Esperienza 2 GENERATORE DI FUNZIONI A FREQUENZA VARIABILE Lo scopo di questa esperienza è costruire un circuito in grado di produrre in uscita onde quadre, triangolari e sinusoidali partendo da un'alimentazione in corrente continua. I componenti che ci permetteranno di realizzare una rete che possiede queste caratteristiche sono gli amplificatori, i transistor e naturalmente i componenti passivi resistivi e capacitivi. PARTE 1: Generatore di onde quadre e triangolari a frequenza variabile. La chiave per completare questa prima parte si rivelano essere i ragionamenti che stanno dietro alla controreazione positiva e negativa. Il circuito da studiare è il seguente: R1=R 2=33 K C t =2,2 nF Rt =11,2 K Rl =470 Op− Amp : TL082 Z1 , Z2 : 1 N752 Figura 1.1 Funzionamento Nel circuito compaiono due amplificatori: uno controllato tramite controreazione positiva e l'altro tramite controreazione negativa. Tralasciamo per il momento la presenza dei due diodi Zener che servono, grazie alla loro peculiare caratteristica tensione-corrente, a limitare il valore della tensione al punto Q tra due potenziali V Qmax e V Qmin :riprenderemo più avanti la caratterizzazione di questi componenti. Il primo amplificatore opera come un comparatore ed è controllato dalla reazione positiva: sono possibili due soli stati stabili, chiamati stato positivo e stato negativo, e due soli momenti di transizione tra gli stati. Questo tipo di configurazione rende quindi il sistema bistabile. L'ingresso invertente è collegato a massa. Il valore della tensione all'ingresso non invertente è pari a V J . Supponiamo che l'uscita dell'amplificatore sia ad un valore di tensione pari a V+ e che l'ingresso non invertente si trovi ad un potenziale positivo: finché V J non scende al di sotto del valore 0, il sistema rimarrà nello stato positivo. Nonappena V J diminuendo oltrepassa il valore 0, scatta la controreazione positiva (momento di transizione) che porta l'uscita dell'amplificatore al valore V-. Il sistema rimane quindi nello stato negativo fintantoché V J è minore di 0. Quando V J aumentando supera il valore di soglia 0, la controreazione riporta il sistema nello stato positivo (secondo momento di transizione). Il secondo Op-Amp è il nucleo di un sottocircuito, un integratore. Figura 1.2 Tenendo conto del fatto che l'impedenza in entrata dell'amplificatore è molto grande e che conseguentemente la corrente scorre quasi interamente nel ramo di controreazione, servendoci della trasformata di Laplace otteniamo una scrittura analitica della tensione V T : V T s=− Anti trasformando: V T t =− 1 1 V I s=− ⋅ Q sC sC Rt t V 1 V Q dl =− Q t ∫ 0 Rt C Rt C Facciamo ora qualche considerazione sulla presenza dei due diodi Zener. Questi componenti se contrapposti come nel nostro caso, consentono di limitare la tensione al punto Q tra due valori V Qmax e V Qmin grazie alla loro particolare caratteristica tensione-corrente (figura 1.3). Il diodo Zener è dunque in grado di stabilizzare tensioni per variazioni limitate di corrente. Due diodi Zener contrapposti e collegati tra il punto Q e la terra garantiscono un potenziale V Q confinato tra i valori ±V Z 0.6 V (la caduta di 0.6V è dovuta al fatto che uno dei due diodi è sempre in conduzione diretta e V Z vale circa 5V per questi componenti). Il ruolo del resistore R l è quello di limitare la corrente che attraversa i diodi poiché la giunzione PN che è il cuore di questi componenti è davvero delicata. Figura 1.3 Forme d'onda Ci proponiamo ora di disegnare il grafico delle tensioni ai punti Q,T e J in funzione del tempo. Per realizzarlo e commentarlo ci serviamo della teoria del feedback. Figura 1.4 Come abbiamo indicato nella figura 1.1 abbiamo scelto di porre R1=R 2 :questa semplificazione ci ha permesso di ottenere dei vantaggi. Abbiamo ricavato con semplicità la tensione V J con un'equazione al nodo: V J −V t V J −V Q V V T =0 ⇒ V J = Q R1 R2 2 Abbiamo reso le ampiezze delle onde quadra e triangolare uguali1. Infatti per ∣V T∣=∣V Q∣ V J nullo si ha: V T e V Q al valore massimo. Dalla formula per V T vediamo che l'onda triangolare inizia a V J decresce linearmente ma , come possiamo capire osservando decrescere linearmente. Anche l'espressione analitica di V J ,con pendenza dimezzata rispetto a V T . Nonappena V J oltrepassa l'asse delle ascisse scatta la controreazione positiva che porta il valore di V Q al valore minimo. Siano Vediamo quindi graficati i ragionamenti riguardanti la controreazione positiva esposti nel paragrafo relativo al funzionamento del circuito. Calcolo della formula del periodo Per calcolare il periodo ci siamo serviti di argomentazioni geometriche. Poiché V V =2 Qmax =2 Qmax Rt C ,infatti il coefficiente angolare del tratto di V T t è tan 2 V Qmax tan =4 Rt C Otteniamo: 1 Quasi uguali: l'onda quadra è soggetta a una diminuzione del modulo del valore della tensione di un fattore pari a 0.6V:questa caduta di potenziale è dovuta al diodo in conduzione diretta. Per ottenere una frequenza di oscillazione pari a circa 10Khz abbiamo adottato le scelte seguenti: C =2,2 nF Rt =11,2 K 1 ⇒ = ≃10146 Hz L'amplificatore vede un'impedenza in uscita che è pari a Rt∣∣2 R1 R l . Il valore del carico resistivo visto dall'uscita dell'operazionale permette al circuito di essere in linea con le specifiche del TL082. Abbiamo infatti appurato dal data sheet che il valore di 10 K garantisce un impedenza in uscita tale da consentire il buon funzionamento del componente in quanto a corrente erogata. Costruzione del circuito Riportiamo ora le immagini ottenute dall'oscilloscopio per quanto riguarda le forme d'onda ai punti Q,T e J: Figura 1.5 Figura 1.6 Variazione alimentazioni Figura 1.7 Abbiamo anche provato a variare i valori dell'alimentazione dell'operazionale tra ±12 V e ±9 V :il periodo delle oscillazioni non è cambiato. Questo è del tutto ragionevole. Potevamo infatti predire questo comportamento osservando l'espressione analitica del periodo: il valore V Q si fattorizza. Si presentano comunque delle anomalie scendendo ulteriormente con il valore della tensione di alimentazione al di sotto dei ±6 V . Simulazione con PSPICE Abbiamo simulato il circuito con il software PSpice. Sono riportati di seguito il codice e la schermata visualizzata da Probe: EA esp2: Generatore di onde quadre e triangolari VPIU 102 0 DC +12V VMENO 101 0 DC -12V * Prima parte Rl D1 D2 R1 X1 2 0 2 5 5 1 6 6 2 0 470 D1N752 D1N752 33K 102 101 1 TL082 * Seconda parte RT CT R2 X2 3 4 5 0 2 3 4 3 11.2K 2.2N 33K 102 101 4 TL082 .LIB .TRAN 10U 0.5M .END ; Alimentazione Figura 1.8 Osserviamo la discrepanza tra le ampiezze delle onde quadra e triangolare. Infine abbiamo inserito un potenziometro da 100 K in serie a Rt collegato a reostato. Agendo sul comando del potenziometro osserviamo sull'oscilloscopio il periodo variare con continuità nei punti Q,T e J allo stesso modo. Tale comportamento era prevedibile osservando l'espressione analitica del periodo. Possiamo fare un confronto con la prima esperienza di Elettronica Analogica. Nella prima esperienza il circuito realizzato era caratterizzato da una sorta di bipartizione tra generatore di onda quadra e generatore di onda triangolare e conseguentemente da due costanti di tempo. L'architettura del circuito che abbiamo realizzato nell'esperienza 2 implica che le creazioni dell' onda quadra e dell'onda triangolare risultino “inscindibili”. PARTE 2: Convertitore TRI-SINE In questa seconda parte dell'esperienza l'obiettivo è ottenere un'onda sinusoidale da un'onda triangolare. Tale compito non può essere portato a termine servendosi di un circuito dalla funzione di trasferimento lineare: la relazione tra una funzione lineare (sostanzialmente l'onda triangolare lo è) e un seno è infatti più complicata. Infatti l'esperienza poggia interamente sullo sfruttamento della caratteristica non lineare di una giunzione PN. Ecco lo schema della rete che collegheremo in uscita al circuito realizzato nella prima parte, Figura 2.1 Per spiegare il funzionamento di questo sistema elettrico, abbiamo adottato questa semplificazione: Figura 2.2 In questa valida semplificazione compaiono solo gli elementi fondamentali per la comprensione del funzionamento del circuito: le correnti portate dai due transistor ( i 1 e i 2 ), le correnti I 0 ( provenienti da due generatori fittizi2, comodi per i ragionamenti che condurremo ) e R L che rappresenta la resistenza complessiva attraverso la quale transita la corrente i generando conseguentemente una differenza di potenziale. Il segnale in entrata è fortemente attenuato in modo da ottenere una piccola corrente di base per il transistor T 1 . Questa corrente verrà trascurata perché lo studio analitico del comportamento del circuito risulti più immediato. Vediamo quantitativamente come la partizione attenui la corrente di base Vent V ent = I b1 : R3 V =0.08 ⇒ I = =2⋅10−4 V ent R3R 4 R3 Ora ricaviamo dallo schema semplificato del circuito trascurando le correnti di base che: i 1= I 0i e i 2= I 0 −i V BE1 −V BE2 =V ent −R⋅i Mentre dallo studio dei diodi in conduzione diretta, noi sappiamo che la caratteristica “tensione anodo-catodo Vs corrente” è di tipo esponenziale: i 1=I s1 e V BE1 VT −1 e i 2= I s2 e V BE2 VT −1 ( Nel circuito non compaiono esplicitamente dei diodi. Tuttavia un transistor può essere pensato come due diodi parzialmente compenetrati). Con le informazioni appena ricavate è possibile scrivere V ent come funzione di i 3: V ent =2 V T atanh i R E i I0 Formula 2.1 V ent non dipende in maniera banale da i: ne è funzione trascendente; Una scrittura in termini di funzioni elementari della dipendenza di i da V ent non è possibile. Ricorriamo quindi a un grafico di i= f V ent : simmetrizzando si ottiene Figura 2.3a e 2.3b (Unità arbitrarie) E' stato anche illustrato il procedimento geometrico per ottenere il grafico che cercavamo: una simmetrizzazione rispetto alla bisettrice del primo e terzo quadrante. 2 Più precisamente la corrente resistori da 10 K I 0 risulta dalla differenza di potenziale di 11,4 V che si sviluppa ai capi dei I 0 =1.14 mA . in figura 2.1: 3 per il calcolo dettagliato si faccia riferimento all'appendice. Funzionamento del circuito Un modo per ottenere un'onda sinusoidale da un'onda triangolare è estrarne un'armonica. Questo circuito tuttavia non opera come un filtro selettivo ( come quello realizzato nell'esperienza 1 ), che è in grado di esaltare una sola frequenza, più precisamente un ristretto range di frequenze, attenuando le rimanenti. L' estrazione di un'armonica tramite filtro selettivo dipende pesantemente dalla frequenza del segnale in ingresso: variando la frequenza del segnale varia conseguentemente la frequenza di tutte le armoniche che lo compongono mentre la banda di frequenze esaltate rimane bloccata. Nel circuito che abbiamo costruito in questa esperienza il tempo entra in gioco solamente attraverso la dipendenza temporale di V ent . Potremmo scrivere in simboli che i= f [V ent t ] sottolineando il fatto che i, di cui V out è funzione lineare, dipende dal tempo solo attraverso V ent . Per convertire attraverso il circuito un'onda triangolare in un'onda sinusoidale ci serviamo principalmente della caratteristica I −V AK dei diodi in conduzione diretta. Tale caratteristica è una funzione di tipo esponenziale che ritroviamo nella formula 2.1 mascherata nella funzione arcotangente iperbolica, che non è altro che una combinazione di funzioni esponenziali. Focalizzando l'attenzione sulla formula 2.1 e la figura 2.3 b si può spiegare come avvenga la conversione delle onde triangolari. V ent cresce linearmente e i cresce secondo la legge che abbiamo ricavato. • Fase 2: V ent decresce linearmente e i decresce secondo la legge ricavata. • Fase 1: Figura 2.4 L'onda che otteniamo è il frutto del raccordo di questi grafici. Non è propriamente un'onda sinusoidale, ma il caratteristico andamento oscillante è bene approssimato. Con un foglio elettronico abbiamo voluto rinforzare graficamente l'affermazione (il passo con cui sono stati inseriti i valori di di i è di 0,5 mA). i = f(Vin) e Seno 1,25 1,00 0,75 0,50 mA 0,25 0,00 i= f (Vin) mA Seno mA -0,25 -0,50 -0,75 -1,00 -1,25 -0,20 -0,15 -0,10 -0,05 0,00 V Figura 2.5 0,05 0,10 0,15 0,20 Il grafico riporta i in funzione di realizzarlo sono: I 0=1.14 mA V ent confrontata con un seno di pari periodo. Le formule e i valori utilizzati per V ent =2 V T atanh i R E i I0 i=sen V ent V entPiccoPicco V T =25 mV Abbiamo simulato il circuito con il software PSpice. Sono riportati di seguito il codice messo a punto2 e gli screenshots dell'output video di Probe: * Convertitore TRI-SINE VPIU2 202 0 DC +12V VMENO2 201 0 DC -12V ; alimentazione R3 7 4 4.7K R4 7 0 150 R5 201 10 10K R6 201 8 10K Re 8 10 56 R7 202 13 2.7K R8 202 9 3.9K R9 11 9 22K R10 11 12 33K Rreo 12 201 10K Q1 10 7 13 Q2N2222 Q2 8 0 9 Q2N2222 .LIB .TRAN 10U 0.25M .FOUR 5KHz v(11) .END Figura 2.6 2 Il codice riguarda solo la seconda parte dell'esperienza. Il codice riguardante la prima parte è rimasto inalterato. Il resistore RE R E è legato all' influenza del termine lineare nella formula 2.1 quanto più grande è la resistenza tanto più prossima alla linearità sarà la relazione tra V ent e i. Il valore della resistenza Figura 2.7 Questa alterazione del parametro della funzione si traduce in una deformazione del segnale in uscita. Per esempio abbiamo osservato che il segnale in uscita si avvicina ad un'onda quadra al decrescere della resistenza R E (per un valore nullo della resistenza il circuito diventa una coppia differenziale). Abbiamo anche condotto uno studio quantitativo della distorsione della sinusoide generata servendoci del comando . FOUR del programma PSPICE. I risultati che abbiamo ottenuto sono riassunti dalla seguente tabella: Resistenza ohm Distorsione % 10 15 20 10 56 7,2 68 6,8 100 7,7 Tabella 2.1 Come ci aspettavamo il segnale non è una pura sinusoide, ma una commistione di diverse armoniche i cui pesi variano al variare di R E . Aggiustamenti finali Regolando la resistenza variabile riusciamo a traslare la sinusoide rispetto alla linea di zero. Questo effetto può essere spiegato con un semplice ragionamento. Ai capi della resistenza variabile si hanno i seguenti potenziali: V Out = VP e l'alimentazione. Quindi V Out V P⋅R10 R reo R =V P 1 10 R reo R reo Infine abbiamo normalizzato le ampiezze dell'onda triangolare e dell'onda sinusoidale. Misurando con l'oscilloscopio abbiamo appurato che: V TPp =13.23V e V SinPp =5.4 V è Figura 2.9 Dovevamo amplificare l'onda sinusoidale di un fattore circa 2.45. Di conseguenza abbiamo assemblato il circuito schematizzato in figura: un amplificatore non invertente di guadagno G= R12=10 K R11=15 K Figura 2.10 Il risultato finale che visualizziamo sull'oscilloscopio è il seguente: Figura 2.11 R11 R12 =2.5 . R12 APPENDICE • Derivazione formula 2.1: Partiamo dalle espressioni: i 1= I s1 e Prendiamo V BE1 VT −1 i 2= I s2 e V BE2 VT i 1=I 0 i e i 2= I 0−i −1 I s1=I s2 e ricordiamo che V T = V BE1 −V BE2 =V ent −R⋅i kBT q i 1−i 2 i 1−i 2 = i 1i 2 i 1i 2 V BE1 VT V BE2 VT BE1 BE2 T T V BE1 VT V BE2 VT i e −e = V V I0 V V e e 2 i= I 0⋅e e V BE1 VT −e e V BE2 VT e e il 2 è trascurabile −V BE2 VT moltiplico per 1 −V BE2 VT V BE1−V BE2 VT e i= I 0⋅ V −V BE2 VT e V ent −iR E VT e i= I 0⋅ V e ent VT −iR E −1 BE1 1 V −iR E − ent 2V T −1 e ⋅ Moltiplico per uno e sostituisco V −iR E − ent 2V T 1 e V ent −iR E 2V T e i=I 0⋅ V e −iR E 2V T V ent −iR E 2V T − V ent −iR E 2V T −e ent i=I 0 tanh − e V ent −iR E 2V T V ent =2 V T atanh i R E i I0