“..non solo i bambini ma anche gli esseri umani di tutte le età sono oltremodo felici e in grado di estrinsecare le loro capacità con il maggior vantaggio possibile quando sono sicuri che dietro di loro ci sono una o più persone che li possono aiutare in caso di difficoltà. La persona fidata fornisce una base sicura su cui appoggiarsi per potere agire”. J. Bowlby, 1973 Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 BES CHE COS’È IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta una qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o di apprendimento che necessita di educazione speciale individualizzata finalizzata all’inclusione Già nel 1997 l’Unesco usava il concetto di Bisogno Educativo Speciale non solo per coloro che erano inclusi nelle categorie della disabilità, ma anche per aiutare quegli studenti che “vanno male a scuola” per molteplici ragioni che impediscono loro un successo formativo ottimale. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 CHI SONO I BES Dalla DM de 27/12/2012 I Bisogni Educativi Speciali (BES) sono quelle particolari esigenze educative che possono manifestare gli alunni, anche solo per determinati periodi, «per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta» La DM mira a porre l’accento sulla persona, nel rispetto di ciò che è e di ciò che può divenire tenendo presente che l’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella esplicitamente riferibile alla presenza di deficit Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Tale Direttiva distingue i BES in tre grandi categorie: disabilità (L.104/92), disturbi evolutivi specifici (DSA, L.170/2010, e per la comune origine evolutiva anche ADHD e borderline cognitivi),svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. In ambito clinico esistono anche altri disturbi o situazioni non menzionati specificamente dalla Direttiva, quali ad esempio i disturbi dell’apprendimento non specifici, i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia, gli alunni plus dotati intellettivamente (i cosiddetti “gifted”), ecc., che possono essere ricompresi tra i BES. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 CM N.8 DEL 06 MARZO 2013 Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Specifica che: La Direttiva del 27/12 ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il capo d’intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei BES. IN PARTICOLARE…. Nella circolare 8/13 si legge “ tali tipologie di bes dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi ( ad es segnalazioni da parte dei Ss, ma anche su ben fondate considerazioni pedagogiche e didattiche” Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Individuare gli alunni con Bes nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale Non esiste la diagnosi di BES si tratta di una definizione pedagogica e non clinica. La diagnosi è invece un processo di tipo clinico che dà esito a un codice nosografico tra quelli contenuti nei manuali diagnostici di riferimento (ICD e DSM-5). ma Alcuni alunni con BES possono avere una diagnosi, poiché tra le tipologie di BES sono ricompresi anche altri disturbi oltre ai DSA, quali ad esempio il Funzionamento Intellettivo Limite (FIL), i Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL), il disturbo della coordinazione motoria, e altri. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 GLI ALUNNI “SPECIALI” NEL MODELLO ICF ( CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITÀ E DELLA SALUTE) Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Non riescono spontaneamente a sfruttare appieno le occasioni di apprendimento che l’ambiente offre loro (a causa di limiti intrinseci), oppure Non hanno potuto fruire di opportune stimolazioni ambientali (a causa di contesti deprivanti), oppure Entrambe le condizioni. POSSIAMO ANCHE “CLASSIFICARLI” COSÌ ALUNNI CERTIFICATI CON DIAGNOSI Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 CON ”RELAZIONE” clinica o da parte dei servizi sociali ALUNNI NON CERTIFICATI Disagio sociale, culturale, linguistico... TUTTE LE SITUAZIONI IN CUI E’ IL CONSIGLIO DI CLASSE/TEAM, A RITENERE UNANIMEMENTE CHE L’ALUNNO ABBIA BISOGNO DI UNO SPECIALE AIUTO (uso di strumenti compensativi, misure dispensative, forme di valutazione personalizzate) Tutti questi alunni richiedono una speciale mediazione, cioè: che gli stimoli vengano opportunamente selezionati, organizzati e presentati : per poter essere accessibili all’apprendimento e per poter consentire apprendimenti successivi in direzione della conquista dell’autonomia Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Bisogni Educativi “Normali”... sviluppo delle proprie competenze: Imparare appartenenza sociale e accettazione: identità e autonomia valorizzazione e autostima sicurezza affettiva Diventano speciali quando è più difficile ottenere una risposta adeguata a soddisfarli Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 COSA VA ESTESO A TUTTI I BES? Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Le metodologie facilitanti, gli strumenti compensativi e le misure dispensative Una valutazione PERSONALIZZATA, che tenga conto dei livelli di partenza, delle difficoltà prevedibili e degli obiettivi personalizzati programmati per quell’alunno Questo va DOCUMENTATO (PEI, PDP, ALTRO...) E CONDIVISO COLLEGIALMENTE Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 DSA ATTENZIONE: Dislessia, Disgrafia, Disortografia, Discalculia Altrettanto si può affermare per i disturbi non DSA, ma che provocano difficoltà scolastiche persistenti (FIL, DSL, etc.) Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 I DSA sono considerati disturbi di natura persistente, poiché di origine neurobiologica. Pertanto possono manifestarsi in modo diverso e con diverse intensità e conseguenze adattive a seconda dell’età, ma permangono per tutta la vita. Inoltre è dimostrato anche un alto tasso di comorbilità fra i possibili disturbi. LA CONSENSUS CONFERENCE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ (CC-ISS, 2011) Dislessia, disturbo Specifico della Lettura (intesa come abilità di decodifica del testo) F81.0; Disortografia, disturbo Specifico della Scrittura nella componente ortografica (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica) F81.1; Disgrafia, disturbo specifico della Scrittura nella realizzazione grafica (intesa come abilità grafomotoria) F81.8 ; Discalculia, disturbo Disturbo Specifico del Calcolo (intese come capacità di comprendere ed operare con i numeri) F81.2 » Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 DSA «disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici. Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche: TABELLA: CODICI NOSOGRAFICI DEI DSA Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Nell’ICD-10 i DSA sono indicati con il termine «Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche», intendendo quei disturbi per i quali le normali abilità di acquisizione delle capacità di apprendimento sono alterate già dalle prime fasi iniziali dello sviluppo. Riporta la Consensus Conference del 2007 (CC2007): «La principale caratteristica di definizione di questa “categoria nosografica”, è quella della “specificità”, intesa come un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto,lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale». Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 LA CERTIFICAZIONE DSA La certificazione DSA si compone di: Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Profilo di funzionamento: valutazione del QI e delle componenti funzionali dell’intelligenza ( WISC-IV) attraverso quattro indici (Comprensione verbale –ICV –, Ragionamento percettivo –IRP –, Memoria di lavoro – IML –e Velocità di elaborazione–IVE) Prove per la valutazione delle abilità scolastiche: prove di lettura, comprensione, dettato ortografico, valutazione del gesto grafico; abilità di calcolo Prove di attenzione, linguistiche e metafonologiche Osservazioni e analisi affettivo-relazionale Conclusioni e consigli per la famiglia e i docenti LA CERTIFICAZIONE DI DSA l ’Accordo Stato-Regioni del 25.07.2012 (art.3) non indica una data di scadenza della diagnosi, ma sottolinea la necessità che venga aggiornato il profilo di funzionamento (vedi modello di certificazione allegato all’Accordo Stato-Regioni), «al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente» e «ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia». Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 PDP E quindi anche il PDP va aggiornato in base ai nuovi bisogni pedagogici del bambino. Infatti i meccanismi di compensazione si modificano nel tempo Nel passaggio da un ciclo scolastico ad un altro cambia il tipo di studio richiesto possono necessitare di misure di aiuto diverse nell’arco del percorso scolastico; in tal caso la rivalutazione del profilo funzionale permette di scegliere gli interventi più adatti Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 LEGGE QUADRO 170/2010 Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Misure educative e didattiche. Didattica individualizzata e personalizzata Strumenti compensativi e misure dispensative Predisposizione di un percorso scolastico che garantisca ritmi di apprendimento graduali e forme di verifica e valutazione adeguate per tempi e contenuti INDIVIDUAZIONE PRECOCE Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Fondamentale è l’osservazione effettuata in classe da parte dei docenti che possono dalla scuola primaria notare difficoltà nell’ambito delle abilità scolastiche e indirizzare le famiglie ad approfondimenti clinici specifici per confermare o escludere una diagnosi di DSA. Come sottolinea la nota del MIUR 1552 del 27 giugno 2013, «lo scopo di tali attività di individuazione precoce è quello di calibrare sempre meglio gli interventi educativi e le strategie didattiche, (...) restando di competenza degli specialisti del settore clinici(medici, psicologi, terapisti) l’esame diagnostico, la cura e gli interventi riabilitativi». È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA negli alunni, sulla base dei protocolli regionali (art.3 c.3, L.170/2010). STRUMENTI COMPENSATIVI Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento” allegate al Decreto 5669/2011 specificano che «Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.>> la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione; i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori; la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo; altri strumenti tecnologicamente meno evoluti, quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc. Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, non gli facilitano il compito dal punto di vista cognitivo. L’utilizzo di tali strumenti non è immediato e i docenti - anche sulla base delle indicazioni del referente di istituto - avranno cura di sostenerne l’uso da parte di alunni e studenti con DSA». Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Gli strumenti compensativi in particolare quelli che prevedono l’uso di mezzi informatici vanno condivisi esplicitamente con le famiglie, ed in ogni caso non vanno mai considerati come sostituto in toto. Infatti bisogna che l’abilità, sa essa di scrittura lettura o calcolo, siano man tenute in essere magari per compiti più brevi e semplici. Ad esempio un b. con distubo del calcono attraverso l’apprendimento del calcono veloce a memoria sarà in grado di compiere calcoli semplici a mente senza usare la calcolatrice. Un b. con disturbo della grafia o ortografia non dovrà abbandonare l’uso della penna, in modo che anche se con errori possa scrivere brevi frasi o appuntarsi brevi concetti. Ovviamente dipende anche dalla gravità e pervasività del disturbo. LE MISURE DISPENSATIVE Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti condisturbi specifici di apprendimento” allegate al Decreto 5669/2011 (art. 3) : sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Rientrano tra le misure dispensative altresì le interrogazioni programmate, l’uso del vocabolario, poter svolgere una prova su un contenuto comunque disciplinarmente significativo, ma ridotto o tempi più lunghi per le verifiche. L’adozione delle misure dispensative, dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell’alunno o dello studente in questione». Anche le misure dispensative vanno rimodulate peridicamente in base ai miglioramenti che l’alunno otterrà nella sua crescita. Il disturbo rimane nel tempo ma cambia la capacità dell’alunno di rispondere alle richieste scoalstiche durante la crescita. Sono alunni con buone risorse cognitive e nel tempo hanno la capacità di “usare” le loro capacità funzionali per sopperire alle loro carenze. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Quando si è dispensati dalla prova scritta di inglese, si dà luogo ad una prova alternativa solitamente orale – tesa ad accertare la competenza del candidato in altra forma. Per alcuni DSA è ammessa la dispensa dalle prove scritte di lingua straniera – ricompresa esplicitamente tra le misure dispensative – senza che ne venga fatta menzione nel titolo di studio Non è un esonero! In genere la decisione è in ultima analisi del Consiglio di Classe che ne decide l’adozione, valutando le eventuali proposte di un docente di classe o della famiglia, su indicazione di un clinico. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 PDP Per elaborare un piano per l’alunno osservare in modo sistematico (checklist..) Confrontarsi / condividere con i colleghi raccogliere informazioni dalla famiglia e dalla scolarità precedente Elaborare il PEI/PDP/programma e tenerlo sempre “aperto” Firmare congiuntamente: scuola e famiglia Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 PRESUPPOSTO: CIÒ CHE “FUNZIONA” PER L’ALUNNO CON BES, È EFFICACE ANCHE PER GLI ALTRI Attivare e attuare strategie per: valorizzare i punti di forza (il pensiero visivo e creativo, divergente); Minimizzare quelli di debolezza (errori , deficit nella memoria di lavoro, lentezza esecutiva, facile affaticabilità, mancata autonomia nelle strumentalità di base). Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Occasione per rivedere e riorganizzare il proprio agire professionale: Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 LE SCELTE DIDATTICHE IN PRESENZA DI BES Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Va facilitato l’apprendimento attraverso il canale visivo: organizzatori grafici in senso lato (diagrammi di flusso, mappe mentali e concettuali, schemi, immagini, film, utilizzo di colori. ecc) e il canale uditivo(registrazione delle spiegazioni, audiolibri , libri di testo digitali, sintesi vocale, lettore umano , ecc). I TEMPI Vanno concessi tempi distesi per lo studio e le verifiche perché lentezza e affaticamento costituiscono per i BES due dei principali limiti per un buon rendimento scolastico. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Frammentare la lezione in micro-unità di circa 15 minuti,introducendo variazioni per catturare l’attenzione L’ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI Ridurre i distrattori: Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Variare l’organizzazione dei banchi in funzione del tipo di attività o consentire agli alunni di spostarsi o riorganizzarsi nel passaggio da una fase all’altra dell’attività Contatto visivo costante con gli alunni con bisogni educativi speciali LA COMUNICAZIONE Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Parlare enfatizzando con il non verbale i significati espressi con il linguaggio verbale, es. variare il tono di voce, usare la mimica, la prossemica... Non stare fermi ma muoversi (il movimento attira l’attenzione) Usare poche incisive parole e ritornare spesso sui concetti principali DEPENALIZZARE L’ERRORE Errore accettato come non del tutto evitabile e non sempre autocorreggibile Cercare il ragionamento che c’è dietro l’errore, non soltanto sanzionare! Non segnalare l’errore mentre l’alunno sta lavorando, casomai dopo, alla fine e non con intento sanzionatorio. Non segnare tutti gli errori Consentire tempi personalizzati per le verifiche o accettare un numero inferiore di risposte Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 SE SI FORNISCONO FOTOCOPIE: CONSIGLI PRATICI Aumentare l’interlinea a 1,5- 2 Utilizzare un carattere uguale o maggiore di 14 Utilizzare un carattere senza “grazie”( es Arial )e scrivere in stampato maiuscolo, tuttavia meglio concordare col ragazzo l’uso del tipo e della dimensione del carattere perché è soggettivo. Il grassetto, le sottolineature, e il testo giustificato per molti alunni peggiorano la leggibilità: fornendo un file l’alunno potrà modificare autonomamente la formattazione oltre che eventualmente farsi leggere il testo. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 In caso si dettino appunti, fornire fotocopie o file molto utile l’uso della LIM che consente di consegnare il file multimediale della lezione Accertarsi che l’alunno riesca a scrivere sul diario i compiti assegnati, eventualmente grazie anche all’aiuto del compagno di banco ( soprattutto alla scuola primaria) Utilizzare quando possibile il lavoro di gruppo o a coppie, che consente di sfruttare le capacità di problem-solving Se necessario, fornire materiale registrato per riascoltare le lezioni. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 OCCORRE OPERARE UNA SEMPLIFICAZIONE SINTATTICA E LESSICALE DEL TESTO Non utilizzare testi di più di 150/200 parole Non utilizzare parole sconosciute o complesse Utilizzare frasi brevi Esplicitare sempre soggetto e oggetto Utilizzare possibilmente verbi attivi al modo finito Distinguere chiaramente le informazioni principali dalle secondarie Evidenziare graficamente i passaggi principali Alleggerire sempre e comunque l’entità della parte scritta a favore di schemi e immagini Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 LE MAPPE E GLI SCHEMI INSEGNARE a costruire le mappe : Non utilizzare più di 8-10 parole chiave Fare uso dei colori e degli organizzatori grafici Insegnare ad usare i software per costruire le mappe Lasciare sotto gli occhi la mappa durante l’interrogazione orale Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 METODOLOGIE EFFICACI Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Apprendimento cooperativo Approccio Meta-Cognitivo di Cornoldi : si basa interamente sui due concetti chiave di :Consapevolezza dell’individuo riguardo il Proprio Funzionamento Cognitivo ;Capacità dell’individuo di Controllare i Propri Processi Cognitivi ; Lavori di gruppo (gruppi eterogenei) Tutoring e Peereducation Didattica laboratoriale Simulazione e roleplaying Utilizzo delle tecnologie (LIM, PC e software specifici, tablet...) Anche la lezione frontale, se “animata”!!!! Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 EMOZIONI E AUTOEFFICACIA NEI LORO PANNI Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Secondo un professore dell’Università di Cambridge, non importa in che ordine appaiono le lettere in una parola, l’unica cosa importante è che la prima e l’ultima lettera siano nel posto giusto. Il risultato può sembrare molto confuso, ma nonostante tutto si può leggere senza molti problemi. Questo si deve al fatto che la mente umana non legge ogni lettera una ad una, ma la parola nel suo insieme. Curioso no? Saluti. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 La complessità nasce innanzitutto dalla mancanza di chiarezza e di consapevolezza; molti di questi ragazzi non hanno una diagnosi e per questo l’equivoco sulla pigrizia, svogliatezza e mancanza di impegno e di attenzione si perpetuano nel tempo con inevitabili ripercussioni negative sulla loro autostima e, di conseguenza, sui risultati scolastici. i DSA hanno un importante impatto sia a livello individuale (frequente abbassamento del livello delle competenze acquisite e/o prematuro abbandono scolastico nel corso della scuola secondaria di secondo grado) sia a livello sociale (riduzione della realizzazione delle potenzialità sociali e lavorative dell’individuo). Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 La colpa è anche il vissuto che, nella situazione d’incertezza, gli stessi ragazzi si costruiscono: pensano di andare male a scuola per colpa loro e si giudicano inferiori agli altri come intelligenza e capacità. Questi vissuti rischiano di strutturare una personalità condizionata dalla bassa autostima che avrà ricadute persistenti sul futuro personale e professionale. Che i ragazzi con Bisogni Educativi Speciali soffrano di problemi emotivi è noto e i problemi emotivi in questi ragazzi si manifestano dopo l’inizio delle attività scolastiche, non prima;questa osservazione fondamentale, esclude la genesi psicologica delle difficoltà di apprendimento. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 SCUOLA PRIMARIA Il bambino con DSA nella scuola primaria si trova precocemente ad affrontare una situazione di forte disagio: mentre i compagni di classe imparano rapidamente e con facilità a leggere e a scrivere, lui continua ad avere difficoltà insormontabili,continua a rifare gli stessi errori banali,è lento; queste difficoltà non trovano ragione nè per lui nè per gli adulti dato che di solito appare come un bambino normale che nel gioco e in altre attività mostra intelligenza e partecipazione. L’incomprensibilità del fenomeno si presta ad interpretazioni equivoche e di conseguenze negative per il suo futuro. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 EVITAMENTO / RABBIA Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 L’insuccesso nell’apprendimento porta a vissuti di sfiducia, calo dell’autostima, convinzione di essere poco intelligenti, incapaci, o pigri e svogliati. In assenza di una diagnosi e di una corretta spiegazione, questi bambini tendono ad accettare queste interpretazioni,come riflesso dell’atteggiamento degli adulti. E’ chiaro che l’ambiente scolastico(insegnanti e compagni) hanno un ruolo fondamentale nel cristallizzare (o nel contrastare) queste interpretazioni sbagliate. Le manifestazioni psicologiche del disagio assumono aspetti talora opposti: da un lato il bambino può presentare un comportamento ritirato, chiuso in se stesso,con la tendenza a evitare il confronto (per es. vuole stare nell’ultimo banco), parla poco. dall’altro lato può presentare sentimenti di rabbia che portano a comportamenti disturbanti, talora opposizione e aggressività, diventando un problema nella classe. Non è raro che lo stesso ragazzo possa presentare i due diversi tipi di comportamento in momenti diversi. Bisogna evitare che queste reazioni comportamentali alimentino un circolo vizioso in cui le conseguenze psicologiche del disturbo aggravano la posizione del ragazzo nella classe, SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Se il ragazzo arriva alla scuola secondaria senza avere una diagnosi, la situazione psicologica tende a peggiorare. L’aumento delle richieste scolastiche, che danno per “scontato” l’acquisizione e l’automatizzazione degli strumenti di lavoro, infatti, pone sempre più il ragazzo in una situazione di differenza e di difficoltà rispetto alla classe,incrementando il vissuto di incapacità e inadeguatezza. Si può assistere pertanto a manifestazioni più acute di disagio psicologico. SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Le stesse dinamiche tendono a cronicizzarsi alla scuola superiore e se il ragazzo non ha trovato vie di compenso e sufficienti supporti, possono arrivare ad un punto di rottura che può portare all’abbandono scolastico. Negli adolescenti il mancato adattamento alle proprie difficoltà e il tentativo di sfuggire alle frustrazioni si può manifestare con atteggiamenti comportamentali complessi, ad es la negazione delle difficoltà,anche in presenza di una diagnosi, per cui il ragazzo rifiuta ogni aiuto per non apparire diverso dagli altri, nonostante questo comporti evidenti svantaggi. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Di fondamentale importanza è il riconoscimento del problema: l’insegnante è in una posizione privilegiata per l’osservazione, dato che trascorre molte ore con gli alunni e può confrontare direttamente comportamenti e ritmi d’apprendimento, può rilevare gli scostamenti nel gruppo classe e ha la capacità di non lasciarsi sviare da pregiudizi come le categorie della svogliatezza –pigrizia etc. Di fronte ad un bambino/ragazzo che non apprende si potrebbe attribuire facilmente la causa ad una serie di condizioni (fattori sociali e culturali, problemi intercorrenti,immaturità) il cui ruolo eziologico non si può mai né dimostrare né smentire. La pigrizia non è una spiegazione del problema, ne è piuttosto un sintomo. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 FAMIGLIA E SCUOLA Motivare la famiglia ad intraprendere degli accertamenti specialistici non è sempre un’operazione facile, si teme la stigmatizzazione del problema. La decisione deve essere presa dalla famiglia, ma gli insegnanti devono essere ben consapevoli che, per il benessere psicologico e per il futuro del ragazzo, ottenere una diagnosi il prima possibile, è un fatto d’enorme importanza. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 L’esposizioni ripetuta a situazioni percepite come fallimentari,infatti, può portare il bambino/ragazzo a confermare la sua idea di inefficacia e cristallizzare l’atteggiamento di “impotenza appresa” che può condizionare negativamente tutto il percorso successivo. E’ importante che si costruiscano occasioni in cui il ragazzo sperimenti l’autoefficacia ( intesa come capacità di apprendere e risolvere problemi costruendo efficaci strategie di coping). Questa è una grande sfida per la creatività professionale dell’insegnante e si realizza coniugando capacità di relazione e competenze specifiche nell’ambito della didattica (la metodologia metacognitiva a questo proposito fornisce importanti strumenti). Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 PDP IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO ( da Linee Guida DSA) Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 «… A questo riguardo, la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico (entro metà novembre), un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo: · dati anagrafici dell’alunno; · tipologia di disturbo; · attività didattiche individualizzate; · attività didattiche personalizzate; · strumenti compensativi utilizzati; · misure dispensative adottate; · forme di verifica e valutazione personalizzata …» L’ART.5 “MISURE EDUCATIVE E DIDATTICHE DI SUPPORTO”COMMA 3 DELLA L.170/2010 Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 chiarisce che tutti gli interventi didattici individualizzati e personalizzati devono essere non solo documentati, ma anche sottoposti periodicamente a monitoraggio per valutarne l’efficacia e verificare il raggiungimento degli obiettivi. È consigliabile, pertanto, che il PDP venga verificato dal team dei docenti o dal consiglio di classe due o più volte l’anno (per esempio, in sede di scrutini) e modificato ogni qualvolta sia segnalato un cambiamento nei bisogni e/o nelle difficoltà dell’alunno. Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è un documento in cui viene scritto quanto rilevato e cosa viene fatto nei confronti dell’alunno con BES: riporta le difficoltà e le potenzialità dello studente, le azioni intraprese dai docenti, i contenuti degli incontri scuola/famiglia e i risultati raggiunti. La redazione del documento prevede una fase preparatoria di dialogo fra docenti, famiglia e clinici (se invitati e autorizzati a partecipare), nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 La redazione del PDP è di competenza della scuola, ossia dei docenti del team di classe (nel caso di scuola primaria) e dei docenti del consiglio di classe (nel caso di scuola secondaria). È prevista la collaborazione della famiglia, come indicato nelle “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento” allegate al Decreto 5669/2011: «Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni...» Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Per ciascuna materia o ambito di studi vanno individuati : Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 gli obiettivi ed i contenuti fondamentali che l’allievo deve acquisire nell’anno scolastico. le strategie metodologico-didattiche a lui più adatte che tengano conto dei suoi tempi di elaborazione, di produzione, di comprensione delle consegne. Saranno indicati anche la giusta quantità di compiti e di richieste in fase di verifica e l’uso di mediatori didattici che possono facilitargli l’apprendimento (immagini, schemi, mappe), il volume delle attività di studio deve essere compatibile con le sue specifiche possibilità, capacità e potenzialità. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 le modalità di verifica (per es., tempi più lunghi per le prove scritte; testo della verifica scritta in formato digitale; riduzione/selezione della quantità di esercizi nelle verifiche scritte; interrogazioni programmate, con supporto di mappe, cartine, immagini, ecc.; prove orali per compensare le prove scritte, ...). i criteri di valutazione (per es. non valutazione degli errori ortografici; valutazione delle conoscenze e non delle carenze; valutazione attenta più ai contenuti che alla forma).Un importante riferimento normativo per la valutazione dell’alunno con DSA è l’art. 10 del DPR n. 122/2009 “Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione”. STRATEGIE DIDATTICHE OBIETTIVI Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 CRITERI DI VALUTAZIONE PDP MOLE DI STUDIO MODALITA’ DI VERIFICA PROCESSO PERSONALIZZATO Livello Contestuale: organizzare tempi e spazi, attività cooperative, tutoraggio, presenza di strumenti (registratore, lavagna luminosa, schede, computer…). Livello Socio-Relazionale : emotività e tentativi di riuscita, percezione di competenza, responsabilità, autovalutazione, ruolo nel gruppo classe. Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Livello Didattico operativo: agire a livello concettuale, sequenziale, procedurale, metacognitivo, organizzativo con canale verbale , visivo, verbale/visivo, concreto operativo. DIAGNOSI FUNZIONALE Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 La diagnosi funzionale descrive il profilo di funzionamento, completa la diagnosi clinica. L’approfondimento del profilo del disturbo è fondamentale per la qualificazione funzionale del disturbo e per comprendere meglio le caratteristiche del soggetto per la presa in carico e per la stesura di un progetto riabilitativo/abilitativo. La diagnosi funzionale interessa la valutazione delle abilità fondamentali o complementari (linguistiche, percettive, prassiche, visuomotorie, attentive, mnestiche), dei fattori ambientali e delle condizioni emotive e relazionali (CC-2007); comprende inoltre l’esame della comorbilità, intesa sia come co-occorrenza di altri disturbi specifici dell’apprendimento sia come compresenza di altri disturbi evolutivi (ADHD, disturbi del comportamento, dell’umore, ecc.) (CC-2007) Pei: sulla base della DC e della DF la scuola con l’insegnante di sostegno,la famiglia e i clinici elaborano un programma personalizzato che tenga conto delle risorse del minore I Gruppi H rappresentano un momento di condivisione con i clinici e di valutazione degli obiettivi raggiunti RIFERMENTI BIBLIOGRAFICI Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 A.A.V.V. (1992). ICD-10, Decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali, Milano, Masson. A.A.V.V. (2014). DSM-5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione, Milano, Raffaello Cortina Editore. Consensus Conference (2007), Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento – Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference, Milano, 26 gennaio. Istituto Superiore di Sanità (ISS), Sistema Nazionale Linee Guida (2011), Consensus Conference Disturbi Specifici di Apprendimento, RIFERIMENTI NORMATIVI Dott.ssa Francesca Pastore, 2016 Legge n.170, 8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”. Decreto Ministeriale n. 5669 del 12/07/2011 sui DSA con allegate “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento”. Accordo Stato-Regioni 25 luglio 2012 su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento (DSA)”. D.M. del 27 Dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Circolare Ministeriale n.8 del 06/03/2013 con le Indicazioni Operative della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione Decreto Interministeriale Profumo Balduzzi del 17 Aprile 2013 (prot. 0000297) per l’emanazione delle Linee guida per la predisposizione di protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA. Nota 2563 del 22 novembre 2013“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014. Chiarimenti”. Accordo Stato-Regioni 24 gennaio 2014 su Linee guida per la predisposizione Dott.ssa Francesca Pastore, 2016