Materia ed Energia IL BIO AD ALTE PRESTAZIONI IN ITALIA CON L’UNICA ANIDRITE NATURALE MATERIALI E SISTEMI PER IL COSTRUIRE EFFICIENTE E RISPETTOSO DELL’AMBIENTE INFO TECNICHE DI SEGUITO IN QUESTO DOCUMENTO SARANNO REPERIBILI INFORMAZIONI TECNICHE RELATIVE AI PRODOTTI SUDDIVISI IN CATEGORIE BEN DISTINTE: 1. I MATERIALI PER L’EDILIZIA 2. I MATERIALI ED IL LORO RAPPORTO CON L’ENERGIA 1 MATERIALI PER L’EDILIZIA, SONO QUESTI LEGANTI E PRODOTTI PRONTI UTILI ALLA FORMAZIONE DI MANUFATTI DA SOTTOPAVIMENTAZIONE CON CARATTERISTICHE CHE SPAZIANO DALLE MIGLIORI CARATTERISTICHE MECCANICHE, ALL’ASSENZA DI UMIDITA’ RESIDUA, ALLA BIOCOMPATIBILITA’, ALLA DIMENSIONE DEI CAMPI DI GETTO; 2 I MATERIALI E L’ENERGIA, QUESTA GAMMA DI PRODOTTI E’ STRETTAMENTE CORRELATA AL VALORE ENERGETICO DELLE OEPRE DA REALIZZARE, L’USO CORRETTO CONSENTE DI RIDURRE FORTEMENTE I CONSUMI ENERGETICI PER LA CLIMATIZZAZIONE ELEVANDO LA CLASSE DI EFFICIENZA DELL’INTERO EDIFICIO. CREDIAMO CHE LA SOTTOPAVIMENTAZIONE DEBBA EVOLVERSI ED AVERE A CORREDO PARAMETRI DI PROGETTAZIONE E SISTEMI CHE CONSENTANO AGLI UTILIZZATORI DI SUPERARE GLI SCARSI RISULTATI DEI SISTEMI IN USO, NONOSTANTE LE INCONGRUENZE TECNICHE CHE NE DERIVANO, E DI APPORTARE AL MERCATO LA PROPRIA VISIONE DI SISTEMA RADIANTE, UN INSIEME DI TUBAZIONI, REGOLAZIONE, ISOLANTI E MATERIALI CONDUTTIVI CHE HANNO COME UNICO OBBIETTIVO L’EFFICIENZA TERMODINAMICA IN QUANTO RICHIESTA DALLE ESIGENZE ENERGETICHE DEGLI INVOLUCRI IN CLASSE ENERGETICA ELEVATA (B, A, A+ AGOLD ecc.). E’ EVIDENTE COME LA SOLA MATERIA SIA OGGI INSUFFICIENTE E CHE UN MASSETTO NON HA PIU’ SOLO LA FUNZIONE RIEMPITIVA E DI SUPPORTO PER LA POSA DEL RIVESTIMENTO, MA LA SUA QUALITA’ ED IL SUO USO INFLUISCONO IN TERMINI PIU’ CHE SENSIBILI SUL VALORE ENERGETICO DELL’EDIFICIO (25-30% SULLE PRESTAZIONI). E’ PER QUESTE NECESSITA’ CHE SONO STATI EFFETTUATI DEGLI STUDI, PER L’ANALISI DEI COMPORTAMENTI TERMODINAMICI GIA’ DAL 2003, PRESSO IMPORTANTI CENTRI DI RICERCA (POLITO E CNR) CON LA SUPERVISIONE DEL RESPONSABILE TECNICO DEL CENTRO RICERCHE QMIX geom. D’AMICO PIERMATTEO. IL TETRA SOLFATO DI CALCIO ANIDRO NATURALMENTE (da cui la forma volgare di denominazione “Anidrite Naturale”) QUESTO NOBILE MINERALE E’ L’UNICO LEGANTE CRUDO (non cotto) IN USO IN EDILIZIA IN EUROPA, E’ QUINDI IL LEGANTE A MINOR IMPATTO AMBIENTALE PRESENTE SUL MERCATO EUROPEO, INFERIORE A QUELLO DEL GESSO E ANCOR PIU’ DI QUELLO DELLA CALCE CHE PER ESSERE PRODOTTI HANNO BISOGNO DI UN CICLO DI COTTURA E QUINDI DI IMMISSIONE IN AMBIENTE DI CO2 SIN DALLA PRODUZIONE. LA QMIX HA ADOTTATO QUESTO LEGANTE PER POTER CONSENTIRE LA REALIZZAZIONE DI MANUFATTI AD ALTA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE (PER INQUINAMENTO DA PRODUZIONE E PER IL RISPARMIO ENERGETICO DERIVANTE DALLA ELEVATA CONDUCIBILITA’ TERMICA), AD ELEVATE PRESTAZIONI MECCANICHE (PERFINO SUPERIORI AL CEMENTO ARMATO) E GRAZIE AL SUO CORRETTO UTILIZZO ELEVATE PRESTAZIONI TERMO-DINAMICHE. DALLE RICERCHE EFFETTUATE SONO STATE EVIDENZIATE CARATTERISTICHE CAPACI DI AFFRONTARE LE NUOVE TEMATICHE RELATIVE ALLA TERMODINAMICA ED AI NUOVI SISTEMI PER LA CLIMATIZZAZIONE RADIANTE DI EDIFICI CON INVOLUCRI AD ALTA EFFICIENZA E BASSA DISPERSIONE ENERGETICA. SONO STATI QUINDI PROGETTATI SISTEMI CHE GRAZIE ALL’USO DELL’ANIDRITE CONSENTONO LA RIDUZIONE DELL’INERZIA TERMICA ED UN UTILIZZO CORRETTO DELLA CLIMATIZZAZIONE EVOLVENDOSI DA SISTEMI RADIANTI A REGIMI STATICI IN SISTEMI RADIANTI IN REGIME DINAMICO, CONSENTENDO MAGGIOR COMFORT, CONSUMI REALMENTE PIU’ BASSI, E LA POSSIBILITA’ DI OPERARE IN RAFFRESCAMENTO CON MENO RISCHI E PROBLEMI DI CONDENSE INDESIDERATE, O RIASSUMENTO IN DUE PAROLE “COMFORT CLIMATICO”. I MATERIALI UTILIZZATI PER LA FORMAZIONE DELLE SOTTOPAVIMENTAZIONI: CARATTERISTICHE FISICO – TERMICHE E PRESTAZIONI MECCANICHE A CONFRONTO L’evoluzione della sottopavimentazione con l’allocazione dei sistemi per l’isolamento acustico e per la climatizzazione ambientale, sta lentamente cambiando le esigenze meccaniche e qualitative di alcuni premiscelati in cantiere. Sul mercato i premiscelati si sono suddivisi in tre tipologie di formulati: 1 premiscelati CAS (cemento alfa solfati): sono la maggioranza dei formulati per autolivellanti e per impasti semi umidi, oggi presenti sul mercato; 2 premiscelati a base di anidrite sintetica: sono poco diffusi e poco affidabili a causa dell’incostante qualità del legante utilizzato che è un sottoprodotto di diversi prodotti chimici; l’anidrite sintetica è meno costosa dei leganti naturali, ma di sicuro mai bio compatibile; 3 premiscelati a base di anidrite naturale: sono poco diffusi perché il legante di base è difficilmente reperibile, ma, per contro, le ricette sono le più stabili e collaudate che siano presenti sul mercato (oltre 20 anni). I premiscelati CAS sono un “evoluzione” dei premiscelati cementizi, nei quali l’utilizzo del solfato (gesso) aveva il compito di moderare il ritiro idraulico del cemento ed era dosato in percentuali inferiori al 10%. Oggi la percentuale di solfato (gesso) per alcuni premiscelati CAS sfiora il 30%, quindi non si può più considerare il solfato (gesso) solo come additivo, ma come vero e proprio legante. E’ su questa nuova formulazione che incombono le reazioni chimiche tra i componenti per come di seguito citate (Enco - Engineering Concrete Collepardi) Reazioni distruttive del calcestruzzo dovute presenza di solfati sono fondamentalmente quella che porta alla formazione di gesso idrato (CaSO4 · 2H2O), quella che provoca formazione di ettringite (sale di Candlot alla tre: bila 3CaO · Al2O3 · 3CaSO4 · 32H2O) e quella che porta alla formazione di thaumasite (CaCO3 · CaSO4 · CaSiO3 · 15H2O) secondo gli schemi a lato e le immagini sotto riportate: La reazione ettringite (immagine del cristallo a lato) ha due forme la primaria o non distruttiva (EEF da Early Ettringite Formation), ed è provocata volontariamente, la seconda invece è chiamata ettringite secondaria o distruttiva (DEF da Delayed Ettringite Formation) e la sua formazione accidentale e non desiderata, si innesca con il contatto prolungato con acqua, vapore, umidità. Dopo il primo indurimento il manufatto realizzato con prodotti CAS (cemento e alfa solfati) non deve essere più reidratato o interessato da migrazione di vapore. Va detto anche che i prodotti che adoperano questi formulati hanno una storicità, in Italia, insufficiente ed insufficienti dati per poter conferire ai premiscelati CAS una parvenza di affidabilità storica. A riprova di quanto su detto, le ricette di tali prodotti vengono frequentemente ricalibrate e variate. La scelta di utilizzare materiali così delicati deve essere supportata da una perfetta conoscenza delle problematiche conseguenti all’instabilità chimica del composto. L’utilizzatore dei premiscelati CAS deve: isolare perfettamente dall’acqua, dall’umidità e dal vapore il manufatto realizzato; evitare di lasciare a lungo il manufatto senza rivestimento; verificare la formazione di bleeding superficiale prima di avviare le pratiche di posa. Con i premiscelati CAS le dimensioni continue sono contenute ad un massimo di 100 mq, le resistenze a sono state implementate fino ai 30 N/mm2, notevole ma inutile perché eccessivamente rigido, visto l’ambiente dinamico in cui verranno inseriti. La totalità dei premiscelati secchi e fluidi in Italia è CAS. Una semplice verifica sulla qualità e stabilità del prodotto e la seguente: - Realizzare con il prodotto selezionato un cubo delle dimensioni 5x5x5 o 10x10x10; Lasciarlo essiccare, magari forzandone il risultato con macchine che scaldano o deumificano per ridurre la durata della prova; Misurare con precisione le dimensioni, magari con un calibro e contrassegnando i punti di misurazione; Immergere i manufatti per metà della dimensione in acqua; Dopo una settimana si potrà estrarre i provini e rimisurarli, verificando le variazioni di dimensione e di consistenza. Di seguito lo faremo riessiccare i campioni per poter paragonare le variazioni dimensionali e di consistenza del provino con le condizioni iniziali. Se nulla è sopravvenuto e nessuna variazione viene registrata avete scelto un prodotto stabile e di qualità , diversamente si dovrà apporre molta attenzione al contatto del manufatto instabile con umidità, vapore ed acqua, pena il danneggiamento della pavimentazione di rivestimento. I SOTTOFONDI BIO AD ELEVATE PRESTAZIONI QMAS LA 20 Legante per conglomerati QMSS LA-20 è un legante costituito da un particolare solfato, anidro naturalmente,ottimo per la realizzazione in interni di massetti di tipo tradizionale anche di classe di resistenza superiore ai 20 N/mmq richiesti oggi in tutti i cantieri senza bisogno di armature supplementari. Il conglomerato è ottenuto mescolando QMASS LA 20 con aggregato a grana media conforme alle norme EN13139, in un rapporto di miscelazione che è funzione della classe di pavimentazione desiderata. QMAS LA-20 è un prodotto certificato per la Bioedilizia da ANAB-ICEA. QMAS PRONTO Legante e sabbia in curva pronto all’uso per la formazione di massetti di sotto pavimentazione continui, senza giunti di frazionamento fino a 250 mq e senza la necessità armatura supplementare. QMAS PRONTO è un massetto di tipo tradizionale per interni, costituito aggregato calcareo a grana media conforme alle norme EN13139. QMAS PRONTO è un prodotto certificato per la Bioedilizia da ANAB - ICEA. da Anidrite e da LA 20 Qmas Pronto LEVELBIO LIVELLINA A BASE DI ANIDRITE NATURALE Massetto autolivellante a basso spessore premiscelato a base di Anidrite Naturale per il ripristino corticale di sottofondi. LEVELBIO si presta ad un impiego universale, sia come stucco liquido autodistendente in spessori di strato da 3 a 6 mm, sia come massa autolivellante fino ad uno spessore di strato di 30 mm per livellare sottofondi irregolari in locali residenziali e commerciali. LEVELBIO è utilizzato per livellare superfici asciutte di massetti in cemento, nonché per massetti in solfato di calcio. Lo strato autolivellante forma un sottofondo ideale per ogni genere di normale pavimentazione. LEVELBIO è destinato unicamente all'impiego come massetto di sottofondo in locali interni, e non è adatto ad ambienti umidi e/o bagnati. La prima e unica livellina bioedile prodotta e distribuita in Italia, esente da cemento e ad elevata tenuta meccanica. DATI TECNICI E FISICI: Classe di resistenza Pezzatura Resistenza alla compressione Resistenza a flessione e trazione Consumo per 1m²/1cm spessore Resa/t 600 l (ca.120m2/t con spessore di 5 mm) Tempo di messa in opera (dopo la miscelazione) Spessore minimo di applicazione Spessore massimo di applicazione Grado di asciugatura per la posa del rivestimento Grado di asciugatura per la posa del rivestimento Calpestabilità (a 20°C) Tempo di asciugatura (con spessore di 20mm) ca. CA-C30-F6 secondo EN 13813 0 – 0,6 mm ca. 30 N/mm² C 30 ca. 6 N/mm² F 6 ca. 15 kg di materiale secco ca. 45 minuti 3 mm 30 mm 0,5% CM senza riscaldamento a pavimento 0,3% CM con riscaldamento a pavimento dopo 12 ore 7 giorni (a seconda delle condizioni di asciugatura e delle condizioni climatiche interne) Forma di consegna In sacchi di carta da Tempo di immagazzinamento (protetto su griglie di legno) 25 kg ca. 3 – 6 mesi . COMPOSIZIONE Massetto a basso spessore premiscelato a base di anidrite naturale. IMPIEGO LEVELBIO si presta ad un impiego universale, sia come stucco liquido autodistendente in spessori di strato da 3 a 6 mm, sia come massa autolivellante fino ad uno spessore di strato di 30 mm per livellare sottofondi irregolari in locali residenziali e commerciali. LEVELBIO è utilizzato per livellare superfici asciutte di massetti in cemento, nonché per massetti in solfato di calcio. Lo strato autolivellante forma un sottofondo ideale per ogni genere di normale pavimentazione. LEVELBIO è destinato unicamente all'impiego come massetto di sottofondo in locali interni, e non è adatto ad ambienti umidi e/o bagnati. . VANTAGGI LEVELBIO è molto facile da lavorare. È sufficiente mescolarlo ad acqua e colarlo. La sua lavorazione può avvenire sia manualmente che a macchina. La sua elevata resistenza all'abrasione impedisce una fessurazione della superficie del massetto. LAVORAZIONE Per la lavorazione a mano miscelare con miscelatore elettrico il contenuto della confezione da 25 kg con un quantitativo d’acqua variabile da litri 5 a 5,5 fino a ottenere la fluidità desiderata. Dopo la miscelazione attendere alcuni istanti per far liberare le bolle d’aria intrappolate nella miscela. L’impasto dopo la miscelazione deve presentarsi omogeneo, coeso, privo di grumi. Quindi versare la miscela così ottenuta sul pavimento e distribuirla uniformemente in piano con una cazzuola o una spatola. In caso di applicazione su ampie superfici e in grossi spessori, il prodotto può essere miscelato anche con idonea attrezzatura per l’applicazione a pompa tipo PFT G4 con apposito polmone. In tal caso è necessario regolare l’acqua in modo da assicurare fluidità costante al prodotto. Per controllare il corretto indice di fluidità si utilizza l'anello di controllo Vicat. La massa fluida che si distende a forma di disco rotondo non dovrà avere un diametro inferiore a circa 24 cm. Per spessori inferiori a 6mm è sufficiente tirare la massa fluida con un frattazzo e rifinire con un rullo frangibolle (lunghezza degli aghi 11mm). Per spessori maggiori è necessario eseguire leggeri movimenti di lisciatura. DIVISIONE ENERGIA EFFICIENTE QUESTO DIPARTIMENTO DELLA QMIX SI È OCCUPATO DELL’INTERAZIONE TRA MATERIALI ED ENERGIA E L’OTTIMIZZAZIONE DEL RISULTATO ENERGETICO. UN LUNGO E FRUTTUOSO CORSO DI STUDI CONDOTTO DAL GEOM.D’AMICO PRESSO IL POLITECNICO DI TORINO (STAFF PROF. BOFFA C.) E PRESSO IL CNR ITC (STAFF. PROF. GRINZATO E.) HA PERMESSO DI MEGLIO ANALIZZARE LE INTERAZIONI TRA MATERIA ED ENERGIA IN EDILIZIA. DA QUESTE ANALISI SONO POI STATI CREATI PRODOTTI ADEGUATI ALL’ESEGIENZA MECCANICA QUANTO ENERGETICA DEGLI EDIFICI. QUESTO APPROCCIO ALL’ENERGIA DA PARTE DELLA QMIX HA PERMESSO AI TECNICI IN ITALIA ED EUROPA DI POTER PROGETTARE FINALMENTE CON DATI MATEMATICI IL RISULTATO ENERGETICO DELL’EDIFICIO IN COSTRUZIONE E MIGLIORARNE NOTEVOLMENTE IL COMFORT CLIMATICO AMBIENTALE E L’INTERAZIONE CON LE POTENZE ENERGETICHE DERIVANTI DALLE FONTI RINNOVABILI. I PRODOTTI DELLA DIVISIONE ENERGIA EFFICIENTE HANNO DISPONIBILI SUL SITO I DATI DI PROGETTAZIONE TERMODINAMICA E SONO I SEGUENTI: QMAS THERM BIO autolivellante storico dell’Azienda il più vecchio formulato presente in Italia e l’unico in Anidrite Naturale. QMAS THERM RAPID il prodotto consente di ridurre i tempi di essiccazione, in particolari condizioni descritte sul sito. QMAS V20 ECO autolivellante di classe C20 leggermente inferiore al Qmas TB, ma con le stesse caratteristiche fisico termiche. SLIM THERM NOVITA’ Autolivellante a basso spessore, specifico per le applicazioni su sistemi radianti a pavimento ribassati, con granulometria che consente di realizzare spessori da 10 a 35 mm in un solo strato applicativo, particolare importanza in questa applicazione ha il dato della Diffusività Termica. I dati tecnici sono tutti disponibili sul sito web www.qmix.it AUTOLIVELLANTE PREMISCELATO AD ESSICCAZIONE MEDIO-RAPIDA, A BASE DI ANIDRITE NATURALE SPECIFICO PER SISTEMI RADIANTI A PAVIMENTO. QMAS THERM BIO QMAS THERM BIO è un massetto premiscelato autolivellante ad essiccazione medio-rapida, a base di anidrite naturale, inerti calcarei selezionati e additivi d'origine vegetale. Grazie all'origine naturale dell'anidrite QMAS THERM BIO può essere considerato eco-compatibile. La sua facilità di posa, unita alla possibilità di realizzare grandi superfici senza l'ausilio di giunti di dilatazione, consente un notevole risparmio di manodopera e, al contempo, un'elevata resa metrica. Particolarmente indicato per la posa su pannelli radianti (riscaldamento a pavimento) Sunto dei dati tecnici Peso specifico del massetto indurito asciutto (kg/mc) 2000-2050 Coefficiente di dilatazione termica (mm/mk) 0.012 Resistenza a compressione (n/mmq) 26 Resistenza a flessione (n/mmq) 6,0 Reazione al fuoco Classe A1 Ritiro idraulico mm/ml 0,04 Temperatura d'applicazione (°) da +5 a +30 Giunti di dilatazione (mq) Ogni 300 - 400 Tempistica di posa mq/gg 400 - 600 Bio compatibilità ANAB cert. n.EDIL_2008_007 Emissioni radioattive (nanocurie/kg) Grado di asciugatura per la posa del rivestimento 0,004 0.5 % CM VIMAS THERM RAPID MASSETTO AUTOLIVELLANTE AD ASCIUGATURA RAPIDA A BASE DI ANIDRITE NATURALE SPECIFICO PER LA POSA SU PANNELLI RADIANTI QMAS THERM RAPIDO è un massetto premiscelato autolivellante a base di anidrite naturale, inerti calcarei selezionati e additivi d’origine vegetale. Grazie all’origine naturale dell'anidrite QMAS THERM RAPIDO può essere considerato eco-compatibile. La sua facilità di posa, unita alla possibilità di realizzare grandi superfici continue senza l’ausilio di giunti di dilatazione, consente un notevole risparmio di manodopera e, al contempo, un’elevata resa metrica. Specifico per la posa su sistemi radianti a pavimento per la climatizzazione ambientale e come suppletivo per l’isolamento acustico. Grazie alle caratteristiche termo-igrometriche il prodotto, debitamente scaldato, tenderà ad essiccarsi rapidamente raggiungendo valori dell’U.R. inferiori allo 0,5% sul p.p. in tempi molto contenuti senza alcuna deformazione dimensionale. PESO SPEC. DEL MASSETTO INDURITO ASCIUTTO 2000÷2050 Kg/mc COEFFICIENTE DI DILATAZIONE TERMICA 0.012 mm/mk RESISTENZA A COMPRESSIONE 35 n/mmq RESISTENZA A FLESSIONE 6,0 n/mmq REAZIONE AL FUOCO Classe A1 RITIRO IDRAULICO 0,04 mm/ml GIUNTI DI DILATAZIONE ogni 300 - 400 mq TEMPISTICA DI POSA 400 - 600 mq/gg Grado di asciugatura per la posa del rivestimento 0.5 % CM QMAS V20 ECO Massetto in Anidrite Naturale per applicazioni all’interno di edifici. Non necessita di armatura e di frazionamento fino a 400 mq continui. Il prodotto è bio compatibile completamente esente da cemento, certificazione ANAB ICEA. Sunto dei dati tecnici del QMAS V20 ECO Resistenza a compressione 20 n/mmq Resistenza a flessione 5,0 n/mmq Reazione al fuoco Classe A1 Ritiro idraulico 0,06 mm/ml Giunti di dilatazione ogni 200 - 300 mq Tempistica di posa 400 - 500 mq/gg Classe di resistenza CA-C20-F5 secondo EN13813 Resa metrica 19,5 Kg/mq/cm Peso spec. del massetto indurito asciutto 2000÷2050 Kg/mc Conducibilità termica λ=1,8 w/m°K (valore tabulato) Grado di asciugatura per la posa del rivestimento 0.5 % CM SUL SITO www.qmix.it LA DOCUMENTAZIOINE TECNICA COMPLETA DEI CERTIFICATI DI TUTTA LA GAMMA PRODOTTI. LA NOVITA’ PER GLI IMPIANTI RADIANTI RIBASSATI QMASS SLIM BIO QMASS SLIM il PRIMO autolivellante a basso spessore premiscelato a base di Anidrite Naturale specifico per l’applicazione su sistemi radianti ribassati a pavimento. QMASS SLIM è utilizzato da oltre 10 anni come massa autolivellante fino ad uno spessore di 30 mm applicato in un solo strato, come RIVESTIMENTO DEGLI IMPIANTI RADIANTI RIBASSATI A PAVIMENTO. QMASS SLIM è destinato unicamente all'impiego come massetto di sottofondo in locali interni e non è adatto ad ambienti umidi e/o bagnati. Il primo Massetto a basso spessore prodotto e distribuito in Italia, esente da cemento con elevata stabilità dimensionale (grandi superfici continue) e notevoli caratteristiche meccanico-fisiche, IL PRIMO ED UNICO AD ESSERE FORNITO ANCHE SFUSO IN SILO PER INTERVENTI IN CENTRI ABITATI. QSLIM è l’UNICO prodotto per sistemi radianti ribassati a pavimento corredato dei dati per la progettazione in regime transitorio dinamico (calore specifico, inerzia termica, diffusività termica), fondamentali per una riqualificazione energetica efficiente degli edifici. DATI TECNICI Classe di resistenza CA-C25-F6 secondo EN 13813 Resistenza alla compressione ca. 25 N/mm² C 30 Resistenza a flessione e trazione ca. 6 N/mm² F 6 Tempo di messa in opera (dopo la miscelazione) ca. 45 minuti Spessore minimo di applicazione 10 mm Spessore massimo di applicazione 30 mm Grado di asciugatura per la posa del rivestimento 0.5 % CM COMPOSIZIONE Massetto autolivellante a basso spessore premiscelato a base di Anidrite Naturale QMIX srl. IMPIEGO QMASS SLIM si presta come massa autolivellante fino ad uno spessore di strato di 30 mm sull’estradosso del tubo, COME RIVESTIMENTO DI IMPIANTI RADIANTI RIBASSATI sia con tubazione ed acqua che con rete elettrica. pavimentazione. Q SLIM è destinato unicamente all'impiego come massetto di sottofondo in locali interni e non è adatto ad ambienti umidi e/o bagnati. VANTAGGI Q SLIM è molto facile da lavorare. È sufficiente mescolarlo ad acqua e colarlo. La sua lavorazione può avvenire sia manualmente che a macchina. La sua elevata resistenza all'abrasione impedisce una fessurazione della superficie del massetto. LAVORAZIONE Per la lavorazione a mano miscelare con miscelatore elettrico il contenuto della confezione da 25 kg con un quantitativo d’acqua variabile da litri 5 a 5,5 fino a ottenere la fluidità desiderata. Dopo la miscelazione attendere alcuni istanti per far liberare le bolle d’aria intrappolate nella miscela. L’impasto dopo la miscelazione deve presentarsi omogeneo, coeso, privo di grumi. Quindi versare la miscela così ottenuta sul pavimento e distribuirla uniformemente in piano con una cazzuola o una spatola. In caso di applicazione su ampie superfici e in grossi spessori, il prodotto può essere miscelato anche con idonea attrezzatura per l’applicazione a pompa tipo PFT G4 con apposito polmone. In tal caso è necessario regolare l’acqua in modo da assicurare fluidità costante al prodotto. Per controllare il corretto indice di fluidità si utilizza l'anello di controllo Vicat. La massa fluida che si distende a forma di disco rotondo non dovrà avere un diametro inferiore a circa 24 cm. Non applicare in spessori inferiori a 10 mm . APPLICAZIONE DEI COEFFICIENTI DI PROGETTAZIONE TERMODINAMICA Con la forte riduzione della massa di rivestimento della tubazione radiante applicata nei sistemi radianti ribassati, diventa necessario conoscere il valore della “diffusività termica“ utile per determinare la corretta distanza tra i tubi e per ovviare a zone freddo-caldo sulla superficie. In oltre si potrà conoscere durante la progettazione la resa termica possibile con il sistema realizzato con QSLIM ed i suoi consumi energetici. COSA E’ POSSIBILE REALIZZARE CON LA CONOSCENZA DEI VALORI DI CARATTERIZZAZIONE FISICO TERMICA (INERZIA E DIFFUSIVITA’ TERMICA, CAOLRE SPECIFICO) DEI NOSTRI PRODOTTI: 1. RIQUALIFICAZIONE CLIAMTICA CON IMPIANTI RIBASSATI, nella progettazione di questi impianti è essenziale avere il dato della diffusività termica, per il ridottissimo spessore del massetto di rivestimento, e per determinare quindi la giusta distanza(passo) tra i tubi. 2. PROGETTAZIONE EDIFICI EFFICIENTI, la possibilità di ottimizzare l’uso della termodinamica consente di ridurre Temperature di Esercizio, Ore di esercizio, Inerzia Termica, consumare un quantitativo di W/m2 decisamente minore e sfruttare il margine procurato per la migliore efficienza energetica possibile dell’edificio. 3. FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE, se il sistema realizzato necessita di minor temperature e potenza, la bassa potenza ottenuta da sole, geotermia, eolico è già sufficiente ad alimentare con forte riduzione delle integrazioni da rete. 4. Poter realizzare sistemi radianti a pavimento capaci di operare in raffrescamento con precisione matematica ovviando a condense o scompensi termici sulla superficie. COSA E’ POSSIBILE REASLIZZARE CON LE CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI COMPOSTI IN ANIDRITE NATURALE: 1. MANUFATTI NON ARMATI, il limite del legante solfatico è l’aggressività chimica verso il ferro e l’alluminio, di fatto non avendo tensioni scatenate da ritiro idraulico o da bassa e non conforme densità, non occorre armatura supplementare nelle applicazioni non strutturali. 2. DIMENSIONE CAMPI DI GETTO, una delle caratteristiche capaci di risolvere un dei problemi degli impianti radianti, i giunti di frazionamento. Il nostro record sono 974 m 2 su impianto radiante con pavimentazione tutto in continuità. 3. MANUFATTI AD UMIDITA’ RESIDUA “ZERO”, dato che l’anidrite QMIX non è cotta, la sua struttura chimica resta idroreattiva ed al contrario di gessi cotti, calce e cemento, questa reagisce co tutta l’acqua presente nell’impasto andando ad U.R. vicine allo “0” (0-0,2 % sul p.p.) supporto ideale per i rivestimenti ad elevata sensibilità all’umido (legno linoleum gomme resina ecc.). 4. È LA LINEA DI PRODOTTI CON LA PIU’ BASSA EMISSIONE RADIOATTIVA PRESENTE IN EUROPA (0,004 nanocurie/kg). La Villaga dichiara il valore da 20 anni, sulla documentazione tecnica. SISTEMI COSTRUTTIVI AD ALTA EFFICIENZA Il Sistema Residenziale: LA TERMO DINAMICA A BASSA POTENZA Il modo di interpretare l’edilizia della QMIX, ha superato il confine del prodotto premiscelato come scopo ultimo della “Mission”, acquisendo la condizione di componente di sistemi e realizzando innovazione nelle sue applicazioni. Fig#1 È stato analizzato il sistema in cui i materiali QMIX vengono inseriti e studiato con partner’s di eccellenza le migliorie efficaci realizzabili, senza accrescere costi e modificare sostanzialmente le consuetudini costruttive. Il risultato è frutto delle analisi dei valori scaturiti durante gli studi del progetto D’Amico “Il miglior veicolo per la tua energia” con Politecnico di Torino e CNR ITC di Padova e con il laboratorio QMIX (diretto dal dr. M.LATINI), l’ottimizzazione delle caratterizzazioni analizzate, ha portato a progettare e realizzare nuove tipologie esecutive in grado di risolvere antichi dilemmi tra spessori minimi necessari dei massetti di rivestimento degli impianti radianti e la conseguente impedenza termica. Lo studio aveva l’obbiettivo di determinare la possibilità di utilizzare i sistemi radianti a pavimento in edifici con involucri ad alta efficienza. Come noto l’elevata inerzia termica dei sistemi tradizionali produce più “discomfort” che comfort, a causa della ingestibile inerzia termica e dell’energia che viene accumulata e diffusa in ambiente anche quando questo non lo richiede. Non è raro sentire di utilizzatori che sono costretti ad aprire le finestre per ridurre la temperatura interna di una casa in classe “A” o di sentire la necessità di una stufa per recuperare il calore fino alla messa a regime dell’impianto radiante. Quanto detto è verificabile nel mercato edile italiano che dopo aver utilizzato, in maniera confusa, tecnologie radianti a pavimento, sta virando decisamente verso sistemi radianti a soffitto e parete, proprio perché i sistemi a pavimento non riescono a rispondere con la velocità richiesta dall’edificio e dalla sua disponibilità energetica. Resta il fatto che la climatizzazione a pavimento è quella che da più comfort e qualità della vita, quando funziona bene, o meglio quando si progetta l’intero sistema radiante con il solo fine della efficienza “TermoDinamica”. Quando parliamo di sistema radiante non facciamo riferimento a quanto inteso oggi, ma ad una più ampia visione del progetto, ossia il sistema radiante per noi è costituito da : IMPIANTO RADIANTE ( tubazione, centraline, regolazione ecc.) MATERIALI ISOLANTI (termici ed acustici) MASSETTI (di livellamento alleggeriti, ripartitori di carico/radiante) TIPO DI SOLAIO (più o meno rigido) RIVESTIMENTO DI SUPERFICIE ( ceramica, marmo, pietra, legno ecc) . Per progettare un impianto radiante efficiente devo conoscerne i componenti ed ordinare un sistema la cui configurazione sia quella coerente con le richieste che il “Sistema Edificio” ospitante richiede. l’arte nota dice attraverso la Norma 1264/4 che lo spessore del massetto non deve essere inferiore a 3,00-4,50 cm (a seconda dei materiali utilizzati) sull’estradosso del tubo, questo perché nella configurazione attuale (fig.2) il massetto radiante è anche il massetto ripartitore di carichi e dovendo evitare la flessione deve avere una sezione importante, giusto e corretto meccanicamente, ma termicamente? Fig#2 Và detto che oltre allo spessore minimo necessario in cantiere la variazione della sezione sul piano è quasi fisiologica considerando i materiali utilizzati e non è raro, ma direi consuetudine, verificare variazioni dello spessore del massetto radiante che superano i 2 cm, spessore > a 40 kg/mq che oppongono una resistenza termica variabile cosa che complica ulteriormente il comfort in ambiente e la regolazione efficace di un impianto che avrà, in superficie, zone più o meno in temperatura ed accumuli di energia/calore che mettono spesso l’ambiente in condizioni di non comfort. Ovvio che è impossibile in queste condizioni parlare di raffrescamento radiante a pavimento. La stratigrafia QMIX, è un notevole miglioramento dell’equilibrio meccanico e della durabilità non sempre raggiunti con i sistemi tradizionali (Fig#1 e sezione sotto) perché è un sistema che contempla tutte le tematiche (acustica, dispersione termica, termodinamica, meccanica, durabilità, biocompatibilità): 1. 2. 3. 4. STABILITÀ MECCANICA E DIMENSIONALE, EFFICACIA DELL’ISOLAMENTO ACUSTICO, RESA TERMICA, ASSENZA DI UMIDITÀ RESIDUA INCAPSULATA NELLA SOTTOPAVIMENTAZIONE ED ASSENZA DI RETI METALLICHE, 5. 6. LOGISTICA DI CANTIERE, INGOMBRO DELLO SPESSORE TOTALE DEL PACCHETTO, 7. SISTEMI PER LA POSA DEI RIVESTIMENTI DI SUPERFICIE, 8. COSTI DELLA STRATIGRAFIA AD ALTA EFFICIENZA 1 Stabilità Meccanica e Dimensionale: uno dei limiti dei sistemi radianti dinamici è la capacità di essere applicati senza soluzioni di continuità dei rivestimenti. Questo per le diverse dilatazioni dei materiali componenti i sistemi di rivestimento e della stabilità tensionale che ne deriva. Unire più sollecitazioni (compressione, flessione, dilatazioni termiche) per buona parte dei conglomerati cementizi o CAS realizzati in cantiere è spesso più di quanto le proprie capacità meccaniche possano sostenere, è utile quindi scegliere appropriati materiali e la loro ubicazione nella stratigrafia di sottopavimentazione. Se l’uso di materiali comprimibili determina lo spessore del sistema di rivestimento superficiale, allora bisognerà sacrificare un po’ di quella comprimibilità a favore di maggiore stabilità. Quindi si sostituisce il massetto di riempimento alleggerito con un massetto ad alta densità (impasto di legante QLA20 e sabbia) posizionato sull’isolante termo acustico(fig#1), in questo modo lo spessore del massetto e la sua struttura assorbiranno senza alcuna difficoltà la comprimibilità degli isolanti termici ed acustici sottostanti, permettendo la riduzione del massetto radiante di superficie ad uno spessore contenuto in 30-35mm, tubazione radiante compresa. Lo spessore del massetto così contenuto è sufficiente a sostenere i carichi di superficie perché appoggiato su piano non comprimibile(sostituzione dell’alleggerito con massetto rigido). Altra positiva conseguenza dell’eliminazione dei conglomerati alleggeriti è la qualità del piano d’appoggio del sistema radiante, è dato di fatto che se lo spessore del massetto è costante la meccanica e la termica di superficie sono più coerente ed efficaci. Di fatto un massetto alleggerito ha ritiri idraulici che prevedono tolleranze anche di 20 mm, se a questi aggiungiamo lo schiacciamento e l’abrasione superficiale del semplice traffico di cantiere, il risultato finale sarà un piano con escursione di quota che supera abbondantemente i 20 mm. Il dato è frutto di una stima positiva, cioè in un cantiere in cui si ha molta cura e gli effetti sono i minimi preventivabili, di fatto le escursioni verificate in cantiere negli ultimi anni hanno superato le più fantasiose previsioni (rilevati anche 5 cm di escursione sul piano), pare inevitabile quindi incorrere in questi inconvenienti con la soluzione tradizionale, mentre ovviabile nell’innovativa configurazione. Infatti il massetto di riempimento è solido ed il traffico di cantiere già dopo 24-48 ore è possibile senza che vi siano danneggiamenti della planarità di superficie. A questo punto la parte del sistema radiante di superficie desolidarizzata dal piano d’appoggio potrà assolvere al solo ruolo di piastra radiante, consentendo meccaniche, temperature ed inerzie termiche notevolmente migliorate. 2 EFFICACIA DELL’ISOLAMENTO ACUSTICO: Le informazioni in nostro possesso indicano come efficacia dei sistemi di fono assorbenza, la presenza di una molla (materiale fono isolante) tra superfici non comprimibili. Di fatto nella stratigrafia tradizionale questo non avviene perché normalmente la guaina fono isolante viene applicata sopra il conglomerato alleggerito e sotto la lastra termo isolante, ambedue superfici altamente comprimibili. Nella stratigrafia innovativa è evidente come il sistema termo fono isolante sia allocato nella maniera più corretta tra solaio e massetto di riempimento rigido (legante LA20 e sabbia o Vimas Pronto), se poi provvediamo ad isolare le salite degli impianti elettrici ed idraulici avremo isolato nella maniera più completa i rumori aerei che nel sistema tradizionale hanno sempre un contatto diretto con il solaio e quindi ponti acustici. Segue nota tecnica sull’acustica. 3 EFFICACIA DELLA RESA TERMICA: è evidente a questo punto che abbiamo la possibilità di ridurre notevolmente la sezione del massetto di rivestimento e quindi la sua impedenza termica. È chiaro che potremo applicare solo massetti autolivellanti (QMAS T.B. , V20 ECO, BIO LEVEL) in questa applicazione perché è necessaria la massima diffusività termica e la minor inerzia termica possibile ( i valori delle caratteristiche elencate sono disponibili sul sito QMIX (studio D’AMICO-CNR, nessun altro ha questi necessari parametri per la progettazione di funzionamento in regime transitorio dinamico). La grande novità è quindi poter avere il dato dell’impedenza del massetto costante su tutto l’impianto radiante, un vero “K termico” costante perché costante sarà lo spessore del manufatto con il sistema innovativo (l’escursione sopra citata si riduce da centimetri a pochi millimetri, 2-4 mm), questo consente di poter dimensionare la tubazione per il miglior rendimento possibile regolandolo per freddo e caldo senza difficoltà. Con impianti radianti ad elevata efficienza siamo riusciti, all’interno del CNR di Padova, a far operare il sistema in regime transitorio dinamico con rese inerziali più efficaci dei radiatori. Nell’immagine a lato (scansione termica di ACER ENERGIA) appare evidente come la diffusività e l’inerzia termica operino diversamente sui due provini. Nel confronto non ci sono due diversi massetti (altre aziende confrontano ancora il massetto in terra umida con un autolivellante nella ridotta visione sistemica con non contempla il valore energetico), ma sue identici massetti con differente spessore, ossia in basso un massetto autolivellante da 3,00cm sul tubo, in alto il sistema Qmix con 3 cm totali (tubo compreso). La termografia è relativa alle condizioni di superficie dopo 3 ore dall’accensione con temperatura di partenza 15°C. E’ evidente che l’uso corretto dei dati tecnici di progettazione produce risultati certi ed efficaci 4 ASSENZA DI UMIDITA’ RESIDUA NELLA SOTTOPAVIMENTAZIONE E DI RETI METALLICHE: l’uso dei prodotti QMIX, gli UNICI che hanno per legante il tetra solfato di calcio anidro naturalmente (volgarmente detto “ANIDRITE”) consente risultati impossibili per i composti che usano il cemento o i composti cemento-gesso (CAS)come legante. L’anidrite non ha un minimo di umidità residua o “equilibrio igrometrico” come i leganti idraulici (cemento e calce), e quindi tende a reagire con tutta l’acqua presente in impasto ed arriva a non avere umidità residua, cioè a tornare “ANIDRO”. Nei sistemi di riscaldamento radiante tradizionale l’umidità incapsulata deve lentamente salire verso anche perché attirata dal calore dell’impianto radiante. Quando il vapore passa all’interno del massetto radiante viene scaldato (quindi aumenta di volume) e spinto verso l’alto a far pressione sulla colla della pavimentazione di superficie. È noto che non ci sono collanti che tengono alla prolungata spinta di vapore e nel tempo il sistema non riesce ad essere coeso e cede danneggiando la pavimentazione. La stratigrafia nella Fig#1 elimina ogni possibilità di presenza di migrazione di vapore e se in cantiere viene realizzata una adeguata barriera vapore nei piani contro terra, il risultato sarà un sistema asciutto con piccolissimi movimenti termodinamici e ridottissime tensioni dei sistemi di incollaggio del rivestimento nel tempo. Altra positiva conseguenza delle notevoli caratteristiche meccaniche dei composti QMIX che hanno per legante “l’Anidrite Naturale” è la possibilità di poter realizzare manufatti senza armature metalliche, viatico di accumuli elettrostatici all’interno di edifici che hanno cura della qualità del comfort finale. Ricordate che i fenomeni relativi al vapore sopra riportati hanno diverso effetto con i prodotti CAS come descritto nelle note sull’Ettringite. 5 LOGISTICA E COSTI DI CANTIERE: la sostituzione del conglomerato alleggerito consente di eliminare i tempi di attesa per l’avanzamento delle attività di cantiere (intonaci impiantistica ecc.) in oltre grazie alla consistenza dell’impasto non è necessario coprire i tubi degli impianti di servizio per proteggerli dalle occlusioni. Se al posto dell’alleggerito utilizziamo un massetto ad alta densità e meccanica dovremo attendere solo che sia sufficientemente duro (24-48 ore) per poter eseguire tutte le lavorazioni successive sicuri di non danneggiare la superficie del massetto. Inoltre un massetto di riempimento così realizzato non subirà schiacciamenti o danneggiamenti della planarità di superficie, consegnando all’impianto radiante un piano d’appoggio solido,asciutto e planare, in tempi molto più brevi. Provate a compilare ed a confrontare: I SISTEMI QMIX - D’AMICO SONO: TECNOLOGIA ECO RISPETTOSA (BIOCOMPATIBILITA’ DEI MATERIALI E RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO AMBIENTALE IN PRODUZIONE), EFFICIENZA E LOGISTICA DI CANTIERE, COSTI CONTENUTI, ELEVATE PRESTAZIONI MECCANICHE, ALTA EFFICIENZA TERMODINAMICA, SISTEMI APPLICABILI IN EDIFICI A CLASSIFICAZIONE ENERGETICA ELEVATA (C,B,A,A+,A GOLD, CASA CLIMA, CASA MINERGIE, EDIFICI PASSIVI ECC.). I SISTEMI COSTRUTTIVI AD ALTA EFFICIENZA Il Sistema Industriale TERMO DINAMICA E BASSA POTENZA CON PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI REALIZZATE IN ANIDRITE NATURALE ANCHE NELLA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI INDUSTRIALI SI E’ DATA PRIORITA’ ALLA MECCANICA ED ALL’ASPETTO ENERGETICO DI ESERCIZIO. PER QUANTO CONCERNE LA MECCANICA LA STRATIFICAZIONE ORIZZONTALE NON CAMBIA IL RISULTATO DI RESISTENZA A COMPRESSIONE DEL PACCHETTO, IN OLTRE L’USO DELL’ANIDRITE NATURALE CONSENTE DI RIDURRE IL QUANTITATIVO DI TAGLI DA FRAZIONAMENTO (superfici > a 500 M2 continui), QUINDI SI OPERA PER COME DI SEGUITO: 1. POSA DI BARRIERA PROTETTIVA SUL PIANO DI LAVORO STABILIZZATO COSTIPATO; 2. POSA DELL’ISOLANTE TERMICO E DI FOGLIO DI POLIETILENE A SUA PROTEZIONE DAL CLS; 3. POSA DI CALCESTRUZZO CON RETE DIAMETRO 8mm E MAGLIA 10X10 cm NEL TERZO BASSO DELLA MASSICCIATA; 4. POSA DI BARRIERA DI SCORRIMENTO E DI IMPIANTO RADIANTE; 5. POSA DI MASSETTO RADIANTE IN ANIDRITE DA 8,00-9,00 cm TUBAZIONE COMPRESA. LA STRATIFICAZIONE CONSENTE DI RIDURRE LA MASSA INERZIALE E DI ABBATTERE LE TEMPERATURE DI ESERCIZIO (FINO A MENO 10°C ) ED ORE DI ESERCIZIO IN MANIERA SIGNIFICATIVA, MIGLIORANDO LA MECCANICA DEL SISTEMA GRAZIE ALLA RIDUZIONE DEI FRAZIONAMENTI ED ALLA SEPARAZIONE DEI RUOLI MECCANICO-TERMICI DEI MATERIALI UTILIZZATI, MIGLIORANDO I COSTI DI MANUTENZIONE E SOPRATTUTTO RIDUCENDO I COSTI DELLA CLIMATIZZAZIONE, MIGLIORANDO COMUNQUE LA QUALITA’ DEL CLIMA-COMFORT AMBIENTALE. ANCHE IN QUESTO CASO LA VISIONE SISTEMICA ED IL MIGLIOR UTILIZZO DEI PRODOTTI PRESENTI SUL MERCATO PERMETTONO CON SEMPLICE RAZIO DI MIGLIORARE LA QUALITA’ DEILLA CONSUETUDINE COSTRUTTIVA ADEGUANDOSI ALLE TEMATICHE COSTRUTTIVE CHE OLTRE A TENERE CONTE DELLA MATERIA DEVONO OCCUPARSI SEMPRE PIU’ DELL’ASPETTO ENERGETICO DEGLI EDIFICI. SUPERFICI CONTINUE MAGGIORI DI 500 m2 I PRIMI A REALIZZARE INSTALLAZIONI DI QUESTE DIMENSIONI GLI UNICI IN GRADO OGGI DI PROGETTARE E REALIZZARE INSTALLAZIONI AL DI FUORI DELLA CONSUETA TRADIZIONALE INEFFICACIA DELLE MODALITA’ COSTRUTTIVE OBSOLETE , CON DIMENSIONI IMPOSSIBILI PER TUTTI GLI ALTRI PRODOTTI CEMENTIZI PRESENTI SUL MERCATO ITALIANO. SISTEMI PER PAVIMENTAZIONI RADIANTI INDUSTRIALI HA L’INTENTO DI PORTARE INFORMAZIONE CORRETTA E COMPLETA AL FINE DI CONSENTIRE UNA SCELTA CONSAPEVOLE DEI MATERIALI E DELLE TECNICHE DA UTILIZZARE PER IMPLEMENTARE L’EFFICIENZA ENERGETICA DELL’EDILIZIA DEI PROSSIMI ANNI. ABBIAMO PRODOTTO LA SECONDA EDIZIONE DEL “MANUALE SUI SOTTOFONDI” REDATTO DAL GEOM. D’AMICO PIERMATTEO, SULLA BASE DEGLI STUDI E DELLE RICERCHE DA LUI CONDOTTI, SULL’ANIDRITE NATURALE, PRESSO CNR ITC di PADOVA E POLITECNICO DI TORINO, SULL’ANALISI DEI SISTEMI TERMODINAMICI PER LA CLIMATIZZAZIONE RADIANTE A PAVIMENTO. OBBIETTIVO DEGLI STUDI ERA POI QUELLO DI APPLICARE I RISULTATI NELLA LOGISTICA DI CANTIERE E NELL’ECONOMIA DELL’INTERVENTO, OTTENENDO RISULTATI RILEVANTI SUL RISULTATO ENERGETICO DELL’EDIFICIO, SULLA RIDUZIONE DEI TEMP0-CICLI DI CANTIERE E SUI COSTI DI INSTALLAZIONE ALLE IMPRESE. NEL PRESENTE DOCUMENTO SONO STATI ESTRAPOLATI DA ALCUNI CAPITOLI DEL MANUALE INFORMAZIONI CHE NELL’APPARIRE SEMPLICI OCCORRONO A RICORDARE CHE IL FINE DELLE OPERE EDILI NEI SISTEMI RADIANTI, NON E’ SOLO QUELLO DEL MERO RIEMPIMENTO, MA QUELLO PIU’ COMPLETO E NOBILE DI RIDURRE I CONSUMI E L’INQUINAMENTO DERIVANTE E DI MIGLIORARE LA QUALITA’ DEL CLIMA COMFORT E DELLA VITA NEGLI EDIFICI. INCONGRUENZE DELLE CONSUETUDINI Negli ultimi anni sta confermandosi, sul mercato edile italiano, l’uso di premiscelati autolivellanti, purtroppo in ritardo di molti anni. Anni in cui si sono realizzati sistemi radianti con massetti in terra umida (sabbia e cemento) e, anche se assurdo, ancora oggi vengono utilizzati molto diffusamente. Nell’immagine sotto è evidente come non vi sia nulla di più sbagliato. L’immagine è relativa al campione mostrato nella fiera dell’edilizia a Milano nel 2012 (non 20 anni fa). La nota Azienda dimostrava che con il suo premiscelato ad elevata conducibilità avrebbe risolto tutti i problemi dell’impianto. Appare invece come il prodotto non avvolga tutto il tubo disperdendo quasi il 50% dell’energia per il mancato contatto, quindi acquisisce la metà dell’energia disponibile, poi si dovranno fare i conti con la porosità del massetto, altra impedenza che è già visibile in un campione fatto in laboratorio per esposizione, in cantiere è sicuramente maggiore . Il vero punto non è solo la porosità, ma l’assenza di coerenza tra l’obbiettivo energetico e l’installazione realizzata. Dopo tanti anni di inefficienza le Aziende del settore adesso propongono sistemi radianti a pavimento a basso spessore, ma ancora una volta non propongono un sistema radiante, ma un impianto che spesso è scollegato da quanto poi avviene in cantiere. Finché non verrà sviluppata una forma di progettazione e realizzazione sistemica dell’installazione del sistema radiante a pavimento, il risultato sarà poco efficace e poco durevole nel tempo. In linea con il titolo di questa sezione, affrontiamo il capitolo dei collanti per pavimenti su sistemi radianti. Anche in questo ambito i materiali utilizzati sono, nell’99,9% delle realizzazioni, incoerenti con l’esigenza della tecnologia ospitante. Alcuni semplici esempi: 1. Quando si posa un rivestimento in legno si usa un collante elastico perché a causa dell’umidità ambientale la mattonella di legno tende ad avere variazioni di dimensioni ed occorre una buona elasticità per sostenere le variazioni dimensionali, questo lo si fa da decenni; ora cambieremo la causa della variazione dimensionale che non sarà l’umidità, ma il calore intermittente dei sistemi radianti a regime transitorio, avremo comunque una variazione dimensionale del pavimento di superficie (marmo, ceramica, gress, ecc.), la risposta tecnica in cantiere è una colla cementizia rigida? Solo perché si è sempre posato i rivestimenti rigidi con collanti cementizi, cosa corretta quando questo avveniva su sistemi statici, oggi tra isolanti (termici ed acustici) e impianti radianti i sistemi si sono evoluti in dinamici, quindi è necessario modificare tutta la visione del sistema e cambiarne tutti i componenti con prodotti adeguati alle nuove necessità meccanico-termiche degli edifici. Allo stesso tipo di esigenza meccanica si risponde con materiali completamente diversi? 2. Oltre a non ritenere corretta la colla cementizia nei sistemi radianti e sempre in linea con l’incongruenza della consuetudine costruttiva, analizziamo il sistema di posa della colla sbagliata, per comprendere come sia possibile accentuare l’impedenza termica invece di cambiare materiali e tecnica di posa. La posa viene eseguita con spatola dentata che crea micro camere d’aria sotto la mattonella creando l’isolante termico per eccellenza “aria incapsulata” come visionabile nelle immagini sotto, il problema che la quantità di aria arriva al 40% della superficie, se abbiamo utilizzato anche un massetto in terra umida stiamo creando una resistenza termica che si avvicina al valore dei materiali isolanti, incredibile che qualche impianto radiante funzioni bene. Oltre al problema termico c’è un’altra incongruenza, quella meccanica, infatti su un sistema dinamico applichiamo un piccolo strato di 3 mm di collante che però non copre tutta la superficie, ma circa il 60-70%; quindi in una condizione meccanica dinamica applichiamo una colla rigida e non su tutta la superficie, chiedendo alla parte applicata di lavorare oltre le sue possibilità, è come dare una data di scadenza ad un prodotto, non credete. Guardando le immagini sotto è facile comprendere quanto sopra scritto e quanto si è sbagliato in tanti anni, ma almeno adesso potremo ovviare e realizzare in futuro sistemi più coerenti con l’obbiettivo fissato. IMMAGINI DA CATOLOGO DI IMPORTANTI AZIENDE DEL SETTORE Colla a spatola dentata la tecnica nelle immagini è ineccepibile, ma se realizzata su un sistema radiante è totalmente errata. La posa a letto pieno è realizzabile con spatola liscia o con la apposizione di collante sia sul massetto che sulla mattonella, comunque con l’obbiettivo di no formare aria sotto pavimento e di avere una maggior superficie in adesione. L’UMIDITÀ DI RISALITA NEI SISTEMI RADIANTI A PAVIMENTO Il ponte termico è un difetto costruttivo molto poco tenuto da conto, ma le implicazioni conseguenti sono piuttosto rilevanti per la stabilità del sistema nel tempo, in oltre è causa di un altro importante difetto: la migrazione di vapore, tenuta in poco conto dai produttori di impianti radianti, è uno dei fenomeni che più danneggia questo sistema di climatizzazione radiante, il vapore all’interno del massetto può provocare i seguenti danni: - - Aumento delle dilatazioni termiche e delle crepe derivanti, il vapore quando si riscalda aumenta molto di volume; Spinta verso l’alto, data dal calore sviluppato, che tende a far distaccare il collante ed il pavimento di superficie dal massetto, in tempi più o meno diversi a seconda del collante e della finitura (più lento con rivestimenti rigidi, ceramica marmo gres ecc., più rapido con legno linoleum moquette ecc.; Nel caso la risalita interessi un premiscelato CAS è non lontana la possibilità di ETTRINGITE e di danni importanti causati dall’aumento di volume del massetto (anche 2 volte la sua dimensione originale); Formazione di muffe e licheni, ambiente insalubre; Enormi problemi risolutivi, bisogna asportare la pavimentazione e riposarla in maniera flottante, riducendo notevolmente la scelta della finitura possibile; Invasività ambientale ed inutilizzo dei locali. I ponti termici classici sono quelli che vengono realizzati perimetralmente dove spesso il pannelli isolante è molto, troppo distante dalla muratura. Durante la posa del massetto questo andrà a colmare gli spazi tra pannelli e muro, andando in contatto con le superficie dei materiali sottostanti, non isolati come il resto della pavimentazione, quindi differenza di temperatura e via a tutti i problemi sopracitati. Di questo penso che ci sia consapevolezza da parte degli installatori, ma c’è a chi non interessa perché ha dovuto abbassare il prezzo per prendere la commessa! L’umidità di risalita distacca la pavimentazione dal massetto di supporto senza alcuna difficoltà. Il problema grosso può innescarsi quando i materiali utilizzati non sono molto compatibili chimicamente. Parlo dei premiscelati CAS (contenenti cemento e gesso come mix di leganti) nati come “soluzione” per il miglioramento della stabilità dimensionale dei conglomerati cementizi in fase plastica, in via d’estinzione a causa della instabilità da successive idratazioni. In questi conglomerati spesso è possibile il verificarsi dell’Ettringite secondaria (quella distruttiva) che causa aumenti di volume e danneggiamento irreversibile degli ambienti che lo contengono. Il polietilene, gli igloo non areati, la carta Kraft, non sono barriere al vapore nel caso ci sia la possibilità di risalita di umidità dal terreno occorre una vera barriera al vapore (bitume, alluminio, bitume). Non considero una barriera al vapore continua nemmeno il rivestimento in polietilene dei pannelli isolanti porta-tubo. I PONTI TERMICI NEI SISTEMI RADIANTI Invece c’è poca consapevolezza del danno che la differenza di temperatura provoca in altre zone di contatto, questa volta con l’esterno. All’interno dell’edifico il muro perimetrale offre un po’ di resistenza alla temperatura esterna, quindi, anche se per me insufficiente, il giunto di dilatazione perimetrale funge un po’ anche da isolante termico, contando appunto sulla muratura, ma sulle porte che danno verso l’esterno? Guardiamo: zona calda in giallo, zona fredda in azzurro, non è quello che accade spesso? Perché la soglia non è quasi mai interrotta e a proteggere dalla temperatura esterna ci sono solo 10 mm di polipropilene (il giunto perimetrale, immagine in alto, che spesso viene asportato) ed il tubo radiante non viene quasi mai avvicinato alla soglia perché significherebbe una variazione della spirale del circuito e non si fa. Quindi in quella zona la muratura porta il tubo radiante mediamente a 20 cm dal contatto con la temperatura esterna. Condense, marmi che si macchiano, distacchi e rotture conseguenti sono quello che ci troveremo a dover affrontare. Certo sono piccoli difetti e piccole zone dell’edificio rispetto alle tonnellate di materiale utilizzati per costruirlo tutto, ma sono tutti questi piccoli particolari ad essere le insoddisfazioni del mercato, o meglio è la superficialità tecnica esecutrice che porta ai danni ed alle inefficienze energetiche e di comfort dell’esercizio. Quindi in questo caso aumenteremo lo spessore isolante termico anche dall’esterno, proteggendolo da radici ed insetti con teli, interrompendo la soglia con giunto in gomma(per ridurre il contatto termico della lastra passante esterno-interno) avvicinare un tubo del circuito alla soglie e tenere ben climatizzata la zona di contatto per ovviare a differenze di temperature tali da portare a condense e quanto scritto. Termine della prima parte delle infotech di D’Amico Geom.Piermatteo prodotte da QMIX srl.