Andiamo adesso a vedere nel dettaglio cosa avremo la possibilità di visionare durante l’escursione proposta da sport & Fitness per onda d’urto 2015 “Alla riscoperta della civiltà contadina e pastorale Grecanica”. Iniziamo con descrivere brevemente il borgo che andremo a visitare: Roghudi Vecchio “Richùdi o Rigùdi in greco-calabro” Roghudi Vecchio Situato sulle pendici meridionali dell'Aspromonte nella Calabria greca, l'abitato di Roghudi Vecchio - abitato da gente di etnia grecanica - è stato completamente abbandonato a seguito di due fortissime alluvioni avvenute nel 1971 e nel 1973, date nelle quali l'abitato, fino ad allora sede comunale, fu dichiarato totalmente inagibile, uomini, capre e maiali (che convivevano nelle stesse stanze) furono costretti ad abbandonare il paese. Lo scenario è mozzafiato. Il borgo, circondato dalle montagne, si sdraia a più di 500 m. di altezza sul crinale di una collina, che svetta nel mezzo della fiumara Amendolea. A poca distanza si trovano due formazioni geologiche degne di nota: le caldaie del latte e la Rocca del Drago. Sono rocce modellate nel tempo dal vento, dalla pioggia e dal ghiaccio, fino a diventare curiosi monumenti naturali. Abbiamo appena parlato della “Rocca del Drago” e Delle “Caldaie del latte” a desso andiamo a vedere più nel dettaglio di cosa si tratta. Rocca del drago Questo monumento naturale chiamato Rocca del Drago, si trova sulla strada provinciale che da Bova raggiunge il Borgo abbandonato di Roghudi, nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Alta circa 4 metri è uno spettacolo della natura, perché viene mantenuta in piedi da un piccolo frammento di roccia, sfuggito all’erosione dopo migliaia e migliaia di intemperie. Negli anni sono state create molte leggende su questa “Rocca” una di queste è quella che: questa pietra che rappresenta la testa del drago è custode di un tesoro. Il tesoro veniva assegnato a chi riusciva a superare la prova di coraggio, che consisteva nel sacrificio di tre esseri viventi di sesso maschile costituiti da un bambino appena nato, un capretto ed un gatto nero. Nessuno nel corso dei secoli volle affrontare questa prova, solo in un caso quando nel paese nacque un bimbo malformato, rifiutato dai genitori, fu prelevato da due uomini che misero in atto la prova di coraggio. Si uccise sia il capretto che il gatto ma quando fu il momento del sacrificio del bambino una tempesta improvvisa provocò la morte di uno dei due uomini, l’altro uomo sopravvissuto fu perseguitato dal diavolo sino alla sua morte. Nessuno successivamente pensò più al ritrovamento del tesoro. Caldaie del latte Poco più sotto un’altra roccia costituita da sette piccole rocce sferiche affioranti dal terreno da un blocco unico di roccia friabile. Quest’ultima formazione di roccia è detta “Ta vrastrucia” che tradotta dal greco significa “Caldaie del latte”, infatti la forma particolare della roccia assomiglia a quella delle pentole in cui si bolliva il latte “a cardara”. Il mito narra che il Drago si nutrisse attraverso le suddette rocce. Durante la descrizione dell’itinerario abbiamo già detto che la fiumara “Amendolea” ci farà da porta d’accesso per il borgo di Roghudi. Ma vediamo qualche nozione di interesse storico su questo torrente importantissimo per la valle Grecanica. Fiumara Amendolea L'Amendolea (che deve il suo nome alla forte presenza di alberi di mandorlo lungo le sue sponde, dal dialetto "mmenduli") nasce nel cuore del Parco nazionale dell'Aspromonte, crea meravigliose cascate, canyon, forre e gole (Butramo,La verde,San Leo,Aposcipo, Furria) e poi percorre 31 chilometri per sfociare nel Mar Jonio, nei pressi di Condofuri. La fiumara, scendendo dalle montagne dell'Aspromonte ha creato nei millenni la rigogliosissima e fertile Valle dell'Amendolea. Nell'antichità l'Amendolea era un grande fiume, molto probabilmente navigabile, il che spiegherebbe la colonizzazione greca dell'entroterra in questa zona della Calabria (es. Bova, Roccaforte del Greco, Condofuri, Roghudi) Cascate Torrente Furria La missione di questa escursione è portarvi indietro nel tempo, mostrarvi come e dove si viveva nel passato. Per questo vi abbiamo mostrato uno dei borghi più belli d’Italia ormai abbandonato da diversi anni, che dice molto su come vivevano i nostri “nonni” e con la dimostrazione della tosatura e filatura della lana vogliamo farvi capire l’importanza della pastorizia negli anni passati per la nostra gente. L’operazione di tosatura del vello delle pecore avviene generalmente una volta all’anno, in primavera, al fine di ottenere una lana dalle fibre lunghe detta lana annuale o lana madre. In alcuni casi la tosatura è effettuata due volte all’anno in modo da ottenere una lana a fibre corte detta lana bistosa. Ma adesso basta leggere nozioni noiose, andiamo di persona a visitare questo fantastico borgo grecanico e impariamo tutto ciò che la nostra terra e la nostra gente ci insegna….