Rivoluzione in ecografia: nasce l’Ultrafast Imaging. Dr. Alfredo Goddi Specialista in Radiologia Centro Medico SME Diagnostica per immagini E' una nuova tecnica di imaging ecografico in grado di generare un numero di immagini al secondo centinaia di volte superiore alle apparecchiature convenzionali. L a storia dell’ecografia è costellata da progressi legati allo sviluppo dell’elettronica. A titolo di esempio, negli anni '70 l'introduzione delle immagini ecografiche in tempo reale è stata possibile grazie all’avvento dei microprocessori; l’applicazione negli anni '80 della modalità Doppler, per lo studio del flusso ematico nei vasi, ha richiesto chip di elaborazione digitale in grado di rilevare contemporaneamente il debole segnale del sangue e gli echi intensi generati dai tessuti; il miglioramento della qualità delle immagini raggiunto negli anni '90 va attribuito ai convertitori analogico-digitali migrati dal mondo dei televisori; la disponibilità di ecografi portatili ad alte prestazioni è la diretta conseguenza della miniaturizzazione della componentistica. Oggi è in atto una svolta tecnologica basata sull’avvento di processori con architettura cosiddetta “multicore” e di schede grafiche sviluppate per l’industria dei videogame che processano migliaia F A R M A C I A di canali in contemporanea. Questa evoluzione delle piattaforme ha permesso ad un gruppo di geniali ingegneri di rivoluzionare il modo di generare le immagini con ultrasuoni dando vita al cosiddetto Ultrafast Ultrasound Imaging. Sebbene durante l'ultimo decennio il concetto di imaging ultraveloce sia stato esplorato nel mondo F I D U C I A accademico, le barriere tecnologiche non ne avevano consentito l’applicazione. Cos’è l’Ultrafast Imaging? L’Ultrafast Imaging è una nuova tecnica di imaging ecografico in grado di generare un numero di immagini al secondo centinaia di volte superiore alle apparecchiature convenzionali. Gli ecografi convenzionali, basati su architettura seriale, costruiscono infatti ogni singola immagine ecografica linea per linea, utilizzando fasci focalizzati di ultrasuoni; questa tecnica limita a circa 20-150 il numero di immagini che si possono generare per ogni secondo. Tale limite diventa vincolante quando vengono richieste numerose immagini al secondo, ad esempio in ecocardiografia per l'analisi del movimento cardiaco, nonché in ecografia 3D dove sono necessarie migliaia di linee per costruire un volume. L’Ultrafast Imaging è invece basato su architettura parallela e prevede l’emissione lungo tutto il fronte del trasduttore di una singola onda piana non focalizzata che insona tutta l'area di interesse. Gli echi ricevuti vengono poi processati da un sistema di elaborazione dati estremamente potente, che calcola ad alta velocità molte linee in contemporanea per ricostruire l'intera immagine ecografica. Variando l’inclinazione con cui le onde piane sono 16 Rivoluzione in ecografia: nasce l’Ultrafast Imaging. emesse è inoltre possibile calcolare a posteriori la focalizzazione per ognuno dei punti che compongono l’immagine. Ciò aumenta l’omogeneità delle immagini rispetto al metodo convenzionale che prevede un numero limitato di focalizzazioni. Dato che il numero di onde necessarie per ottenere un'immagine di qualità è circa 10 Applicazioni ecografiche Profondità immagine Addome dal color Doppler e dall’analisi quantitativa dello spettro Doppler, con considerevoli vantaggi specie in ambito pediatrico e nei soggetti in condizioni cliniche critiche; la terza, chiamata Pulse Wave Velocity (PWV), sfrutta la palpazione virtuale dei vasi arteriosi effettuata dalla Shear Wave per misurare in meno di un Architettura Convenzionale da sapere Argento in cosmetici e alimenti potrebbe essere dannoso. Architettura Ultrafast Numero di immagini al secondo Numero di immagini al secondo 20 cm 20 3.800 Cuore 15 cm 150 5.000 Mammella 5 cm 60 15.000 INNOVAZIONI Ecografia Real-time Eco-Color Doppler Imaging Armonico Ecografi portatili Ultrafast Imaging ANNI '70 ANNI '80 ANNI '90 ANNI 2000 ANNI 2010 Microprocessori CHIP per elaborazione digitale TECNOLOGIA volte inferiore rispetto all’ecografia convenzionale, ne consegue che il numero di immagini visualizzate sul monitor aumenta da 30 ad oltre 300 al secondo. Ma questo è solo uno dei vantaggi della nuova tecnologia. Quali sono le innovazioni introdotte dall’Ultrafast Imaging? L’Ultrafast Imaging apre la strada a tre importanti innovazioni: la prima è una nuova modalità di imaging, chiamata Elastografia Shear Wave (2D-SWE), che fornisce l’analisi visco-elastica quantitativa dei tessuti per differenziare le alterazioni nodulari benigne da quelle maligne oltre che per l’analisi della fibrosi nelle epatopatie croniche; la seconda, chiamata Ultrafast Doppler, rappresenta un nuovo modo di eseguire l’analisi Doppler del flusso acquisendo in pochi secondi l’insieme delle informazioni attualmente fornite F A R M A C I A Convertitori Analogico/Digitali Miniaturizzazione a basso costo secondo la velocità delle onde pulsatili trasmesse dal cuore. Quali prospettive apre l’Ultrafast Imaging? Elastografia Shear Wave e Ultrafast Doppler sono due novità importanti già disponibili in ambito clinico. A breve anche la PWV sarà disponibile per uso clinico e consentirà l’analisi della rigidità locale della parete vasale quale indicatore del rischio cardio-vascolare. Altri ambiti potranno beneficiare dell’Ultrafast Imaging: recenti lavori scientifici hanno riportato che l'analisi dinamica della meccanica cardiaca mediante elastografia Shear Wave migliora l’accuratezza nel rilevare alcune Processori Multicore. Schede grafiche per videogiochi malattie cardiovascolari. L’Ultrafast Imaging potrà anche analizzare fenomeni transitori, non adeguatamente esplorati con la tecnologia convenzionale, quali la dissoluzione dei mezzi di contrasto per ultrasuoni oppure il monitoraggio dell'attività cerebrale con Doppler ultrasensibile in fase di avanzato sviluppo. Le informazioni contenute in questo articolo hanno purtroppo una connotazione tecnica che per certi aspetti può sembrare di difficile comprensione, rappresentano tuttavia l’evidenza che siamo testimoni di importanti progressi tecnologici di cui beneficeremo per migliorare il nostro stato di salute. Informazioni Per maggiori informazioni sull'argomento trattato: SME - Diagnostica per Immagini Via Pirandello, 31 - Varese Tel. 0332 224758 - Fax 0332 210420 [email protected] - www.sme-diagnosticaperimmagini.it F I D U C I A Le nanoparticelle di argento contenute in alcuni cosmetici e alimenti potrebbero penetrare nelle cellule del corpo e danneggiarle, secondo una ricerca condotta alla University of Southern Denmark ad Odense, in Danimarca, pubblicata sulla rivista scientifica ACS Nano. "L'argento è un metallo ad azione antibatterica sempre più impiegato dalle industrie alimentari e cosmetiche in forma di nanoparticelle. Si può trovare nelle bottiglie, nei cosmetici come i dentifrici, nei cerotti, negli spazzolini da denti, ma anche nei calzini da corsa, nelle lavatrici e nelle confezioni per gli alimenti - spiega Frank Kjeldsen che ha diretto l'indagine - Gli studiosi hanno valutato gli effetti delle nanoparticelle di argento in linee di cellule intestinali umane, simulando un ingestione del metallo col cibo. "Il metallo attiva la formazione di radicali liberi nelle cellule, modificando la forma e la quantità di alcune proteine", spiegano i ricercatori. "Molte patologie sono legate ad una esagerata produzione di radicali liberi, come l'Alzheimer ed il Parkinson. Il nostro è uno studio condotto in laboratorio e non sappiamo se il fenomeno si riscontra direttamente nelle persone, ma pensiamo che si debba essere più prudenti nell'usare le nanoparticelle di argento su larga scala" conclude Kjeldsen. 17