IV Domenica di Pasqua – Domenica del “Buon pastore” At 2, 14a

IV Domenica di Pasqua – Domenica del “Buon pastore”
At 2, 14a. 36-41; Sal 22; I Pt 2, 20b-25; Gv 10, 1-10
La scena iniziale descritta da San Giovanni è quella di un recinto che racchiude le pecore e del
pastore che entra dalla porta, unico vero accesso al recinto. Le pecore ascoltano la voce del pastore
perché lo conoscono: egli le ama e ne è riamato; le chiama ciascuna per nome e le conduce fuori.
Chiamare – camminare – condurre sono i verbi, le azioni del pastore. Egli non le lascia nel
recinto, ma le conduce fuori, “cammina davanti ad esse” e le pecore lo seguono.
Ascoltare – camminare – seguire sono i verbi, le azioni delle pecore.
S. Agostino dice che entrare nel recinto per Cristo significa entrare nella Chiesa per la porta che
è Cristo, raccoglierci nella nostra interiorità e pensare alla luce della fede; mentre uscire per Cristo
significa tradurre la fede in azione davanti agli uomini.
Il pastore fa uscire dal recinto: mentre le pecore seguono lui, che è il loro centro, nell’esodo da
se stesse lo seguono verso “le periferie dell’esistenza”, dice Papa Francesco, là dove altri attendono
l’incontro con il pastore che donerà senso pieno alla loro vita e la gioia del vero Incontro. Ecco
l’avventura missionaria delle pecore con il pastore.
“In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore”, ribadisce Gesù. Papa Francesco ci
dice che Gesù è la porta e bussa alla nostra porta, affinché lasciamo che varchi la soglia della nostra
vita. Dio bussa alla porta dei nostri cuori: “Ecco, sto alla porta e busso: se qualcuno apre, entrerò da
lui, cenerò con lui ed egli con me”(Ap 3,20).
“Coloro che sono venuti prima di me sono ladri e briganti”, dice ancora Gesù. S.Agostino
sottolinea: il Signore non si riferisce però ai profeti, che sono venuti prima di lui come araldi, con la
Parola di Dio, quindi con lui che è da sempre. Infatti, “In principio era il Verbo”(Gv 1,1).
Le parole di Gesù richiamano il profeta Ezechiele: “Così dice il Signore: Guai ai pastori di
Israele che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge?...Per colpa del
pastore le pecore si sono disperse e sono preda di tutte le bestie selvatiche…Ecco, io stesso cercherò
le mie pecore…Le condurrò in ottime pasture…e pasceranno in abbondanza…”(Ez, cap.34). Ecco il
pastore con l’odore delle pecore.
“Se uno entra attraverso di me sarà salvato, entrerà e uscirà e troverà pascolo…Io sono venuto
perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Che cosa significa ”entrerà e uscirà e troverà
pascolo”? Spiega ancora S.Agostino: si entra nella Chiesa per la porta che è Cristo, attraverso la vita
di fede -“Il giusto vivrà per la sua fede”(Rm 1, 17)-, e si esce attraverso la stessa porta per entrare
nella vita eterna, dove si vedrà Dio faccia a faccia, là dove il pastore li ha preceduti e dove non
dovranno più morire.
Infatti, nel lungo discorso tenuto durante l’ultima cena, il Signore dirà: “Non sia turbato il vostro
cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte
dimore…Vado a prepararvi un posto…” (Gv 14,1ss.).
Che cosa questa Parola dice a noi?
1 I Padri della Chiesa invitano a seguire il Signore, ad essere nel numero delle sue pecore, per
poterne ricevere benedizione e grazia. Ci mettiamo nelle condizioni di seguirlo veramente?
2 Che cosa significa per noi ascoltare – camminare - seguire Gesù?
3 Come traduciamo in azione la fede che cresce nell’ascoltare, nel camminare e nel seguire?
Preghiamo la Parola ascoltata e meditata