BIOPOLIMERI Come ogni anno, pubblichiamo sul Magazine un articolo dedicato al Premio Nobel per la Chimica. Il Premio 2006 è stato assegnato a Roger Kornberg, figlio di un altro premio Nobel: Arthur. Entrambi gli scienziati si sono dedicati allo studio degli acidi nucleici, biopolimeri che svolgono numerose funzioni e non solo quella di “banca dati” della cellula. L’illustrazione del lavoro svolto da Roger Kornberg ci è stata gentilmente offerta, nell’articolo che segue, dalla Dott.ssa Bruna Scaggiante, biologa molecolare presso il Dipartimento di Biochimica, Biofisica e Chimica della Macromolecole dell’Università di Trieste, che ringrazio sentitamente. L’articolo di Bruna mette bene in risalto non solo le ricerche avanzate e la mole di lavoro svolta da Kornberg, ma anche la complessità dei meccanismi biochimici che presiedono a parte della sintesi delle proteine necessarie alla vita delle nostre cellule. Roberto Rizzo IL PREMIO NOBEL PER LA CHIMICA 2006 Bruna Scaggiante* l 4 ottobre 2006, Roger Kornberg, professore di medicina presso la Stanford University (California) e figlio d’arte del Premio Nobel Arthur Kornberg, ha ricevuto il prestigioso premio Nobel per la Chimica per il suo lavoro sulla trascrizione genetica degli eucarioti. Mentre il padre ha scoperto le DNA polimerasi ed il modo in cui l’informazione genetica è trasferita durante il processo della replicazione, il figlio Roger ha descritto nel dettaglio come negli eucarioti (cellule che hanno il nucleo) l’informazione genetica viene copiata dal DNA nell’RNA messaggero (mRNA) che poi sarà tradotto in proteine. La trascrizione è un processo enzimatico eseguito dalla RNA polimerasi che è controllato e regolato finemente per consentire alla cellula eucariotica di produrre solo le proteine di cui ha bisogno in base al suo fenotipo, al suo stadio di sviluppo e differenziamento. Le ricerche di R. Kornberg hanno posto le basi per comprendere l’enorme flessibilità del sistema di trascrizione degli eucarioti e come l’informazione I genetica sia selettivamente decodificata per portare alla specializzazione delle cellule dei diversi tessuti. Il professor Roger Kornberg con la tecnica della diffrazione su cristallo è riuscito a dare un’immagine reale del funzionamento della trascrizione * Dip. BBCM – Univ. Trieste, Via Licio Giorgieri 1, 34127 Trieste; E-mail: [email protected] 24 a livello molecolare. La comprensione dettagliata di come sono rese utilizzabili le informazioni contenute nel codice genetico negli eucarioti riveste un’importanza fondamentale per la scienza in quanto è alla base della comprensione della vita degli organismi superiori, uomo compreso. Kornberg, distinguendo molte delle interazioni tra i singoli atomi, è riuscito a fare una ricostruzione molecolare delle fasi essenziali del processo della trascrizione e, di conseguenza, ha contribuito in modo sostanziale a porre le basi per comprendere meglio le anomalie che conducono a molte malattie dell’uomo quali il cancro, le patologie cardiache e infiammazioni di vario tipo. Inoltre, è proprio il controllo della trascrizione uno dei meccanismi indispensabili perché cellule immature e indifferenziate come le staminali possano svilupparsi e trasformarsi in cellule adulte di tipo diverso e dalla funzione ben definita. Anche in questo caso, le ricerche di Kornberg potranno far progredire quelle sul controllo dello stato di differenziamento delle cellule staminali affinchè diventino strumenti terapeutici nell’ambito della rigenerazione tissutale in sostituzione dei trapianti d’organo e per la cura di patologie degenerative. La storia della comprensione della trascrizione negli eucarioti ebbe inizio nel 1959 con la scoperta di Weiss e Gladstone dell’enzima RNA polimerasi nei nuclei di fegato di ratto (Weiss and Gladstone, 1959). In seguito si passò allo studio nei procarioti per la difficoltà di purificazione della RNA polimerasi dal fegato dei ratti. Nel 1965 lo studio della regolazione della trascrizione nei batteri portò al Nobel Jacob, Monod e Lwoff. A lungo rimase il preconcetto che la struttura dei geni e l’apparato trascrizionale fosse lo stesso in tutte le cellule fino a quando non emerse che, al contrario dei batteri, negli eucarioti il DNA è legato a proteine che costringono la lunghissima catena del DNA a raggomitolarsi prima in nucleosomi ed infine in cromatina. La trascrizione in questi organismi doveva perciò avere alti livelli di regolazione per superare la complessità della struttura organizzata del DNA. Al contrario dei batteri, gli eucarioti hanno tre diverse RNA polimerasi (I, II e III) e tutti i geni che codificano per proteine sono trascritti dalla RNA polimerasi II (RNA pol II) che quindi doveva essere il principale bersaglio della regolazione della trascrizione. Durante gli anni 70 si dimostrò che la RNA pol II era composta da più subunità, ma al contrario di quella batterica, una volta purificata non era in grado di eseguire una trascrizione selettiva di un DNA. Nella RNA pol batterica era stata identificata una subunità detta sigma richiesta per riconoscere un promotore ed iniziare la trascrizione, che negli eucarioti non Figura 1: Processo di trascrizione. Bianco: RNA-polimerasi; Blu: elica del DNA; Rosso: filamento di RNA in crescita. c’era. L’unico modo per far attivare la trascrizione con la RNA pol II era metterla in presenza di un estratto cellulare e il frazionamento biochimico di tale estratto portò in evidenza fattori multipli che erano importanti per la trascrizione (Matsui et al., 1980). Questi furono chiamati fattori trascrizionali generali (General Transcription Factors, GTFs), cioè coinvolti nella trascrizione di tutti i geni (i.e. TFII B, D, E, F e H), e con queste proteine la RNA pol II era in grado di riconoscere il sito di inizio di un gene, separare i due filamenti di DNA, copiarne uno in mRNA ed alla fine riunire i due filamenti di DNA dietro a lei, mentre avanzava lungo il gene. Roger Kornberg iniziò a lavorare come studente di post-dottorato alla struttura della cromatina al MRC di Cambridge con Francis Crick e Aaron Klug. All’epoca, gli studi di diffrazione ai raggi X avevano dimostrato che la cromatina è formata di unità ripetitive di circa 100 Å. Nel 1974 Kornberg e Thomas (1974) dimostrarono che gli istoni H3 e H4 in soluzione formano un tetramero (H3)2(H4)2. Nello stesso anno Kornberg propose che l’unità di base della cromatina, il nucleosoma, fosse composto da un ottamero di istoni e da 200 paia di basi di DNA. Tornato nel suo laboratorio di Stanford, Kornberg continuò le sue ricerche per capire la regolazione della trascrizione usando come modello un eucariote semplice, il lievito di birra (Saccharomyces cerevisiae), e sviluppando con questo organismo un sistema di trascrizione in vitro che conteneva la RNA pol II altamente purificata, i fattori generali della trascrizione TFIIB, E, F e H e la TATA-binding protein (TBP) che però pro- 25 muovevano la trascrizione basale, ma non quella specifica. Questo portò alla scoperta inaspettata di un complesso multimerico di circa 20 proteine diverse, che fu chiamato Mediatore (Kelleher et al., 1990, Flanagan et al, 1991, Kim et al., 1994). Nel 1981 gli studi di Schaffner (Banerji et al., 1981) e Chambon (Moreau et al., 1981) avevano messo in evidenza che negli eucarioti alcuni elementi genici, detti enhancer, erano in grado di legare proteine attivatrici che modulavano la trascrizione di specifici geni. Il ruolo del Mediatore risultò quello di trasferire i segnali positivi e negativi sui siti di legame sul DNA per i fattori di trascrizione gene-specifici alla RNA pol II ed ai fattori di trascrizione generici. A questo punto era chiaro che mentre i batteri hanno repressori o attivatori trascrizionali che prendono contatto diretto con la RNA pol influenzandone il legame al promotore, negli eucarioti cromatina e Mediatore costituivano la base per la regolazione gene-specifica, ma non era ancora noto come questa regolazione poteva avvenire. Negli anni 1993-95 venne risolta la struttura cristallografica della TBP complessata con una regione di DNA contenente la sequenza nucleotidica consenso TATA, in complesso ternario con la TFIIB, definendo così il legame al promotore (Kim JL et al., 1993, Kim Y et al., 1993, Chasman et al., 1993, Nikolov et al., 1995). Kornberg intuì che la RNA pol II poteva essere la piattaforma sulla quale tutta la macchina trascrizionale veniva assemblata, ma la notevole grandezza molecolare della RNA pol II (12 subunità per complessivi 0.5 x 106 Da), la scarsità della quantità di proteina purificata, nonché l’instabilità del complesso proteico resero gli studi molto difficili. Per risolvere questo problema Kornberg pensò di utilizzare la microscopia elettronica e la risoluzione in 2-D delle proteine su doppio strato lipidico e poi combinare il tutto con la cristallografia a raggi X per ottenere dopo 20 anni di lavoro biochimico la struttura in 3-D delle proteine. Roger Kornberg grazie ai raggi X prodotti dalla sorgente di sincrotone di Stanford ed ai software sofisticati per la valutazione dei dati di diffrazione, ha risolto la struttura della RNA pol II. Inoltre ha capito a livello atomico come la RNA pol II si complessa con il DNA, con il suo prodotto l’mRNA e con i nucleotidi substrati, nonché con alcune proteine regolatrici. In particolare, grazie ai suoi studi si è avuta la prima comprensione a livello molecolare del meccanismo di riconoscimento del promotore, dell’inizio della trascrizione e di come l’ibrido DNA-RNA trasloca dopo l’aggiunta di un nucleotide, come il filamento neo-sintetizzato di mRNA viene separato dal DNA stampo e quali sono le basi strutturali per una selezione accurata del ribonucleotide entrante che deve essere complementare allo stampo del DNA. Il DNA degli eucarioti è assemblato attorno ad un ottamero di proteine istoniche che costituisce il nucleosoma e di per sé impedisce la sua trascrizione agendo quindi da repressore generale ma senza regolarne l’attivazione. Gli istoni possono essere modificati mediante acetilazioni, metilazioni e fosforilazioni di alcuni residui amminoacidici e quindi, cambiando la loro struttura, possono conseguentemente modificare l’accessibilità del DNA per la trascrizione. Tali modifiche sono la fase intermedia di un processo dinamico nel quale i nucleosomi sono continuamente rimossi dal promotore attivato e poi riassemblati grazie all’intervento di complessi proteici (Boeger H et al. 2005). La macchina trascrizionale ha tre componenti principali: una RNA polimerasi, capace di sintetizzare mRNA e provare la fedeltà degli appaiamenti del trascritto nascente, cinque fattori di trascrizione generali (TFIIB, D, E, F e H) che riconoscono il promotore e il complesso del Mediatore, che trasferisce le informazioni sulla regolazione da parte di proteine attivatrici o di repressori alla RNA pol II. Il Mediatore si trova solo negli eucarioti ed è perciò la chiave della complessa regolazione genica che sottende allo sviluppo ed al differenziamento degli organismi multicellulari; esso agisce come co-attivatore, co-repressore e fattore generale di trascrizione. In pratica il flusso secondo cui l’informazione di attivazione viene trasmessa è: enhancer->attivatore->Mediatore->RNA pol II->promotore. La macchina trascrizionale della RNA pol II è in totale un complesso di circa 60 subunità proteiche con più di 3 x 106 Da, che è perciò molto difficile da risolvere con analisi strutturali. Per questo motivo Kornberg si è soffermato a capire come funziona il cuore di questa macchina complessa, cioè la piattaforma dove tutti questi fattori si assemblano. Ci sono stati molti ostacoli tecnici da superare, come la cristallizzazione in 3-D su una matrice lipidica, e con un duro lavoro, iniziato nel 1971, è riuscito nel 2000 ad ottenere il primo cristallo e nel 2001 a pubblicare due lavori su Science (Cramer et al, 2001, Gnatt et al., 2001). L’alta omologia di sequenza tra la RNA pol II del lievito e quella dell’uomo, nonché l’elevata somiglianza strutturale e morfologica del Mediatore del lievito rispetto a quello dei mammiferi, ha reso questa scoperta importantissima per la comprensione di molti meccanismi molecolari legati a stati fisiologici e patologici delle cellule. Nella prima struttura che Kornberg ha risolto (Cramer et al., 2001; Gnatt et al., 2001) le due subunità maggiori della RNA pol II occupano il centro del sito di legame per gli acidi nucleici che 26 ha forma di fenditura, con molte delle subunità più piccole all’esterno ed una struttura ad alfa elica, che parte da una delle due subunità maggiori e passa a ponte attraverso il sito attivo dove avviene la formazione del legame fosfodiestereo e l’allungamento della catena di RNA. Nelle pubblicazioni successive del laboratorio di Kornberg, quasi una dozzina di nuovi cristalli di RNA pol II complessata con DNA, RNA, nucleotidi ed altre proteine hanno potuto dare la risposta a come avviene nel dettaglio la dinamica della trascrizione. Kornberg e collaboratori hanno costruito un modello di complesso di inizio della trascrizione con cinque fattori di trascrizione generali (Bushnell et al., 2004) mettendo in evidenza come questi fattori si legano direttamente al promotore a doppio filamento, mentre la RNA polimerasi può legare il DNA solo dopo la separazione dei due filamenti. La struttura del complesso di trascrizione subito dopo l’allungamento della catena di mRNA, e prima della traslocazione dell’ibrido DNA-RNA, mostra la molecola di polimerasi che si ferma in un sito specifico sullo stampo di DNA trattenendo uno dei quattro ribonucleotidi. Il DNA svolto e 9 paia di basi di ibrido DNA-RNA stanno nel centro attivo della regione di trascrizione. Il problema di come fattori intrinseci od estrinseci regolino la trascrizione negli eucarioti risiede nei bersagli delle proteine regolatrici ed il fattore che funge da intermediario è il Mediatore, un complesso di proteine che si interpone tra la RNA pol II e le proteine regolatrici (Kornberg R, 2005). La trascrizione si attiva solo in presenza di un attivatore e del Mediatore, essendo quest’ultimo richiesto per la trascrizione da quasi tutti i promotori della RNA pol II. La comprensione dell’interazione diretta tra attivatori e Mediatore deriva dagli studi sulla trascrizione nella tiroide dove il recettore per l’ormone della tiroide è stato isolato sottoforma di complesso con il Mediatore in cellule indotte da stimolazione ormonale. In pratica il Mediatore attraverso la sua interazione con l’attivatore promuove la formazione di un complesso con la RNA polimerasi II e i fattori generali di trascrizione. Il Mediatore ha ovviamente anche un ruolo nella repressione della trascrizione, ma molto meno chiaro in quanto la limitazione maggiore nello studio di tale meccanismo è la mancanza di un sistema di induzione di repressione specifica in vitro, data l’abbondanza di repressori generici. È plausibile che il Mediatore partecipi anche ad eventi come il rimodellamento della cromatina del promotore prima che il complesso di inizio della trascrizione si assembli sul DNA. Si pensa che il Mediatore rimanga sul promotore insieme ai GTF seguendo le fasi iniziali del processo e dirigendo anche un nuovo reiinizio di trascrizione. Su questo complesso multiproteico e sulle sue funzioni rimane ancora molto da chiarire. La recente espressione e purificazione delle molecole funzionali principali che compongono il Meiatore ha portato alla scoperta che questo in complesso ci sono 7 subunità corrispondenti a 223 kDa (Tagaki et al., 2006) e l’interazione tra queste e la RNA pol II richiede la presenza del fattore generale TFIIF. In futuro lo studio cristallografico dell’interazione tra la RNA pol II ed il complesso del Mediatore potrà chiarire meglio tali interazioni molecolari e perciò aggiungere ulteriori dettagli sulla regolazione della trascrizione. Sito web: Roger Kornberg: http://kornberg.stanford.edu/ Filmato del processo di trascrizione: http://www.dnalc.org/home.html. BIBLIOGRAFIA 1 2 3 4 Figura 2: DNA polimerasi. 27 Banerji, J., Rusconi, S. and Schaffner, W. (1981) Expression of a a-globin gene is enhanced by remote SV40 DNA sequences. Cell 27, 299-308. Batada, N.N., Westover, K.D., Bushnell, D.A., Levitt, M. and Kornberg, R.D. 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Essa si colora intensamente con i coloranti basici (blu di metilene, ematossilina) utilizzati comunemente negli studi istologici. La cromatina è formata dal DNA avvolto su gruppi di proteine dette istoni (proteine basiche) e non-istoni (proteine neutre o acide, più o meno fosforilate); esso è poi ripiegato in vario modo. Utilizzando particolari tecniche, è possibile svolgere questi “rocchetti” di acido nucleico; al microscopio elettronico allora si osserva una tipica struttura a forma di collana, in cui al “filo” di acido nucleico sono attaccate le proteine. DNA o acido desossiribonucleico. Polimero organico presente nelle cellule di tutti gli organismi viventi e appartenente alla classe degli acidi nucleici. Ogni nucleotide è formato da tre parti: una molecola di uno zucchero (desossiribosio) cui sono legati un gruppo fosfato ed una base azotata del gruppo delle purine (adenina, A; guanina, G) o delle pirimidine (citosina, C; timina, T). Il legame tra un nucleotide e il successivo è un legame fosfodiestere: l’atomo di carbonio in 3’ sull’anello del desossiribosio lega il gruppo -OH di un residuo fosforico che, a sua volta, lega in posizione 5’ l’anello di ribosio appartenente al monomero adiacente. Di solito il DNA è a doppio filamento: è formato, cioè, da due catene (eliche) orientate in verso opposto, unite da legami idrogeno tra le basi azotate. Il DNA svolge un ruolo fondamentale di controllo dell’attività della cellula in quanto costituisce i geni dell’organismo e attraverso questi presiede alla sintesi delle proteine. Tratti di molecole di DNA, avvolgendosi su particolari proteine dette istoni, formano i cromosomi. 28 DNA polimerasi. Enzima in grado di sintetizzare un filamento di DNA utilizzando come template un altro filamento di DNA, generando quindi un filamento complementare al primo nel processo di replicazione. Le differenze fra le polimerasi delle varie specie viventi sono piuttosto piccole rispetto alla diversità biologica degli organismi cui appartengono. Nucleosoma. Unità di strutturazione fondamentale della cromatina, è costituito dagli istoni ed ha la forma di una piccola sfera. Serve a compattare il DNA in una cellula eucariota. RNA o acido ribonucleico. Polimero organico simile per composizione al DNA in cui lo zucchero è il ribosio e le basi azotate sono purine (adenina, A; guanina, G) o pirimidine (citosina, C; uracile, U). Questo acido nucleico, presente negli eucarioti, nei procarioti e in alcuni virus, è di solito a filamento singolo e non è in grado di replicarsi da solo (come il DNA); i diversi tipi di RNA sono elaborati a partire da un filamento di DNA, che agisce da template, attraverso un processo detto trascrizione. Nei procarioti e negli eucarioti, l’RNA è presente in diverse forme, ciascuna delle quali adibita ad una funzione specifica: RNA messaggero (mRNA, mediatore dell’informazione genetica tra DNA ed amminoacidi) che presiede alla sintesi delle proteine, che avviene mediante la traduzione; RNA di trascrizione (tRNA, necessario per la traduzione nei ribosomi) e RNA ribosomiale (rRNA, entra nella struttura dei ribosomi) che si legano a molecole proteiche e formano i ribosomi, organuli delle cellule procarioti ed eucarioti. Eucarioti e Procarioti. Gli Eucarioti (la maggior parte delle specie di organismi viventi) sono costituti da cellule compartimentate in cui le regioni che presiedono alle diverse funzioni sono delimitate da membrane interne. In particolare, la membrana nucleare delimita una porzione in cui si trova il materiale genetico che controlla le attività della cellula stessa. Nei Procarioti (es., batteri) il materiale nucleare è disperso nel citoplasma (sostanza presente nelle cellule di tutti i viventi e separata dall’ambente circostante da una membrana cellulare) e le varie funzioni cellulari sono svolte da complessi molecolari ed enzimi. Gene. Unità ereditaria degli organismi viventi. I geni sono contenuti nel genoma di un organismo, che può essere composto di DNA o di RNA, e dirigono lo sviluppo fisico e comportamentale dell’organismo. La maggior parte dei geni codifica proteine, le macromolecole maggiormente coinvolte nei processi biochimici e metabolici della cellula. GTFs (General Transcription Factors). Fattori di trascrizione delle proteine: sono coinvolti nel processo di trascrizione dei geni e presiedono a vari processi indispensabili per mantenere in vita gli organismi viventi. Ad esempio, la trascrizione è uno dei meccanismi che fa sì che cellule immature e indifferenziate quali le staminali possano svilupparsi e trasformarsi in cellule adulte di tipo diverso e dalla funzione ben definita. Traduzione. Sintesi proteica (nota anche come traduzione genica) che costituisce la seconda fase del processo in cui l’informazione contenuta nel DNA dei geni viene convertita in proteine che svolgono nella cellula un’ampia gamma di funzioni. Nella sintesi proteica un filamento di RNA messaggero, prodotto a partire da un gene sul DNA attraverso il processo di trascrizione, è usato come template per la produzione di una specifica proteina. La relazione tra triplette di basi dell’RNA e gli amminoacidi delle proteine è definito codice genetico. Istoni. Proteine basiche, tipiche degli organismi eucarioti, che interagiscono con il DNA. Sono una delle famiglie di proteine meglio evolutivamente conservate in tutti gli eucarioti. Il ruolo fondamentale degli istoni è quello di organizzare il DNA, compattare la cromatina e il DNA, in modo tale che possa essere conservati dalle cellule nel volume ristretto del nucleo. Trascrizione. Processo mediante il quale le informazioni contenute nel DNA vengono trascritte enzimaticamente in una molecola complementare di RNA. Nel caso in cui il DNA codifichi una proteina, la trascrizione è l’inizio del processo che porta, attraverso la produzione intermedia di un mRNA, alla sintesi di peptidi o proteine funzionali. *Fonti: http://it.wikipedia.org; en.wikipedia.org; Microsoft® Encarta® 2006 [CD]. Microsoft Corporation 2005 29