Torino
Casa Teatro Ragazzi
e Giovani
Domenica 16.IX.07
ore 17
Children’s Corner
Bach
Schumann
Debussy
Bartók
Corea
Se desiderate commentare questo concerto, potete collegarvi al
calendario presente sul sito www.mitosettembremusica.it dove è
attivo uno spazio destinato ai commenti degli spettatori
Videoimpaginazione e stampa • la fotocomposizione - Torino
Children’s Corner
Circo Pittura e Musica
Progetto di Luigi Di Fronzo
Regia di Maurizio Accattato
Giocolieri della compagnia Moriss e I minimi - Scuola di Arti Circensi e Teatrali
di Maurizio Acattato
Stefano Ligoratti, pianoforte
Ispirato al libro Capolavori a colpo d’occhio
di Claire d’Harcourt (Ed. Il Castoro)
Concerto - spettacolo per bambini e ragazzi
dai 6 ai 14 anni
Johann Sebastian Bach
(1685-1750)
Dal Quaderno per Anna Magdalena:
Minuetto in sol maggiore
Musette in re maggiore
Minuetto in sol minore
Robert Schumann
(1810-1856)
Da Kinderszenen op. 15:
Von fremden Ländern und Menschen
Träumerei
Ritter vom Steckenpferd
Kind im Einschlummern
Der Dichter spricht
Claude Debussy
(1862-1918)
Da Children’s Corner:
Serenade for the Doll
The Snow is dancing
The little Shepherd
Golliwog’s Cakewalk
Béla Bartók
(1881-1845)
Da Mikrokosmos, volume VI:
Sei danze in ritmo bulgaro
Chick Corea
(1941)
Scelta da Children’s Songs
In collaborazione con
Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
la pittura ai bambini è un’arte che ha bisogno di stimoli nuovi, in grado
Iundillustrare
intercettare la loro sensibilità con il sorriso, il gioco e la magia. Qui abbiamo
piccolo esempio di incroci, di scambi sinestetici fra espressioni artistiche diverse: la musica, l’arte, la lettura e la gestualità. Così la recente pubblicazione di un
volume illustrato, Capolavori a colpo d’occhio di Claire d’Harcourt (Ed. Il Castoro)
corredato di sorprendenti aneddoti, che invita i bambini ad entrare poco a poco nel
mondo della pittura di tutti i tempi (da Rembrandt a Goya, da Picasso a Dalì e Andy
Warhol) – funge da agile spunto per un gioco interattivo fra un giovane pianista del
Conservatorio “G. Verdi” di Milano e un vivace gruppo di piccoli artisti circensi. Già
il libro in sè è tutto da scoprire. Prova a scovare, in un batter di ciglia alcuni masterpieces dell’arte figurativa di tutti i tempi, stimolando la ricerca dei dettagli, il tono
di sfumatura dei colore e le più svariate tecniche che sono state in grado di renderli
semplicemente insuperabili. Come è noto – e da quanto fa intendere il divino Balzac in quello che è forse il più celebre racconto della Comédie Humaine, Il capolavoro sconosciuto – una tela comprende mille dettagli nascosti, ma solo un paio di
questi sono in grado di illustrare il senso e ribaltare il significato. «Ogni figura è un
mondo» si legge ancora nella novella, ma «la missione dell’arte non consiste nell’imitare la natura, bensì nell’esprimerla!», assunto che come ben sappiamo può
essere trapiantato nel vasto arcipelago della musica. Una tela dunque è piena di
segreti. Tutto sta cogliere al volo il perché della luminosità della Ronda di notte di
Rembrandt, del dolce torpore cromatico delle Donne d’Algeri di Delacroix, piuttosto che dei buffi orologi mollicci di Salvador Dalì (Persistenza della memoria) o dei
violenti toni accesi di una Marilyn di Andy Warhol. Un quadro, si sa, non va spiegato ma semmai – inquadrando autore e stile, nel suo contesto – vanno scovate le
ragioni profonde, i dettagli (per paradosso, invisibili) che lo rendono unico. Questo
però a cui state per assistere sembra avere la parvenza di un piccolo concerto, ma
è soprattutto un gioco interattivo dove il pubblico si fa partecipe di una lettura illustrativa, attraverso due mezzi sorprendenti: la gestualità dei piccoli artisti circensi
e il suono ruspante di un giovane talento del Conservatorio. Insomma, una tentazione dalla quale bisogna lasciarsi prendere per mano. Il mio progetto è stato questo. Partire dallo sguardo del bambino per arrivare al taglio culturale dell’adulto.
Per bambini è il libro, per bambini sono le musiche, anche se tutti sono invitati a
farsi trascinare nella piccola avventura. Le possibilità di abbinamento sono un’opera aperta di soluzioni, un labirinto di allusioni potenziali, di giochi allo specchio fra
suono e pittura. Come suonerà il Minuetto in sol maggiore dal Quaderno per Anna
Magdalena di Bach vicino a Gli ambasciatori di Holbein il giovane? O Da paesi e
uomini sconosciuti di Schumann, mentre i piccoli clown emulano i gesti delle
Donne d’Algeri di Delacroix? Come dare forma simbolica alle ispirate Les Demoiselles d’Avignon di Picasso, piuttosto che a Le fucilazioni del 3 maggio 1808 di Francisco Goya? Più che la storia conta l’intuizione, la fantasia. Si può giocare anche
quando cala il sipario. Ed è forse questo che conta.
Luigi Di Fronzo
n buon clown ha sempre pronti dei buoni “numeri” per intrattenere l’ozioso
U
viandante. Ecco i miei:
- il mio debutto nei circuiti ufficiali come clown risale già ai primi anni 80: ma il
debutto nel grande teatro è con il premio Nobel Dario Fo nel 1986 fino al 1991;
- lo spettacolo più importante Rientro in scena, rappresentato da persone affette dal
morbo di Alzheimer;
- il progetto più particolare: I Jangler di Matam, scuola di clownerie e giocoleria per
ragazzini africani ai confini con la Mauritania;
- il mio ultimo impegno Il Milano Clown Festival, marzo 2006, 23 compagnie partecipanti, 3000 spettatori in tre giorni, il tutto prodotto a costo minimo e senza
sovvenzioni;
- il mio spettacolo più rappresentato: la Scuola di Arti Circensi e Teatrali...12 anni
di repliche, con montaggio, e smontaggio della stessa tutte le settimane;
- il prossimo spettacolo: I PIC ovvero Pronto Intervento Clown;
- il personaggio che rappresenta la mia anima poetica clownesca: Moriss, l’inventore del No-controll!
E il futuro: clownizzare il mondo intero!
Un breve intervento del leader dei giocolieri
Non riusciamo più a venir fuori dalle nostre scatoline e dalle piccole manie. Stiamo diventando un popolo arrogante, che si appoggia a certezze sempre più inconsistenti, paurosi di uscire all’aperto nei grandi spazi per gustare tutto quello che la
natura ci offre. Nascondendoci stiamo perdendo la conoscenza di noi stessi e della
nostra vera natura! Vogliamo provare a salutare i nostri “allevatori”, coloro che ci
trattano come polli in gabbia, per allontanarci insicuri verso il futuro? Ciò che è
bello davvero ci fa paura… Come superarla? Fingendoci sempre felici, schivando
abilmente tutto quello che non conosciamo o ci infastidisce, in uno slalom senza
fine.
Forse è arrivato il tempo di smettere di pensare solo a noi stessi, per perdere almeno un po’ di iper-controllo, che in continuazione azioniamo per la difesa del nostro
ego. Ma tutto questo va fatto davanti agli altri, per gli altri, insieme agli altri. In una
sola parola: no-controll! Per essere pronti ad uscire ed incontrare gli altri, che sono
assolutamente sotto iper-controllo, è necessario perdere quel controllo che abbiamo in eccesso. Si comincia con un dito, poi il dito si prende tutto il braccio e….
Facciamo un bel cerchione, che è un modo per stare uniti, e uno alla volta si comincia a: stare–qui-adesso, per non scappare né dagli altri, né da noi stessi.
Ogni volta che ognuno di noi perderà il controllo, qui davanti a tutti provando a
dimenticarsi di sé, così da scoprire e poi mostrare la paura che sempre ci accompagna con la fragilità e l’impotenza che sentiamo nei confronti di tutto, perderà
anche un po’ la paura di esistere. A quel punto diventerà un istinto aggrapparsi con
forza alla vita fatta di un attimo dopo l’altro, per distruggere a suon di no-controll
tutti i falsi conflitti. E forse chissà, potrebbe essere un sogno che si avvera riuscire
a spazzar via tutte le finte malattie del nostro tempo. Su 100 persone che incontriamo per strada, 97 sono pronte a seguirci. Per quelle tre dovremmo rinunciare?
Ho scoperto che Leo Bassi, il famoso clown italo-francese, fa il no-controll a suo
modo, con un tacito accordo con il pubblico. Lo fa inconsapevolmente, lo fa senza
annunciarlo, lo fa e basta! E tutti lo seguono.
«Cos’è meglio, soffocare la propria anima con ogni tipo di porcheria oppure con
l’aiuto comune liberarsi della propria autocompassione, per creare qualcosa di
buono? Chi è più libero, chi è in uno stato di perenne difesa, oppure chi, dimenticando se stesso, si dà da fare per la libertà degli altri? Il mio scopo è quello di aiutarvi a creare un uomo vivo da voi stessi. Il materiale per trovarlo dovete prenderlo da voi stessi» (Stanislavskij).
Maurizio Accattato
Luigi Di Fronzo
Si può avere acquisito sul campo una competenza storica, dopo il diploma di Musicologia al Conservatorio di Milano (mescolato a studi di pianoforte, direzione d’orchestra e composizione) e la Laurea in Discipline della Musica all’Università di
Bologna, ma non idolatrare la musica come entità autonoma, asettica. Al contrario, guardarla con un occhio che cerca agganci continui con le altre arti, in primo
luogo la letteratura e i classici (Tolstoj, Cechov, Wilde) di cui sono un accanito, quasi
maniacale estimatore, ma anche il cinema, l’arte figurativa e la poesia. Tutte passioni che alimento in un’attività disseminata di saggi (I Classici della Musica, Skira)
presentazioni (Scala, Fai), interventi critici (la Repubblica, Amadeus), di stagioni
musicali che coordino come i Concerti della Triennale o gli eventi a sè come West
Side Storyboard che proprio quest’estate ha coinvolto il Conservatorio di Milano,
l’Accademia di Belle Arti di Brera e il Piccolo Teatro prima di inaugurare il Cantiere d’Arte di Montepulciano. Vivere la musica è abbracciare il labirinto onnivoro di
discipline culturali (e umane), come nelle lezioni di storia della musica al Conservatorio di Milano. Tracciare lunghi viaggi nei paesi lontani, per poi scrivere appassionati reportage. Essere curiosi del mondo, fino all’ultimo istante.
Stefano Ligoratti, nato a Milano nel 1986, è pianista, organista, clavicembalista,
pianista di musica da camera, compositore, direttore d’orchestra. Impossibile? No.
La musica è il suo linguaggio, la sua vita. Improvvisamente folgorato dalla musica
organistica di Bach, ha iniziato privatamente lo studio della musica soltanto a 11
anni, iniziando praticamente subito a comporre già da autodidatta, ed è stato
ammesso al Conservatorio “G. Verdi” di Milano all’età di 13 anni. Appassionato
compositore, a 14 anni ha fondato un proprio gruppo musicale, l’Ensemble Perpetuum Mobile, con il quale, in qualità di direttore e pianista, si è esibito in numerosi concerti, eseguendo proprie composizioni e trascrizioni e un repertorio di musica barocca. Sta ultimando i suoi studi presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano,
frequentando contemporaneamente il Biennio di specializzazione in pianoforte
(con Leonardo Leonardi), il Corso di direzione d’orchestra (con Daniele Agiman) e
il Corso superiore di composizione (con Mario Garuti).
Nel giugno 2006 si è diplomato in organo e composizione organistica con il massimo dei voti e la lode, nel mese di ottobre dello stesso anno si è diplomato in pianoforte con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. Nello stesso giorno
ha conseguito anche, con votazione 10/10, il Compimento medio di composizione
tradizionale. Il 4 luglio 2007 ha anche conseguito, a pieni voti, il Diploma di clavicembalo. Ha studiato pianoforte con Maria Gloria Ferrari, Riccardo Risaliti e Leonardo Leonardi, organo con Eva Frick Galliera e con Ivana Valotti, clavicembalo
con Ruggero Laganà e Maria Cecilia Farina, composizione con Paolo Arcà, e direzione d’orchestra con Julius Kalmar e Herbert Handt.
Capolavori a colpo d’occhio
Dalla stessa autrice di L’arte a colpo d’occhio, un nuovo meraviglioso viaggio nell’arte a misura di bambino. Trenta famosi capolavori pittorici da sfogliare, in un
magnifico albo illustrato di grande formato che invita i bambini e i ragazzi a entrare a poco a poco nel mondo della pittura di tutti i tempi, offrendone storie, curiosità e magia, con straordinarie illustrazioni a tutta pagina e testi accurati e ricchi di
interessanti informazioni. Si gioca con i più famosi capolavori dell’arte, trovando
“in un colpo d’occhio” i dettagli, isolandone i particolari oppure entrando nei
misteri o scoprendo gli aneddoti che si celano nelle tele dei dipinti più famosi o
nella vita di celebri pittori e delle loro tecniche insuperabili. Un viaggio affascinante
alla scoperta dei segreti di trenta capolavori della storia dell’arte (dalla Cappella
degli Scrovegni di Giotto a La Creazione di Adamo di Michelangelo, da Rembrandt
a Goya, Monet, Kandinskij, Picasso, Van Gogh fino a Dalí e a Andy Warhol), una
guida per lo sguardo dei piccoli (e il piacere anche dei grandi).
Un libro adatto a diverse fasce d’età: per i più piccoli, un approccio visivo e di gioco
con le immagini e i particolari dei dipinti, per i più grandi un libro da guardare e
da leggere attraverso le semplici schede che aiutano un primo approccio all’analisi
delle opere, inserendole nel periodo artistico di riferimento, e alette che si sollevano a svelare biografie dei pittori e appassionanti e sorprendenti aneddoti. Claire
d’Harcourt è autrice di numerosi albi che introducono al mondo dell’arte (L’arte a
colpo d’occhio, Du coq à l’âne - Les animaux racontent l’art), della storia (Batailles),
del costume (Les habits).
Capolavori a colpo d’occhio
di Claire d’Harcourt
Editrice Il Castoro
Età dai 6 anni
www.castoro-on-line.it
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