Politecnico di Torino Laurea a Distanza in Ingegneria Meccanica – Corso di Macchine ESERCIZI SVOLTI Sono di seguito svolti gli Esercizi 4, 6 e 7 proposti al termine del Cap. 4 (Moto di un fluido aeriforme in un condotto). Tali esercizi non sono stati svolti, per motivi di tempo, in aula durante il tutorato: sono qui riportati come materiale integrativo per la preparazione dell’esonero. 4) Ad un ugello adiabatico, ma con resistenze passive non nulle, perviene azoto (k = 1.4, M = 28 kg / kmol) a 7 ata e 500 °C (c1 = 100 m / s). Sapendo che l’area della sezione di sbocco è pari a 2 cm2 e che le condizioni di adattamento si verificano per pressione di sbocco di 2 ata e 300 °C di temperatura, trovare la portata, la velocità di sbocco e il valore di LW. Soluzione Si può pensare di schematizzare l’ugello come segue: Q=0 p1 = 7 ata T1 = 773 K c1 = 100 m/s LW≠0 p2 = 2 ata T2 = 573 K A2 = 2 cm3 L’ugello si trova in condizioni adattate, ed è attraversato da azoto: k = 1.4 J k J 8314 . R = 1040 ℜ J ⇒ cP = kmol * K 297 = = = R − 1 k kg * K M kg * K kg 28 kmol L’evoluzione del gas all’interno dell’ugello può essere descritta da un’equazione politropica di esponente m: pVm = costante. Conoscendo le condizioni di pressione e temperatura all’ingresso ed all’uscita del condotto, è possibile determinare l’esponente della politropica: m − 1 ln(T2 / T1 ) = ⇒ m = 1.314 . m ln( p2 / p1 ) 4. MOTO DI UN FLUIDO AERIFORME IN UN CONDOTTO – Esercizi svolti. Pagina 1 Politecnico di Torino Laurea a Distanza in Ingegneria Meccanica – Corso di Macchine Applicando il primo principio della termodinamica tra la sezione di ingresso e quella di uscita del condotto (lavoro interno e scambi termici nulli), si ottiene: ( ∆i = c p T − T 0 0 2 ⇒ c2 = 0 1 ) c 22 − c12 = c p (T2 − T1 ) + =0 ⇒ 2 2c p (T1 − T2 ) + c12 = 652.7m / s . La portata in massa che fluisce attraverso l’ugello può essere calcolata facendo riferimento alla sezione di sbocco: & = ρ 2 A2 c 2 = p2 A2 c 2 = 0.15kg / s . m RT2 Il lavoro dissipato per attrito fluidodinamico può essere determinato applicando il primo principio della termodinamica in forma mista tra l’ingresso e l’uscita del condotto: Lw = Li − ∫ 2 1 m −1 m p c 2 − c12 m 2 vdp − ∆E c = − RT1 = 40.6kJ / kg . − 1 − 2 p1 m −1 2 Il lavoro dissipato si sarebbe potuto calcolare anche considerando il secondo principio della termodinamica: Q + Lw = c (T2 − T1 ) , dove c è il calore specifico (costante) caratteristico della trasformazione. Poiché c = cv m − k cP m − k J = = −203 , m −1 k m −1 kg * K essendo nulli gli scambi termici, si ottiene nuovamente Lw = 40.6 kJ/kg. Si noti come, considerando un’evoluzione di espansione, il calore specifico c sia risultato negativo. 6) Un diffusore adiabatico riceve aria (k = 1.4; R = 287 J / (kg*K)) a pressione 1.4 ata e temperatura 320 K, con velocità 250 m/s. Volendo ridurre la velocità a soli 50 m/s, calcolare la pressione raggiunta dall’aria in uscita al diffusore, sia nell’ipotesi di compressione isentropica sia nell’ipotesi di compressione reale con rendimento del diffusore pari a 0.9. Soluzione L’evoluzione nel diffusore può essere schematizzata come segue: 4. MOTO DI UN FLUIDO AERIFORME IN UN CONDOTTO – Esercizi svolti. Pagina 2 Politecnico di Torino Laurea a Distanza in Ingegneria Meccanica – Corso di Macchine Q=0 k =1.4 R = 287 J/(kg*K) p1 = 1.4 ata T1 = 320K c1 = 250 m/s p2 = ? T2 = ? c2 = 50 m/s a) Compressione isentropica Per ricavare la temperatura del gas all’uscita del diffusore, si può applicare il primo principio della termodinamica in forma locale tra la sezione 1 e la sezione 2: Q/ + L/ i = c p (T2,is c 22 − c12 c12 − c 22 − T1 ) + ⇒ T2,is = T1 + = 349.9K , 2 2c p con cp = k/(k-1)*R=1004.5 J/(kg*K). La pressione di uscita, pertanto, assumendo politropica l’evoluzione, vale: k p2,is T k −1 = p1 2 ,is = 1.914ata . T1 b) Compressione reale L’evoluzione reale (1→2), nel piano T-s, appare come in figura: La compressione è adesso caratterizzata da un rendimento di diffusione pari a 0.9. La temperatura di uscita del gas è uguale a quella che si avrebbe nel caso di evoluzione isentropica a parità di velocità di sbocco (1→2is, punto precedente). Infatti, applicando il primo principio della termodinamica in forma locale tra la sezione 1 e la sezione 2, si ottiene: Q/ + L/ i = c p (T2 − T1 ) + c 22 − c12 c 2 − c 22 ⇒ T2 = T1 + 1 = T2,is = 349.9K . 2 2c p La pressione del gas all’uscita dal diffusore è pertanto inferiore a quella calcolata nel punto precedente (p2<p2,is), dovendo essere T2=T2,is e s2>s2,is. 4. MOTO DI UN FLUIDO AERIFORME IN UN CONDOTTO – Esercizi svolti. Pagina 3 Politecnico di Torino Laurea a Distanza in Ingegneria Meccanica – Corso di Macchine L’evoluzione all’interno del diffusore può, al solito, essere assimilata ad una politropica. Se si conoscesse il valore del generico esponente m di tale politropica, sarebbe possibile calcolare immediatamente la p2: m T m−1 p2 = p1 2 . T1 L’esponente m, però, non è noto. Si può risalire al valore della p2, allora, sfruttando la definizione di rendimento di diffusione. Poiché l’effetto utile di un diffusore vuole essere l’aumento della pressione del fluido, si definisce rendimento del diffusore – fissate p1 e p2 – il rapporto tra l’incremento di entalpia ideale (isentropico) e quello effettivo. Con riferimento alla figura precedente: ηdiff = Si ricava pertanto i 2* is − i1 ( gas perfetto) T2* is − T1 = . i 2 − i1 T2 − T1 T2* is = T1 + ηdiff (T2 − T1 ) = 346.9K . Si osservi (e si provi a verificarlo) come, se l’evoluzione fosse isentropica (1→2*is), lo stesso incremento di pressione (p1→p2=p2*is) sarebbe ottenuto a spese di un aumento inferiore di temperatura e, dunque, di una minore diminuzione dell’energia cinetica. A questo punto, nota la T2*is, è possibile calcolare la p2: k p2 = p2* is T k −1 = p1 2* is = 1.857ata . T1 7) Un diffusore reale riceve nella sezione d’ingresso (area trasversale A = 100 cm2) aria (k = 1.4, cp = 1004 J / (kg*K)) alla velocità c1 = 300 m/s con p1 = 100 kPa e t1 = 30 °C. Nella sezione d’uscita la velocità dell’aria è pari a c2 = 30 m/s. L’evoluzione nel diffusore può essere considerata una politropica di esponente m = 1.5. Le resistenze passive nel diffusore dissipano un lavoro Lwd equivalente al 20% della variazione di energia cinetica nel diffusore stesso. Determinare la pressione in uscita al diffusore, l’area A2 trasversale della sezione di uscita, la quantità di calore Qe eventualmente scambiata nel diffusore con l’esterno (specificando se il diffusore è refrigerato o riscaldato). Soluzione L’evoluzione può essere schematizzata come segue: 4. MOTO DI UN FLUIDO AERIFORME IN UN CONDOTTO – Esercizi svolti. Pagina 4 Politecnico di Torino Laurea a Distanza in Ingegneria Meccanica – Corso di Macchine c1 = 300 m/s p1 = 1 bar T1 = 303K A1 = 100 cm2 Q=? k =1.4 cp = 1004 J/(kg*K) m = 1.5 p2 = ? A2 = ? c2 = 30 m/s Un’ulteriore informazione è fornita dal testo riguardo le perdite per attrito fluidodinamico: Lw = 20% ∆E c = −0.2 ⋅ ∆E c . Osservando i dati a disposizione, si nota come siano sufficienti all’applicazione (tra le sezioni 1 e 2) del primo principio della termodinamica ni forma mista: m −1 m c 2 − c12 p c 2 − c12 m 2 = − 1 + 2 − 0.2 2 Li = 0 = RT1 p1 2 2 m −1 ( Lw = −0.2 ∆Ec ) m −1 m c 2 − c12 p m 2 ⇒ = − 1 + 0.8 2 RT1 p1 2 m −1 m c 22 − c12 m −1 0 . 8 2 p2 = 1.468 ⇒ ⇒ = 1− m p1 RT1 1 m − ⇒ p2 = 1.468bar . Si può quindi calcolare la T2: p T2 = T1 2 p1 m −1 m = 344.4K . L’area della sezione di uscita si può a questo punto determinare dall’equazione della portata in massa: & = A2 ρ 2 c 2 = A1 ρ1c1 ⇒ A2 = m A1 ρ1c1 A1p1c1R/ T2 = = 774cm 2 . ρ 2c 2 R/ T1p2 c 2 Il calore scambiato dal fluido con l’esterno si calcola infine applicando il primo principio in forma euleriana tra ingresso ed uscita del condotto: c 22 − c12 ⇒ Q = −2984J / kg . Q + L/ i = c p (T2 − T1 ) + 2 Poiché il segno del calore scambiato è negativo, il diffusore è refrigerato . 4. MOTO DI UN FLUIDO AERIFORME IN UN CONDOTTO – Esercizi svolti. 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