lamey, tentano di far rivivere la vita monastica, ma si disperdono a seguito di una legge francese del 1 luglio 1901 (tuttora in vigore) che nel definire il regime delle congregazioni religiose, sottopone la loro esistenza all’autorizzazione statale. 10 Monachesimo e Dinastie BOURBON L’ARCHAMBAULT Bourbon l'Archambault è un comune di 2.564 abitanti situato nel dipartimento dell'Allier. È il cuore storico dell’antica provincia del Borbonese, situato al centro del bocage bourbonnais, ed è attraversato da due piccoli fiumi la Burge e l'Ours. L'antico abitato di Bourbon risale all’epoca dei Glli Biturigi Cubi e dipendeva da Avaricum ( Bourges). Il nome della città deriva dalla divinità celtica Borvo (dio paragonato anche al romano Apollo) il cui nome si può decomporre in berw “ caldo, ardente, bollente “ e von ” fontana “ , cioè « acqua che bolle ». Molte altre città termali portano nomi che si possono far risalire a questa radice, anche l’italiana Bormio. Il suo primo signore conosciuto fu Ademaro (o Aimaro), nel X secolo, egli acquisì il castello di Bourbon che dette il nome alla sua famiglia, la Casa di Borbone. Nel Basso Medioevo Bourbon-l'Archambault era il capoluogo dell'antica signoria di Borbone, poi divenuta ducato. Archambault è in riferimento al fatto che nove signori di Borbone portarono questo nome (italianizzato in Arcimbaldo) durante un periodo che va dal X al XIII secolo. Su uno sperone si alzava l’alta sagoma del castello, una potente fortezza dotata di quindici torri. La torre Qui qu'en Grogne proteggeva l'accesso del castello. Era una torre circolare chiusa con un’entrata attraverso una scala che dava sulla corte interna e una scala a vite per l’accesso alle mura. La parte alta delle torri risale al XIV secolo, ma fino al XV secolo la fortezza ebbe funzioni difensive. Nel XIV secolo Luigi I di Borbone, nipote di San Luigi, primo duca, sceglie di far abbellire la fortezza e fa edificare una « Sainte Chapelle », poi andata in rovina. Il ducato e il castello furono più tardi incorporati alle proprietà reali (1531). Il ducato viene nuovamente creato nel 1661, per il ramo Condé della famiglia dei Borboni. Il castello servì allora per alloggiare principi e principesse che venivano a “passare le acque” nel villaggio. Un incendio distrusse una parte del castello nel XVIII secolo, il principe di Condé fece fare restauri conservativi senza ulteriori abbellimenti tranne un orologio sulla torre Qui qu'en Grogne, visibile dal villaggio. Durante la Rivoluzione i resti del castello furono venduti all’asta e nelle torri residue furono installate prigioni. Nel XIX secolo le torri furono salvate dalla distruzione grazie all’intervento del poeta Allier e dichiarate monumento nazionale nel 1862. 11 Monachesimo e Dinastie Come dice il nome del villaggio le sue acque termali erano già conosciute ai tempi dei galli e dei romani. Nel XIII secolo erano le più celebri del loro tempo. Nel corso del XVII secolo, quando le terme erano di gran moda in tutta la Francia, le acque di Bourbon facevano concorrenza a quelle di Vichy. Il medico Jean Aubéry le celebrò in latino e in francese. Le più grandi dame del secolo, la bella principessa di Conti, M.me de Sévigné e M.me de Montespan vennero tutte a Bourbon; Madame de Montespan vi morì il 26 maggio 1707. Le acque di Bourbon l’Archambault sono captate negli strati profondi della terra ad una temperatura di 55°C., si tratta di un’acqua ipertermale, polimetallica e di tipo clorurata di sodio. A Bourbon si trova pure la chiesa romanica di Saint-Georges, dipendenza nel medioevo di SaintMenoux. Il portale occidentale e il campanile sono di tipo borgognone, all’interno interessanti capitelli. 12 Monachesimo e Dinastie NEVERS La città dai mille volti Nevers è una città di circa 41.000 abitanti, capoluogo del dipartimento della Nièvre in Borgogna. Raccoglie un’eredità prestigiosa dal passato e valorizza oggi il suo ricco patrimonio con grande maestria. Possiede i marchi di “città d’arte e di storia” e di “città e artigianato artistico”. BLU Una linea blu lungo la carreggiata traccia due percorsi alla scoperta della città con partenza dall’Ufficio del turismo, a Palazzo Ducale in rue Sabatier. Seguendola, il turista può godersi una visita libera e personalizzata tra le diverse attrazioni, supportato anche dai cartelli illustrativi nei punti strategici. A Nevers si parla anche di “oro blu” con riferimento alla lavorazione delle ceramiche, arte che ha reso famosa la città a partire dal XVI secolo. La tecnica usata è quella della cottura “a gran fuoco”, con temperatura a 960° cui solo alcuni colori resistono, come il dominante “blu di Nevers”. La lavorazione ha origini italiane, quando il Nivernese divenne un ducato e passò a Ludovico Gonzaga, fratello del duca di Mantova, a seguito del suo matrimonio con Enrichetta di Clèves. Nei secoli le maioliche di Nevers hanno acquisito una loro originalità, ma ancora oggi usano tecniche antiche pur nelle decorazioni contemporanee. 13 Monachesimo e Dinastie VERDE Il paesaggio intorno a Nevers è un’area naturale di straordinaria bellezza, attraversata dalla Nièvre e dall’Allier che confluiscono nella Loira proprio in questa zona. In tale paradiso per naturalisti è possibile rigenerarsi a piedi, in bici o in canoa. Qui vivono più di 500 specie vegetali e circa 150 tipi di uccelli. Chilometri di sentieri solcano boschi verdeggianti, come il sentiero di Ver-Vert e la passeggiata del Passatore al Bec d’Allier, spazi di tranquillità, di attività sportiva e nautica per tutti i gusti ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ Palazzo Ducale Antica dimora dei duchi di Nevers, venne iniziata intorno al 1460 dal conte Jean de Camecy ed abbellita nel XVI secolo dalle famiglie di Clèves e di Gonzaga. Di ispirazione gotica, contiene anche molti elementi dello stile rinascimentale, come la simmetria, la regolarità nella facciata e la decorazione dei lucernari. Attualmente ospita mostre e ricevimenti ed è anche sede dell’Ufficio del turismo. Cattedrale Saint Cyr-Sainte Julitte Essendo stata costruita attraverso i secoli, dal VI al XX, è un concentrato di storia dell’architettura. All’interno troviamo due cori in posizione opposta, uno romanico (XI sec.) e uno gotico (XIV sec.). Nella parte romanica è da ammirare l’affresco di un Cristo in Gloria. Particolarmente interessanti sono le vetrate coloratissime create da artisti contemporanei, dopo che nel ’44 le originali erano state oggetto di un rovinoso bombardamento. L’esterno, in stile gotico, è ricco di pilastri e contrafforti; la torre con i suoi 53 metri di altezza domina la città. Attorno alla cattedrale si può passeggiare sulla collina, la “butte”, dove si trovava l’antico quartiere dei maiolicai con le sue stradine medioevali. 14 Monachesimo e Dinastie Si possono incontrare case con travature lignee, torrette e resti della cinta muraria lungo la Promenade des Remparts all’estremità est. La via parte dalla Porte du Croux, bell’esempio di architettura militare risalente al XIV sec., con sistema di ponte levatoio, caditoia e garitta, ed arriva alla sponda destra della Loira alla Torre Goguin, che delimita l’angolo della cinta medioevale di fronte al fiume. La Chiesa di Sainte-Marie, antica cappella di un monastero delle visitandine, presenta una facciata barocca, unico esempio di questo stile nel Nivernese. Tra le piazze della città sono da segnalare Place Carnot, punto nevralgico, Place de la République con bella veduta panoramica sulla Loira e Place Saint Sébastien con la fontana della sfera galleggiante in granito rosa. Tra le strade, da non perdere la Rue François Mitterand con i suoi negozi eleganti e i suoi palazzi storici; due negozi risalgono ai primi del novecento: Au Pacha e Au Negus. La Chiesa di Saint-Etienne è un’antica dipendenza di Cluny che ne aveva voluto la costruzione alla fine del secolo XI. Costituisce un interessante esempio di architettura romanica, disposta su tre livelli, con l’abside a deambulatorio e le cappelle a raggiera. Non lontano la Chiesa di Saint Pierre, antico collegio gesuita con una sobria facciata. Da notare due affreschi e la pala d’altare. A due passi la Porte de Paris, arco monumentale di trionfo costruito per rendere omaggio a Luigi XV in occasione della vittoria di Fontenoy, contiene versi di Voltaire sulle pareti interne. Ancora da segnalare il Teatro all’italiana del XIX secolo in stile neoclassico e il Castello della Gloriette, ricostruito da Luigi Gonzaga per renderlo più confortevole rispetto alla conformazione precedente 15 Monachesimo e Dinastie Area della Sainte Bernardette Nel Convento di Saint Gildard riposa il corpo della santa in una teca di vetro. Dopo le apparizioni di Lourdes, Bernardette Soubirous entrò nella Congregazione delle Suore della Carità, la cui casa madre era a Nevers, vi restò fino alla morte nel 1879. Il suo corpo venne sepolto in una cappella del giardino per trent’anni e ritrovato senza alterazioni nonostante non fosse stato mummificato. La stessa situazione fu riscontrata dopo altre due riesumazioni. È tuttora intatto sia esternamente che negli organi interni. In questo spazio è stata ricostruita una piccola grotta che riproduce quella di Massabielle ed è stato dedicato un museo alla santa. Più distante, la Chiesa di Sainte Bernardette du Banlay del 1966 presenta un’architettura contemporanea molto originale. Alcune curiosità Tra le specialità gastronomiche sono da citare i dolciumi caratteristici: confetti Imperiale nougatine, amate dall’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III; caramelle Le roi Negus , create per l’arrivo dell’imperatore d’Etiopia; cioccolatini Trésors de Gonzague e pasticcini Petits Mariniers, fabbricati nel 2002 come omaggio alla Loira. A una decina di chilometri da Nevers è situato il circuito automobilistico di MagnyCours, dove si svolgono molte gare tra cui il Grand Prix di Formula1. 16 Monachesimo e Dinastie CHARLIEU Charlieu è un comune di circa 3500 abitanti situato nel dipartimento della Loira, nella regione Rodano-Alpi e si trova a 265 metri sul livello del mare. Gli abitanti si chiamano « Charliendins ». Le prime notizie del borgo di Charlieu datano all’anno 994. Fu creato sotto la protezione dell’abbazia benedettina di cui porta il nome, all’incrocio tra due strade importanti (quella da Parigi a Lione e l’altra dalla Saône alla Loira) entrambe ai limiti del Ducato di Borgogna. Questa posizione strategica portò i re di Francia a prendere la città sotto la loro protezione, come Filippo Augusto che, nel 1180, la fece fortificare. Divenne una città prospera, ricca di mercanti ed artigiani, molto spesso tessitori. Nel XIII secolo i borghigiani edificarono una chiesa parrocchiale dedicata a San Filiberto. Nel XV secolo Charlieu rivestì un ruolo importante durante il conflitto tra gli Armagnac (partito del re) ed i Borgognoni . E’ anche l’epoca in cui però si allontanò il traffico su strada e questo creò un arresto nello sviluppo della città che venne ripreso solo nel 1827 con l’introduzione della tessitura della seta. Di questa ricca storia la città ha conservato belle case in pietra (XIII secolo), pittoresche case a graticcio (XIV e XV secolo) o in stile rinascimentale e classico. La Chiesa Parrocchiale di San Filiberto è stata edificata all’inizio del XIII secolo in stile gotico-borgognone la cui abside piatta è d’influenza cistercense. L’edificio primitivo corrisponde all’attuale coro della chiesa: la parte antecedente al coro, la navata centrale e quelle laterali furono edificate nel XIV secolo, le cappelle aggiunte nel XVI secolo, le due ultime campate nel 1864. Di notevole suggestione sono gli stalli del coro in legno scolpito policromo del XIV secolo con santi ed apostoli. All’interno una Vergine del XIII secolo in pietra policroma ed una Pietà del XVII secolo. Ancora da notare le cappelle dedicate nel medioevo alle confraternit e dei mestieri, in particolare quella dedicata a “Notre Dame de Septembre” della fine del XVI secolo, patrona dei tessitori del medioevo e dei tessitori di seta nel XIX secolo, ancora celebrata ogni anno a settembre. 17 Monachesimo e Dinastie L’ Abbazia Benedettina, fondata verso l’875 da monaci benedettini venuti da Touraine, venne legata a Cluny verso il 930 e successivamente ridotta in priorato intorno al 1040. Scavi archeologici hanno permesso di scoprire le fondamenta di tre chiese costruite sullo stesso sito nel IX, X e XI secolo. Di quest’ultima non resta che l’ultima campata, la facciata ed il nartece (portico) aggiunto all’inizio del XI secolo. Il suo grande portale, la cui decorazione si ispira al Libro dell’Apocalisse, è un capolavoro dell’arte romanica. Il chiostro attuale, della fine del XV secolo, si apre sulla sala capitolare attraverso un colonnato romanico. Da lì si accede alla cappella del priore (fine XV secolo). Due musei (lapidario e di arte religiosa) sono stati ricavati nel parlatorio ed in una antica cantina. Attraverso una porta monumentale guarnita di merli si penetra del cortile dell’Hotel du Prieur (inizio XVI secolo). All’interno del CENTRO VISITATORI, sistemato nell’antico dormitorio dei novizi, si trova un importante spazio museale che ricrea in modo vivo l’universo monastico per tutti coloro che desiderano “aprire le porte del tempo”. Il Convento dei Cordeliers. Verso il 1280, dopo numerosi alterchi con i benedettini di Charlieu, alcuni francescani fondarono un convento al limitare della città, sotto la parrocchia di St Nizier-sous-Charlieu. Distrutto verso il 1360, durante la Guerra dei Cent’anni, il Convento dei Cordeliers (dei Francescani) venne ricostruito tra la fine del XIV ed inizio del XV secolo. Occupato dai Frati Minori Conventuali, venne chiuso nel 1792. Oggi non restano che la chiesa, la «biblioteca » dei religiosi e soprattutto il chiostro (fine XIV secolo). Quest’ultimo ha rischiato di sparire in quanto nel 1910 fu venduto ad un antiquario parigino ed era destinato ad essere smontato per andare a decorare il campo da tennis di un miliardario americano ! Per fortuna venne classificato con urgenza come « monumento storico » e si salvò. La chiesa adiacente (fine XIV secolo) è di notevole interesse per via della sua volta in legno di castagno della fine del XVII secolo e per le pitture murali. Di particolare interesse il Ciclo dei Vizi e delle Virtù, ricostruito tra il 1370 ed il 1410 nel grande chiostro, in stile gotico fiammeggiante caratterizzato da una decorazione molto ricercata. In particolare la galleria nord è decorata di capitelli figurativi rappresentanti con senso dell’umorismo i vizi (serpente a testa umana per l’ipocrisia ad esempio) e le virtù (la saggezza con la civetta, la purezza con l’ermellino). 18 Monachesimo e Dinastie APPUNTI DI VIAGGIO 19