San Valentino - comune di Orio al serio

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In famiglia
San Valentino …
La realtà dell’amore non ha un aspetto florido
Ottantamila separazioni all’anno. Si rompono ventisei
matrimoni su cento. In attività settantamila prostitute e dieci
milioni di clienti. Cinquecentoventimila donne hanno subito
violenza sessuale.
San Valentino festa degli innamorati. Impossibile non saperlo o non accorgersene; da settimane
pubblicità e media martellano l’attenzione dei consumatori proponendo proprio di tutto: dai classici anelli
alle nuove tecnologie per cellulari, dall'erotismo della
lingerie al romanticismo delle cene e dei viaggi, ovviamente per due, e così via in un crescendo di grande
fantasia mercantile. Qualcuno può addirittura ricordarsi che esistono i fiori, e qualcun altro acquistare un
libro di poesie d’amore. Esistono in tal senso antologie dei massimi autori, da Catullo a Foscolo, da Saffo
a John Keats, concepite ed edite precisamente per San
Valentino.
San Valentino, narra la storia, celebrò il matrimonio tra un pagano ed una cristiana: dette cioè la
forza sacramentale ad una promessa impegnativa, valevole per tutta la vita.
Ma oggi San Valentino viene declinato culturalmente in un’ottica assai più prosaica. Da un lato
infatti c’è il capitalismo dei desideri ( più che dei bisogni ) che, esaurita la spinta consumistica del Natale,
dei saldi e del Carnevale, ritrova con San Valentino
l’occasione per ridare una fiammata ai consumi. Una
fiammata di tutto rispetto, pari – secondo i calcoli del
Codacons di un anno fa – a 900 milioni di euro, un
business che rende l’amore oggetto delle cure attente
del marketing e della pubblicità. Dall’altro la “ realtà
dell’amore” non presenta notoriamente un aspetto
florido: con 80mila separazioni all’anno si rompono
ormai 26 matrimoni su cento, mentre le separazioni in
soli sette anni sono cresciute del 52 per cento. Aggiungiamo il fiorente “mercato dell’amore” con 70mila
prostitute e dieci milioni di clienti, ma aggiungiamo
pure le 520mila donne che hanno conosciuto la violenza sessuale nonché tutte quelle violenze – anche contro i bambini – che si celano tra le mura domestiche.
Ma c’è di più. Il 14 Febbraio, a ben vedere, non si
festeggia l’amore ma un certo tipo di amore, quello
bruciante quanto superficiale, destinato quindi a durare poco. Storie d’amore appunto, con un inizio e una
fine.
Nella società dell’ “usa e getta” e dell’individualismo affettivo è ben difficile pensare a rapporti
affettivi durevoli; è ben difficile trovare chi vuole imparare a fare seriamente la “ manutenzione degli affetti”, cioè ad impegnarsi in una paziente ( aggettivo oggi
fastidioso) seduzione di mantenimento della coppia. Il
clima culturale di oggi ci spinge ad essere abilissimi e
competenti nella seduzione iniziale, ma non certo nel
saper crescere insieme come coppia, pensandosi come
un noi e non solo come due io che per inerzia convivono. Sembra esserci poco da fare: siamo al tempo
delle unioni flash e addirittura della rivalutazione dell’infedeltà come uscita da un rapporto insoddisfacente.
Celebriamo insomma il tempo dell’amore light, tanto
intensamente idealizzato quanto brevemente avvalorato. D’altro canto, nell’epoca della velocità, della mobilità e della flessibilità dei consumi, delle idee, dei lavori, delle scelte politiche, non si poteva certo pensare
che solo i rapporti affettivi rimanessero stabili e robusti. Certamente tale deriva ha costi umani e sociali
profondi e già oggi constatiamo nella denatalità e
nella divorzialità le due grammatiche “inadempienze”
della famiglia italiana attuale. Ma abbiamo anche bisogno di una nuova grammatica dei sentimenti che ci insegni ad andare oltre gli innamoramenti, le infatuazioni, le immagini
oleografiche di amori effimeri che escono
in abbondanza dalla pubblicità di San Valentino e dai reality show televisivi.
A cura della redazione
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