CLASSE 2 DISPENSA 2
INDUISMO
Il termine “Induismo” è di origine islamica, infatti non piace agli indiani e non è storicamente
corretto. E’ stato usato dagli invasori musulamni intorno al 1000 d. C. per indicare gli abitanti della
valle del fiume Indo che non si erano convertiti all’Islam. Sarebbe più corretto usare “Sanatana
Dharma”= “Eterna legge morale”.
STORIA.
Non ha una data precisa di origine, ma è la religione più antica e risale a circa quattromila anni fa.
Non ha un fondatore e neppure una struttura religiosa centralizzata né un un’organizzazione
definita di verità dogmatiche. Questa antica esperienza spirituale resta molto complessa da
definire perché più che una religione in senso proprio costituisce un modo di vivere e di pensare.
E’ una saggezza di vita che ha raccolto lungo i secoli il pensiero di altre filosofie, religioni e pratiche
devozionali. Storicamente con il termine “Induismo” si indica la religione del popolo degli indoariani immigrati in India nel II° millennio a. C.
PRINCIPI DOTTRINALI
La concezione della vita: lo scopo ultimo della vita è di raggiungere una liberazione (moksha) in cui
si supera la semplice esistenza umana , che nell’ Induismo è sola “apparenza”, maja, per liberarsi
dal ciclo faticoso delle rinascite e raggiungere l’eternità. La vita dell’uomo si suddivide in 4 fasi nei
quali sia l’aspetto materiale che spirituale sono importanti:
1) Periodo degli studi sacri: inizia a 12 anni e prosegue per altri 12 anni
2) Vita di famiglia
3) La vita nella foresta: quando si invecchia ed è consigliabile ritirarsi a studiare le scritture
sacre e a praticare la meditazione e il digiuno
4) La vita della perfetta rinuncia: ultima fase in cui ci si prepara alla morte e alla liberazione
definitiva
Concetti-chiave:
1) Autorità dei Veda: accettare l’importanza delle sacre Scritture
2) La continua creazione: accettare che l’universo si conservi e si dissolva in modo ciclico
3) L’eternità delle anime: accettare la legge eterna del karma-samsara, la legge della
retribuzione che regola il ciclo delle rinascite
4) La liberazione definitiva dell’anima: (moksha) dal vincolo delle reincarnazioni vissute come
un fattore negativo
5) L’osservanza della legge degli stati di vita (varnasrama-dharma)
I 5 sacri cerchi: nell’Induismo moderno ogni persona deve crescere durante la vita terrena scoprenso
gradualmente l’importanza dei seguenti 5 sacri cerchi:
1) Alla nascita l’uomo è nel 1° cerchio della vita, quello dell’IO in cui pensa solo a se stesso, a
prendere senza dare
2) Poi crescendo scopre il 2° cerchio che è il cerchio del TU. Impara a dare e ricevere
3) Il 3° cerchio comprende la comunione con il proprio gruppo, con il popolo e con il resto
dell’umanità. Si supera l’egoismo
4) Nel 4° cerchio l’uomo scopre il proprio legame con la terra e impara a rispettare la vita
anche animale e vegetale
5) Nel 5° cerchio l’uomo entra in comunione con il cosmo intero.”Quest’ultimo cerchio,spiega il poeta indiano Tagore – è il senso della vita. Vi arriveremo tutti quando moriremo
ed entreremo a far parte della legge stessa della vita, il Brahman: la ragione di tutto, la vita
stessa”
LIBRI SACRI.
I testi sacri dell’Induismo si dividono in due gruppi: i libri rivelati e i libri della tradizione
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LIBRI RIVELATI: i Veda ( “conoscenza”) che comprendono opere diverse scritte in diverse
epoche: Ragveda, Yajur-veda, Samaveda, Atharvaveda. I Brahamana (scritti fra il 1000 e l’
800 a.C.) che contengono delle spiegazioni dei riti e dei sacrifici. Le Upanishad ( 800 – 300
a. C.) dette anche Vedanta, che contengono la “dorrtina arcana” cioè le dottrine filosofiche
sulla Realtà Suprema
 LIBRI DELLA TRADIZIONE: il Ramayana e il Mahabharata, grandi poemi epici
all’interno dei quali è contenuta la famosa Bhagavadgita, (“Il canto del beato”), un dialogo
fra Arjuna e il dio Krishna sulla pace e sulla fedeltà. Infine i Purana che sviluppano i
racconti mitologici dell’Induismo
“OM”: è il monosillabo mistico simbolo della religione induista. Rappresenta l’unione con la
divinità e l’universo
IL VOLTO DI DIO
L’induismo è contemporaneamente una religione monolatria, panteista e politeista.
L’aspetto monolatrico è sottolineato dal fatto che l’Assoluto è unico, inconoscibile e trascendente:
Brahman, presente in ogni luogo e in ogni cosa anche dentro l’uomo. Infatti l’uomo è atman
(anima) che contiene in sé un principio divino. Brahman è il signore che crea, conserva, distrugge il
mondo con la sua potenza (Sakti).
Il panteismo consiste nel fattoche ogni aspetto della natura è impregnato dalla presenza divina e
quindi tute le manifestazioni della vita sociale e individuale sono collegate con il sacro
Innumerevoli sono infine le potenze soprannaturali che vengono adorate. In questo consiste
l’aspetto politeistico. Vengono attribuiti un nome e un aspetto diverso a ogni manifestazione e
aogni caratteristica dell’assoluto. Sono ritenuti sacri la Madre Terra, certe montagne come
l’Hilalaya, determinati fiumi come il Gange, alcune piante come i fichi e certi animali: scimmie,
coccodrilli e serpenti, ma soprattutto le vacche che nessuno può uccidere. Le tre divinità principali
sono: Brahma, Shiva, Vishnu che formano la cosiddetta Trimurti. Brahma simboleggia la creazione,
Shiva la distruzione del mondo, Vishnu la conservazione.
Un’altra divinità molto importante è Krishna, considerato l’ottava reincarnazione di Vishnu, spesso
rappresentato come incantatore delle anime
VOCABOLARIO.
1) Atman: vuol dire “soffio vitale”. E’ l’Io dell’uomo, parte del Brahman supremo al quale si
deve ricongiungere dopo la morte
2) Brahman: è la forza cosmica che fa esistere e muovere l’universo. E’ l’assoluto, l’origine e
il fine di ogni vita si può manifestare storicamente in diverse forme dette Avatara
3) Karma: “azione”. È l’eterna legge della retribuzione secondo la quale ognuno raccoglie le
conseguenze delle proprie azioni buone o cattive
4) Samsara: (“flusso dell’esistenza”). È il ciclo delle nascite e rinascite che coinvolge gli
individui e l’universo intero
5) Caste: le principali sono 4: i Brahmani, cioè i sacerdoti, gli Ksatriya, “guerrieri”, i Vaisya, i
“contadini” e i Sudra, lavoratori non qualificati. Poi ci sono coloro che non appartengono a
nessuna casta, i “fuori casta” detti “intoccabili”. Ufficialmente il sistema della suddivisione
in caste è stato abolito dalla legge indiana ma permane nella mentalità popolare.
6) Avatara: “discesa” sono le incarnazioni delle divinità in forme umane e non umane per
salvare l’uomo
7) Yoga: “congiunzione”, è un metodo di concentrazione interiore per raggiungere la
contemplazione della divinità. Ci sono diverse forme di Yoga ma lo scopo è sempre quello
della liberazione finale e del ricongiungimento con il Brahman cosmico
8) Dharma: è l’insieme dei principi etici, tutto ciò che conduce l’uomo e la società alla
prosperità fisica, spirituale economica
9) Artha: i beni materiali necessari alla vita. La povertà è intesa dall’induismo come una
maledizione, una punizione di vite precedenti
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10) Kama: il piacere materiale ottenuto tramite i 5 sensi. Dunque comprende l’emotività, i
sentimenti, la sensibilità. Il piacere fisico non è visto negativamente ma la vera felicità
consiste nell’integrare le tre dimensioni del dharma, artha e kama
11) Moksha: la liberazione definitiva dell’anima non più soggetta alla dura legge della samsara
e quindi capace di raggiungere la salvezza.
PER RIFLETTERE….
1) Quali aspetti dell’Induismo ti colpiscono di più?
2) Cosa insegnano i 5 sacri cerchi?
3) Sapresti dire le differenze fondamentali dal cristianesimo?
4) E quali aspetti invece hanno in comune?
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