E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Vlacci Fabio Dipartimento di Matematica “U. Dini”, Università di Firenze Viale Morgagni 67/A, 50134 - Firenze, Italy, [email protected] April 20, 2016 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Terminologia I In un esperimento ogni risultato delle caratteristiche osservabili dell’esperimento si dice esito. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Terminologia I I In un esperimento ogni risultato delle caratteristiche osservabili dell’esperimento si dice esito. Se un esperimento può essere ripetuto si dice prova ogni singola esecuzione dell’esperimento. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Terminologia I I I In un esperimento ogni risultato delle caratteristiche osservabili dell’esperimento si dice esito. Se un esperimento può essere ripetuto si dice prova ogni singola esecuzione dell’esperimento. Un evento è un insieme di esiti. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Terminologia I I I In un esperimento ogni risultato delle caratteristiche osservabili dell’esperimento si dice esito. Se un esperimento può essere ripetuto si dice prova ogni singola esecuzione dell’esperimento. Un evento è un insieme di esiti. I singoli esiti sono anche detti eventi elementari e, in questo senso, un evento è anche detto evento composto (da eventi elementari)). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Terminologia I I I I I In un esperimento ogni risultato delle caratteristiche osservabili dell’esperimento si dice esito. Se un esperimento può essere ripetuto si dice prova ogni singola esecuzione dell’esperimento. Un evento è un insieme di esiti. I singoli esiti sono anche detti eventi elementari e, in questo senso, un evento è anche detto evento composto (da eventi elementari)). Un esito o un evento di un esperimento si dicono casuali o aleatori se non è possibile prevederne il verificarsi a priori in modo certo. La totalità degli eventi elementari associati ad un esperimento è lo spazio campionario dell’esperimento. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Terminologia I I I I I In un esperimento ogni risultato delle caratteristiche osservabili dell’esperimento si dice esito. Se un esperimento può essere ripetuto si dice prova ogni singola esecuzione dell’esperimento. Un evento è un insieme di esiti. I singoli esiti sono anche detti eventi elementari e, in questo senso, un evento è anche detto evento composto (da eventi elementari)). Un esito o un evento di un esperimento si dicono casuali o aleatori se non è possibile prevederne il verificarsi a priori in modo certo. La totalità degli eventi elementari associati ad un esperimento è lo spazio campionario dell’esperimento. evento A → A ⊂ S spazio campionario Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi compatibili o incompatibili I Due eventi di un fenomeno aleatorio si dicono mutuamente esclusivi o incompatibili se il verificarsi di uno dei due eventi esclude il verificarsi dell’altro; altrimenti gli eventi si dicono compatibili. evento A → A ⊂ S spazio campionario evento B → B ⊂ S spazio campionario Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi compatibili o incompatibili I Due eventi di un fenomeno aleatorio si dicono mutuamente esclusivi o incompatibili se il verificarsi di uno dei due eventi esclude il verificarsi dell’altro; altrimenti gli eventi si dicono compatibili. evento A → A ⊂ S spazio campionario evento B → B ⊂ S spazio campionario A è incompatibile con B se e solo se A ∩ B = ∅ Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità Secondo Jacob Bernoulli (uno dei pionieri dello studio del calcolo delle probabilità assieme ai (quasi) contemporanei Blaise Pascal, Pierre Fermat e Christian Huygens) la probabilità di un evento è il grado di fiducia che lo sperimentatore ripone nel verificarsi di quell’evento nel corso di una prova dell’esperimento. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità Secondo Jacob Bernoulli (uno dei pionieri dello studio del calcolo delle probabilità assieme ai (quasi) contemporanei Blaise Pascal, Pierre Fermat e Christian Huygens) la probabilità di un evento è il grado di fiducia che lo sperimentatore ripone nel verificarsi di quell’evento nel corso di una prova dell’esperimento. Generalmente questo grado di fiducia lo si esprime in una scala normalizzata tra 0 e 1 (compresi) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità: possibili accezioni (PASCAL ) In un esperimento consistente di N esiti di cui NA favorevoli all’evento A, la probabilità del verificarsi di A è il rapporto NA /N, purché tutti gli N esiti abbiano la stessa probabilità (ovvero siano equiprobabili). I ACCEZIONE CLASSICA Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità: possibili accezioni (PASCAL ) In un esperimento consistente di N esiti di cui NA favorevoli all’evento A, la probabilità del verificarsi di A è il rapporto NA /N, purché tutti gli N esiti abbiano la stessa probabilità (ovvero siano equiprobabili). I ACCEZIONE CLASSICA I ACCEZIONE FREQUENTISTA ( VON M ISES ) La probabilità del verificarsi di un evento A in un esperimento ripetibile è il rapporto nA /n, dove nA rappresenta il numero di volte in cui l’evento A si verifica in n prove ripetute dello stesso esperimento, purché n sia sufficientemente grande da rendere approssimativamente costante il rapporto nA /n. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità: possibili accezioni (PASCAL ) In un esperimento consistente di N esiti di cui NA favorevoli all’evento A, la probabilità del verificarsi di A è il rapporto NA /N, purché tutti gli N esiti abbiano la stessa probabilità (ovvero siano equiprobabili). I ACCEZIONE CLASSICA I ACCEZIONE FREQUENTISTA ( VON M ISES ) La probabilità del verificarsi di un evento A in un esperimento ripetibile è il rapporto nA /n, dove nA rappresenta il numero di volte in cui l’evento A si verifica in n prove ripetute dello stesso esperimento, purché n sia sufficientemente grande da rendere approssimativamente costante il rapporto nA /n. I ACCEZIONE SOGGETIVISTA ( DE F INETTI ) La probabilità del verificarsi di un evento A è una misura del livello di convinzione o conoscenza dell’osservatore circa la verità del verificarsi di A. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un esempio “storico” Nel lancio di tre dadi a sei facce (o gioco della zara) è più probabile l’uscita del 9 o del 10? Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un esempio “storico” Nel lancio di tre dadi a sei facce (o gioco della zara) è più probabile l’uscita del 9 o del 10? I Terne totali: 63 = 216 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un esempio “storico” Nel lancio di tre dadi a sei facce (o gioco della zara) è più probabile l’uscita del 9 o del 10? I Terne totali: 63 = 216 I Terne favorevoli al 9 {6, 2, 1}, {5, 3, 1}, {5, 2, 2}, {4, 4, 1}, {4, 3, 2}, {3, 3, 3} I Terne favorevoli al 10 {6, 3, 1}, {5, 3, 2}, {6, 2, 2}, {5, 4, 1}, {4, 4, 2}, {4, 3, 3} Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ 9 = 5+3+1=5+1+3=3+5+1= = 1+5+3=1+3+5=3+1+5 9 = 5+2+2=2+5+2=2+2+5 9 = 3+3+3 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Ogni terna con numeri diversi va computata 6 = 3! volte (tante quante sono le permutazioni di 3 oggetti distinti). Ogni terna di numeri con due cifre uguali va computata 3 = 3!/2! volte (tante quante sono le permutazioni di 3 oggetti di cui due uguali). La terna {3, 3, 3} e‘ unica (ci sono 3!/3!=1 permutazione). Ne segue che le terne favorevoli al 10 sono 27, quelle favorevoli al 9 sono 25, per cui la probabilità (nell’accezione classica) di uscita del 10 è 27/216, mentre la probabilità (nell’accezione classica) di uscita del 9 è 25/216<27/216. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità: teoria assiomatica Seguendo l’approccio di Kolmogorov, ad ogni evento A di un esperimento associamo un sottoinsieme A dello spazio campionario S. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità: teoria assiomatica Seguendo l’approccio di Kolmogorov, ad ogni evento A di un esperimento associamo un sottoinsieme A dello spazio campionario S. Si dice che l’evento A in una prova dell’esperimento si verifica se si ottiene un esito o risultato dell’esperimento che appartiene a A. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità: teoria assiomatica Seguendo l’approccio di Kolmogorov, ad ogni evento A di un esperimento associamo un sottoinsieme A dello spazio campionario S. Si dice che l’evento A in una prova dell’esperimento si verifica se si ottiene un esito o risultato dell’esperimento che appartiene a A. Tuttavia per definire la probabilità del verificarsi di A una volta identificato con A, è necessario supporre che la famiglia F di insiemi associati agli eventi sia sufficientemente ampia per effettuare delle elementari operazioni insiemistiche. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Algebra d’insiemi Le richieste per F sono le seguenti 1. S ∈ F Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Algebra d’insiemi Le richieste per F sono le seguenti 1. S ∈ F 2. se A ∈ F allora S \ A := Ac ∈ F Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Algebra d’insiemi Le richieste per F sono le seguenti 1. S ∈ F 2. se A ∈ F allora S \ A := Ac ∈ F 3. se A, B ∈ F allora A ∪ B ∈ F Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Algebra d’insiemi Le richieste per F sono le seguenti 1. S ∈ F 2. se A ∈ F allora S \ A := Ac ∈ F 3. se A, B ∈ F allora A ∪ B ∈ F Se si assume che la 3) valga per una unione numerabile d’insiemi allora F si dice una σ-algebra d’insiemi. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità come funzione d’insieme Presa una famiglia d’insiemi F con le proprietà appena descritte, si definisce probabilità ogni funzione P:F →R che soddisfa le seguenti proprietà 1. P(A) ≥ 0 ∀A ∈ F Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità come funzione d’insieme Presa una famiglia d’insiemi F con le proprietà appena descritte, si definisce probabilità ogni funzione P:F →R che soddisfa le seguenti proprietà 1. P(A) ≥ 0 ∀A ∈ F 2. P(S) = 1 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità come funzione d’insieme Presa una famiglia d’insiemi F con le proprietà appena descritte, si definisce probabilità ogni funzione P:F →R che soddisfa le seguenti proprietà 1. P(A) ≥ 0 ∀A ∈ F 2. P(S) = 1 3. P(A ∪ B) = P(A) + P(B) ∀A, B ∈ F tali che A ∩ B = ∅. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune osservazioni Se F è una σ-algebra, allora la 3) può essere generalizzata in questo modo P [ j∈N Aj = X P(Aj ) ∀Aj ∈ F tali che Aj ∩ Ak = ∅ se j 6= k . j∈N Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze Dato che S ∈ F e P(S) = 1 dalla 3) segue che ∅ ∈ F e P(∅) = 0 in quanto S = S ∪ ∅ e S ∩ ∅ = ∅. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze Dato che S ∈ F e P(S) = 1 dalla 3) segue che ∅ ∈ F e P(∅) = 0 in quanto S = S ∪ ∅ e S ∩ ∅ = ∅. A S è associato l’evento certo, mentre ∅ è associato all’evento impossibile. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze Dato che S ∈ F e P(S) = 1 dalla 3) segue che ∅ ∈ F e P(∅) = 0 in quanto S = S ∪ ∅ e S ∩ ∅ = ∅. A S è associato l’evento certo, mentre ∅ è associato all’evento impossibile. Inoltre P(A) ≤ 1 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze Dato che S ∈ F e P(S) = 1 dalla 3) segue che ∅ ∈ F e P(∅) = 0 in quanto S = S ∪ ∅ e S ∩ ∅ = ∅. A S è associato l’evento certo, mentre ∅ è associato all’evento impossibile. Inoltre P(A) ≤ 1 in quanto 1 = P(S) = P(A ∪ Ac ) = P(A) + P(Ac ) essendo A ∩ Ac = ∅ e risulta P(Ac ) ≥ 0. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze In generale dati A, B ∈ F (non necessariamente disgiunti e quindi associati ad eventi mutuamente esclusivi) risulta P(A ∪ B) = P(A) + P(B) − P(A ∩ B) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze In generale dati A, B ∈ F (non necessariamente disgiunti e quindi associati ad eventi mutuamente esclusivi) risulta P(A ∪ B) = P(A) + P(B) − P(A ∩ B) Infatti A ∪ B = A ∪ (B \ A) con Vlacci Fabio A ∩ (B \ A) = ∅ E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze In generale dati A, B ∈ F (non necessariamente disgiunti e quindi associati ad eventi mutuamente esclusivi) risulta P(A ∪ B) = P(A) + P(B) − P(A ∩ B) Infatti A ∪ B = A ∪ (B \ A) con A ∩ (B \ A) = ∅ ed inoltre (B \ A) ∪ (A ∩ B) = B con (B \ A) ∩ (A ∩ B) = ∅. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Alcune conseguenze Pertanto P(A ∪ B) = P(A ∪ (B \ A)) = P(A) + P(B \ A) = = P(A) + P(B) − P(A ∩ B) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi indipendenti Si dice che l’evento A è indipendente dall’evento B se la probabilità del verificarsi di A non dipende dal fatto che B si sia verificato o meno. Due eventi che non sono indipendenti si dicono dipendenti. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi indipendenti Si dice che l’evento A è indipendente dall’evento B se la probabilità del verificarsi di A non dipende dal fatto che B si sia verificato o meno. Due eventi che non sono indipendenti si dicono dipendenti. Se A e B sono eventi indipendenti la probabilità che si verifichino entrambi ovvero che si verifichi l’evento A ∧ B (cui è associato l’insieme A ∩ B ⊆ S) è data da P(A) · P(B) = P(A ∩ B) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi indipendenti Siano A e B due eventi indipendenti cui associamo rispettivamente i sottoinsiemi A ⊆ S e B ⊆ S dello spazio campionario S. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi indipendenti Siano A e B due eventi indipendenti cui associamo rispettivamente i sottoinsiemi A ⊆ S e B ⊆ S dello spazio campionario S. Allora P(Ac ∩ B) = P(Ac )P(B) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi indipendenti Siano A e B due eventi indipendenti cui associamo rispettivamente i sottoinsiemi A ⊆ S e B ⊆ S dello spazio campionario S. Allora P(Ac ∩ B) = P(Ac )P(B) Infatti da B =S∩B Vlacci Fabio e S = A ∪ Ac E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Eventi indipendenti Siano A e B due eventi indipendenti cui associamo rispettivamente i sottoinsiemi A ⊆ S e B ⊆ S dello spazio campionario S. Allora P(Ac ∩ B) = P(Ac )P(B) Infatti da B =S∩B e S = A ∪ Ac si ricava (usando le formule di de Morgan per gli insiemi) B = (A ∪ Ac ) ∩ B = (A ∩ B) ∪ (Ac ∩ B). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Essendo (A ∩ B) ∩ (Ac ∩ B) = ∅ si ricava (sfruttando la supposta indipendenza degli eventi A, B P(B) = P(A ∩ B) + P(Ac ∩ B) = P(A)P(B) + P(Ac ∩ B) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Essendo (A ∩ B) ∩ (Ac ∩ B) = ∅ si ricava (sfruttando la supposta indipendenza degli eventi A, B P(B) = P(A ∩ B) + P(Ac ∩ B) = P(A)P(B) + P(Ac ∩ B) da cui P(Ac ∩ B) = P(B) − P(A)P(B) = (1 − P(A))P(B) = P(Ac )P(B). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità condizionata Sia dato uno spazio campionario S e una funzione P di probabilità (quindi una funzione d’insieme sulla famiglia F di opportuni sottoinsiemi di S soddidfacente gli assiomi di Kolmogorov). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità condizionata Sia dato uno spazio campionario S e una funzione P di probabilità (quindi una funzione d’insieme sulla famiglia F di opportuni sottoinsiemi di S soddidfacente gli assiomi di Kolmogorov). Fissato M ⊆ S con la condizione che M ∈ F e P(M) > 0 (ovvero che P(M) 6= 0), poniamo PM la funzione così definita PM (A) := Vlacci Fabio P(A ∩ M) P(M) E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Probabilità condizionata Sia dato uno spazio campionario S e una funzione P di probabilità (quindi una funzione d’insieme sulla famiglia F di opportuni sottoinsiemi di S soddidfacente gli assiomi di Kolmogorov). Fissato M ⊆ S con la condizione che M ∈ F e P(M) > 0 (ovvero che P(M) 6= 0), poniamo PM la funzione così definita PM (A) := P(A ∩ M) P(M) (che si dice, in breve, “probabilità di A dato M” e si indica anche con P(A|M)). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Proposizione La funzione PM definita sulla famiglia F di sottoinsiemi di S verifica i tre assiomi di Kolmogorov Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Proposizione La funzione PM definita sulla famiglia F di sottoinsiemi di S verifica i tre assiomi di Kolmogorov Infatti essendo P una probabilità (e P(M) > 0) 1. PM (A) = Vlacci Fabio P(A ∩ M) ≥0 P(M) E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Proposizione La funzione PM definita sulla famiglia F di sottoinsiemi di S verifica i tre assiomi di Kolmogorov Infatti essendo P una probabilità (e P(M) > 0) 1. PM (A) = P(A ∩ M) ≥0 P(M) Da S ∩ M = M si ricava 2. PM (S) = P(S ∩ M) P(M) = =1 P(M) P(M) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Infine, se A ∩ B = ∅, 3. PM (A ∪ B) = = P((A ∪ B) ∩ M) P[(A ∩ M) ∪ (B ∩ M)] = = P(M) P(M) P[(A ∩ M) PB ∩ M)] + = PM (A) + PM (B). P(M) P(M) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Teorema Probabilità Totale Proposizione Si consideri una partizione finita dello spazio campionario S, ossia sia dato un numero finito di sottoinsiemi di S, siano essi B1 , B2 , . . . , Bm , tali che Bi ∩ Bj = ∅ i 6= j B1 ∪ B2 ∪ . . . ∪ Bm = S. Allora se A ⊆ S risulta P(A) = P(A|B1 )P(B1 ) + P(A|B2 )P(B2 ) + . . . + P(A|Bm )P(Bm ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Infatti da A=A∩S =A∩ m [ j=0 Vlacci Fabio Bj = m [ A ∩ Bj j=0 E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Infatti da A=A∩S =A∩ m [ j=0 Bj = m [ A ∩ Bj j=0 essendo (A ∩ Bi ) ∩ (A ∩ Bj ) = ∅ i 6= j Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Infatti da A=A∩S =A∩ m [ j=0 Bj = m [ A ∩ Bj j=0 essendo (A ∩ Bi ) ∩ (A ∩ Bj ) = ∅ i 6= j si conclude che P(A) = P(A ∩ B1 ) + P(A ∩ B2 ) + . . . + P(A ∩ Bm ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Infatti da A=A∩S =A∩ m [ j=0 Bj = m [ A ∩ Bj j=0 essendo (A ∩ Bi ) ∩ (A ∩ Bj ) = ∅ i 6= j si conclude che P(A) = P(A ∩ B1 ) + P(A ∩ B2 ) + . . . + P(A ∩ Bm ) ossia, per il fatto che P(A ∩ BJ ) = P(A|Bj )P(Bj ), P(A) = P(A|B1 )P(B1 ) + P(A|B2 )P(B2 ) + . . . + P(A|Bm )P(Bm ). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Formula di Bayes Se P(B) 6= 0 da P(A|B) = P(A ∩ B) P(B) e dal fatto che A ∩ B = B ∩ A si conclude che P(A|B)P(B) = P(B ∩ A) = P(B|A)P(A) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Formula di Bayes Se P(B) 6= 0 da P(A|B) = P(A ∩ B) P(B) e dal fatto che A ∩ B = B ∩ A si conclude che P(A|B)P(B) = P(B ∩ A) = P(B|A)P(A) ossia, se P(A) 6= 0, P(B|A) = Vlacci Fabio P(A|B)P(B) P(A) E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Teorema di Bayes Mettendo assieme la Formula di Bayes con il Teorema della Probabilità Totale si ricava Proposizione Sia A ⊆ S tale che P(A) > 0 e si consideri una partizione finita {B1 , B2 , . . . , Bm } dello spazio campionario S. Allora per ogni j = 1, . . . , m si ha P(Bj |A) = P(A|Bj )P(Bj ) m P . P(A|Bk )P(Bk ) k =1 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici M − soggetti sani M + soggetti malati Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici M − soggetti sani M + soggetti malati T − test negativo T + test positivo Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici M − soggetti sani M + soggetti malati T − test negativo T + test positivo Si dice specificità del test la probabilità di T − dato M − ossia P(T − |M − ). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici M − soggetti sani M + soggetti malati T − test negativo T + test positivo Si dice specificità del test la probabilità di T − dato M − ossia P(T − |M − ). Si dice sensibilità del test la probabilità di T + dato M + ossia P(T + |M + ). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici M − soggetti sani M + soggetti malati T − test negativo T + test positivo Si dice specificità del test la probabilità di T − dato M − ossia P(T − |M − ). Si dice sensibilità del test la probabilità di T + dato M + ossia P(T + |M + ). P(T − ∩ M − ) Specificità= P(T − |M − ) = P(M − ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici M − soggetti sani M + soggetti malati T − test negativo T + test positivo Si dice specificità del test la probabilità di T − dato M − ossia P(T − |M − ). Si dice sensibilità del test la probabilità di T + dato M + ossia P(T + |M + ). P(T − ∩ M − ) Specificità= P(T − |M − ) = P(M − ) Sensibilità= P(T + |M + ) = P(T + ∩ M + P(M + ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione: Test Diagnostici Nella pratica, per una sufficiente numerosità del campione, si accetta frequenza(T − ∩ M − ) Specificità= frequenza(M − ) Sensibilità= frequenza(T + ∩ M + ) frequenza(M + ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un esempio numerico M − = 960 M + = 240 T − = 984 T + = 216 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un esempio numerico M − = 960 M + = 240 T − = 984 T + = 216 M− M+ T− T+ 912 48 960 72 168 240 984 216 1200 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un esempio numerico M − = 960 M + = 240 T − = 984 T + = 216 M− M+ Specificità= 912 ' 95% 960 T− T+ 912 48 960 72 168 240 984 216 1200 Sensibilità= Vlacci Fabio 168 ' 70% 240 E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Valore Predittivo di Test Diagnostici Valore predittivo di un esito negativo=P(M − |T − ) = P(M − ∩ T − ) P(T − ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Valore Predittivo di Test Diagnostici Valore predittivo di un esito negativo=P(M − |T − ) = P(M − ∩ T − ) P(T − ) Valore predittivo di un esito positivo=P(M + |T + ) = P(M + ∩ T + ) P(T + ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Valore Predittivo di Test Diagnostici Valore predittivo di un esito negativo=P(M − |T − ) = P(M − ∩ T − ) P(T − ) Valore predittivo di un esito positivo=P(M + |T + ) = P(M + ∩ T + ) P(T + ) Valore (empirico) predittivo di un esito frequenza(M − ∩ T − ) negativo:=Vp− = frequenza(T − ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Valore Predittivo di Test Diagnostici Valore predittivo di un esito negativo=P(M − |T − ) = P(M − ∩ T − ) P(T − ) Valore predittivo di un esito positivo=P(M + |T + ) = P(M + ∩ T + ) P(T + ) Valore (empirico) predittivo di un esito frequenza(M − ∩ T − ) negativo:=Vp− = frequenza(T − ) Valore (empirico) predittivo di un esito frequenza(M + ∩ T + ) positivo:=Vp+ = frequenza(T + ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Valore Predittivo di Test Diagnostici Valore predittivo di un esito negativo=P(M − |T − ) = P(M − ∩ T − ) P(T − ) Valore predittivo di un esito positivo=P(M + |T + ) = P(M + ∩ T + ) P(T + ) Valore (empirico) predittivo di un esito frequenza(M − ∩ T − ) negativo:=Vp− = frequenza(T − ) Valore (empirico) predittivo di un esito frequenza(M + ∩ T + ) positivo:=Vp+ = frequenza(T + ) Nel nostro esempio Vp− ' 93% e Vp+ ' 78% Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Caso semplificato: si presentano solo due alleli di un carattere della popolazione (ad esempio il fatttore Rh del sangue). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Caso semplificato: si presentano solo due alleli di un carattere della popolazione (ad esempio il fatttore Rh del sangue). Per convenzione si pone A il gene dominante su a di questo carattere; Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Caso semplificato: si presentano solo due alleli di un carattere della popolazione (ad esempio il fatttore Rh del sangue). Per convenzione si pone A il gene dominante su a di questo carattere; quindi il genotipo di un individuo è una delle seguenti coppie AA, Aa, Vlacci Fabio aA, aa E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Caso semplificato: si presentano solo due alleli di un carattere della popolazione (ad esempio il fatttore Rh del sangue). Per convenzione si pone A il gene dominante su a di questo carattere; quindi il genotipo di un individuo è una delle seguenti coppie AA, Aa, aA, aa Un individuo si dice omozigote se possiede una coppia di geni uguali (AA o aa), eterozigote altrimenti (quindi se possiede una coppia mista Aa o aA di geni). Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Caso semplificato: si presentano solo due alleli di un carattere della popolazione (ad esempio il fatttore Rh del sangue). Per convenzione si pone A il gene dominante su a di questo carattere; quindi il genotipo di un individuo è una delle seguenti coppie AA, Aa, aA, aa Un individuo si dice omozigote se possiede una coppia di geni uguali (AA o aa), eterozigote altrimenti (quindi se possiede una coppia mista Aa o aA di geni). Dal punto di vista del fenotipo, il carattere in esame presenta solo due modalità che indicheremo brevemente con A e a. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica genotipo individuo fenotipo AA omozigote A Aa eterozigote A aA eterozigote A aa omozigote a Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Legge di Disgiunzione di Mendel Se, rispetto ad un carattere, uno dei due genitori è eterozigote e l’altro omozigote, allora per i figli i due possibili genotipi sono equiprobabili. Se entrambi i genitori sono eterozigoti, allora i quattro possibili genotipi dei figli sono equiprobabili. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Un’applicazione alla genetica Legge di Indipendenza di Mendel Nella trasmissione di due diversi caratteri, le possibilità di combinazioni relative al primo carattere sono indipendenti a quelle relative al secondo carattere. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Popolazione di Hardy-Weinberg I Non avvengono mutazioni genetiche; Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Popolazione di Hardy-Weinberg I Non avvengono mutazioni genetiche; I non c’è selezione naturale della specie; Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Popolazione di Hardy-Weinberg I Non avvengono mutazioni genetiche; I non c’è selezione naturale della specie; I gli accoppiamenti sono casuali; Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Popolazione di Hardy-Weinberg I Non avvengono mutazioni genetiche; I non c’è selezione naturale della specie; I gli accoppiamenti sono casuali; I tutti gli individui sono fertili “allo stesso modo”; Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Popolazione di Hardy-Weinberg I Non avvengono mutazioni genetiche; I non c’è selezione naturale della specie; I gli accoppiamenti sono casuali; I tutti gli individui sono fertili “allo stesso modo”; I non ci sono immigrazioni o emigrazioni di individui; Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Popolazione di Hardy-Weinberg I Non avvengono mutazioni genetiche; I non c’è selezione naturale della specie; I gli accoppiamenti sono casuali; I tutti gli individui sono fertili “allo stesso modo”; I non ci sono immigrazioni o emigrazioni di individui; I la numerosità della popolazione è molto grande. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg Stante la supposta grande numerosità della popolazione, si confonderanno frequenza e probabilità. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg Stante la supposta grande numerosità della popolazione, si confonderanno frequenza e probabilità. Inoltre P(AA) + P(Aa) + P(aa) = 1 ove con Aa abbiamo indicato l’evento “individuo eterozigote”. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg genotipo probabilita‘ genotipo probabilita‘ genotipo probabilita‘ genotipo probabilita‘ . . . padre AA P(AA) AA P(AA) madre AA P(AA) aa P(aa) AA Aa P(AA) P(Aa) Aa Aa P(Aa) P(Aa) . . . . . . Vlacci Fabio figlio AA [P(AA)]2 Aa P(AA)P(aa) AA Aa 1/2P(AA)P(Aa) 1/2P(AA)P(Aa) AA Aa aA aa 1/4[P(Aa)]2 1/4[P(Aa)]2 1/4[P(Aa)]2 2 1/4[P(Aa)]2 . . . E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg Quindi si calcolano le probabilità dei vari genotipi alla prima generazione (che indicheremo con P1 ) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg Quindi si calcolano le probabilità dei vari genotipi alla prima generazione (che indicheremo con P1 ); pertanto 2 1 1 2 P1 (AA) = [P(AA)] +P(AA)P(Aa)+ [P(Aa)] = P(AA) + P(Aa) 4 2 2 2 1 1 P1 (aa) = [P(aa)]2 +P(Aa)P(Aa)+ [P(Aa)]2 = P(aa) + P(Aa) 4 2 1 P1 (Aa) = 2P(AA)P(aa)+P(AA)P(Aa)+P(Aa)P(aa)+ [P(Aa)]2 = 2 1 1 = 2 P(AA) + P(Aa) P(aa) + P(Aa) 2 2 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg Dalla supposta indipendenza del carattere, si ha anche P(AA) = P(A)2 P(aa) = P(a)2 P(Aa) = 2P(A)P(a) ed inoltre P(A) + P(a) = 1 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg Dalla supposta indipendenza del carattere, si ha anche P(AA) = P(A)2 P(aa) = P(a)2 P(Aa) = 2P(A)P(a) ed inoltre P(A) + P(a) = 1 pertanto 1 P1 (AA) = P(AA) + P(Aa) 2 2 = = [P(A)P(A) + P(A)P(a)]2 = P(A)2 [P(A) + P(a)]2 = P(AA) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg Similmente 1 P1 (aa) = P(aa) + P(Aa) 2 2 = = [P(a)P(a) + P(A)P(a)]2 = P(a)2 [P(a) + P(A)]2 = P(aa) 1 1 P1 (Aa) = 2 P(AA) + P(Aa) P(aa) + P(Aa) 2 2 = 2 [P(A)P(A) + P(A)P(a)] [P(a)P(a) + P(A)P(a)] = = 2P(A)P(a) = P(Aa) Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg In una popolazione di Hardy-Weinberg, la distribuzione delle probabilità dei genotipi fra gli individui della prima generazione è la stessa delle distribuzioni di probabilità dei genotipi fra gli individui genitori. Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg In una popolazione di Hardy-Weinberg, la distribuzione delle probabilità dei genotipi fra gli individui della prima generazione è la stessa delle distribuzioni di probabilità dei genotipi fra gli individui genitori. IN REALTÀ, dalle precedenti considerazioni, se sono soddisfatte le condizioni P(AA) = P(A)2 P(aa) = P(a)2 P(Aa) = 2P(A)P(a) allora p 1 P1 (A) = P(AA) + P(Aa) = P1 (AA) 2 p 1 P1 (a) = P(aa) + P(Aa) = P1 (aa) 2 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Legge di Hardy-Weinberg In una popolazione di Hardy-Weinberg, la distribuzione delle probabilità dei genotipi fra gli individui della prima generazione è la stessa delle distribuzioni di probabilità dei genotipi fra gli individui genitori. IN REALTÀ, dalle precedenti considerazioni, se sono soddisfatte le condizioni P(AA) = P(A)2 P(aa) = P(a)2 P(Aa) = 2P(A)P(a) allora p 1 P1 (A) = P(AA) + P(Aa) = P1 (AA) 2 p 1 P1 (a) = P(aa) + P(Aa) = P1 (aa) 2 ossia anche se la popolazione di partenza non è di Hardy-Weinberg, la successiva generazione lo è! Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ Referenze bibliografiche Capitolo VI del testo Metodi Matematici e Statistici nelle Scienze della Terra Volume secondo: Sviluppi e applicazioni A. Buccianti, F. Rosso, F. Vlacci Liguori Editore 2001 Capitolo 11 del testo Matematica. Comprendere e interpretare fenomeni delle scienze della vita V Edizione G. Gentili, V. Villani McGraw Hill 2012 Metodi Matematici e Statistici per le Scienze Applicate G. Prodi McGraw Hill 1992 Vlacci Fabio E LEMENTI DI C ALCOLO DELLA P ROBABILITÀ