COMPOSIZIONE DELLA MATERIA – STRUTTURA DELL`ATOMO

COMPOSIZIONE DELLA MATERIA – STRUTTURA DELL’ATOMO
URANIO
1. è un metallo bianco argento;
2. in natura si trova abbondante l’uranio 238 (simbolo chimico 238U), un isotopo dell’uranio;
3. un qualunque elemento chimico può avere diversi isotopi,
cioè si può presentare con atomi diversi: questi hanno sempre
lo stesso numero di protoni (ed elettroni) ma diverso numero di neutroni dentro il nucleo;
4. l’isotopo utilizzato nelle centrali nucleari è l’uranio 235
(simbolo chimico 235U), sia il 238 che il 235 si trovano
all’interno delle rocce contenenti uranio (il 238 per il 99% del
totale, il 235 per lo 0,7%).
Nucleo 235U
92 protoni + 143 neutroni
5. il processo di Arricchimento consiste nell’eliminare una certa quantità di Uranio 238 da quello estratto per aumentare la percentuale di
Uranio 235 (dallo 0,7% a oltre il 3%); in tal modo si ottiene il materiale fissile (divisibile) utilizzato nelle centrali termonucleari sotto
forma di piccole pastiglie (immagine accanto).
Nucleo 238U
92 protoni + 146 neutroni
L’inquinamento radioattivo
Una volta usato come “combustibile”, le pastiglie uranio delle centrali nucleari diventano scorie fortemente radioattive: emettono cioè radiazioni nocive per la salute degli organismi viventi (animali e vegetali), precisamente raggi alfa e raggi beta (sotto forma di particelle) e raggi gamma (sotto
forma di radiazioni elettromagnetiche).
Dove mettere le scorie radioattive?
Il problema principale è che le scorie delle centrali sono radioattive per migliaia di anni, per
questo pericolosissime.
Negli anni le scorie, appositamente chiuse in
contenitori a tenuta stagna, sono conservate in
appositi centri di stoccaggio tenute sotto
controllo costantemente.
Una possibile soluzione è quella di seppellire le scorie nella profondità di vecchie miniere in disuso, poiché eventuali perdite di radiazioni sarebbero schermate dalla roccia circostante.
Il problema è che questa gallerie si dovrebbero trovare in zone
geologicamente stabili (senza terremoti) per evitare la rottura
dei contenitori e senza la presenza di falde acquifere sotterranee, per evitare possibili inquinamenti in caso di perdite.