Monachesimo e Dinastie

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Monachesimo e Dinastie
INDICE
Dipartimento dell’Allier
Paray Le Monial
Moulins
Souvigny
Bourbon l’Archambault
Nevers
Charlieu
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Monachesimo e Dinastie
Dipartimento dell’Allier
Regione storica popolata prima della
conquista romana dagli Edui, dai
Biturigi e dagli Arverni, fece parte in
epoca
gallo-romana
della
prima
Lugdunensis e della prima Aquitania.
Alla fine del IX secolo i signori di
Bourbon, con Ademaro di Borbone,
fecero di questo Paese un feudo
ereditario eleggendo a capitale prima
Souvigny
quindi
Bourbonl'Archambault. Durante la guerra dei
Cent'anni nella regione si ebbero lotte
sanguinose; nel 1465 Giovanni II,
aderendo alla Lega del bene pubblico,
provocò un'invasione da parte delle
truppe regali comandate da Luigi XI. Fino agli inizi del XVI secolo il Borbonese si
caratterizzò per un'aspra resistenza alla corona di Francia. Alla morte di Carlo duca
di Borbone, connestabile di Francia (1527), i re di Francia poterono impadronirsi
del Paese e il titolo di duca venne attribuito d'allora in poi ai cadetti della casa
reale.
Situato a nord della regione dell’Auvergne, tra la valle della Loira e dei vulcani
d’Alvernia, l’Allier è un importante crocevia tra il nord ed il sud della Francia.
Berceau des Ducs de Bourbon il suo nome deriva dal fiume omonimo che lo
attraversa.
Gole
profonde,
boschi, foreste secolari di
quercia come il troncais, prati
verdi e la regione naturale del
“bocage
bourbonnais”
lo
caratterizzano. Situato nella
parte centrale del dipartimento
il
“Bocage
Bourbonnais”,
singolare per gli spazi agricoli
delimitati da siepi nei quali si
pratica l’allevamento bovino
della razza “Charollais”,
è
conosciuto
anche
per
la
ricchezza di castelli e di chiese
romaniche. Souvigny, Bourbon
l’Archambault, Moulins, St. Menoux ne sono gli esempi più belli, ma altri tesori si
nascondono nel cuore delle valli, alla svolta di un sentiero o di una stradicciola.
L'economia è prevalentemente agricola, ma negli ultimi tempi alcuni centri
(Moulins, Commentry, Montluçon) si sono industrializzati nei settori siderurgico,
meccanico, chimico, del vetro e della gomma.
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Monachesimo e Dinastie
Grazie alla vicina regione vulcanica del Cantal,
l’Allier è anche terra di termalismo. Le sue sorgenti
calde e minerali già scoperte ed approvate dai
romani sono state rivalutate e sapientemente
sfruttate dall’inizio del 1800. Acque destinate in
particolare a distendere gli organismi stressati e
affaticati, i centri di Vichy, Bourbon l’Archambault
e Néris accolgono ogni anno migliaia di turisti
attratti dai benefici effetti delle loro sorgenti.
Anche la gastronomia occupa un posto d’onore
nell’Allier. Vi sono prodotti locali di grande
qualità quali il boeuf charolais (manzo
charolais), il tacchino di Jaligny, i formaggi di
Cerilly e la mostarda di Charroux. Mentre il
“pâté aux pommes de terre” e la “pompe aux
grattons” costituiscono alcuni dei piatti tipici
della regione.
Le pastiglie di Vichy
e le specialità di
cioccolateria
di
Moulins e Bourbon
(“palets
d’or”
e
“crottes de Marquis
de
Bourbonnais”)
sono conosciute in
tutta Europa.
Anche il vino fa la sua parte,
l’Allier può vantarsi del suo
Saint Pourçain, uno dei più
antichi vigneti della Francia,
che già nel XIV secolo sulle
tavole reali riscaldava lo
spirito dei sovrani francesi.
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PARAY LE MONIAL
Paray-le-Monial è una cittadina di circa 9000 abitanti nel dipartimento della Saône-etLoire, nella regione della Borgogna, attraversata dalla Bourbince, un affluente dell'Arroux,
a sua volta tributario della Loira, e dal Canal du Centre. I suoi abitanti si chiamano
“Parodiens”. Paray esisteva già da tempo quando le fu aggiunto il secondo nome di “leMonial” per opera dei monaci della vicina Cluny che, assieme al Conte Lambert de Chalon,
crearono qui un priorato benedettino. Infatti, il suo monumento simbolo è proprio la
spettacolare basilica cluniacense del Sacro Cuore che troneggia in mezzo alla città.
Per chi arriva oggi l'edificio si presenta in tutta la sua imponenza, con i due robusti
campanili di età e aspetto diverso che dominano solenni la facciata. La sua costruzione si
deve al grande monaco Ugo di Semur, abate di Cluny. L'edificio fu edificato tra la metà del
XI secolo e l’inizio del XII secolo ed è oggi la miglior immagine che possiamo avere di
quello che avrebbe potuto essere Cluny prima della sua distruzione. Sopravvissuta alla
Rivoluzione, dopo la partenza dei monaci venne successivamente rilevata dal Comune e
restaurata a partire dal 1856 da Eugène Millet, allievo di Violet-le-Duc (l’equivalente
francese del nostro Alfredo d’Andrade)
Eletta a Basilica del Sacro Cuore da Pio IX nel 1875, questo
monumento rappresenta il modello meglio riuscito
dell’architettura
romanica
cluniacense.
La
sua
impressionante bellezza risulta soprattutto nella sua
perfetta geometria, nei rapporti dei volumi e nell’abile
distribuzione della luce. Una visione notevole dell'edifico è
quella che si può ammirare dal retro, dove il grande coro e
le absidi delle cappelle secondarie creano un gioco di
sovrapposizioni che culmina con la torre campanaria
ottagonale.
Per ammirare l'interno si può entrare dal
nartece frontale oppure dalla porta nord che immette nel
transetto di sinistra ammirando l'eleganza dei fregi del
portale. L'interno è solenne e luminoso, grazie ad una tinta
a pastello di tonalità giallo: da segnalare il coro, l'elegante
deambulatorio, la cappella gotica nel transetto, mentre una
notevole visione d'insieme la si può cogliere dalla cappella
alta del nartece, aperta nella stagione estiva. Il suo interno, per la sua delicata eleganza,
era anche conosciuto nel medioevo come La promenade des anges (La passeggiata degli
angeli).
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Monachesimo e Dinastie
Altro luogo di interesse è il Monastero
della Visitazione: nel XVII secolo,
Margherita Maria Alacoque, canonizzata nel
1920, ebbe delle apparizioni di Gesù nel
1673,1674 e 1675, in seguito alle quali
sarebbero nate la festa del Sacro Cuore di
Gesù e la pratica devozionale dei Primi nove
venerdì del mese. Per questo la località è
nota anche come "città del Sacro Cuore di
Gesù". Nella cappella è possibile vedere la
teca che contiene le spoglie incorrotte della
santa.
La città offre anche altri spunti turistici
interessanti: notevole è la facciata in stile
primo rinascimento
dell'Hotel de Ville,
ornata da sculture di cherubini, che riprende
le linee dei famosi Castelli della Loira. L’edificio
fu costruito fra il 1525 ed il 1528 per un ricco
mercante di tessuti, Pierre Jayet .
I
Interessante anche il Musée Hiéron di arte sacra,
un museo-monumento che ripercorre due millenni
di storia del cristianesimo ed ogni anno ospita
importanti esposizioni di arte contemporanea.
Nella sala centrale è contenuta una struttura
metallica ispirata a Gustave Eiffel.
Rimarchevole inoltre il Musée Paul-Charnoz.
In un’antica abitazione operaia è
collocata un’esposizione sul patrimonio industriale delle piastrelle di ceramica, produzione
tradizionale di Paray e della regione.
Da vedere, in particolare, due opere di Paul
Charnoz, l’inventore del bleu profond: l’”affresco” di 40 m2 composto da 700 piastrelle,
premiato all’Esposizione Universale del 1889, e il “rosone” di 120 m2, composto da 4000
piastrelle, realizzato per l’Esposizione Universale del 1900.
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MOULINS
Moulins è il capoluogo del dipartimento
dell'Allier, in Alvernia, a 220 metri sul livello
del mare. I suoi 20.000 abitanti si chiamano
“Moulinois”. Storica capitale del Borbonese,
si estende lungo l'Allier (affluente della
Loira), essenzialmente sulla sua riva destra.
La città è posta sui contrafforti del Massiccio
Centrale ed è gemellata con Montepulciano.
La graziosa cittadina di Moulins fu edificata
intorno ad una rocca nel X secolo e deve il
proprio nome ai moltissimi mulini presenti
anticamente sul fiume Allier. Moulins
raggiunse il suo massimo splendore nel
periodo in cui fu capitale del Granducato di
Borbone (1327-1555).
Il centro storico di questo pittoresco borgo medioevale
possiede alcuni begli edifici quali la Place de l’Hotel de Ville,
piazza centrale caratterizzata dalla Torre dell'Orologio,
detta «Jacquemart» per via della famiglia di automi in
piombo (alti da un metro a 1,80) che segna le ore:
Jacquemart il padre, Jacquette sua moglie, Jacquelin e
Jaqueline i loro figli. Simbolo
delle libertà comunali
concesse alla fine del medioevo, è alta circa 30 metri.
Costruita nel 1455 in arenaria di Coulandon subì due
incendi: uno nel 1655 che risparmiò solo lo zoccolo ed un
secondo nel 1946 a seguito del quale la torre fu ricostruita
identica. Il palazzo comunale, il torrione Malcoiffée e il
padiglione Anna di Beaujeu completano le bellezze
architettoniche della città.
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La Cattedrale Notre-Dame
comprende
due
parti
distinte: l'antica collegiata
con la navata incompiuta del
coro gotico fiammeggiante
(1468-1540) in pietre rosaocra di Coulandon e la
seconda
navata
con
le
guglie, in stile neogotico con
un misto di pietre calcaree
bianche di Chauvigny e di
pietre nere di Volvic: esse
sono state realizzate nello
stile gotico del XIII secolo
considerato il più puro dagli
storici e architetti del XIX
secolo.
I
lavori
di
completamento
della
cattedrale intrapresi negli anni 1850 sulla base dei primi progetti degli architetti Lassus e
Millet, ispiratisi alla cattedrale di Sens in particolar modo per le guglie, non furono portati
a termine in seguito a numerosi problemi economici e di costruzione (scelta di materiali
scadenti). L'architetto che succedette loro e continuò i lavori fino al 1880 deviò dai
progetti iniziali sia a livello dei materiali, delle guglie e del tetto della navata che doveva
essere allineato a quello del coro. Fu così anche per la guglia centrale, molto più modesta
che nei progetti iniziali. La Cattedrale accoglie il celebre trittico del Maestro di Moulins (la
cui identità è sconosciuta, ma si sa che fu attivo alla corte dei Borboni alla fine del XV,
inizi XVI secolo).
A questo periodo risale il
trittico commissionato da
Pierre II de Beaujeu e da
sua moglie Anne che
compaiono nel dipinto
come donatori assieme
alla
figlia
Suzanne.
All'interno
della
cattedrale si possono
ammirare vetrate del XV
e XVI secolo e una
Vergine Nera. Le due
guglie superano di poco
gli 80 metri.
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SOUVIGNY
Le
origini
del
priorato
di
Souvigny, situato a sud-ovest di
Moulins, nel cuore del “bocage
bourbonnais”,
risalgono alla
donazione che Aymard, vassallo
del fondatore di Cluny, il Duca
d’Aquitania Guglielmo il Pio, fece
alla nuova Abbazia borgognona
nell’anno 915 o 920. L’antenato
della famiglia dei
Borboni
cedette a Cluny le sue terre di
Silviniacum
con
una
Chiesa
dedicata a San Pietro.
L’installazione
dei
monaci
cluniacensi sembra sia avvenuta
attorno al 960, sotto l’abbaziato di Maiolo. L’abbazia diventa rapidamente uno
dei più importanti centri dell’ “Ecclesia cluniacensis” sino ad essere considerata
una delle “cinque figlie di Cluny” . La morte del quarto Abate di Cluny a Souvigny ,
l’11 maggio 994 contribuisce molto a questo sviluppo. Maiolo, canonizzato negli
anni che seguono il suo decesso, sarà oggetto di culto molto vivo durante tutto il
periodo medievale . Nel 995, Ugo Capeto si reca in pellegrinaggio alla sua tomba.
Due anni più tardi, secondo il racconto di Raoul Glabro, in occasione di una
epidemia del fuoco di S. Antonio, i pellegrini vi accorrono da ogni parte. L’Abate
Odilone, che favorisce la diffusione del culto di Maiolo, farà di questo monastero
uno dei suoi luoghi preferiti di soggiorno. Sentendo approssimarsi la morte (1
gennaio 1049), si farà trasportare appositamente a Souvigny per essere sepolto
accanto al suo indimenticabile “padre” e maestro. Sarà inumato vicino nella cripta
della prima chiesa priorale, a forma di croce latina, che probabilmente aveva fatto
costruire lui stesso.
Tappa sul cammino Alverniate che collega la via Podiensis alla via Lemovicensis e
frequentata dai pellegrini di S.
Giacomo, Souvigny riceve nel
1095 la visita di Papa Urbano II.
In questa occasione si procede
alla traslazione delle reliquie di S
Maiolo, collocandole sull’ altare
al centro della navata, davanti
al coro. In seguito i resti di S.
Odilone raggiungeranno quelli
del suo predecessore nella
stessa tomba
che
sarà
sormontata da un monumento
coronato dalle statue dei due
abati giacenti, con il pastorale e
la mitra.
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Monachesimo e Dinastie
Nel XII secolo il priorato di Souvigny conosce l’apogeo della sua storia. Il borgo
monastico è un centro regionale di commercio in pieno sviluppo. I priori vi
esercitano la giustizia e hanno il diritto di
coniare monete. La chiesa si ingrandisce a
guisa di Cluny III, si dota di un secondo
transetto, di doppie navate e di un coro
con deambulatorio e cappelle. L’attività di
“scriptorium” è al massimo: è qui che viene
fabbricata (miniata) una bibbia romana in
un solo volume (400 fogli di pergamena per
un peso di 32 chilogrammi) e dal 1793
conservata nella biblioteca di Moulins. A
partire dal XIV secolo, allorquando le reliquie di Maiolo e di Odilone hanno preso
posto, rispettivamente nel 1267 e nel 1345, in due casse reliquiarie collocate
all’entrata del coro dei monaci, alcuni Duchi di Bourbon torneranno a scegliere la
chiesa priorale di Souvigny come luogo di sepoltura, dove già nel XI secolo, i
primi re di Bourbon venivano inumati.Sotto la guida di Dom Chollet (1423-1444) a
partire dal 1423 si intraprendono
importanti lavori di restauro della chiesa e
degli edifici monastici. Il nartece della chiesa che minaccia di crollare viene
abbattuto e nel rifacimento della parte alta della chiesa la navata centrale è
realizzata in stile gotico. Si ricostruisce il coro dotandolo di ampie vetrate e si
ristruttura il chiostro. Verso il 1440, lo Chollet, fa eseguire l’armadio reliquario nel
quale le spoglie dei due abati sono di nuovo trasferite. Infine nel 1448, inizia la
costruzione di una nuova cappella, nel transetto nord, che sarà ultimata nel 1456
per accogliere la tomba di Carlo I di Bourbon (+ 1456).
Dopo un periodo difficile, fatto di lotte interne (le guerre di religione del sec. XV )
che aggravano la decadenza di Cluny, nel 1621, l'ordo cluniacense si spezza in
due tronconi contrapposti: uno chiamato di “stretta osservanza” e l’altro di “antica
osservanza”. Souvigny aderisce nel 1634, alla “stretta osservanza cluniacense”.
Una nuova era di prosperità si apre allora per il priorato, i fabbricati conventuali,
compresa la parte ovest del chiostro, sono ricostruiti
tra il 1680 e il 1732. Nel 1783, Francesco Enrico
Clicquot, discendente di
una grande famiglia di
fabbricanti di organi, inizia la costruzione dell’organo
della priorale. Con l’avvento della Rivoluzione, gli
edifici monastici sono venduti come bene nazionale.
Le due lunghe guglie di pietra che coronano le due
torri romaniche della facciata e il campanile che si
eleva alla crociata del secondo transetto, sono
abbattuti; le vetrate sono lapidate, le raffigurazioni in
arenaria dei Borboni e dei due abati giacenti, mutilati.
Tuttavia dopo il Concordato del 1801 grazie ai parrocchiani ed alle persone
affezionate al culto, la chiesa di Saint Pierre e San Paul di Souvigny viene salvata
dalla distruzione. Nel 1894, i benedettini, sotto la guida di Don Mayeul Lamey,
tentano di far rivivere la vita monastica, ma si disperdono a seguito di una legge
francese del 1 luglio 1901 (tuttora in vigore) che nel definire il regime delle
congregazioni religiose, sottopone la loro esistenza all’autorizzazione statale.
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Monachesimo e Dinastie
BOURBON L’ARCHAMBAULT
Bourbon l'Archambault è un comune di 2.564 abitanti situato nel dipartimento dell'Allier. È
il cuore storico dell’antica provincia del Borbonese, situato al centro del bocage
bourbonnais, ed è attraversato da
due piccoli fiumi la Burge e l'Ours.
L'antico abitato di Bourbon risale
all’epoca dei Glli Biturigi Cubi e
dipendeva da Avaricum ( Bourges).
Il nome della città deriva dalla
divinità
celtica
Borvo
(dio
paragonato anche al romano Apollo)
il cui nome si può decomporre in
berw “ caldo, ardente, bollente “ e
von ” fontana “ , cioè « acqua che
bolle ». Molte altre città termali
portano nomi che si possono far
risalire a questa radice, anche
l’italiana Bormio. Il suo primo
signore conosciuto fu Ademaro (o
Aimaro), nel X secolo, egli acquisì il
castello di Bourbon che dette il nome alla sua famiglia, la Casa di Borbone.
Nel Basso Medioevo Bourbon-l'Archambault era il capoluogo dell'antica signoria di
Borbone, poi divenuta ducato. Archambault è in riferimento al fatto che nove signori di
Borbone portarono questo nome (italianizzato in Arcimbaldo) durante un periodo che va
dal X al XIII secolo.
Su uno sperone si alzava l’alta sagoma del castello, una potente fortezza dotata di quindici
torri. La torre Qui qu'en Grogne proteggeva l'accesso
del castello. Era una torre circolare chiusa con
un’entrata attraverso una scala che dava sulla corte
interna e una scala a vite per l’accesso alle mura. La
parte alta delle torri risale al XIV secolo, ma fino al XV
secolo la fortezza ebbe funzioni difensive. Nel XIV
secolo Luigi I di Borbone, nipote di San Luigi, primo
duca, sceglie di far abbellire la fortezza e fa edificare
una « Sainte Chapelle », poi andata in rovina. Il
ducato e il castello furono più tardi incorporati alle
proprietà reali (1531). Il ducato viene nuovamente
creato nel 1661, per il ramo Condé della famiglia dei
Borboni. Il castello servì allora per alloggiare principi e
principesse che venivano a “passare le acque” nel
villaggio. Un incendio distrusse una parte del castello
nel XVIII secolo, il principe di Condé fece fare restauri
conservativi senza ulteriori abbellimenti tranne un
orologio sulla torre Qui qu'en Grogne, visibile dal
villaggio. Durante la Rivoluzione i resti del castello
furono venduti all’asta e nelle torri residue furono installate prigioni. Nel XIX secolo le torri
furono salvate dalla distruzione grazie all’intervento del poeta Allier e dichiarate
monumento nazionale nel 1862.
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Monachesimo e Dinastie
Come dice il
nome
del
villaggio
le
sue
acque
termali
erano
già
conosciute ai
tempi
dei
galli e dei
romani. Nel
XIII
secolo
erano le più
celebri
del
loro tempo.
Nel corso del
XVII secolo,
quando
le
terme erano
di gran moda
in tutta la
Francia,
le
acque di Bourbon facevano concorrenza a quelle di Vichy. Il medico Jean Aubéry le celebrò
in latino e in francese. Le più grandi dame del secolo, la bella principessa di Conti, M.me
de Sévigné e M.me de Montespan vennero tutte a Bourbon; Madame de Montespan vi
morì il 26 maggio 1707. Le acque di Bourbon l’Archambault sono captate negli strati
profondi della terra ad una temperatura di 55°C., si tratta di un’acqua ipertermale,
polimetallica e di tipo clorurata di sodio.
A Bourbon si trova pure la chiesa
romanica
di
Saint-Georges,
dipendenza nel medioevo di SaintMenoux. Il portale occidentale e il
campanile
sono
di
tipo
borgognone,
all’interno
interessanti capitelli.
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Monachesimo e Dinastie
NEVERS
La città dai mille volti
Nevers è una città di circa
41.000 abitanti, capoluogo del
dipartimento della Nièvre in
Borgogna. Raccoglie un’eredità
prestigiosa
dal
passato
e
valorizza oggi il suo ricco
patrimonio
con
grande
maestria. Possiede i marchi di
“città d’arte e di storia” e di
“città e artigianato artistico”.
BLU
Una linea blu lungo la
carreggiata traccia due
percorsi alla scoperta della
città
con
partenza
dall’Ufficio del turismo, a
Palazzo Ducale in rue
Sabatier. Seguendola, il
turista può godersi una
visita
libera
e
personalizzata
tra le
diverse
attrazioni,
supportato
anche
dai
cartelli illustrativi nei punti
strategici. A Nevers si
parla anche di “oro blu”
con
riferimento
alla
lavorazione
delle
ceramiche, arte che ha
reso famosa la città a
partire dal XVI secolo.
La tecnica usata è quella della cottura “a gran fuoco”,
con temperatura a 960° cui solo alcuni colori resistono,
come il dominante “blu di Nevers”. La lavorazione ha
origini italiane, quando il Nivernese divenne un ducato e
passò a Ludovico Gonzaga, fratello del duca di Mantova,
a seguito del suo matrimonio con Enrichetta di Clèves.
Nei secoli le maioliche di Nevers hanno acquisito una
loro originalità, ma ancora oggi usano tecniche antiche
pur nelle decorazioni contemporanee.
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Monachesimo e Dinastie
VERDE
Il paesaggio intorno a Nevers è un’area naturale di straordinaria bellezza, attraversata
dalla Nièvre e dall’Allier che confluiscono nella Loira proprio in questa zona.
In tale paradiso per naturalisti è
possibile rigenerarsi a piedi, in bici
o in canoa. Qui vivono più di 500
specie vegetali e circa 150 tipi di
uccelli.
Chilometri
di
sentieri
solcano boschi verdeggianti, come il
sentiero
di
Ver-Vert
e
la
passeggiata del Passatore al Bec
d’Allier, spazi di tranquillità, di
attività sportiva e nautica per tutti i
gusti
ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ
Palazzo Ducale
Antica dimora dei duchi di Nevers, venne
iniziata intorno al 1460 dal conte Jean de
Camecy ed abbellita nel XVI secolo dalle
famiglie di Clèves e di Gonzaga. Di ispirazione
gotica, contiene anche molti elementi dello stile
rinascimentale, come la simmetria, la regolarità
nella facciata e la decorazione dei lucernari.
Attualmente ospita mostre e ricevimenti ed è
anche sede dell’Ufficio del turismo.
Cattedrale Saint Cyr-Sainte Julitte
Essendo stata costruita attraverso i secoli, dal
VI al XX, è un concentrato di storia
dell’architettura. All’interno troviamo due cori in
posizione opposta, uno romanico (XI sec.) e
uno gotico (XIV sec.). Nella parte romanica è
da ammirare l’affresco di un Cristo in Gloria.
Particolarmente interessanti sono le vetrate
coloratissime create da artisti contemporanei,
dopo che nel ’44 le originali erano state oggetto
di un rovinoso bombardamento.
L’esterno, in stile gotico, è ricco di pilastri e
contrafforti; la torre con i suoi 53 metri di
altezza domina la città.
Attorno alla cattedrale si può passeggiare sulla
collina, la “butte”, dove si trovava l’antico
quartiere dei maiolicai con le sue stradine
medioevali.
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Monachesimo e Dinastie
Si possono incontrare case con travature lignee, torrette e resti
della cinta muraria lungo la Promenade des Remparts
all’estremità est. La via parte dalla Porte du Croux, bell’esempio
di architettura militare risalente al XIV sec., con sistema di ponte
levatoio, caditoia e garitta, ed arriva alla sponda destra della
Loira alla Torre Goguin, che delimita l’angolo della cinta
medioevale di fronte al fiume.
La Chiesa di Sainte-Marie, antica
cappella
di
un
monastero
delle
visitandine,
presenta
una
facciata
barocca, unico esempio di questo stile nel
Nivernese.
Tra le piazze della città sono da segnalare Place Carnot, punto
nevralgico, Place de la République con bella veduta panoramica
sulla Loira e Place Saint Sébastien con la fontana della sfera
galleggiante in granito rosa. Tra le strade, da non perdere la Rue
François Mitterand con i suoi negozi eleganti e i suoi palazzi
storici; due negozi risalgono ai primi del novecento: Au Pacha e
Au Negus.
La Chiesa di Saint-Etienne è un’antica
dipendenza di Cluny che ne aveva voluto la
costruzione alla fine del secolo XI. Costituisce un
interessante esempio di architettura romanica,
disposta
su
tre
livelli,
con
l’abside
a
deambulatorio e le cappelle a raggiera. Non
lontano la Chiesa di Saint Pierre, antico collegio
gesuita con una sobria facciata. Da notare due
affreschi e la pala d’altare.
A due passi la Porte de Paris, arco monumentale di trionfo
costruito per rendere omaggio a Luigi XV in occasione della
vittoria di Fontenoy, contiene versi di Voltaire sulle pareti
interne.
Ancora
da
segnalare
il
Teatro
all’italiana del
XIX secolo in
stile
neoclassico e il
Castello della
Gloriette,
ricostruito da Luigi Gonzaga per renderlo
più confortevole rispetto alla conformazione
precedente
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Monachesimo e Dinastie
Area della Sainte Bernardette
Nel Convento di Saint Gildard riposa il corpo della santa in una teca di vetro.
Dopo le apparizioni di Lourdes, Bernardette
Soubirous entrò nella Congregazione delle
Suore della Carità, la cui casa madre era a
Nevers, vi restò fino alla morte nel 1879. Il suo
corpo venne sepolto in una cappella del giardino
per trent’anni e ritrovato senza alterazioni
nonostante non fosse stato mummificato. La
stessa situazione fu riscontrata dopo altre due
riesumazioni. È tuttora intatto sia esternamente
che negli organi interni.
In questo spazio è stata ricostruita una piccola
grotta che riproduce quella di Massabielle ed è
stato dedicato un museo alla santa.
Più distante, la Chiesa di Sainte Bernardette du Banlay del 1966 presenta
un’architettura contemporanea molto originale.
Alcune curiosità
 Tra le specialità gastronomiche sono da citare i dolciumi caratteristici: confetti
Imperiale nougatine, amate dall’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III;
caramelle Le roi Negus , create per l’arrivo dell’imperatore d’Etiopia; cioccolatini
Trésors de Gonzague e pasticcini Petits Mariniers, fabbricati nel 2002 come omaggio
alla Loira.
 A una decina di chilometri da Nevers è situato il circuito automobilistico di MagnyCours, dove si svolgono molte gare tra cui il Grand Prix di Formula1.
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Monachesimo e Dinastie
CHARLIEU
Charlieu è un comune di circa 3500
abitanti situato nel dipartimento della
Loira, nella regione Rodano-Alpi e si
trova a 265 metri sul livello del mare.
Gli
abitanti
si
chiamano
« Charliendins ». Le prime notizie del
borgo di Charlieu datano all’anno 994.
Fu
creato
sotto
la
protezione
dell’abbazia benedettina di cui porta il
nome, all’incrocio tra due strade
importanti (quella da Parigi a Lione e
l’altra
dalla Saône alla Loira)
entrambe ai limiti del Ducato di
Borgogna.
Questa posizione strategica portò i re di Francia a prendere la
città sotto la loro protezione, come Filippo Augusto che, nel
1180, la fece fortificare. Divenne una città prospera, ricca di
mercanti ed artigiani, molto spesso tessitori. Nel XIII secolo i
borghigiani edificarono una chiesa parrocchiale dedicata a San
Filiberto. Nel XV secolo Charlieu rivestì un ruolo importante
durante il conflitto tra gli Armagnac (partito del re) ed i
Borgognoni . E’ anche l’epoca in cui però si allontanò il traffico
su strada e questo creò un arresto nello sviluppo della città
che venne ripreso solo nel 1827 con l’introduzione della
tessitura della seta. Di questa ricca storia la città ha
conservato belle case in pietra (XIII secolo), pittoresche case
a graticcio (XIV e XV secolo) o in stile rinascimentale e
classico.
La Chiesa Parrocchiale di San Filiberto è stata edificata all’inizio del XIII secolo in
stile gotico-borgognone la cui abside piatta è d’influenza cistercense. L’edificio primitivo
corrisponde all’attuale coro della chiesa: la parte antecedente al coro, la navata centrale e
quelle laterali furono edificate nel XIV secolo, le cappelle aggiunte nel XVI secolo, le due
ultime campate nel 1864. Di notevole
suggestione sono gli stalli del coro in legno
scolpito policromo del XIV secolo con santi ed
apostoli. All’interno una Vergine del XIII secolo
in pietra policroma ed una Pietà del XVII secolo.
Ancora da
notare
le
cappelle
dedicate
nel
medioevo
alle
confraternit
e
dei
mestieri, in particolare quella dedicata a “Notre Dame
de Septembre” della fine del XVI secolo, patrona dei tessitori del medioevo e dei tessitori
di seta nel XIX secolo, ancora celebrata ogni anno a settembre.
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Monachesimo e Dinastie
L’ Abbazia Benedettina, fondata verso
l’875 da monaci benedettini venuti da
Touraine, venne legata a Cluny verso il 930
e successivamente ridotta in priorato intorno
al 1040. Scavi archeologici hanno permesso
di scoprire le fondamenta di tre chiese
costruite sullo stesso sito nel IX, X e XI
secolo. Di quest’ultima non resta che
l’ultima campata, la facciata ed il nartece
(portico) aggiunto all’inizio del XI secolo. Il
suo grande portale, la cui decorazione si
ispira al Libro dell’Apocalisse, è un
capolavoro dell’arte romanica. Il chiostro
attuale, della fine del XV secolo, si apre sulla
sala capitolare attraverso un colonnato
romanico. Da lì si accede alla cappella del priore (fine XV secolo). Due musei (lapidario e
di arte religiosa) sono stati ricavati nel parlatorio ed in una antica cantina. Attraverso una
porta monumentale guarnita di merli si penetra del cortile dell’Hotel du Prieur (inizio XVI
secolo). All’interno del CENTRO VISITATORI, sistemato nell’antico dormitorio dei novizi, si
trova un importante spazio museale che ricrea in modo vivo l’universo monastico per tutti
coloro che desiderano “aprire le porte del tempo”.
Il Convento dei Cordeliers. Verso il 1280, dopo numerosi alterchi con i benedettini di
Charlieu, alcuni francescani fondarono un convento al limitare della città, sotto la
parrocchia di St Nizier-sous-Charlieu. Distrutto verso il 1360, durante la Guerra dei
Cent’anni, il Convento dei Cordeliers (dei Francescani) venne ricostruito tra la fine del XIV
ed inizio del XV secolo. Occupato dai Frati Minori Conventuali, venne chiuso nel 1792. Oggi
non restano che la chiesa, la «biblioteca » dei religiosi e soprattutto il chiostro (fine XIV
secolo). Quest’ultimo ha rischiato di sparire in quanto nel 1910 fu venduto ad un
antiquario parigino ed era destinato ad essere smontato per andare a decorare il campo
da tennis di un miliardario americano ! Per fortuna venne classificato con urgenza come
« monumento storico » e si salvò.
La chiesa adiacente (fine XIV secolo) è di
notevole interesse per via della sua volta
in legno di castagno della fine del XVII
secolo e per le pitture murali. Di
particolare interesse il Ciclo dei Vizi e delle
Virtù, ricostruito tra il 1370 ed il 1410 nel
grande
chiostro,
in
stile
gotico
fiammeggiante caratterizzato da una
decorazione molto ricercata. In particolare
la galleria nord è decorata di capitelli
figurativi
rappresentanti
con
senso
dell’umorismo i vizi (serpente a testa
umana per l’ipocrisia ad esempio) e le
virtù (la saggezza con la civetta, la
purezza con l’ermellino).
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Monachesimo e Dinastie
APPUNTI DI VIAGGIO
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