Pagina 10 - Parrocchia S. Giovanni Maria Vianney

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La differenza cristiana
Il Cristianesimo, a differenza di
ciò che pensano in molti, non è
una religione ma una fede. Infatti religione è tutto ciò che
lega l'uomo al sacro, con norme
e gesti di culto che manifestano
esteriormente la risposta che si
dà interiormente al problema
del senso della vita. Fede è invece l'atto di fidarsi di qualcuno, generalmente di un profeta
che, dichiarando di parlare a
nome di Dio, indica all'uomo
ciò che Dio vuole da lui e lo
mette in rapporto col sacro.
Sono fedi l'Ebraismo, l'Islamismo e il Cristianesimo i cui
rispettivi profeti sono Mosè,
Maometto e Gesù. Si può parlare di fede tutte le volte che c'è
un profeta e un gruppo di persone che gli presta fiducia. Il
profeta, in ogni caso, deve dare
garanzie della veridicità del suo
annuncio. Nel libro del Deuteronomio al cap.18 Dio indica al
popolo ebraico come riconoscere il vero profeta “... porrò
le mie parole nella sua bocca ed
egli dirà tutto ciò che io gli ordinerò... ma il profeta che presume di dire in mio nome una
parola che io non gli ho ordinato di dire... quel profeta morirà.” Ora Mosè morì sul monte
Nebo nel paese di Moab e
Maometto morì a Medina nel
632. Anche Gesù morì sotto
Ponzio Pilato di una morte tragica e vergognosa, tanto che i
suoi seguaci, buoni ebrei e conoscitori della legge, si chiesero sconvolti se veramente avevano seguito un profeta accreditato da Dio o un falso profeta
che li aveva ingannati. Non
solo, Gesù era stato appeso al
legno e sempre in Deuteronomio al cap.21 si legge che
“...l'appeso è una maledizione
di Dio.” Addolorati, rattristati,
delusi, sconfortati e in crisi
profonda i discepoli cercavano
di capire e di trovare una ragione a questi avvenimenti, ormai
sfiduciati e consapevoli di aver
preso, seguendo Gesù, soltanto
un grande abbaglio. Alcuni
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fatti, tuttavia, esigevano ancora
una spiegazione e una risposta:
la tomba trovata vuota dalle
donne la mattina del primo
giorno della settimana, i lini
afflosciati come se il cadavere
che avevano avvolto si fosse
volatilizzato, le apparizioni del
maestro con un corpo che aveva caratteristiche non più solamente umane (passava attraverso i muri, non veniva subito
riconosciuto dai Discepoli di
Emmaus, ma mangiava con
loro e si faceva toccare le ferite
del costato). I discepoli, riuniti
nel Cenacolo per paura dei
Giudei, si interrogavano sul
significato di tutti quegli eventi
straordinari, per concludere,
ancora tra dubbi e paure, che
ciò che sembrava impossibile
era veramente accaduto: Gesù
era risorto da morte. Con la
consapevolezza del rischio di
essere considerato un visionario o quantomeno un fanatico,
Pietro uscì allo scoperto il giorno di Pentecoste, per annunciare il fatto straordinario di cui
erano stati testimoni. Nel libro
degli Atti al cap.2 si trova il
resoconto del suo discorso
quando apostrofò la folla con
queste parole:“ Uomini di Israele, udite queste parole... il Gesù che voi avete crocifisso...
Dio lo ha risuscitato poiché non
era possibile che la morte lo
possedesse.” Anche all'apostolo
Paolo, sulla via di Damasco,
apparve il Signore, come racconta lui stesso nella prima
lettera ai Corinzi cap.15, quando, rispondendo alla domanda
se i morti risorgono, annuncia
che “Cristo morì per i peccati
nostri e fu risuscitato il terzo
giorno, apparve a Kefa e poi ai
Dodici e a cinquecento fratelli,
la maggior parte dei quali ancora vive. E poi apparve a me...”
Per chi decide di dare fiducia
agli Apostoli attraverso la
Chiesa in quanto comunità di
coloro che hanno creduto alla
Risurrezione, rimane l'impegno
di riconoscere in Gesù il profeta accreditato da Dio e di diventarne imitatori. Il cristianesimo non è una fede che si basa
sul libro come l'Islam e neanche una fede che richieda l'osservanza di norme rigorose di
una legge scritta su tavole di
pietra come per gli ebrei è l'osservanza della Torah (i dieci
comandamenti), indica invece
un unico grande comandamento che è quello dell'amore, una
legge scritta nei cuori, dove
l'unico giudice è una coscienza
che non cerca comodi alibi al
proprio comportamento, ma lo
confronta in tutta sincerità con
l'insegnamento e l'esempio di
Gesù. Cristo risorto ci ha liberati tutti (cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, agnostici, atei
purché in buona fede) dal giogo
della legge per farci responsabili e capaci di rispondere solo
a Dio. In questo taglio netto
rispetto al passato e alle norme
religiose, sta tutta la novità del
cristianesimo, in una imitazione
e in una interpretazione del
senso della vita al modo di Gesù.
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